Terezin - Mondadori Education

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Terezin - Mondadori Education
Terezín
Terezín, prima di essere un ghetto
Il posto che chiamiamo “Terezín” non nacque come paese e nemmeno
come ghetto. Nacque come fortezza. Tra il 1780 e il 1790 venne costruito
dall’esercito austriaco a 60 chilometri da Praga, lungo il fiume Ohre. Era un
luogo fortificato con speciali “bastioni”, ossia muri molto spessi e fossati
profondi. Dentro la fortezza c’erano tanti edifici quadrati, più o meno tutti
uguali e ciascuno con un cortile interno: negli edifici vivevano e dormivano
circa 4000 soldati.
Terezín era circondato da alte mura a forma di stella con tante punte. I
soldati avevano previsto anche un sistema per riempire d’acqua i fossati e
addirittura per allagare tutte le campagne intorno alla fortezza.
Quando, diversi anni dopo, finirono le guerre, la fortezza non ebbe più
motivo di esistere. Rimasero alcune caserme con i soldati, ma Terezín si
trasformò poco per volta in un normale paese. E cominciò a essere abitato da
civili.
I nazisti al potere
In Germania, nel 1933 salì al potere il Partito Nazionalsocialista (chiamato
anche “partito nazista”), guidato da Adolf Hitler.
Tra le altre cose, i nazisti dividevano gli esseri umani in razze, proprio
come si fa per i cani, e proclamavano l’esistenza di due tipi di persone
diverse.
Da un lato i veri tedeschi, quelli di razza pura. Dall’altro tutti quelli che
secondo i nazisti non facevano parte di quella razza pura: gli ebrei, i rom e i
sinti (i nazisti li chiamavano “zingari”), quelli che non credevano nel nazismo
(i nazisti li chiamavano “lavativi”), quelli che avevano problemi fisici o mentali,
quelli che non avevano usanze o tradizioni uguali ai nazisti.
Oggi sappiamo bene che le razze umane non esistono e che gli esseri
umani hanno tutti gli stessi diritti.
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Ma ottant’anni fa le idee violente del partito nazista ebbero molto successo
in Germania e Adolf Hitler prese il comando della politica tedesca.
I nazisti erano profondamente razzisti ed erano anche molto avidi, ossia
volevano avere molto potere e molto denaro. Sapevano bene che attaccare
gli ebrei li avrebbe portati a ottenere quello che desideravano.
Tra il 1933 e il 1939, i nazisti in Germania imposero numerose leggi contro
gli ebrei: agli ebrei erano negate molte libertà, per esempio quella di sposarsi
con persone non ebree, frequentare scuole pubbliche, possedere un
negozio…
Era purtroppo solo l’inizio.
Ai nazisti non bastava che gli ebrei venissero umiliati e allontanati: avevano
deciso che gli ebrei europei dovevano essere uccisi tutti.
Chiamarono questa decisione “la soluzione finale”. A distanza di tanti anni, la
distruzione degli ebrei d’Europa venne chiamata anche “Shoah”.
Terezín all’arrivo dei nazisti
Nel 1939 l’esercito nazista invase alcune nazioni europee, dando inizio alla
Seconda Guerra Mondiale.
Con la scusa che in quei territori vivevano cittadini di lingua tedesca, la
Germania nazista invase anche uno Stato che si chiamava Cecoslovacchia, e
ne occupò due regioni: la Boemia e la Moravia. In Boemia si trovava la
capitale della Cecoslovacchia, Praga (oggi capitale della Repubblica Ceca):
in città i nazisti imposero presto le leggi contro gli ebrei che avevano già
applicato in Germania.
In quel periodo ebbero inizio le deportazioni di ebrei, cioè il trasferimento
delle persone contro la loro volontà: gli adulti e i ragazzi, i bambini e i vecchi,
tutti vennero costretti ad abbandonare le loro case per essere ammassati in
luoghi scelti dai nazisti.
La guerra continuava e la Germania invadeva territori sempre più vasti. Là
dove i nazisti arrivavano, cominciava subito dopo la deportazione. E ovunque
i nazisti andavano, preparavano luoghi per ammassarvi gli ebrei. Spesso
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questi luoghi erano chiamati “campi di transito”, proprio perché servivano a
far transitare, cioè passare, gli ebrei. Ma a transitare verso dove?
Verso i “campi di concentramento” (cioè luoghi dove le persone venivano
uccise dopo essere state costrette a lavorare come schiave) in Germania o in
Austria o verso i “campi di sterminio” (dove le persone venivano uccise senza
scampo) in Polonia.
Riassumendo: i nazisti prima imposero le leggi contro gli ebrei, poi li
costrinsero ad abbandonare le case, poi li trascinarono a forza nei campi di
transito, e da lì li deportarono verso i campi di concentramento o sterminio.
Terezín diventa ghetto
Anche a Praga successe tutto questo agli ebrei. E il luogo che venne scelto
come campo di transito fu proprio Terezín, perché le sue fortificazioni
permettevano ai nazisti di trasformarlo in una specie di prigione soltanto
chiudendo tutte le porte di accesso.
Gli ebrei praghesi venivano costretti ad abbandonare le loro case:
potevano portare con sé soltanto una valigia pesante al massimo 20 chili.
Per trasformare il paese in un campo di transito, i nazisti fecero uscire dalle
loro case tutti gli abitanti di Terezín. Là dove abitavano circa 5000 persone, i
nazisti misero dai 30 ai 40 mila ebrei.
Ma gli ebrei non occupano meno spazio: l’affollamento a Terezín divenne
presto insopportabile, c’erano pochi metri quadrati per ogni persona e
pochissimo cibo.
