Processo verbale n. 25 del 13 ottobre 2016

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Processo verbale n. 25 del 13 ottobre 2016
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CONSIGLIO REGIONALE DELLA LOMBARDIA
X LEGISLATURA
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IV COMMISSIONE CONSILIARE
“ATTIVITA’ PRODUTTIVE E OCCUPAZIONE”
Seduta del 13 ottobre 2016
Processo verbale n. 25
Il giorno 13 ottobre 2016, alle ore 10.00 è convocata a norma dell’art. 31 del Regolamento generale
presso la sede del Consiglio regionale, la commissione consiliare IV “Attività produttive e
occupazione” per la trattazione degli argomenti di cui all’allegato ordine del giorno.
Presiede la seduta il Presidente Pietro FORONI.
Assistono alla seduta la dirigente dell’Ufficio di assistenza alle Commissioni – area Programmazione,
Bilancio e Sviluppo economico Francesca SANTAMBROGIO, la responsabile della posizione
organizzativa Nella MOSCON e il funzionario verbalizzante Roberto CHIANINI.
Alle ore 10.15 il Presidente FORONI apre la seduta.
Si riporta di seguito la trascrizione integrale degli interventi.
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Argomento n. 1 dell’odg
Comunicazioni del Presidente
Presidente Pietro FORONI
Due comunicazioni. La prima, comunicazione di rito, in data 11 ottobre sono state trasmesse alla IV
Commissione le deliberazioni n. 57 del Consiglio comunale di Gussago in provincia di Brescia,
avente per oggetto: mozione “Dissenso al negoziato sul TTIP”, la n. 24 del 20 settembre 2016 del
Consiglio comunale di Cazzano Sant’Andrea in provincia di Bergamo, mozione sempre di dissenso
sul TTIP medesimo. Do anche un’altra comunicazione, la do nel caso per i Consiglieri assenti,
trasmettetela o comunque a verbale, io la do per comunicata essendo iniziata la seduta.
Confrontandomi anche con alcune indicazioni che mi sono pervenute dai commissari di minoranza,
sia anche confrontandomi con i commissari di maggioranza, avrei deciso di ampliare il termine per
gli emendamenti sul PDL 314 di una settimana, quindi alle ore 12 del 25 di ottobre. Do anche
disposizione ai funzionari che subito dopo presentati gli emendamenti siano trasmessi al relatore
Piazza, oltre che al sottoscritto anche al relatore Piazza, in modo che possa prendersi una metà
pomeriggio di martedì per darne una lettura e tentare, nel caso ce ne fosse bisogno, auspico di no,
nello spirito del progetto di legge 314 che è un progetto di legge che vuole uscire con la più ampia
condivisione, di tentare nella giornata di mercoledì una sintesi anche relativamente agli
emendamenti presentati, eventuali emendamenti delle forze di opposizione. Però, detto questo,
facendo slittare il tutto di una settimana, sono “costretto” a iniziare se necessario le votazioni subito
dalla seduta del 27, mentre avevo previsto una seduta del 20 che era illustrativa degli emendamenti
e avendo la necessità, sottolineata anche dalla conferenza, di licenziare il progetto di legge entro il 3
di novembre, sono però costretto a iniziare la votazione subito, il 27. Mi auguro, però, che nella
giornata del 26 ci siano le condizioni proficue per un’eventuale sintesi sugli emendamenti. Questo
dovevo.
Argomento n. 3 dell’odg
Pdl n. 314 “Lombardia è ricerca”
Presidente Pietro FORONI
L’assessore Del Gobbo è presente per cui vorrei pregarlo di accomodarsi benissimo. che gli lascio
subito la parola. Prima, voleva intervenire il relatore Piazza. Comunico anche la sostituzione: al
posto del consigliere Colla c’è il consigliere Roberto Anelli, e gli do il benvenuto. L’audizione
dell’Assessore Del Gobbo sarà soprattutto sul tema della prevista agenzia all’interno del progetto di
legge 314 per una ricognizione sui compiti, finalità, esperienze internazionali in proposito. Io mi
taccio. Prima di lasciare la parola all’Assessore, la dò al relatore Piazza, che ha chiesto la parola.
Consigliere Mauro PIAZZA
Sì. Volevo chiederle, Presidente, accogliendo con favore l’ipotesi di lavoro che lei ha appena
illustrato, se comunque il giorno 20, che lei aveva previsto per la presentazione degli emendamenti,
noi non avremo ancora gli emendamenti perché il termine, a questo punto, è slittato di qualche
giorno dopo, però se riuscissimo magari a ricavare uno spazio durante il 20, se è compatibile con la
programmazione dei suoi lavori, non dico per l’illustrazione degli emendamenti, ma per l’apertura
di un confronto anche all’interno della Commissione su quelle che sono ancora le tematiche
prevalenti sulle quali poi potrebbero incentrarsi gli emendamenti che arriveranno, in modo da avere
già secondo me una sgrossatura un po’ di quelli che possono essere i temi più cari ad ogni Gruppo,
vista la natura del provvedimento, sul quale non immagino degli emendamenti di carattere
estremamente puntuale, soprattutto su alcuni articoli. Quindi se fosse possibile comunque riservarci
uno spazio il 20, secondo me, potrebbe essere utile. Viceversa, ricevo la sua sollecitazione per
mercoledì 26, a questo punto, immaginando di chiedere ai referenti dei singoli Gruppi un paio d’ore
nel pomeriggio per poter iniziare a guardare gli emendamenti.
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Presidente Pietro FORONI
Io non ho problemi a mettere all’ordine del giorno anche della prossima seduta il PDL 314.
Sottolineo che, visto che comunque non ci saranno le votazioni, visto che ci sono tante richieste di
audizioni, avrei previsto un’ulteriore audizione, oltre a quella già prevista, che era stata sollecitata.
Però, facciamo così, io all’ordine del giorno faccio mettere il PDL 314. Sì, io lo metto. Facciamo
così, io lo metto all’ordine del giorno, dopodiché verifica con i referenti dei Gruppi le varie
modalità. Io comunque lo metto all’ordine del giorno. Bene. Assessore.
Assessore all’Industria, Ricerca e Open Innovation, Luca DEL GOBBO
Sì. Grazie, Presidente. Credo di aver capito che oggi noi dovremmo in particolare, dopo le
audizioni, come dire, definire meglio il ruolo dell’Agenzia regionale per la ricerca e l’innovazione.
Però, prima di entrare in merito a questo, io vorrei brevemente richiamarci al contesto che ha fatto
sì che si approvasse prima in Giunta e poi iniziasse il lavoro in IV Commissione e poi approderà in
Consiglio regionale, un lavoro, appunto, su una proposta di legge, in particolare sulla ricerca e
sull’innovazione. Io parto davvero da alcuni fatti politici e alcuni dati che sono noti, che in questi
giorni ancora di più sono tornati un po’, come dire, ad essere protagonisti nella cronaca italiana. La
visita recente del Presidente del Consiglio Renzi a Milano ancora una volta ha rilanciato una grande
sfida. Il Presidente del Consiglio, consapevole dell’ecosistema della ricerca e dell’innovazione
lombardo ha detto “in questo momento dobbiamo sfidare, appunto – gioco di parole –, le grandi
sfide che abbiamo investendo sulla ricerca e sull’innovazione, investendo sull’innovazione il nostro
Paese potrà vincere le sfide importanti che stiamo affrontando e questo potrà se Milano – lui ha
usato proprio questo paragone – prenderà per mano il sistema Italia”. È così, perché noi abbiamo
dei dati che ci dicono in modo inconfutabile quanto importante sia l’ecosistema della ricerca e
dell’innovazione in Lombardia. Noi qui abbiamo le migliori università, i migliori centri di ricerca,
l’abbiamo detto più volte, abbiamo i cluster, i nove cluster tecnologici che funzionano molto bene,
abbiamo imprese di dimensioni diverse, grandi, medie, piccole o micro, che comunque investono,
appunto, in ricerca e innovazione. È stimato in 7 miliardi l’anno, come abbiamo avuto modo più
volte di ricordare, l’investimento di risorse pubbliche private nella ricerca e nell’innovazione, la
Lombardia è al primo posto per quanto riguarda il numero di start up e di brevetti e, come più volte
ho ricordato, anche la Banca d’Italia nel rapporto sulla crescita della nostra Regione riguardo al
2015 ha evidenziato, appunto, che il PIL in Lombardia cresce dell’1,1%, quindi superiore alla
media nazionale, e in particolare questo studio di Banca d’Italia ci dice che le imprese lombarde,
indipendentemente dalle dimensioni, che hanno investito sull’innovazione, non solo hanno superato
il momento di crisi, ma attraverso anche una politica di internalizzazione hanno avuto un buon
andamento. Questo significa che, appunto, indipendentemente dalle dimensioni, le imprese che
investono in innovazione superano, appunto, le difficoltà di cui facevo riferimento prima. Allora
ecco perché proporre proprio qui in Regione Lombardia una proposta di legge sulla ricerca e
l’innovazione che non vuole, da una parte, solo mettere a sistema le buone azioni e le buone
pratiche che Regione Lombardia ha già da qualche tempo introdotto, ma vuole fare qualcosa di più,
vuole portare un’innovazione nella governance, appunto, in questo campo e vuole avere anche degli
strumenti innovativi. Dico questo perché l’Agenzia per la ricerca e l’innovazione si inquadra
proprio in questo contesto. Tra le novità che noi abbiamo per quanto riguarda la governance due
novità importanti, ce ne sono altre, ma veramente due importanti sono proprio queste: da una parte
la cabina di regia, che il Presidente Maroni ha voluto, consapevole che l’innovazione oggi è
un’innovazione a 360 gradi. Noi molto spesso, quando ci rivolgiamo in particolare alle imprese,
facciamo presente che siamo di fronte ad un vero e proprio cambio epocale anche dal punto di vista
culturale, l’innovazione fino ad oggi era un qualcosa che tu ti tenevi nascosto un po’ all’interno
della tua azienda, della tua impresa, tenevi, insomma, gelosamente nascosto, oggi l’innovazione
invece è qualcosa che richiede davvero una contaminazione tra i soggetti, ecco anche perché
nascono i cluster, quindi le istituzioni, le imprese, il territorio, le associazioni di categoria. E quindi
l’innovazione, come dicevo prima, si gioca davvero a 360 gradi, condividendo, si parla oggi di open
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data, di sistemi che, insomma, permettano una condivisione. Il Presidente Maroni, consapevole di
questo e consapevole che anche l’istituzione Lombardia deve essere in prima linea nell’innovazione
anche come istituzione, ha pensato di istituire una cabina da regia che mettesse assieme tutti gli
Assessorati, perché oggi l’innovazione si gioca nel mio settore, ma anche in quello del collega
Parolini, nel settore della salute che gestisce il collega Gallera o in quello dell’agricoltura con Fava.
Quindi l’innovazione è davvero un’innovazione a 360 gradi e la cabina di regia, come abbiamo
detto la volta scorsa, dovrà fare un piano strategico e avere strumenti e risorse per applicare quel
piano strategico, e dall’altra parte la novità grossa è questa Agenzia regionale per la ricerca e
l’innovazione. Io penso di fare una cosa utile ai commissari partendo da che cosa non deve fare
questa Agenzia e che cos’è questa Agenzia. Poi chiamerò il professor Venturi, che mi darà una
mano per entrare meglio nello specifico dei compiti di questa Agenzia. Intanto, noi abbiamo
pensato a questa Agenzia sulla scorta soprattutto dei migliori modelli europei ma anche della
tradizione anglosassone. Quindi l’Agenzia regionale per la ricerca è un Ente autonomo, istituito
chiaramente da Regione Lombardia, che vuole coinvolgere la società civile, la comunità scientifica,
gli attori del sistema regionale in campo di ricerca e innovazione in un processo di condivisione e di
conoscenza favorendo anche il bilanciamento tra i portatori di diversi interessi, di diversi valori e
diverse opinioni. Quindi che cosa possiamo dire? Che l’Agenzia per la ricerca e l’innovazione non
farà programmazione, quindi non è l’Agenzia regionale che farà la programmazione. Come
abbiamo detto prima, la programmazione rimarrà in capo alla Giunta regionale, alla cabina di regia
interassessorile che verrà istituita con questa legge. Non farà bandi. Quindi anche qui possiamo
togliere un equivoco. Non sarà l’Agenzia regionale che erogherà finanziamenti, che farà bandi o
rendicontazioni. Questi resteranno di esclusiva competenza della struttura tecnica e della Giunta. In
molti casi la Giunta si avvale di Finlombarda. E quindi non farà questo tipo di attività. Non avrà
interlocuzioni particolari con gli stakeholders per quanto riguarda la programmazione. Perché, come
dicevamo prima, la programmazione e poi interventi e risorse rimangono in capo alla Giunta.
