32/146-149 Neurotech/TecnoNews

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32/146-149 Neurotech/TecnoNews
TECNOLOGIA
PIONIERI / PARLA JEFF HAWKINS
Il pc oggi
è un po’
nervoso
Simulare la corteccia cerebrale.
E i suoi algoritmi. Per creare computer
che funzionino come la mente umana.
La sfida di uno scienziato
di Arianna Dagnino
I
Le macchine
imparano
a intuire e
a prevedere
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gie portatili più intelligenti per gli standard
odierni, il PalmPilot e lo smartphone Treo,
e con una passione ancor più viscerale del
suo amore per i computer: lo studio del
cervello. Perché, ricorda egli stesso, «l’intelligenza è l’ultima grande frontiera terrestre della scienza».
Secondo Hawkins più che la parvenza
umana, quella che va replicata e fornita alle macchine, affinché siano capaci di performance come quelle umane, è la modalità di funzionamento della nostra intelligenza. Il che ovviamente richiede la profonda e reale comprensione dei segreti del
cervello e della sua attività: un obiettivo,
questo, a cui Hawkins pensa da un quarto
di secolo. «Ma 25 anni fa non avevo i mezzi finanziari per potermi dedicare in toto
agli studi neurologici», spiega lui. Dopo
aver creato PalmPilot e Treo, ha ottenuto
le risorse per fondare nel 2002 il Redwood
Neuroscience Institute (RNI), un
ente dedicato alla ricerca scientifica sul cervello e in particolare
sulla neocorteccia.
Gli studi di Hawkins, oggi condensati nel libro “On Intelligence” (Times Books), lo hanno por-
Sopra: opera dedicata al cervello umano
dell’artista Robert Foster. A destra:
encefalogramma. In basso a sinistra:
il neuroscienziato americano Jeff Hawkins
tato alla formulazione di una sua personale teoria dell’intelligenza (da lui definita
“struttura mnemonico-predittiva”) che,
se confermata, renderebbe l’avvento delle
macchine “davvero intelligenti” ben più
vicino di quanto finora immaginato. «La
parte superiore del cervello è composta di
sei sottili stratificazioni e suddivisa gerarchicamente; riceve, in modo continuo e
parallelo, gli input dai sensi e dai centri del
“cervello inferiore”. Poi li immagazzina
per crearsi propri modelli del mondo. È in
questi modelli che, sotto forma di memoria, confluisce tutto ciò che sai e che hai imparato», spiega Hawkins: «Sono questi
modelli che consentono al cervello di produrre continuamente previsioni sugli
eventi futuri, che si tratti di linguaggio,
matematica, proprietà fisiche degli oggetti o situazioni sociali». In altre parole, secondo Hawkins la base della nostra intelligenza fa perno sull’abilità di fare previsioni sul futuro, partendo dal ricordo. Il
cervello cioè sarebbe un grande esperto in
pronostici che si avvale di un’enorme caL’espresso
Obiettivo Superman
Se Jeff Hawkins studia il cervello umano per creare macchine intelligenti, c’è anche chi lo sta
facendo per creare esseri umani con prestazioni intellettive potenziate. È Zack Lynch, direttore
di NeuroInsights, società di consulenza per la valutazione dell'impatto delle neurotecnologie
e autore del libro di prossima pubblicazione “Neurosociety: How Brain Science Will Shape
the Future of Business, Politics and Culture” (Neurosocietà: come le scienze del cervello
plasmeranno il futuro del business, della politica e della cultura): «Stiamo per entrare nell’era
dei “neuroceuticals”, farmaci creati grazie al connubbio tra informatica e medicina che saranno
in grado di elevare le nostre prestazioni cognitive, emotive e sensoriali». Grazie a essi, dice
Lynch, potremo pensare, apprendere, ricordare e prendere decisioni meglio e con più efficacia
e saremo anche in grado di essere più “sensibili” (cioè con antenne più potenti attraverso
i nostri sensi) nei confronti di ciò che ci circonda. Se oggi i farmaci che agiscono sul cervello
sono soprattutto strumenti per combattere ansia o depressione, in futuro la neuroscienza
ci darà strumenti per essere più intelligenti, più efficienti, più brillanti e competitivi.
Foto: Frommann - Laif / Contrasto, AP
n tre anni di vita un bambino arriva a
padroneggiare la lingua madre mentre
i computer, con alle spalle 50 anni di
programmazione, tuttora stentano a
riconoscere il linguaggio umano. In
una frazione di secondo i nostri occhi
distinguono un gatto da un topo, ma il
più potente dei cervelloni elettronici ha bisogno di minuti anche solo per provarci.
