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A Decollatura il 13 ottobre splende il sole dell'unità nella legalità tra Nord e Sud. Dal paese di Michele Pane le tre donne beate dell'antimafia - Catramone, Lanzetta, Tripodi - mandano un effluviale saluto, materializzato in un mazzo di girasoli, a Ilda Boccassini, «per la sua attività di contrasto alla mafia». Siamo sicuri che la Rossa ricambierà con l'invio di tre corone funebri - siamo ormai vicini alle urne - le uniche abilitate a propiziare un posto in Parlamento. DOMENICA 21 OTTOBRE 2012 LA RIVIERA 02 la Riviera CONTROCOPERTINA UNA STORIA CARTOLINE MERIDIONALI Il sindaco, un porco in divisa Cento militari dei corpi operativi speciali, il meglio del meglio delle forze speciali italiane. L’elite dell’aviazione, dell’esercito e dei carabinieri paracadutisti, impegnati nella più grande e sofisticata esercitazione militare, svoltasi per la prima volta nell’Aspromonte vergine e selvaggio di Africo. I C.O.F.S., in assetto di guerra per la missione denominata “notte scura”, e chi si sarebbe sognato di sfidarli? I soldati erano certi che nessuno sarebbe andato a disturbare la loro missione. Si sono sbagliati. Non conoscevano “il sindaco”, il maiale più longevo dell’Aspromonte, che con i suoi 14 anni compiuti continua a sfidare la natura e la pancia degli aspromontani. Quest’anno sembrava che non ci sarebbero stati problemi alimentari, per il sostentamento degli animali che vivono liberi in montagna. La stagione era iniziata bene con querce, castagni e ulivi, carichi di frutti. Invece il tempo è volto al peggio, così le piogge settembrine non sono arrivate a ingrossare i frutti e un sole impietoso li ha fatti annerire e cadere. Sembrava tutto perso e ci si aspettava l’arrivo d’un inverno gramo. Per tutti ma non per il sindaco, che alla vista dei militari ha capito che per lui si era aperto uno spiraglio. Ma come fare a passare indenni i controlli e i fucili delle sentinelle? Il sindaco non ci ha dovuto pensare tanto. Si è infilato nel cavo di un castagno bruciato, ha strofinato ben bene le sue carni rosee e ne è uscito completamente annerito. Mimetizzato come un rambo, e come gli stessi soldati. Ha atteso la notte, si è confuso col buio, ha fregato le guardie e i C.O.F.S. se lo sono trovati in mezzo nel pieno della cena. Si è messo in fila come un commilitone e ha preteso il suo rancio. Ha intenerito così tanto i soldati che gli è stato assegnato un posto per il pranzo e la cena, e finita la settimana della missione gli sono state lasciate le razioni d’avanzo. Il sindaco non avrà un inverno gramo, e, piova o no, per lui sarà un’ottima stagione. LE CHEVALIER * IL DITO NELL’OCCHIO di Antonio Calabrò I faraoni RODERIGO DI CASTIGLIA Le notizie più lette della settimana su larivieraonline.com 1) LA SCOMPARSA: LILLO TROPEANO E L’OFFICINA DEL CORPO 2) SIDERNO: INCENDIO DISTRUGGE UNO STUDIO FOTOGRAFICO 3) OPERAZIONE ANTIDROGA: BOVALINO, SAN LUCA, AFRICO IN MANETTE 4) ENZO INGO, L’INNOCENZA DI UN BAMBINO 5) CALABRIA: SCOSSA DI TERREMOTO DI MAGNITUDO 4,6 6) UNA SIDERNESE AL PREMIO MIA MARTINI 7) MARIO FEDELE, LA CIVILTÀ COME PANE QUOTIDIANO MISAGRIFA (Marina di San Lorenzo, paese a monte) Prosciugata dal sole feroce e resa simile all’oro vecchio, la valle della fiumara stramazzata custodisce in grembo i ruderi pietosi del borgo antico. Strappata alla finta-civiltà dal canyon a curve di serpe, inaccessibile a chi non sa, desolata ormai d’uomini e del loro grano, luogo d’animali sospettosi e vivi, e di amanti giovani e dei loro sogni, e dei ricordi sbiaditi e tramandati nei silenzi dei vecchi. E regno del vento, e della canicola, e del profumo di una natura tornata selvaggia, che non si piega all’uomo e lo attende, placida, con la stessa magnifica potenza di una morte viva. Dati larivieraonline.com ARTURO DE FELICE Un reggino alla DIA Arturo De Felice sarà, dal 1 novembre, al vertice nazionale della Direzione Investigativa Antimafia, secondo quanto stabilito dal Ministero dell’Interno. Il 60enne reggino vanta una carriera trentennale in polizia, con incarichi di dirigente alla Digos e al Centro Interprovinciale Criminalpol di Reggio Calabria e di questore ad Alessandria, Perugia, Catanzaro e Ancona. AFFAIRE LAVITOLA La