Processo verbale n. 25 del 13 ottobre 2016
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Processo verbale n. 25 del 13 ottobre 2016
___________________________________________________________________________ CONSIGLIO REGIONALE DELLA LOMBARDIA X LEGISLATURA ___________________________________________________________________________ IV COMMISSIONE CONSILIARE “ATTIVITA’ PRODUTTIVE E OCCUPAZIONE” Seduta del 13 ottobre 2016 Processo verbale n. 25 Il giorno 13 ottobre 2016, alle ore 10.00 è convocata a norma dell’art. 31 del Regolamento generale presso la sede del Consiglio regionale, la commissione consiliare IV “Attività produttive e occupazione” per la trattazione degli argomenti di cui all’allegato ordine del giorno. Presiede la seduta il Presidente Pietro FORONI. Assistono alla seduta la dirigente dell’Ufficio di assistenza alle Commissioni – area Programmazione, Bilancio e Sviluppo economico Francesca SANTAMBROGIO, la responsabile della posizione organizzativa Nella MOSCON e il funzionario verbalizzante Roberto CHIANINI. Alle ore 10.15 il Presidente FORONI apre la seduta. Si riporta di seguito la trascrizione integrale degli interventi. 2 Argomento n. 1 dell’odg Comunicazioni del Presidente Presidente Pietro FORONI Due comunicazioni. La prima, comunicazione di rito, in data 11 ottobre sono state trasmesse alla IV Commissione le deliberazioni n. 57 del Consiglio comunale di Gussago in provincia di Brescia, avente per oggetto: mozione “Dissenso al negoziato sul TTIP”, la n. 24 del 20 settembre 2016 del Consiglio comunale di Cazzano Sant’Andrea in provincia di Bergamo, mozione sempre di dissenso sul TTIP medesimo. Do anche un’altra comunicazione, la do nel caso per i Consiglieri assenti, trasmettetela o comunque a verbale, io la do per comunicata essendo iniziata la seduta. Confrontandomi anche con alcune indicazioni che mi sono pervenute dai commissari di minoranza, sia anche confrontandomi con i commissari di maggioranza, avrei deciso di ampliare il termine per gli emendamenti sul PDL 314 di una settimana, quindi alle ore 12 del 25 di ottobre. Do anche disposizione ai funzionari che subito dopo presentati gli emendamenti siano trasmessi al relatore Piazza, oltre che al sottoscritto anche al relatore Piazza, in modo che possa prendersi una metà pomeriggio di martedì per darne una lettura e tentare, nel caso ce ne fosse bisogno, auspico di no, nello spirito del progetto di legge 314 che è un progetto di legge che vuole uscire con la più ampia condivisione, di tentare nella giornata di mercoledì una sintesi anche relativamente agli emendamenti presentati, eventuali emendamenti delle forze di opposizione. Però, detto questo, facendo slittare il tutto di una settimana, sono “costretto” a iniziare se necessario le votazioni subito dalla seduta del 27, mentre avevo previsto una seduta del 20 che era illustrativa degli emendamenti e avendo la necessità, sottolineata anche dalla conferenza, di licenziare il progetto di legge entro il 3 di novembre, sono però costretto a iniziare la votazione subito, il 27. Mi auguro, però, che nella giornata del 26 ci siano le condizioni proficue per un’eventuale sintesi sugli emendamenti. Questo dovevo. Argomento n. 3 dell’odg Pdl n. 314 “Lombardia è ricerca” Presidente Pietro FORONI L’assessore Del Gobbo è presente per cui vorrei pregarlo di accomodarsi benissimo. che gli lascio subito la parola. Prima, voleva intervenire il relatore Piazza. Comunico anche la sostituzione: al posto del consigliere Colla c’è il consigliere Roberto Anelli, e gli do il benvenuto. L’audizione dell’Assessore Del Gobbo sarà soprattutto sul tema della prevista agenzia all’interno del progetto di legge 314 per una ricognizione sui compiti, finalità, esperienze internazionali in proposito. Io mi taccio. Prima di lasciare la parola all’Assessore, la dò al relatore Piazza, che ha chiesto la parola. Consigliere Mauro PIAZZA Sì. Volevo chiederle, Presidente, accogliendo con favore l’ipotesi di lavoro che lei ha appena illustrato, se comunque il giorno 20, che lei aveva previsto per la presentazione degli emendamenti, noi non avremo ancora gli emendamenti perché il termine, a questo punto, è slittato di qualche giorno dopo, però se riuscissimo magari a ricavare uno spazio durante il 20, se è compatibile con la programmazione dei suoi lavori, non dico per l’illustrazione degli emendamenti, ma per l’apertura di un confronto anche all’interno della Commissione su quelle che sono ancora le tematiche prevalenti sulle quali poi potrebbero incentrarsi gli emendamenti che arriveranno, in modo da avere già secondo me una sgrossatura un po’ di quelli che possono essere i temi più cari ad ogni Gruppo, vista la natura del provvedimento, sul quale non immagino degli emendamenti di carattere estremamente puntuale, soprattutto su alcuni articoli. Quindi se fosse possibile comunque riservarci uno spazio il 20, secondo me, potrebbe essere utile. Viceversa, ricevo la sua sollecitazione per mercoledì 26, a questo punto, immaginando di chiedere ai referenti dei singoli Gruppi un paio d’ore nel pomeriggio per poter iniziare a guardare gli emendamenti. 3 Presidente Pietro FORONI Io non ho problemi a mettere all’ordine del giorno anche della prossima seduta il PDL 314. Sottolineo che, visto che comunque non ci saranno le votazioni, visto che ci sono tante richieste di audizioni, avrei previsto un’ulteriore audizione, oltre a quella già prevista, che era stata sollecitata. Però, facciamo così, io all’ordine del giorno faccio mettere il PDL 314. Sì, io lo metto. Facciamo così, io lo metto all’ordine del giorno, dopodiché verifica con i referenti dei Gruppi le varie modalità. Io comunque lo metto all’ordine del giorno. Bene. Assessore. Assessore all’Industria, Ricerca e Open Innovation, Luca DEL GOBBO Sì. Grazie, Presidente. Credo di aver capito che oggi noi dovremmo in particolare, dopo le audizioni, come dire, definire meglio il ruolo dell’Agenzia regionale per la ricerca e l’innovazione. Però, prima di entrare in merito a questo, io vorrei brevemente richiamarci al contesto che ha fatto sì che si approvasse prima in Giunta e poi iniziasse il lavoro in IV Commissione e poi approderà in Consiglio regionale, un lavoro, appunto, su una proposta di legge, in particolare sulla ricerca e sull’innovazione. Io parto davvero da alcuni fatti politici e alcuni dati che sono noti, che in questi giorni ancora di più sono tornati un po’, come dire, ad essere protagonisti nella cronaca italiana. La visita recente del Presidente del Consiglio Renzi a Milano ancora una volta ha rilanciato una grande sfida. Il Presidente del Consiglio, consapevole dell’ecosistema della ricerca e dell’innovazione lombardo ha detto “in questo momento dobbiamo sfidare, appunto – gioco di parole –, le grandi sfide che abbiamo investendo sulla ricerca e sull’innovazione, investendo sull’innovazione il nostro Paese potrà vincere le sfide importanti che stiamo affrontando e questo potrà se Milano – lui ha usato proprio questo paragone – prenderà per mano il sistema Italia”. È così, perché noi abbiamo dei dati che ci dicono in modo inconfutabile quanto importante sia l’ecosistema della ricerca e dell’innovazione in Lombardia. Noi qui abbiamo le migliori università, i migliori centri di ricerca, l’abbiamo detto più volte, abbiamo i cluster, i nove cluster tecnologici che funzionano molto bene, abbiamo imprese di dimensioni diverse, grandi, medie, piccole o micro, che comunque investono, appunto, in ricerca e innovazione. È stimato in 7 miliardi l’anno, come abbiamo avuto modo più volte di ricordare, l’investimento di risorse pubbliche private nella ricerca e nell’innovazione, la Lombardia è al primo posto per quanto riguarda il numero di start up e di brevetti e, come più volte ho ricordato, anche la Banca d’Italia nel rapporto sulla crescita della nostra Regione riguardo al 2015 ha evidenziato, appunto, che il PIL in Lombardia cresce dell’1,1%, quindi superiore alla media nazionale, e in particolare questo studio di Banca d’Italia ci dice che le imprese lombarde, indipendentemente dalle dimensioni, che hanno investito sull’innovazione, non solo hanno superato il momento di crisi, ma attraverso anche una politica di internalizzazione hanno avuto un buon andamento. Questo significa che, appunto, indipendentemente dalle dimensioni, le imprese che investono in innovazione superano, appunto, le difficoltà di cui facevo riferimento prima. Allora ecco perché proporre proprio qui in Regione Lombardia una proposta di legge sulla ricerca e l’innovazione che non vuole, da una parte, solo mettere a sistema le buone azioni e le buone pratiche che Regione Lombardia ha già da qualche tempo introdotto, ma vuole fare qualcosa di più, vuole portare un’innovazione nella governance, appunto, in questo campo e vuole avere anche degli strumenti innovativi. Dico questo perché l’Agenzia per la ricerca e l’innovazione si inquadra proprio in questo contesto. Tra le novità che noi abbiamo per quanto riguarda la governance due novità importanti, ce ne sono altre, ma veramente due importanti sono proprio queste: da una parte la cabina di regia, che il Presidente Maroni ha voluto, consapevole che l’innovazione oggi è un’innovazione a 360 gradi. Noi molto spesso, quando ci rivolgiamo in particolare alle imprese, facciamo presente che siamo di fronte ad un vero e proprio cambio epocale anche dal punto di vista culturale, l’innovazione fino ad oggi era un qualcosa che tu ti tenevi nascosto un po’ all’interno della tua azienda, della tua impresa, tenevi, insomma, gelosamente nascosto, oggi l’innovazione invece è qualcosa che richiede davvero una contaminazione tra i soggetti, ecco anche perché nascono i cluster, quindi le istituzioni, le imprese, il territorio, le associazioni di categoria. E quindi l’innovazione, come dicevo prima, si gioca davvero a 360 gradi, condividendo, si parla oggi di open 4 data, di sistemi che, insomma, permettano una condivisione. Il Presidente Maroni, consapevole di questo e consapevole che anche l’istituzione Lombardia deve essere in prima linea nell’innovazione anche come istituzione, ha pensato di istituire una cabina da regia che mettesse assieme tutti gli Assessorati, perché oggi l’innovazione si gioca nel mio settore, ma anche in quello del collega Parolini, nel settore della salute che gestisce il collega Gallera o in quello dell’agricoltura con Fava. Quindi l’innovazione è davvero un’innovazione a 360 gradi e la cabina di regia, come abbiamo detto la volta scorsa, dovrà fare un piano strategico e avere strumenti e risorse per applicare quel piano strategico, e dall’altra parte la novità grossa è questa Agenzia regionale per la ricerca e l’innovazione. Io penso di fare una cosa utile ai commissari partendo da che cosa non deve fare questa Agenzia e che cos’è questa Agenzia. Poi chiamerò il professor Venturi, che mi darà una mano per entrare meglio nello specifico dei compiti di questa Agenzia. Intanto, noi abbiamo pensato a questa Agenzia sulla scorta soprattutto dei migliori modelli europei ma anche della tradizione anglosassone. Quindi l’Agenzia regionale per la ricerca è un Ente autonomo, istituito chiaramente da Regione Lombardia, che vuole coinvolgere la società civile, la comunità scientifica, gli attori del sistema regionale in campo di ricerca e innovazione in un processo di condivisione e di conoscenza favorendo anche il bilanciamento tra i portatori di diversi interessi, di diversi valori e diverse opinioni. Quindi che cosa possiamo dire? Che l’Agenzia per la ricerca e l’innovazione non farà programmazione, quindi non è l’Agenzia regionale che farà la programmazione. Come abbiamo detto prima, la programmazione rimarrà in capo alla Giunta regionale, alla cabina di regia interassessorile che verrà istituita con questa legge. Non farà bandi. Quindi anche qui possiamo togliere un equivoco. Non sarà l’Agenzia regionale che erogherà finanziamenti, che farà bandi o rendicontazioni. Questi resteranno di esclusiva competenza della struttura tecnica e della Giunta. In molti casi la Giunta si avvale di Finlombarda. E quindi non farà questo tipo di attività. Non avrà interlocuzioni particolari con gli