Sintesi dei Capitoli 10

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Sintesi dei Capitoli 10
L’uomo non può vivere senza amore
L’uomo desidera l’amicizia. L’uomo è fatto per amare e per essere amato.
Giovanni Paolo II afferma: "L’uomo non può vivere senza amore. Egli rimane per
se stesso un essere incomprensibile, la sua vita è priva di senso, se non gli viene
rivelato l’amore, se non s’incontra con l’amore, se non lo sperimenta e lo fa
proprio, se non vi partecipa vivamente" (Giovanni Paolo II, Lettera apostolica
Redemptoris hominis, 10). L’uomo è nato per e dall’amore. Veramente "è l’amore
che fa esistere" (M. Blondel). "Amare qualcuno significa dirgli: Tu non morirai"
(G. Marcel). Per amore siamo nati; per amore viviamo; essere amati è gioia della
vita; non esserlo e non saper amare è infinita tristezza. "Chi non ama rimane
nella morte" (1Gv 3,14). "Se c’è in me una certezza incrollabile, essa è quella che
un mondo che viene abbandonato dall’amore deve sprofondare nella morte, ma
che là dove l’amore perdura, dove trionfa su tutto ciò che lo vorrebbe avvilire,
la morte è definitivamente vinta" (Marcel G., Homo viator, Paris 1944,189). "La
vita è solo se Tu Mi chiami amore" (Ambra Angiolini). Si voglia o no tutti "siamo
in cerca d’amore": "E non buttarti giù se ti è finito un amore/ sarà soltanto un
colpo in più/ un altro esercizio del cuore/ una ragione in più per ritornare a
cercare qualcuno che da qualche parte c’è/ Siamo tutti quanti in cerca d’amore/
lupi solitari con un grande cuore/ E non pensarci su c’è tempo per ricordare/ la
vita non si ferma qui/ e poi il cuore sa ricordare" (Lupi solitari, Ivana Spagna).
L’amicizia è come l’olio benevole della vita. E’ buona, utile, stimolante e
calmante. Oserei dire che l’amicizia è necessaria. Poiché l’assenza di
comunicabilità, l’introversione, il ripiegamento su se stessi generano l'egoismo.
L’egoismo è la più alta barriera dell’amicizia.
L’egoista è inabile all’amore!
L’uomo si sente realizzato nell’amicizia, ed è in essa che l’uomo conosce meglio
se stesso. L’uomo è persona, cioè è capace di entrare in dialogo. L’uomo
necessita di un tu. Il dialogo è parte integrante della persona, una sua vocazione
originaria: si entra in se stessi, ci si scopre, ci si comunica, ci si progetta, ci si
scopre rapportati agli altri... Ognuno di noi si è sentito legato a determinate
persone. Dio creando l’uomo ha posto, nel suo cuore, un desiderio immenso
d’amore; potremmo dire con Agostino: "Hai fatto il nostro cuore per Te (per
l’amore), ed inquieto è il nostro cuore finché non riposi in Te (nell’amore)"
(Agostino, Confessioni 1, 1).
L’amicizia è un impegno grande. L’amicizia è un impegno concreto perciò non
bisogna banalizzare l’amicizia: "Con un uomo ‘qualsiasi’ non aprire il tuo cuore,
perché non abbia a portar via il tuo bene" (Sir 8,22). Invece il buon amico non
ha prezzo. "Un amico fedele è una protezione potente e chi lo trova, trova un
tesoro. Per un amico fedele non c’è prezzo". (Sir. 6,14-15a). Proprio per questa
sua preziosità l’amico può essere considerato un patrimonio personale: "L’Amico
- disse Stevenson - è un regalo che facciamo a noi stessi". Sant’Agostino
sosteneva che "gli amici sono un’anima in due corpi" (Agostino, Confessioni I,
IV, c. 6, 2).
