Effetti di sito? Sì ma con molta attenzione - Anti
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Effetti di sito? Sì ma con molta attenzione - Anti
46 21mo SECOLO SCIENZA e TECNOLOGIA Al termine di ciascun ciclo di carico è stata misurata lo spostamento residuo del sistema, per valutare eventuali fenomeni di plasticizzazione. Di seguito i risultati: N° cicli Carico Max (daN) Spostamento Spostamento Max (mm) residuo (mm) 10 100 4,23 0,19 30 60 3,07 0,015 100 25 0,08 0,01 n. 3-2005 Conclusioni L’esito positivo di tutti i test effettuati, sotto la supervisione dell’Università di Padova, della Regione Veneto e del collaudatore delle opere, ha confermato la necessità di utilizzare dei mezzi di analisi estremamente sofisticati, che però tengano conto delle reali esigenze cantieristiche; in questo modo è possibile dare risposta positiva alla legittima richiesta di sicurezza di tutte le figure professionali che a vario titolo sono coinvolte dal processo costruttivo. Si ringrazia lo studio Navarra Associati per il contributo fornito durante lo svolgimento delle prove sperimentali e la stesura del presente articolo Effetti di sito? Sì ma con molta attenzione Quel che segue, unitamente a scritti sul rischio da maremoto nel Mediterraneo, sul collaudo di un edificio sismicamente isolato e sull’aggiornamento della normativa sismica, arricchirà la seconda edizione del volume Proteggersi dal terremoto che verrà presentata in ottobre al salone dell’edilizia di Bologna - SAIE. di Giuliano F. Panza*, Fabio Romanelli** e Franco Vaccari** no dei principali fenomeni che influenzano la variabilità spaziale del moto sismico del suolo è la U così detta risposta di sito. Gli effetti dell’amplificazione o de-amplificazione locale possono dominare la risposta sismica locale ogni volta che eterogeneità locali, quali rilievi topografici o bacini riempiti da sedimenti sono presenti nei pressi del sito in esame. Una semplice spiegazione fisica della amplificazione locale del moto sismico del suolo, dovuta alla presenza di strati sedimentari, più o meno consolidati, nei pressi della superficie, e fornita dall’intrappolamento dell’energia sismica, dovuto al forte contrasto di impedenza fra gli strati superficiali non consolidati ed il sottostante basamento. Inoltre, il relativamente semplice istaurarsi di risonanze verticali può evolvere in un complesso sistema di risonanze, forte- * Dipartimento di Scienze della Terra, Università degli Studi di Trieste. The Abdus Salam International Centre for Theoretical Physics – ICTP, Miramare, Trieste. ** Dipartimento di Scienze della Terra, Università degli Studi di Trieste. mente dipendenti dalle caratteristiche geometriche e geotecniche dei depositi sedimentari. Le osservazioni macrosismiche effettuate dopo eventi distruttivi del ventesimo secolo hanno messo in chiara evidenza la forte influenza delle condizioni geologiche superficiali e di quelle topografiche sulla distribuzione spaziale dei danni. La maggior parte delle aree antropizzate sorge in prossimità o in corrispondenza di bacini sedimentari (e.g. pianure di origine fluviale); pertanto la definizione realistica dell’input sismico, ovvero della sollecitazione dovuta ai terremoti, che tenga nel debito conto la risposta di sito, è diventato uno dei compi più rilevanti della ingegneria sismica. Nell’ultimo decennio, una gran quantità di pubblicazioni è stata dedicata alla stima degli effetti di sito ed una definizione pratica degli effetti di sito, che concilia le esigenze della comunità degli ingegneri e quella dei sismologi, è stata proposta da Field (1996): “the unique behavior of a site, relative to other sites, that persists given all (or most) of the potential sources of earthquake ground motion in the region” (il comportamento peculiare di