lealtà di Fuda Un senatore che non si vende, e che è stato svenduto, Pietro Fuda. Neanche se l’offerta fu di 250 mila euro, quando la prospettiva era quella della caduta di Prodi. La dignità d’ un calabrese, provata dalle carte e dalle intercettazioni, lascia sbalordita l’Italia intera. Così come sorprese il poliedrico Lavitola, che si disse sconcerato del rifiuto del malloppo. Romano Prodi, licenziato dai suoi, qualche mese dopo, con lettera scritta, ringraziò Pietro Fuda per la lealtà, l’onestà e la correttezza. E successivamente Marco Minniti, senza preavviso, gli mandò una lettera di licenziamento. Cioé, fece in modo che Pietro Fuda non venisse ricandidato. Un capolavoro di istigazione a delinquere. DOMENICA Chi ha buona memoria, ricorda le capriole linguistiche, gettate nel circo politico dal PCI al duplice scopo di spegnere il mosto ribollente della base, sempre assetata di rinnovamento, e di conservare astutamente la nomenclatura nel Partito, nel Parlamento, nei Consigli regionali e comunali. Matteo Renzi e le sue dolci fanciulle, data la loro giovane età, memoria antica non possono avere e non hanno neppure cultura storica. Altrimenti non si porrebbero come i primogeniti della bandiera del rinnovamento, così tante volte sventolata da arrivare sbiadita e scucita ai nostri giorni. Io ho buona memoria e ricordo che non c’è stato congresso del PCI, ora Pd verniciato, in cui non si sia parlato di rinnovamento. Di rinnovamento condizionato, però, alla tradizione. Di rinnovamento nella continuità: queste le capriole più ardite. L’effetto fu quello quando ancora il PCI viveva e vigeva - della conservazione, senza bisogno di naftalina, dello storico gruppo dirigente comunista. E l’unico rinnovamento si ebbe per morte - Togliatti e Berlinguer saranno dimessi dalla morte - e per malattia sopravvenuta - ciò che riguardò Longo e Natta. La musica non è cambiata se non parzialmente dopo lo scioglimento del PCI e la sua ultima incarnazione nel Pd. Dico parzialmente e mi spiego. Le cariche di partito non sono più appetibili, e in questo luogo i segretari nazionali sono rinnovati a velocità apprezzabile. Contano, invece, le cariche istituzionali, e qui, più che i dinosauri, tengono banco permanente i faraoni, immortali per natura e primitiva fantasia. Se ne andrà obtorto collo D’Alema. E la Vergine di ferro, signorina Bindi, e la madre della patria, Anna Finocchiaro, che non si piegherà a chiedere la deroga? Se ne dovrebbe andare l’ormai consueto Mariti. E chissà se pure Nicodemo dal quale abbiamo solo imparato come si porta la giacca su una sola spalla. Se ne vadano. Ma lasciateci Marco Minniti, nonostante le tre legislature. Senza di lui il mondo politico sarebbe come un cimitero, e gli acrobati perderebbero il loro maestro. 21 OTTOBRE 2012 LA RIVIERA 03 Parlando di... NORDICI & SUDICI DI GIOACCHINO CRIACO Eppure in Spagna non c’è la mafia La Spagna affonderà prima e peggio dell’Italia. Eppure lì non c'è né la corruzione né la malavita che impazza da noi. Non ci sono, cioè, quegli elementi che sono considerati la causa dell’impoverimento degli italiani. A dir la verità non vi erano nemmeno in Grecia, eppure gli ellenici sono già belli che andati. Per la Grecia comunque si sostiene che la crisi derivi dalla spartizione e dalla dilapidazione della ricchezza pubblica, operata da un’intera nazione, dedita al parassitismo in proporzione alle possibilità di ognuno. Ma quale era la ricchezza della Grecia, cosa e come l’aveva prodotta? Nessuna ricchezza, alla Grecia e ai greci si permetteva semplicemente di spendere e di far debito. E i prodotti della Spagna che hanno invaso i mercati del mondo, li avete mai visti? E noi italiani, l’enorme ricchezza dissipata da ogni genere di parassita che si è annidato nella cosa pubblica, dove l’abbiamo prodotta? Davvero crediamo che i quattro turisti in vacanza a Rimini e le quattro pezze di stoffa del gusto italiano siano stati in grado di portarci, per un periodo, addirittura al quinto posto nelle economie mondiali? E noi nordici e sudici che gridiamo di aver sudato una vita per conquistarci il benessere, che lavoro abbiamo fatto e facciamo, cosa, veramente, produciamo? Viviamo in un mondo di balle, e anche noi siamo dei piccoli