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La Cronaca
di Piacenza
SPETTACOLI
S ABATO 25
GIUGNO
[email protected]
2011
IERI MATTINA IN COMUNE
Il Ballet Theatre di New York aspetta il giovane Giacomo
Giacomo Rovero, a tredici anni, sta per
iniziare un’avventura che per molti è solo un
sogno. Vincitore del “Young America Grand
Prix 2011 di New York”, prestigioso premio
mondiale per la danza classica, sta per lasciare l’Italia per un periodo di studi all’American Ballet Theatre di New York, grazie
alle borse di studio associate al concorso.
Ieri Giacomo ha incontrato in Municipio
il sindaco Roberto Reggi, che già gli aveva
scritto in occasione della splendida vittoria,
per un saluto prima della partenza per gli
Stati Uniti.
Accompagnato dalla famiglia e dalle insegnanti della Accademia Domenichino da
Piacenza, Giuseppina Campolonghi, Miche-
la Arcelli e Elisabetta Rossi, che lo hanno
guidato in questi anni e valorizzato il suo talento, il giovane ballerino ha incontrato Reggi per la consegna di una volumetto e di un
piccolo dono, un notes in cui «Giacomo potrà appuntare i ricordi di questa esperienza».
«Se avrai nostalgia - ha suggerito il sindaco abbracciando l’emozionato Giacomo non preoccuparti, perché passa». L’augurio è
stato quello di far tesoro di questa opportunità, ma le parole sono state quelle di un genitore che conosce le paure dei ragazzi. Andare lontano da casa, senza i punti di riferimento abituali è difficile per chiunque, ma
per chi si sta affacciando alla vita è ancora
più doloroso.
Negli occhi di Giacomo, però c’è già tutta
la determinazione di chi segue la strada di
una passione, di un’arte, c’è una forza che
non si può ignorare.
Viene spontaneo ricordare le vicende Billy
Elliott, protagonista di un famoso film, alle
prese con l’amore per la danza e le difficoltà
di una scelta capace di cambiare la vita. Anche Giacomo ha scelto la danza, e questa
decisione ha fatto di lui un giovane uomo,
pronto a spiccare il volo verso un sogno che
sarà frutto di fatica e impegno, ma che gli
darà grandi soddisfazioni. Anche noi, insieme al sindaco Reggi, gli auguriamo che questo volo sia meraviglioso.
Antonia Romagnoli
Sopra, il giovane Giacomo Rovero
e il sindaco Roberto Reggi. Per il precoce talento
inizia l’avventura al Ballet Theatre di New York
«Tutto finisce, anche l’amore»
Ervas, amaro e idrosolubile
Lo scrittore trevigiano oggi pomeriggio
a Bobbio a fianco
di Paolo Labati.
«Che orrore il mio Veneto cementificato»
L
o scrittore trevigiano Fulvio
Er vas, autore del romanzo
“L’amore è idrosolubile”
(Marcos y Marcos), e Paolo Labati,
comico piacentino noto per la partecipazione a “Zelig show”, oggi pomeriggio, alle 18,30, al Chiostro dell’Abbazia di San Colombano a Bobbio, chiuderanno il corso di scrittura
creativa Route 45 con uno spettacolo
gratuito, aperto al pubblico, in cui
parleranno di amore, chimica, acqua,
energia e “magagne varie”.
Perché l’amore è idrosolubile?
«Perché tutto finisce, anche l’amore, anche se la cosa può sembrarci
triste. In senso più generale, significa
che anche se sciolti non veniamo
smarriti, ma abbiamo una nuova
condizione, quindi una nuova opportunità. Il titolo si appiccica a una storia che ha come spunto l’ennesima
alluvione avvenuta in Veneto nel novembre del 2010, che spiega come
gestiamo il territorio.
«Volevo mettere insieme l’amore
con la passione per la terra, e poi volevo confondere le acque».
Parliamo invece dello spettacolo che vede insieme uno scrittore-insegnante e un comico di Zelig. Che cosa scaturirà da queste
due energie?
«C’è una quota di mistero reciproco e ci sarà un po’ d’improvvisazione. Farò una lezione scherzosa sulla
chimica dell’acqua ricordando due e
tre cose che aiutano a capirne la forza e il mistero».
Come insegnante, come divulgatore e come affabulatore?
«Sì, un po’ tutto questo. Paolo Labati, che non ha bisogno di grandi
sponde, s’inserirà a suo modo».
Questo spettacolo chiuderà il
corso di scrittura creativa Route
45. Che cosa pensa di questi corsi?
«Risposta A: sono meravigliosi. Risposta B: hanno un loro interesse».
Ha mai partecipato a corsi di
scrittura creativa?
«No, però credo che i talenti si perfezionino se qualcuno ti può aiutare.
Ma l’immaginazione, di qualsiasi tipo sia la scrittura, non s’inventa.
«Guardo mio padre che inchioda
assi di legno con un’abilità che io
non ho e mio fratello che ripara mo-
tori ascoltandoli, io non riesco, ma
non sono migliore perché sono l’intellettuale. Spero che questi corsi siano frequentati da persone con fantasia e immaginazione, perché se uno
ha un talento non visibile o contorto,
un aiuto può fare emergere il vapore».