un sito, rispetto a quello di altri siti, che persiste al variare delle potenziali sorgenti sismiche). Questa definizione rivela implicitamente le difficoltà che sono connesse con la stima corretta delle risposte sismiche al sito, vale a dire con l’identificazione dei diversi ingredienti che danno origine al moto sismico risultante: a) sorgente, b) mezzo lateralmente eterogeneo attraversato dalle onde e c) effetti delle proprietà locali del suolo (compresi possibili comportamenti non lineari). Il metodo sperimentale assume che i termini legati ai tre ingredienti a), b) e c) siano rappresentabili ciascuno tramite un filtro lineare: l’ effetto globale è quindi il loro prodotto convolutivo. La stima empirica della risposta al sito si basa quindi sulla misura del moto del terreno in diversi siti. Ciò richiede la re- n. 3-2005 21mo SECOLO SCIENZA e TECNOLOGIA gistrazione, con una rete di strumenti, di una serie di segnali generati da sorgenti diverse. Se una rete di I siti ha registrato J eventi, lo spettro di ampiezza, O, del j-esimo evento registrato all’i-esimo sito è, in generale, rappresentato da (e.g. Field and Jacob, 1995): Oij(ω)=Ej(ω)•Pij(ω)•Si(ω) (1) dove E, P e S sono i fattori relativi, rispettivamente, alla sorgente, al percorso dell’onda dalla sorgente al sito, ed all’effetto di sito. Nel dominio dei tempi la (1) assume la forma: Oij(t)=Ej(t)*Pij(t)*Si(t) (1b) dove * indica l’operazione di convoluzione. Le tecniche più tradizionali per la stima del fattore S sono basate sul calcolo del rapporto fra lo spettro del segnale (o porzione di esso) registrato al sito su sedimenti e lo spettro di un segnale di riferimento, preferibilmente registrato in un sito vicino in cui affiora il basamento. Un procedimento alternativo si basa sulla determinazione del rapporto spettrale tra le componenti orizzontali e verticali del moto. Questo metodo si basa sull’ipotesi che la propagazione della componente verticale del moto 47 (solitamente sono utilizzate solo onde S) è perturbato in modo minimale dagli strati più superficiali e quindi può essere usato per rimuovere gli effetti di sorgente e di propagazione dalle componenti orizzontali del moto. In modo analogo il metodo di Nakamura (1989) si basa sulla determinazione della rapporto spettrale fra le componenti orizzontale (solitamente viene considerata la radice quadrata del prodotto fra gli spettri delle componenti NS ed EW) e verticale di registrazioni di rumore sismico (microtremori). Studi teorici (e.g., Lachet and Bard, 1994; Dravinski et al., 1996) e sperimentali (e.g., Field and Jacob, 1995; Field, 1996) hanno dimostrato in modo inequivocabile che il metodo di Nakamura è in grado di identificare il periodo di risonanza fondamentale di un sito, ma che, in generale, non permette di stimare il reale livello di amplificazione. Inoltre l’ipotesi che sta alla base del metodo di Nakamura (1989) sembra infondata come illustrato in vari studi (e.g., Lachet and Bard, 1994; Konno and Ohmachi, 1998) nei quali è dimostrato che il rapporto tra le componenti orizzontale e verticale è intimamente correlato con la polarizzazione delle onde di Rayleigh. Un confronto critico tra le varie tecniche empiriche in uso è fornito da Bard (1997). Mauro Dolce - Alessandro Martelli - Giuliano Panza Proteggersi dal terremoto: le moderne tecnologie e metodologie e la nuova normativa sismica 212 pagine Euro 15,00 ISBN 88-87731-24-1 1: Nozioni di sismologia - Il terremoto e le sue cause - L’origine dei terremoti - Le onde sismiche - Tipi di onde sismiche e loro velocità di propagazione - Misure dell’entità dei terremoti Intensità - Magnitudo 2: Cenni sul moto sismico delle strutture - Equazioni dell’equilibrio dinamico - Equilibrio statico (assenza di terremoto) - Equilibrio dinamico in presenza del