Deliberazione del Consiglio Provinciale

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Prot. n. 28818 / 01.09.20.10
OGGETTO: Interrogazioni, raccomandazioni, presentazione ordini del giorno e
mozioni.
Presidente: Giuseppe Alpini
Segretario Generale: Gabriele Chianucci
Dei componenti
1) VASAI Roberto
2) ALPINI Giuseppe
3) BEONI Letizia
4) BONCOMPAGNI Sara
5) CAMAITI Maria Pia
6) CANTELLI Mauro
7) CAPPETTI Simonetta
8) CARBONAI Carlo
9) CIVITELLI Oreste
10) DEL BOLGIA Michele
11) GRIGIOTTI Rachele
12) LANDUCCI Alessandra
13) LUCACCI Francesco
14) MANCINI Stefania
15) MANSUETO Martina
16) MARINI Cristiano
17) MARZI Riccardo
18) MAZZONI Vittorio
19) MENCHIARI Valerio
20) MENCHINI Ivo Francesco
21) NICOTRA Alfio
22) PACIFICI Massimo
23) PALAZZO Simon Pietro
24) PELLEGRINI Simone
25) PUOPOLO Lorenzo
26) ROSSI Pier Luigi
27) SANTUCCI Alberto
28) TANTI Lucia
29) VANNI Michelangelo
30) VANNINI Armando
31) ZUCCHINI Pietro
Sono assenti: Beoni – Civitelli – Marzi – Menchini e Rossi.
Servizio: Affari Generali
Allegati: sì
Uffici interessati: Pres.
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Il presidente del consiglio provinciale Giuseppe Alpini, introducendo la sessione
relativa alle interrogazioni, dà la parola al consigliere Michele Del Bolgia
(Partito Democratico), che presenta la proposta di devolvere il gettone di
presenza della seduta in favore dei terremotati di Haiti, alla quale proposta hanno
aderito tutti i gruppi consiliari.
Entra in aula la consigliera Mancini.
L’assessore Andrea Cutini risposta all’interrogazione presentata dai consiglieri
Tanti, Menchini e Rossi sulla questione della Sadam.
Sulla risposta interviene la consigliera Lucia Tanti (caprogruppo Popolo della
Libertà).
L’assessore Francesco Ruscelli risponde ad una interrogazione presentata dal
consigliere Menchini relativamente ai lavori a Ponte alla Chiassa.
L’assessore Rita Mezzetti Panozzi risponde all’interrogazione presentata dal
consigliere Marini relativamente al ridimensionamento scolastico in Valdarno.
Terminate le risposte a precedenti interrogazioni, il presidente del consiglio
chiede ai consiglieri se hanno nuove interrogazioni o ordini del giorno o mozioni
da presentare.
Il consigliere Alfio Nicotra (capogruppo Federazione della Sinistra /
Rifondazione Comunisti Italiani) presenta due interrogazioni: la prima riguarda la
situazione della Valfungo di Sansepolcro, mentre la seconda, che viene
consegnata per iscritto, è relativa alla situazione della sede decentrata di Arezzo
dell’Università degli Studi di Siena.
Il consigliere Francesco Lucacci (Popolo della Libertà) presenta due
interrogazioni: la prima riguarda il carcere di Arezzo, alla luce anche delle nuove
decisioni del Governo centrale, e la seconda è relativa alla installazione di
impianti fotovoltaici o altri impianti ad energia rinnovabile sugli edifici di
proprietà della Provincia e lungo le strade di competenza.
La consigliera Lucia Tanti (capogruppo Popolo della Libertà) presenta tre
interrogazioni: la prima riguarda la nomina della commissione per le pari
opportunità; la seconda è relativa alla situazione della Valfungo e più in generale
della situazione economica della Valtiberina; la terza riguarda la questione della
manifestazione Arezzo Wine.
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La consigliera Sara Boncompagni (capogruppo Italia dei Valori) presenta una
interrogazione sulla questione della Valfungo.
Il consigliere Simon Pietro Palazzo (capogruppo Unione di Centro) presenta una
interrogazione relativamente ai problemi delle società partecipate della Provincia,
riallacciandosi anche all’interrogazione della consigliera Tanti su Arezzo Wine.
Il consigliere Alberto Santucci (Popolo della Libertà) presenta una
interrogazione sulla calamità atmosferica che ha colpito il 5 gennaio i Comuni di
Badia Tedalda, Sestino e Pieve Santo Stefano.
Il consigliere Carlo Carbonai (capogruppo Lega Nord) presenta una
raccomandazione in merito al progetto banda larga nelle aree rurali della
Toscana.
L’assessore Andrea Cutini risponde alle interrogazioni sulla questione della
Valfungo, sulla vicenda di Arezzo Wine e sulle installazioni di impianti a energia
rinnovabile.
L’assessore Francesco Ruscelli risponde all’interrogazione sulla calamità
atmosferica che ha colpito alcune zone della Provincia.
Il testo di tutti gli interventi, trascritto dalla registrazione, è allegato al presente
atto quale parte integrante e sostanziale.
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allegato alla delibera C.P. n.3 del 21.01.2010
consigliere Michele Del Bolgia (Partito Democratico)
Vorrei presentare una proposta, che comunque è già stata accolta da tutto il
consiglio, in favore della tragedia di Haiti. Tutti noi abbiamo assistito impotenti
alla terribile tragedia di Haiti, che ha distrutto un Paese già martoriato da
un'estrema povertà e da calamità naturali. Noi non possiamo rimanere solo a
guardare: la Provincia e molte associazioni del territorio di Arezzo si sono già
attivate per raccogliere e stanziare fondi. Diamo pure tutti noi il nostro piccolo
contributo. Per questo tutti i gruppi del consiglio provinciale propongono di
devolvere in favore del Popolo haitiano il gettone odierno per i consiglieri ed un
corrispettivo per gli assessori, ben sapendo che ciò non basta, ma è partendo da
piccoli gesti che si può creare un percorso di solidarietà responsabile.
Giuseppe Alpini – presidente del consiglio provinciale
C'è qualcuno su questa proposta che vuole prendere la parola? Poi, se no,
ciascuno di voi può aderire o meno, perché c'è libertà in questo senso,
comunicandolo chiaramente alla segreteria.
assessore Andrea Cutini
Una risposta ai consiglieri Tanti, Menchini e Rossi, riguardo alla questione della
Sadam, che in parte è anticipata anche da comunicati, rispondendo all'uscita della
consigliera, del capogruppo del Pdl, alcuni giorni fa. Diciamo che rispondo per
quelle che erano le numerose questioni, ovviamente lasciando aperti gli sviluppi,
perché questa è una questione che com'è noto con la fine dell'anno ha preso in
qualche modo delle nuove strade, che però attendono di essere valutate. Per
quanto riguarda la questione della nuova collocazione, che lei in qualche modo
richiamava, non è al momento decisa, né tantomeno prevista. Si tratta di ipotesi
che il Comune, autorità competente a valutare e proporre, sta studiando e valuterà
insieme ovviamente poi al soggetto proponente. In questo, preciso ancora una
volta che dobbiamo anche distinguere quelli che sono i ruoli dei vari enti che
sono a questo tavolo, tavolo complesso dove ricordo ci sono non solo l'azienda e
Regione, Provincia e Comune, ma anche poi i sindacati e le associazioni agricole.
