soluzione eparinata o fisiologica?

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soluzione eparinata o fisiologica?
Il mantenimento dei cateteri venosi periferici negli adulti, nei bambini e
nelle gravide: soluzione eparinata o soluzione fisiologica
INTRODUZIONE
Nelle varie equipe infermieristiche, da tempo, è emerso un forte interesse riguardo la gestione del
catetere venoso periferico, in particolare il mantenimento della pervietà ; da quì nasce la necessità di
dare una risposta scientifica in grado di soddisfare la buona pratica.
Osservando la gestione del CVP dei vari reparti è emerso che non vi è uniformità di pratica nella
nostra azienda.
Da una piccola indagine a cui hanno partecipato su base volontaria alcuni reparti dell’Azienda
Ospedaliera S.Orsola-Malpighi di Bologna, è emerso che le manovre utilizzate sono diverse.
I metodi generalmente più utilizzati sono:
•
•
Utilizzo di eparina diluita in sol. Fisiologica 50UI/5ml preparata in farmacia (metodo utilizzato
nel 75% dei reparti) N° 10 U.O.
Utilizzo di Sol: Fisiologica (nel restante 25% dei reparti) N° 4 U.O
Attraverso la nostra indagine non è stato possibile documentare l’uso di altre manovre assistenziali
quali l’utilizzo di otturatori, piuttosto che l’utilizzo di valvole a pressione positiva. Non siamo riuscite
inoltre a verificare con accuratezza in che misura la soluzione eparinata sia quella preparata dalla
farmacia, piuttosto che venga predisposta in unità operativa diluendo all’interno di un flacone di
soluzione fisiologica da 250 ml o da 500 ml, le corrispondenti unità di eparina, pratica che potrebbe
essere fonte di infezioni ospedaliere.
OBIETTIVI
Il nostro obiettivo è stato quello di cercare di dare una risposta che sia in grado di soddisfare i criteri
scientifici , dando all’ operatore sanitario il metodo più efficace e corretto , supportato da evidenze, per
non lasciare spazio all’improvvisazione o/e per non ricadere nel vecchio concetto: “si fà così perché lo
si è sempre fatto. “
Inoltre siamo andati a ricercare studi sull’utilizzo e la sicurezza del farmaco (eparina). Tutto ciò ha dati
risultati preoccupanti sugli effetti collaterali che la sua somministrazione può causare.
Tenendo ben presente che l’eparina è un farmaco e come tale necessità di prescrizione medica prima di
essere somministrata:
PICO
P : Pazienti ospedalizzati portatori di CVP.
I : utilizzo di eparina diluita per il mantenimento della pervietà del CVP
C: non utilizzo di eparina
O:occlusione del CVP e complicanze correlate
Materiali e metodi
Strategia della ricerca
La ricerca è avvenuta utilizzando banche dati più appropraiate al nostro tipo di quesito di
terapia/trattamento; abbiamo considerato studi primari (RCT) e studi secondari ( revisioni sistematiche
e linee guida ) quali : Tripdatabase, Cochrane Library, Clinical Evidence, Medline, Embase e Cinahl.
Le parole chiave utilizzate sono state:
Vascular access device
Peripheral venous catheter
Patency
Heparin
Sodium chloride
Adult
Children
Si riporta in allegato A la tabella della ricerca
Criteri di inclusione
La ricerca è stata diretta agli studi relativi agli adulti, ai bambini portatori di cateteri venosi periferici.
Sono stati esclusi tutti i documenti relativi ai cateteri venosi centrali, ai cateteri per emodialisi, ai
cateteri venosi centrali inseriti in via periferica.
Sono state considerate le linee guida, alle revisioni sistematiche ed gli RCT, pubblicati dopo il 2000,
che fossero in lingua inglese o in italiano.