pinocchio. Sappiamo tutti, e bene, che il mondo è governato da un piccolo numero di potenti e potenze. Che loro decidono chi deve stare bene e chi no. Sappiamo tutti, bene, che le ricchezze vere sono solo quelle che appartengono in modo esclusivo a pochi, e di quelle tutti hanno bisogno. I beni fondamentali, poi, sono in sostanza quelli energetici e non è sufficiente che una nazione li abbia, deve anche difenderseli. Se non lo fa resta povera. Quindi niente ipocrisie e niente strepiti, ma solo preghiere. Per voi che il benessere materiale è tutto, e viene prima delle idee e degli ideali, serve un miracolo. Meglio, serve una concessione: il benessere non si conquista, semplicemente vi viene concesso. Questa è l’ora della Calabria artefice del bello Il parrucchiere di Bova e Adriano Celentano PASQUINO CRUPI vanti c’è sempre posto per la Calabria nera e, se il nero avesse gradazioni, la più nera di tutte le città italiane risulterebbe essere Reggio Calabria, la città di Reggio Calabria, che l’oculata pigrizia mentale, soprattutto, dei calabro-carrettieri dell’ A invincibile armata giornalistica nordista tende e intende confondere con i suoi gruppi dominanti, con i governanti e i governativi di fine e inizio secolo. E trattasi di un’operazione indegna sul piano storico e morale, e anche elettorale. Ma che questa confusione, cioè questo volto unico della Città, dei reggini, dei provinciali, sia ON.TASSONE Solo ... 6800 euro di vitalizio «Il mio vitalizio? 6.800 euro, cifra molto modesta». Mario Tassone, deputato dell’Udc in Parlamento da 36 anni, ha spiegato così a 24 Mattino a quanto ammonti la pensione da parlamentare che lo attende al termine della lunga militanza politica. E al conduttore Alessandro Milan che gli chiedeva se non fosse esagerato considerare modesto un vitalizio da 6.800 euro, ha risposto: «Deve farsi un quadro di riferimento più serio. Le auguro che la mantengano a Radio 24, ma ritengo che i suoi scoop siano di bassa lega» impossibile a pensarsi e possa essere impagliata solo sulla stampa nordica-sudicia, è detto e dimostrato dalla pratica vivente di tante energie intellettuali libere e oneste, incoronate dalla modestia, che non trovano fari abbaglianti sulla stampa nazionale e nei notiziari televisivi, nei salotti di Fazio, di Santoro, di Floris, di Lerner. Della Calabria, baciata e illustrata dal suo sapere operativo, su queste pagine abbiamo parlato per ben tre numeri, provando e riprovando che Carmine Abate con La collina del vento, romanzo ecumenico, romanzo, perciò, delle memorie del suolo e del sottosuolo, ricolloca al centro da dove era stata smossa la civiltà letteraria calabrese, e per il buon nome della Calabria, vista, almeno per qualche settimana, come attivo vulcano di valori positivi, ha fatto più lui che questa meschina classe dominante di dominati. Un intellettuale, un lavoratore della mente Carmine Abate. Secondo gli schemi della vecchia cultura catalogatoria, non Paesani nel continente nero? al di Canada, lo conosciamo già. Mal d’Australia, ugualmente risaputo. Mal d’America del Nord e del Sud, anche (specie adesso nella terra del tango). Ora si dovrebbe aggiungere anche il Mal d’Africa: riguardo a un ventilato dirottamento di capitali calabresi verso destinazioni maghrebine, od anche nelle zone orientali (come aveva fatto il tesoriere leghista Belsito in Tanzania, e magari non sarebbe stato l’unico a cantare: «Bongo bongo bongo stare bene solo al Congo…»). Sono vociferazioni raccolte alla rinfusa, M ma non saremmo meravigliati se le storie sempre più complesse che hanno inguaiato una moltitudine di paesani ben dotati, comprendessero anche le piste a f r i c a n e . All’ombra delle palme e dei baobab, il dio denaro accomuna cristiani e islamici. Se si verrà a capo di qualche investimento di riparo nel continente nero, non sappiamo dirlo, ma lo Stato, laggiù, manda in vacanza i migliori esploratori. DRAFT DOMENICA 21 OTTOBRE 2012 LA RIVIERA 04 la Riviera Salvatore Clemensi rompe la geografia paesana e conquista la platea nazionale ed europea con un paio di forbici, una spazzola, shampoo e balsamo, facendo belle le teste delle dive. Chiediamo al Presidente del Consiglio un riconoscimento speciale per questo intellettuale di tipo nuovo, che