SITO WEB - Kkienn Budo Club

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TENSHIN SHODEN KATORI SHINTO RYU
L’ARTE DELLA SPADA
La scherma con la spada, con la Katana. Una disciplina affascinante,
precisa, magnifica. I valori universali dello spadaccino, “uomo abile,
misurato, cortese” e quelli specifici del lontano Giappone: “Arte della
Guerra, Arte della Pace”.
Il Tenshin Shoden Katori Shinto Ryu fu fondato nella metà del XV° secolo
dal Samurai Iizasa Choisai Ienao (1387/1488), presso l’antichissimo
santuario di Katori, nella attuale prefettura di Chiba, a Nord di Tokyo.
Subito ebbe grande fama di stile efficace e completo e formò dei guerrieri
che erano non solo eccellenti spadaccini, ma anche filosofi, artisti e uomini
di pace.
Attualmente, questa disciplina, la più antica scuola di Arti Marziali
esistente, è considerata “tesoro culturale” del Giappone.
La pratica si basa sull’esecuzione di azioni in coppia di tecniche di combattimento, eseguiti
con varie armi classiche, come la Spada, il Bastone, la lancia a lama curva, la lancia a lama
diritta, la doppia spada e la spada corta. Gli insegnamenti avanzati comprendono, altre a
tecniche particolari, studi di filosofia, strategia, medicina ed altre materie.
Imparare il Katori Shinto Ryu significa imparare i principi dalla scherma, la coordinazione, il
tempismo, il ritmo e la distanza. Si coltiva la concentrazione, il senso dell’azione, la
chiarezza del pensiero. Simile ad altre discipline più note, l’alto equilibrio dei suoi
movimenti riequilibra e promuove l’energia interna. Inoltre è un vero studio, dall’interno,
delle radici culturali della civiltà giapponese.
Nei tempi moderni il Katori Shinto Ryu è stato insegnato agli occidentali grazie all’azione
dei Maestri Sugino Yoshio, Mochizuchi Minoru ed Otake Ritsuke.
In Italia il Katori Shinto Ryu è diffuso dalla Associazione Italiana Katori Shinto Ryu, con
sede a Milano, associazione a cui è affiliato il Kkienn Budo Club.
L’associazione segue gli insegnamenti del Sugino Dojo di Kawasaki, diretto da Sugino
Yukihiro Shihan, IX Dan Menkyo Kaiden.
APPROFONDIMENTI
STORIA E LEGGENDA
SEICENTO ANNI DI ARTE E DI COMBATTIMENTO
Il Tenshin Shoden Katori Shinto Ryu è la più antica scuola di Arti Marziali giapponesi
attualmente esistente. Il suo nome comunica un fascino particolare per chi pratica le Arti
Marziali, mosso in questa sua pratica anche dalla volontà di ricerca, il desiderio di fare
qualcosa di più che rincorrere una vittoria sportiva o scaricare la propria tensione per
ottenere un generico rilassamento. Per chi vuole andare oltre il semplice conseguimento
della capacità di offendere e difendere. Praticando questa disciplina ci si riallaccia ad una
genealogia ininterrotta di guerrieri, indietro nella storia fino al mito.
Il Fondatore: la sua prima vita.