Allora avremo mai macchine davvero intelligenti, capaci di mimare il modo di elaborare pensieri e informazioni proprio degli esseri umani? «Sì, ma si tratterà di macchine molto diverse dai robot o dagli androidi a cui ci hanno abituato i film di fantascienza. Non avranno cioè bisogno di replicare per intero la natura umana, i suoi
movimenti, i suoi istinti. Si tratterà, come
dire, di intelligenze disincarnate». Parola
di Jeff Hawkins, computer scientist noto al
mondo per averci dato due delle tecnolo-
pacità di memoria; non sempre ci azzecca,
ma impara, adattandosi, dagli errori che
compie e dai feedback che gli arrivano dall’ambiente.
Questo approccio teorico potrebbe spiegare molti processi ancora inspiegabili: il
modo in cui si attiva la creatività, il senso
di consapevolezza, la tendenza ai pregiudizi e così via. «La creatività, per esempio», dice Hawkins, «è abilità nel predire
per analogie. Quindi ci si può allenare a essere più creativi: devi lasciar vagare la tua
18 agosto 2005
mente, dare al cervello tempo e spazio per
scoprire la soluzione. Risolvere un problema significa cercare un modello già immagazzinato nella propria neocorteccia che
sia analogo al problema attuale. E se questo si rivela particolarmente ostico, il modello mnemonico-predittivo suggerisce di
trovare un modo diverso di esaminarlo così da aumentare la probabilità di scorgere
un’analogia con un’esperienza già vissuta.
Ovvero: prendi le varie parti del tuo problema e disponile in modo diverso, lette-
ralmente e figurativamente. Io lo faccio
anche con le tessere delle lettere quando
gioco a Scarabeo. E poi cerco di scoprire se
queste dinamiche possono essere replicate
nelle macchine».
Hawkins è convinto che prendendo come
modello di riferimento la sua teoria sulla
“memoria predittiva” si potrà dar vita alla prima generazione di macchine intelligenti: «Questione di una decade, forse meno». L’importante, dice, è capire che si
tratta nella sostanza di un problema
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TECNOLOGIA
TecnoNews
a cura di Alessandro Gilioli
Gadget di moda
computazionale da risolvere operando a
metà strada tra la biologia e la computer
science. Il vero nocciolo della questione è
infatti individuare gli algoritmi - comuni a
tutta la neocorteccia cerebrale - con cui il
cervello processa allo stesso modo i diversi input sensoriali per creare i vari modelli
di mondo. Una volta fatto ciò sarà possibile costruire computer in grado di mimare il funzionamento della corteccia cerebrale, di usare le esperienze per analizzare
nuove situazioni e fare previsioni.
Hawkins è così sicuro che si sia vicini alla soluzione del problema da aver creato
lui stesso una start-up, la Numenta, destinata a tradurre le sue teorie in termini
elettronici e a produrre i primi computer
che riproducono l’intelligenza umana. La
sua febbre visionaria sta anche galvanizzando la business community californiana, tanto che ora la neurotecnologia è il
nuovo mantra della Silicon Valley per una
nuova era di sviluppo e grandi successi:
Neurotech: una
scienza a metà
tra la biologia
e l’informatica
A destra: simulazione ludica delle reazioni
umane durante un “viaggio interplanetario”
al museo della scienza di Tolosa, in Francia
«L’approccio promosso da Hawkins potrebbe cambiare in maniera radicale il
modo in cui funzioneranno i computer di
prossima generazione», commenta
Harry Saal, veterano della Silicon Valley
che ha deciso di sostenere finanziariamente Numenta.
«Ci sono ancora molte cose da chiarire,
ma i fondamentali sono al loro posto», dice Hawkins: «Non ci vorrà molto: ho già
con me un gruppo di programmatori che
stanno lavorando in questa direzione.
Uno di questi, ad esempio, ha appena messo a punto un semplice sistema di memoria predittiva per l’identificazione dei tratti di penna». Basta mostrare al programma 90 semplici linee disegnate, che raffigurano per esempio un elicottero o un cane, perché il sistema impari a identificare
altri disegni dello stesso oggetto, anche se
rappresentati male o solo abbozzati. Un
sistema che potrebbe rivelarsi utile anche
per il riconoscimento della voce o delle
immagini facciali.
«Nessuno prima di Hawkins aveva osservato così bene il funzionamento del cervello nel suo insieme, cercando di comporre in un’unica figura tutti i singoli tasselli. Hawkins ci ha fornito un grande qua-
Monitor vanesio
di Riccardo Drago
na donna sembra indecisa sul
vestito da indossare per andare
in ufficio: che cosa mi sono
messa ieri? Immediatamente
dallo specchio arriva la risposta: l’immagine della donna stessa con gli
abiti indossati, giorno per giorno, durante la settimana precedente. Una delle tante applicazioni di Miragraphy, il nuovo
gadget realizzato da Hitachi, che lo commercializzerà in Giappone a partire dal 30
settembre: specchio hi tech che non solo
riflette le immagini, ma è in grado di funzionare anche come monitor. Così ci si
può truccare guardando le news o sele-
U
Cellulari
dro, sebbene ancora a bassa risoluzione.