stampa la bellezza nostra sui capelli delle donne. apparterrebbe ai lavoratori della mente il Clemensi, che ha dietro di sé un piccolo paese, Bova Marina, dove nacque nel 1976, e una famiglia di lavoratori del braccio, anzi della mano, che lieve trascorre sulla parte più nobile dell’essere umano: la testa. Così nobile che Cassiodoro colà diede residenza all’anima. Come il padre Santo, parrucchiere per uomo, da cui apprende il mestiere, Salvatore è parrucchiere per donna, e in lui il mestiere si trasforma in arte. In arte della bellezza, che dà bellezza alle donne o che, Il Nano e il Santulucotu ino Nano, il cui scilinguagnolo fiorentino non abbiamo avuto più modo d’ascoltare in televisione, è stato più un moralista che un giornalista. Un infaticabile atleta della denuncia solo dei nostri vizi, e nessuna virtù. Se a questo alto ufficio di moralizzatore egli non avesse assolto per l’intera sua vita, ora non meneremmo scandalo per il fatto che abbia non sostenuto e superato cinque esami nello stesso giorno. Dal che deduco che sia stato più bravo del Pelle santulucotu, in odore di mafia domestica. quando sono già belle, aggiunge bellezza. E la materia, cioè i capelli che nelle donne hanno la fierezza indomabile delle criniere, non è mai sorda all’intenzione sua, alle sue mani di artefice. Un intellettuale di tipo nuovo Salvatore Clemensi, ora che il concetto di bello ha allargato la sua geografia e, oltre i libri, i quadri, la musica, ricomprende tutto ciò che è prodotto dalla sfera del pensiero: una macchina bella, un vestito bello, una bella acconciatura. L’unica differenza tra il bello d’un romanzo, d’una tela, d’un musica, e il bello d’un vestito, d’una macchina, d’una acconciatura sta nel fatto che il primo è duraturo e l’ altro è deperibile. Salvatore Clemensi s’è rivelato il discepolo, ora noto, di questo bello ignoto, l’apostolo inedito del bello deperibile, che, ideato, pensato, realizzato in una sala di parrucchiere in Bova Marina, rompe la geografia calabrese e conquista la platea nazionale ed europea. Egli ha curato il look del cast di Telegatti (Canale 5, 2008), di Miss Italia (Rai 1, 2010, 2011, 2012), de L’anno che verrà (Rai 1, 2011), di Adriano Celentano Live (Canale5). E con un paio di forbici, una spazzola, shampoo e balsamo, religiosamente deposti in una valigetta di metallo, ci ha insegnato che la bellezza è l’espressione compiuta, la compiuta bellezza che è riuscito a conferire alle dive dello spettacolo. Come la macchina da scrivere di Montanelli e la valigetta di Alvaro, la valigetta operosa e magica dell’artefice di Bova Marina. Se, oltre ad aggiustarglieli, fosse in grado di fare barba e capelli ai nordici, Salvatore Clemensi sarebbe da Premio Nobel. CASO REGGIO La pochezza di La7 indigna P Mentre in studio si ponevano domande sciocche ai garruli retori, in piazza a Reggio la tensione degenerava. Su La7 solo battutine a doppio senso sessuale e boiate e, nello stesso calderone, gli argomenti più disparati, con interventi di scrittori-statisti, di politici-comici e di comici-politici. Lombardia, Lazio e Calabria, il caso Ruby e la Mafia, e la conclusione: «Sono tutti uguali! Mò vanno a braccetto». DIAVOLO NERO All’ombra dei cipressi Avverto un aspro sentimento di malinconia nel settimo anniversario dell’assassinio di Francesco Fortugno. Le avanguardie politiche del Pd se ne sono state a casa. Aurelio Ciampi, che fu il primo a riversarsi sulla bara dell’assassinato Vicepresidente del Consiglio regionale, è ormai troppo vecchio per spostarsi. Giorgio Napolitano non può cessare per un solo momento la sua funzione di cane da guardia dell’europeo prof. Mario Monti. E Rosy Bindi di messe in suffragio ascolta solo quella in gloria della sua funebre ricandidatura. Insomma, il bel mondo politico, che aveva giurato memoria eterna a Francesco Fortugno, non s’è fatto vedere. Solo perché, come leggiamo in qualche delirante pezzo giornalistico, la Vedova ha voluto una cerimonia religiosa in luogo della commemorazione pubblica? In Chiesa c’è posto per tutti. Ma molti banchi sono rimasti vuoti. Locri è indolente. Forse ormai anche insofferente della pervicace strumentalizzazione del Morto. Questo mi par vero, ed è uno sforzo autolesionistico quello di