Quella urbanistica, della collocazione, è una delle questioni dove ovviamente il
Comune ha se non la piena titolarità, però una titolarità particolarmente
significativa. Ciò non toglie che nel momento in cui verranno elaborate delle
proposte i nostri uffici valuteranno attentamente la situazione, anche in ordine a
quelli che sono i nostri strumenti di programmazione.
Per quanto riguarda comunque questa ipotesi, è un'ipotesi che è emersa e che è
alla attenzione in particolare del Comune, ed è emersa nella riunione di fine anno.
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In questa riunione, qualora si proceda in questa direzione, è stato valutato che si
dovrà procedere anche ad una revisione di quello che è stato l'accordo del
dicembre 2007, perché qualora si imbocchi questa strada ovviamente pur
rimanendo fermi alcuni paletti riguardo all'approvvigionamento, alle finalità, alla
rioccupazione soprattutto dei dipendenti, si dovrà anche però procedere a
regolamentare cose che ovviamente erano legate alla vicenda attuale.
Per quanto riguarda la questione del coinvolgimento dei Comuni, che era stato
oggetto anche di attenzione di altre interrogazioni, io ho in qualche modo
riportato anche all'inizio, subito dopo l'estate: i Comuni della Valdichiana furono
interessati da una convocazione fatta dalla Regione, dall'assessore Simoncini,
allorché si valutavano le varie ipotesi.
In quella sede però i Comuni che parteciparono a questa riunione a Firenze, da
questa riunione non emerse una compatibilità tra l'eventuale progetto in qualche
modo delocalizzato e la compatibilità con gli strumenti di governo del territorio
dei Comuni presenti. Non emerse questa compatibilità, quindi c'è stato un
interessamento da parte della Regione e anche degli altri Comuni della
Valdichiana. Quindi la situazione, è evidente che allo stato attuale non ci sono
certezze, né ipotesi, su modifiche tecniche del progetto di centrale, che (lo
ricordo) attengono soprattutto, come proposta, al soggetto, all'azienda, e che noi
ovviamente valuteremo come autorità competente per quanto riguarda il rilascio
della eventuale valutazione di impatto ambientale e autorizzazione, che
valuteremo una volta presentate.
La destinazione urbanistica dell'ex zuccherificio è ipotizzata nell'accordo
regionale del 2007. Ripeto, ipotizzata, ma la sua specificazione era stata rinviata
alla proposta della proprietà di un progetto complessivo, che com'è noto non è
ancora pervenuto, cosa sulla quale io vi ho informato. Quindi su questo allo stato
attuale non è possibile esprimere giudizi. Le ipotesi occupazionali, che sono
quelle che in qualche modo anche nella fine d'anno hanno riacceso anche la
nostra attenzione e preoccupazione, che è stata manifestata sia dal presidente, ma
anche da chi ha rappresentato la Provincia nelle riunioni che si sono tenute in
Regione, è un elemento che in qualche modo (come dicevo prima) ci presenta
delle preoccupazioni. Perché ovviamente siamo orientati con tutti gli sforzi a che
il progetto di riconversione consenta il reimpiego degli operai attualmente in
cassa integrazione presso l'azienda, ma l'altro elemento che ci ha in qualche modo
preoccupato sono le decisioni che ha preso l'azienda proprio nella parte di fine
anno, allorché non ha voluto confermare il regime di ammortizzatori sociali che
aveva garantito negli anni precedenti ai lavoratori. Su questo siamo intervenuti
prontamente, e nella riunione appunto di fine anno abbiamo ribadito che questo
rappresenta una forte turbativa a trovare compatibilmente, insieme, una possibile
soluzione che mantenga e garantisca quelli che erano anche i contenuti
dell'accordo del 2007.
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Su questo la Provincia nelle sedi opportune ha già manifestato questa
preoccupazione, e l’ha individuata come un elemento di turbativa che credo non
aiuti in questo momento a trovare soluzioni positive alla questione. La Provincia,
quindi, si riserva di valutare il progetto e le prospettive occupazionali ed
economiche, le due cose, nel momento in cui queste verranno presentate e
definite, per quelle che sono le proprie competenze. E per quanto possibile anche
di concerto non solo con gli attori che ho prima ricordato, ma anche con le
organizzazioni sindacali e con l'altro pilastro che a noi ha sempre preoccupato,
che è quello della filiera agricola locale. Però su questo, appunto, attendiamo
proposte concrete.
Ciò premesso, è evidente che è impossibile anche dare notizia, tanto meno copia
di documenti, perché allo stato attuale rispetto a questa situazione, che è in
divenire, non esistono punti fermi.
consigliera Lucia Tanti (capogruppo Popolo della Libertà)
La risposta è pertinente e soddisfacente, per questo gruppo. Rimane ovviamente
l'incertezza in merito alla questione in generale, cioè, quando dicevamo che
quella zona lì era una zona non confacente a quel progetto lì, evidentemente
dicevamo forse una cosa che oggi è sotto gli occhi di tutti. Continuo a pensare
che un coinvolgimento, al di là delle singole competenze, venuto fuori anche
nella audizione con la commissione con il presidente, che è qui, cioè la possibilità
di ascoltare comunque un territorio che in qualche modo tutto è coinvolto in
questa scelta, se sarà confermata nella sua dimensione piena, al di là di dove sarà
configurata la centrale, noi continuiamo a ribadire che davvero sia necessario.
Questo lo abbiamo detto e lo abbiamo ripetuto in commissione, c'è una linearità e
una coerenza in questo.
Comunque, al momento mi pare di capire che le tante, le troppe incertezze che
c'erano stanno cominciando a consolidarsi rispetto al punto direi anche
determinante di dove questa centrale dovrebbe essere fatta. Quindi la ringrazio, e
continuo a ribadire che un ascolto di tutti i sindaci e delle categorie economiche
della Valdichiana, indipendentemente dal fatto che è evidente che una variante
urbanistica la fa quel Comune e non un altro, però diventa una questione
importante, andando verso il piano energetico provinciale. E andando anche verso
il fatto che se questa cosa si realizza è evidente che cambia il volto comunque (in
bene o in male, questo lo discuteremo quando sarà il momento) di tutto quel
territorio. Quindi continuo a ribadire la volontà, indipendentemente dalle
posizioni, di capire davvero che volto avrà la Valdichiana se questa cosa dovesse
essere determinata. E anche rispetto ai lavoratori, invece, ringrazio la Provincia
per la presa di posizione di garantire certezza anche per il 2010, visto che
comunque i tempi si prospettano piuttosto lunghi.