Iizasa Ienao nasce nel 1387 nel villaggio di Iizasa nella prefettura
di Chiba. Si tratta di una regione a Est di Tokyo, affacciata nella
stessa baia della metropoli, un territorio che, dalla riva del mare si
protende verso l’interno, in direzione Nord-Est. Oggi il villaggio si
chiama Tako-machi e si trova sulla moderna strada che da Narita
porta verso il capo Inubo. Il padre di Ienao era un "Goshi", un
guerriero appartenente ad una famiglia collocata tra le piccole
nobiltà di campagna; per questo Ienao sensei fu presto addestrato
al maneggio delle armi, distinguendosi, ancora giovanissimo, nella
spada e nella lancia. Divenne rapidamente un modello tra tutti i
Samurai del clan Chiba e, impiegato sul campo di battaglia, non
conobbe alcuna sconfitta in tutti i suoi combattimenti. Il suo nome divenne noto e
rispettato per tutto il Giappone, cosi fu chiamato a Kyoto, l’antica capitale, per diventare
insegnante di scherma del futuro Shogun Ashikaga Yoshimasa. La carica di Maestro di
spada a corte era un incarico di grande prestigio e di forte influenza politica. Ienao sensei
si dimostrò ben all’altezza, soddisfacendo il suo prestigioso allievo che gli offrì di
riconoscere il suo stile ufficialmente, appena divenuto lui stesso Shogun. Ma, salito al
potere, Yoshimasa si distinse subito per inoperosità e cattivo governo, per cui Ienao sensei
decise di staccarsi e, rifiutando onori e ricchezza, si ritirò nelle sue terre. Ci troviamo nel
pieno del periodo Muromachi (1338-1573), il periodo più caotico e sanguinoso della storia
giapponese, contraddistinto da una guerra continua tra i vari signori locali. Tra gli Shogun
Ashikawa, Yoshimasa fu uno dei più imbelli, come politico e statista. In compenso, fu un
grande mecenate per le arti. La provincia di Chiba fu coivolta in una lotta per il potere
scatenata da un altro Ashikaga. Il clan a cui apparteneva Ienao sensei fu sconfitto e
distrutto. Allora si ritirò dalla vita politica attiva, a circa cinquantasei anni, possessore una
florida ricchezza. Infatti, nel ritirarsi, usò le sue risorse per donare un migliaio di koku (un
koku = 180 litri – reddito annuale di una famiglia di contadini) di riso al santuario di Katori
ed eresse il tempio Shintokusan Shinpuku-ji a Myamoto-mura presso Otsuki, ed anche a
questo concesse una dote di un migliaio di koku di riso.
La formazione religiosa e culturale di Ienao sensei è
legata alla tradizionale religione giapponese SHINTO (la
via degli Dei), ma anche al buddhismo esoterico della
setta "SHINGON", dottrine che influenzeranno molto
tutte le sue future opere.
Iizasa Ienao sensei si ritirò nella campagna di
Umekiyama, vicino al grande santuario Shinto di Katori.
Cinquantasei anni erano una età avanzata e venerabile
per quei tempi, segnati dalla durezza e violenza della
vita. Il guerriero non immaginava di certo che la parte
più meravigliosa e produttiva della sua esistenza
dovesse ancora venire.
La Rivelazione
Ienao sensei si era dunque ritirato presso il santuario di Katori e viveva quella mezza età,
allora considerata una vita assai avanzata, nella tranquillità. Godeva certamente di molto
prestigio e rispetto nei dintorni, aveva con se un certo numero di seguaci, anche se non
possiamo essere certi che insegnasse attivamente alcuna Arte Marziale. Probabilmente non
era l’unico ex-guerriero che viveva la sua “pensione” presso quel particolare santuario, ed
è possibile pensare con sicurezza che uomini simili erano considerati dei maestri spirituali,
dei saggi da cui imparare, dei richiami per gente desiderosa di apprendere dalla loro
esperienza. Un giorno uno dei “discepoli” di Ienao sensei, dovendo lavare un prezioso
cavallo del suo maestro, lo portò presso una delle tante fonti che sgorgavano presso il
santuario e lì svolse il suo compito. L’animale, robusto e in ottima salute subito iniziò a
soffrire e rapidamente morì. Ienao sensei osservò questo fatto, interpretandolo come un
intervento noumenico, un effetto della misteriosa volontà di Futsu-Nushi-No-Mikoto, il dio
del santuario, e l’intensa esperienza lo condusse ad un più alto grado di introspezione e
potere spirituale. Ienao sensei, sessantenne all’accadere di questo fatto, si dedicò ad una
severa pratica spirituale, decidendo di compiere mille giorni di adorazione quotidiana
presso il santuario del dio. Mentre la maggioranza delle persone si sarebbero chiuse nella
pratica ascetica come preparandosi alla morte, Ienao sensei accoppiò alla esperienza
religiosa un rinnovato e duro impegno nella esecuzione degli esercizi marziali, gli stessi
che lo avevano accompagnato già in tutti i suoi giorni. Nella sua intuizione certamente
pensava che il dio dei guerrieri non poteva essere onorato o compreso come le altre
divinità, solo con la meditazione statica e con la preghiera. Durante questa lunga pratica,
Ienao sensei ebbe la visione personale del dio Futsu-Nushi-No-Mikoto, apparsogli sotto le
spoglie di un ragazzo. Questa visione, che ricorda simili episodi nella mitologia degli eroi
celtici e mediterranei, accadde a Ienao sensei mentre si riposava, seduto su un basso
ramo di un vecchio prugno, meditando sull’allenamento appena compiuto nel vicino
spiazzo. Il giovane offrì al maturo guerriero un libro, un rotolo intitolato “ Mokuroku Heio
Shinsho”, che conteneva delle istruzioni divine sul tema della tecnica e della strategia in
combattimento, quindi disse all’uomo: "Sei destinato a diventare un grande maestro, per
tutti gli esseri umani che vivono sotto il Sole"
La consegna o la scrittura di un testo sacro sono il punto di partenza delle religioni più
diffuse e potenti della Terra. Ienao sensei, con grande saggezza, si limitò ad aprire una
sua scuola di Arti Marziali, rivedendo la sua esperienza e le sue intuizioni al vaglio degli
scritti divini.