Quindi l’Agenzia regionale per la ricerca e l’innovazione io la vedo come una quarta gamba che
oggi manca al nostro sistema, chiamiamolo così, al nostro tavolo di ricerca e innovazione, oggi
abbiamo, appunto, la Giunta attraverso poi la cabina regionale, che fa la programmazione e
l’interlocuzione con gli stakeholders per quanto riguarda, appunto, la programmazione delle
politiche regionali, abbiamo Finlombarda in alcuni casi o in altri casi abbiamo la Fondazione
Biomedica che fa bandi in particolare per quanto riguarda il campo, appunto, biomedico, poi
abbiamo una terza gamba rappresentata da Eupolis che è comunque un’emanazione, ha un rapporto
diretto con Regione Lombardia per quanto riguarda la ricerca, la verifica di alcune politiche
regionali e la quarta gamba che io vedo è l’Agenzia regionale per la ricerca e l’innovazione, che
invece è un soggetto autonomo, non è un’emanazione diretta dalla Regione ma un soggetto, come
dire, terzo rispetto alla Regione, che deve fare un’opera di informazione, favorire il trasferimento
tecnologico e da ultimo valutare anche la ricerca nella nostra Regione. Questo è importante.
Chiamo, cortesemente, il professor Venturi e introducendo il professor Venturi lascio a lui la parola
per entrare magari in modo specifico sui punti qualificanti dell’Agenzia, ma per soffermarmi ancora
per un attimo dal punto di vista politico dell’importanza che oggi ha nel nostro sistema regionale ma
anche nazionale l’innovazione. Pensate che ogni innovazione porta con sé dei cambiamenti a volte
davvero importanti. Un’innovazione, per esempio, fa cambiare il modo di produrre un determinato
prodotto e quindi ci sono tutti i temi relativi alla salvaguardia o meno di posti di lavoro.
Un’innovazione che rende, magari, più favorevole, come dire, o che rende migliore la vita diciamo
dei cittadini, dall’altra parte però ha il tema della produzione dei posti di lavoro, di nuove tecnologie
che magari riducono, come dire, l’impegno delle persone all’interno di imprese e di aziende, oppure
temi che sono legati, so che alcuni Consiglieri hanno affrontato anche questo tema in Consiglio
regionale, per esempio pensiamo al tema della medicina personalizzata, dei vaccini, che è un tema
oggi importante, l’impatto che hanno sull’opinione pubblica. Oggi questo tipo di, come dire,
interlocuzione con l’opinione pubblica viene lasciata molto spesso ai singoli soggetti, che
comunque possono avere anche un proprio interesse personale. Manca in Regione Lombardia un
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soggetto terzo, un soggetto che sia, come dire, pensato nell’interesse della ricerca, dell’innovazione
e dei cittadini. Come dire, la finalità di questa Agenzia non è tanto quella di suggerire politiche
strategiche alla Regione, ma quella di capire rispetto a politiche riguardanti l’innovazione qual è
l’impatto sui cittadini, quali sono le conseguenze, positive o negative, che possiamo avere nella
nostra società. Lascio subito la parola al professor Venturi che declinerà meglio, in modo anche più
tecnico, alcune competenze specifiche che questa Agenzia adesso avrà avere.
Dott. VENTURI
Grazie, Assessore. Molto brevemente per lasciare poi spazio ad eventuali domande o questioni che i
Commissari vorranno presentare, il razionale che sottende la previsione di questa Agenzia affonda
le proprie radici un po’ nell’esperienza, com’è stato citato, dei paesi del nord Europa e dei paesi
anglosassoni. Non è un’Agenzia che ha funzioni e compiti operativi, è qualche cosa che nel nostro
ordinamento ancora non ha trovato cittadinanza, non c’è, non esiste nulla di simile nell’ordinamento
italiano. Si chiama Agenzia come tante altre istituzioni, ma questo semplicemente perché, diciamo
così, il ricorso alle formule giuridiche che l’ordinamento consente ci ha spinto a ritenere che
l’Agenzia fosse il modello più neutro per garantire che cosa? Per garantire terzietà, per garantire
indipendenza e per garantire autonomia. Questo Ente che cosa dovrà fare? Questo è il vero cuore
della questione. Il cuore della questione è incentrato fondamentalmente sul fatto che la domanda di
innovazione oggi è una domanda di innovazione che viene dai cittadini, così come la domanda sui
temi della ricerca e delle nuove tecnologie che vengono immesse nel contesto sociale hanno, questa
domanda di innovazione, di ricerca e di nuove tecnologie porta con sé una questione essenziale, ed
è la questione dell’impatto che queste innovazioni hanno sul sistema sociale, sul sistema delle
comunità, sul sistema lavorativo, sul sistema sociale, sull’impatto economico. L’esperienza più
simile, se qualcuno ha la curiosità di voler andare ad indagare, è l’esperienza del Danish Board of
Technology che ormai da venti anni opera in Danimarca, del NESTRA nel Regno Unito, del
Zentrum for Social Innovation austriaco.Sono certamente esperienze, per citare quelle più vicine
alla nostra cultura giuridica, alla nostra tradizione giuridica, che svolgono un ruolo e una funzione
di valutazione, monitoraggio, diciamo così, aggregazione del consenso dei cittadini rispetto ai temi
dell’innovazione per garantire che cosa? Da un lato per disintermediare l’informazione rispetto ai
temi dell’innovazione, della ricerca scientifica e tecnologica, soprattutto per accelerare i tempi di
ingresso nel mercato delle nuove tecnologie e delle innovazioni. Questo perché? Perché è chiaro
che l’innovazione, la tecnologia e le nuove scienze hanno, diciamo così, un preventivo impatto non
proprio sempre positivo sull’opinione pubblica. L’avvento di nuove tecnologie talvolta spaventa
per l’impatto che può avere, come diceva l’Assessore, sul mercato del lavoro, per l’impatto che può
avere sul tipo di relazioni sociali. Ecco, quindi, che un’Agenzia che svolge una funzione di
informazione e di valutazione di quali sono gli impatti ha proprio lo scopo di favorire potremmo
dire una democratizzazione di questi elementi, che sono elementi conoscitivi, sono elementi
informativi, con lo scopo anche di, in un qualche modo, superare una sorta di assolutismo o di
monopolio dell’informazione rispetto a questi temi. Ecco, quindi, che è un’Agenzia che non si va a
sovrapporre con funzioni esistenti, questo è molto importante, ma è un nuovo spazio pubblico, sono
nuove funzioni che riteniamo debbano essere appannaggio e riservate proprio all’Ente pubblico,
questo per garantire soprattutto il benessere della comunità, e soprattutto l’impatto che questo ha sui
cittadini lombardi, per evitare, cioè, che l’impatto delle nuove tecnologie, dell’innovazione, della
ricerca scientifica nella società, nella comunità lombarda, sia in un qualche modo appannaggio di
gruppi di potere o di interesse che, evidentemente, diciamo così, mal si conciliano con quelle che
sono, invece, le esigenze del contesto della comunità lombarda. Quindi da un lato accelerare i
tempi d’ingresso dell’innovazione e delle nuove tecnologie all’interno della comunità,
disintermediare l’informazione sui processi scientifici e di ricerca e innovazione, monitorare e
valutare i mutamenti di sensibilità dell’opinione pubblica, questo è molto importante, e infine
questo rappresenta, diciamo così, se volessimo sintetizzare, un’opportunità per tutto il sistema della
ricerca e dell’innovazione, proprio per garantire una maggiore accountability del sistema. Qui
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cerco di arrivare a conclusione. Oggi il meccanismo di finanziamento pubblico della ricerca, di
questo tipo di ricerca, che non è la ricerca di base, è la ricerca volta al trasferimento tecnologico,
volta all’ingresso del mercato, all’industrializzazione dei prodotti di questa ricerca, viene effettuato
attraverso bandi che vede interlocutori da un lato l’Ente pubblico, la Regione e le sue appendici,
dall’altro lato gli stakeholders interessati. I cittadini sono esclusi da questo meccanismo. Riteniamo
che giacché vengono investite risorse pubbliche, che sono risorse, della fiscalità generale, sia
importante aprire un processo di trasparenza rispetto, da un lato, all’assegnazione delle risorse ma
soprattutto rispetto all’impatto che quelle risorse investite generano sulla comunità. Questo
riteniamo sia la funzione prevalente che debba svolgere questa Agenzia, che sarà molto snella,
molto leggera da un punto di vista della sua dotazione, con poche competenze di tipo generalista e
in un foro consultivo, invece, costituito da soggetti, da esperti che ovviamente non possono avere
interferenze con il sistema poi di finanziamento della ricerca e dell’innovazione, e quindi nelle
condizioni ideali per garantire valutazioni e rapporti che siano all’insegna dell’indipendenza della
terzietà e dell’autonomia. Quindi, anche in termini di costi, se guardiamo l’impatto che questo avrà
sul sistema sono estremamente contenuti, soprattutto se è condiviso il presupposto di una maggiore
trasparenza non solo dell’assegnazione, ma anche dell’impatto che l’investimento in ricerca e
innovazione genera l’istituzione di questa Agenzia è da considerare un investimento e non
un’ulteriore spesa. Una sintesi forse anche più efficace di quanto velocemente ho cercato di
illustrare penso sia ben contenuta nelle osservazioni che sono pervenute a questa Commissione
dalla Fondazione Giannino Bassetti, che già da anni è impegnata in questo tipo di attività ed in
network con le altre esperienze europee; forse è la prima realtà sul territorio nazionale, ovviamente
non di natura pubblicistica, che ha iniziato a svolgere questo tipo di attività e di funzioni. Quindi,
diciamo, una scheda di ulteriore approfondimento e maggiore chiarificazione può derivare anche da
questo contributo pervenuto all’attenzione dei commissari. Io, Assessore, avrei concluso. Se ci
sono domande anche tecniche sono a disposizione.
Presidente Pietro FORONI
Si sono prenotati Buffagni, Barboni.
Consigliere Stefano BUFFAGNI
Presidente, io prima di passare magari alle domande, ho bisogno io di fare una domanda che magari
può aiutare anche i colleghi successivamente. Premetto che io sono iper a favore degli investimenti,
sempre, però essi devono essere ragionati. Quello che vorrei capire è lei domani mattina fa parte di
questa Agenzia, si sveglia, arriva in Ufficio e che cosa fa? Perché io non ho capito, giuro, che cosa
fa quell’Agenzia. Ho capito più o meno cosa non dovrebbe fare, ma io mi immagino, lei entra in
Ufficio e? Questa è la domanda. Lo spieghi come lo spiegherebbe a un bambino di tre anni, in modo
tale che ci arrivo di sicuro anche io. I colleghi probabilmente hanno già capito tutto, ma io ho
bisogno proprio di questa spiegazione. Grazie.
Presidente Pietro FORONI
Scusami, Barboni, la tua era una domanda simile, sullo stesso filone? Facciamo prima rispondere.
Va bene. Quindi faccio prima rispondere, poi ti lascio la parola. Poi Mainini.