La sua vision è destinata a dare il via a tutta una nuova serie di esperimenti», dice
Ajay Bakshi, consulente McKinsey intenzionato a portare la teoria sulla memoria
predittiva di Hawkins in seno alle grandi
aziende farmaceutiche per accelerare lo
sviluppo di nuovi farmaci. ■
SMS CON LA VOCE
a Samsung ha presentato il cellulare dotato di funzione “speech to text”, ovvero la possibilità di “parlare”
con il telefonino che provvede automaticamente a
convertire quanto detto in testo. Le possibili applicazioni sono numerose e accattivanti: per esempio i messaggi ricevuti in
segreteria potranno essere letti anziché ascoltati, evitando coIl cellulare Samsung
sì il frequente imbarazzo di non avere carta e penna a porta“speech-to-text”. In
basso: una scena dal
ta di mano per annotare un dato o un numero telefonico; gli
film “Kinsey”. In alto:
Sms potranno essere dettati evitando l’uso dei tasti minuscoprova di un vestito
li; interessante può rivelarsi anche l’uso a mò di “dittafono”
ovvero prendere sul momento appunti vocali da rileggere poi con comodo. Per ora
i modelli di cellulare con questa innovazione - il P207 e l’A890 - verranno distribuiti
solo negli Usa ma la funzione di riconoscimento vocale sarà presto disponibile anche sul cameraphone SCH-S250, oggi disponibile sul mercato coreano e in arrivo in
Italia nel corso del 2005.
Stefano Gulmanelli
L
On Intelligence
(www.onintelligence.org):
il sito di riferimento
dell’omonimo libro
di Jeff Hawkins, ricco di
informazioni e interessanti
spunti di riflessione. Nel
suo forum si dibattono
anche questioni relative
all’utilizzo dei sistemi
avanzati di riconoscimento
vocale e visivo, in grado di
discernere il parlato anche
in luoghi rumorosi o di
notare la differenza tra
chi bussa alla porta con un
mazzo di fiori e chi cerca
di forzarla con un piede di
porco. «Immaginate l’utilità
di sistemi
intelligenti che
monitorando
l’attività su
una spiaggia
attraverso
delle
videocamere siano in grado
di identificare un bagnante
in difficoltà che sta
chiedendo aiuto o
che siano in grado
di riconoscere attività
terroristiche sospette su
una piazza o in un metrò»,
spiega Hawkins a chi gli
contesta la totale perdita
di privacy a cui tutto
ciò rischia di portare.
Brain Maps
(www.brainmaps.org): un
atlante digitale di immagini
ad alta risoluzione delle
varie sezioni di cervello
di una scimmia, collegato a
un ricchissimo database on
line sulle attività neuronali
dei primati. Per gli esperti
un ottimo strumento per
cercare di capire anche la
struttura e il funzionamento
del cervello umano e, in
futuro, di cervelli artificiali.
Cognitive Liberty
(www.cognitiveliberty.org):
il sito del Center for
Cognitive Liberty & Ethics
(CCLE),
dedicato alla
protezione e
all’avanzamento della
libertà di pensiero in un
mondo presto dominato
dalla presenza delle
neurotecnologie. Come
vi sentireste, chiedono al
CCLE, se foste arrestati e
vi facessero un’impronta
digitale del vostro cervello
(“brain fingerprint”)? Se
foste obbligati a prendere
una medicina in grado di
controllare il vostro sangue
e cercare molecole di
sostanze illegali? Se foste
accusati di un crimine e
forzati a prendere sostanze
psicoattive mentre siete
sotto processo?
CogNews
(http://cognews.com/): sito
che raccoglie notizie legate
alle ricerche in campo
neurologico, e in particolare
neurotecnologico, anche
molto estreme. Come
quella intitolata: “Sarebbe
legale fare la mappatura
del cervello
di un terrorista
arrestato?”,
pubblicata dal Social
Science Research Network.
In sostanza, le tecniche
di tortura tradizionali
potrebbero diventare
obsolete se durante un
interrogatorio iniziassero
a venire utilizzate
tecniche
di risonanza
magnetica
funzionale
del cervello per
carpire i pensieri
e gli stati
d’animo segreti
dei detenuti.