chi, facendo arrossire persino la carta del giornale su cui si scrive, inventa una “folla commossa a Locri per ricordare Fortugno”. Il Diavolo nero, pur essendo seminatore di zizzanie, ha un’altra visione, che gli sembra corrispondere all’augusto vero. Un lutto non può reggere nel lungo tempo e le gramaglie non possono essere gittate al vento più che quelle della madre dei Gracchi, tutt’e due uccisi per avere difeso la plebe. Ci sono, pure, in questo settimo anniversario dell’assassinio di Francesco Fortugno, le carogne. Perché carogne si è quando si prendono le distanze dalla Vedova, condannata a due anni in sede di primo giudizio. Per non apparire contigui alla condannata, c’è distanza anche dal Morto, consegnato all’ombra dei cipressi. E, poi, è tempo di candidature: una di meno, una o uno in più. De profundis non calmavi. DOMENICA 21 OTTOBRE 2012 LA RIVIERA 05 DOMENICA 21 OTTOBRE 2012 LA RIVIERA 06 AUTUNNO «U zappinaru» BOLETUS PINOPHILUS «Testa nera» BOLETUS AEREUS «U rosareddu» BOLETUS REGIUS IL RE DEL SOTTOBOSCO FUNGHI. Il porcino aspromontano più pregiato di quelli della Limina e delle Serre ANTONELLA ITALIANO appella grossa e polposa, carne soda, fragranza intensa. È il Boletus Edulis, il fungo che non teme concorrenza. Neanche dei parenti. Né del cugino tartufo né del fratello ovulo. Ce lo invidia tutta la Calabria, ce lo invidia l’Italia, ma lui è aspromontano nella linfa. Conteso tra i cinghiali che lo cacciano di notte, e i cercatori che lo cacciano per giorni e giorni, se ne sta beato all’ombra dei faggi, nei suoi 1956 metri di altezza, sotto morbidi tappeti di foglie. Il porcino di Montalto, Zomaro e Sanatorio, è il più pregiato in assoluto. Lo dicono gli esperti. Abituato al clima torrido e al caldo intenso sprigiona un profumo unico in Italia. Forte, come il terreno roccioso. Caldo, come il sole del Sud. Carico di sfumature, grazie ai venti benevoli di un microclima unico. Il porcino di C I funghi vanno controllati, e non con le tecniche fai-date. È possibile rivolgersi agli esperti del gruppo micologico di Siderno, nei pressi del Mercato coperto Montalto ha il gambo corto, ma va lontano. Il porcino di Montalto del versante ionico è superlativo. È già lontanissimo. Non si offendano i reggini del Tirreno, ma è proprio il sole, battente dalle prime luci dell’alba, a migliorarne il grado zuccherino. Secondo posto per il porcino della Limina, e per la zona del Guardaro-Croceferrata e dei comuni di Mammola, Grotteria, Martone e San Giovanni di Gerace. Piacevole ma non vincente. Gustoso ma non sopraffino. Da consumare previa aggiunta di aromi. Sul gradino più basso del podio si pone il Boletus Edulis del monte Mangiatorella, nel Parco delle Serre. Più snello, col gambo lungo e la carne soffice. Abbondante, per via delle piogge intense e dell’umidità trattenuta dal terreno; beve bene ma non rende. Da consumare previa aggiunta di aromi, meglio se con panna da cucina. Le Serre ci riprovano con “u rosareddu”, o Boletus Regius, il gigante rosso dei comuni di Bivongi, Pazzano, Stilo. Nulla però a confronto dell’aspromontano. Illustrato il podio, illustriamo la regola: non si cercano funghi senza il tesserino. Siete amatori o professionisti? Nel primo caso vi basterà recarvi in Comune e, con un contributo minimo, sarà possibile ottenere il permesso e raccogliere fino a 3 kg di funghi. Il professionista è tutt’altra storia, superato l’esame micologico può raccoglierne ben 25 kg. Controllateli bene però. Illustrata la regola, vi sveliamo un segreto: i funghi si cercano sempre, nelle zone non pianeggianti, dal basso verso l’alto. Salita e non discesa. E, ogni volta che il fogliame del sottobosco si solleva, controllare con cura sotto. A volte riserva “grandi” sorprese. Svelato il segreto, armiamoci e partiamo: con bastone, cestino e coltello. Quest’ultimo è fondamentale per non scavare attorno ai funghi. Questi si raccolgono interi, tagliando con cura proprio all’inizio del gambo. Diversamente si rischia di distruggere miceli da cui nascerebbero altri ancora. I funghi si puliscono sul posto, raschiando la parte inte- riore del gambo per eliminare le scorie. Bandita, dunque, l’acqua. Si ripongono, poi, in cestini areati. Bandite anche le buste di plastica. Il