Dott. VENTURI
Dunque, diciamo che, innanzitutto, ovviamente dovrà essere strutturata l’intera organizzazione di
questa Agenzia. Però, diciamo così, nel momento in cui immaginiamo che si entri domani mattina e
si è costituita l’Agenzia con il foro consultivo e con l’organizzazione di cui si dovrà dotare,
partendo dal programma strategico regionale sugli investimenti in ricerca e innovazione definirà,
come abbiamo detto la dimensione della programmazione sta in capo alla Giunta, la Giunta decide
quali sono i quattro o cinque temi su cui investire, rispetto a quei temi su cui la Giunta ha deciso di
investire l’Agenzia inizierà a porre, farà un programma d’azione che sarà approvato peraltro dal
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Consiglio di indirizzo. Questo programma d’azione che cosa prevede? Prevede di andare a sondare
qual è l’idea che l’opinione pubblica ha sul quel tema rispetto, quindi, all’impatto che quel tipo di
innovazioni programmate avranno sui cittadini e sulla comunità lombarda, e questo è un primo
tema, quindi un primo tema che fornirà alla Giunta che cosa? Fornirà alla Giunta degli elementi per
dire “Giunta, attenzione, su questo tema l’opinione dei cittadini lombardi è un’opinione che volge in
questa direzione, è di questo tipo”. Pensiamo a quelli che sono i grandi temi: la sostenibilità
ambientale, da un lato, la sostenibilità sociale dall’altro, di un impatto dell’innovazione, la
sostenibilità economica. L’opinione dei cittadini lombardi è questa. E questo è sicuramente un
primo tema, non solo dei cittadini ma come dice l’articolo dedicato la società civile, quindi tutti i
cittadini, la comunità scientifica e quindi gli interlocutori che sono poi, diciamo così, i destinatari
della ricerca e innovazione, gli attori del sistema regionale della ricerca e dell’innovazione e di
tutte, diciamo così, le parti interessate. Questo è il primo aspetto. Secondo aspetto: valuta l’impatto
di queste politiche. Ovviamente, l’impatto delle politiche lo si può valutare sia in itinere con questo
primo potremo chiamare consensus meeting, e successivamente quando le politiche sono state
realizzate, quando gli investimenti in ricerca sono stati effettuati e quando abbiamo i primi risultati,
valutare che tipo di impatto questi hanno generato. Oggi noi non lo sappiamo, perché non lo
facciamo, oggi non viene fatto. Cioè le risorse che Regione Lombardia destina alla ricerca e
all’innovazione, che sono risorse importanti, non sappiamo che cosa generano nel sistema
produttivo lombardo, non solo nel sistema produttivo ma anche nella comunità lombarda. Vorrei su
questo richiamare veramente l’attenzione al fatto che il destinatario ultimo in questo caso non è lo
stakeholder, cioè l’Università, la grande imprese, l’impresa, ma è il cittadino, cioè che impatto
genera per il cittadino quel tipo di investimento, che in altri termini significa che cosa restituisce al
cittadino quell’investimento fatto con quotaparte della sua fiscalità. Terzo elemento: istruire ambiti
e metodi di partecipazione pubblica. Riteniamo che su questo un altro elemento, un’altra attività che
l’Agenzia dovrà svolgere sarà, appunto, fare dei forum consultivi, chiamando tutti i cittadini a
riflettere su quali sono gli esiti e gli impatti delle politiche regionali in tema di ricerca, sviluppo e
innovazione, quali sono soprattutto, diciamo così, le criticità, quali sono gli ambiti di dibattito
minoritari. Perché un altro tema che oggi è totalmente assente dal sistema è la cosiddetta dissenting
opinion, cioè chi ha un’opinione minoritaria rispetto ad un determinato tema rischia di essere fuori
dal quadro istituzionale di programmazione degli interventi. Questa Agenzia, invece, raccoglierà
anche questa posizione. Quarta ed ultima attività che svolgerà domani mattina chi entra: informa,
valuta e monitora nel corso del tempo anche come evolve, come cambia la sensibilità dei cittadini
rispetto a queste tematiche. Perché è chiaro che oggi posso misurare, posso rilevare un determinato
tipo di impatto, fra sei mesi, dodici mesi, ventiquattro mesi, un altro tipo di impatto. Rispondo
subito a un’obiezione che immagino potrebbe essere sollevata. È chiaro che stiamo parlando di un
contenuto che ha una valenza culturale ampissima, e soprattutto stiamo parlando di un contenuto
che proprio perché non ha esperienze nel nostro ordinamento, proprio perché è distante dalla cultura
a cui questo Paese è stata abituata a ragionare e a riflettere sugli investimenti pubblici, mi rendo
conto che si possa percepire una certa, come dire, distonia rispetto a come siamo abituati ad
immaginare un’istituzione oggi. Per questo invito, veramente, ad osservare, a vedere quali sono i
prodotti e i risultati che queste istituzioni hanno realizzato nei paesi dove da venti anni sono state
istituite, sia in termini di supporto alla politica, sia in termini di creazione del consenso, sia in
termini di, come dire, democratizzazione e trasparenza di quelli che sono gli impatti degli
investimenti che gli Enti pubblici fanno. Non so, Consigliere Buffagni se il mio intervento ha
chiarito i suoi dubbi.
Presidente Pietro FORONI
Siccome io non voglio assolutamente ampliare la portata della discussione, visto che dopo ci sono
anche altri punti, ci sono già anche degli auditi, raccogliete magari le domande di tipo.
Assessore Luca DEL GOBBO
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Magari era solo su questo punto, Presidente
Presidente Pietro FORONI
D’accordo.
Assessore Luca DEL GOBBO
Per dare, come dire, un’ulteriore specifica dal punto di vista politico. Perché il professor Venturi è
stato molto bravo nello spiegare, appunto, quali sono i compiti dell’Agenzia. Però, ci tenevo anche
qui a contestualizzarla. Noi nel PDL, appunto, nella declinazione di questo PDL, abbiamo voluto,
come dicevo prima, mantenere degli aspetti di innovazione non solo nei contenuti ma anche nella
modalità. Vi ho raccontato già in un’altra occasione che il testo di legge è stato costruito per la
prima volta attraverso il nostro portale Open innovation, cioè vuol dire che abbiamo costruito gli
argomenti e i temi che abbiamo portato poi all’interno del testo di legge con una modalità
assolutamente nuova, tanto che anche l’articolato prima di approdare in Giunta è stato rilanciato sul
portale e i cittadini in modo diretto, con più di 350 contributi, hanno emendato, costruito. Quindi
per la prima volta in Regione Lombardia un testo di legge è stato costruito con questa modalità.
Qual sono stati i due punti politici forti di questo testo di legge, oltre chiaramente al tema specifico
su ricerca e innovazione? La sussidiarietà orizzontale che significa che noi con questo testo di legge
vogliamo, consapevoli, appunto, del sistema davvero virtuoso dell’innovazione e della ricerca in
Lombardia, rendere protagonista sempre di più chi fa ricerca e innovazione; due, mettere come
focus che i destinatari di queste politiche sono davvero i cittadini. Questo Ente davvero innovativo
mette al centro il cittadino. Non è un Ente, come dire, che serve in modo particolare alla politica
istituzionale di Regione Lombardia per raggiungere uno scopo politico, è esattamente il contrario,
cioè si vuole dare ancora di più – per questo mi rivolgo anche, lo dico davvero senza essere
frainteso, all’amico Buffagni che so essere sensibile su questo tema – creare uno strumento e
un’occasione nuova e in più, perché i cittadini possano far sentire la propria voce anche in questo
tema, che non è uno dei temi per me, è il tema del futuro questo dell’innovazione, è il tema su cui
saremo tutti chiamati a confrontarci, perché i cittadini abbiano voce, perché ci sia uno strumento,
perché le politiche che anche le istituzioni oggi devono, come dire, saper attuare non arrivino da
tavoli di concertazione, come dire, ristretti, ridotti, ma che siano invece aperti al contributo di tutti.
Questi due temi, mettere al centro il cittadino e una sussidiarietà orizzontale vera, sono stati i due
focus politici su cui noi ci siamo concentrati anche nella realizzazione del testo di legge.
Presidente Pietro FORONI
Bene. Io avevo in agenda Barboni, Mainini, Violi.
Consigliere Stefano BUFFAGNI
Io volevo solo due cose. A questo punto, visto che ha risposto, posso fare le domande?
Presidente Pietro FORONI
Ti lascio. No, assolutamente. Però, voglio dire, non create un dibattito a due, altrimenti poi si
legittima allo stesso modo anche il dibattito da parte degli altri commissari. Ti lascio la parola per la
replica. Poi la lascio a Barboni, Mainini e Violi.
Consigliere Stefano BUFFAGNI
Non è un dibattito. Io ho fatto le domande perché non avevo capito, ho lasciato a verbale, più chiaro
di così. Detto questo, benissimo, Assessore, il fatto che si faccia una proposta di legge partecipata,
benissimo. Però, dalla base di quello che mi ha detto il professor Venturi io credo che per il tipo di
programmazione strategica dove la Giunta opera, quindi c’è la Giunta, per quanto riguarda
l’opinione pubblica, le idee e l’analisi di processo, di mercato, noi abbiamo paradossalmente, se
serve, Eupolis che può essere utilizzata. Poi, la valutazione dell’impatto delle politiche in itinere
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con il consensus meeting e quant’altro, al di là che l’ultima volta che ho letto del consensus meeting
è successo un gran pasticcio all’interno della Fondazione Biomedica, dove praticamente hanno
finanziato i loro soldi, in questo caso non si fanno bandi. Però, il ragionamento è: noi abbiamo un
organo che è il Comitato paritetico di controllo e valutazione che è del Consiglio che si potrebbe, a
questo punto, valorizzare e a cui dare magri delle risorse, in modo tale che potrebbero esserci delle
risorse specifiche per fare questo tipo di valutazione senza dover costituire un’Agenzia e tutti costi a
latere che ne derivano. Quindi questo è. Poi, la valutazione e il monitoraggio della sensibilità,
appunto, sul tema credo si possa fare alternativamente. La domanda è: ha senso alla luce di queste
osservazioni dover fare un nuovo soggetto, di cui anche gli auditi non hanno valutato e compreso
bene l’utilità? Perché io credo che con le alternative che abbiamo a disposizione possiamo ottenere
lo stesso risultato capendo come, senza dover costituire un nuovo soggetto, che sarebbe ridondante,
perché questo è il rischio, che è un po’ quello che Maroni ha già fatto per la parte della Sanità, dove
ARAC non si sa cosa fa rispetto ad Agenzia dei controlli e si pestano i piedi. Cioè riuscire a fare la
stessa cosa che può avere un senso. Perché la cosa che chi mi ha colpito di più è quella relativa a
verificare l’attuazione delle politiche, cioè abbiamo investito lì, che ritorno ha dato? Condivisione
2.000 per cento ma abbiamo già gli strumenti per farlo, valorizziamo quelli. Anche perché, lo dico
da Consigliere, a quel punto la Giunta potrebbe mettersi a confrontarsi sui risultati con i legislatori,
in modo tale che le prossime volte che si interviene si migliora sulla base di dati che già i legislatori
hanno a disposizione. Quindi, secondo me, potrebbe essere, anzi, un’ottima occasione per fare in
modo che Consiglio regionale e Giunta possano collaborare su questo passaggio. Grazie.
Presidente Pietro FORONI
Bene. Consigliere Barboni, prego.
Consigliere Mario BARBONI
Grazie, Presidente. Evidentemente al fatto che si costituisca un’Agenzia, o comunque un Ente di
questo tipo, io non sono certamente contrario. La mia non è una domanda, anche perché, Presidente,
mi pare che non si sia in audizione, ma siamo in seduta di Commissione e quindi è una
considerazione sul concetto più in generale, e cioè da quel che è emerso o da quello che può
emergere da un ragionamento più allargato siamo nella posizione di poter dire, ma su tutte le altre
cose che fa Regione Lombardia c’è qualcuno che controlla, che viene fatto oppure non c’è nessuno,
e questa mi pare che sia una risposta che già c’è, perché mi arrivano dei documenti ogni tanto dove
mi dicono “guarda che questa legge ha fatto questi passaggi”.Quindi su questo c’è e quindi questo è
un pezzo che probabilmente dentro questa Agenzia, che penso sia molto più puntuale e molto più,
voglio dire, calata dentro il tema, il tempo, lo spazio della ricerca e dell’innovazione, perché penso
che sia qui l’importanza. Nell’importanza di ricerca e innovazione, evidentemente, c’è e ci dovrà
essere un ampliamento della conoscenza culturale da parte del cittadino, posto che è una cosa che
deve sapere e deve conoscere, ma non so fino a che punto se non attraverso i canali di diffusione
normale e quindi di conoscenza normale il cittadino è interessato a capire e a conoscere quello che
vuole fare Regione Lombardia o quello che vuole fare, diciamo, chi si sta occupando di ricerca e
innovazione. Secondo me, il cittadino lombardo lo sta già facendo in maniera molto allargata, in
maniera anche molto puntuale su alcuni aspetti, o almeno una parte della cittadinanza di Lombardia
che è quella interessata e quando dico così mi rivolgo e penso alle fasce universitarie, alle fasce
diciamo imprenditoriali, alle fasce di chi ricerca e innovazione la utilizza, evidentemente, non solo
come scienza ma anche come attività pratica. Quindi se dobbiamo costituire un’Agenzia che deve
espandere la cultura della ricerca io credo che sia una cosa importante, perché purtroppo la ricerca
in Italia, lasciamo stare la parte pubblica che qui ci sarebbe da fare una discussione politica, ma il
Presidente non mi consente di farlo nei tempi che ci vorrebbero e quindi mi fermo, ma soprattutto
da parte anche dell’imprenditoria italiana. Siamo tra le imprese mondiali quelle che investono meno
nella ricerca, questo è un dato di fatto, non lo inventa Mario Barboni e certamente ancora meno il
PD, ma è un dato di fatto. Quindi se uno degli obiettivi di questa Agenzia è quello di fare queste
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politiche allora io credo che abbia una sua finalità e una sua funzionalità particolarmente
importante. Io credo che se dovesse solo vedere, controllare, capire o rendicontare alla
Commissione, al Consiglio o alla Giunta, se gli impegni presi economicamente da Regione
Lombardia, dalla Giunta e dal Consiglio nei confronti di ricerca e innovazione abbiamo già altri
strumenti, che la possono fare questa cosa, per cui io starei dentro quegli strumenti lì. Mentre,
invece, andando verso la conclusione, io credo che sia molto importante a questo punto all’interno
di un progetto di Lombardia e ricerca, piuttosto che diciamo dell’estendersi di queste politiche che
si vogliono fare, sulle quali io sono certamente d’accordo in tutto, a volte la parte politica non
sempre coincide, ma per la parte quantomeno tecnica sicuramente sì, proprio quello di facilitare i
rapporti e le conoscenze che ci sono tra la parte politica certamente, tra la parte di ricerca
universitaria certamente, tra la parte di ricerca industriale certamente e spiegare se questo serva,
perché io credo che questo serve, che la ricerca non dà dei risultati tra sei mesi o tra un anno.