Qual è il suo regista preferito?
«In questo periodo amo molto i
fratelli Coen».
Lei mi ricorda il regista padovano Carlo Mazzacurati, non solo
per questo accento meraviglioso,
ma soprattutto per l’amore per il
suo territorio.
«Il suo film “La giusta distanza”
credo sia filosofia. E’ un vero capolavoro poetico, una cosa commovente
per uno che adora i fiumi e la pianura veneta. Amo la terra più degli uomini. Invece in Italia il territorio è
amato solo retoricamente».
Anche lei, come Mazzacurati,
rende i paesaggi protagonisti delle storie che racconta?
«Il personaggio dei miei romanzi è
un territorio antropizzato in maniera
disgustosa. Voglio che queste cose
vengano tenute a memoria, voglio
scrivere di piccoli pezzi di territorio
bello che ancora esistono, perché fra
cento anni il Veneto sarà un’estensione di cemento. Vorrei che qualche
lettore non ricordasse solo i personaggi ma anche una regione bellissima. L’aver antropizzato come è stato
fatto in Veneto è una cosa da condanna all’inferno».
Sono questi i colpevoli da ricercare nei suoi gialli?
«I miei libri parlano proprio di
questo. Ho vissuto l’alluvione nel
1966 ed ero nel Veneziano, poi mi sono trasferito nel Trevisano ma in 45
anni non è cambiato nulla. L’acqua
commette gli errori che tu fai nel territorio, non è che l’acqua è cattiva, è
che un giorno non trova la strada per
andare verso il mare perché si è cementificato tutto, così ogni 30 anni si
va sotto.
«Noi viviamo in un’area di passaggio fra Ovest ed Est europeo. Un’area di servizio che non ha un valore
in sé ma che ha un valore in quanto
utilizzabile per altri. Questo è il nostro destino per i prossimi 50 anni.
Poi, che il Veneto non possa reggere
la costruzioni di porti e autostrade,
questo non importa».
“L’amore è idrosolubile” è il
primo romanzo taggato in Italia,
cioè con codici che con un semplice scatto di smartphone permettono di entrare nei contenuti
e nel video correlato. Come ha
accolto questa novità?
«Ai miei editori ho detto: «Se funzionerà sarò un pioniere se non funzionerà va bene lo stesso, un primo
pirla c’è sempre».
Carla Fellegara
IL PROGRAMMA DI OGGI
Musica a Spazio4,
al via “Welcome
to the jingle 2.0”
29100 fACTORY, in collaborazione con Spazio4 e l'agenzia di
comunicazione 5-PM, presenta “Welcome to the jingle 2.0”,
festival di musica in carne ed
ossa e sostenibilità.
Il WTTJ nasce nel 2008 come
festival piacentino dedicato alla
musica bella ed informata.
Da quest’anno, nella sua versione 2.0 promossa da
29100 Factory e Spazio4, affronta il tema della sostenibilità
sociale ed ambientale.
L’idea di fondo è quella di sviluppare una cassa di risonanza
fatta di musica e contenuti che
sia prima di tutto un grosso incubatore e catalizzatore di
idee, azioni e stili di vita.
Immaginiamo una rete sociale
vivente e brulicante dove poter
realmente “chiedere amicizie”,
dire “Mi piace”, "condividere" le
idee, dove partecipare e sviluppare insieme soluzioni per sopravvivere meglio nella società
contemporanea.
Ecco le band in scena oggi,
dalle 19 (ingresso gratuito):
Welcome Back Sailor, Wemen,
The Syntromantics, Young Wrists, Mojomatics (in foto).
“Web dj”,Trentemøller su Radio2
Il produttore ospite martedì del programma Rai di Bertallot
Trentemøller (in foto), uno dei dj più influenti della scena elettronica contemporanea, sarà il primo ospite internazionale di
“Web dj”, il nuovo appuntamento crossmediale di Raitunes, il programma condotto da
Alessio Bertallot su Radio2. Martedì sera, a
partire dalle 22,40, il dj danese parteciperà
alla diretta radiofonica in collegamento web.
Durante il programma, Bertallot dà inizio al
Dj set pubblicando su Facebook.com/alessiobertallot un link ad un brano musicale
residente in rete (Youtube, Soundcloud,
ecc…). Il brano viene mandato in onda direttamente dalla rete, cliccando sul link: si
realizza in questo modo una vera crossmedialità tra radio e web che apre all’interven-
to diretto di ascoltatori e ospiti invitati in
qualità di web dj .
Mentre la radio suona il primo link, gli
ascoltatori/utenti e il dj ospite (si sono già
prestati i Negramaro e i Subsonica) scelgono altri brani dalla rete e, con la stessa tecnica, ne pubblicano i link, che verranno cliccati come i precedenti. Questo gioco a tre
fra dj, ascoltatori e ospite può proseguire all’infinito.
L’idea, per una radio di contenuti musicali,
è paragonabile all’avvento delle interviste telefoniche in radio: gli ospiti e gli ascoltatori,
senza muoversi da dove sono, portano in diretta i contenuti alla radio, rimanendone
contemporaneamente ascoltatori.