La seconda vita: la scuola
Ienao sensei ribattezzò se stesso “ Choisai” e chiamò la sua scuola Tenshin Shoden Katori
Shinto Ryu. Questo nome significa, circa: “La Scuola della Via del Dio del santuario di
Katori di autentica Tradizione Divina". Il programma della scuola comprendeva tutte le
discipline che allora impegnavano il guerriero sui campi di battaglia. Esse sono: il Kenjutsu
(l’arte della Spada), lo Iai-Batto Jutsu (l’arte di sfoderare velocemente la Spada e tagliare),
il Ryoto Jutsu (arte dell’uso delle due Spade), il Kodachi Jutsu (arte della Spada corta), il
Bo Jutsu (arte del Bastone lungo), il Naginata Jutsu (arte della Lancia a lama curva), lo
Yari Jutsu (arte della Lancia a lama diritta), lo Shuriken Jutsu (arte del lancio dei dardi) e
lo Ju Jutsu (arte della Flessibilità, forma di combattimento senz’armi). A queste discipline si
affiancavano degli insegnamenti non solo fisici, come il Ninjutsu (arte dello spionaggio
militare e del controspionaggio, cioè come braccare ed eliminare i Ninja), il Senjutsu (arte
della Tattica) e il Chikujo Jutsu (l’arte delle Fortificazioni). Inoltre vi erano delle altre
discipline e lo studente di questo Ryu riceveva lezioni di astronomia, di geografia,
imparava la filosofia cinese dello Yin e Yang e dei cinque elementi o movimenti.
L’apprendimento, graduale e a livelli, comprendeva tecniche “note e palesi” e tecniche
“oscure e segrete” come la maggioranza delle scuole di Arti Marziali di quel periodo. Il
Katori Shinto Ryu ebbe presto la nomea di scuola efficace, robusta e profonda. Nonostante
l’età avanzata Ienao sensei si occupava in prima persona dell’allenamento ed era un
formidabile combattente. Ovviamente, come da usanza, riceveva spesso visite di altri
combattenti di altre scuole o di guerrieri di passaggio che venivano per sfidarlo. Essendo
soprattutto un uomo “di cuore” con troppa esperienza di sangue versato per volerne
versare ancora, Ienao sensei ricorreva ad un incruento sistema per dissuadere i suoi
sfidanti e, allo stesso tempo, attrarli verso la sua scuola. Quando il postulante veniva di
fronte al Maestro lanciando la sua richiesta, la sfida, Ienao sensei accettava, pregando il
suo interlocutore di voler prendere prima una bevanda, del Te, con lui. Quindi faceva
portare una stuoia di paglia che veniva collocata su una alta predella di sottili e leggere
liste di bambù, disposte a maglie estremamente larghe. Quindi Ienao sensei saliva sulla
stuoia ed iniziava i preparativi necessari per la cerimonia de Te. Allo sbalordito
interlocutore gli occhi sporgevano dalle orbite: la predella non solo non si rompeva sotto il
peso dei Maestro, ma nemmeno si incurvavano le liste e la stuoia rimaneva perfettamente
piana. A questo spettacolo allo sfidante, che Ienao sensei aveva invitato a salire accanto a
lui per bere il Te, non rimaneva che comprendere l’abilità del Maestro di fronte a lui,
estesa ben oltre l’aspetto fisico, ed accettarne la supremazia, richiedendo umilmente di
diventare suo allievo.
Ienao sensei raggiunse la venerabilissima età di centodue anni, morendo nel 1488, nel
quinto giorno del quinto mese. Lasciò numerosi scritti ed insegnamenti sull’Heiho, la
strategia, che lui stesso chiamava, ispirandosi al significato cinese degli ideogrammi, la
“Via della Pace Armoniosa”.