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assessore Francesco Ruscelli
Il consigliere Menchini non c'è stamani, però rispondo lo stesso perché la risposta
è breve, e comunque gli ho inviato per e-mail la risposta all'interrogazione che
aveva fatto relativamente a Ponte alla Chiassa. In relazione all'interrogazione in
oggetto, ricordo che effettivamente fu realizzato un incontro tra la Circoscrizione
comunale, tre tecnici della Provincia ed i proprietari interessati al possibile
esproprio. Incontro dove venne presentato ai proprietari il progetto, al fine di
eseguire gli accordi bonari che aprissero la strada alla realizzazione dei lavori di
sistemazione del ponte sul torrente Chiassa, attraverso la realizzazione di una
passerella pedonale e la riqualificazione di tutto il ponte. In quella sede fu data
un’autorizzazione di massima all'esproprio e furono anche sollevate alcune
problematiche dai proprietari stessi, che i tecnici della Provincia hanno recepito
adeguando il loro progetto a quelle che sono le richieste formulate. Nello
specifico, si chiedeva di mettere una protezione non tanto come barriera rumore,
quanto visiva, un intervento comunque di modeste dimensioni.
La Provincia ha pronto il nuovo progetto esecutivo, e per dare corso all'opera
manca la firma degli accordi bonari con i proprietari interessati agli espropri
stessi. Che auspichiamo non abbiano più nessun problema ostativo, dal momento
che le richieste che avevano presentato sono state sostanzialmente accolte, grazie
al concorso di tutti i soggetti interessati. Nella sostanza, questione di pochi giorni
fa, stiamo cercando di definire nei dettagli la questione, per evitare l'esproprio,
andare all'accordo bonario e quindi dare una risposta finalmente a quel ponte, che
da tanto tempo aspetta.
assessore Rita Mezzetti Panozzi
Rispondo al consigliere Marini relativamente al ridimensionamento scolastico in
Valdarno. Lui si riferiva in particolare ad una situazione, che è quella di un
accorpamento un po' anomalo che fu fatto due anni fa, cioè di un istituto tecnico
industriale come istituto a sé, e altri tre istituti invece accorpati insieme, quindi un
rapporto di tre ad uno. Scelta che ha portato ovviamente ad una serie di problemi,
che mi sono stati subito sottoposti sia dagli amministratori locali, che (come lui fa
riferimento nella sua interrogazione) proprio da una comunicazione, da una presa
di posizione del collegio dei docenti. Io subito, a settembre, incontrai gli
amministratori locali, che chiedevano a gran forza di prendere subito dei
provvedimenti. Voglio solo precisare una cosa, che quella comunicazione, fra
l'altro del collegio dei docenti, dove in un qualche modo si grida allo scandalo di
questo accorpamento così anomalo, a tre, e questa comunicazione che mi è
arrivata a tutta anche una serie di firme, tengo a precisare che alcuni di quei
firmatari, cioè delle persone che comunque stanno dicendo che questo
accorpamento e molto problematico, e chiedono di risolvere subito questa cosa,
sono le stesse persone che a suo tempo contro il parere della Provincia hanno
voluto quel tipo di dimensionamento.
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Quindi la cosa è abbastanza buffa, comunque va bene, chiudiamo con il passato.
Quello che io ho già detto agli amministratori locali a suo tempo, che invitavo
ovviamente ad un atteggiamento di prudenza, e che loro comunque lo avevano
interpretato come una sorta di immobilismo. Perché dicevano: "L'immobilismo è
peggio della morte, allora è meglio una decisione drastica". Però ho fatto notare, e
andando nella conferenza dell'istruzione in Valdarno poi questa mia posizione
invece è stata condivisa, non si tratta di immobilismo, ma di prudenza. Se
pensiamo che tutte le famiglie degli studenti due anni fa hanno assistito a questo
cambiamento; poi ora se io subito adotto un altro tipo di cambiamento; poi sta per
andare comunque al varo la riforma Gelmini, che comunque ridisegna un'altra
volta e in una maniera molto radicale, anche, e forte, tutto il disegno delle scuole
in Italia, noi a questo punto subito creeremo tanta di quella confusione, dove alla
fine chi comunque ne scapita sono gli studenti e le famiglie, che vanno in grossa
confusione. E io dico sempre che le scelte politiche prima di tutto devono
guardare all'interesse degli studenti, che devono comunque andare avanti in un
percorso di studi. Quindi, studenti con famiglie annesse e connesse.
Quindi, ciò premesso, devo dire che comunque sia ho esaminato la situazione. C'è
un gruppo tecnico che comunque ha lavorato tutta una serie di ipotesi, e questo
comunque per quanto riguarda appunto la riforma. Io le ho già esaminate, e
comunque riguardo al dimensionamento, cioè diciamo proprio all'oggetto della
richiesta dell'interrogazione, è ovvio che la mia posizione è quella di riportare il
rapporto del due a due, che mi sembra ovviamente il più razionale. Però sono in
attesa, ripeto, della riforma, per dare comunque un assetto che sia il più consono
possibile. Anche perché per il resto diciamo che il Valdarno è messo bene, perché
comunque a Montevarchi c'è il liceo classico e il liceo scientifico, a San Giovanni
c'è l'istituto magistrale e il liceo socio psico pedagogico, c'è il liceo linguistico.
Quindi diciamo che nel fronte licei la situazione è molto chiara. Dove non c'era
chiarezza e dove bisogna mettere ordine è sugli altri. Però proprio sugli istituti
tecnico professionali, si sa che sono il nodo fondamentale anche della riforma,
nodi non ancora sciolti. Fra l'altro, in questa sede voglio anche precisare, siccome
si sono sparse tantissime voci, già molti istituti cominciano a parlare di quello che
sarà e di quello che succederà. Dopo, io invito molto alla prudenza, perché la
realtà è che la riforma Gelmini ad oggi non è ancora pronta, ci sono ancora molti
passaggi. Ci sono diversi passaggi, anche perché il Consiglio di Stato ha dato un
parere, però con delle riserve; c'è comunque la firma del presidente, ancora non
sono usciti i decreti, dovrà andare in Gazzetta Ufficiale. È un iter che si pensa si
concluderà alla fine di febbraio, questi sono i tempi. Quindi, mi sembra
assolutamente prematuro da parte di tutti parlare di quello che sarà il futuro, e lo
stesso quindi nel Valdarno, io aspetto, cioè, ho già ripreso in esame tutto il
discorso delle ipotesi di tutta la Provincia di Arezzo, però aspetto che comunque
la riforma sia effettivamente legge, per poi immediatamente lavorare.
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Comunque, ripeto, riguardo a quella del Valdarno sarà rimessa tutto a posto, con
la soluzione del due a due; però del come si vedrà, anche perché siccome ci sono
delle scuole anche in sofferenza relativamente agli indirizzi che hanno, la mia
intenzione è anche di farsi di rafforzare, di approfittare della riforma e di certi
indirizzi che ci offre, per poter rinforzare le situazioni di debolezza.
consigliere
Alfio
Nicotra
(capogruppo
Federazione
della
Sinistra/Rifondazione Comunisti Italiani)
Io ho due interrogazione, tutte e due che trattano argomenti delicati, ma una è più
complessa, per cui lascerei una copia alla presidenza e leggerei soltanto dei
passaggi, perché l'argomento è pesante.