Risultati
Un elemento che ha colpito la nostra attenzione è emerso durante l’uso della banca dati del National
Guideline Clearing House, in cui la visualizzazione di tutte le linee guida relative alla gestione delle
linee infusionali è accompagnata dalla seguente visualizzazione:
RACCOMANDAZIONI PER IL LAVAGGIO DEI CATETERI VENOSI PERIFERICI
Nell’Alert pubblicato dall’FDA emerge che la somministrazione di eparina può determinare l’esordio,
anche tardivo rispetto alla interruzione della terapia, di trombocitopenia indotta da eparina. Si tratta di
una condizione determinata da una reazione mediata da anticorpi. Questa patologia, che esordisce con
una aggregazione irreversibile delle piastrine può evolvere verso una trombosi venosa e arteriosa. La
prevalenza di questa condizione è documentata in letteratura con una prevalenza variabile tra lo 0 ed il
30%.
In riferimento alla presenza di questo rischio ed alla possibilità di mantenere pervie le vie venose
periferiche a con altri metodi, che non presentano questo pericolo, la letteratura è ormai orientata verso
il lavaggio dei CVP mediante soluzione fisiologica.
I° Studio selezionato (linea guida)
RNAO, 2005
Care and Maintenance to Reduce Vascular Access Complication
Raccomandazione 7.0
Gli infermieri manterranno la pervietà dei cateteri utilizzando le tecniche del flushing e del locking.
(livello IV)
Discussione delle evidenze
Il mantenimento della pervietà del catetere è una misura importante per tutti i tipi di cateteri venosi.
Indipendentemente dalla frequenza, dal tipo o dal volume, la maggioranza della letteratura riguardo il
mantenimento della pervietà raccomanda l’utilizzo delle tecniche del flushing (lavaggio) e del locking
(chiusura) (RCN, 2003). Il flushing previene il miscelarsi di farmaci o soluzioni incompatibili e/o
pulisce il lume del catetere dagli aggregati di sangue o fibrina. Il locking previene il ritorno del sangue
all’interno del lume quando il catetere non è più utilizzato (Ons, 2004).
Flushing (lavaggio)
Tecnica del flusso turbolento
Anche se la questione della tecnica del flusso turbolento è stata trattata in letteratura, non ci sono RCT
a suo supporto. Nonostante ciò, il panel raccomanda l’uso della tecnica del flusso turbolento come la
pratica migliore attualmente disponibile per prevenire l’occlusione del catetere.
Tutti i cateteri (sia centrali che periferici) devono essere lavati utilizzando la tecnica del flusso
turbolento per prevenire il miscelarsi di farmaci o soluzioni incompatibili e per ridurre le complicanze
quali gli aggregati di fibrina o l’accumulo dei precipitati dei farmaci all’interno del lume del catetere.
Anche se il flushing è finalizzato a prevenire la formazione di aggregati di fibrina, è importante sapere
che tutti i cateteri accumuleranno comunque coaguli di fibrina (ONS, 2004).
Al fine di eseguire un lavaggio che abbia una turbolenza, l’infermiere dovrà utilizzare il metodo pulsato
(iniettare e fermarsi). Questo consente alla soluzione di lavare mediante attrito l’interno della parete del
dispositivo e di promuovere la rimozione del sangue e della fibrina e di aiutare a pervenire la
formazione di precipitati all’interno del lume dei cateteri (Dougherty, 1997; RCN, 2003).
NB: una pressione di lavaggio eccessiva può causare la partenza di trombi, la disgiunzione del catetere
dalla siringa e/o la rottura del catetere. Al fine di ridurre la eccessiva pressione potenziale, è
generalmente raccomandato l’utilizzo di siringhe di capienza maggiore di 10 mL (RCN, 2003). Le
siringhe grandi, infatti, creano minore pressione quando si inietta e maggiore pressione quando si
aspira. Le siringhe più piccole, invece, creano maggiore pressione durante l’iniezione e minore in fase
di aspirazione.