I Successori di Ienao sensei e i fondamenti del Tenshin Shoden Katori Shinto Ryu
A Iizasa Ienao ryuso successe suo figlio primogenito e, poi, di seguito, ogni primogenito,
di generazione in generazione, fino ad oggi. Negli anni oscuri che furono, per le Arti
Marziali, quelli che dettero inizio all’epoca Meiji (1868), accadde che il diciottesimo CapoMaestro Shuri-no-Suke Morisada non trovasse tra i suoi figli nessuno interessato ad
addestrarsi per continuare l’insegnamento del Ryu. Probabilmente, dati i tempi di
cambiamento, non ritenne di insistere. Pur rimanendo ai discendenti primogeniti la carica
nominale di Capo-Maestri, furono gli allievi più anziani e capaci della Scuola a mandare
avanti l’insegnamento e permettere la trasmissione. Morisada sensei visse il difficile
periodo della restaurazione Meiji, dove le fazioni in lotta, i sostenitori della supremazia
imperiale e quelli dello Shogunato, tentarono più volte di arruolarlo dalla loro parte, dato il
grande ed indiscusso prestigio di cui godeva il maestro, sia per il suo ruolo di caposcuola
del Katori Shinto Ryu, sia per la sua personale autorevolezza e capacità. Ma Morisada
sensei evitò di schierarsi. Si ricorda come una volta fece un fulmineo sfoggio della sua
maestria, per evitare un sanguinoso scontro tra due gruppi delle due fazioni. Postosi in
mezzo ai due schieramenti, il Maestro tagliò lo stoppino di una lampada a petrolio,
spegnendone la fiamma, con un fulmineo colpo di spada, che recise la calza di vetro della
stessa lampada, senza spostarla minimamente.
Nel panorama dei “Tempi Nuovi” e della “modernizzazione” all’occidentale, bisogna
biasimare i molti maestri di Arti Marziali che fecero spegnere in loro stessi i Ryu da loro
guidati, senza curasi più della successione, causando la dispersione di vasta parte di un
patrimonio culturale inestimabile come valore. La condotta di Morisada sensei può essere
vista come un "mezzo", un espediente che permetteva la continuazione del Katori Shinto
Ryu affidandolo alla capacità e alla buona volontà dei suoi allievi più anziani e capaci.
Questo gruppo assicurò così la tradizione del Ryu, insegnando all’antico Dojo ed
continuando ad accettare allievi in base alla loro volontà e decisione.
La morte di Iizasa Morisada avvenne nel 1898, lasciando la scuola, come abbiamo visto,
senza eredi diretti. Fu chiamato a dirigere la Scuola il suo migliore allievo, Yamaguchi
Kumajiro, che a sua volta morì nel 1918. Si costituì allora un “consiglio di reggenza” degli
Shihan (i capi maestri) allora in carica. Questi erano:
-Motomiya Toranosuke
-Hayashi Yazaemon morto nel 1964 °
-Isobe Kouhei
-Kobuki Sozaemon *
-Ito Tanekichi
*
-Shiina Ichiro
*
-Tamai Kisaburo
*
-Kagata Minosuke
Questi adepti e maestri del Katori Shinto Ryu negli anni dell’espansionismo giapponese
ebbero diversi allievi. Tre di loro sono attualmente riconosciuti come i viventi caposcuola
del Tenshin Shoden Katori Shinto Ryu (o forse, per meglio dire “capo-maestri”, dato che il
titolo, attualmente onorifico, di caposcuola, va al discendente diretto di Choisai Ienao):
-Otake Ritsuke (Dojo di Narita) (allievo di ° nel 1943)
-Sugino Yoshio (Dojo di Kawasaki) (allevo di * nel 1928)
-Minoru Mochizuki (Dojo di Shizuoka) (allievo di * nel 1928)
Minoru Mochizuki sensei e Yoshio Sugino sensei erano degli allievi del Maestro
Jigoro Kano, estremamente capaci ed abili ad imparare, i “giovani leoni” del
Kodokan. Lo stesso Kano sensei aveva intrapreso un opera impegnativa,
salvare dalla scomparsa le scuole tradizionali di Bujutsu, che allora vivevano in condizioni
assai precarie, abbandonate dagli studenti e misconosciute dalla folla, volta verso le novità
che venivano dall’esterno. I due giovani vennero inviati da Kano sensei presso queste
scuole, con il compito di imparare i sistemi e poi farne relazione presso il
consiglio del Kodokan. Mochizuki sensei e Sugino sensei si
appassionarono anche in queste discipline proseguendone lo studio fino a
salire fino ai massimi gradi. Alla morte dei loro maestri ne subentrarono
nella gestione del Ryu, pur insegnando non più nella sola e tradizionale
sede presso il tempio di Katori, ma nei loro Dojo che avevano edificato,
Mochizuki sensei a Shizuoka e Sugino sensei a Kawasaki. Ambedue i
maestri, soprattutto Sugino sensei, ruppero con la parte più chiusa della
tradizione, divulgando parte delle tecniche al pubblico ed accettando,
dopo la guerra, allievi occidentali. Mochizuki sensei e poi Sugino sensei
insegnarono il Katori in Europa, soprattutto in Francia, dove si sono formati diversi ottimi
allievi.