Appunti a cura del Prof. Francesco Pisano ad uso interno…
Sintesi dei Capitoli 10°, 25° e 26° del Libro Pisano F., Nel Cuore della trinità, Grafiti - Napoli 2000
L’importanza del volto dell’Altro e degli altri
La prima cosa che una persona nota dell’altro è certamente il suo volto, aspetto
oggi ripreso da molti teologi, filosofi…
Nel cuore di ogni uomo c’è un desiderio innato: scrutare con i propri occhi il
volto dell’amato.
E si ama in maniera concreta! Non con belle parole, ma con gesti veri d’amore.
C’è una frase in un libro di don Lorenzo Milani, in cui i ragazzi dicono: "Le
professoresse (parlano della scuola), sono come i preti e le puttane, amano tutti
e non amano nessuno" (Milani L., Lettera a una professoressa, Fiorentina
176,41). Non si può essere professionisti dell’amore … l’amore universale non
esiste; l’unico amore che esiste è l‘umile e concreto: fatti di gesti veri! "El que
ama se compromette hasta el final- Colui che ama si compromette fino in
fondo" (proverbio America Latina).
L’uomo è fatto a immagine e somiglianza di Dio (Gn 1, 27), per tale motivo il
volto dell’altro è il volto dell’Altro (Dio). Egli "nel volto dell’altro ci visita e ci
attira verso un esodo senza ritorno... L’altro è ‘traccia’ dall’Altro" (Levinas,
Totalità e infinito. Saggio sull’esteriorità; nonchè La traccia dell’altro, Napoli
1979). Quali conseguenza ha nella quotidianità? L’incontro con l’altro viene visto
come ostacolo alla mia libertà. … L’altro deve essere calpestato, umiliato perché
possa l’"io" trionfare sul "tu", l’uomo si chiude nel proprio egoismo. Questo, nella
letteratura, viene ri-proposto come "l’uomo che si guarda". … Ritorna in mente
un personaggio della mitologia greca. Narcisio: "guarda se stesso, si specchia, si
compiace, si arresta, si innamora di una immagine. Narcisio [...] non conosce né
alterità né differenze... Le limpide acque di quel lago sono statiche, senza
storia, senza futuro: il contrario delle acque della piscina di Siloe, sempre in
attesa di un domani da afferrare nel momento, nell’oggi [...]. Il contrario di
Narcisio [...] è Gesù (Gentiloni F., Il volto e l’immagine, Marietti, Genova 1989,
84).
L’egoismo è la più alta barriera dell’amicizia, l’egoista è inabile all’amore. L’uomo
chiudendosi in se stesso va contro la sua stessa natura, poiché l’uomo è, per sua
natura, un "essere relazionale". "L’uomo non è fatto per vivere solo" (Fide et
ratio, 31); "Nessun uomo è un’isola" (Thomas Merton). L’uomo è stato definito
un "essere con gli altri" (Martin Heidegger), ha bisogno di rapportarsi agli altri
per conoscersi e realizzarsi. Il testo sacro drammatizza la ‘solitudine
dell’uomo’. Fin dai primi albori della creazione, al primo Uomo mancava il calore
di una persona a lui simile. Sarà Dio stesso a donare all’uomo la compagna di
viaggio (cf. Gn 2,18-22).
Chi renderà l’uomo capace di amare?
Il Profeta di Gibran ha intuito la grande risposta: "Quando ami non dire: Ho Dio
nel cuore, ma piuttosto: Sono nel cuore di Dio" (Il profeta, Milano 19833,30).. E’
Lui che ci contagia l’amore, è Lui che inizia in noi quello che noi non saremo mai
capace di iniziare. Per dirla con Agostino: "Nulla maior est ad amorem invitiatio,
quam prevenire amando- Non c’è invito più grande all’amore che prevenire
l’amore" (De Catechizandis rudibus, 4,7). Dio amandoci ci rende capaci di amare.
Dio contagia, in noi, il dono dell’amore: amati cominciamo ad amare. … Non
temere di perderti, abbi il coraggio di donarti... scoprirai l’amicizia...
Appunti a cura del Prof. Francesco Pisano ad uso interno…
Sintesi dei Capitoli 10°, 25° e 26° del Libro Pisano F., Nel Cuore della trinità, Grafiti - Napoli 2000