Quando si utilizza la tecnica del flusso turbolento, è importante valutare preventivamente il
funzionamento del catetere, dato che, in seguito all’applicazione di questa tecnica, si può determinare
una grande pressione all’interno di presidi occlusi o costretti (ad esempio perché piegati o campati).
Locking (chiusura)
Tecnica della chiusura a pressione positiva
La tecnica della chiusura a pressione positiva mantiene una pressione positiva all’interno del lume, al
fine di prevenire il reflusso ematico dalla vena all’interno del lume del catetere, prevenendo così gli
aggregati di fibrina, i coaguli e la occlusione trombotica dei dispositivi (INS, 2000; RCN, 2003). Gli
infermieri devono sapere come determinare una pressione positiva di chiusura all’interno del catetere e
dei dispositivi di infusione utilizzati. Hadaway (2001) ha riportato che la tecnica della pressione
positiva è raramente utilizzata in modo corretto e coerente, e ciò determina il lento formarsi di coaguli
all’interno del lume. Quando si utilizza un catetere a punta aperta senza sistemi a pressione positiva , la
tecnica corretta comprende il mantenimento di una pressione positiva sullo stantuffo della siringa,
mentre si chiude il morsetto e prima di rimuovere la siringa dal tappo del catetere (INS, 2000; Macklin,
1997).
Valvole – Tappi a pressione positiva
I dispositivi con la rimozione positiva dei fluidi, riducono o eliminano la variabile legata
all’applicazione di un lavaggio non corretto. Molti tappi a pressione positiva determinano una
rimozione positiva dei liquidi e una pressione positiva alla fine del catetere. I tappi a pressione positiva
rimandano una piccola quantità di liquidi verso la punta del catetere quando il set o la siringa sono
disconnessi dalla estremità prossimale del catetere. Ciò impedisce al sangue di refluire all’interno del
lume. I cateteri che hanno valvole a pressione positiva non devono essere clampati fino al distacco
della siringa con cui si è effettuato il lavaggio. I primi studi riportano una riduzione delle occlusioni di
questo tipo di cateteri (INS, 2000; RCN, 2003)
I quattro elementi del flushing e del locking
Gli interventi di lavaggio e chiusura prevedono quattro elementi che devono essere descritti nella
terapia del paziente. È importante che gli interventi di lavaggio e chiusura siano eseguite come
descrivono le linee guida basate sulle evidenze e sulla ricerca corrente (Epic, 2001b; INS, 2000; RCN,
2003).
Questi quattro elementi comprendono:
•
•
•
•
Tipo di soluzione
Concentrazione della soluzione
Volume della soluzione
Frequenza della somministrazione.
Tipo di soluzione
Flushing: gli infermieri devono utilizzare soluzione fisiologica o altri tipi di soluzioni compatibili (es:
acqua per preparazioni inettabili) per lavare il catetere al fine di prevenire il contatto tra soluzioni
incompatibili.
Locking: le soluzioni di chiusura utilizzati con la tecnica della pressione positiva mantengono la
pervietà del catetere prevenendo il reflusso di sangue e riducendo il rischio di formazione di coaguli
all’interno del lume del catetere, in caso in cui si verifichi un reflusso di sangue.
Le soluzioni di chiusura comprendono:
• Soluzione fisiologica
• Eparina
Si deve utilizzare la soluzione fisiologica in presenza di cateteri con valvole a pressione positiva o con
tappi a pressione positiva.
Si deve utilizzare l’eparina nei cateteri a punta aperta a cui non sono applicate tecnologie a pressione
positiva (tappi a pressione positiva).
Concentrazione della soluzione
Volume della soluzione
Flushing: gli infermieri devono utilizzare un sufficiente volume di soluzione per pulire il lume interno
del dispositivo (3-5 ml per i CVP …). Il volume dopo il prelievo di sangue o la somministrazione di
farmaci deve essere di almeno 20 ml per tutti i cateteri. Macklin (1997) conclude che possono
verificarsi dei problemi se si utlizzano volumi troppo piccoli di liquido e mai con volumi troppo grandi.