stakeholders per quanto riguarda la programmazione. Perché, come dicevamo prima, la programmazione e poi interventi e risorse rimangono in capo alla Giunta. Quindi l’Agenzia regionale per la ricerca e l’innovazione io la vedo come una quarta gamba che oggi manca al nostro sistema, chiamiamolo così, al nostro tavolo di ricerca e innovazione, oggi abbiamo, appunto, la Giunta attraverso poi la cabina regionale, che fa la programmazione e l’interlocuzione con gli stakeholders per quanto riguarda, appunto, la programmazione delle politiche regionali, abbiamo Finlombarda in alcuni casi o in altri casi abbiamo la Fondazione Biomedica che fa bandi in particolare per quanto riguarda il campo, appunto, biomedico, poi abbiamo una terza gamba rappresentata da Eupolis che è comunque un’emanazione, ha un rapporto diretto con Regione Lombardia per quanto riguarda la ricerca, la verifica di alcune politiche regionali e la quarta gamba che io vedo è l’Agenzia regionale per la ricerca e l’innovazione, che invece è un soggetto autonomo, non è un’emanazione diretta dalla Regione ma un soggetto, come dire, terzo rispetto alla Regione, che deve fare un’opera di informazione, favorire il trasferimento tecnologico e da ultimo valutare anche la ricerca nella nostra Regione. Questo è importante. Chiamo, cortesemente, il professor Venturi e introducendo il professor Venturi lascio a lui la parola per entrare magari in modo specifico sui punti qualificanti dell’Agenzia, ma per soffermarmi ancora per un attimo dal punto di vista politico dell’importanza che oggi ha nel nostro sistema regionale ma anche nazionale l’innovazione. Pensate che ogni innovazione porta con sé dei cambiamenti a volte davvero importanti. Un’innovazione, per esempio, fa cambiare il modo di produrre un determinato prodotto e quindi ci sono tutti i temi relativi alla salvaguardia o meno di posti di lavoro. Un’innovazione che rende, magari, più favorevole, come dire, o che rende migliore la vita diciamo dei cittadini, dall’altra parte però ha il tema della produzione dei posti di lavoro, di nuove tecnologie che magari riducono, come dire, l’impegno delle persone all’interno di imprese e di aziende, oppure temi che sono legati, so che alcuni Consiglieri hanno affrontato anche questo tema in Consiglio regionale, per esempio pensiamo al tema della medicina personalizzata, dei vaccini, che è un tema oggi importante, l’impatto che hanno sull’opinione pubblica. Oggi questo tipo di, come dire, interlocuzione con l’opinione pubblica viene lasciata molto spesso ai singoli soggetti, che comunque possono avere anche un proprio interesse personale. Manca in Regione Lombardia un 5 soggetto terzo, un soggetto che sia, come dire, pensato nell’interesse della ricerca, dell’innovazione e dei cittadini. Come dire, la finalità di questa Agenzia non è tanto quella di suggerire politiche strategiche alla Regione, ma quella di capire rispetto a politiche riguardanti l’innovazione qual è l’impatto sui cittadini, quali sono le conseguenze, positive o negative, che possiamo avere nella nostra società. Lascio subito la parola al professor Venturi che declinerà meglio, in modo anche più tecnico, alcune competenze specifiche che questa Agenzia adesso avrà avere. Dott. VENTURI Grazie, Assessore. Molto brevemente per lasciare poi spazio ad eventuali domande o questioni che i Commissari vorranno presentare, il razionale che sottende la previsione di questa Agenzia affonda le proprie radici un po’ nell’esperienza, com’è stato citato, dei paesi del nord Europa e dei paesi anglosassoni. Non è un’Agenzia che ha funzioni e compiti operativi, è qualche cosa che nel nostro ordinamento ancora non ha trovato cittadinanza, non c’è, non esiste nulla di simile nell’ordinamento italiano. Si chiama Agenzia come tante altre istituzioni, ma questo semplicemente perché, diciamo così, il ricorso alle formule giuridiche che l’ordinamento consente ci ha spinto a ritenere che l’Agenzia fosse il modello più neutro per garantire che cosa? Per garantire terzietà, per garantire indipendenza e per garantire autonomia. Questo Ente che cosa dovrà fare? Questo è il vero cuore della questione. Il cuore della questione è incentrato fondamentalmente sul fatto che la domanda di innovazione oggi è una domanda di innovazione che viene dai cittadini, così come la domanda sui temi della ricerca e delle nuove tecnologie che vengono immesse nel contesto sociale hanno, questa domanda di innovazione, di ricerca e di nuove tecnologie porta con sé una questione essenziale, ed è la questione dell’impatto che queste innovazioni hanno sul sistema sociale, sul sistema delle comunità, sul sistema lavorativo, sul sistema sociale, sull’impatto economico. L’esperienza più simile, se qualcuno ha la curiosità di voler andare ad indagare, è l’esperienza del Danish Board of Technology che ormai da venti anni opera in Danimarca, del NESTRA nel Regno Unito, del Zentrum for Social Innovation austriaco.Sono certamente esperienze, per citare quelle più vicine alla nostra cultura giuridica, alla nostra tradizione giuridica, che svolgono un ruolo e una funzione di valutazione, monitoraggio, diciamo così, aggregazione del consenso dei cittadini rispetto ai temi dell’innovazione per garantire che cosa? Da un lato per disintermediare l’informazione rispetto ai temi dell’innovazione, della ricerca scientifica e tecnologica, soprattutto per accelerare i tempi di ingresso nel mercato delle nuove tecnologie e delle innovazioni. Questo perché? Perché è chiaro che l’innovazione, la tecnologia e le nuove scienze hanno, diciamo così, un preventivo impatto non proprio sempre positivo sull’opinione pubblica. L’avvento di nuove tecnologie talvolta spaventa per l’impatto che può avere, come diceva l’Assessore, sul mercato del lavoro, per l’impatto che può avere sul tipo di relazioni sociali. Ecco, quindi, che un’Agenzia che svolge una funzione di informazione e di valutazione di quali sono gli impatti ha proprio lo scopo di favorire potremmo dire una democratizzazione di questi elementi, che sono elementi conoscitivi, sono elementi informativi, con lo scopo anche di, in un qualche modo, superare una sorta di assolutismo o di monopolio dell’informazione rispetto a questi temi. Ecco, quindi, che è un’Agenzia che non si va a sovrapporre con funzioni esistenti, questo è molto importante, ma è un nuovo spazio pubblico, sono nuove funzioni che riteniamo debbano essere appannaggio e riservate proprio all’Ente pubblico, questo per garantire soprattutto il benessere della comunità, e soprattutto l’impatto che questo ha sui cittadini lombardi, per evitare, cioè, che l’impatto delle nuove tecnologie, dell’innovazione, della ricerca scientifica nella società, nella comunità lombarda, sia in un qualche modo appannaggio di gruppi di potere o di interesse che, evidentemente, diciamo così, mal si conciliano con quelle che sono, invece, le esigenze del contesto della comunità lombarda. Quindi da un lato accelerare i tempi d’ingresso dell’innovazione e delle nuove tecnologie all’interno della comunità, disintermediare l’informazione sui processi scientifici e di ricerca e innovazione, monitorare e valutare i mutamenti di sensibilità dell’opinione pubblica, questo è molto importante, e infine questo rappresenta, diciamo così, se volessimo sintetizzare, un’opportunità per tutto il sistema della ricerca e dell’innovazione, proprio per garantire una maggiore accountability del sistema. Qui 6 cerco di arrivare a conclusione. Oggi il meccanismo di finanziamento pubblico della ricerca, di questo tipo di ricerca, che non è la ricerca di base, è la ricerca volta al trasferimento tecnologico, volta all’ingresso del mercato, all’industrializzazione dei prodotti di questa ricerca, viene effettuato attraverso bandi che vede interlocutori da un lato l’Ente pubblico, la Regione e le sue appendici, dall’altro lato gli stakeholders interessati. I cittadini sono esclusi da questo meccanismo. Riteniamo che giacché vengono investite risorse pubbliche, che sono risorse, della fiscalità generale, sia importante aprire un processo di trasparenza rispetto, da un lato, all’assegnazione delle risorse ma soprattutto rispetto all’impatto che quelle risorse investite generano sulla comunità. Questo riteniamo sia la funzione prevalente che debba svolgere questa Agenzia, che sarà molto snella, molto leggera da un punto di vista della sua dotazione, con poche competenze di tipo generalista e in un foro consultivo, invece, costituito da soggetti, da esperti che ovviamente non possono avere interferenze con il sistema poi di finanziamento della ricerca e dell’innovazione, e quindi nelle condizioni ideali per garantire valutazioni e rapporti che siano all’insegna dell’indipendenza della terzietà e dell’autonomia. Quindi, anche in termini di costi, se guardiamo l’impatto che questo avrà sul sistema sono estremamente contenuti, soprattutto se è condiviso il presupposto di una maggiore trasparenza non solo dell’assegnazione, ma anche dell’impatto che l’investimento in ricerca e innovazione genera l’istituzione di questa Agenzia è da considerare un investimento e non un’ulteriore spesa. Una sintesi forse anche più efficace di quanto velocemente ho cercato di illustrare penso sia ben contenuta nelle osservazioni che sono pervenute a questa Commissione dalla Fondazione Giannino Bassetti, che già da anni è impegnata in questo tipo di attività ed in network con le altre esperienze europee; forse è la prima realtà sul territorio nazionale, ovviamente non di natura pubblicistica, che ha iniziato a svolgere questo tipo di attività e di funzioni. Quindi, diciamo, una scheda di ulteriore approfondimento e maggiore chiarificazione può derivare anche da questo contributo pervenuto all’attenzione dei commissari. Io, Assessore, avrei concluso. Se ci sono domande anche tecniche sono a disposizione. Presidente Pietro FORONI Si sono prenotati Buffagni, Barboni. Consigliere Stefano BUFFAGNI Presidente, io prima di passare magari alle domande, ho bisogno io di fare una domanda che magari può aiutare anche i colleghi successivamente. Premetto che io sono iper a favore degli investimenti, sempre, però essi devono essere ragionati. Quello che vorrei capire è lei domani mattina fa parte di questa Agenzia, si sveglia, arriva in Ufficio e che cosa fa? Perché io non ho capito, giuro, che cosa fa quell’Agenzia. Ho capito più o meno cosa non dovrebbe fare, ma io mi immagino, lei entra in Ufficio e? Questa è la domanda. Lo spieghi come lo spiegherebbe a un bambino di tre anni, in modo tale che ci arrivo di sicuro anche io. I colleghi probabilmente hanno già capito tutto, ma io ho bisogno proprio di questa spiegazione. Grazie. Presidente Pietro FORONI Scusami, Barboni, la tua era una domanda simile, sullo stesso filone? Facciamo prima rispondere. Va bene. Quindi faccio prima rispondere, poi ti lascio la parola. Poi Mainini. Dott. VENTURI Dunque, diciamo che, innanzitutto, ovviamente dovrà essere strutturata l’intera organizzazione di questa Agenzia. Però, diciamo così, nel momento in cui immaginiamo che si entri domani mattina e si è costituita l’Agenzia con il foro consultivo e con l’organizzazione di cui si dovrà dotare, partendo dal programma strategico regionale sugli investimenti in ricerca e innovazione definirà, come abbiamo detto la dimensione della programmazione sta in capo alla Giunta, la Giunta decide quali sono i quattro o cinque temi su cui investire, rispetto a quei temi su cui la Giunta ha deciso di investire l’Agenzia inizierà a porre, farà un programma d’azione che sarà approvato peraltro dal 7 Consiglio di indirizzo. Questo programma d’azione che cosa prevede? Prevede di andare a sondare qual è l’idea che l’opinione pubblica ha sul quel tema rispetto, quindi, all’impatto che quel tipo di innovazioni programmate avranno sui cittadini e sulla comunità lombarda, e questo è un primo tema, quindi un primo tema che fornirà alla Giunta che cosa? Fornirà alla Giunta degli elementi per dire “Giunta, attenzione, su questo tema l’opinione dei cittadini lombardi è un’opinione che volge in questa direzione, è di questo tipo”. Pensiamo a quelli che sono i grandi temi: la sostenibilità ambientale, da