Gli ebrei dormivano in grandi camerate, su letti a castello a tre o quattro
piani. Si mangiava pochissimo: poca zuppa e un po’ di caffè ogni giorno. Le
persone morivano di fame, morivano di malattie, morivano perché uccise dai
nazisti senza nessuno scrupolo e senza alcun motivo.
Tra gli ebrei c’erano anche tanti ragazzi e bambini.
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Perché Terezín si chiamava “ghetto”?
I ghetti erano solitamente quartieri chiusi all’interno di grandi città, oppure
interi piccoli paesi, dove gli ebrei erano costretti ad abitare. Il ghetto più antico
è quello di Venezia, ed è anche uno dei più famosi al mondo. Circa duecento
anni fa i ghetti vennero chiusi per sempre e gli ebrei poterono prendere casa
ovunque volessero.
Per realizzare il loro progetto di distruzione degli ebrei d’Europa, i nazisti
ripristinarono l’idea dei ghetti, e costrinsero gli ebrei a vivere di nuovo in certe
zone. I ghetti del passato servivano solo a controllare gli ebrei, mentre i ghetti
nazisti erano molto peggiori e servivano a radunare gli ebrei e a deportarli
verso i luoghi di sterminio.
I ghetti più tristemente famosi durante la Shoah furono quello di Varsavia,
di Cracovia, di Lwow e di Lodz, tutti nell’Europa dell’Est. Anche Terezín venne
chiamato “ghetto” per gli stessi motivi: è il ghetto più a ovest di tutti.
Terezín diventa campo di propaganda
È strano dirlo ma i nazisti erano anche degli abili ingannatori. Mentre
procedevano con la deportazione degli ebrei, cercavano di ingannare la
gente, i giornali, le altre nazioni, perché tutti credessero che quello che stava
succedendo non fosse così grave.
Perfino gli ebrei dovevano essere ingannati, e dovevano credere che i
nazisti li avrebbero solo sfruttati per lavorare e mai uccisi. La realtà era ben
diversa: i nazisti erano molto violenti, erano veri assassini.
Però l’inganno serviva a mantenere un po’ di calma e faceva in modo che a
meno persone venisse in mente di scappare o di provare a ribellarsi.
Per ingannare tutti, ai nazisti serviva un luogo da mostrare al mondo per
dire: Vedete? Qui gli ebrei non stanno così male». Il luogo scelto fu Terezín.
Agli inizi del 1944 i nazisti, per alcune settimane, costrinsero gli ebrei del
ghetto ad abbellire tutto: sistemare e pulire le strade, sistemare i dormitori,
fare in modo che ogni cosa sembrasse migliore. Gli ebrei furono nutriti un po’
di più e a loro furono concesse alcune libertà prima inimmaginabili: fare
musica, teatro, scrivere, ritrovarsi per giocare…
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I nazisti realizzarono molte fotografie e perfino un film girato nel ghetto:
l’inganno aveva funzionato e le immagini mostravano persone
apparentemente normali che vivevano piuttosto bene, avevano tempo per
leggere e divertirsi, coltivare l’orto, fare passeggiate.
Ma poche settimane dopo la fine delle riprese, i nazisti deportarono tutte le
persone che erano state filmate: donne, uomini, bambini, vennero schiacciati
nei treni e portati ad Auschwitz, un campo di sterminio e concentramento che
non lasciava alcuno scampo.
La musica a Terezín
Molti ebrei praghesi e tedeschi deportati a Terezín avevano studiato musica
prima di essere trascinati via dalla loro città. Nelle valigie da deportati erano
riusciti a portare in ghetto molti strumenti musicali: clarinetti, violini, sassofoni,
e perfino qualche strumento più grande, come un violoncello.
La musica fu per loro una specie di amica: serviva ad alleviare la
sofferenza, a far dimenticare la nostalgia per qualche minuto, a dare coraggio
e speranza.
A Terezín era esistita fino a pochi anni prima della guerra una fabbrica di
strumenti musicali, la Zalud.
Spesso gli ebrei possedevano gli strumenti di quella marca, li avevano
suonati a Praga in libertà e poi portati con loro nel ghetto.
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La fine del ghetto, la fine della guerra
Dall’autunno del 1944, i nazisti decisero di deportare tutti gli ebrei di
Terezín un po’ per volta verso il campo di Auschwitz. Tutto avvenne come
sempre con i treni merci: gli ebrei vennero portati lontano, a est, in Polonia.
Pochissimi ritornarono a casa, alla fine della guerra: la maggior parte venne
uccisa ad Auschwitz.
Anche moltissimi ragazzi e bambini persero la vita in quei luoghi di orrore.
Ne erano passati circa 15 000, a Terezín: alla fine della guerra ne erano
rimasti in vita 142, ossia solo uno su cento era potuto tornare a casa.
Il 5 maggio del 1945 i nazisti abbandonarono il ghetto. L’8 maggio
arrivarono i soldati dell’Armata Rossa, l’esercito dell’Unione Sovietica che era
in guerra contro la Germania. In ghetto c’era pochissima gente,
quel giorno, e quasi tutti erano malati.
Terezín oggi
Oggi il ghetto si è di nuovo trasformato ed è tornato a essere un paese
come gli altri: c’è un sindaco, una popolazione di circa 3000 abitanti. Due
musei molto belli ricordano quello che è successo agli ebrei in quel luogo.
Passeggiando in quelle strade, in certe giornate, si riesce ancora a sentire
qualcosa, come quando finisce l’ultima nota di un concerto e la sua eco
rimane nell’aria ancora per un po’.
INVALSI
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