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SI MANGIANO LA CITTÀ E LA CHIAMANO BELLEZZA A dargli retta, sembrerebbe una vera e propria ossessione. Dall’anno scorso siede a Palazzo Vecchio un sindaco che si dice amante della bellezza. Un nemico implacabile, a suo dire, di quell’”inciviltà” che rovinerebbe Firenze, una delle città più belle del mondo. Un fiero avversario delle cacche dei cani e delle cicche per terra, delle buche nelle strade e delle scritte sui muri. Il San Giorgio del Decoro contro il Drago del Degrado. “Degrado chiama degrado, bellezza chiama bellezza” sentenzia l’alfiere Matteo Renzi, e la questione si chiude. Servono regole condivise, rispettate da tutti. Non imbrattare i muri, pagare il biglietto dell’autobus, osservare la precedenza ai semafori, tenere al guinzaglio il cane... Del resto, di tutto ciò che ci avvelena la vita, degli affitti che ci rapinano, delle banche che ci strozzano, della polizia che ci sfratta, degli inceneritori che ci avvelenano... Matteo Renzi non parla. E fa bene, dal suo punto di vista. Perché Matteo Renzi ne è uno dei principali responsabili. Se si esprimesse, almeno una volta, su delle questioni concrete, sarebbe costretto a deporre quella sua insopportabile faccia di culo. Rivelandosi per quello che è: un verme reazionario al servizio dei poteri forti, intento a costruire una città a misura di interessi ben precisi. Servono regole condivise, rispettate da tutti. Ambulanti inseguiti dalla polizia a San Lorenzo. Il mercatino multietnico vandalizzato senza preavviso dalla municipale. I senza-dimora pestati dagli sbirri a Santo Spirito. Ordinanze contro i mendicanti. Il più alto numero di sfratti in Italia. Nuove telecamere, camionette dell’esercito. Ma il vero problema sono le scritte sui muri. Servono regole condivise, rispettate da tutti. Presto la svendita del patrimonio pubblico per un piatto di lenticchie. Le lenticchie investite per riarredare le strade dei ricchi. Un milione di euro ai complici di via Tornabuoni. Sgomberi di centri sociali e case occupate. San Salvi venduto ai privati e trasformato in quartiere residenziale. Palazzi a rischio di crollo per la stazione del TAV. Una nuova pista all’aeroporto, milioni di euro e cemento buttati per far volare i manager. Il centro sventrato per costruire una metropolitana. Ma il vero problema sono le cacche dei cani. Servono regole condivise, rispettate da tutti. Tavolini ovunque, eleganti dehors, che per certe strade non riesci neanche a passare. Poli espositivi, ipermercati, cemento su cemento, ma tasse allucinanti per i banchi della verdura. Mercati rionali minacciati di scomparsa, da sostituire con lucrose cittadelle del gusto e parcheggi. Disperati braccati dalla polizia, da relegare nelle galere e nei CIE. Lavoratori braccati dai prezzi e dagli affitti esosi, da relegare nelle periferie. Ma il vero problema è la sosta selvaggia. Degrado chiama degrado. Bellezza chiama bellezza. Ma soprattutto, Bellezza chiama Denaro. Perché, non fatevi ingannare, Matteo Renzi è un sindaco. E un sindaco non lavora per voi, per noi, per la città di tutti. Matteo Renzi lavora solo per la sua corte, per la città dei potenti. Per la Confindustria e la Cassa di Risparmio, per la Federalberghi e la Astaldi, per il Monte dei Paschi e l’Associazione Centro Strozzi, per i Giovanni Gentile, i Ferruccio Ferragamo, i marchesi Antinori, i David Fischer. QUELLI CHE STANNO DIVORANDO LA CITTÀ. I quartieri “riqualificati”, i muri muti e riverniciati, le strade ripavimentate, libere da escrementi e mendicanti... non saranno godute da voi, cari cittadini mai stanchi di farvi prendere per il culo. Nell’era del capitalismo senza frontiere e senza vaselina, anche la città è una merce da vendere, e chi vi abita vale meno delle cacche che la impestano. Un centro storico ripulito, ridipinto e rileccato è la civetta per attrarre e favorire gli investimenti delle multinazionali, quelle stesse che tutti i giorni ci sfruttano, sfrattano, avvelenano, licenziano, cementificano, bandiscono. Tutto qua. Servono regole condivise, rispettate da tutti. Vietato occupare, vietato protestare, vietato urlare la propria rabbia sui muri. Guai a buttare le cicche per terra, a mangiare per strada. Educazione, decoro. Che i ricchi rispettino ― a calci in culo ― la miseria dei poveri. Che i poveri rispettino, in ginocchio, lo sfarzo dei ricchi. Il resto è degrado. Contro la città dei padroni, che urli la rabbia sociale. fip: Firenze, P.zza Brunelleschi, 1 - 07/06/2010 Anarchici