Vogliamo degli esempi? Noi abbiamo un’Agenzia di ricerca particolarmente importante che è
Nerviano Medical Sciences, piuttosto che Fondazione Biomedica che adesso poi è proprietaria
anche di quello, o per parlare di una privata il Mario Negri, o per parlare di alcuni centri di ricerca
privati come STM, come tanti altri, fanno ricerca per degli anni per scoprire una molecola ogni
cinque anni. E quindi andare al cittadino a dire che tu investi miliardi di euro, certo che bisogna
dirlo, però bisogna anche far capire al cittadino che quei miliardi di euro servono e avranno una loro
funzione tra cinque, tra sei, tra sette o otto anni. Se la parte dell’Agenzia è questa io credo che
valga la pena metterci dentro testa, mani e, per la verità, come diceva anche l’Assessore ma anche il
professore, non poi così tanti soldi alla fine, per cui la cosa può anche starci. Però, dobbiamo fare in
modo che si ampli, ma in maniera determinante, la cultura, non tanto se partiamo dalle scuole e
dall’università per arrivare poi ai futuri imprenditori, sono d’accordo, ma io credo che si debba fare
subito un’azione molto puntuale di facilitazione, di stimolo, nei confronti della fascia
imprenditoriale italiana, perché davvero questa intenzione arrivi a essere concreta. Devo dire che ci
sarà in finanziaria 2017 Patto di, non si chiama più stabilità, come si chiama, Vice Capogruppo?
Non mi ricordo. Comunque, nella finanziaria 2017 il Governo finalmente attraverso non un
finanziamento a pioggia, non un finanziamento con centinaia, milioni e miliardi alla ricerca dati
così, ma attraverso la defiscalizzazione consentirà alle aziende di poter fare investimenti nella
ricerca e le aziende saranno facilitate e incentivate, perché scegli, o mi paghi le tasse o fai la ricerca.
Io credo che a quel punto lì le aziende faranno in modo. Ecco, lì sì, poi, però questa è una parte
statale, i controlli dovranno essere efficaci e efficienti perché la cosa davvero torni utile. Quindi,
chiudo, certamente ci sta questa Agenzia di ricerca. Non ne vedo la particolare importanza per avere
come Regione Lombardia la rendicontazione di soldi che abbiamo investito, perché o questa
struttura ce l’abbiamo o altrimenti è inutile che continuiamo, come diceva per la verità prima il
collega Buffagni, a costruire delle agenzie ridondanti dove ognuna controlla. Torniamo a Garibaldi
quando vinsero i Borboni a Napoli che ha dovuto mettere tutta una serie di controlli e poi controlli
per controllare quelli che controllavano. Mi pare che, insomma, non si debba arrivare a questo.
Presidente Pietro FORONI
Grazie. Mainini.
Consigliere Daniele MAININI
Grazie, Presidente. Grazie all’assessore Del Gobbo, anche al professor Venturi per i chiarimenti. Io
avevo la seguente osservazione. Il professor Venturi ci ha fatto stamattina riferimento al NESTRA,
al Danish, al Zentrum Innovation, che sono le realtà, non mi sfugge l’importanza di questi tipi di
sistemi a livello europeo, anche perché sono da molti anni che questi tipi di riferimenti celebrano il
settore privato e il terzo settore nel promuovere innovazione a livello europeo. Non mi sfugge anche
che ci sia una grande differenza tra l’ARI così com’è posta da questa norma di legge e i riferimenti
che lei ha fatto, professore, soprattutto perché il NESTRA è un organo certamente ufficialmente
indipendente, ma di fatto è sostenuto dal Governo anche finanziariamente, e questa è la grandissima
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differenza. Perché, in realtà, il NESTRA, adesso faccio l’esempio, ha la libertà di investire capitali
laddove ritiene ci sia del potenziale per il mercato britannico, però ha anche una grande autonomia
finanziaria che gli deriva, appunto, dal finanziamento governativo. Lo stesso dicasi per gli altri
riferimenti. In realtà, è vero che lei ci ha parlato oggi di una sorta di sistema a livello di ricerca e
innovazione. E allora vengo alla sollecitazione. Non mi sfugge anche – finisco – però nel
ragionamento che i settori dei cluster un pochino più critici, gli IRCCS, siano venuti e ci abbiamo
detto in effetti che una sorta di Agenzia, ancorché con qualcosa in riferimento alla titolazione,
perché in realtà non si parlerebbe di un’ARI così secca, ma semmai un’Agenzia per il
coordinamento nella ricerca e nell’innovazione, perché in realtà sarebbe il concetto di Agenzia in
overlapping o in misleading con altri riferimenti di Agenzie. Posto quindi che in realtà i riferimenti
che lei ha fatto europei sono dei riferimenti comunque che hanno autonomia patrimoniale, quindi in
grado assoluto di gestire bandi, di gestire grandi risorse economiche, a differenza completa di quello
invece che noi proponiamo, vi pare o le pare che un’Agenzia così com’è proposta nel progetto di
legge, e quindi pesante dal punto di vista della struttura, perché in realtà l’unica cosa che non è
veramente innovativa in questo progetto di legge è la struttura dell’Agenzia, perché? Perché è un
riferimento tipico ministeriale con il Direttore generale, con i probiviri. Posto che i riferimenti col
NESTRA, il Zentrum, il Danish sono in realtà riferimenti, sì, dal punto di vista ideale
comprensibili, ma non dal punto di vista, diciamo, metodologico, non le pare o non vi sembra che in
realtà poter avere un qualcosa di innovativo anche come Agenzia sia, invece, ideale? Chiedo questo
perché non mi sfugge che tutti abbiano detto, va benissimo il riferimento a un’Agenzia”, però
questo aspetto che questa Agenzia, come lei ci ha spiegato, non farà programmazione, non farà
bandi e quindi non avrà interlocuzione diretta con gli stakeholders, in realtà, perché non proporre un
modello molto più snello? Grazie.
Presidente Pietro FORONI
Violi.
Consigliere Dario VIOLI
Grazie, Presidente. Io avevo un po’ di dubbi su tutto quello che è emerso nel dibattito di questa
mattina e che avevo già anche anticipato nella scorsa Commissione anche con gli stakeholders del
settore ricerca e innovazione, e che in parte mi sembrava avevano anche condiviso, almeno
qualcuno così mi ha detto. Ho sentito dire che in altre Regioni non esiste un’Agenzia, qualcosa che
coordini la ricerca. A me risulta, il poco che conosco, che esiste un’Agenzia che segue diverse
Regioni che ad esempio è l’APRE, che è l’Agenzia per la promozione e la ricerca europea, ad
esempio c’è in Toscana, c’è in Emilia, c’è in Puglia, in Emilia esiste ASTER, che è il Consorzio di
Università sempre coordinato dalla Regione ma Università, centri pubblici e privati e quant’altro, in
Puglia esiste ARTI che esiste addirittura da quasi una quindicina d’anni per le ricerca tecnologica e
l’innovazione. Quindi vorrei capire se abbiamo preso anche esempio da quello che è ed è stato nelle
altre Regioni, però in realtà degli esempi li abbiamo, abbastanza chiari e anche abbastanza duraturi
per capire quali sono i punti di vantaggio di quelle esperienze e quali sono invece i punti deboli che
qui chiaramente dobbiamo evitare di definirci anche noi. Vorrei capire, è stato detto che ad oggi in
Regione Lombardia si fa poco monitoraggio e valutazione dei progetti, sostanzialmente, che non è
chiaro l’impatto, questo per me è preoccupante, visto che Regione Lombardia negli ultimi anni ha
destinato centinaia e milioni di euro di risorse. Il fatto che non ci siano monitoraggi e valutazioni
dei progetti, sui progetti di ricerca per quanto difficile farlo è abbastanza emblematico, secondo me.
Mi verrebbe da chiedermi davvero anche all’interno dello stesso Assessorato chi fa i bandi poi se
non controlla, se esiste un follow up, se non controlla che impatto reale ha, come fa poi a fare una
programmazione all’interno dell’Assessorato per i futuri bandi e come fa ad avere una visione e una
strategia di ricerca, sia di base, che applicata, che di trasferimento tecnologico, se non si fa una vera
analisi di valutazione dell’efficacia e dell’efficienza che hanno sia i soldi che vengono messi, sia la
ricerca in sé. Anche perché io ho studiato e ho fatto anche una tesi sul ciclo di progetto, anche nel
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ciclo di progetto base, non sulla ricerca ma su qualsiasi progetto anche di sviluppo industriale e di
investimento industriale si fa un’analisi costi benefici alla fine dell’investimento per capire cosa è
andato e cosa non è andato. Lo si fa su dei progetti di base, non capisco come non si possa fare o
non si sia fatto fino ad ora su progetti di questa rilevanza. Volevo capire anche, cosa a ciò legata,
come sulla valutazione generalmente si finanzia la ricerca, valutando anche e dando punteggi e
premialità in base alla replicabilità e alla scalabilità dei progetti, il che è un elemento quasi
fondamentale, perché la ricerca che è un settore molto particolare prevede anche che nel momento
in cui ci metto dei soldi do delle premialità a qualcuno che mi fa una progettazione e mi dice
“questo progetto poi applicabile in questi settori è replicabile ed è scalabile su diversi livelli
qualitativi e quantitativi”, e per me è un elemento fondamentale. Ripeto, se noi vogliamo
indirizzarci verso dei settori industriali che riteniamo strategici, dobbiamo anche avere un feedback
di ritorno di quello che è stato fino ad ora. E non credo che sia necessaria un’Agenzia, ma penso che
sia necessaria una struttura all’interno dell’Assessorato che fa un lavoro serio, perché abbiamo già
una struttura, abbiamo già delle persone e non credo che sia necessario mettere in piedi l’ennesima
Agenzia per fare questo, ma magari iniziare a far funzionare con una programmazione certa gli
Uffici che già fanno questo e che sicuramente hanno delle professionalità in grado di farlo.
L’ultimo passaggio era, invece, legato sempre a quello che già Regione Lombardia fa, e lo dicevo
anche nella scorsa seduta di Commissione, il sistema quaestio. Quaestio è un sistema che esiste da
diversi anni, che mette insieme i nove cluster ma non solo, anche tutte quelle società, quei soggetti
pubblici e privati che fanno innovazione, ricerca e trasferimento tecnologico anche nel settore dei
servizi, ad esempio, dove generalmente si tende a marginalizzare nel settore servizi per quanto
riguarda l’innovazione, ma è molto importante anche quel settore. Quaestio è una buona idea, che
però non è mai stata messa in atto fino in fondo, non ha mai funzionato fino in fondo e mi chiedo
anche qui, l’idea era di mettere tutti insieme, di capire cosa va e cosa non va e di vedere quali sono
le migliori pratiche e decidere sulla base anche delle esperienze quali sono i settori strategici su cui
intendiamo puntare come Regione Lombardia a livello anche di applicazione e ricerca a livello
industriale per i prossimi dieci anni almeno. Invece, è stato sostanzialmente un sito che raccoglieva
queste esperienze, che metteva lì bandi che arrivavano dall’Europa e un po’ di bandi regionali e
poco altro, magari qualche consulentino in giro che andava a visitare i vari centri di ricerca, io ne ho
avuto anche esperienza diretta, senza una grande esperienza, quindi veniva a confrontarsi con i
centri di ricerca e i centri di ricerca ne sapevano molto di più. Io penso che quando un soggetto deve
coordinare i centri di ricerca dovrebbe sapere di che cosa si sta parlando. L’ultima cosa è, invece, la
risposta al Consigliere Barboni che ci ricorda che con la nuova finanziaria ci sono gli sgravi, perché
è buono che ci siano gli sgravi sulla ricerca. Gli sgravi sulla ricerca non li ha inventati il Governo
Renzi, e neanche la finanziaria 2016-2017.