Locking: il volume deve essere almeno doppio rispetto alla capacità del lume del catetere (solitamente
tra i 3 ed i 10 ml per tutti i dispositivi – Macklin, 1997), più il volume di tutti i dispositivi del sistema di
infusione (prolunghe) (INS, 2000).
Frequenza di somministrazione
Generalmente il lavaggio deve essere effettuato:
•
•
•
•
• Dopo il prelievo ematico;
Quando si passa da una somministrazione continua ad una somministrazione intermittente;
Prima e dopo avere somministrato un farmaco;
Prima e dopo avere infuso emocomponenti;
Per mantenere pervio un dispositivo non utilizzato (INS, 2000; RCN, 2003).
La frequenza dell’uso di un dispositivo spesso determina la frequenza di lavaggio e di chiusura. I
dispositivi utilizzati in modo intermittente sono lavati prima della somministrazione e sono lavati e
chiusi almeno dopo ogni infusione o somministrazione di farmaci. La frequenza del lavaggio varia nei
diversi contesti assistenziali ed in relazione al tipo di catetere utilizzato (Ray, 1999). Nonostante ciò, i
cateteri devono essere lavati e chiusi ad intervalli definiti per mantenere la pervietà e prevenire
l’occlusione.
CVP
Soluzioni, concentrazione e
frequenza di lavaggio
Lavare routinariamente i CVP
con 3-5 ml di soluzione
fisiologica o con soluzioni
compatibili ad ogni uso.
Lavare ogni 12 ore se la
frequenza di uso supera le 12
ore.
Soluzioni, concentrazioni e
frequenza di chiusura
Chiudere in modo routinario i
CVP utilizzando almeno 1-2ml
di soluzione fisiologica.
Chiudere il dispositivo usando
almeno il doppio del volume
contenuto nel catetere e nei
dispositivi infusionali accessori
(ad esempio per le prolunghe
dai 3 ai 10 ml).
Bibliografia
Dougherty, L. (1997). Reducing the risk of complications in IV therapy. Nursing Standard, 12(5), 4042.
Hadaway, L. C. (2001). IV risk reducers. Nursing Management, 32(12), 57-59.
Hadaway, L. C. (2003b). Skin flora and infection. Journal of Infusion Nursing, 26(1), 44-48.
Intravenous Nurses Society (2000). Infusion nursing: Standards of practice. Journal of Intravenous
Nursing, 23(6S), S1-S88.
Intravenous Nurses Society (2002). Policies and procedures for infusion nursing (2nd ed.). Norwood:
Author.
Journal of Intravenous Nursing, 22(6S), S18-25, S4-7.
Macklin, D. (1997). How to manage PICCs. American Journal of Nursing, 97(9), 26-33.
Oncology Nursing Society (2004). Access Device Guidelines (2nd ed.). Pittsburgh: Author.
Ray, C. E., Jr. (1999). Infection control principles and practices in the care and management of central
venous access devices.
Royal College of Nursing (2003). Standards for infusion therapy. London: Author.
2° studio preso in esame
REVISIONE SISTEMATICA: L’UTILIZZO DELL’EPARINA PER PROLUNGARE L’USO
DEI CVP NEI NEONATI
Shah PS, Ng E, Sinha AK. Heparin for prolonging peripheral intravenous catheter use in neonates.
Cochrane Database of Systematic Reviews 2005, Issue 4. Art. No.: CD002774. DOI:
10.1002/14651858.CD002774.pub2.