Otake sensei, il più giovane dei tre maestri, allievo di Hayashi Yazaemon, che fu grande
spadaccino e grande bevitore, regge attualmente il Dojo presso Narita, il più vicino al
tempio di Katori. Otake sensei ha contribuito alla diffusione del Katori
Shinto Ryu attraverso l’opera del suo famoso allievo occidentale, Donn
F. Draeger, storico delle Arti Marziali, con diverse pubblicazioni che
mostrano alcune tecniche e parte dell’aspetto filosofico della disciplina.
Esistono delle differenze nella pratica, così come viene tramandata da
ognuno dei tre maestri, in base alla fedeltà di trasmissione o agli
adattamenti che vi hanno apportato, in relazione alla loro esperienza o per naturale
evoluzione. Si tratta di tre persone di grande cultura ed educazione, capaci maestri, che
sanno porgere la propria arte in modo che sia sempre attuale, nonostante siano passati
centinaia di anni dal momento che le stesse tecniche sono state concepite.
Il Ryu
La scuola Tenshin Shoden Katori Shinto Ryu è stata sempre famosa per l’alta qualità degli
allievi che uscivano dai suoi corsi. Corsi tradizionalmente aperti a tutti, ma assai severi ed
impegnativi, molto selettivi. Tra gli allievi della scuola bisogna ricordare Tsukahara
Bokuden, in seguito fondatore del Kashima Shinto Ryu, e il principe Kamizumi Nobutsuma,
fondatore dello Shinkage Ryu e mentore di Yagyu Muneyoshi Sekishusai, a sua volta
fondatore dello Yagyu Shinkage Ryu, più molti altri guerrieri meno famosi in Occidente,
ma che svolsero ruoli di grande importanza nella storia del Giappone, come Takenaka
Hanbei Shigearu, maestro di strategia militare di Toyotomi Hideyoshi (1536/ 1598).
L’insegnamento tradizionale si basava su tre differenti livelli, ognuno dei quali sancito da
un differente diploma. Il terzo poteva essere raggiunto solo dopo il compimento del
quarantaduesimo anno d’età, data considerata in Giappone come il compimento della
maturazione personale. Il secondo grado o "Menkyo" era quello che autorizzava il
praticante a mostrare e combattere con quanto imparato alla scuola. Ai tempi classici
perché l’iscrizione del nuovo allievo venisse accettata, occorreva che lo stesso firmasse il
documento, in cui si impegnava a seguire i precetti del Ryu e ad allenarsi con coscienza e
buona volontà, con il suo sangue.
Le prime forme di apprendimento sono quattro Kata a coppia di
scherma con la spada. Il neofita deve imparare per primo il lato
cosiddetto "vincente", in realtà più facile, dato che è il maestro o
un altro allievo più anziano, il "senpai", a dettare i tempi e i ritmi
attraverso la sua azione nel ruolo di "perdente". Questa prima
serie di Kata prende nome di “Omote no Ken”. Se “Ken” significa
“Spada”, è difficile dare un esatto significato alla parola “Omote”.
