EUTROFIZZAZIONE DELLE ACQUE COSTIERE DELL`EMILIA

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EUTROFIZZAZIONE DELLE ACQUE COSTIERE DELL`EMILIA
Biol. Mar. Mediterr. (2008), 15 (1): 29-31
F. Giovanardi, S. Russo, A. Rinaldi*, G. Montanari*, C.R. Ferrari*, C. Mazziotti*
ICRAM – Istituo Centrale per la Ricerca scientifica e tecnologica Applicata al Mare
Via di Casalotti, 300 – 00166 Roma, Italia.
[email protected]
*ARPAER Agenzia Regionale Prevenzione Ambiente Emilia Romagna, Struttura Oceanografica Daphne,
Cesenatico (FC), Italia.
EUTROFIZZAZIONE DELLE ACQUE COSTIERE
DELL’EMILIA-ROMAGNA: APPROCCIO METODOLOGICO
PER L’IDENTIFICAZIONE DEI CORPI IDRICI
E LA DEFINIZIONE DELLE CONDIZIONI DI RIFERIMENTO
EUTROFICATION COSTAL WATERS EMILIA-ROMAGNA REGION
METHODOLOGICAL APPROACH TO WATER BODIES
IDENTIFICATION AND REFERENCE CONDITION DEFINITION
Abstract – In order to divide Emilia Romagna coastal waters in significant water bodies, according to
WFD 2000/60, the data of the National Monitoring Programme (Law 979/82 “Defence of the Sea”) have
been analysed. Homogeneous water masses have been identified. Specific polluting loads coming from Po
river basin and from minor water courses have been evaluated. According to the results “MED GIG”have
been defined to be utilised for Ecological Quality Ratio calculation.
Key-words: eutrophication, nutrients, coastal waters, trophic levels.
Introduzione – La Direttiva Comunitaria WFD 2000/60 introduce un nuovo
approccio ai fini della valutazione dello stato di qualità dei corpi idrici, integrando sia
gli aspetti chimici sia gli aspetti biologici. Questi ultimi assumono importanza rilevante,
essendo la classificazione dello stato ecologico principalmente basata sugli Elementi di
Qualità biologica. Nel processo di implementazione e di applicazione della Direttiva, il
corpo idrico sarà l’oggetto delle attività di “reporting” e di verifica della congruità con
i principali obiettivi ambientali previsti dalla D. 2000/60. Altrettanto importante è la
necessità di fissare Condizioni standard di riferimento, perché questo rende possibile la
valutazione della qualità ecologica del corpo idrico rispetto a quella che caratterizza il
sito di riferimento (reale o anche virtuale), inteso dunque come obiettivo di qualità da
raggiungere e/o con cui rapportarsi (EQR: Environmental Quality Ratio) (CIS Working Group 2.4. - Coast. 2002).
Materiali e metodi - Il percorso metodologico indicato dalla Direttiva per arrivare alla classificazione dello stato ecologico prevede due importanti passaggi intermedi: l’identificazione dei corpi idrici e l’individuazione delle condizioni di riferimento.
Per la caratterizzazione di qualità delle acque costiere emiliano romagnole, si è fatto
ricorso principalmente ai dati del SIDIMAR (Periodo 2001-2006: monitoraggio ex
legge 979/82: Convenzioni delle Regioni con il M.A.T.T.M. – Direzione Protezione
della Natura) e ai risultati dell’Indagine CIPE (Periodo Marzo 2004-Febbraio 2005),
propedeutica alla verifica degli obiettivi del Piano di Tutela delle Acque (PTA) della
Regione Emilia Romagna ai sensi del Dlgs 152/99.
Ai fini della caratterizzazione complessiva della fascia costiera Emiliano-romagnola,
gli autori hanno comunque potuto fare affidamento sul data-base della Struttura Oceanografica Daphne che fornisce serie storiche a partire dai primi anni ’80.
Infine per le elaborazioni statistiche complesse (e.g. Cluster Analysis) è stato utilizzato il programma R (V. 2.11 –R Development Core Team, 2005). R è un free
software.
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F. Giovanardi, S. Russo, A. Rinaldi, G. Montanari, C.R. Ferrari, C. Mazziotti
Risultati – Lungo la fascia costiera emiliano romagnola da diversi anni sono
ricorrenti i processi di Eutrofizzazione, con impatti negativi oltre che sugli equilibri
ambientali degli ecosistemi, anche sui settori economici del turismo e della pesca. È
stato dimostrato effetto “eutrofizzante” dovuto agli apporti padani che condizionano
l’intera area considerata, dal punto di vista delle concentrazioni sia di nutrienti, sia di
Clorofilla (ARPAER Regione Emilia-Romagna, 1982-2006; Vollenweider et al., 1992).
Dovendo procedere secondo quanto indicato dalla Direttiva alla identificazione dei
Corpi Idrici, un primo passo è consistito nell’elaborare i dati allo scopo di individuare
aree costiere omogenee dal punto di vista qualitativo.
Le variabili considerate sono:
Parametri idrologici e chimico-fisici: Temperatura, Salinità, sigma_T, Stabilità della
colonna d’acqua (N) e Rapporto di Diluizione (F%), O2D, pH.
Parametri indicatori di stato trofico: N-NH4, N-NO3, N-NO2, TN, P-PO4, TP,
Clorofilla, Disco Secchi, S-SiO4.
Fitoplancton e indice Trofico TRIX: abbondanza di Diatomee, Dinoflagellate,
Altro.
Sono inoltre state calcolate le portate medie e i carichi di nutrienti (N e P) del Po
e dei fiumi emiliano-romagnoli, per il periodo Agosto 2004 -Luglio 2005.