Introduzione
BACKGROUND
L’infusione endovenosa di farmaci liquidi e di nutrienti è diventata una pratica indispensabile al giorno
d’oggi nella cura medica. Il CVP è il metodo più semplice ed è quello che più frequentemente viene
usato per le infusioni medicamentose ; può dare origine a complicanze che possono essere di tipo
meccanico o infettivo. Le complicanze meccaniche sono:
•
•
•
•
•
•
Le trombosi
Dislocamento
Stravaso
Infiltrazioni
Flebiti
Formazioni di cicatrici
Le complicanze infettive possono essere:
•
•
Sepsi micotiche
Batteriche
Le trombosi o le flebiti avvengono vicino al sito d’ inserzione del CVP dove si annidano
microrganismi causando l’infezione. I fattori che determinano il rischio di queste complicanze sono :
•
•
•
•
•
•
•
La durata dell’infusione
Il sito d’inserzione
Il calibro del CVP
Il tipo di catetere
La velocità dell’infusione
La turbolenza dello scorrere dei liquidi
Le caratteristiche dei componenti dell’infusione
Ci sono stati vari tentativi per prevenire o ridurre le complicanze. Questi tentativi si basano sulla
quantità delle infusioni, la frequenza dei cambi dei CVP, il posizionamento del filtro, l’uso topico di
glicerina trinitrata idrocortisone o eparina, lavaggio ad intermittenza con soluzione fisiologica eparinata
e infusione continua di eparina.
In un neonato frequenti cambi del sito ha predeterminato ???????? ; in più i ripetuti tentativi di
cannulizzazione provocano la rottura della barriera cutanea predisponendo questi pazienti alle infezioni
da patogeni opportunisti commensali della cute come quella da stafilococco. Queste infezioni possono
essere una minaccia per i neonati. I CVP sono spesso posizionati sul braccio sinistro dei neonati finchè
non arriva la complicazione. Di conseguenza i metodi che possono prolungare la durata della pervietà
di questi cateteri devono essere vantaggiosi per questi pazienti. L’eparina è stata somministrata con
iniezione ad intermittenza o a infusione continua per prevenire la formazione di trombosi e
conseguentemente garantire il prolungamento della pervietà del CVP . Comunque gli effetti
significativi dell’eparina sulla profilassi antitrombotica sono stati osservati utilizzando eparina a basso
peso molecolare. Diversi altri effetti sono associati all’uso di eparina come reazioni allergiche,
variazione della crasi ematica causati da errori dei dosaggi dell’eparina, emorragia nei bambini pretermine, inoltre l’eparina ha indotto trombocitopenia. La validità dell’eparina per il prolungamento
della pervietà del CVP è stato sistematicamente riesaminato precedentemente. Goode Peterson e
Randolph hanno comparato l’efficacia dell’eparina con l’utilizzo della fisiologica in pazienti di ogni
età. Queste revisioni hanno concluso che la soluzione fisiologica era tanto efficace quanto l’eparina.
Comunque solo uno studio di queste revisioni è stato compiuto su neonati, così che l’efficacia e la
sicurezza dell’eparina non erano accertati specificatamente nei neonati. I neonati sono unici nella loro
sensibilità e resistenza all’eparina e nella prospettiva di una complicanza emorragica cerebrale.
ABSTRACT
Background
I CVP sono largamente usati nella moderna pratica medica. La presenza di una complicanza meccanica
o infettiva spesso necessita della rimozione o sostituzione del CVP. L’eparina ha dimostrato di essere
efficace per la pervietà del catetere arterioso periferico e del CVC , ma non deve risultare una minaccia
per le complicanze nei neonati.
Obiettivo
Il principale obiettivo era quello di determinare l’efficacia dell’eparina contro il placebo o contro
nessun trattamento per la durata della pervietà del CVP, ed è stato definito attraverso il tempo di
permanenza dei cateteri. Il secondo obiettivo era quello di fissare gli effetti dell’eparina sull’ostruzione
del catetere,li flebiti o le tromboflebiti, la sepsi della punta del catetere , alterazioni del profilo ematico
coagulativo, reazioni allergiche, trombocitopenia, emorragie vascolari e cerebrali, morte.
