lorenz il magnifico

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LORENZO IL MAGNIFICO
Le opere del Magnifico, quasi tutte di datazione incerta, non si dispongono
secondo le linee di un coerente sviluppo. (Pare, comunque, di poter osservare, nel
complesso, un graduale distacco dai temi popolareschi e il prevalere di
un'ispirazione più seria). Fra le tante opere, più o meno riuscite, non ce n'è una
che lo rappresenti completamente e in modo convincente. Cosicchè, quello che
ha maggiormente sconcertato i critici, è la coesistenza di temi e toni disparati e
contraddittori. L'opera di Lorenzo accoglie, infatti, simultaneamente, le varie
suggestioni della contemporanea cultura toscana, senza riuscire a concentrarsi,
come è proprio dei grandi poeti, su un tema unico e dominante; il che gli impedì
di maturare una personale e inconfondibile esperienza artistica. Tuttavia questa
sua versatilità, questa troppo grande capacità di far proprie le maniere altrui, non
va scambiata, come pure si é fatto, per un disinvolto, superficiale dilettantismo.
Piuttosto, Lorenzo appare il portavoce di un sentimento comune a tutta la sua
età, riassumendone i caratteri contraddittori; e tale carattere di "interprete" di
sentimenti non strettamente personali, ma condivisi con gli altri contemporanei,
risulta più chiaro e può essere meglio apprezzato nelle poesie in cui il Magnifico
esprime un pieno abbandono alla natura e alle gioie della giovinezza, pur con una
sottilissima vena di malinconia. Suo capolavoro, infatti é da tutti ritenuto il
TRIONFO DI BACCO E ARIANNA
Lorenzo dei Medici (Il Magnifico) (1449-1492)
1) Il politico. Lorenzo fu anzitutto un politico, un uomo di Stato, signore
assoluto di Firenze e arbitro della vita politica italiana. Si preoccupò di
conservare alla città di Firenze l'egemonia sull'intera Toscana. Scampato alla
congiura che la famiglia dei Pazzi aveva ordito contro di lui, impresse una
svolta decisamente autoritaria al suo governo, e fu così spietata la vendetta del
suo partito sugli avversari che il papato e il regno napoletano pensarono di
approfittarne per coalizzarsi in una guerra contro Firenze. Ma il Magnifico
riuscì a convincere il re di Napoli a staccarsi dall'alleanza col papa, ottenendo
così la possibilità di accrescere il prestigio di Firenze. A partire da questo
momento, Lorenzo per 11 anni sarà il realizzatore di un accorto programma di
equilibrio e di pace fra i vari Stati della penisola. Solo dopo la sua morte si
riaccenderanno forti discordie fra i prìncipi: cosa che favorirà le invasioni
straniere di Francia e Spagna.
2) Il mecenate. Lorenzo accolse nella sua corte filosofi, letterati e artisti,
realizzando nella sua persona la figura ideale del principe rinascimentale.
Diede nuovo impulso al volgare, rivalutando la tradizione stilnovistica e
trecentesca di Firenze, e sostenendo la superiorità del toscano sugli altri
volgari. Il fine era anche quello di accrescere il proprio peso politico in Italia
attraverso il primato culturale-linguistico di Firenze.
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3) La personalità poetica. Molteplici sono gli aspetti della sua attività letteraria:
vari i generi affrontati, le tecniche... Egli stesso si compiace di descriversi
come un raffinato dilettante, incline a intendere l'esercizio letterario come
evasione dalle faccende politiche quotidiane. Questo carattere
sperimentalistico della sua produzione è in realtà tipico di tutto il '400,
specialmente di quegli scrittori che preferivano scrivere in volgare. Lorenzo,
nelle sue opere, si appropria del mondo degli interessi e dei gusti di tutte le
classi sociali che compongono il dominio della sua signoria: contadini, ceto
borghese, intellettuali e aristocratici. Per ognuna di queste classi egli mostra
di avere la giusta considerazione, rafforzando il proprio prestigio di signore
preoccupato del bene dei sudditi.
Opere
1) Nencia Da Barberino. Lorenzo immagina che un pastore-contadino canti
l'amore per una pastora, Nencia, di cui esalta le bellezze prosperose, ma a cui
rimprovera il carattere duro e freddo: di qui la struggente malinconia del
contadino, che è sì rozzo e incolto ma non volgare. Lorenzo sorride nel vedere
le manifestazioni di certi sentimenti, ma sa anche scorgere, dietro quelle
manifestazioni ingenue e rozze, una sofferente e spontanea umanità.
2) Canti Carnacialeschi (canzoni a ballo). Lorenzo s'ispira alla tradizione
popolare e buffonesca del carnevale, ingentilendo però i contenuti e la forma,
rinnovando i metri e facendo comporre da musici nuove arie che
accompagnassero i testi. Queste composizioni venivano cantate su carri
addobbati, da compagnie di uomini mascherati, rappresentanti il trionfo di
divinità pagane o di virtù allegoriche o delle arti (corporazioni). Altri temi
comuni: esaltazione della vita gioiosa e del diletto sensuale, il motivo della
bellezza fuggitiva, l'invito a godere la breve stagione della giovinezza. Nel
Trionfo di Bacco e Arianna, Lorenzo invita i propri sudditi a godere del
presente, lasciando da parte le civili preoccupazioni, che si sobbarca la
signoria sollecita del bene di tutti. Qui il corteo trionfale è mitologico,
concentrato sulla figura di Bacco (dio del vino e della frenetica gioia).