nostro nemico, ricordate, ha le zanne e quattro zampe. E non fa distinzione tra Boletus Pinophilus detto “u zappinaru”, o tra Boletus Aereus detto “testa nera”. Noi facciamola. Il primo è figlio dei pini, il secondo di faggi e abeti. Non fa testo, ma ci è simpatico, il Boletus Aestivalis. Il porcino estivo (per nulla abbronzato) noto come “muntagnisi”. Infine… niente pioggia, niente funghi. Le regole son regole. Però Cleopatra qualche speranza l’ha riaccesa e dalla Sila all’Aspromonte si è in fermento. C’è molta omertà, però, a riguardo. Dove nasce un porcino ne nascerà probabilmente un altro. Dove? Non chiedetelo neppure. Il posto preciso proprio non lo ricordiamo. LA PRIMA DONNA LA CLASSIFICA 1° POSTO Montalto, Zomaro e Sanatorio 2° POSTO Limina, zona Guardaro-Croceferrata BOLETUS EDULIS, il porcino di faggio 3° POSTO Parco delle Serre, monte Mangiatorella DOMENICA 21 OTTOBRE 2012 LA RIVIERA 07 Assemblea dei sindaci: un ordine del giorno facinoroso che nella sua ordinaria idiozia ha dell’intelligenza. Il capolavoro di Imperitura: Si diffonde nella Locride il morbo di Alzheimer. Nessuno ricorda, nessuno sa stare al proprio posto. La Biancaneve G VLADIMIR ROSARIO CONDARCURI iorno 16 ottobre sembrava una data importante per la Locride. Finalmente si poteva eleggere il nuovo Comitato esecutivo dell’Associazione dei Sindaci in grado, secondo speranza, di mettere su un tavolo vero i problemi della Locride. E, invece, succede che il presidente Giorgio Imperitura prepara un facinoroso ordine del giorno, che nella sua ordinaria idiozia ha dell’intelligenza. Non si può certamente cancellare dall’ordine del giorno il punto relativo all’elezione del Comitato esecutivo. A che pro altrimenti la convocazione dell’assemblea? Ma si può benissimo scalarlo al terzo punto, preceduto da due argomenti sui quali Giorgio Imperitura è sicuro che s’accenderà la miccia. E accade, come vedremo. Ma ci spiace di non potere scientificamente sapere se l’agguato sia stato programmato o se sia stato frutto d’isteria politica. Comunque, la tattica è stata quella del brodo, che, come sanno anche i cuochi inesperti , va allungato. E Giorgio Imperitura - credibile a dirsi dei rimasugli di cucina atti a conservare e allargare il potere è un grande esperto. Acuto, malizioso, capzioso, furbo come un furetto. Del resto, non ci vuole molta fantasia per allungare il brodo nella riunione del 16 ottobre. L’occasione è offerta dalla presenza - da chi invitato? - del sindaco greco di Lokroi, che, evidentemente, per mostrare la sua piena utilità, sloggia la ritualità della manciata di secondi e sillaba un intervento d’oltre mezz’ora. La Grecia non salva l’Italia, ma il sindaco di Grecia dà una boccata d’aria alla Biancaneve di Martone, contenta dei congeniti nani a suo fianco. Si entra in argomento. Primo all’ordine del giorno: quote associative dei Sindaci. Disastro totale. Alcuni comuni non hanno pagato dal 2001 la quota annuale di 516 euro. Il disavanzo è di circa 135 mila euro. E su questo inizia lo spettacolo del trio delle meraviglie: Giorgio Imperitura Eletto il 19 giugno alla Presidenza dell’associazione dei sindaci della Locride. Giorgi di San Luca, che ha sempre ragione; Versace di Africo, che raddoppia; Strangio di Sant’Agata, che, come le lumache, ogni tanto caccia la testa dal paesello, che fino ad oggi da sventolare ha solo il nome di Saverio Strati. Cosa chiedono? Che l’Assemblea rinvii tutto, e fino a quando le insolventi amministrazioni non si mettano a posto con le quote. Bravi. Per fortuna s’ accende una delle poche lampadine in questa assemblea grigia. La accende Franco Candia, sindaco di Stignano e segretario provinciale dell’Udc, che spiega come in linea di principio la proposta del trio delle meraviglie sia ineccepibile, ma che, ove accettata, tutto sarebbe da invalidare degli atti della Assemblea. Questione chiara. Problema risolto? Macché un’ora di discussione cavillosa. Prendono la parola tre sindaci sopra la media, Mazza di Gioiosa Jonica e Luglio di Portigliola, che solleva altresì anche il problema dell’approvazione dei bilanci, Scordino di Bianco, che sollecita un dialogo costruttivo. Chiuso a fatica il primo punto, si passa al secondo. Attenzione, relaziona Imperitura che cerca