Strategia della ricerca
La ricerca letteraria è stata eseguita usando database come :
Criteri di selezione
L’RCT si è basato sul lavaggio o l’infusione contro il placebo o nessun trattamento. Questi sono i
criteri inclusi nella ricerca. Nello studio sono stati inclusi i neonati ed è riportato su un piccolo numero
degli OUTCOMES che sono stati inclusi.
Raccolta ed analisi dei dati
Per garantire la qualità metodologica degli studi sono stati usati: il criterio di cecità della
randomizzazione ,la cecità nell’intervento ,la cecità dwel follow up e la cecità nella valutazione degli
OUTCOMES. Gli elementi rilevanti degli Outcomes sono stati estratti e l’effetto della grandezza è stato
esaminato sulla scala WMD, RR ed RD.
Risultati principali
Sono stati identificati 10 studi eleggibili. E’ stata utilizzata sia la soluzione fisiologica eparinata nel lavaggio
ad intermittenza che eparina come additivo nell’NPT.
5 studi hanno riportato dati sulla durata della pervietà dei CVP.
2 di questi studi sono fondati sugli effetti dell’eparina , ma non sono statisticamente significativi;
2 studi hanno dimostrato un incremento statisticamente significativo ed 1 studio ha dimostrato una
diminuizione statisticamente significativa nella durata della pervietà del CVP utilizzandol’eparina.
I risultati non sono arrivati attraverso la metanalisi dovuta ad una eterogeneità significativa dei trattamenti.
In più sono state segnalate differenze degli studi in termini di qualità metodologica, dosi, collocazione del
CVP, vie di somministrazione dell’eparina e gli outcome riportati.
Per un numero limitato degli studi non ci sono state differenze significative tra l’eparina e il placebo o la
mancanza di trattamento nei gruppi a rischio di infiltrazioni, flebiti ed emorragie cerebrali.
MANTENERE LA PERVIETA’ DEI CVP NELLE PAZIENTI GRAVIDE
OST. Francesca Baiesi Pillastrini, U.O. Ostetricia Prof. Pelusi
Assetto coagulativo nelle gravide
Nelle donne gravide l’assetto coagulativo si modifica: la concentrazione di fibrinogeno aumenta
sensibilmente e si modificano anche altri fattori della coagulazione. Il significato fisiologico di queste
variazioni deve essere interpretato non nel senso di un reale stato di “ipercoagulabilità” bensì nel senso
che il meccanismo della coagulazione in gravidanza risulta più rapido ed efficace quando si realizzino
le opportune condizioni scatenanti.
Il tempo di coagulazione in provetta ed il tempo di sanguinamento non presentano sostanziali
variazioni. Il tasso di protrombina sovente presenta un modesto aumento soprattutto verso la fine della
gravidanza. Nel terzo trimestre è stata osservata anche la comparsa di una certa resistenza all’azione
anticoagulante dell’eparina.
Materiali e metodi
Vedi tabella di ricerca
Risultati
In seguito alla revisione della letteratura sono stati identificati solo due RCT che affrontavano
l’argomento d’interesse:
Niesen KM, Harris DY, Parkin LS, Henn LT.The effects of heparin versus normal saline for
maintenance of peripheral intravenous locks in pregnant women.
J Obstet Gynecol Neonatal Nurs. 2003 Jul-Aug;32(4):503-8.
Meyer BA, Little CJ, Thorp JA, Cohen GR, Yeast JD.Heparin versus normal saline as a peripheral
line flush in maintenance of intermittent intravenous lines in obstetric patients.
Obstet Gynecol. 1995 Mar;85(3):433-6.
Discussione
I due studi sono stati analizzati e qui di seguito sono indicate le considerazioni emerse per quanto
riguarda la validità interna ed esterna dei suddetti lavori.