La prima interrogazione, al presidente della Provincia: premesso che la situazione
della Valfungo di Sansepolcro sta avendo un epilogo drammatico per i lavoratori,
sia quelli stagionali che quelli a tempo indeterminato; che in una recente
assemblea la proprietà ha comunicato ai lavoratori che si devono trovare una
nuova occupazione; che il pretesto di questa precipitazione è stato dato da
un'infestazione micotica, che ha reso inservibili le coltivazioni dei funghi, ma
dietro c'è una diatriba su una presunta speculazione edilizia che riguarderebbe gli
attuali terreni della Valfungo e la costruzione di un nuovo stabilimento; che il
fatto che non si sappia - per la varietà della tipologia dei contratti di lavoro in
essere in quell'azienda - neanche il numero esatto dei lavoratori che lì vi
lavorano, rende complesso, se non impossibile, lo stesso ricorso agli
ammortizzatori sociali; che il sindaco Polcri sembra che abbia avuto in Prefettura
un incontro (sembra, il condizionale è d'obbligo, perché non è stato reso noto
niente di ufficiale), non sappiamo se era presente un rappresentante della
Provincia, i cui esiti sono sconosciuti.
Si chiede di conoscere se l'amministrazione provinciale non intenda convocare le
parti e i Comuni interessati, aprendo un tavolo che riconduca tutta la vicenda
dentro la necessaria trasparenza e dando segnali in grado di rasserenare i
lavoratori, oltre che per richiedere un piano industriale di rilancio dell'azienda. Se
non reputa di dover investire la task force regionale del problema, anche per
assicurare un'adeguata copertura degli ammortizzatori sociali a tutti i lavoratori,
compresi gli avventizi, stagionali e precari. Questa era la prima interrogazione.
La seconda interrogazione invece riguarda la grave situazione della sede
decentrata di Arezzo dell'Università degli Studi di Siena, con un particolare
pericolo di forte ridimensionamento del personale e il rischio di pregiudicare
anche la didattica. Io siccome ho due pagine dettagliate, fitte, lascerei copia; cito
semplicemente questo, che in seguito al buco dell'Università di Siena il bilancio
di previsione 2010 dell'Ateneo è stato approvato con un disavanzo di 32 milioni,
derivante da uscite per circa 286 milioni e di entrate per circa € 250 milioni.
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Le spese per il personale gravano per circa 120 milioni, circa 80 dei quali
vengono spesi per il corpo docente, che non essendo contrattualizzato e avendo
degli aumenti stipendiali decisi per legge, incide in maniera più consistente in
questo capitolo. Brevemente cito che in questo anno si è registrata una perdita
costante di posti di lavoro, già 80 nelle cooperative che hanno appalto in vari
servizi, tra cui pulizia, portineria e centralino. Entro marzo cesseranno di lavorare
40 stabilizzandi, 3 della sede di Arezzo. Non sono stati rinnovati circa venti
contratti a tempo determinato. Le supplenze e gli incarichi di insegnamento sono
stati ridotti fino al 75%. Si è avuto un dimezzamento degli assegni di ricerca e il
numero di borse di studio per dottorato. Il programma di prepensionamento ai
docenti varato dall'Ateneo per contenere i costi non ha ricevuto adesioni, e via
dicendo. In più, a rischio è anche l'apertura della stessa biblioteca del Polo,
perché vi sono solo due unità che dovevano essere stabilizzate, ma che hanno
perso il lavoro, e a questo punto basta che un solo dipendente si ammali e la
biblioteca rischia di rimanere chiusa, per gli studenti, per i dottorati e tutto il
resto.
Io consegno questa interrogazione, perché la domanda è molto semplice. So che
ci sono stati dei contatti telefonici tra l'Università e l’assessore Ricci, e che si
chiede alla Provincia di farsi carico di assorbimento di personale.
Sarebbe opportuno che questo diventasse un tema pubblico, perché il destino
della sede distaccata, che ha una tradizione di 40 anni, nella nostra Provincia,
riguarda la nostra comunità direttamente.
consigliere Francesco Lucacci (Popolo della Libertà)
Ho un paio di interrogazioni, la prima riprende un mio precedente intervento
relativo al carcere. Ora, rispetto ad allora, ed ebbi la risposta, è cambiato che il
governo Berlusconi ha proposto l'ampliamento di molti istituti esistenti e la
costruzione di nuovi istituti. Per cui io faccio un'interrogazione che è volta a non
muoverci, come ci aveva detto l'assessore, rischiando di farci perdere questa
ristrutturazione esterna del carcere, però vorrei chiedere al presidente se quanto
meno intende muoversi affinché, mettendosi d'accordo con i sindaci, quanto
meno o del Comune di Arezzo e dei Comuni limitrofi, sia individuata un'area
affinché ove il governo richieda agli enti locali la disponibilità alla costruzione di
un carcere, questa Provincia sia pronta ad indicare immediatamente un'area.
Anche da operatore del diritto, vi dico che purtroppo il problema del carcere non
è soltanto di tipo di vivibilità: c'è anche un problema funzionale di quelli che sono
i processi. Perché se un imputato che deve essere condannato non è presente e
vuole essere presente, e magari è detenuto a Sollicciano, deve essere portato.
Quindi, ci sono anche tutte le difficoltà che servono anche per lo snellimento
della velocità dei processi, e avere un carcere efficiente e soprattutto moderno in
Provincia di Arezzo sarebbe di grande utilità non soltanto per la vita dei detenuti,
ma anche per la gestione della giustizia.
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Pertanto rinnovo questa mia interrogazione fatta al presidente, se non intenda
procedere a creare un tavolo di coordinamento per individuare fin da ora un'area
da eventualmente comunicare al Ministero di Grazia e Giustizia, qualora questo
faccia richiesta agli enti locali di un'area dove costruire questi nuovi carceri che
sono previsti da qui ad un medio termine. Sappiamo che il Ministro Alfano ha
parlato di un termine non vicinissimo, ma se noi siamo pronti è tutto tempo
guadagnato.
La seconda interrogazione riguarda invece qualcosa di cui gli assessori
competenti in materia hanno parlato lo scorso consiglio, e mi hanno fatto molto
piacere, perché sarebbe stato l'oggetto della mia mozione, ovvero il fatto
dell'edificazione e costruzione di pannelli fotovoltaici sopra i tetti delle scuole di
proprietà della Provincia. Ora chiaramente cambio quella che doveva essere la
mia mozione in una interrogazione e chiedo agli assessori competenti se è
previsto o comunque in via di definizione, o comunque si intende prevedere
anche o nel piano energetico, o comunque sia in quella che è l'azione della
Provincia, se è loro intenzione anche valutare l'installazione, magari in quei tetti
dove non è stato possibile edificare i pannelli solari, per esempio di impianti di
microeolico, se la zona lo consente e se la struttura lo consente, così che sia
realizzata l'installazione di fotovoltaico o micro o medio eolico nelle proprietà
tutte (di cui avevo chiesto tra l'altro gli elenchi, ed ho avuto) della Provincia, dove
possibile. E soprattutto (come per esempio è stato fatto nella A 22), l'installazione
degli impianti fotovoltaici lungo le vie di proprietà, e comunque gestite dalla
Provincia di Arezzo. Se vi capita di andare sulla A 22, all'altezza di Trento (se
non ricordo male) vi è un impianto da circa 50 kW lungo la strada, cioè, dove ci
sono i guard-rail, dietro i guard-rail sono stati installati degli impianti di questo
tipo. Quindi vorrei sapere se questo tipo di opzioni è stato previsto oppure no, e
inviterei in caso contrario di prevedere questa tipologia di impianti, sia
fotovoltaici, sia eolici, micro e medio eolici, nelle proprietà e lungo le strade di
competenza, di proprietà o gestite dalla Provincia.