In Aikido indica la tecnica che viene sviluppata secondo un movimento diretto, quasi
sempre in anticipo. In altre discipline “omote” è la tecnica palese, rivelata, a cui fa
specchio la tecnica “Ura” o “Okuden”, più elaborata e segreta, che custodisce i principi più
sottili e difficili dello stile. In ogni caso il gruppo dell’ “Omote no Ken” costituisce la base e
la formazione del praticante del Katori Shinto Ryu. L’esecuzione delle quattro sequenze,
che agli occhi dell’osservatore appare come un duello, dove si svolgono varie situazioni,
vantaggi e svantaggi, fino alla conclusione e la vittoria apparente del più giovane
praticante, detto "Kirikomi", sul più esperto o “Uke Dachi”. La pratica costruisce i riflessi, il
senso del tempo e della distanza, dà le direzioni dei tagli e forma il fisico e il fiato ideali
per questo tipo di combattimento. Nella realtà difficilmente avvenivano questi scontri tra le
armi e il duello si risolveva in pochi passaggi. I Kata sono quindi delle successioni di più
scontri riuniti e criptati.
I colpi contenuti nei Kata cercano come bersaglio i punti lasciati
necessariamente scoperti dalle antiche armature, per non rendere
impossibile il movimento. Nonostante la ristrettezza di questi bersagli
un colpo su di loro è fatale, per la recisione dei grossi vasi sanguigni
che vi passano: con un taglio alla giugulare si muore in pochi
secondi, con un taglio al polso, ove non si riesca a bloccare il flusso,
in uno-due minuti. I Kata furono formati quando ancora l’uso delle
armature era generalizzato, essendo in un periodo di guerra
continua. Ora si estende il possibile bersaglio in considerazione del
fatto che non si portano più le armature. Questo soprattutto nel Katori Shinto Ryu della
scuola Yoseikan del Maestro Mochizuki, che ha anche diminuito l’ampiezza di alcuni colpi,
destinati in origine a fendere le armature.
Quasi contemporaneamente a questi primi Kata di scherma con la spada, l’allievo inizia a
imparare altri Kata, questa volta a solo, di Iai Jutsu. Lo Iai è una sottile Arte Marziale dove
si immagina di sfoderare rapidamente la spada ancora inguainata e colpire l’avversario
prima che questi abbia potuto usare la propria arma, o, al contrario, di aspettarne
freddamente il primo colpo per pararlo o evitarlo, e poi portare a propria volta il colpo,
precisamente e sicuramente a buon fine. Si tratta di movimenti dove l’accuratezza, la
coordinazione e, in definitiva, l’eleganza richiedono un duro addestramento e molte
ripetizioni, per essere eseguiti in modo soddisfacente. Nello Iai Jutsu del Katori Shinto Ryu
sono compresi sequenze in piedi ed altre accovacciate nella tipica posizione "Iai Goshi".
Per queste ultime serie esistono alcune spiegazioni: una dice che sono posizioni da
assumere la notte, aspettando nell’oscurità dei nemici che si aggirano intorno, un altra
dice che si tratta di una posizione tipica del messaggero mandato in ambasceria presso il
comando avversario dove, se aggredito, rispondeva fulmineamente da questa posizione,
cercando di portarsi dietro più nemici possibile. Nello Iai sono contenuti anche due punti
fondamentali del Katori Shinto Ryu: sguainare con la massima velocità possibile ed essere
capaci di usare efficacemente la spada con una mano sola. Completano il primo livello
dell’apprendistato altre due serie di Kata: nella prima l’allievo maneggia un Bo o bastone
lungo, nella seconda invece una Naginata, o lancia a lama curva, in ambedue i casi contro
un avversario armato di spada.
Andando avanti, oltre a imparare l’altro lato delle varie sequenze,
l’allievo affronta altre serie di Kata dedicate ancora alla scherma con la
spada, col Bo o con la Naginata, all’uso di due spade o Ryoto, alla
scherma con una spada corta (Kodachi) contro una normale, all’uso
della lancia diritta o Yari. Gli addestramenti superiori comprendono il
lancio di dardi appuntiti o Shuriken Jutsu e, inoltre, una forma di
combattimento disarmato con leve e proiezioni.
I Kata sono le forme di addestramento delle antiche scuole, che evitavano le forme di
combattimento libero, ritenute pericolose per l’incolumità dei praticanti, fonte di vizi e
sensazioni sbagliate. II Kata era un suggerimento del Dio, dunque non può esserci una
pratica migliore.