Primo studio:
Viene confrontato l’uso di eparina 10 U/ml con l’uso di soluzione salina per il mantenimento della
pervietà dei cateterini venosi in gravide dalla 26 alla 34 settimana di gestazione. Gli outcomes presi in
considerazione sono: la durata della pervietà dei cateterini venosi e la comparsa di flebiti.
I risultati che i ricercatori hanno ottenuto non sono statisticamente significativi. Inoltre lo studio
presenta delle limitazioni rilevanti: sono stati usati cateterini venosi con differente G (16 e 18); non è
stato preso in considerazione cosa veniva infuso (per esempio ci sono sostanze che possono essere più
lesive di altre sulla parete venosa), nè la frequenza con cui veniva infuso. La rilevazione dei dati inoltre
avveniva solo dopo 12 ore dal posizionamento del cateterino e ciò non può dare dati adeguati per la
valutazione degli outcomes.
Secondo studio:
viene confrontato l’uso di eparina 100 U/ml con l’uso di soluzione salina per il mantenimento della
pervietà dei cateterini venosi. Gli outcomes presi in considerazione sono: la durata della pervietà dei
catetrini venosi, comparsa di complicanze, eventuali modificazioni dei valori di PTT.
Lo studio è stato condotto in maniera estremamente rigorosa, i cateterini avevano G uguali, venivano
usati solo per i prelievi di sangue, ogni 6 ore veniva infusa nel cateterino 3 ml di eparina o soluzione
salina. Gli operatori erano ciechi, ovvero non sapevano se stavano infondendo eparina o soluzione
salina. La valutazione della pervietà non era soggettiva ma valutata attraverso l’infusione per gravità da
un’altezza di 6 piedi. I controlli venivano fatti dopo 48 e 72 ore, tempo sufficiente per valutare
correttamente gli outcomes. Le complicanze erano valutate e trattate da personale cieco allo studio.
Risultati:
L’uso di eparina 100 U/ml è più efficace della soluzione salina nel mantenimento della pervietà dei
cateterini venosi periferici nelle pazienti.
I valori di PTT non si modificano nel gruppo delle pazienti in cui viene usata l’eparina.
Per quanto riguarda le complicanze, sono significamente ridotte nel gruppo trattato con eparina.
1. Gli autori dello studio indicano come i rischi di comparsa della complicanza più temibile
dell’uso di eparina cioè la trombocitopenia indotta da eparina sono minimi ma ancora presenti.
2. il numero del campione è ridotto (31 pazienti trattate con eparina, 33 con soluzione salina)
Conclusioni
Nella pratica clinica del reparto di ostetricia Prof.Pelusi si utilizza eparinare i cateterini con eparina 10
U/ml con risultati soddisfacenti, ma mai misurati in modo sistematico. Sarebbe interessante attuare uno
studio rigoroso con questi dosaggi di eparina.
Probabilmente si può prendere in considerazione l’uso di eparina 100 U/ml in quei rari casi in cui ci si
trovi a gestire pazienti gravide che necessitano la presenza di un CVP per periodi lunghi o in cui sia
particolarmente difficoltoso reperire un accesso venoso.
Un dibattito tra gli operatori sull’argomento è auspicabile.
CONCLUSIONI
Dopo un’attenta valutazione critica degli studi ricercati si è constatato che non vi sono significative
differenze, per quanto riguarda il mantenimento della pervietà dei cvp, sia che venga utilizzata
eparina diluita in soluzione fisiologica oppure soltanto soluzione fisiologica, se utilizzata con le
specifiche tecniche che garantiscono una pressione positiva all’interno del lume del CVP.
E’ stato dimostrato tuttavia che la somministrazione di eparina può essere connessa con
l’insorgenza di gravi e talvolta letali, complicanze per il paziente.
E’ questo il motivo per cui, pur mancando una letteratura esaustiva e rigorosa, l’utilizzo della
soluzione fisiologica per il mantenimento della pervietà dei CVP deve essere preferita all’uso di
soluzioni eparinate, che espongono il paziente ad un rischio non giustificato da una necessità
terapeutica.