consigliera Lucia Tanti (capogruppo Popolo della Libertà)
Ho tre interrogazioni. La prima è la seguente, e mi dispiace che sia andata via
l'assessore Borghesi, ma era rivolta a lei (la esplicito, così rimane agli atti), è in
merito alla nomina della commissione pari opportunità. A me risulta da delle
sollecitazioni esterne che sia stata nominata la nuova presidente, nella persona di
Rosetta Rosselli. Ma non so se questa sia un'informazione…
Roselli? Allora qualcosa di vero c'era. Quindi ecco, volevo conferma formale di
questa nomina, e a quel punto volevo anche chiedere per quale motivo si è
proceduto ad una interruzione brusca rispetto ad un percorso precedente. Noi
siamo stati, ricordo quando eravamo in campagna elettorale, contattati dalla
commissione, andammo tutti i candidati alla presidenza ad interloquire con la
commissione stessa.
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Chi era in aula la scorsa legislatura sa che io anche all'epoca non ho condiviso
moltissime cose, quindi non faccio una difesa d'ufficio, però quando solitamente
c'è una commissione che ha lavorato (pareva, almeno) in cordialità con una
maggioranza, nel momento in cui la maggioranza è la medesima ed in coerenza, e
si interrompe un percorso, allora si fa una valutazione di merito, che forse poteva
essere fatta anche rispetto ai finanziamenti che si è dato, anche rispetto alle cose
che si è fatto insieme, anche rispetto a tutta una serie di legami che ci sono stati.
Che se portano ad una rottura così evidente (qualora sia, ma insomma appare
tale), è evidente che c'è una valutazione negativa, e allora io mi chiedo perché
non è stata fatta anno per anno, nel momento in cui questa commissione (guardo
l'assessore Perferi, se lo ricorda) alcune criticità le aveva profondamente e anche
sistematicamente poste. Quindi questa è una prima interrogazione.
La seconda riguarda e parte dalla questione della Valfungo, però è un po' più
ampia. Quindi, sì, si chiede di riferire in aula rispetto alle iniziative che la
Provincia sta portando a termine o intende portare a termine in merito a questa
questione, di una delicatezza evidente. Ma al tempo stesso io chiedo qui se
rispetto a tutto il territorio della Valtiberina, e chi lo conosce sa che è un territorio
che sta attraversando (come altri, ma ora parliamo di questo) una situazione
economica di una qualche criticità, ecco, allora se visto che abbiamo una task
force regionale, visto che abbiamo ascoltato in quest'aula anche le declinazioni
provinciali della task force regionale, allora la domanda è: è stata messa a fuoco
la situazione della Valtiberina complessivamente, rispetto ad una serie di realtà
economiche in cui la Valfungo oggi è quella primariamente osservabile, ma di cui
basta girare per i sette Comuni ed emergono situazioni di criticità che poi
esploderanno successivamente? Quindi la domanda è questa. Io credo che la
questione della crisi sia una questione di analisi prima e di successive prese d'atto.
Credo che la Valtiberina per la sua situazione sociale, per la sua situazione
economica, per la sua situazione geografica, per la sua situazione periferica, per
la sua situazione legata alle infrastrutture, per la situazione legata al tessuto stesso
di una vallata che (lo abbiamo visto nella discussione del bilancio) invecchia più
delle altre, ha un tasso di immigrazione che non è al pari di quello del Casentino,
ma sta aumentando repentinamente, insomma c'è un caso Valtiberina, che io
credo debba essere preso in esame.
La terza interrogazione riguarda invece la questione della manifestazione Arezzo
Wine (non vedo perché non si debba dire Arezzo Vino, comunque...). Dunque,
risulta che mercoledì 2 dicembre la terza commissione ha approvato all'unanimità
un atto dove questa manifestazione era in qualche modo inserita. Al tempo stesso
in aula, mi pare durante il dibattito sul bilancio (mi pare fosse esattamente il 20,
insomma il consiglio prima della fine dell'anno), questo gruppo in coerenza con
quanto era stato fatto in commissione, ha dato un voto positivo rispetto a questo
atto, perché ci pareva un atto buono per il territorio.
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Una delle bontà di questo atto era anche questa manifestazione, peraltro giudicata
(mi dice il consigliere Santucci) positiva rispetto anche a quello che era accaduto
l'anno prima, nel febbraio del 2009, appunto. A questo punto la domanda è: è
vero che questa è stata trasferita, quindi va a Rimini? Perché si è avuto questo
trasferimento? E qui veramente senza polemica, avendo fatto nel piccolo anche
l'amministratore; cioè, se si mette in un atto vuol dire che si ha convinzione che ci
sia, qui nessuno vende fumo. Quindi che cosa è successo dal 2 dicembre al 20
gennaio (è passato un anno, ma in realtà è poco più di un mese), che ha portato a
questo trasferimento? E’ anche un atto di attenzione rispetto al fatto che
comunque un atto che per noi è confezionato è un atto, è quello, non è che può
poi in corso d'opera vedere cose previste (che magari sono anche quelle che
polarizzano un voto positivo, dando per certo che questa è un'opposizione di
governo), che poi in realtà c'erano e non ci sono più.