un lato, la sostenibilità sociale dall’altro, di un impatto dell’innovazione, la sostenibilità economica. L’opinione dei cittadini lombardi è questa. E questo è sicuramente un primo tema, non solo dei cittadini ma come dice l’articolo dedicato la società civile, quindi tutti i cittadini, la comunità scientifica e quindi gli interlocutori che sono poi, diciamo così, i destinatari della ricerca e innovazione, gli attori del sistema regionale della ricerca e dell’innovazione e di tutte, diciamo così, le parti interessate. Questo è il primo aspetto. Secondo aspetto: valuta l’impatto di queste politiche. Ovviamente, l’impatto delle politiche lo si può valutare sia in itinere con questo primo potremo chiamare consensus meeting, e successivamente quando le politiche sono state realizzate, quando gli investimenti in ricerca sono stati effettuati e quando abbiamo i primi risultati, valutare che tipo di impatto questi hanno generato. Oggi noi non lo sappiamo, perché non lo facciamo, oggi non viene fatto. Cioè le risorse che Regione Lombardia destina alla ricerca e all’innovazione, che sono risorse importanti, non sappiamo che cosa generano nel sistema produttivo lombardo, non solo nel sistema produttivo ma anche nella comunità lombarda. Vorrei su questo richiamare veramente l’attenzione al fatto che il destinatario ultimo in questo caso non è lo stakeholder, cioè l’Università, la grande imprese, l’impresa, ma è il cittadino, cioè che impatto genera per il cittadino quel tipo di investimento, che in altri termini significa che cosa restituisce al cittadino quell’investimento fatto con quotaparte della sua fiscalità. Terzo elemento: istruire ambiti e metodi di partecipazione pubblica. Riteniamo che su questo un altro elemento, un’altra attività che l’Agenzia dovrà svolgere sarà, appunto, fare dei forum consultivi, chiamando tutti i cittadini a riflettere su quali sono gli esiti e gli impatti delle politiche regionali in tema di ricerca, sviluppo e innovazione, quali sono soprattutto, diciamo così, le criticità, quali sono gli ambiti di dibattito minoritari. Perché un altro tema che oggi è totalmente assente dal sistema è la cosiddetta dissenting opinion, cioè chi ha un’opinione minoritaria rispetto ad un determinato tema rischia di essere fuori dal quadro istituzionale di programmazione degli interventi. Questa Agenzia, invece, raccoglierà anche questa posizione. Quarta ed ultima attività che svolgerà domani mattina chi entra: informa, valuta e monitora nel corso del tempo anche come evolve, come cambia la sensibilità dei cittadini rispetto a queste tematiche. Perché è chiaro che oggi posso misurare, posso rilevare un determinato tipo di impatto, fra sei mesi, dodici mesi, ventiquattro mesi, un altro tipo di impatto. Rispondo subito a un’obiezione che immagino potrebbe essere sollevata. È chiaro che stiamo parlando di un contenuto che ha una valenza culturale ampissima, e soprattutto stiamo parlando di un contenuto che proprio perché non ha esperienze nel nostro ordinamento, proprio perché è distante dalla cultura a cui questo Paese è stata abituata a ragionare e a riflettere sugli investimenti pubblici, mi rendo conto che si possa percepire una certa, come dire, distonia rispetto a come siamo abituati ad immaginare un’istituzione oggi. Per questo invito, veramente, ad osservare, a vedere quali sono i prodotti e i risultati che queste istituzioni hanno realizzato nei paesi dove da venti anni sono state istituite, sia in termini di supporto alla politica, sia in termini di creazione del consenso, sia in termini di, come dire, democratizzazione e trasparenza di quelli che sono gli impatti degli investimenti che gli Enti pubblici fanno. Non so, Consigliere Buffagni se il mio intervento ha chiarito i suoi dubbi. Presidente Pietro FORONI Siccome io non voglio assolutamente ampliare la portata della discussione, visto che dopo ci sono anche altri punti, ci sono già anche degli auditi, raccogliete magari le domande di tipo. Assessore Luca DEL GOBBO 8 Magari era solo su questo punto, Presidente Presidente Pietro FORONI D’accordo. Assessore Luca DEL GOBBO Per dare, come dire, un’ulteriore specifica dal punto di vista politico. Perché il professor Venturi è stato molto bravo nello spiegare, appunto, quali sono i compiti dell’Agenzia. Però, ci tenevo anche qui a contestualizzarla. Noi nel PDL, appunto, nella declinazione di questo PDL, abbiamo voluto, come dicevo prima, mantenere degli aspetti di innovazione non solo nei contenuti ma anche nella modalità. Vi ho raccontato già in un’altra occasione che il testo di legge è stato costruito per la prima volta attraverso il nostro portale Open innovation, cioè vuol dire che abbiamo costruito gli argomenti e i temi che abbiamo portato poi all’interno del testo di legge con una modalità assolutamente nuova, tanto che anche l’articolato prima di approdare in Giunta è stato rilanciato sul portale e i cittadini in modo diretto, con più di 350 contributi, hanno emendato, costruito. Quindi per la prima volta in Regione Lombardia un testo di legge è stato costruito con questa modalità. Qual sono stati i due punti politici forti di questo testo di legge, oltre chiaramente al tema specifico su ricerca e innovazione? La sussidiarietà orizzontale che significa che noi con questo testo di legge vogliamo, consapevoli, appunto, del sistema davvero virtuoso dell’innovazione e della ricerca in Lombardia, rendere protagonista sempre di più chi fa ricerca e innovazione; due, mettere come focus che i destinatari di queste politiche sono davvero i cittadini. Questo Ente davvero innovativo mette al centro il cittadino. Non è un Ente, come dire, che serve in modo particolare alla politica istituzionale di Regione Lombardia per raggiungere uno scopo politico, è esattamente il contrario, cioè si vuole dare ancora di più – per questo mi rivolgo anche, lo dico davvero senza essere frainteso, all’amico Buffagni che so essere sensibile su questo tema – creare uno strumento e un’occasione nuova e in più, perché i cittadini possano far sentire la propria voce anche in questo tema, che non è uno dei temi per me, è il tema del futuro questo dell’innovazione, è il tema su cui saremo tutti chiamati a confrontarci, perché i cittadini abbiano voce, perché ci sia uno strumento, perché le politiche che anche le istituzioni oggi devono, come dire, saper attuare non arrivino da tavoli di concertazione, come dire, ristretti, ridotti, ma che siano invece aperti al contributo di tutti. Questi due temi, mettere al centro il cittadino e una sussidiarietà orizzontale vera, sono stati i due focus politici su cui noi ci siamo concentrati anche nella realizzazione del testo di legge. Presidente Pietro FORONI Bene. Io avevo in agenda Barboni, Mainini, Violi. Consigliere Stefano BUFFAGNI Io volevo solo due cose. A questo punto, visto che ha risposto, posso fare le domande? Presidente Pietro FORONI Ti lascio. No, assolutamente. Però, voglio dire, non create un dibattito a due, altrimenti poi si legittima allo stesso modo anche il dibattito da parte degli altri commissari. Ti lascio la parola per la replica. Poi la lascio a Barboni, Mainini e Violi. Consigliere Stefano BUFFAGNI Non è un dibattito. Io ho fatto le domande perché non avevo capito, ho lasciato a verbale, più chiaro di così. Detto questo, benissimo, Assessore, il fatto che si faccia una proposta di legge partecipata, benissimo. Però, dalla base di quello che mi ha detto il professor Venturi io credo che per il tipo di programmazione strategica dove la Giunta opera, quindi c’è la Giunta, per quanto riguarda l’opinione pubblica, le idee e l’analisi di processo, di mercato, noi abbiamo paradossalmente, se serve, Eupolis che può essere utilizzata. Poi, la valutazione dell’impatto delle politiche in itinere 9 con il consensus meeting e quant’altro, al di là che l’ultima volta che ho letto del consensus meeting è successo un gran pasticcio all’interno della Fondazione Biomedica, dove praticamente hanno finanziato i loro soldi, in questo caso non si fanno bandi. Però, il ragionamento è: noi abbiamo un organo che è il Comitato paritetico di controllo e valutazione che è del Consiglio che si potrebbe, a questo punto, valorizzare e a cui dare magri delle risorse, in modo tale che potrebbero esserci delle risorse specifiche per fare questo tipo di valutazione senza dover costituire un’Agenzia e tutti costi a latere che ne derivano. Quindi questo è. Poi, la valutazione e il monitoraggio della sensibilità, appunto, sul tema credo si possa fare alternativamente. La domanda è: ha senso alla luce di queste osservazioni dover fare un nuovo soggetto, di cui anche gli auditi non hanno valutato e compreso bene l’utilità? Perché io credo che con le alternative che abbiamo a disposizione possiamo ottenere lo stesso risultato capendo come, senza dover costituire un nuovo soggetto, che sarebbe ridondante, perché questo è il rischio, che è un po’ quello che Maroni ha già fatto per la parte della Sanità, dove ARAC non si sa cosa fa rispetto ad Agenzia dei controlli e si pestano i piedi. Cioè riuscire a fare la stessa cosa che può avere un senso. Perché la cosa che chi mi ha colpito di più è quella relativa a verificare l’attuazione delle politiche, cioè abbiamo investito lì, che ritorno ha dato? Condivisione 2.000 per cento ma abbiamo già gli strumenti per farlo, valorizziamo quelli. Anche perché, lo dico da Consigliere, a quel punto la Giunta potrebbe mettersi a confrontarsi sui risultati con i legislatori, in modo tale che le prossime volte che si interviene si migliora sulla base di dati che già i legislatori hanno a disposizione. Quindi, secondo me, potrebbe essere, anzi, un’ottima occasione per fare in modo che Consiglio regionale e Giunta possano collaborare su questo passaggio. Grazie. Presidente Pietro FORONI Bene. Consigliere Barboni, prego. Consigliere Mario BARBONI Grazie, Presidente. Evidentemente al fatto che si costituisca un’Agenzia, o comunque un Ente di questo tipo, io non sono certamente contrario. La mia non è una domanda, anche perché, Presidente, mi pare che non si sia in audizione, ma siamo in seduta di Commissione e quindi è una considerazione sul concetto più in generale, e cioè da quel che è emerso o da quello che può emergere da un ragionamento più allargato siamo nella posizione di poter dire, ma su tutte le altre cose che fa Regione Lombardia c’è qualcuno che controlla, che viene fatto oppure non c’è nessuno, e questa mi pare che sia una risposta che già c’è, perché mi arrivano dei documenti ogni tanto dove mi dicono “guarda che questa legge ha fatto questi passaggi”.Quindi su questo c’è e quindi questo è un pezzo che probabilmente dentro questa Agenzia, che penso sia molto più puntuale e molto più, voglio dire, calata dentro il tema, il tempo, lo spazio della ricerca e dell’innovazione, perché penso che sia qui l’importanza. Nell’importanza di ricerca e innovazione, evidentemente, c’è e ci dovrà essere un ampliamento della conoscenza culturale da parte del cittadino, posto che è una cosa che deve sapere e deve conoscere, ma non so fino a che punto se non attraverso i canali di diffusione normale e quindi di conoscenza normale il cittadino è interessato a capire e a conoscere quello che vuole fare Regione Lombardia o quello che vuole fare, diciamo, chi si sta occupando di ricerca e innovazione. Secondo me, il cittadino lombardo lo sta già facendo in maniera molto allargata, in maniera anche molto puntuale su alcuni aspetti, o almeno una parte della cittadinanza di Lombardia che è quella interessata e quando dico così mi rivolgo e penso alle fasce universitarie, alle fasce diciamo imprenditoriali, alle fasce di chi ricerca e innovazione la utilizza, evidentemente, non solo come scienza ma anche come attività pratica. Quindi se dobbiamo costituire un’Agenzia che deve espandere la cultura della ricerca io credo che sia una cosa importante, perché purtroppo la ricerca in Italia, lasciamo stare la parte pubblica che qui ci sarebbe da fare una discussione politica, ma il Presidente non mi consente di farlo nei tempi che ci vorrebbero e quindi mi fermo, ma soprattutto da parte anche dell’imprenditoria italiana. Siamo