Biografilm 2013 -‐ Activism

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Biografilm 2013 -‐ Activism
Bologna 7-­‐17 giugno 2013 Biografilm 2013 -­‐ Activism B
Biografilm Festival presenta una serie di titoli che analizzano il fenomeno o
dell'attivismo ai tempi dei social network. Tra i film di questa sezione si trovano l
due anteprime italiane, un’anteprima europea e un’anteprima internazionale. o
Sono nove i paesi rappresentati: Russia, Danimarca, Egitto, g
Svezia, Francia, n
Regno Unito, Norvegia, Paesi Bassi e Stati Uniti. a
TPB AFK: The Pirate Bay Away from Keyboard di Simon Klose Anteprima italiana (Svezia/Danimarca/Norvegia/UK/Paesi 7Bassi/Germania, 2013, 85’) 1
Internet è reale, ma è anche la sede della più grande e pericolosa delle utopie: la 7
libertà e la gratuità assolute. Almeno secondo Gottfrid, Peter e Fredrik, i giovani svedesi fondatori di The Pirate Bay, tra i maggiori siti di condivisione di file, un g
vero e proprio quartier generale di cyber-­‐pirateria. Denunciati nel 2008 dagli i
studi di Hollywood per violazione di copyright, hanno dovuto u scoprire che anche il mondo off-­‐line, lontano dalla tastiera (away from keyboard), è reale. Il film è g
un teso racconto del processo che vede lo scontro diretto tra gli interessi n
economici delle major americane e l’ideologia anarchica doei pirati. Una moderna cyber-­‐epica del “mare magnum” del web con le sue prede e le scorrerie, i suoi determinati nemici e i suoi incerti eroi. 2
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Putin’s Kiss di Lise Birk Pedersen 3
(Danimarca, 2012, 85’) Masha Drokova ha 19 anni e una passione politica: è attivista di “Nashi”, associazione giovanile di stampo fortemente nazionalista. Ma una cosa sono gli slogan e un'altra è la vita: Masha tocca con mano questa verità quando un suo amico giornalista, oppositore dichiarato di Nashi, viene picchiato quasi a morte, da attivisti del movimento come lei, molto probabilmente legati al Cremlino. In bilico sul confine sfrangiato e tagliente tra ideologia e verità, Masha dovrà porre a se stessa una domanda antica e mai risolta: quanta umanità si può sacrificare alle proprie convinzioni politiche? Shadows of Liberty di Jean-­‐Philippe Tremblay (UK, 2012, 93’) Se un fatto non appare su New York Times, CNN, Fox News, CBS… non è mai accaduto. Il film rivela i limiti della libertà dei media americani, l’enorme potere politico, sociale ed economico delle conglomerate mediali, l’impossibilità di affermare la verità per gli indipendenti e i critici dell’establishment. Come la corrispondente di CBS News Roberta Baskin, che dopo un’inchiesta sugli abusi della Nike in Vietnam fu licenziata in tronco. Bologna 7-­‐17 giugno 2013 Uprising di Fredrik Stanton Anteprima europea (Egitto/USA, 2012, 85’) B
Che fine ha fatto la rivoluzione egiziana? Oggi che dei sogni di quella primavera o
sembra essere rimasto ben poco, è ancora più urgente fare i conti con ciò che è l
stato: con il ruolo storico del presidente Mubarak, con le roagioni di un complesso tentativo di attuare la democrazia in un Paese che non l'aveva mai conosciuta. g
Con sottile capacità di analisi e ammirevole ricchezza di commenti e di punti di n
vista, il regista Frederick Stanton intervista la leadership del movimento a
rivoluzionario, gli attivisti, i blogger, chi ha scontato con la prigione e con la 7 la lotta su internet e tortura il suo impegno politico, chi ha organizzato e vissuto nelle strade. Portandoci nel cuore degli eventi grazie alle voci dei protagonisti di 1
un grande volo verso la libertà. 7
The Square di Jehane Noujaim g
Anteprima internazionale (Egitto, USA, 90’) “Corriamo incontro ai proiettili perché amiamo la vita, ie andiamo in prigione u