Raccomandiamo di tener presente che l’eparina è un farmaco, e come tale và utilizzato, ma
soprattutto deve essere prescritto dal medico prima di essere somministrato, dato che il suo uso
può provocare seri danni al paziente.
È importante inoltre che per assicurare la stessa efficacia realizzata dall’eparina, l’utilizzo della
soluzione fisiologica sia accompagnato dalle tecniche descritte dalle linee guida.
L’utilizzo di una tecnica appropriata ed efficace, che riduca i rischi per il paziente, consente
l’uso più consono delle risorse e garantisce al professionista di operare in sicurezza ed in modo
deontologicamente corretto.
Allegato A Tabella di ricerca
Banca
dati
Trip
database
NGC
Stringa
Limiti
"venous access" management
206
di cui
selezionati
1
Keyword: venous access devices 5
Treatment/Intervention: venous di cui
selezionati
access devices
1
Cochrane peripheral venous catheter and
database: heparin in Title, Abstract or
CDR e
Keywords
DARE
Medline
Risultati
Articoli
RCN Standard of infusion therapy, 2005.
Registered Nurses Association of Ontario
(RNAO). Care and maintenance to
reduce vascular access complications.
Toronto (ON): Registered Nurses
Association of Ontario (RNAO); 2005
Apr. 88 p.
3
Shah PS, Ng E, Sinha AK. Heparin for
prolonging peripheral intravenous
di cui
catheter use in neonates. Cochrane
selezionati Database of Systematic Reviews 2005,
Issue 4. Art. No.: CD002774. DOI:
1
10.1002/14651858.CD002774.pub2.
Mesh
8
"Catheterization,
Peripheral"[MeSH] AND
2
"Heparin"[MeSH] AND "Sodium
Chloride"[MeSH] AND
Randomized Controlled
Trial[ptyp] AND (English[lang]
OR Italian[lang]) AND
"adult"[MeSH Terms] AND
"humans"[MeSH Terms]
Clinical query specific
8
(("Catheterization,
Peripheral"[MeSH] AND
2
"Heparin"[MeSH] AND "Sodium
Chloride"[MeSH]) NOT
arterial[All Fields]) AND
(randomized controlled
trial[Publication Type] OR
(randomized[Title/Abstract]
AND controlled[Title/Abstract]
AND trial[Title/Abstract]))
Niesen KM, Harris DY, Parkin LS, Henn
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The effects of heparin versus normal
saline for maintenance of peripheral
intravenous locks in pregnant women.
J Obstet Gynecol Neonatal Nurs. 2003 JulAug;32(4):503-8.
PMID: 12903700 [PubMed - indexed for
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Meyer BA, Little CJ, Thorp JA, Cohen
GR, Yeast JD.
Heparin versus normal saline as a
peripheral line flush in maintenance of
intermittent intravenous lines in obstetric
patients.
Obstet Gynecol. 1995 Mar;85(3):433-6.
PMID: 7862386 [PubMed - indexed for
MEDLINE]
Clinical query sensitive
38
(("Catheterization,
Peripheral"[MeSH] AND
2
"Heparin"[MeSH] AND "Sodium
Chloride"[MeSH])
Clinical query
Therapy
Sensitive
1: ASHP Commission on Therapeutics.
ASHP therapeutic position statement on
the institutional use of 0.9% sodium
chloride injection to maintain patency of
peripheral indwelling intermittent infusion
devices.
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Switching from heparinized saline flush
to normal saline flush for maintaining
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PMID: 16766602 [PubMed - indexed for
MEDLINE]
Clinical query
5
therapy
sensitive
1
((("Catheterization,
Peripheral"[MeSH] AND
"Heparin"[MeSH] AND "Sodium
Chloride"[MeSH]) NOT
arterial[All Fields]) NOT
pregnan* )
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The epidemiology of peripheral vein
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