Presidente Pietro FORONI
Bene. Allora intanto sono già arrivati anche gli auditi della Cameron, sono in 30, li faccio
accomodare fuori. Io lascio una breve replica all’assessore Del Gobbo, poi provvederemo a sentire
sempre sul PDL 314 il professor Francesco Svelto e il Comune di Sesto San Giovanni. Prego,
Assessore.
Assessore Luca DEL GOBBO
Presidente, ci tengo a questa breve replica perché poi non rimanga agli atti un’imprecisione che ho
sentito emergere, appunto, negli interventi. Io rispetto, chiaramente, l’opinione di tutti e sono
disponibilissimo a concertare il modo migliore per avere una legge che sia davvero una legge
innovativa, e che possa essere da punto di riferimento nel sistema paese. Io sono convinto che
abbiamo fatto un ottimo lavoro perché, come ripeto, abbiamo lavorato su tre punti innovativi in
questa legge, il coinvolgimento di tutti i soggetti, la governance e gli strumenti. Questa legge oggi è
l’unica in Regione Lombardia ad essere sul tavolo, tanto che ho chiesto anche un incontro con il
Ministero Giannini, perché sono convinto che possiamo essere da stimolo anche per alcuni cambi
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da questo punto di vista a livello nazionale. Alcuni soggetti, alcune Agenzie regionali che sono state
citate non c’entrano assolutamente nulla con l’Agenzia regionale di ricerca e innovazione, sono Enti
di gestione, cosa diversa. Questa Agenzia, lo ribadisco, non vuole fare questo. Forse non si è voluto
capire, o capisco anche che magari ognuno di noi nella parte politica in cui milita deve poi mettere
in evidenza alcuni aspetti, questo non è un carrozzone, questo è il tentativo di dare voce ai cittadini,
lo ribadisco ancora una volta. Noi abbiamo iniziato nel nostro Assessorato con il portale Open
innovation, l’Agenzia per la ricerca e l’innovazione è lo sviluppo di questo contatto diretto con i
cittadini. Qui si vuole decidere se si vuole in questa partita dare una parte da protagonisti ai cittadini
o altrimenti non la si vuole dare, si vogliono usare altri strumenti che la Regione ha, li ho citati
prima, Eupolis o altri, sono strumenti di Regione Lombardia che fanno cose per la Regione
Lombardia. La questione fondamentale che voglio ribadire è che non emerga, Presidente, che nelle
politiche regionali non c’è una verifica delle azioni fatte o dell’impatto che le risorse che vengono
allocate abbiano poi un corretto, come dire, ritorno nella società lombarda. Noi abbiamo tavoli fissi
di lavoro con tutti gli stakeholders, i cluster, le università, gli IRCCS, i soggetti pubblici e privati,
abbiamo un advisor di board che abbiamo voluto creare nell’Assessorato per capire, controllare e
verificare le politiche regionali su ricerca e innovazione se, appunto, sono in linea anche rispetto a
quello che il mondo dell’innovazione, l’ecosistema dell’innovazione lombardo si aspetta. Quindi da
questo punto di vista siamo tranquilli, cioè le politiche fino a oggi che sono state svolte da Regione
Lombardia sono state concertate prima e hanno avuto tutte le verifiche poi del caso. Ribadisco
ancora una volta: questa legge che io più volte ho ribadito vuole essere una legge unica per il
momento sullo scenario regionale italiano ha delle novità forti, una di queste forti novità è questa
Agenzia che vuole dare, ripeto, voce ai cittadini, che vuole rimettere al centro anche in queste
politiche i cittadini. Oggi non c’è né in Lombardia una realtà così, né in altre Regioni. Ribadisco, ci
sono esperienze diverse in altri paesi d’Europa. Noi siamo convinti che questa Agenzia possa essere
davvero una possibilità di supporto anche alla politica nel senso ampio del termine per, come spesso
diciamo, fare in modo sempre di più che le istituzioni diventino palazzi trasparenti e sempre di più i
cittadini possano interferire direttamente con le politiche regionali, in questo caso perché riguardano
noi, non solo nel momento del voto ma anche nel momento in cui tu stai creando la strategia per, e
quindi un modo diverso di ripensare ad una democrazia che vede il cittadino al centro. Questa è la
finalità specifica e forte dal punto di vista politico di questa Agenzia.
Presidente Pietro FORONI
Grazie, Assessore. Io invito il Pro Rettore dell’Università di Pavia il professor Francesco Svelto.
Poi il Comune di Sesto San Giovanni. Lascio la parola. La devo informare che è in diretta
streaming. Prima di cominciare nome e cognome ai fini poi della trascrizione. Prego.
Dott. Francesco SVELTO
Io sono Francesco Svelto. Vi ringrazio per avermi invitato. Come diceva il Presidente, sono Pro
Rettore all’Università di Pavia. Porto volentieri una testimonianza sulla base di un’esperienza fatta
in un certo numero di anni nel rapporto tra Università e impresa. Porto un’esperienza diretta, che
poi forse è quella che mi ha portato a essere anche Pro Rettore, perché ho condotto un laboratorio di
cui ora parlo in questo caso da venti anni con una multinazionale, ma secondo me, come dirò tra
poco, questo modello e l’ho appurato in questi tre quattro anni da Pro Rettore, può tranquillamente
essere steso ed è di interesse anche di associazioni e imprese più piccole di quelle che non siano
grandi multinazionali. Giusto per essere molto concreto e non farvi perdere tempo, nel mio out line,
nel mio sommario riporto velocemente l’esperienza del laboratorio congiunto davvero con dei
numeri anche per dare un’idea di quale sia stato l’impatto, e non solo di quelli che possono essere
gli auspici. Traggo qualche conclusione come proposta per favorire, se voi riterrete, nella legge
attuale, ma comunque nelle politiche di Regione, l’incontro tra laboratori industriali e laboratori
universitari, che siccome è un punto molto importante, e poi magari, ecco, da qui consegue qualche
aspetto collegato al dottorato industriale che tanto spesso viene discusso e analizzato. Io ho
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condotto questo laboratorio, esiste questo laboratorio a Pavia presso l’Università, quindi in un sito
dell’Università che occupa 400 metri quadri, è stato inaugurato nel ’98, ha avuto una prima fase
diciamo relativamente piccola, ma ad oggi ci sono più di 40 persone che ci lavorano, di cui 25
dipendenti di ST, più personale universitario. L’idea qual è? Quella di partire dalla ricerca ma non
avere, neanche all’Università, nessun problema a ipotizzare che quando un’idea innovativa nasce
poi ha un suo sviluppo, una sua evoluzione che porterà a dei dimostratori, auspicabilmente a dei
prodotti che le aziende a un certo punto proporranno. Guardate questo modello, dice che se andiamo
da sinistra a destra andiamo da ricerca e sviluppo, partiamo con dei dottorandi, degli studenti che
poi auspicabilmente diventano dipendenti della società, quindi è un’idea a scorrimento. Tanto per
farvi capire di cosa stiamo parlando, vedete qui un grafico che riporta in dieci anni il numero mese
per mese di persone che sono state pagate dal laboratorio e si vede che si tratta di 60 persone
laureate che hanno ricevuto una borsa in questi anni, più di 22-23 sono poi state assunte
dall’azienda, quindi parliamo di più di 100 borse annuali destinate alla ricerca. Questa cosa che è un
colosso qualcuno l’ha voluta fare, credendoci. Però, io qui dico chi non è un colosso. Guardate ora i
numeri che sono venuti fuori in dieci anni, tanto per, anno per anno, il numero di brevetti depositati,
sono 27. Qui vedete, anche per dare un’idea dell’impatto scientifico, non stiamo parlando di un
lavoro che l’Università non guarda con grande interesse, vi riporto la conferenza forse più
importante che si tiene a San Francisco dove, per capirci, hanno presentato tutto ciò che è stato
proposto in microelettronica, i processori di una volta, il wi-fi, tutto quello che oggi conosciamo in
quaranta anni è stato presentato a questa conferenza. L’Italia in questa conferenza si comporta
molto bene, è sempre tra le migliori europee. Guardate quel trattino blu, è l’incidenza che questo
laboratorio di Pavia ha sulla proposizione italiana, quindi vedete come svetta dopo un po’, vedete
che forza di impatto, su cose industriali. Qui presentano Intel, Microsoft, non è un consesso
esclusivamente universitario. Qual è la morale che io traggo da questa esperienza. Ci sono, tanto per
citarle, tematiche veramente di punta, diagnostica medica ad ultrasuoni, memoria a cambiamento di
fasi, che sono quelle che dovrebbero sostituire nei pc le memorie di oggi, i sistemi wireless onde
millimetriche, pensate alle macchine che si muoveranno senza pilota, si basano su questi concetti.
Ma pensate anche che secondo me proprio per questo laboratorio che esiste da anni oggi si è voluto
associare anche Huawei. Adesso il laboratorio è diventato a tre, c’è un’intesa a tre. Siamo stati
contattati da ETH di Zurigo sulla fotonica a silicio che potrebbe essere il futuro nella
comunicazione. Prego. Dunque, sono delle nuove tipologie di memorie per cui tu immagazzini il
dato, lo zero nell’uno, attraverso il cambiamento di fase di un materiale e permettono di far
scendere la litografia, quindi la minima distanza spaziale, sotto quello che oggi è il limite che un po’
il silicio e il cimos propongono. Quindi è una nuova tipologia di memoria rispetto a quelle in uso, le
eprom, piuttosto che, che permettono di scalare ancora di più. Adesso non vorrei, però… No, io
posso andare avanti. No, nel senso che l’elettronica poi si basa su questa capacità di ridurre la
litografia, per cui i costi diminuiscono e la funzionalità aumenta, quindi quella chiave va cercata.
Queste sono memorie che permettono a livello scientifico di superare i limiti che oggi si
intravedono e andare oltre. Però, questo lo dicevo per evidenziare che il laboratorio, vedete, che
permette la venuta di nuove aziende, contatti con Zurigo, questo contatto con Zurigo è molto
importante, ha appena fatto un lavoro su ciò e i processori potrebbero comunicare per via ottica,
questo per dire tutto ciò che uno inquadra. Quindi, vedete, volevo e voglio essere sintetico, però io
ritengo che questo sia un modello vincente, un’organizzazione con risultati tecnico scientifici di
rilievo, girano giovani, dottorandi borsisti e permette all’Università di guardare avanti. Ecco, grazie
per la domanda. Perché questo permette all’Università di avere accesso a delle tecnologie anche in
Italia che nella grossa parte del mondo le Università non hanno. Noi possiamo avere tra poco
accesso al sette nanometri, visto che lei mi è entrato nel merito, che non ha nessuno al mondo,
questo grazie a questi tipi di relazioni. Poi alla fine non sono esclusive. Si crea un tessuto che
diventa d’interesse e attira altre aziende, attira altre intelligenze, altrimenti stando chiusi non si fa
molto. Cos’è la mia riflessione? C’è desiderio di realtà analoghe. Stiamo attenti, perché siccome
siamo in un momento di passaggio i docenti stanno decisamente cambiando modo di guardare alle
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cose. Se voi dieci anni fa foste andati all’università, vi avrebbero detto che l’industria aveva un
cattivo odore ed era da tenere lontana, adesso sto esagerando, però, è per dire. Oggi il concetto è
totalmente opposto, il desiderio c’è, con punti di incontro che si cercano. Attenzione a non vederla
come una cosa esclusiva delle multinazionali. Perché, ora non voglio fare nomi, ma sono stato
contattato da aziende, ICT automazione industriale e internazionale, scusate, di Pavia, su materiale
internazionale, ma ho avuto un incontro di recente con una persona che rappresentava un gruppo di
associati nella cosmeceutica del cremasco che ha proprio detto a me interessa. Sì. “A me
interesserebbe lavorare di più con le Università, come fare?”. Allora io dico, concludo questa parte
dicendo non è importante se i laboratori siano in Università o in un’azienda, l’importante è creare,
secondo me, un humus dove ricercatori, industriali e giovani lavorano insieme. Quindi in questo
senso io dico, vi suggerisco, visto che voi poi fate le leggi, favorite progetti innovativi, magari a
sportello, in cofinanziamento, se le industrie e le imprese si associano in laboratori, che però vivano
insieme, favorite secondo me anche le borse di dottorato attraverso un cofinanziamento e favorite se
potete strumentazione e tecnologie. Questa, secondo me, è la chiave per dare un valore aggiunto
all’industria, perché in sé l’Università porta anche la capacità dei docenti, oltre ai giovani, e per
dare all’Università la capacità di conoscere le problematiche che le imprese hanno. Ultima slide. In
questo contesto si parla tanto di dottorato industriale, questo più che a livello regionale forse a
livello nazionale, io ho visto delle ipotesi dove si sottolineava l’importanza di far passare dei periodi
ai dottorandi in azienda, ma in sé questo secondo me non risolve molto. Una volta che un ragazzo
viene spostato in azienda e lavora non più a contatto con nessuna realtà universitaria è diventato una
persona d’azienda, va benissimo, ma non è che stia più facendo un dottorato. L’idea del punto di
incontro si è persa. Secondo me, ancora una volta, è importante non regolamentare l’ammontare di
tempo speso da una parte all’altra, l’importante è che il tema diciamo industriale sia battezzato
dall’industria e al limite favoritelo ancora. Se un’industria è decisa a pendere una borsa, mezza
borsa, che l’istituzione la favorisca con una matching money, con un’altra metà di borsa, questo in
un ambiente universitario aiuta. Ecco, io ho voluto – ho cercato di essere super rapido – portare
un’esperienza concreta, specifica, che possa essere utilizzata. Io sono convinto che avreste problemi
opposti, vedreste associazioni anche di piccole imprese che chiederebbero queste cose. Forse non
basterebbero poi più i soldi. Ad ogni modo, io con questo concludo e vi ringrazio.