terremoto Soluzione approssimata dell’equazione del moto sismico orizzontale - Frequenze e periodo propri (o naturali) - Spettri di risposta definiti dalla nuova normativa sismica 3: Previsione dei terremoti e scenari deterministici del moto del suolo - Introduzione - La previsione dei terremoti a medio termine spazio-temporale - I precursori dei terremoti Scenari di pericolosità sismica - Il caso Italia - L’algoritmo CN - L’algoritmo M8 4: Pericolosità sismica, rischio sismico e prevenzione sismica in Italia - Pericolosità sismica - Vulnerabilità sismica e prevenzione del rischio sismico - Classificazione sismica L’esperienza passata e gli scenari per il futuro - La precedente normativa sismica per le costruzioni ed i suoi limiti - La nascita delle moderne tecniche di controllo delle vibrazioni sismiche - Importanza della corretta definizione dell’input sismico 5: Caratteristiche delle moderne tecnologie antisismiche L’isolamento sismico e le sue caratteristiche principali - Cenni storici sullo sviluppo delle tecniche d’isolamento sismico - I sistemi dissipativi e loro caratteristiche principali - Altri sistemi antisismici 6: Progettazione delle strutture isolate o dotate di sistemi dissipativi in base alla nuova normativa sismica - Introduzione - Approccio prestazionale - Definizione delle azioni di progetto - Procedure di progetto: “capacity design” e dettagli costruttivi - Moderne tecnologie antisismiche 7: L’applicazione delle moderne tecnologie antisismiche in Italia e nel mondo - Le collaborazioni nazionali ed internazionali e le attività di formazione ed informazione - Il GLIS L’Anti-Seismic Systems International Society (ASSISi) - Le prime applicazioni italiane ai ponti, ai viadotti e agli edifici - Le applicazioni negli altri paesi - Le nuove prospettive di applicazione in Italia 48 21mo SECOLO SCIENZA e TECNOLOGIA Le tecniche più frequentemente usate per la stima empirica degli effetti di sito, essenzialmente baste su (1) forniscono un tipo di informazione sulle risposte di sito che è attendibile se si considerano fasi o modi singoli, che non interferiscono fra loro; non sempre sono applicabili alla maggior parte dei casi reali, nei quali il moto sismico e formato dalla sequenza di varie fasi che interferiscono fra loro od, equivalentemente, da un certo numero di modi di vibrazione. Infatti, per distanze sorgente-sito superiori alle lunghezze d’onda dominanti nel segnale (approssimazione di far field) e nella approssimazione di sorgente puntiforme – i.e. nella situazione matematicamente più semplice – la k-esima componente dello spostamento sismico del suolo è data da: uk(t)=ΣijMij(t)*Gki,j(t) (2) compare una combinazione non lineare delle componenti del tensore momento sismico. Una valida alternativa al controverso approccio empirico utilizzato per la stima degli effetti di sito si basa sull’utilizzo di codici di calcolo sviluppati partendo dalla conoscenza disponibile sulle proprietà delle sorgenti sismiche e sulla propagazione delle onde sismiche (e.g. Field, 2000 and Panza et al., 2001). In tal modo, utilizzando leggi fisiche fondamentali, è possibile simulare il moto del suolo per qualsiasi terremoto di scenario. Quindi, utilizzando le informazioni geologiche e geotecniche disponibili, è possibile eseguire, a basso costo, analisi parametriche molto dettagliate, che permettono di evitare il ricorso ai metodi convolutivi che si basano sulla non provata validità generale della (1). (2) Bibliografia dove * indica l’operazione di convoluzione, G è la funzione di Green, che rappresenta la risposta del mezzo e gli Mij(t) sono i tassi delle componenti del tensore momento sismico, che rappresenta le proprietà geometriche e temporali della sorgente (e.g. Sileny and Panza, 1991; Sileny et al., 1992). Solo se si