Brain Wave
Generator
(www.bwgen.com): un sito
che propone un generatore
di onde cerebrali che
chiunque può scaricarsi
sul proprio computer e
utilizzare anche in cuffia
attraverso il proprio lettore
di Mp3. Generando quelli
che tecnicamente vengono
definiti “binaural beats”
(battiti biauricolari: quando
cioè un tono è ascoltato
con un orecchio e un altro
tono lievemente diverso è
ascoltato nell'altro, mentre
il cervello produce un terzo
tono che pulsa alla
frequenza della differenza
tra i due toni), si può
modificare la
frequenza delle onde
elettriche del proprio
cervello portandolo a
stati di rilassamento
o di estrema
attenzione. Il suono
così prodotto e la
relativa stimolazione
visiva aiutano a entrare
in stati di meditazione,
prepararsi a momenti
di stress o particolarmente
impegnativi, incrementare
le proprie capacità di
apprendimento, alleviare
problemi d’insonnia ed
emicranie, e via di questo
passo per 20 programmi
speciali di “trasporto”
neuronale. Chi l’ha
provato dice che funziona.
Foto: AFP / G. Neri, I. Waldie - Getty / L. Ronchi, SPL / G. Neri (2), Stone - Getty / L. Ronchi, Webphoto
Intelligenza artificiale in Rete
Questi i siti Internet
su cui è possibile
approfondire le tematiche
riguardo allo sviluppo
della neurotecnologia
zionare cataloghi di abiti vedendo che effetto farebbero su
di sé: proprio così, perché lo
specchio è dotato anche di telecamera, in grado di riprendere, catalogare e utilizzare l’immagine dell’utente. La capacità di leggere codici a barre e
targhette a radio frequenza, lo
rende ideale per i negozi d’abbigliamento: basterà avvicinare il cartellino di un abito allo specchio per
avere informazioni su prezzo, taglie e colori disponibili. E magari anche per indossarlo virtualmente.
Dvd
Quando l’America temeva il sesso
Kinsey
di Bill Condon (Fox).
La vicenda del biologo Alfred Kinsey, autore nel
1948 d’uno studio sulla
sessualità negli Usa che suscitò scandalizzate reazio-
ni. Efficace ritratto di un
paese percorso dall’isteria
maccartista.
Spettacolo di varietà
di Vincente Minnelli (Warner).
Un ballerino a fine carriera tra fiaschi trionfi. Capolavoro di Minnelli ed il miglior risultato di Fred
Astaire. Due dvd. Negli
extra, un corto, un documentario sul regista e lo
speciale “Tutti a bordo”.
La legge del desiderio
di Pedro Almodóvar
(Lucky Red).
Un noto regista gay ha una
relazione con un giovane
violento, il quale finirà per
commettere un delitto per
motivi di gelosia. Mélo geniale e survoltato, in bilico
tra trasgressione, grottesco
e romanticismo. Buono il lavoro su immagine e sonoro;
negli extra, trailer, cast, filmografie. Francesco Troiano
Non solo cyber
La sfida di Rupert
di Franco Carlini
Perché mai il magnate dell’intrattenimento,
Rupert Murdoch, ha deciso di investire
la ragguardevole somma di 580 milioni
di dollari per acquistare il sito Web
chiamato MySpace in attività da soli
due anni e dal fatturato quasi inesistente?
Eppure non siamo più ai tempi delle follie
della New Economy. Il realtà il 74enne
australiano sembra avere visto giusto e già
agli inizi dell’anno aveva segnalato il suo
cambiamento di opinione rispetto alla Rete:
l’abbiamo sottovalutata, i giornali (lui ne
ha molti) continueranno a perdere copie,
i giovani vanno in Rete, dobbiamo parlare
a loro, o meglio dar loro la parola.
MySpace ha oggi 20 milioni di utenti
ed è un classico social network: luogo
di pagine personali, di incontri di lavoro
e di divertimento. Nacque attorno
agli appassionati di musica, ma oggi
lega e collega persone e temi i più diversi.
È talmente importante che alcuni film
e dischi lo hanno scelto come veicolo
principale delle loro campagne. In Italia
il corrispettivo più significativo è
superEva.com del gruppo Dada, con più di
un milione 600 mila abbonati alla sezione
“Incontri” (la più frequentata, ma ce ne
sono altre tematiche). Sembra dunque
che alla fin fine, dopo tanto sociologico
discettare sulla Community come spazio
pubblico, molti si accontentino di comunità
labili dove appendere un curriculum
di lavoro, fissare appuntamenti fuggitivi o
esibire le proprie forme. C’è chi lo fa anche
sui cellulari della 3, ottenendo alcuni
centesimi per ogni filmato delle proprie
nudità da altri scaricato. Nulla di male
per carità: pur di essere in rete Murdoch,
così bigotto, si è comprato un sito
trasgressivo, Vincenzo Novari di H3G
deve andare in Borsa al più presto, Dada
viene premiata in maniera lusinghiera
dal mercato mobiliare italiano. La Rete è
anche questo, senza infamia e senza lode.
[email protected]
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