consigliera Sara Boncompagni (capogruppo Italia dei Valori)
Io ritorno sulla questione Valfungo. Già è stata presentata in effetti da altri due
consiglieri, però mi sento in obbligo di farla, essendo anche una rappresentante
della Valtiberina. Leggo velocemente:
In merito alla grave crisi che sta interessando l'azienda Valfungo di Sansepolcro,
che vede a rischio ben 100 posti di lavoro in Valtiberina; tenuto conto
dell'incontro che si è svolto presso questa amministrazione provinciale in data 18
gennaio u.s.; premesso che ormai da diversi anni le problematiche relative
all'azienda Valfungo sono a conoscenza delle amministrazioni locali del
territorio; che più volte l'azienda ha paventato il licenziamento degli operai, non
potendo far fronte da sé alla risoluzione di problematiche relative al necessario
dislocamento dell'impianto di compostaggio sia alla modernizzazione degli
impianti industriali; che da diversi anni la proprietà Valfungo è alla ricerca di un
sito idoneo alla collocazione del suddetto impianto, anche attraverso un
intervento della Comunità Montana e dei Comuni di Sansepolcro e di Anghiari;
che fino ad oggi nessuna delle soluzioni via via individuate per la realizzazione
del nuovo impianto di compostaggio ha avuto un esito positivo, determinando ad
oggi il “nulla di fatto”, che ancora una volta fa scattare il rischio di chiusura della
fabbrica stessa; considerato che ad oggi la Valfungo, nonostante la generalizzata
crisi del mercato, può vantare una produzione specializzata per la quale non
mancano certo mercato e clienti; che il fermo della produzione di un prodotto
fresco, rivolto essenzialmente alle catene di distruzione, crea un ulteriore
problema, la perdita di mercato appunto, e di conseguenza genera l'azzeramento
del valore di un'azienda; che la perdita di 100 posti di lavoro è ancora più grave in
relazione al fatto che 80 di questi non sono coperti da ammortizzatori sociali, in
quanto lavoratori stagionali, e gli altri sono coperti da cassa integrazione per soli
tre mesi; che la proprietà da parte sua non ha dimostrato negli ultimi anni di avere
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in mente un piano industriale che prevedesse l'ammodernamento degli impianti e
pertanto il mantenimento di uno standard qualitativo alto, visti anche gli incidenti
sul lavoro che hanno interessato la struttura in questo ultimo periodo; che è
evidente una mancata concertazione con gli enti locali per la necessaria
ricollocazione dell'impianto stesso; chiede con urgenza al presidente, all'assessore
all'agricoltura e all'assessore alle politiche del lavoro, di riferire in consiglio
relativamente alla crisi dell'azienda Valfungo; di conoscere quale sia il giudizio in
merito alle problematiche riferite dalla proprietà e se, a parere della Provincia,
queste siano attendibili o se non siano un modo per nascondere problematiche e
difficoltà di altro tipo; di conoscere se ci sono stati contatti da parte della
Provincia con le amministrazioni locali interessate, atti a verificare che sia stato
fatto tutto il possibile affinché potesse essere evitato quello che sta succedendo;
quali siano gli interventi programmati dal nostro ente affinché si possa dare un
reale sostegno all'occupazione dei lavoratori interessati, per non aumentare il
tasso di disoccupazione nella Valtiberina, già duramente provata dalla crisi e
dalla mancanza di politiche per il sostegno all'impresa e dei lavoratori.
Io vorrei sapere, non so come è possibile, se poter avere la risposta a questa
interrogazione prima del prossimo consiglio, visto che è anche un argomento
piuttosto urgente.
consigliere Simon Pietro Palazzo (capogruppo Unione di Centro)
Sempre in tema di interrogazioni avevo a cuore, per continuità di programma
elettorale e per attività quotidiana, l'argomento delle partecipate. Stamattina
abbiamo assistito piacevolmente alla notizia che riunita di fretta la commissione
uno per approvare delle modifiche statutarie alla nuova entità che sostituisce il
Centro Affari e Convegni, che una delle 19 partecipate è stata o sarà in procinto
di incorporazione appunto in questo nuovo ente. Dato che, ripeto, è un impegno
che avevamo preso, che ho preso direttamente con i miei, i nostri elettori, avrei
piacere di sapere quali sono e se ci sono le novità inerentemente anche ad alcune
che (ripeto) già nell'anno passato erano state individuate come (usiamo un
termine botanico) da recidere. In termini poi amministrativi, essendo comunque
per noi dei costi o delle entrate, a seconda dell'utilità o meno della partecipata,
volevo vedere se nel 2010 la giunta aveva in procinto, in cantiere l'analisi di
questa situazione. Questa interrogazione, che ho appena richiesto, è connessa
anche all'intervento della collega Tanti, che faceva poc'anzi. Tant'è che
stamattina, loro giustamente non erano presenti, noi siamo stati convocati così, un
po' con carta bianca, nel senso che non avevano ancora letto quali fossero le
modifiche statutarie, abbiamo visto che le premesse alla variazione dello statuto
erano appunto le manifestazioni del 2009. Ricordo che Arezzo Wine era inserita
appunto in un circuito di eventi da noi ampiamente condiviso ed approvato.
Quindi anch'io cortesemente (va bene anche una risposta unica, non c'è bisogno
di ridondanze) chiedo appunto una motivazione, in quanto è stato oggetto anche
del nostro gruppo consiliare in Comune di Arezzo.
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E soprattutto pongo un invito, un invito operativo affinché la Provincia si faccia
partecipe, per quelle che sono le percentuali di sua competenza, affinché dopo
aver finanziato un raddoppio, in termini immobiliari, dell'edificio, quindi un
auspicabile potenziamento della proposta fieristica e congressuale della Provincia
di Arezzo, dopo aver individuato un nuovo direttore e dopo aver deliberato delle
modifiche importanti allo statuto, anche in termini di potere, in quanto sia il
direttore che il presidente hanno delle nuove potenzialità, ecco, di monitorare
bene quelle che sono le manifestazioni. Non vorremmo, lo dico più per battuta
che per convinzione, vedere un edificio raddoppiato e magari un insieme di
manifestazioni ridimensionate.
consigliere Alberto Santucci (Popolo della Libertà)
La mia è un'interrogazione verbale e riguarda la calamità atmosferica localizzata
nei tre Comuni di Badia Tedalda, Sestino e forse la parte alta di Pieve, che è
avvenuta il giorno della Befana, la sera prima della Befana. Molto particolare,
perché nei giorni precedenti c'era stato un fenomeno che noi chiamiamo in
dialetto brucello. Si verifica raramente, una volta ogni dieci anni, quando tutte le
superfici vengono rivestite da un centimetro di ghiaccio, tutte le piante intorno.
Poi, nella notte del 5 gennaio, nella giornata del 5 gennaio ha piovuto ghiaccio
tutto il giorno, e quindi con questo strato di ghiaccio che c'era nelle piante, le
piante hanno incorporato per un giorno intero ghiaccio, non hanno più retto il
peso e si sono stroncate. Si sono stroncate in maniera imprevista e imprevedibile,
ma anche in maniera eccezionale, anche piante secolari. Infatti la strada 258 è
rimasta chiusa un giorno e mezzo, mi sembra, e i lavori poi sono stati fatti dalla
Provincia, e l'ha riaperta.
Ma ne è risultato a parte uno scempio paesaggistico, basta venire su per vedere,
ma poi anche dei danni. Danni diretti quando gli alberi sono caduti sopra strutture
o sopra macchine. Tra parentesi, il sindaco di Sestino quasi ci lascia la pelle, per
un pino caduto sopra la sua macchina. E danni indiretti, ma comunque costi, nella
misura in cui le strade e le scarpate delle viabilità comunali (provinciali, ma
anche comunali) sono state occupate da queste piante, che per il momento sono
state tolte dalla sede stradale, ma rimangono comunque nelle scarpate. Ecco, io
dico, quello che chiedo io al presidente della Provincia, visto che si tratta di
Comuni montani, che hanno bilanci molto scarni, e ancor più scarni da
quest'anno, in cui non è più possibile l'attivazione di autovelox sui centri abitati,
io volevo sapere se la Provincia ha pensato o ha già stanziato, o ha pensato di
stanziare qualcosa per il ripristino di questi danni. Ovvero, se senza stanziare dal
proprio bilancio si farà comunque coordinatrice della richiesta di danni alla
Regione Toscana, alla Protezione civile regionale. So che sono state preparate
delle schede dagli uffici tecnici, so anche che martedì 26 la giunta provinciale
incontrerà la zona Valtiberina, quindi potrebbe essere anche quella un'occasione
per parlarne.