Applicando l’Analisi dei Cluster ai dati relativi a 4 Transetti di 3 stazioni ciascuno
emerge che le diverse stazioni si aggregano secondo 2 principali aree omogenee, quella
immediatamente interessata dal delta del fiume Po e la zona posta più a sud. Il terzo
cluster individuato, che comprende un lungo tratto di litorale da Lido Adriano a Cesenatico non si differenzia molto dal secondo. Il passo successivo ha riguardato l’analisi
delle pressioni. Per rappresentare il diverso grado di impatto sui corpi idrici è stato
scelto il carico di Fosforo, non soltanto perché esso è il principale elemento che innesca e sostiene le fioriture algali (Vollenweider, 1992; Giovanardi e Vollenweider, 2004),
ma anche perché ben rappresenta e riassume tutti fattori di “pressione” dovuti alle
attività umane. Per i carichi di nutrienti si può osservare che i valori di carico liberati
dal bacino padano e immessi nel mare Adriatico (5200 tonn/anno di P totale), sono di
gran lunga più elevati dei corrispondenti valori relativi ai bacini costieri. Sulla base di
queste osservazioni, possiamo dunque suddividere la fascia costiera romagnola in due
corpi idrici principali, distinti e ben differenziati, non solo per le loro caratteristiche
di qualità, ma anche per la specificità degli impatti determinati dalla pressione antropica. Il primo corpo idrico è quello situato nella zona Nord, dal delta padano fino
alle dighe di Ravenna, che sviluppandosi verso il largo per oltre tre km, rappresentano
anche un limite di tipo fisico non trascurabile. Il secondo corpo idrico si sviluppa
verso sud, dalle dighe di Ravenna fino al confine regionale.
Conclusioni - Secondo il criterio indicato dal M.A.T.T.M. (Dir. Qualità della Vita.
Cfr. Allegati tecnici al Decreto 152/2006 di recepimento della Direttiva 2000/60), tutta
la zona costiera dell’Alto Adriatico ricade nella Tipologia 1: Pianura Alluvionale –
Stabilità Elevata. Questa Tipologia è risultata unica per tutta l’Eco-Regione Mediterranea, da cui ne deriva l’impossibilità pratica di intercalibrare i criteri di classificazione
dello stato ecologico per l’Alto Adriatico con quelli applicabili ad altre zone costiere
mediterranee, diverse per tipologia di appartenenza. Nel caso della Tipologia I, le decisioni del MED GIG “Intercalibration Group” (Ispra, 14-16 Maggio 2007), per i valori
di riferimento relativi all’elemento di qualità biologica Fitoplancton e riguardanti il
parametro Clorofilla, stabiliscono: 2.4 µg/L come limite tra lo Stato Ecologico Buono
e quello Elevato, 3.5 µg/L tra lo Stato Ecologico Buono e quello Moderato; 1.8 µg/L
come concentrazione di riferimento per il calcolo dell’EQR. Attualmente, la situazione
relativa alla Clorofilla è di circa 6 µg/l nel primo corpo idrico, e tra 6 e 3 µg/L nel
secondo. Soltanto nella zona più meridionale, al largo di Cattolica, il valore di Cloro-
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filla scende sotto i 3 µg/L, corrispondenti ad uno stato trofico buono (TRIX<5). Per
una verifica di congruità, i valori di riferimento indicati dal MED GIG possono essere
confrontati con gli analoghi valori-obiettivo previsti dal PTA della Regione Emilia
Romagna. Il Piano Tutela Acque prevedeva un livello trofico obiettivo di 5 unita di
TRIX, come valore mediato a tutta la fascia costiera romagnola, da raggiungere entro
il 2016. Per concludere occorre sottolineare che, sebbene l’individuazione di un sito di
riferimento è compromessa dal fatto che la fascia costiera Adriatica è sempre stata
indicata come “area sensibile” all’Eutrofizzazione e quindi non indenne dagli effetti
derivanti dalle attività antropiche, l’area al largo di Cattolica, presenta già oggi requisiti di qualità che risultano in buon accordo con i valori di riferimento decisi dal MED
GIG per gli elementi di qualità biologica e quindi può a tutti gli effetti essere utilizzata
come “sito di riferimento” per le acque costiere emiliano-romagnole.
Bibliografia
ARPAER REGIONE EMILIA-ROMAGNA - Eutrofizzazione delle acque costiere dell’EmiliaRomagna, Rapporti annuali 1982-2006. A cura di: Arpa Struttura Oceanografica Daphne. Pubbl.
Assessorato Agricoltura, Ambiente e Sviluppo Sostenibile, Bologna.
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classification systems for transitional and coastal waters. Final draft agreed at the meeting of the
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GIOVANARDI F., VOLLENWEIDER R.A. (2004) - Trophic conditions of marine coastal waters:
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J. Limnol., 63 (2): 199-218.
R DEVELOPMENT CORE TEAM (2005) - R: A language and environment for statistical computing. R Foundation for Statistical Computing, Vienna, Austria. ISBN 3-900051-07-0, URL http://
www.R-project.org.
VOLLENWEIDER R.A., RINALDI A., MONTANARI G. (1992) - Eutrophication, structure and
dynamics of a marine coastal system: results of a ten years monitoring along the Emilia-Romagna
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VOLLENWEIDER R.A. (1992) - Coastal marine eutrophication: principles and control. Proc. Int.
Conf. Marine Coastal Eutrophication. Sci. Total Environ., (Suppl.): 1-20.
COASTAL MEDGIG PHYTOPLANKTON EXPERT MEETING (Ispra 14-16 Maggio 2007) Tipizzazione e definizione delle condizioni di riferimento per l’elemento di qualità biologica Fitoplancton (Direttiva 2000/60/EC). Rapp. Interno ICRAM.