perché amiamo la libertà.” L’appassionato controsenso che sta al cuore di ogni g
rivoluzione, enunciato da uno dei ragazzi arrestati in piazza Tahrir a inizio 2011, n
ha ispirato The Square, il documentario che ha conquistato il Sundance o
raccontando la lotta del popolo egiziano contro il dittatore Mubarak. È un film nel film, una voce lucida e ironica sul potere dei media, una riflessione sul ruolo 2
attivo che la rappresentazione degli eventi gioca negli eventi stessi. Dai colorati 0
sit-­‐in di protesta agli scontri con la polizia, l'occhio silenzioso di Jehane Noujaim 1
segue infatti cinque protagonisti mentre a loro volta testimoniano, videocamera 3
alla mano, le utopie e le atrocità di piazza Tahrir. Ai Weiwei: Never Sorry di Alison Klayman (USA, 2012, 91’) "Il più famoso artista contemporaneo cinese. Diretto, sfrontato, rivoluzionario. La verità di un dissidente dell’era digitale raccontato da vicino, un uomo che, con coraggio, ha abbattuto i confini tra arte e politica. Il governo cinese lo ha messo a tacere in tutti i modi: picchiandolo, oscurando il suo blog, rinchiudendolo in una detenzione segreta e demolendo il suo studio. Ai Weiwei non ha mai smesso di lottare. Senza chiedere scusa. The Cove di Louie Psihoyos (USA, 2009,92’) "Il documentario Premio Oscar 2010, che ha sbancato più di settanta festival nel mondo. Un gruppo di attivisti, guidati dall’addestratore del leggendario delfino Flipper, si imbarca in una rischiosissima avventura, per svelare il terribile mistero che si cela in una baia della costa giapponese. Uno sconvolgente docu-­‐thriller, capace di inchiodare lo spettatore alla poltrona. Bologna 7-­‐17 giugno 2013 Informant di Jamie Meltzer (USA, 2012, 80’) Non tutti i percorsi politici sono lineari. Ma dov’è il discrimine tra un’idea che B
evolve e un tradimento di se stessi? Sul filo di questo rasoio o seguiamo il percorso di Brandon Darby, nel 2005 attivista di sinistra che mette l in piedi il progetto Common Ground per aiutare New Orleans devastata dall’uragano Katrina; poi, o
tre anni dopo, informatore per l’FBI tra lo stupore generale; infine sostenitore g
del movimento ‘Tea Party’ della destra repubblicana. Un percorso esistenziale n
contorto che mette in scena le molte sfumature di una parola: attivismo. a
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Les Lip di Christian Rouaud (Francia, 2007,118’) Un racconto a più voci: parlano i leader dello sciopero 1 delle fabbriche Lip a 7
Besancon, che negli anni ‘70 ha sconvolto la Francia e l’Europa mobilitando le folle con lo slogan: “È possibile: fabbrichiamo, vendiamo e ci paghiamo!”. Un gemocrazia a livelli mai incredibile movimento di lotta che ha spinto il bisogno di d
raggiunti, senza mai cedere alla tentazione della violenza. i
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The Rainbow Warriors of Waiheke Island di Susanne Raes n
(Paesi Bassi, 2009, 89’) o
"Nel 1978, i pionieri di Greenpeace si aggiudicano un vecchio peschereccio malandato. Dopo alcuni mesi il “Rainbow Warrior” è finalmente pronto per 2
salpare. Sono passati più di trent’anni, e oggi i protagonisti di quella grande 0
avventura vivono nell’isola di Waiheke. Il “Rainbow Warrior” 1 non è mai stato una semplice nave, ma il simbolo dell’impegno e del sacrificio del suo tenace 3
equipaggio. Confessions of an Eco-­‐Terrorist di Peter Brow (USA, 2011, 90') Confessions of an Eco-­‐Terrorist dell'attivista americano Peter Brown regala una prospettiva, spesso ironica, della vita a bordo della nave del capitano Paul Watson e della sua organizzazione, la Sea Shepherd Conservation Society, un'associazione di ribelli degli oceani, per la difesa della fauna marina.