tra le imprese mondiali quelle che investono meno nella ricerca, questo è un dato di fatto, non lo inventa Mario Barboni e certamente ancora meno il PD, ma è un dato di fatto. Quindi se uno degli obiettivi di questa Agenzia è quello di fare queste 10 politiche allora io credo che abbia una sua finalità e una sua funzionalità particolarmente importante. Io credo che se dovesse solo vedere, controllare, capire o rendicontare alla Commissione, al Consiglio o alla Giunta, se gli impegni presi economicamente da Regione Lombardia, dalla Giunta e dal Consiglio nei confronti di ricerca e innovazione abbiamo già altri strumenti, che la possono fare questa cosa, per cui io starei dentro quegli strumenti lì. Mentre, invece, andando verso la conclusione, io credo che sia molto importante a questo punto all’interno di un progetto di Lombardia e ricerca, piuttosto che diciamo dell’estendersi di queste politiche che si vogliono fare, sulle quali io sono certamente d’accordo in tutto, a volte la parte politica non sempre coincide, ma per la parte quantomeno tecnica sicuramente sì, proprio quello di facilitare i rapporti e le conoscenze che ci sono tra la parte politica certamente, tra la parte di ricerca universitaria certamente, tra la parte di ricerca industriale certamente e spiegare se questo serva, perché io credo che questo serve, che la ricerca non dà dei risultati tra sei mesi o tra un anno. Vogliamo degli esempi? Noi abbiamo un’Agenzia di ricerca particolarmente importante che è Nerviano Medical Sciences, piuttosto che Fondazione Biomedica che adesso poi è proprietaria anche di quello, o per parlare di una privata il Mario Negri, o per parlare di alcuni centri di ricerca privati come STM, come tanti altri, fanno ricerca per degli anni per scoprire una molecola ogni cinque anni. E quindi andare al cittadino a dire che tu investi miliardi di euro, certo che bisogna dirlo, però bisogna anche far capire al cittadino che quei miliardi di euro servono e avranno una loro funzione tra cinque, tra sei, tra sette o otto anni. Se la parte dell’Agenzia è questa io credo che valga la pena metterci dentro testa, mani e, per la verità, come diceva anche l’Assessore ma anche il professore, non poi così tanti soldi alla fine, per cui la cosa può anche starci. Però, dobbiamo fare in modo che si ampli, ma in maniera determinante, la cultura, non tanto se partiamo dalle scuole e dall’università per arrivare poi ai futuri imprenditori, sono d’accordo, ma io credo che si debba fare subito un’azione molto puntuale di facilitazione, di stimolo, nei confronti della fascia imprenditoriale italiana, perché davvero questa intenzione arrivi a essere concreta. Devo dire che ci sarà in finanziaria 2017 Patto di, non si chiama più stabilità, come si chiama, Vice Capogruppo? Non mi ricordo. Comunque, nella finanziaria 2017 il Governo finalmente attraverso non un finanziamento a pioggia, non un finanziamento con centinaia, milioni e miliardi alla ricerca dati così, ma attraverso la defiscalizzazione consentirà alle aziende di poter fare investimenti nella ricerca e le aziende saranno facilitate e incentivate, perché scegli, o mi paghi le tasse o fai la ricerca. Io credo che a quel punto lì le aziende faranno in modo. Ecco, lì sì, poi, però questa è una parte statale, i controlli dovranno essere efficaci e efficienti perché la cosa davvero torni utile. Quindi, chiudo, certamente ci sta questa Agenzia di ricerca. Non ne vedo la particolare importanza per avere come Regione Lombardia la rendicontazione di soldi che abbiamo investito, perché o questa struttura ce l’abbiamo o altrimenti è inutile che continuiamo, come diceva per la verità prima il collega Buffagni, a costruire delle agenzie ridondanti dove ognuna controlla. Torniamo a Garibaldi quando vinsero i Borboni a Napoli che ha dovuto mettere tutta una serie di controlli e poi controlli per controllare quelli che controllavano. Mi pare che, insomma, non si debba arrivare a questo. Presidente Pietro FORONI Grazie. Mainini. Consigliere Daniele MAININI Grazie, Presidente. Grazie all’assessore Del Gobbo, anche al professor Venturi per i chiarimenti. Io avevo la seguente osservazione. Il professor Venturi ci ha fatto stamattina riferimento al NESTRA, al Danish, al Zentrum Innovation, che sono le realtà, non mi sfugge l’importanza di questi tipi di sistemi a livello europeo, anche perché sono da molti anni che questi tipi di riferimenti celebrano il settore privato e il terzo settore nel promuovere innovazione a livello europeo. Non mi sfugge anche che ci sia una grande differenza tra l’ARI così com’è posta da questa norma di legge e i riferimenti che lei ha fatto, professore, soprattutto perché il NESTRA è un organo certamente ufficialmente indipendente, ma di fatto è sostenuto dal Governo anche finanziariamente, e questa è la grandissima 11 differenza. Perché, in realtà, il NESTRA, adesso faccio l’esempio, ha la libertà di investire capitali laddove ritiene ci sia del potenziale per il mercato britannico, però ha anche una grande autonomia finanziaria che gli deriva, appunto, dal finanziamento governativo. Lo stesso dicasi per gli altri riferimenti. In realtà, è vero che lei ci ha parlato oggi di una sorta di sistema a livello di ricerca e innovazione. E allora vengo alla sollecitazione. Non mi sfugge anche – finisco – però nel ragionamento che i settori dei cluster un pochino più critici, gli IRCCS, siano venuti e ci abbiamo detto in effetti che una sorta di Agenzia, ancorché con qualcosa in riferimento alla titolazione, perché in realtà non si parlerebbe di un’ARI così secca, ma semmai un’Agenzia per il coordinamento nella ricerca e nell’innovazione, perché in realtà sarebbe il concetto di Agenzia in overlapping o in misleading con altri riferimenti di Agenzie. Posto quindi che in realtà i riferimenti che lei ha fatto europei sono dei riferimenti comunque che hanno autonomia patrimoniale, quindi in grado assoluto di gestire bandi, di gestire grandi risorse economiche, a differenza completa di quello invece che noi proponiamo, vi pare o le pare che un’Agenzia così com’è proposta nel progetto di legge, e quindi pesante dal punto di vista della struttura, perché in realtà l’unica cosa che non è veramente innovativa in questo progetto di legge è la struttura dell’Agenzia, perché? Perché è un riferimento tipico ministeriale con il Direttore generale, con i probiviri. Posto che i riferimenti col NESTRA, il Zentrum, il Danish sono in realtà riferimenti, sì, dal punto di vista ideale comprensibili, ma non dal punto di vista, diciamo, metodologico, non le pare o non vi sembra che in realtà poter avere un qualcosa di innovativo anche come Agenzia sia, invece, ideale? Chiedo questo perché non mi sfugge che tutti abbiano detto, va benissimo il riferimento a un’Agenzia”, però questo aspetto che questa Agenzia, come lei ci ha spiegato, non farà programmazione, non farà bandi e quindi non avrà interlocuzione diretta con gli stakeholders, in realtà, perché non proporre un modello molto più snello? Grazie. Presidente Pietro FORONI Violi. Consigliere Dario VIOLI Grazie, Presidente. Io avevo un po’ di dubbi su tutto quello che è emerso nel dibattito di questa mattina e che avevo già anche anticipato nella scorsa Commissione anche con gli stakeholders del settore ricerca e innovazione, e che in parte mi sembrava avevano anche condiviso, almeno qualcuno così mi ha detto. Ho sentito dire che in altre Regioni non esiste un’Agenzia, qualcosa che coordini la ricerca. A me risulta, il poco che conosco, che esiste un’Agenzia che segue diverse Regioni che ad esempio è l’APRE, che è l’Agenzia per la promozione e la ricerca europea, ad esempio c’è in Toscana, c’è in Emilia, c’è in Puglia, in Emilia esiste ASTER, che è il Consorzio di Università sempre coordinato dalla Regione ma Università, centri pubblici e privati e quant’altro, in Puglia esiste ARTI che esiste addirittura da quasi una quindicina d’anni per le ricerca tecnologica e l’innovazione. Quindi vorrei capire se abbiamo preso anche esempio da quello che è ed è stato nelle altre Regioni, però in realtà degli esempi li abbiamo, abbastanza chiari e anche abbastanza duraturi per capire quali sono i punti di vantaggio di quelle esperienze e quali sono invece i punti deboli che qui chiaramente dobbiamo evitare di definirci anche noi. Vorrei capire, è stato detto che ad oggi in Regione Lombardia si fa poco monitoraggio e valutazione dei progetti, sostanzialmente, che non è chiaro l’impatto, questo per me è preoccupante, visto che Regione Lombardia negli ultimi anni ha destinato centinaia e milioni di euro di risorse. Il fatto che non ci siano monitoraggi e valutazioni dei progetti, sui progetti di ricerca per quanto difficile farlo è abbastanza emblematico, secondo me. Mi verrebbe da chiedermi davvero anche all’interno dello stesso Assessorato chi fa i bandi poi se non controlla, se esiste un follow up, se non controlla che impatto reale ha, come fa poi a fare una programmazione all’interno dell’Assessorato per i futuri bandi e come fa ad avere una visione e una strategia di ricerca, sia di base, che applicata, che di trasferimento tecnologico, se non si fa una vera analisi di valutazione dell’efficacia e dell’efficienza che hanno sia i soldi che vengono messi, sia la ricerca in sé. Anche perché io ho studiato e ho fatto anche una tesi sul ciclo di progetto, anche nel 12 ciclo di progetto base, non sulla ricerca ma su qualsiasi progetto anche di sviluppo industriale e di investimento industriale si fa un’analisi costi benefici alla fine dell’investimento per capire cosa è andato e cosa non è andato. Lo si fa su dei progetti di base, non capisco come non si possa fare o non si sia fatto fino ad ora su progetti di questa rilevanza. Volevo capire anche, cosa a ciò legata, come sulla valutazione generalmente si finanzia la ricerca, valutando anche e dando punteggi e premialità in base alla replicabilità e alla scalabilità dei progetti, il che è un elemento quasi fondamentale, perché la ricerca che è un settore molto particolare prevede anche che nel momento in cui ci metto dei soldi do delle premialità a qualcuno che mi fa una progettazione e mi dice “questo progetto poi applicabile in questi settori è replicabile ed è scalabile su diversi livelli qualitativi e quantitativi”, e per me è un elemento fondamentale. Ripeto, se noi vogliamo indirizzarci verso dei settori industriali che riteniamo strategici, dobbiamo anche avere un feedback di ritorno di quello che è stato fino ad ora. E non credo che sia necessaria un’Agenzia, ma penso che sia necessaria una struttura all’interno dell’Assessorato che fa un lavoro serio, perché abbiamo già una struttura, abbiamo già delle persone e non credo che sia necessario mettere in piedi l’ennesima Agenzia per fare questo, ma magari iniziare a far funzionare con una programmazione certa gli Uffici che già fanno questo e che sicuramente hanno delle professionalità in grado di farlo. L’ultimo passaggio era, invece, legato sempre a quello che già Regione Lombardia fa, e lo dicevo anche nella scorsa seduta di Commissione, il sistema quaestio. Quaestio è un sistema che esiste da diversi anni, che mette insieme i nove cluster ma non solo, anche tutte quelle società, quei soggetti pubblici e privati che fanno innovazione, ricerca e trasferimento tecnologico anche nel settore dei servizi, ad esempio, dove generalmente si tende a marginalizzare nel settore servizi per quanto riguarda l’innovazione, ma è molto importante anche quel settore. Quaestio è una buona idea, che però non è mai stata messa in atto fino in fondo, non ha mai funzionato fino in fondo e mi chiedo anche qui, l’idea era di mettere tutti insieme, di capire cosa va e cosa non va e di vedere quali sono le migliori pratiche e decidere sulla base anche delle esperienze quali sono i settori strategici su cui intendiamo puntare come Regione Lombardia a livello anche di applicazione e ricerca a livello industriale per i prossimi dieci anni almeno. Invece, è stato sostanzialmente un sito che raccoglieva queste esperienze, che metteva lì bandi che arrivavano dall’Europa e un po’ di bandi regionali e poco altro, magari qualche