di dire e non dire dei tavoli romani, Prezioso il tavolo romano inclinato verso la Lanzetta dove con vivacità imprudente ed egoismo preelettorale la première dame di Monasterace s’è presentata sola, soletta, e però a nome dell’espropriato Presidente della Assemblea e non è la prima volta. E noi pensavamo che dopo i leoni fossero arrivate le volpi, che tardano a diventare pellicce. Ci sbagliavano. Hic sunt leones:. Carmela Lanzetta chiamata in solitudine a Roma dal Papa; Giuseppe Varacalli, che imprime marcia e scelte dell’Anci; la Biancaneve di Martone che dirige le danze. Siccome il morbo di Alzheimer si sta diffondendo nella Locride, l’eminente sindaca Carmela Lanzetta, fatta segno a contestazioni per questo suo protagonismo, da nulla autorizzato e sprezzante d’ogni regola, si giustifica, dicendo che lei non sa nulla del mancato invito al DOMENICA 1 3 4 5 21 OTTOBRE 2012 LA RIVIERA 08 Il Presidente cuoco ricorre alla tattica del brodo allungato per rinviare l’elezione del Comitato esecutivo un circo per nani e ballerine di Martone vuole essere tutto, la Lanzetta è stata chiamata a Roma dal Papa e il Varacalli è padrone dell’ANCI dell'assemblea, ore La cronistoria 1)Inizio 18,30 . Parla Rotondi, aula gremita; 2)Saluto del sindaco greco; 3)Il trio delle meraviglie: Giorgi, Strangio , Versace; 4)Crinò chiede lumi sui due pletorici tavoli romani; 5) Longo, il più lucido, invita i colleghi a fare la cosa più importante: eleggere finalmente, dopo 6 mesi, il Comitato esecutivo; 6) La sala inizia a svuotarsi; 7)I Sindaci rimangono in pochi. 8) Fine assemblea senza niente di fatto. In evidenza 2 “ 6 7 Chi vivrà, vedrà. L’ Assemblea dei Sindaci è stata rinviata al 22 ottobre. Prima di questa data, consacrata - supponiamo e sospettiamo - ad altra farsa del trinariciuto di Martone, noi ci auguriamo con forza che la scena diventi seria, come si addice al territorio lorideo, drammaticamente scosso. E perché così sia, i sindaci, che hanno alto il sentimento della dignità, dovrebbero rassegnare le dimissioni da questa Assemblea. Ora circo equestre, che offre occupazione ai nani e alle ballerine. Ora grande pantano dove gracidano le rane e il re Travicello si crogiola, pensandosi un futuro luminoso. ” Presidente e che è stata chiamata da Roma. Da chi? Direttamente da Monti per scongiurarla a non dimettersi se dopo i 60 giorni trascorsi dalle condizioni poste per non andarsene, tutto è rimasto come prima? Dal Papa per avvisarla che sarà fatta beata? E Imperitura tace. Quindi consente. Consente quello che un politico, anche se a scartamento ridotto, mai dovrebbe consentire: la messa sotto i piedi della propria dignità. Ma nel caso di cui si discorre è la dignità dell’intera Assemblea che è stata messa sotto i piedi dalla santa e accorata Ambasciatrice. Fa bene Pietro Crinò, una delle poche teste pensanti della assemblea dei Sindaci, amministratore oculato, politico saggio, a insistere sull’importanza di una linea unitaria dei sindaci onde avere moderata speranza di successo quanto al programma stabilito con il ministero della programmazione. Quello che conta è il primo tavolo, il secondo vale solo per le insalate acetate d’antimafia curriculare. E ricorda a tutti che il primo interlocutore è la Regione Calabria. È a questo punto che entra in scena il modesto (in tutti i sensi) sindaco di Gerace Varacalli che ironicamente si “ autoaccusa” del fatto che, grazie alle sue conoscenze, c’è anche il tavolo dell’ANCI: che se i sindaci non lo vogliono, lui lo può disdire. Che gigante. Spirito di potenza o delirio di potenza? A tressette sarebbe volgare. Potrebbero giocarsela a canasta questa partita il Varacalli e la Lanzetta? Sbigottimento in aula. In ogni caso, continua la discussione, rischia d’impantanarsi. Finché non spunta una vibrante dichiarazione La fa il sindaco di Mammola Longo che, flagellante, ricorda a tutti che dopo sei mesi senza un gruppo dirigente, in un territorio ridotto al minimo storico e in una situazione dove se si lavora si potrebbero risolvere molti problemi, si mena il can per l’aia. Sicché, dopo tre ore di vana discussione, ancora non si riesce ad affrontare l’unico obiettivo della sera, l’elezione del Comitato esecutivo. Semplice e diretto. Illuminante. Molti