assume che tali componenti siano indipendenti, allora la (2) è una equazione lineare che descrive, quindi, un meccanismo alla sorgente, in generale, variabile nel tempo. Tuttavia, se si limita l’indipendenza degli Mij(t) imponendo la condizione (del tutto ragionevole) che il meccanismo, durante il rilascio di energia sismica connesso ad un singolo terremoto, non cambi nel tempo, cioè se si impone la condizione: Mij(t)=Mij.m(t) n. 3-2005 (3) l’equazione (2) diventa non lineare a causa della presenza del prodotto Mij.m(t) (sia Mij che m(t) sono parametri del modello che descrivono le proprietà della sorgente). Quindi il problema nel dominio dei tempi non è lineare, cioè l’equazione (1) non può essere utilizzata per la stima dell’effetto di sito, anche senza che sia introdotta l’ulteriore non linearità derivante dal vincolo di doppia-coppia, con cui normalmente sono descritte, in modo formale, le sorgenti degli eventi sismici di origine tettonica, vale a dire la maggior parte dei terremoti, quelli cioè dovuti a movimenti di dislocazione lungo faglie. Nel dominio delle frequenze la cosa potrebbe sembrare piu’ semplice perchè il prodotto convolutivo in (2) diventa una semplice moltiplicazione e ciascuna frequenza è considerata separatamente. La linearita’ è conservata se si considera Mij(ω), ma se si separa la parte temporale della sorgente da quella geometrica – il meccansimo focale – viene introdotto un vincolo non-lineare, e quindi il vantaggio di considare il dominio delle frequenze è solo fittizio. In generale, il vincolo di doppia-coppia richiede l’annullamento del determinate di Mij. e quindi in Bard, P.-Y., 1997. Local effects on strong ground motion: basic physical phenomena and estimation methods for microzoning studies, in SERINA- Seismic Risk: An Integrated Seismological, Geotechnical and Structural Approach (ITSAK Ed.), Thessaloniki. Dravinski, M., Ding, G. and Wen, K-L, 1996. Analysis of spectral ratios for estimating ground motion in deep basins, Bull. Seism. Soc. Am., 86, 646-654. Field, E. H., 1996. Spectral amplification in a sediment-filled valley exhibiting clear basin-edge-induced waves, Bull. Seism. Soc. Am., 86, 991-1005. Field, E. H. and Jacob, K. H., 1995. A comparison and test of various site-response estimation techniques, including three that are not reference-site dependent, Bull. Seism. Soc. Am., 85, 1127-1143. Field, E.H. and the SCEC Phase III Working Group, 2000. “Accounting for site effects in probabilistic seismic hazard analyses of Southern California: overview of the SCEC Phase III report”, Bull. Seism. Soc. Am., 90, 6B, S1-S31. Konno, K. and Ohmachi, T., 1998. Ground-motion characteristics estimated from spectral ratio between horizontal and vertical components of microtremor, Bull. Seism. Soc. Am., 88, 228-241. Lachet, C. and Bard, P.-Y., 1994. Numerical and theoretical investigations on the possibilities and limitations of Nakamura’s technique, J. Phys. Earth, 42, 377-397. Nakamura, Y., 1989. A method for dynamic characteristics estimation of subsurface using microtremor on the ground surface, Q. Rept. Railway Tech. Res. Inst., 30, 25-33. Panza, G.F., Romanelli, F., Vaccari, F., 2001. “Seismic wave propagation in laterally heterogeneous anelastic media: theory and applications to the seismic zonation”, Advances in Geophysics, Academic press, 43, 1-95. Sileny, J. and Panza, G.F., 1991. Inversion of seismograms to determine simultaneously the moment tensor components and source time function for a point source buried in a horizontally layered medium. Studia Geophysica et Geodaetica, 35, 166-183. Sileny, J., Panza, G.F. and Campus, P., 1992. Waveform inversion for point source moment tensor retrieval with variable hypocentral depth and structural model. Geophys. J. Int., 109, 259-274.