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consigliere Carlo Carbonai (capogruppo Lega Nord)
Un'interrogazione, più che un'interrogazione verbale direi una raccomandazione
al presidente e alla giunta. Progetto banda larga nelle aree rurali della Toscana,
realizzato dalla Regione Toscana grazie al programma europeo, con contributo
delle Province, operativo competitività regionale occupazionale, finanziato dal
Fondo europeo per lo sviluppo regionale. Questo servizio è stato assegnato da
anni alla Eutelia. Se si va a vedere i ponti che devono essere installati, i ponti o i
ripetitori, sono più di 350 fra quelli funzionanti e quelli non funzionanti. Doveva
partire all'incirca a fine luglio 2009: non è partito niente. Solo qualche caso
particolare, tipo (come mi confermava in commissione il collega di Cavriglia)
Cavriglia. Cavriglia è partito, è attivo, ma non funziona. E così tanti altri.
Ora io dico: è scorsa ancora di altri tre mesi la data di attivazione, siamo andati da
luglio a settembre, dicembre, gennaio 2010. Si vorrebbe sapere, vorrei sapere
quando è prevista questa attivazione di questa banda larga da parte di Eutelia, e se
non è il caso, cioè se è il caso sapere se ha già avuto i contributi, o se no
interpellare altre società. Perché ci sono delle zone, tipo Valtiberina, tipo
Casentino, tipo tutta la Provincia, che sono totalmente assenti.
assessore Andrea Cutini
Cerco in un tempo relativamente breve di dare alcuni cenni di risposta ad alcune
interrogazione, credendo anche in questo senso di venire incontro alle richieste
dei consiglieri anche di prontezza di spiegazioni. La prima cosa, chiaramente la
questione Valfungo: è una questione complessa. Forse non a caso è stata oggetto
anche stamani sostanzialmente di tre interventi. È una questione complessa, che
ha radici lontane, e quindi ora non sto ad entrare nei dettagli, lo faremo anche con
una risposta più dettagliata, però mi preme sottolineare che questa vicenda è stata
seguita da tempo dall'amministrazione provinciale. Da tempo e in maniera
attenta, puntuale. Ricordo che alla ripresa di questo nuovo mandato c'è stata una
riunione importante a settembre, alla quale abbiamo partecipato, presso il
Comune di Sansepolcro. Abbiamo partecipato ad una riunione convocata in
Regione il giorno 30 dicembre, riunione convocata dalla Regione e alla quale era
presente la collega Borghesi, che tra l'altro prima di andare via mi ha aggiornato
su alcune evoluzioni della vicenda stessa. Riunione alla quale ad esempio
mancava il Comune di Sansepolcro.
Dopodiché l'amministrazione provinciale non ha mai mancato di seguire e
partecipare a tutte le riunioni istituzionali sulla vicenda Valfungo. Un'altra si è
tenuta, giustamente, com'è stato ricordato, il 18. La collega Carla Borghesi prima
di andare via mi ha annunciato che il 27 c'è un ulteriore convocazione in Regione,
grazie all'azione dell'amministrazione provinciale, proprio per affrontare alcune
di quelle questioni che voi avete sottolineato, riguardo all'emergenza del lavoro,
dell'occupazione, e soprattutto degli strumenti degli ammortizzatori sociali.
Dovrebbe essere il 27 prossimo.
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Tutto questo per dire sinteticamente, poi interverremo in maniera più dettagliata
nello strumento scritto, che sicuramente questa vicenda non è passata inosservata,
sotto la disattenzione dell'amministrazione provinciale. Forse qualche altra
disattenzione avviene dai livelli locali, o da chi magari in qualche modo si attesta
come rappresentante di un territorio, e magari non ha preso, non è riuscito a
cogliere la presenza attiva e propositiva dell'amministrazione provinciale. E
questo mi dispiace.
Per quanto riguarda invece la collocazione delle questioni economiche della
Valtiberina, che poneva la consigliera Tanti, anche su questo tema
reinterverremo. Mi permetto di sottolineare fin da ora, di segnalare ai consiglieri,
e poi verrà fatto in maniera ufficiale, che l'11 febbraio, la mattina, si terrà una
seduta speciale della task force provinciale, dove oltre ad un resoconto sugli
strumenti messi in campo in questo anno e mezzo, e che conoscete, verranno
presentati analisi e studi sul sistema economico locale della nostra Provincia.
Analisi e studi che in qualche modo daranno anche delle linee dello sviluppo di
questo nostro territorio, e quindi credo che quella mattina sarà utile anche per
valutare quanto ci verrà proposto anche da esperti e studiosi, confrontarsi con
anche la parte politica, e collocare le questioni della Valtiberina anche nell'ottica
dello sviluppo a livello provinciale.
La seconda questione è quella di Arezzo Wine. La ricostruzione che avete fatto è
condivisa dalla giunta e da me, è quella, cioè, Arezzo Wine era una delle
manifestazioni che abbiamo presentato prima in commissione, e qui ripeto
l'apprezzamento della valutazione unanime positiva che è stata data sul piano
promozionale, deliberato da questo consiglio nel consiglio prima di Natale. Tutto
corretto, così come corretta era stata l'esposizione mia quando vi avevo ricordato
che quello era un pacchetto di proposte che l'amministrazione provinciale
valutava positivamente, e rispetto al quale avremmo dovuto poi valutare
l'adesione delle aziende, la partecipazione delle aziende in maniera diretta. E
l'altra cosa che avremmo dovuto valutare è l'aspetto che alcune di queste fiere,
tipo Arezzo Wine, non sono organizzate dall'amministrazione provinciale
direttamente, ma nel caso specifico Arezzo Wine è un'iniziativa privata, alla quale
l'amministrazione provinciale attraverso i propri strumenti, Strade del vino, ha
negli anni dato sostegno. Sostegno con la partecipazione delle Strade del vino, e
anche sostegno organizzativo. Questo è per spiegare cosa è avvenuto nel
frattempo. A quanto ci consta (però se volete potrò essere più preciso), non c'è
stato accordo tra i proponenti, gli organizzatori di Arezzo Wine, soggetto privato,
e le condizioni poste dal Centro Affari di Arezzo. Questa quindi è una scelta
autonoma di un soggetto privato, che decide di spostare un'iniziativa in un'altra
località. Della cosa ci dispiace e ho manifestato, abbiamo manifestato anche con
il presidente il nostro disappunto rispetto a questa decisione.
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Anche perché in qualche modo la cosa noi l'avevamo inquadrata in un
potenziamento delle iniziative a sostegno del settore vino, che lo voglio ricordare
non si limitano ad Arezzo Wine, abbiamo le Strade del vino, Calici di stelle, le
partecipazioni alle altre fiere nazionali e internazionali. E l'altro aspetto, come vi
avevo anche annunciato, che era mia ferma volontà proprio allargare le
manifestazioni in questo settore.
