Corrispondenza di Monica 2 - Parrocchia dello Spirito Santo
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Corrispondenza di Monica 2 - Parrocchia dello Spirito Santo
Punto Cuore Benedetto XVI Berlino - Germania Seconda lettera Monica Attanasio Giugno 2010 Cari amici, è da molto che non vi scrivo e me ne scuso. In questo lungo periodo ho avuto molte domande a cui non sapevo rispondere e per questo non riuscivo a scrivervi. Mi sono molto interrogata sul perché io fossi qui: perché a Berlino; perché in Punto Cuore; cos’è che cerco con tutta me stessa; cos’è l’amicizia per me; cosa sono io senza amici. Ho cercato profondamente il mio volto. Le mie domande non sono finite ma alcune hanno avuto risposta con altre domande. Ho adempiuto ad una chiamata. Perché proprio in Punto Cuore? Perché il modo di vivere di questo movimento corrisponde a qualcosa che è ascritto in me: un luogo dove la mia personalità si svela naturalmente ed è appagata. La realtà è presa sul serio, ogni gesto infatti ha un valore preciso: nulla è trascurato. Tutto cosi ha un significato più grande nel suo insieme e lo sguardo si allarga, diventa pregnante: penetra fin dentro le persone e le situazioni. Le piccole azioni o quelle grandi hanno la stessa valenza; tutto sta’ da cosa le spinge ad essere, cosa le fa nascere: fare una scoperta nucleare o donare un fiore a qualcuno hanno lo stesso valore o possono non averlo entrambe. Tutto è inutile se non è spinto dall’amore e tutto è utile se è l’amore che le fa nascere. Questo posso dirlo grazie al lavoro che ho trovato; sono assistente di laboratorio e faccio delle cose apparentemente inutili e vuote in un completo silenzio, mentre prima a Napoli facevo molte cose utili per la società e per la mia carriera professionale; ma qual è la vera differenza? Posso guadagnare il mondo e non avere in realtà nulla e posso fare nulla e avere in mano la ragione che spinge il mondo. Una cosa per me molto difficile nella vita in Punto Cuore è l’adorazione quotidiana di un’ora: è l’ora più lunga della giornata; ed è quest’ora che ha sconvolto tutto, in cui le azioni prendono senso o lo perdono. Nella misura in cui sono presente all’Eucarestia che lo sono anche agli altri e nelle azioni che compio. Mi hanno chiesto in molti quali attività svolgiamo ecco, non è 1 un movimento attivo ma contemplativo: essere coscienti di sé e della miseria che si è; relazionandosi ascoltando il silenzio che ognuno porta: l’ascolto e l’attesa sono infatti, attitudini permanenti in comunità. Berlino è un nuovo luogo, dove le persone hanno difficoltà a relazionarsi con semplicità e spontaneità, e noi possiamo fare solo dei piccoli passi verso la libertà dell’altro e attendere; vedere nel volto di chi ci è accanto il proprio volto, il volto di chi ci ha chiamati a venire qui, ed ecco che l’amicizia ci costituisce, non fa altro che corrispondere a qualcosa che già esiste in noi e lo libera. ‘… Tutti quelli che sono in una casa così, nella misura in cui vi partecipano, sono capaci, se si trovassero da soli, di creare la comunità dove sono; perché nessuno è solo … Una compagnia attraverso la quale siamo veramente liberi … Non si rinnega niente di quello che ci attira’1 Voglio parlarvi adesso di alcuni amici che mi hanno colpita: Michele è un traduttore che cortesemente ha tradotto il mio curriculum e il mio attestato di laurea in tedesco quasi gratuitamente; ha moglie e due figli ma ognuno, vive da solo in un monolocale, lui anche vive da solo da trent’anni, questa forte solitudine l’ha portato a vivere in un mondo tutto suo, infatti è difficile relazionarsi con lui, conosce molte lingue e molti romanzi dell’alta letteratura a memoria e non ha nemmeno un amico. Giovanna, una ragazza venuta a Berlino per studiare filosofia, anche lei vive da sola, va all’università e alla parrocchia italiana, non ha alcun amico: quando non ci si relaziona più non si sa nemmeno più come ci si relaziona, si perde completamente il contatto con la realtà e con se stessi, e più si è in questo stato più non si hanno amici. Quasi tutti i nostri amici vivono da soli, ma col tempo l’amicizia diventa più profonda, diventa più vera; alcuni di loro si aspettano da noi solo argomenti mistici o astratti perché abbiamo una vita di preghiera e siamo in Cit. Giussani Luigi, Si Può Vivere Così, uno strano approccio all’esistenza cristiana, Rizzoli, Milano, 2009 1 2 una missione cattolica, si sorprendono quando ci vedono vivere normalmente; hanno un profondo distacco da ciò che è reale e ciò che credono sia spirituale, infatti le due cose non possono essere divise, è difficile per loro comprendere che non c’è nessun interesse nella nostra amicizia; non riescono ad accogliere infatti gesti spontanei o i più banali; un piccolo esempio: oggi pomeriggio a messa ho salutato una vecchietta che vedo tutti i giorni a messa, l’ho salutata perché era da un po’ che non andavo in questa chiesa e prima ci incrociavamo tutti i giorni da quattro mesi e per me era bello rivederla. Lei si gira, mi sorride e non risponde al saluto ma mi dice sorpresa: “Ma io non la conosco!” Ho semplicemente salutato e lei n’è rimasta colpita. Vi saluto adesso, spero di ricevere anche vostre lettere che mi fa piacere sapervi vicino, vi abbraccio ad uno ad uno assicurandovi la mia preghiera come fino ad adesso. Nel link potete vedere alcune foto mie e della comunità. http://picasaweb.google.com/jean.marie.porte La vostra Monica Monica Attanasio POINTS-CŒUR/OFFENES HERZ Richardstrasse 111 12043 Berlin Neukölln +49 (0)30 68 08 44 11 www.heartshome.org 3