consulentino in giro che andava a visitare i vari centri di ricerca, io ne ho avuto anche esperienza diretta, senza una grande esperienza, quindi veniva a confrontarsi con i centri di ricerca e i centri di ricerca ne sapevano molto di più. Io penso che quando un soggetto deve coordinare i centri di ricerca dovrebbe sapere di che cosa si sta parlando. L’ultima cosa è, invece, la risposta al Consigliere Barboni che ci ricorda che con la nuova finanziaria ci sono gli sgravi, perché è buono che ci siano gli sgravi sulla ricerca. Gli sgravi sulla ricerca non li ha inventati il Governo Renzi, e neanche la finanziaria 2016-2017. Presidente Pietro FORONI Bene. Allora intanto sono già arrivati anche gli auditi della Cameron, sono in 30, li faccio accomodare fuori. Io lascio una breve replica all’assessore Del Gobbo, poi provvederemo a sentire sempre sul PDL 314 il professor Francesco Svelto e il Comune di Sesto San Giovanni. Prego, Assessore. Assessore Luca DEL GOBBO Presidente, ci tengo a questa breve replica perché poi non rimanga agli atti un’imprecisione che ho sentito emergere, appunto, negli interventi. Io rispetto, chiaramente, l’opinione di tutti e sono disponibilissimo a concertare il modo migliore per avere una legge che sia davvero una legge innovativa, e che possa essere da punto di riferimento nel sistema paese. Io sono convinto che abbiamo fatto un ottimo lavoro perché, come ripeto, abbiamo lavorato su tre punti innovativi in questa legge, il coinvolgimento di tutti i soggetti, la governance e gli strumenti. Questa legge oggi è l’unica in Regione Lombardia ad essere sul tavolo, tanto che ho chiesto anche un incontro con il Ministero Giannini, perché sono convinto che possiamo essere da stimolo anche per alcuni cambi 13 da questo punto di vista a livello nazionale. Alcuni soggetti, alcune Agenzie regionali che sono state citate non c’entrano assolutamente nulla con l’Agenzia regionale di ricerca e innovazione, sono Enti di gestione, cosa diversa. Questa Agenzia, lo ribadisco, non vuole fare questo. Forse non si è voluto capire, o capisco anche che magari ognuno di noi nella parte politica in cui milita deve poi mettere in evidenza alcuni aspetti, questo non è un carrozzone, questo è il tentativo di dare voce ai cittadini, lo ribadisco ancora una volta. Noi abbiamo iniziato nel nostro Assessorato con il portale Open innovation, l’Agenzia per la ricerca e l’innovazione è lo sviluppo di questo contatto diretto con i cittadini. Qui si vuole decidere se si vuole in questa partita dare una parte da protagonisti ai cittadini o altrimenti non la si vuole dare, si vogliono usare altri strumenti che la Regione ha, li ho citati prima, Eupolis o altri, sono strumenti di Regione Lombardia che fanno cose per la Regione Lombardia. La questione fondamentale che voglio ribadire è che non emerga, Presidente, che nelle politiche regionali non c’è una verifica delle azioni fatte o dell’impatto che le risorse che vengono allocate abbiano poi un corretto, come dire, ritorno nella società lombarda. Noi abbiamo tavoli fissi di lavoro con tutti gli stakeholders, i cluster, le università, gli IRCCS, i soggetti pubblici e privati, abbiamo un advisor di board che abbiamo voluto creare nell’Assessorato per capire, controllare e verificare le politiche regionali su ricerca e innovazione se, appunto, sono in linea anche rispetto a quello che il mondo dell’innovazione, l’ecosistema dell’innovazione lombardo si aspetta. Quindi da questo punto di vista siamo tranquilli, cioè le politiche fino a oggi che sono state svolte da Regione Lombardia sono state concertate prima e hanno avuto tutte le verifiche poi del caso. Ribadisco ancora una volta: questa legge che io più volte ho ribadito vuole essere una legge unica per il momento sullo scenario regionale italiano ha delle novità forti, una di queste forti novità è questa Agenzia che vuole dare, ripeto, voce ai cittadini, che vuole rimettere al centro anche in queste politiche i cittadini. Oggi non c’è né in Lombardia una realtà così, né in altre Regioni. Ribadisco, ci sono esperienze diverse in altri paesi d’Europa. Noi siamo convinti che questa Agenzia possa essere davvero una possibilità di supporto anche alla politica nel senso ampio del termine per, come spesso diciamo, fare in modo sempre di più che le istituzioni diventino palazzi trasparenti e sempre di più i cittadini possano interferire direttamente con le politiche regionali, in questo caso perché riguardano noi, non solo nel momento del voto ma anche nel momento in cui tu stai creando la strategia per, e quindi un modo diverso di ripensare ad una democrazia che vede il cittadino al centro. Questa è la finalità specifica e forte dal punto di vista politico di questa Agenzia. Presidente Pietro FORONI Grazie, Assessore. Io invito il Pro Rettore dell’Università di Pavia il professor Francesco Svelto. Poi il Comune di Sesto San Giovanni. Lascio la parola. La devo informare che è in diretta streaming. Prima di cominciare nome e cognome ai fini poi della trascrizione. Prego. Dott. Francesco SVELTO Io sono Francesco Svelto. Vi ringrazio per avermi invitato. Come diceva il Presidente, sono Pro Rettore all’Università di Pavia. Porto volentieri una testimonianza sulla base di un’esperienza fatta in un certo numero di anni nel rapporto tra Università e impresa. Porto un’esperienza diretta, che poi forse è quella che mi ha portato a essere anche Pro Rettore, perché ho condotto un laboratorio di cui ora parlo in questo caso da venti anni con una multinazionale, ma secondo me, come dirò tra poco, questo modello e l’ho appurato in questi tre quattro anni da Pro Rettore, può tranquillamente essere steso ed è di interesse anche di associazioni e imprese più piccole di quelle che non siano grandi multinazionali. Giusto per essere molto concreto e non farvi perdere tempo, nel mio out line, nel mio sommario riporto velocemente l’esperienza del laboratorio congiunto davvero con dei numeri anche per dare un’idea di quale sia stato l’impatto, e non solo di quelli che possono essere gli auspici. Traggo qualche conclusione come proposta per favorire, se voi riterrete, nella legge attuale, ma comunque nelle politiche di Regione, l’incontro tra laboratori industriali e laboratori universitari, che siccome è un punto molto importante, e poi magari, ecco, da qui consegue qualche aspetto collegato al dottorato industriale che tanto spesso viene discusso e analizzato. Io ho 14 condotto questo laboratorio, esiste questo laboratorio a Pavia presso l’Università, quindi in un sito dell’Università che occupa 400 metri quadri, è stato inaugurato nel ’98, ha avuto una prima fase diciamo relativamente piccola, ma ad oggi ci sono più di 40 persone che ci lavorano, di cui 25 dipendenti di ST, più personale universitario. L’idea qual è? Quella di partire dalla ricerca ma non avere, neanche all’Università, nessun problema a ipotizzare che quando un’idea innovativa nasce poi ha un suo sviluppo, una sua evoluzione che porterà a dei dimostratori, auspicabilmente a dei prodotti che le aziende a un certo punto proporranno. Guardate questo modello, dice che se andiamo da sinistra a destra andiamo da ricerca e sviluppo, partiamo con dei dottorandi, degli studenti che poi auspicabilmente diventano dipendenti della società, quindi è un’idea a scorrimento. Tanto per farvi capire di cosa stiamo parlando, vedete qui un grafico che riporta in dieci anni il numero mese per mese di persone che sono state pagate dal laboratorio e si vede che si tratta di 60 persone laureate che hanno ricevuto una borsa in questi anni, più di 22-23 sono poi state assunte dall’azienda, quindi parliamo di più di 100 borse annuali destinate alla ricerca. Questa cosa che è un colosso qualcuno l’ha voluta fare, credendoci. Però, io qui dico chi non è un colosso. Guardate ora i numeri che sono venuti fuori in dieci anni, tanto per, anno per anno, il numero di brevetti depositati, sono 27. Qui vedete, anche per dare un’idea dell’impatto scientifico, non stiamo parlando di un lavoro che l’Università non guarda con grande interesse, vi riporto la conferenza forse più importante che si tiene a San Francisco dove, per capirci, hanno presentato tutto ciò che è stato proposto in microelettronica, i processori di una volta, il wi-fi, tutto quello che oggi conosciamo in quaranta anni è stato presentato a questa conferenza. L’Italia in questa conferenza si comporta molto bene, è sempre tra le migliori europee. Guardate quel trattino blu, è l’incidenza che questo laboratorio di Pavia ha sulla proposizione italiana, quindi vedete come svetta dopo un po’, vedete che forza di impatto, su cose industriali. Qui presentano Intel, Microsoft, non è un consesso esclusivamente universitario. Qual è la morale che io traggo da questa esperienza. Ci sono, tanto per citarle, tematiche veramente di punta, diagnostica medica ad ultrasuoni, memoria a cambiamento di fasi, che sono quelle che dovrebbero sostituire nei pc le memorie di oggi, i sistemi wireless onde millimetriche, pensate alle macchine che si muoveranno senza pilota, si basano su questi concetti. Ma pensate anche che secondo me proprio per questo laboratorio che esiste da anni oggi si è voluto associare anche Huawei. Adesso il laboratorio è diventato a tre, c’è un’intesa a tre. Siamo stati contattati da ETH di Zurigo sulla fotonica a silicio che potrebbe essere il futuro nella comunicazione. Prego. Dunque, sono delle nuove tipologie di memorie per cui tu immagazzini il dato, lo zero nell’uno, attraverso il cambiamento di fase di un materiale e permettono di far scendere la litografia, quindi la minima distanza spaziale, sotto quello che oggi è il limite che un po’ il silicio e il cimos propongono. Quindi è una nuova tipologia di memoria rispetto a quelle in uso, le eprom, piuttosto che, che permettono di scalare ancora di più. Adesso non vorrei, però… No, io posso andare avanti. No, nel senso che l’elettronica poi si basa su questa capacità di ridurre la litografia, per cui i costi diminuiscono e la funzionalità aumenta, quindi quella chiave va cercata. Queste sono memorie che permettono a livello scientifico di superare i limiti che oggi si intravedono e andare oltre. Però, questo lo dicevo per evidenziare che il laboratorio, vedete, che permette la venuta di nuove aziende, contatti con Zurigo, questo contatto con Zurigo è molto importante, ha appena fatto un lavoro su ciò e i processori potrebbero comunicare per via ottica, questo per dire tutto ciò che uno inquadra. Quindi, vedete, volevo e voglio essere sintetico, però io ritengo che questo sia un modello vincente, un’organizzazione con risultati tecnico scientifici di rilievo, girano giovani, dottorandi borsisti e permette all’Università di guardare avanti. Ecco, grazie per la domanda. Perché questo permette all’Università di avere accesso a delle tecnologie anche in Italia che nella grossa parte del mondo le Università non hanno. Noi possiamo avere tra poco accesso al sette nanometri, visto che lei mi è entrato nel merito, che non ha nessuno al mondo, questo grazie a questi tipi di relazioni. Poi alla fine non sono esclusive. Si crea un tessuto che diventa d’interesse e attira altre aziende, attira altre intelligenze, altrimenti stando chiusi non si fa molto. Cos’è la mia riflessione? C’è desiderio di realtà analoghe. Stiamo attenti, perché siccome siamo in un momento di passaggio i docenti stanno decisamente cambiando modo di guardare alle 15 cose. Se voi dieci anni fa foste andati all’università, vi avrebbero detto che l’industria aveva un cattivo odore ed era da tenere lontana, adesso sto esagerando, però, è per dire. Oggi il concetto è totalmente opposto, il desiderio c’è, con punti di incontro che si cercano. Attenzione a non vederla come una cosa esclusiva delle multinazionali. Perché, ora non voglio fare nomi, ma sono stato contattato da aziende, ICT automazione industriale e internazionale, scusate, di Pavia, su materiale internazionale, ma ho avuto un incontro di recente con una persona che rappresentava un gruppo di associati nella cosmeceutica del cremasco che ha proprio detto a me interessa. Sì. “A me interesserebbe lavorare di più con le Università, come fare?”