Presidente Pietro FORONI
La ringrazio, professore. La pregherei di farci avere, se non l’ha ancora fatto, le slides, in modo che
possano essere distribuite poi a tutti i commissari. Se ci sono dei brevi interventi. Vedo Malvezzi.
Aspetta che prendo gli altri interventi. Barboni e Brambilla. Vai.
Consigliere Salvatore MALVEZZI
Il professore è stato super rapido, ma super bravo. Complimenti e grazie. La mia proposta,
Presidente, è quella di andare a visitare quella struttura lì come Commissione, perché mi sembra
estremamente interessante. Tra l’altro, sapendo che c’è anche un farm lab interessante anche sul
Politecnico di Milano, io proporrei anche in relazione a questo lavoro che stiamo facendo per capire
anche meglio il grande tema del trasferimento di conoscenza, perché di questo stiamo parlando, io
proporrei comunque di accompagnare, di dedicare, se è possibile, se riusciamo già prima anche
dell’approvazione della legge, questo ci può aiutare a capire ancora meglio, se no no. Però, io le
chiederei di programmare una visita presso questa realtà. Grazie.
Presidente Pietro FORONI
Più che volentieri. Ci faccia avere i riferimenti via mail alla Commissione. Sarà difficile prima
dell’approvazione della legge. Però, assolutamente, lo mettiamo in conto. Prego. C’era Barboni.
Prima il Presidente Brambilla. Prego.
Consigliere Enrico BRAMBILLA
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Anche io due domande rapide. La prima è come ritiene che il nostro progetto di legge possa
contribuire a sostenere l’iniziativa che ci ha appena presentato? La seconda, invece, prendendo
spunto da quanto ho letto sul Corriere della Sera di quest’oggi di questa alleanza tra quattro Atenei
per la ricerca, dove leggo che nasce questa interessante Fondazione che unirà quattro Università
lombarde per sostenere la ricerca e l’innovazione, ecco, non so se può anche di questo dirci
qualcosa, e come anche ciò si possa intersecare con la nostra legge.
Presidente Pietro FORONI
Barboni.
Consigliere Mario BARBONI
Sì, proprio brevissimamente due parole per dire, Presidente, che Open innovation, vorrei anche
condividere con i colleghi Consiglieri, è questa roba qui, cioè questo è il percorso secondo almeno
me, noi, che significa andare avanti e fare delle politiche che, appunto, dentro la ricerca sono quelle
poi che arrivano a delle concretizzazioni.
Dott. Francesco SVELTO
Grazie. Io alla prima delle due domande rispondo dicendo che secondo me un modo per fare capire
che la Regione, comunque le Istituzioni favoriscono questi ambienti misti si può trovare attraverso
anche un finanziamento a nuove iniziative. Io non sono interessato per me, lo dico subito, lo
scrivete, non chiederò mai niente, nel senso che se andiamo avanti da venti anni è l’ultimo dei miei
interessi. Abbiamo dato 100 borse. Lo dico, mi tolgo sempre. Però, favorire aziende o pensiamo,
non so, io prima ho citato cosmeceutica, c’è un’azienda del milanese che vorrebbe venire ad aprire
un laboratorio sui big data, ha già offerto dei soldi, a questo punto se l’istituzione fa capire che li
promuove attraverso un contributo. Può essere matching money, può essere una parte, può pensare
di destinare un finanziamento. Se si vogliono favorire aggregazioni di piccole imprese lo si può fare
favorendole maggiormente, però secondo me l’idea è dare un segnale anche economico attraverso
un matching money, potrebbe essere un’idea. Nel dottorato industriale anche lì si può pensare di
dire se l’argomento è scelto dall’azienda in condivisione con l’Università, per un dottorato l’azienda
mette un certo ammontare rispetto al dottorato e un’altra rimanente parte può essere messa da
Regione. Dico, di strade, secondo, ma ce ne sono molte, ma che diano il segnale di condivisione e
collaborazione se uno aderisce alla visione e all’idea. Sulla seconda domanda: io lavoro con tre
Università, con i miei omologhi, i Pro Rettori, da tre anni, per pensare insieme le politiche legata
alla generazione di brevetti e spin-off che le Università propongono dal loro interno. La nostra
conclusione è stata che è importante fare più massa critica sul tema brevetti, abbiamo pensato di
metterci insieme per condividere il portafoglio brevetti e cercare di commercializzarlo in una forma
più professionale, e quindi pensando anche a dei sostegni di professionisti esperti dei mercati,
quindi per esempio i CT in scienza della vita, e che ci aiutino a far fare a questi brevetti con percorsi
tipici che vanno dall’idea al prototipo, TRL uno due al sei sette, in modo che diventino appetibili
per imprese che vogliano acquistarli e investitori che vogliano acquistarli, cioè per fare il passaggio
nel quale le Università italiane hanno un grave ritardo. Le Università italiane, a differenza di quelle
anglosassone o quelle israeliane, ma anche in Belgio, sono molto carenti nella capacità di creare
impatto il che la ricerca deve avere. Oggi farlo come singola Università è velleitario, perché non
c’è ancora la cultura. Mettersi insieme vuol dire fare un primo passo per riuscire ad avere un
impatto e riuscire ad avere maggiore massa critica. Questa è l’idea.
Presidente Pietro FORONI
Grazie. Ringraziamo il professor Svelto per la sua illustrazione. La ringrazio, professore. Buon
lavoro.
17
Argomento n. 4 dell’odg
Audizione con il Comune di Sesto San Giovanni e con il
prorettore alla terza missione dell’Università di Pavia in merito
al Pdl n. 314 “Lombardia è ricerca”
Presidente Pietro FORONI
Comune di Sesto San Giovanni. Prego. Ecco, qui è presente il Sindaco Monica Chittò, l’assessore
Virginia Montrasio e la Senatrice Fiorenza Bassoli – scusi l’accento – che è stata anche Vice
Presidente del Consiglio regionale dal 2000 al 2005, è presente pure la Vice Presidente del
Consiglio regionale S. Malvaggi stavo dicendo. Prego. Ecco, anche a voi l’annotazione che siete in
diretta streaming e quando cominciate a parlare nome, cognome e carica ricoperta. Grazie. Prego.
Sindaco Monica CHITTO’
Grazie, Presidente. Grazie anche ai commissari per questa opportunità. Sono il Sindaco di sesto San
Giovanni, Monica Chittò. Il Comune di Sesto San Giovanni ha già presentato un emendamento al
testo di legge che è passato dalla Giunta, l’ha caricato proprio sulla piattaforma di cui si parlava
prima. Il nostro emendamento è in coerenza con le finalità della legge che è stata anche discussa
oggi e parte da un punto di forza, e cioè che si devono valorizzare al massimo gli investimenti
pubblici che già sono stati stanziati e che già si stanno utilizzando. Parlo del progetto della Città
della salute e della ricerca, che è un progetto che è un forte investimento di Regione Lombardia,
quindi del pubblico, vede un protagonismo di due istituti pubblici importanti di cura e di ricerca che
sono l’Istituto Besta e l’Istituto tumori, che so essere stati già auditi la scorsa settimana, c’è un
investimento importante del Comune di Sesto nel dare a Regione Lombardia una parte di un terreno
pubblico già bonificato. Peraltro, io vorrei nuovamente invitare i Consiglieri regionali che non
avessero ancora avuto l’opportunità di venire, faremo anche apposta un’ulteriore visita sulle aree
dove si andrà a trasferire la città della salute e della ricerca sulle aree ex Falck, che sono in
avanzatissimo stato di bonifica, entro la fine dell’anno la bonifica avrà termine. Quindi considerato
il grande investimento, il forte investimento di Regione Lombardia per la realizzazione della città
della salute e della ricerca, parliamo di 450 milioni, quasi 500 milioni di euro, che è anche in
avanzato stato di progettazione e la cui entrata, stante ad oggi il cronoprogramma previsto, è entro il
2021; visto anche il forte coinvolgimento diretto dei due IRCCS, neurologico Besta e Istituto
nazionale dei tumori, pubblici, come si diceva prima; vista l’opportunità, quindi, di creare una rete
tra gli istituti di cura e di ricerca regionali che sia competitiva, come veniva ricordato anche prima,
a livello internazionale, che quindi sia fortemente attrattiva per investimenti economici finalizzati
alla ricerca e all’innovazione, ricordiamo che sono istituti di cura e di ricerca che lavorano
nell’ambito della cura con una ricerca a stretto contatto con il paziente, e credo che argomenti come
questi siano facilmente comunicabili anche ai cittadini, sia per la sensibilità del tema, sia perché la
questione temporale di quanto incide la ricerca sulla cura e la salute dei cittadini è un tema che
viene facilmente compreso; visto che si parla anche nella legge di parti che defiscalizzano nell’area
Expo, e vogliamo ricordare che Sesto San Giovanni credo sia l’unico Comune che prevede un
progetto di azzeramento dei tributi comunali per le nuove attività, che è già attivo nel nostro
Comune, che è stato costruito proprio insieme a Regione Lombardia; detto tutto questo, considerato
tutto questo, noi abbiamo, appunto, presentato un emendamento che i commissari Consiglieri
possono, ovviamente, avere, perché l’abbiamo presentato sulla piattaforma, che leggerei anche per
brevità di tempo. Quindi: “il Comune di Sesto San Giovanni propone di aggiungere al comma del
capitolo che riguarda la governance un passaggio così formulato, cioè nell’ambito del programma
strategico per la ricerca e l’innovazione che dovrà essere elaborato dalla cabina di regia istituita
presso la Presidenza della Giunta, la Regione Lombardia dà particolare rilevanza e valorizza gli
investimenti già in atto nel campo della ricerca, come quelli finalizzati alla realizzazione della città
della salute e della ricerca, che danno nell’immediato la possibilità di potenziare ricerca e
innovazione nel campo della salute e del sistema delle cure. Nell’ambito di tale programma elabora
un progetto prioritario in collaborazione con gli IRCCS interessati, con gli Enti locali nell’area
omogenea del nord Milano, con l’area metropolitana milanese, con il Comune di Sesto San
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Giovanni, definisce le modalità di partecipazione e di intervento della Regione nel progetto città
della salute e ricerca, con particolare attenzione alla collaborazione tra i due IRCCS Besta e
Tumori, ma anche alla rete complessiva degli IRCCS regionali congiuntamente al sistema
universitario, definisce gli ambiti prioritari per la trasposizione della ricerca e innovazione e in
produzione industriale. Stabilisce a questo scopo un percorso per l’elaborazione di progetti
strategici di collaborazione e di rapporto con settori produttivi”. Mi fermo un attimo, perché ricordo
che nella precedente audizione il Presidente dell’Istituto dei tumori Enzo Lucchini ha fatto un
passaggio molto importante parlando, appunto, di quanto la ricerca sia, ma debba essere sempre più
traslazione e ha definito questa traslazione come un processo che deve essere completato, appunto,
anche con lo sfruttamento industriale di quelle che sono le nostre scoperte. Ribadisco, quindi, lo
scopo è quello di un percorso per l’elaborazione di progetti strategici in collaborazione e rapporto
con settori produttivi, anche stabilendo a scopo di incentivo su base pluriennale la defiscalizzazione
per start up e imprese e si insedieranno su aree adiacenti alla città della salute e della ricerca, onde
favorire lo sviluppo produttivo e occupazionale di alta professionalità. Tutto questo, ovviamente, è
agli atti. Credo che non ci sia bisogno ulteriormente di ricordare ai commissari quanto anche in altre
parti del mondo, laddove c’è stato un forte investimento in cura e ricerca poi in modi assolutamente
concentrico si sono sviluppate aree di innovazione, di sviluppo economico, di attrattività e di
concentrazione, ovviamente, di sapere e di conoscenza che hanno portato sul territorio, ovviamente,
non soltanto quello localmente posizionato, ma su un territorio molto allargato un indotto
economico molto interessante.