Tant'è che ero stato io stesso a proporre alla ripresa dei lavori dopo l'estate anche
la prospettiva di una manifestazione, chiamiamola Toscana Wine, dove si uscisse
ancor più dall'ambito locale, per promuovere quei vini e quella qualità che è
presente nel nostro territorio, ma anche in altre aree dell'area centrale. Proposta
che peraltro andava incontro alle collaborazioni già esistenti con Siena e Grosseto
in questo settore e che questo assessorato e questa giunta vuole fermamente
portare avanti. In questo senso mi fa piacere (lo voglio sottolineare) che il nuovo
management di Arezzo Fiere e Congressi abbia raccolto questa ipotesi. Ho visto
delle dichiarazioni a mezzo stampa che la nuova Fiera, diciamo il nuovo
management, intende percorrere questa strada, e quindi in qualche modo seguire
anche l'indicazione dell'amministrazione provinciale. Quindi questa è la
situazione.
L'ultima questione, brevemente, consigliere Lucacci, rispondo anche a nome del
collega Ruscelli, anche perché era un tema che avevamo trattato, come lei
ricordava, nell'ultimo consiglio. Come abbiamo detto, l'amministrazione..., è
impegno mio e del collega Ruscelli quello di valutare le opportunità di
installazione di impianti da rinnovabili soprattutto (ecco, lo sottolineo) in quello
che è il patrimonio dell'amministrazione provinciale. Uno degli elementi è
valutare il patrimonio, quegli edifici che sono in grado di recepire attraverso
lavori minimi questi impianti. Abbiamo con l'assessore Ruscelli fatto già un
piano, alcune realizzazioni sono già state messe in campo. Contiamo di farne
altre, privilegiando il patrimonio dell'amministrazione provinciale e in particolare
le scuole, perché riteniamo che in quelle sedi lì oltre che un ritorno anche sotto il
profilo ambientale ed economico, ci possa essere anche un alto valore educativo.
Quella è la nostra priorità, dopodiché valuteremo a 360 gradi tutte le proposte.
Con questo credo di aver dato degli elementi di risposta, dopodiché altrimenti
magari verrà data risposta scritta.
assessore Francesco Ruscelli
Per rispondere al consigliere Santucci, poi eventualmente potremo anche fare una
risposta scritta, se lo riterrà necessario o utile. Magari evitando poi di rileggerla al
prossimo consiglio, perché i contenuti sono sostanzialmente questi. La Provincia
di Arezzo, come sapete, è stata coinvolta, tutto il territorio della Provincia di
Arezzo ma in generale della Toscana e del centro Italia, da 19 dicembre fino alla
Befana, finché non è tornato un po' di sole, da un'ondata di maltempo
straordinaria, che si è caratterizzata e precipitazioni nevose e piogge fuori dalle
righe.
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Questo ha prodotto danni ingentissimi in tutto il territorio provinciale, sia alla
viabilità, sia anche al territorio. Per questo la Provincia di Arezzo innanzitutto è
intervenuta in modo sollecito, coordinata dal Dipartimento di protezione civile,
che è (nelle notti in modo particolare delle precipitazioni nevose e delle piogge)
intervenuto in tutti i reparti in modo efficiente. Il settore viabilità ha compiuto
oltre 60 interventi. I danni sono stati danni per oltre € 1.300.000 per quanto
riguarda la viabilità nei cinque reparti, ai quali si aggiungono danni per alcuni
milioni di euro, 2.200.000 per la precisione, per quanto riguarda i danni connessi
al sistema idrogeologico. Complessivamente oltre 3 milioni e mezzo di danni. Per
questo la Provincia, in una conferenza stampa con il presidente della Provincia,
ha chiesto lo stato di emergenza per la Protezione civile, che è una cosa diversa
dallo stato di calamità, che riguarda l'agricoltura ecc.. Lo stato di emergenza per
la Protezione civile, e le aree che sono state più colpite sono il Casentino e la
Valtiberina. In Casentino ci sono stati alcuni eventi franosi molto gravi, uno ha
interessato la strada provinciale della Zenna e l'altro la provinciale nei pressi
dell'abitato di Talla, dove due eventi franosi hanno richiesto un intervento in
somma urgenza, così come tanti altri interventi.
La maggior parte, compresi quelli a cui si riferiva il consigliere Santucci, dati
dalla nebbia ghiacciata, che in modo del tutto eccezionale si è depositata sulle
piante, producendo quel fenomeno. Si tratta quindi di interventi in somma
urgenza, i quali l'amministrazione provinciale dovrà anche coprire
economicamente. In modo particolare in Valtiberina vi sono stati danni alla
viabilità, compresi quelli a cui si riferiva, per € 586.000: € 232.000 nel reparto del
Casentino; € 332.000 nel reparto Valdichiana ovest; 116.000 nel reparto
Valdichiana est e € 64.000 nel reparto Valdarno, che è stata la realtà meno
colpita, per fortuna. C'è stato solo da ripulire un po' di tombini, un po' di fossi,
ecc.. Ciò non toglie comunque la gravità della situazione, a cui tutti i dipendenti
della viabilità, della Protezione civile e della difesa del suolo hanno cercato di far
fronte, credo in modo anche positivo, perché la risposta è stata immediata. Poi è
chiaro, quando si tratta di eventi del tutto eccezionali, ci sono delle conseguenze
non previste e non prevedibili, alle quali comunque è stata data una risposta
adeguata. Ora inizierà presso la Regione la procedura che si concluderà nel
momento in cui verrà riconosciuto lo stato di emergenza per la Protezione civile,
e verranno poi erogate nel tempo, perché sarà un qualcosa che riguarderà qualche
tempo, insomma, da parte della Regione, probabilmente un anno o due, prima di
riavere una parte di quello che noi oggi spendiamo.
Speriamo, insomma. Sta di fatto che la Provincia si è fatta carico attraverso
risorse proprie, si sta facendo carico di rispondere alle emergenze. Quindi sono
danni anche che vanno ad incidere da un punto di vista economico su quello che è
il bilancio dei settori, che è un bilancio che come sapete aveva già qualche
elemento di criticità, dovuto a patto di stabilità. Ecco, è proprio il caso di dire che
è piovuto sul bagnato.
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Letto, approvato, sottoscritto e in originale firmato.
Il Segretario Generale
Gabriele Chianucci
Il Presidente
Giuseppe Alpini
Copia conforme all’originale in carta libera per uso amministrativo
Il Segretario Generale
Arezzo, lì
CERTIFICATO DI PUBBLICAZIONE
Certifico che copia della presente deliberazione viene pubblicata all’albo pretorio in data
odierna e vi rimarrà per 15 giorni consecutivi ai sensi dell’art. 124 comma 1 del D.lgs
18.08.2000 n. 267.
Il Segretario Generale
Arezzo, lì
Certifico che la presente deliberazione è divenuta esecutiva ai sensi dell’art. 134 comma 3 del
D.lgs 18.08.2000 n. 267 a seguito di pubblicazione all’albo pretorio.
Il Segretario Generale
Arezzo, lì
CERTIFICATO DI AVVENUTA PUBBLICAZIONE
Certifico che la presente deliberazione è stata pubblicata all’albo pretorio e che contro di essa
non sono stati presentati reclami ed opposizioni.
Il Segretario Generale
Arezzo, lì