Le antiche scuole non si limitavano affatto all’insegnamento delle discipline fisiche da
combattimento, ma anche di una quantità di altre materie che completavano la formazione
del combattente. Tra quelle del Katori Shinto Ryu occorre ricordare lo studio dell’ “Heiho”
o strategia, attraverso dei libri scritti dal fondatore Choisai Ienao e l’insegnamento delle
leggi dello Yin-Yang e dei cinque movimenti, attraverso una versione propria del Ryu,
chiamata "In-Yo-Gogyo". Il sistema viene usato per capire il possibile svolgersi degli
avvenimenti e il moto delle energie in un
determinato luogo o situazione, in modo di
conoscerne gli aspetti positivi e negativi.
Continuando lo studio e filtrandolo
attraverso l’esperienza pratica o “marziale” è
possibile arrivare ad una comprensione del
“Mondo” e delle sue leggi. La pratica dell’
“Heiho”,
infine,
comprende
rituali
provenienti sia dal taoismo che dal
buddismo
esoterico,
che
attraverso
talismani, gesti e suoni tendono a evocare le
energie dell’individuo, a magnificarle e
rafforzarle in previsione dello scontro.
II Tenshin Shoden Katori Shinto Ryu appare in definitiva il modello ideale di scuola
storica, con un patrimonio culturale profondo, completo ed affascinante, utile per la
comprensione sia del mondo delle Arti Marziali, sia per raggiungere, attraverso queste,
quel rapporto con la Vita che si anela, ma che nel mondo contemporaneo, coi suoi lustri e
rumori, difficilmente si raggiunge.
Oggi, la scuola di Yoshio Sugino è stata ereditata dal figlio Yukihiro Sugino, che continua
l’insegnamento del padre nel Giappone e nel mondo.
La scuola Yoseikan di Minoru Mochizuki si mantiene viva in piccoli gruppi. La parte più
conosciuta è formata dagli undici kata Omote di Iai, nella forma singola e a coppie (Kumi
Iai Jutsu) all’interno della scuola Aikibudo del maestro Alain Floquet.
IL TENSHIN SHODEN KATORI SHINTO RYU A PALERMO
La pratica del Kenjutsu in Sicilia inizia negli anni ’80, quando il maestro
Amari, all’interno dei suoi studi nella scuola Yoseikan, viene iniziato al
Kenjutsu giapponese. All’interno dello YOSEIKAN BUDO il maestro Amari
impara i kata di IAI e la forma Ken Jutsu Ikkajo della scuola KATORI
SHINTO RYU.
Nel 1996 lo stesso maestro Amari si avvicina più specificatamente alla
scuola del YUISHINKAN SUGINO DOJO partecipando allo stage nazionale
estivo della Associazione Italiana Katori Shinto Ryu a Pallanza-Verbania, seminario diretto
dal Maestro Hatakeyama Goro, IX Dan Menkyo Kaiden.
Da quella data continua lo studio della disciplina
seguendo anche gli insegnamenti dei maestri Luisa
Raini IV Dan, Erik Louw VII Dan, Kumai Kazuhiko. A
Palermo, nel 1997, con l’autorizzazione dell’AIKSR,
inizia ad insegnare il Tenshin Shoden Katori Shinto Ryu
ad un piccolo gruppo di suoi allievi, che crescono col
tempo arrivando a comprendere anche praticanti della
Sicilia Orientale.
Il maestro Amari invita più volte in Sicilia diversi maestri del Katori Shinto Ryu, tra cui
Luisa Raini, Erik Louw, lo stesso maestro Hatakeyama e, più recentemente, Alain Floquet.
Nel 2001 il Maestro Goro Hatakeyama conferisce al maestro Amari il Kirigami Shoden, un
diploma di graduazione tradizionale.
In quegli anni il maestro Amari passa sotto il diretto insegnamento del Maestro Yukihiro
Sugino, successore del padre Yoshio sensei alla guida del Dojo di Kawasaki. Da lui riceverà
il II Dan ufficiale.
Il maestro Amari, oltre al suo studio specifico ed
approfondito con numerosi maestri della scuola,
porta nel suo insegnamento la sua lunga
esperienza tecnica e didattica nel kenjutsu della
scuola Yoseikan di cui è IV Dan, la realtà dei molti
incontri agonistici ad alto livello, e la finezza dello
studio parallelo nell’altra scuola di scherma,
l’HOKI RYU.
I corsi vengono svolti presso l’Accademia di Arti
Marziali – DOJO - secondo i canoni tradizionali.