Presidente Pietro FORONI
La ringrazio per l’intervento. Volevo chiederle se quella proposta riesce a mandarla anche alla mail
della Commissione. Poi se sente magari i funzionari, in modo da mandarla.
Sindaco Monica CHITTO’
Certamente. Già da oggi posso. Certamente oggi ve la mandiamo.
Presidente Pietro FORONI
Esatto. In modo che la distribuiamo su questo tema. Grazie. Se non ci sono interventi, Mauro, il
relatore Piazza.
Consigliere Mario PIAZZA
Io volevo su questo fare una considerazione, ringraziando il Sindaco che ha portato ulteriormente
una sottolineatura e un’attenzione rispetto a questo importantissimo intervento che riguarda,
ovviamente, la sua città ma con delle ricadute che vanno ben oltre la città di Sesto. Direi che è
sicuramente, come dire, coerente l’intervento che lei ha fatto rispetto allo spirito della legge. Dico di
avere qualche perplessità nell’inserimento all’interno di una legge - quadro, che deve essere una
legge che noi variamo oggi, ma che deve avere una portata ovviamente di carattere generale per
tutta la Regione ma soprattutto da qui a molti anni ci auguriamo, sul fatto di inserire un’indicazione
puntuale, come dire, di uno dei luoghi dove, sì, è vero, probabilmente nel prossimo periodo si
concentrerà questo tipo di attività legata alla ricerca e innovazione con particolare interessamento di
Regione, ma che è un riferimento dell’oggi. Io addirittura, diciamo per coerenza rispetto a tutto il
disegno di legge, andrei forse anche a togliere il riferimento che è contenuto su Expo e sul post
Expo, diciamo, nel senso che, sì, certo, è un problema dell’oggi, ma non so quanto sia pertinente
mettere dei riferimenti puntuali di carattere geografico o di carattere contingente di questo
momento, mentre forse sarebbe preferibile sicuramente tenere conto di quelle che sono in questo
momento sull’agenda del tema dell’innovazione e ricerca i maggiori investimenti e i luoghi dove ci
sono maggiori opportunità e maggiore sviluppo, però lasciando anche diciamo in maniera indistinta
e incondizionata aperta al futuro, quando magari, anzi, ce lo auguriamo, questo tipo di interventi
saranno conclusi e saranno nel pieno della loro potenzialità e la legge o chi ci sarà qui per noi dovrà
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rivolgere la sua attenzione ai luoghi della ricerca di domani, tra dieci anni, tra quindici anni o tra
venti anni.
Presidente Pietro FORONI
Grazie. Capisco lo spirito dell’intervento. Infatti, è per quello che ho chiesto di mandare
l’emendamento, anche perché al di là magari del riferimento specifico nella relazione che è stata
fatta, io dal mio punto di vista dico che esso contiene anche delle indicazioni che condivido
assolutamente. Quindi magari poi verificheremo l’eventuale declinazione, se è possibile, anche da
un punto di vista più tecnico e più confacente con la tecnica normativa. Prego, Sindaco.
Sindaco Monica CHITTO’
Grazie. Innanzitutto, ringrazio il Consigliere per aver evidenziato una cosa a cui noi teniamo
particolarmente, e cioè che non si tratta di un progetto della città di Sesto San Giovanni. Stiamo
parlando di un progetto che ha sicuramente una rilevanza regionale ma va ben oltre, perché
l’importanza di questi due istituti nell’ambito della cura e della ricerca storicamente ha una
rilevanza nazionale se non addirittura internazionale. Noi abbiamo presentato questo emendamento
proprio perché all’interno del testo si faceva riferimento a un’area Expo. Noi, a differenza
dell’articolo dove si parla di area Expo, quello che proponiamo è un inserimento che riguarda un
progetto, non un’area, già finanziato, che valorizza risorse pubbliche che sono già state stanziate e
che stanno per essere utilizzate, in parte sono già state utilizzate, che fa parte di uno di quegli hub di
innovazione di cui ha parlato anche il Presidente Renzi quando si è presentato a Milano negli scorsi
giorni, considerando che non ci sono risorse pubbliche infinite, e che vanno valorizzate al massimo
quelle che già sono sul tavolo e che vengono utilizzate. E’ vero che, come dire, la filosofia di questa
legge è di guardare al futuro, però io sono dell’idea che il futuro sia oggi e dobbiamo approfittare di
tutte le occasioni che già oggi sono sul campo per farle lievitare e farle rendere molto più
profittevoli proprio per il futuro. Però, siccome qui parliamo di una cosa molto concreta, che già
esiste, che già nei suoi finanziamenti è già stanziata e che, come dire, è in crescita, il futuro arriva
nel 2021, credo che possa essere presa in considerazione con grande serietà da parte di tutti. Grazie.
Presidente Pietro FORONI
Grazie. Io lascio la parola al Vice Presidente Valmaggi, poi chiuderei gli interventi. Va bene?
Prego.
Consigliere Sara VALMAGGI
Grazie, Presidente. Grazie per l’occasione anche di porre una domanda, pur non facendo parte di
questa Commissione. Perché fino a poco tempo fa era presente anche l’Assessore che ha potuto
ascoltare quantomeno la presentazione del Sindaco Chittò. La domanda era se comunque il Comune
di Sesto su questo tema in particolare ha avuto già la possibilità di un’interlocuzione formale o
informale con la Giunta, fatto salvo il deposito della proposta di emendamento sulla piattaforma. Il
secondo tema: credo sia importante ricordare, se potete poi specificarlo nella replica, anche un altro
lavoro fondamentale che ha fatto il Comune di Sesto che è l’istituzione, la realizzazione del
Comitato scientifico legato all’attività della ricerca e della salute, dove un’Amministrazione
comunale ha tentato già nel suo piccolo o grande di mettere insieme tutte quelle realtà che gravitano
o graviteranno sul progetto Città della ricerca e della salute in termini anche di necessità di fare
esplodere i contenuti qualitativi del progetto. Per cui, la richiesta è quella di raccontare, seppur
brevemente, l’esperienza del Comitato scientifico. Mi permetto di dire, pur non facendo parte della
Commissione, rispetto alle valutazioni interessanti che faceva prima il collega Piazza, io credo che
ci sia da cogliere, se si vuole cogliere, un’opportunità in questo progetto di legge, che è quella di
valorizzare in maniera diciamo differenziata tutti quegli interventi che sono presenti o possibili in
Regione Lombardia: il progetto di legge citato area Expo, abbiamo sentito dell’esperienza della
Città della ricerca e della salute, il Presidente due settimane fa ricordava Lodi per intenderci. Credo
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che debba e possa essere un’occasione per valorizzare tutto quello che già oggi è in campo in
Regione Lombardia, al di là di quali siano le forme di valorizzazione che possono essere inserite
nella legge. Però, io credo che sia necessario un approccio onnicomprensivo, mi permetto.
Presidente Pietro FORONI
Grazie, Vice Presidente. Lascio al Sindaco. Le chiedo il dono della sintesi. Mi scuso per questo.
Prego.
Sindaco Monica CHITTO’
Rispondo alla prima domanda, se ci sono state delle interlocuzioni con la Giunta precedentemente
al deposito dell’emendamento. Sì, noi avevamo avuto un incontro direttamente con l’Assessore Del
Gobbo, che aveva dimostrato un grande interesse rispetto a questa prospettiva. Per quanto riguarda,
invece, il lavoro del Comitato scientifico, che è presieduto dalla Senatrice Fiorenza Bassoli, io
lascerei la parola a lei. Grazie.
Dott.ssa Fiorenza BASSOLI
Molto brevemente. Il Comitato scientifico città, salute e ricerca è stato costituito dal Comune di
Sesto San Giovanni su delibera del Sindaco e della Giunta, in modo da avere un sostegno scientifico
a quelle che sono le attività che l’Amministrazione comunale deve svolgere nella realizzazione di
questo grande progetto, che è un progetto innovativo da tutti i punti di vista. L’impegno che noi
sosteniamo attraverso l’attività del Comitato è quello di far conoscere, appunto, al territorio quale
sarà questo grande centro scientifico e di cura, quali saranno i suoi compiti, ma anche di fare da
sollecitatore di una riflessione, abbiamo fatto diversi convegni, tre convegni, facendo partecipare a
questi convegni i Rettori delle Università, sia la Bicocca che ha una sede in Sesto San Giovanni, sia
l’Università statale, i due Presidenti dei due IRCCS che verranno a insediarsi nella città della ricerca
e della salute e poi dall’Assobiotec, all’Assobiomedica, quando abbiamo dovuto in qualche modo
affrontare il tema di come la ricerca si può trasformare in innovazione. Pensiamo che questo
progetto possa avere una grossa valenza innovativa anche dal punto di vista dell’organizzazione del
sistema di cure, e quindi abbiamo coinvolto anche le AST, le ASST, eccetera, che sono le nuove
diciamo istituzioni di amministrazione del sistema sanitario, che ha deliberato la Regione attraverso
la nuova legge 23. Quindi è un lavoro molto complesso quello che stiamo facendo, che mi pare
percorre molto lo spirito di questa legge, però vede protagonista un’Amministrazione comunale che
cerca di essere un facilitatore della riflessione su questi temi e di coinvolgere non solo il territorio,
ma tutte le istituzioni scientifiche e di cura che possono essere interessate ad un progetto noi
diciamo di software, perché oggi si sta realizzando l’hardware della Città della ricerca e della salute,
ma c’è anche un software, cioè cosa faranno questi due istituti messi su un’unica piattaforma
scientifica e di laboratori di ricerca, se oltre a rimanere istituti monotematici potranno anche
svolgere un rapporto a rete con le altre realtà, istituzioni formative di cura e scientifica del territorio,
e oltre a questo se riusciranno anche insieme ad aprire nuovi filoni del sistema di ricerca e di cura
che ormai sono abbastanza sviluppati a livello internazionale. Il nostro modello sarebbe il modello
Cambridge, il modello Boston, dove dall’associazione di istituti di cura e ricerca, dall’associazione
di ospedali, dall’associazione di Università hanno creato un grande volano per la ricerca e
l’innovazione con sviluppo di start up, di imprese e quindi di occupazione ad altissimo livello,
perché sappiamo che un posto di ricerca crea cinque posti di lavoro.
Presidente Pietro FORONI
Grazie. Io chiuderei qua l’audizione, il tema relativamente al PDL 314. Ribadisco e sottolineo per
quei commissari che non c’erano o sono arrivati tardi che dopo una serie di riflessioni eccetera ho
deciso, l’ho già comunicato, di ampliare il termine per gli emendamenti al 25 ottobre, ore 12,
pregando, lo risottolineo, poi nel pomeriggio che vengono trasmesse al relatore Piazza, affinché
tenti mercoledì eventualmente una sintesi tra gli emendamenti che ci saranno di maggioranza e
quelli di opposizione per cercare di costruire il documento il più condiviso possibile, tenendo conto
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anche della proposta che è arrivata dal Comune di Sesto San Giovanni. Grazie. Andiamo avanti con
l’ordine del giorno. Visto l’orario, e visto che ci sono 30 persone in attesa per quanto riguarda
l’importante audizione della Cameron, allora io rinvierei la proposta di risoluzione che vede come
referente la Vice Presidente Lara Magoni alla prossima seduta.
Argomento n. 5 dell’o.d.g.