. Allora io dico, concludo questa parte dicendo non è importante se i laboratori siano in Università o in un’azienda, l’importante è creare, secondo me, un humus dove ricercatori, industriali e giovani lavorano insieme. Quindi in questo senso io dico, vi suggerisco, visto che voi poi fate le leggi, favorite progetti innovativi, magari a sportello, in cofinanziamento, se le industrie e le imprese si associano in laboratori, che però vivano insieme, favorite secondo me anche le borse di dottorato attraverso un cofinanziamento e favorite se potete strumentazione e tecnologie. Questa, secondo me, è la chiave per dare un valore aggiunto all’industria, perché in sé l’Università porta anche la capacità dei docenti, oltre ai giovani, e per dare all’Università la capacità di conoscere le problematiche che le imprese hanno. Ultima slide. In questo contesto si parla tanto di dottorato industriale, questo più che a livello regionale forse a livello nazionale, io ho visto delle ipotesi dove si sottolineava l’importanza di far passare dei periodi ai dottorandi in azienda, ma in sé questo secondo me non risolve molto. Una volta che un ragazzo viene spostato in azienda e lavora non più a contatto con nessuna realtà universitaria è diventato una persona d’azienda, va benissimo, ma non è che stia più facendo un dottorato. L’idea del punto di incontro si è persa. Secondo me, ancora una volta, è importante non regolamentare l’ammontare di tempo speso da una parte all’altra, l’importante è che il tema diciamo industriale sia battezzato dall’industria e al limite favoritelo ancora. Se un’industria è decisa a pendere una borsa, mezza borsa, che l’istituzione la favorisca con una matching money, con un’altra metà di borsa, questo in un ambiente universitario aiuta. Ecco, io ho voluto – ho cercato di essere super rapido – portare un’esperienza concreta, specifica, che possa essere utilizzata. Io sono convinto che avreste problemi opposti, vedreste associazioni anche di piccole imprese che chiederebbero queste cose. Forse non basterebbero poi più i soldi. Ad ogni modo, io con questo concludo e vi ringrazio. Presidente Pietro FORONI La ringrazio, professore. La pregherei di farci avere, se non l’ha ancora fatto, le slides, in modo che possano essere distribuite poi a tutti i commissari. Se ci sono dei brevi interventi. Vedo Malvezzi. Aspetta che prendo gli altri interventi. Barboni e Brambilla. Vai. Consigliere Salvatore MALVEZZI Il professore è stato super rapido, ma super bravo. Complimenti e grazie. La mia proposta, Presidente, è quella di andare a visitare quella struttura lì come Commissione, perché mi sembra estremamente interessante. Tra l’altro, sapendo che c’è anche un farm lab interessante anche sul Politecnico di Milano, io proporrei anche in relazione a questo lavoro che stiamo facendo per capire anche meglio il grande tema del trasferimento di conoscenza, perché di questo stiamo parlando, io proporrei comunque di accompagnare, di dedicare, se è possibile, se riusciamo già prima anche dell’approvazione della legge, questo ci può aiutare a capire ancora meglio, se no no. Però, io le chiederei di programmare una visita presso questa realtà. Grazie. Presidente Pietro FORONI Più che volentieri. Ci faccia avere i riferimenti via mail alla Commissione. Sarà difficile prima dell’approvazione della legge. Però, assolutamente, lo mettiamo in conto. Prego. C’era Barboni. Prima il Presidente Brambilla. Prego. Consigliere Enrico BRAMBILLA 16 Anche io due domande rapide. La prima è come ritiene che il nostro progetto di legge possa contribuire a sostenere l’iniziativa che ci ha appena presentato? La seconda, invece, prendendo spunto da quanto ho letto sul Corriere della Sera di quest’oggi di questa alleanza tra quattro Atenei per la ricerca, dove leggo che nasce questa interessante Fondazione che unirà quattro Università lombarde per sostenere la ricerca e l’innovazione, ecco, non so se può anche di questo dirci qualcosa, e come anche ciò si possa intersecare con la nostra legge. Presidente Pietro FORONI Barboni. Consigliere Mario BARBONI Sì, proprio brevissimamente due parole per dire, Presidente, che Open innovation, vorrei anche condividere con i colleghi Consiglieri, è questa roba qui, cioè questo è il percorso secondo almeno me, noi, che significa andare avanti e fare delle politiche che, appunto, dentro la ricerca sono quelle poi che arrivano a delle concretizzazioni. Dott. Francesco SVELTO Grazie. Io alla prima delle due domande rispondo dicendo che secondo me un modo per fare capire che la Regione, comunque le Istituzioni favoriscono questi ambienti misti si può trovare attraverso anche un finanziamento a nuove iniziative. Io non sono interessato per me, lo dico subito, lo scrivete, non chiederò mai niente, nel senso che se andiamo avanti da venti anni è l’ultimo dei miei interessi. Abbiamo dato 100 borse. Lo dico, mi tolgo sempre. Però, favorire aziende o pensiamo, non so, io prima ho citato cosmeceutica, c’è un’azienda del milanese che vorrebbe venire ad aprire un laboratorio sui big data, ha già offerto dei soldi, a questo punto se l’istituzione fa capire che li promuove attraverso un contributo. Può essere matching money, può essere una parte, può pensare di destinare un finanziamento. Se si vogliono favorire aggregazioni di piccole imprese lo si può fare favorendole maggiormente, però secondo me l’idea è dare un segnale anche economico attraverso un matching money, potrebbe essere un’idea. Nel dottorato industriale anche lì si può pensare di dire se l’argomento è scelto dall’azienda in condivisione con l’Università, per un dottorato l’azienda mette un certo ammontare rispetto al dottorato e un’altra rimanente parte può essere messa da Regione. Dico, di strade, secondo, ma ce ne sono molte, ma che diano il segnale di condivisione e collaborazione se uno aderisce alla visione e all’idea. Sulla seconda domanda: io lavoro con tre Università, con i miei omologhi, i Pro Rettori, da tre anni, per pensare insieme le politiche legata alla generazione di brevetti e spin-off che le Università propongono dal loro interno. La nostra conclusione è stata che è importante fare più massa critica sul tema brevetti, abbiamo pensato di metterci insieme per condividere il portafoglio brevetti e cercare di commercializzarlo in una forma più professionale, e quindi pensando anche a dei sostegni di professionisti esperti dei mercati, quindi per esempio i CT in scienza della vita, e che ci aiutino a far fare a questi brevetti con percorsi tipici che vanno dall’idea al prototipo, TRL uno due al sei sette, in modo che diventino appetibili per imprese che vogliano acquistarli e investitori che vogliano acquistarli, cioè per fare il passaggio nel quale le Università italiane hanno un grave ritardo. Le Università italiane, a differenza di quelle anglosassone o quelle israeliane, ma anche in Belgio, sono molto carenti nella capacità di creare impatto il che la ricerca deve avere. Oggi farlo come singola Università è velleitario, perché non c’è ancora la cultura. Mettersi insieme vuol dire fare un primo passo per riuscire ad avere un impatto e riuscire ad avere maggiore massa critica. Questa è l’idea. Presidente Pietro FORONI Grazie. Ringraziamo il professor Svelto per la sua illustrazione. La ringrazio, professore. Buon lavoro. 17 Argomento n. 4 dell’odg Audizione con il Comune di Sesto San Giovanni e con il prorettore alla terza missione dell’Università di Pavia in merito al Pdl n. 314 “Lombardia è ricerca” Presidente Pietro FORONI Comune di Sesto San Giovanni. Prego. Ecco, qui è presente il Sindaco Monica Chittò, l’assessore Virginia Montrasio e la Senatrice Fiorenza Bassoli – scusi l’accento – che è stata anche Vice Presidente del Consiglio regionale dal 2000 al 2005, è presente pure la Vice Presidente del Consiglio regionale S. Malvaggi stavo dicendo. Prego. Ecco, anche a voi l’annotazione che siete in diretta streaming e quando cominciate a parlare nome, cognome e carica ricoperta. Grazie. Prego. Sindaco Monica CHITTO’ Grazie, Presidente. Grazie anche ai commissari per questa opportunità. Sono il Sindaco di sesto San Giovanni, Monica Chittò. Il Comune di Sesto San Giovanni ha già presentato un emendamento al testo di legge che è passato dalla Giunta, l’ha caricato proprio sulla piattaforma di cui si parlava prima. Il nostro emendamento è in coerenza con le finalità della legge che è stata anche discussa oggi e parte da un punto di forza, e cioè che si devono valorizzare al massimo gli investimenti pubblici che già sono stati stanziati e che già si stanno utilizzando. Parlo del progetto della Città della salute e della ricerca, che è un progetto che è un forte investimento di Regione Lombardia, quindi del pubblico, vede un protagonismo di due istituti pubblici importanti di cura e di ricerca che sono l’Istituto Besta e l’Istituto tumori, che so essere stati già auditi la scorsa settimana, c’è un investimento importante del Comune di Sesto nel dare a Regione Lombardia una parte di un terreno pubblico già bonificato. Peraltro, io vorrei nuovamente invitare i Consiglieri regionali che non avessero ancora avuto l’opportunità di venire, faremo anche apposta un’ulteriore visita sulle aree dove si andrà a trasferire la città della salute e della ricerca sulle aree ex Falck, che sono in avanzatissimo stato di bonifica, entro la fine dell’anno la bonifica avrà termine. Quindi considerato il grande investimento, il forte investimento di Regione Lombardia per la realizzazione della città della salute e della ricerca, parliamo di 450 milioni, quasi 500 milioni di euro, che è anche in avanzato stato di progettazione e la cui entrata, stante ad oggi il cronoprogramma previsto, è entro il 2021; visto anche il forte coinvolgimento diretto dei due IRCCS, neurologico Besta e Istituto nazionale dei tumori, pubblici, come si diceva prima; vista l’opportunità, quindi, di creare una rete tra gli istituti di cura e di ricerca regionali che sia competitiva, come veniva ricordato anche prima, a livello internazionale, che quindi sia fortemente attrattiva per investimenti economici finalizzati alla ricerca e all’innovazione, ricordiamo che sono istituti di cura e di ricerca che lavorano nell’ambito della cura con una ricerca a stretto contatto con il paziente, e credo che argomenti come questi siano facilmente comunicabili anche ai cittadini, sia per la sensibilità del tema, sia perché la questione temporale di quanto incide la ricerca sulla cura e la salute dei cittadini è un tema che viene facilmente compreso; visto che si parla anche nella legge di parti che defiscalizzano nell’area Expo, e vogliamo ricordare che Sesto San Giovanni credo sia l’unico Comune che prevede un progetto di azzeramento dei tributi comunali per le nuove attività, che è già attivo nel nostro Comune, che è stato costruito proprio insieme a Regione Lombardia; detto tutto questo, considerato tutto questo, noi abbiamo, appunto, presentato un emendamento che i commissari Consiglieri possono, ovviamente, avere, perché l’abbiamo presentato sulla piattaforma, che leggerei anche per brevità di tempo. Quindi: “il Comune di Sesto San Giovanni propone di aggiungere al comma del capitolo che riguarda la governance un passaggio così formulato, cioè nell’ambito del programma strategico per la ricerca e l’innovazione che dovrà essere elaborato dalla cabina di regia istituita presso la Presidenza della Giunta, la Regione Lombardia dà particolare rilevanza e valorizza gli investimenti già in atto nel campo della ricerca, come quelli finalizzati alla realizzazione della città della salute e della ricerca, che danno nell’immediato la possibilità di potenziare ricerca e innovazione nel campo della salute e del sistema delle cure. Nell’ambito di tale programma elabora un progetto prioritario in collaborazione con gli IRCCS interessati, con gli Enti locali nell’area omogenea del nord Milano, con l’area metropolitana milanese, con il Comune di Sesto San 18 Giovanni, definisce le modalità di partecipazione e di intervento della Regione nel progetto città della salute e ricerca, con particolare attenzione alla collaborazione tra i due IRCCS