PAR N. 104 “Programma delle iniziative di tutela dei
consumatori e utenti 2016/2018
Presidente Pietro FORONI
Però, devo procedere comunque con l’illustrazione del parere n. 104, che richiederà proprio due
minuti, programma delle iniziative di tutela dei consumatori. In esito a questo parere che verrà
portato in votazione la settimana prossima, vi invito a farmi avere entro martedì alle ore 12
eventuali proposte di osservazioni o raccomandazioni su questo parere 104. Lascio la parola per la
presentazione alla Vice Presidente Magoni. Successivamente, chiuderò la seduta e daremo inizio
all’audizione della società Cameron. Prego.
Consigliere Lara MAGONI
Grazie, Presidente. Il programma delle iniziative di tutela dei consumatori e utenti che la Giunta
regionale sottopone al parere della competente Commissione consiliare risponde alle finalità della
legge regionale n. 6/2003 e agli indirizzi contenuti nel documento di programmazione. Con il
programma si intende contribuire a garantire e a tutelare i diritti dei cittadini, sostenendo l’azione
dell’associazione consumatori e utenti iscritti nell’apposito elenco regionale, attraverso la
realizzazione di progetti di informazione e assistenza. Le iniziative utilizzano la dotazione
finanziaria del bilancio pluriennale 2016-2018 allo scopo di realizzare progettualità più efficaci
rispetto ad un arco di tempo e ad un budget di un solo anno. L’impostazione del programma è il
risultato di un percorso di confronto con le associazioni. Nell’ultima seduta del Comitato regionale
consumatori e utenti del 19 luglio sono state condivise due linee di intervento riproposte dalla
delibera e dalla Giunta regionale. Il progetto “We for you user solution 2.0” sviluppa il
proseguimento fino a giugno 2018 del servizio gratuito di informazione, orientamento e assistenza
online per i cittadini che incorrono in problematiche relative all’accessibilità e fruibilità dei servizi,
suddivise per aree tematiche: trasporto, ricettività turistica, contratti di acquisto, servizi bancari,
finanziari e postali, ristorazione e alimentazione, utenze e servizi sanitari. A questo progetto,
sperimentando in occasione di Expo 2015, hanno aderito la quasi totalità delle associazioni ed ha
riservato una quota delle risorse disponibili pari a 150.000 euro corrispondenti alla copertura
dell’80% del costo preventivato. Punto due. Progetti di informazione, educazione e assistenza per i
consumatori e utenti sulle seguenti tematiche prioritarie: il sostegno alle tutele e allo sviluppo delle
opportunità per i consumatori e utenti nel settore dei servizi pubblici e privati, con particolare
riferimento ai servizi online e alle nuove forme distributive e commerciali, l’educazione al consumo
responsabile e sostenibile, lo sviluppo di strumenti e modalità per favorire l’accessibilità, garanzia,
certificazione e trasparenza per il cittadino. Per la realizzazione di queste iniziative sono destinate le
seguenti risorse: euro 300.000 per progetti proposti e realizzati dalle associazioni dei consumatori,
euro 50.000 per le iniziative di Regione Lombardia e degli Enti del sistema regionale. Le modalità
di presentazione delle proposte progettuali da parte delle associazioni dei consumatori e utenti
saranno determinate con decreto della Direzione Generale di sviluppo economico, a seguito del
parere della Commissione e approvazione definitiva del programma. I criteri di valutazione saranno
orientati a premiare la qualità e le modalità attuative dei progetti, l’aggregazione tra associazioni, il
partenariato con soggetti terzi qualificati, il coinvolgimento delle rappresentanze delle autonomie
locali e funzionali, delle direzioni generali e degli Enti del sistema regionale. Ogni associazione
individualmente o in aggregazione con altre associazioni non potrà partecipare a più di un singolo
progetto tematico. Il precedente programma approvato con DGR 3456 del 24 aprile 2015 aveva
22
previsto una durata biennale con dotazione di 100.000 euro sul bilancio 2015 e altrettanti sul 2016,
da attuare attraverso progetti presentati dalle associazioni dei consumatori iscritte nell’elenco
regionale ai sensi della legge regionale 6/2003 relativi ai seguenti ambiti tematici: sostegno alle
fasce deboli della popolazione, tutela nel settore dei servizi pubblici, tutele in ambito commerciale.
Sono stati finanziati quattro progetti nel 2015 che si concluderanno entro il mese di ottobre 2016.
Per la tematica sostegno alle fasce deboli della popolazione due progetti hanno sviluppato strumenti
di sostegno e tutela alle famiglie in condizioni di vulnerabilità e povertà. Il primo si è occupato di
formare i propri operatori di sportello per fornire informazioni e assistenza sul fenomeno del
sovraindebitamento, in particolare sugli strumenti e le modalità di composizione della crisi previste
dalla legge 3/2012 attraverso la collaborazione con l’organismo di composizione della crisi
dell’Ordine degli avvocati di Milano. Un’altra attività per migliorare l’assistenza anche ai cittadini
con disabilità cognitive nell’interlocuzione con istituti di credito, finanziarie, aziende di recupero
crediti: è stata fatta la formazione degli operatori sul linguaggio facile da leggere, in collaborazione
con ANFAS. Il secondo progetto ha riguardato la messa in campo di iniziative per la gestione e
distribuzione alle famiglie in difficoltà di eccedenze di prodotti alimentari, la collaborazione alla
diffusione della pratica del last minute in campo alimentare, la formazione della nuova figura di
operatore volontario di welfare in campo consumierista, azioni di informazione e educazione sulla
gestione delle spese di acquisto per diffondere la pratica del bilancio familiare. Per la tematica
tutela nei settori servizi pubblici il progetto ha l’obiettivo di favorire la partecipazione civica nella
valutazione della qualità dei servizi di pubblica utilità e orientare le aziende e la Pubblica
Amministrazione ad erogare i servizi ponendo al centro il cittadino consumatore. Le attività finora
realizzate hanno visto lo svolgimento di un sondaggio preso ai cittadini con due metodologie: una
con la somministrazione diretta di questionari presso gli sportelli dell’associazione e l’altra con il
CD il sistema CATI di interviste telefoniche. I dati raccolti dai due sondaggi sono stati confrontati e
inseriti in un database. Il sitoattiviperlaqualità.it fornisce informazioni sul progetto e consente di
partecipare al sondaggio in corso di esecuzione compilando il questionario, ed iscriversi alla
community per dare la propria opinione su argomenti di interesse generale oggetto di futuri
sondaggi. Per le tematiche di tutela in ambito commerciale il progetto ha trattato le nuove modalità
di acquisto di beni mobili e immobili come rent to buy ed ha prodotto un vademecum sul dato
finanziario e sul contratto rent to buy, analizzando dieci tipologie contrattuali, pagine web sui siti
delle associazioni attuatrici dov’è possibile utilizzare un calcolatore per quantificare il costo reale
del bene acquistabile con queste modalità e visionare video informativi. Interventi illustrativi sono
stati svolti anche negli spazi televisivi locali messi a disposizione da Corecom Lombardia. Grazie.
Presidente Pietro FORONI
Grazie alla Vice Presidente Magoni per l’illustrazione che mettiamo agli atti. Quindi termine fino a
martedì per eventuali osservazioni o richieste di raccomandazioni relativamente a questo parere, che
porteremo in votazione giovedì prossimo. Prego.
Consigliere Stefano BUFFAGNI
Solamente, se magari per giovedì prossimo riusciamo a sapere chi ha gestito, appunto, il progetto
“We for you” di Expo 2015.
Presidente Pietro FORONI
Mettiamo agli atti la richiesta. Va bene. Sì. Una risposta veloce, prego. Il rappresentante della
Giunta.
Dott. R. LAMBICCHI D.G. “Sviluppo Economico”
Tutte le associazioni dei consumatori presenti nel Comitato regionale consumatori e utenti, tutte le
17 che sono nel Comitato hanno partecipato.
23
Presidente Pietro FORONI
Grazie, dottore. Chiudo qui la seduta. Prego di fare entrare gli auditi. Io mi devo assentare. Ci sarà
la Vice Presidente Magoni. Grazie. Il Presidente FORONI, da ultimo, non essendovi altri argomenti
da trattare, ringrazia tutti gli intervenuti e chiude i lavori alle h. 12.00.
Hanno partecipato ai lavori della seduta:
i seguenti Consiglieri componenti della Commissione IV:
Componenti: Presidente:
Pietro FORONI
Vice Presidente: Lara MAGONI
Mario BARBONI
Enrico BRAMBILLA
Stefano BUFFAGNI
Daniela MAININI
Salvatore Carlo MALVEZZI
Donatella MARTINAZZOLI
Sabrina MOSCA
Claudio PEDRAZZINI
Mauro PIAZZA
Fabio PIZZUL
Fabio ROLFI
Dario VIOLI
Lega Lombarda Lega Nord Padania
Maroni Presidente
Partito Democratico della Lombardia
Partito Democratico
Movimento 5 Stelle
Con Ambrosoli Pres. – Patto civico
Lombardia Popolare
Lega Lombarda-Lega Nord-Padania
Forza Italia – Popolo della Libertà
Forza Italia
Lombardia Popolare
Partito Democratico della Lombardia
Lega lombarda – lega Nord - Padania
Movimento 5 Stelle
(4)
(4)
(4)
(4)
(4)
(5)
(4)
(4)
(6)
(5)
(4)
(5)
(3)
(5)
Risultano assenti alla seduta i Consiglieri componenti della Commissione:
Maria Teresa BALDINI
Jari COLLA
Francesco DOTTI
Daniela MARONI
Onorio ROSATI
Marco TIZZONI
Gruppo Misto
Lega Lombarda – Lega Nord Padania
Fratelli d’Italia-Centrodestra Nazionale
Maroni Presidente
Partito Democratico
Maroni Presidente
E’ presente il Consigliere Roberto ANELLI in sostituzione del Consigliere Jari COLLA ai sensi
dell’art. 27, comma 4, del Regolamento generale.
E’ inoltre presente il Vice Presidente del Consiglio regionale Sara VALMAGGI e il Consigliere
Jolanda NANNI ai sensi dell’art. 26, comma 4, del regolamento generale.
Sono presenti l’Assessore all’Università, Ricerca e Open Innovation Luca DEL GOBBO e per la
D.G. il prof. Alessandro Venturi dell’Università di Pavia e la Dott.ssa L. Garofalo; per la D.G.
Sviluppo Economico il Dr. R. Lambicchi.
Sono presenti per il Comune di Sesto San Giovanni il Sindaco M. Chittò, l’Assessore V. Montrasio
e la Delegata del Sindaco F. Bassoli.
E’ altresì presente il Prorettore alla terza missione dell’Università di Pavia, F. Svelto.
24
IL PRESIDENTE
(Pietro FORONI)
IL CONSIGLIERE SEGRETARIO
(Dario VIOLI)
LA RESPONSABILE DELLA POSIZIONE ORGANIZZATIVA
(Nella MOSCON)
IL FUNZIONARIO VERBALIZZANTE
(Roberto CHIANINI)
Allegato:ordine del giorno
25
IV Commissione permanente - Attività produttive e occupazione
Giovedì
13 ottobre 2016
Ore: 10.00
Seduta di Commissione con l’intervento dell’Assessore all’università, ricerca
open innovation sul PDL 314.
Ore: 11.15
Audizione in merito alla situazione produttiva e occupazionale degli
stabilimenti Grove e Ledeen della società Cameron Italy srl di Voghera (PV)
con: la proprietà, le OO.SS, la RSU, Confindustria di Pavia, Provincia di Pavia
e il Comune di Voghera.
O.D.G. DELLA SEDUTA DI GIOVEDÌ 13 OTTOBRE 2016
TRATTAZIONE
RELATORE
1
Comunicazioni del Presidente
2
Approvazione del processo verbale n. 24 del 06 ottobre 2016
3
PDL N. 314
“Lombardia è Ricerca”.
Atto di iniziativa Presidente Giunta
Assegnazione: 03/08/2016
4
Audizione con il Comune di Sesto San Giovanni e con il prorettore alla Terza
missione dell’Università di Pavia in merito al PDL 314 “Lombardia è Ricerca”
5
PAR N. 104
Programma delle iniziative di tutela dei consumatori e utenti 2016 - 2018
Atto di iniziativa di Giunta
Assegnazione: 26/09/2016
Data Scadenza: 26/10/2016
REFERENTE
Lara MAGONI
6
Proposta di Risoluzione del Sindacato Italiano Librai SIL-Confesercenti in merito
alle azioni a sostegno della categoria librerie e cartolibrerie.
REFERENTE
Lara MAGONI
REFERENTE
Mauro PIAZZA