Besta e Tumori, ma anche alla rete complessiva degli IRCCS regionali congiuntamente al sistema universitario, definisce gli ambiti prioritari per la trasposizione della ricerca e innovazione e in produzione industriale. Stabilisce a questo scopo un percorso per l’elaborazione di progetti strategici di collaborazione e di rapporto con settori produttivi”. Mi fermo un attimo, perché ricordo che nella precedente audizione il Presidente dell’Istituto dei tumori Enzo Lucchini ha fatto un passaggio molto importante parlando, appunto, di quanto la ricerca sia, ma debba essere sempre più traslazione e ha definito questa traslazione come un processo che deve essere completato, appunto, anche con lo sfruttamento industriale di quelle che sono le nostre scoperte. Ribadisco, quindi, lo scopo è quello di un percorso per l’elaborazione di progetti strategici in collaborazione e rapporto con settori produttivi, anche stabilendo a scopo di incentivo su base pluriennale la defiscalizzazione per start up e imprese e si insedieranno su aree adiacenti alla città della salute e della ricerca, onde favorire lo sviluppo produttivo e occupazionale di alta professionalità. Tutto questo, ovviamente, è agli atti. Credo che non ci sia bisogno ulteriormente di ricordare ai commissari quanto anche in altre parti del mondo, laddove c’è stato un forte investimento in cura e ricerca poi in modi assolutamente concentrico si sono sviluppate aree di innovazione, di sviluppo economico, di attrattività e di concentrazione, ovviamente, di sapere e di conoscenza che hanno portato sul territorio, ovviamente, non soltanto quello localmente posizionato, ma su un territorio molto allargato un indotto economico molto interessante. Presidente Pietro FORONI La ringrazio per l’intervento. Volevo chiederle se quella proposta riesce a mandarla anche alla mail della Commissione. Poi se sente magari i funzionari, in modo da mandarla. Sindaco Monica CHITTO’ Certamente. Già da oggi posso. Certamente oggi ve la mandiamo. Presidente Pietro FORONI Esatto. In modo che la distribuiamo su questo tema. Grazie. Se non ci sono interventi, Mauro, il relatore Piazza. Consigliere Mario PIAZZA Io volevo su questo fare una considerazione, ringraziando il Sindaco che ha portato ulteriormente una sottolineatura e un’attenzione rispetto a questo importantissimo intervento che riguarda, ovviamente, la sua città ma con delle ricadute che vanno ben oltre la città di Sesto. Direi che è sicuramente, come dire, coerente l’intervento che lei ha fatto rispetto allo spirito della legge. Dico di avere qualche perplessità nell’inserimento all’interno di una legge - quadro, che deve essere una legge che noi variamo oggi, ma che deve avere una portata ovviamente di carattere generale per tutta la Regione ma soprattutto da qui a molti anni ci auguriamo, sul fatto di inserire un’indicazione puntuale, come dire, di uno dei luoghi dove, sì, è vero, probabilmente nel prossimo periodo si concentrerà questo tipo di attività legata alla ricerca e innovazione con particolare interessamento di Regione, ma che è un riferimento dell’oggi. Io addirittura, diciamo per coerenza rispetto a tutto il disegno di legge, andrei forse anche a togliere il riferimento che è contenuto su Expo e sul post Expo, diciamo, nel senso che, sì, certo, è un problema dell’oggi, ma non so quanto sia pertinente mettere dei riferimenti puntuali di carattere geografico o di carattere contingente di questo momento, mentre forse sarebbe preferibile sicuramente tenere conto di quelle che sono in questo momento sull’agenda del tema dell’innovazione e ricerca i maggiori investimenti e i luoghi dove ci sono maggiori opportunità e maggiore sviluppo, però lasciando anche diciamo in maniera indistinta e incondizionata aperta al futuro, quando magari, anzi, ce lo auguriamo, questo tipo di interventi saranno conclusi e saranno nel pieno della loro potenzialità e la legge o chi ci sarà qui per noi dovrà 19 rivolgere la sua attenzione ai luoghi della ricerca di domani, tra dieci anni, tra quindici anni o tra venti anni. Presidente Pietro FORONI Grazie. Capisco lo spirito dell’intervento. Infatti, è per quello che ho chiesto di mandare l’emendamento, anche perché al di là magari del riferimento specifico nella relazione che è stata fatta, io dal mio punto di vista dico che esso contiene anche delle indicazioni che condivido assolutamente. Quindi magari poi verificheremo l’eventuale declinazione, se è possibile, anche da un punto di vista più tecnico e più confacente con la tecnica normativa. Prego, Sindaco. Sindaco Monica CHITTO’ Grazie. Innanzitutto, ringrazio il Consigliere per aver evidenziato una cosa a cui noi teniamo particolarmente, e cioè che non si tratta di un progetto della città di Sesto San Giovanni. Stiamo parlando di un progetto che ha sicuramente una rilevanza regionale ma va ben oltre, perché l’importanza di questi due istituti nell’ambito della cura e della ricerca storicamente ha una rilevanza nazionale se non addirittura internazionale. Noi abbiamo presentato questo emendamento proprio perché all’interno del testo si faceva riferimento a un’area Expo. Noi, a differenza dell’articolo dove si parla di area Expo, quello che proponiamo è un inserimento che riguarda un progetto, non un’area, già finanziato, che valorizza risorse pubbliche che sono già state stanziate e che stanno per essere utilizzate, in parte sono già state utilizzate, che fa parte di uno di quegli hub di innovazione di cui ha parlato anche il Presidente Renzi quando si è presentato a Milano negli scorsi giorni, considerando che non ci sono risorse pubbliche infinite, e che vanno valorizzate al massimo quelle che già sono sul tavolo e che vengono utilizzate. E’ vero che, come dire, la filosofia di questa legge è di guardare al futuro, però io sono dell’idea che il futuro sia oggi e dobbiamo approfittare di tutte le occasioni che già oggi sono sul campo per farle lievitare e farle rendere molto più profittevoli proprio per il futuro. Però, siccome qui parliamo di una cosa molto concreta, che già esiste, che già nei suoi finanziamenti è già stanziata e che, come dire, è in crescita, il futuro arriva nel 2021, credo che possa essere presa in considerazione con grande serietà da parte di tutti. Grazie. Presidente Pietro FORONI Grazie. Io lascio la parola al Vice Presidente Valmaggi, poi chiuderei gli interventi. Va bene? Prego. Consigliere Sara VALMAGGI Grazie, Presidente. Grazie per l’occasione anche di porre una domanda, pur non facendo parte di questa Commissione. Perché fino a poco tempo fa era presente anche l’Assessore che ha potuto ascoltare quantomeno la presentazione del Sindaco Chittò. La domanda era se comunque il Comune di Sesto su questo tema in particolare ha avuto già la possibilità di un’interlocuzione formale o informale con la Giunta, fatto salvo il deposito della proposta di emendamento sulla piattaforma. Il secondo tema: credo sia importante ricordare, se potete poi specificarlo nella replica, anche un altro lavoro fondamentale che ha fatto il Comune di Sesto che è l’istituzione, la realizzazione del Comitato scientifico legato all’attività della ricerca e della salute, dove un’Amministrazione comunale ha tentato già nel suo piccolo o grande di mettere insieme tutte quelle realtà che gravitano o graviteranno sul progetto Città della ricerca e della salute in termini anche di necessità di fare esplodere i contenuti qualitativi del progetto. Per cui, la richiesta è quella di raccontare, seppur brevemente, l’esperienza del Comitato scientifico. Mi permetto di dire, pur non facendo parte della Commissione, rispetto alle valutazioni interessanti che faceva prima il collega Piazza, io credo che ci sia da cogliere, se si vuole cogliere, un’opportunità in questo progetto di legge, che è quella di valorizzare in maniera diciamo differenziata tutti quegli interventi che sono presenti o possibili in Regione Lombardia: il progetto di legge citato area Expo, abbiamo sentito dell’esperienza della Città della ricerca e della salute, il Presidente due settimane fa ricordava Lodi per intenderci. Credo 20 che debba e possa essere un’occasione per valorizzare tutto quello che già oggi è in campo in Regione Lombardia, al di là di quali siano le forme di valorizzazione che possono essere inserite nella legge. Però, io credo che sia necessario un approccio onnicomprensivo, mi permetto. Presidente Pietro FORONI Grazie, Vice Presidente. Lascio al Sindaco. Le chiedo il dono della sintesi. Mi scuso per questo. Prego. Sindaco Monica CHITTO’ Rispondo alla prima domanda, se ci sono state delle interlocuzioni con la Giunta precedentemente al deposito dell’emendamento. Sì, noi avevamo avuto un incontro direttamente con l’Assessore Del Gobbo, che aveva dimostrato un grande interesse rispetto a questa prospettiva. Per quanto riguarda, invece, il lavoro del Comitato scientifico, che è presieduto dalla Senatrice Fiorenza Bassoli, io lascerei la parola a lei. Grazie. Dott.ssa Fiorenza BASSOLI Molto brevemente. Il Comitato scientifico città, salute e ricerca è stato costituito dal Comune di Sesto San Giovanni su delibera del Sindaco e della Giunta, in modo da avere un sostegno scientifico a quelle che sono le attività che l’Amministrazione comunale deve svolgere nella realizzazione di questo grande progetto, che è un progetto innovativo da tutti i punti di vista. L’impegno che noi sosteniamo attraverso l’attività del Comitato è quello di far conoscere, appunto, al territorio quale sarà questo grande centro scientifico e di cura, quali saranno i suoi compiti, ma anche di fare da sollecitatore di una riflessione, abbiamo fatto diversi convegni, tre convegni, facendo partecipare a questi convegni i Rettori delle Università, sia la Bicocca che ha una sede in Sesto San Giovanni, sia l’Università statale, i due Presidenti dei due IRCCS che verranno a insediarsi nella città della ricerca e della salute e poi dall’Assobiotec, all’Assobiomedica, quando abbiamo dovuto in qualche modo affrontare il tema di come la ricerca si può trasformare in innovazione. Pensiamo che questo progetto possa avere una grossa valenza innovativa anche dal punto di vista dell’organizzazione del sistema di cure, e quindi abbiamo coinvolto anche le AST, le ASST, eccetera, che sono le nuove diciamo istituzioni di amministrazione del sistema sanitario, che ha deliberato la Regione attraverso la nuova legge 23. Quindi è un lavoro molto complesso quello che stiamo facendo, che mi pare percorre molto lo spirito di questa legge, però vede protagonista un’Amministrazione comunale che cerca di essere un facilitatore della riflessione su questi temi e di coinvolgere non solo il territorio, ma tutte le istituzioni scientifiche e di cura che possono essere interessate ad un progetto noi diciamo di software, perché oggi si sta realizzando l’hardware della Città della ricerca e della salute, ma c’è anche un software, cioè cosa faranno questi due istituti messi su un’unica piattaforma scientifica e di laboratori di ricerca, se oltre a rimanere istituti monotematici potranno anche svolgere un rapporto a rete con le altre realtà, istituzioni formative di cura e scientifica del territorio, e oltre a questo se riusciranno anche insieme ad aprire nuovi filoni del sistema di ricerca e di cura che ormai sono abbastanza sviluppati a livello internazionale. Il nostro modello sarebbe il modello Cambridge, il modello Boston, dove dall’associazione di istituti di cura e ricerca, dall’associazione di ospedali, dall’associazione di Università hanno creato un grande volano per la ricerca e l’innovazione con sviluppo di start up, di imprese e quindi di occupazione ad altissimo livello, perché sappiamo che un posto di ricerca crea cinque posti di lavoro. Presidente Pietro FORONI Grazie. Io chiuderei qua l’audizione, il tema relativamente al PDL 314. Ribadisco e sottolineo per quei commissari che non c’erano o sono arrivati tardi che dopo una serie di riflessioni eccetera ho deciso, l’ho già comunicato, di ampliare il termine per gli emendamenti al 25 ottobre, ore 12, pregando, lo risottolineo, poi nel pomeriggio che vengono trasmesse al relatore Piazza, affinché tenti mercoledì eventualmente una sintesi tra gli emendamenti che ci saranno di maggioranza e quelli di opposizione per cercare di costruire il documento il più condiviso possibile, tenendo conto 21 anche della proposta che è arrivata dal Comune di Sesto San Giovanni. Grazie. Andiamo avanti con l’ordine del giorno. Visto l’orario, e visto che ci sono 30 persone in attesa per quanto riguarda l’importante audizione della Cameron, allora io rinvierei la proposta di risoluzione che vede come referente la Vice Presidente Lara Magoni alla prossima seduta. Argomento n. 5 dell’o.d.g. PAR N. 104 “Programma delle iniziative di tutela dei consumatori e utenti 2016/2018 Presidente Pietro FORONI Però, devo procedere comunque con l’illustrazione del parere n. 104, che richiederà proprio due minuti, programma delle iniziative di tutela dei consumatori. In esito a questo parere che verrà portato in votazione la settimana prossima, vi invito a farmi avere entro martedì alle ore 12 eventuali proposte di osservazioni o raccomandazioni su questo parere 104. Lascio la parola per la presentazione alla Vice Presidente Magoni. Successivamente, chiuderò la seduta e daremo inizio all’audizione della società Cameron. Prego. Consigliere Lara MAGONI Grazie, Presidente. Il programma delle iniziative di tutela dei consumatori e utenti che la Giunta regionale sottopone al parere della competente Commissione consiliare risponde alle finalità della legge regionale n. 6/2003 e agli indirizzi contenuti nel documento di programmazione. Con il programma si intende contribuire a garantire e a tutelare i diritti dei cittadini, sostenendo l’azione dell’associazione consumatori e utenti iscritti nell’apposito elenco regionale, attraverso la realizzazione di progetti di informazione e assistenza. Le iniziative utilizzano la dotazione finanziaria del bilancio pluriennale 2016-2018 allo scopo di realizzare progettualità più efficaci rispetto ad un arco di tempo e ad un budget di un solo anno. L’impostazione del programma è il risultato di un percorso di confronto con le associazioni. Nell’ultima seduta del Comitato regionale consumatori e utenti del 19 luglio sono state condivise due linee di intervento riproposte dalla delibera e dalla Giunta regionale. Il progetto “We for you user solution 2.0” sviluppa il proseguimento fino a giugno 2018 del servizio gratuito di informazione, orientamento e assistenza online per i cittadini che incorrono in problematiche relative all’accessibilità e fruibilità dei servizi, suddivise per aree tematiche: trasporto, ricettività turistica, contratti di acquisto, servizi bancari, finanziari e postali, ristorazione e alimentazione, utenze e servizi sanitari. A questo progetto, sperimentando in occasione di Expo 2015, hanno aderito la quasi totalità delle associazioni ed ha riservato una quota delle risorse disponibili pari a 150.000 euro corrispondenti alla copertura dell’80% del costo preventivato. Punto due. Progetti di informazione, educazione e assistenza per i consumatori e utenti sulle seguenti tematiche prioritarie: il sostegno alle tutele e allo sviluppo delle opportunità per i consumatori e utenti nel settore dei servizi pubblici e privati, con particolare riferimento ai servizi online e alle nuove forme distributive e commerciali, l’educazione al consumo responsabile e sostenibile, lo sviluppo di strumenti e modalità per favorire l’accessibilità, garanzia, certificazione e trasparenza per il cittadino. Per la realizzazione di queste iniziative sono destinate le seguenti risorse: euro 300.000 per progetti proposti e realizzati dalle associazioni dei consumatori, euro 50.000 per le iniziative di Regione Lombardia e degli Enti del sistema regionale. Le modalità di presentazione delle proposte progettuali da parte delle associazioni dei consumatori e utenti saranno determinate con decreto della Direzione Generale di sviluppo economico, a seguito del parere della Commissione e approvazione definitiva del programma. I criteri di valutazione saranno orientati a premiare la qualità e le modalità attuative dei progetti, l’aggregazione tra associazioni, il partenariato con soggetti terzi qualificati, il coinvolgimento delle rappresentanze delle autonomie locali e funzionali, delle direzioni generali e degli Enti del sistema regionale. Ogni associazione individualmente o in aggregazione con altre associazioni non potrà partecipare a più di un singolo progetto tematico. Il precedente programma approvato con DGR 3456 del 24 aprile 2015 aveva 22 previsto una durata biennale con dotazione di 100.000 euro sul bilancio 2015 e altrettanti sul 2016, da attuare attraverso progetti presentati dalle associazioni dei consumatori iscritte nell’elenco regionale ai sensi della legge regionale 6/2003 relativi ai seguenti ambiti tematici: sostegno alle fasce deboli della popolazione, tutela nel settore dei servizi pubblici, tutele in ambito commerciale. Sono stati finanziati quattro progetti nel 2015 che si concluderanno entro il mese di ottobre 2016. Per la tematica sostegno alle fasce deboli della popolazione due progetti hanno sviluppato strumenti di sostegno e tutela alle famiglie in condizioni di vulnerabilità e povertà. Il primo si è occupato di formare i propri operatori di sportello per fornire informazioni e assistenza sul fenomeno del sovraindebitamento, in particolare sugli strumenti e le modalità di composizione della crisi previste dalla legge 3/2012 attraverso la collaborazione con l’organismo di composizione della crisi dell’Ordine degli avvocati di Milano. Un’altra attività per migliorare l’assistenza anche ai cittadini con disabilità cognitive nell’interlocuzione con istituti di credito, finanziarie, aziende di recupero crediti: è stata fatta la formazione degli operatori sul linguaggio facile da leggere, in collaborazione con ANFAS. Il secondo progetto ha riguardato la messa in campo di iniziative per la gestione e distribuzione alle famiglie in difficoltà di eccedenze di prodotti alimentari, la collaborazione alla diffusione della pratica del last minute in campo alimentare, la formazione della nuova figura di operatore volontario di welfare in campo consumierista, azioni di informazione e educazione sulla gestione delle spese di acquisto per diffondere la pratica del bilancio familiare. Per la tematica tutela nei settori servizi pubblici il progetto ha l’obiettivo di favorire la partecipazione civica nella valutazione della qualità dei servizi di pubblica utilità e orientare le aziende e la Pubblica Amministrazione ad erogare i servizi ponendo al centro il cittadino consumatore. Le attività finora realizzate hanno visto lo svolgimento di un sondaggio preso ai cittadini con due metodologie: una con la somministrazione diretta di questionari presso gli sportelli dell’associazione e l’altra con il CD il sistema CATI di interviste telefoniche. I dati raccolti dai due sondaggi sono stati confrontati e inseriti in un database. Il sitoattiviperlaqualità.it fornisce informazioni sul progetto e consente di partecipare al sondaggio in corso di esecuzione compilando il questionario, ed iscriversi alla community per dare la propria opinione su argomenti di interesse generale oggetto di futuri sondaggi. Per le tematiche di tutela in ambito commerciale il progetto ha trattato le nuove modalità di acquisto di beni mobili e immobili come rent to buy ed ha prodotto un vademecum sul dato finanziario e sul contratto rent to buy, analizzando dieci tipologie contrattuali, pagine web sui siti delle associazioni attuatrici dov’è possibile utilizzare un calcolatore per quantificare il costo reale del bene acquistabile con queste modalità e visionare video informativi. Interventi illustrativi sono stati svolti anche negli spazi televisivi locali messi a disposizione da Corecom Lombardia. Grazie. Presidente Pietro FORONI Grazie alla Vice Presidente Magoni per l’illustrazione che mettiamo agli atti. Quindi termine fino a martedì per eventuali osservazioni o richieste di raccomandazioni relativamente a questo parere, che porteremo in votazione giovedì prossimo. Prego. Consigliere Stefano BUFFAGNI Solamente, se magari per giovedì prossimo riusciamo a sapere chi ha gestito, appunto, il progetto “We for you” di Expo 2015. Presidente Pietro FORONI Mettiamo agli atti la richiesta. Va bene. Sì. Una risposta veloce, prego. Il rappresentante della Giunta. Dott. R. LAMBICCHI D.G. “Sviluppo Economico” Tutte le associazioni dei consumatori presenti nel Comitato regionale consumatori e utenti, tutte le 17 che sono nel Comitato hanno partecipato. 23 Presidente Pietro FORONI Grazie, dottore. Chiudo qui la seduta. Prego di fare entrare gli auditi. Io mi devo assentare. Ci sarà la Vice Presidente Magoni. Grazie. Il Presidente FORONI, da ultimo, non essendovi altri argomenti da trattare, ringrazia tutti gli intervenuti e chiude i lavori alle h. 12.00. Hanno partecipato ai lavori della seduta: i seguenti Consiglieri componenti della Commissione IV: Componenti: Presidente: Pietro FORONI Vice Presidente: Lara MAGONI Mario BARBONI Enrico BRAMBILLA Stefano BUFFAGNI Daniela MAININI Salvatore Carlo MALVEZZI Donatella MARTINAZZOLI Sabrina MOSCA Claudio PEDRAZZINI Mauro PIAZZA Fabio PIZZUL Fabio ROLFI Dario VIOLI Lega Lombarda Lega Nord Padania Maroni Presidente Partito Democratico della Lombardia Partito Democratico Movimento 5 Stelle Con Ambrosoli Pres. – Patto civico Lombardia Popolare Lega Lombarda-Lega Nord-Padania Forza Italia – Popolo della Libertà Forza Italia Lombardia Popolare Partito Democratico della Lombardia Lega lombarda – lega Nord - Padania Movimento 5 Stelle (4) (4) (4) (4) (4) (5) (4) (4) (6) (5) (4) (5) (3) (5) Risultano assenti alla seduta i Consiglieri componenti della Commissione: Maria Teresa BALDINI Jari COLLA Francesco DOTTI Daniela MARONI Onorio ROSATI Marco TIZZONI Gruppo Misto Lega Lombarda – Lega Nord Padania Fratelli d’Italia-Centrodestra Nazionale Maroni Presidente Partito Democratico Maroni Presidente E’ presente il Consigliere Roberto ANELLI in sostituzione del Consigliere Jari COLLA ai sensi dell’art. 27, comma 4, del Regolamento generale. E’ inoltre presente il Vice Presidente del Consiglio regionale Sara VALMAGGI e il Consigliere Jolanda NANNI ai sensi dell’art. 26, comma 4, del regolamento generale. Sono presenti l’Assessore all’Università, Ricerca e Open Innovation Luca DEL GOBBO e per la D.G. il prof. Alessandro Venturi dell’Università di Pavia e la Dott.ssa L. Garofalo; per la D.G. Sviluppo Economico il Dr. R. Lambicchi. Sono presenti per il Comune di Sesto San Giovanni il Sindaco M. Chittò, l’Assessore V. Montrasio e la Delegata del Sindaco F. Bassoli. E’ altresì presente il Prorettore alla terza missione dell’Università di Pavia, F. Svelto. 24 IL PRESIDENTE (Pietro FORONI) IL CONSIGLIERE SEGRETARIO (Dario VIOLI) LA RESPONSABILE DELLA POSIZIONE ORGANIZZATIVA (Nella MOSCON) IL FUNZIONARIO VERBALIZZANTE (Roberto CHIANINI) Allegato:ordine del giorno 25 IV Commissione permanente - Attività produttive e occupazione Giovedì 13 ottobre 2016 Ore: 10.00 Seduta di Commissione con l’intervento dell’Assessore all’università, ricerca open innovation sul PDL 314. Ore: 11.15 Audizione in merito alla situazione produttiva e occupazionale degli stabilimenti Grove e Ledeen della società Cameron Italy srl di Voghera (PV) con: la proprietà, le OO.SS, la RSU, Confindustria di Pavia, Provincia di Pavia e il Comune di Voghera. O.D.G. DELLA SEDUTA DI GIOVEDÌ 13 OTTOBRE 2016 TRATTAZIONE RELATORE 1 Comunicazioni del Presidente 2 Approvazione del processo verbale n. 24 del 06 ottobre 2016 3 PDL N. 314 “Lombardia è Ricerca”. Atto di iniziativa Presidente Giunta Assegnazione: 03/08/2016 4 Audizione con il Comune di Sesto San Giovanni e con il prorettore alla Terza missione dell’Università di Pavia in merito al PDL 314 “Lombardia è Ricerca” 5 PAR N. 104 Programma delle iniziative di tutela dei consumatori e utenti 2016 - 2018 Atto di iniziativa di Giunta Assegnazione: 26/09/2016 Data Scadenza: 26/10/2016 REFERENTE Lara MAGONI 6 Proposta di Risoluzione del Sindacato Italiano Librai SIL-Confesercenti in merito alle azioni a sostegno della categoria librerie e cartolibrerie. REFERENTE Lara MAGONI REFERENTE Mauro PIAZZA