sindaci, senza bisogno della zingara, intendono che il manovriere Giorgio Imperitura è meno torpido di quanto fisogniomicamente appaia. In assenza del Comitato esecutivo, in una fase d’emergenza, il Presidente dell’assemblea lo surroga e lo rappresenta. Chi vivrà, vedrà. La seduta è rinviata al 22 ottobre. Prima di questa data, consacrata ad altra farsa del trinariciuto di Martone, noi ci auguriamo che la scena diventi seria. E perché così sia, i sindaci, che hanno alto il senso della dignità, dovrebbero rassegnare le dimissioni da questa Assemblea, ridotta a circo equestre. Unico luogo che offre occupazione ai nani e alle ballerine. Che possono riscuotere l’applauso solo dei bambini, non giunti ancora all’età del giudizio politico. 8 DOMENICA 21 OTTOBRE 2012 LA RIVIERA 09 PRIMO PIANO OSPEDALE/ nostra intervista al dottore Francesco Mammì La missione dei precari tra le macerie dell’ospedale ELEONORA ARAGONA ne risolutiva, anzi miracolosa. Infatti non si potrà andare avanti per sempre così. Insomma, i dipendenti con contratti a tempo dopo tre anni di rinnovi dovrebbero essere assunti. Il problema è che i concorsi e il turn over sono stati bloccati. Praticamente l’unico modo che abbiamo per garantire l’organico necessario è continuare con questo sistema. Attenzione che stiamo parlando di poter garantire servizi minimi» Si rischia l’implosione? «E come no? Consideri che non possiamo neanche andare in ferie, perché altrimenti lasciamo il reparto sguarnito. Da quando poi le ferie inutilizzate non sono più monetizzabili, i responsabili dei reparti si trovano in enorme difficoltà. I colleghi chiedono, com’è loro diritto, i permessi e noi li dobbiamo rifiutare perché non si può fare a meno di nessuno». L’Ospedale di Locri è una partita a Jenga. Le regole sono semplici. Si parte con una solida torre di mattoncini di legno, poi, sfilando i vari pezzi, bisogna riuscire a innalzarla senza farla crollare. Prima o poi le leggi della fisica vincono e la torre in bilico si sfracella. Così nel gioco, così nella realtà. La nostra partita è a un punto critico e qualcuno, prima o poi, la chiuderà facendo crollare l’Ospedale di Locri. I nostri mattoncini Jenga sono i precari impiegati all’Ospedale di Locri. Proprio quella struttura che con tutti i suoi disservizi, i ritardi e gli scandali è comunque un punto di riferimento in questa zona. Un gruppo di dottori, infermieri e operatori, assunti con contratti a termine in scadenza il 31 dicembre, tengono ancora in piedi questa torre dalle fondamenta d’argilla. Se i loro contratti non saranno rinnovati, cosa accadrà? Lo abbiamo chiesto a Francesco Mammì, il pediatra della Locride. «L’ospedale chiuderebbe. Dopo la razionalizzazione e il giusto taglio degli sprechi sono iniziate le assunzioni a tempo determinato. Ci sono persone che lavorano con me e che si vedono rinnovare i contratti di anno in anno da quasi un decennio». Questa situazione riguarda solo il suo reparto, cioé pediatria? «No, a pediatria abbiamo 4 persone in queste condizioni. Ma medicina d’urgenza, radiologia, ortopedia, il pronto soccorso e i laboratori d’analisi non sono da meno. La verità è che il personale precario permette a tutti i reparti di continuare a funzionare. Non rinnovare questi contratti sarebbe come staccare la spina a un malato terIN EVIDENZA minale. Ma il rinnovo temporaneo sarebbe solo il prolungamento di un’agonia. Ci vorrebbe un’operazio- Proprio nessuno? Ciò vuol dire che se uno di voi si ammala, il reparto va in emergenza. «Come le dicevo, il piano di rientro ci ha imposto tagli di strutture e di personale. Siamo stati ubbidienti e abbiamo accettato gli interventi imposti dalla razionalizzazione. Sono stati proprio il piano di rientro e il blocco delle assunzioni che ci hanno portato ai primi contratti temporanei. Ricordo che il primo in assoluto fu fatto per un mese, poi prolungato a due, tre e così via. Ma adesso c’è un conflitto tra le esigenze reali dell’Ospedale e quanto sta- bilisce la Corte dei Conti». E dopo tanti tagli e sacrifici, non avrebbe dovuto avere inizio una fase di rilancio e di consolidamento? «Sì, ne sono convinto. Dopo gli sprechi del passato è stato necessario questo ridimensionamento. Ma non si può tagliare soltanto. Questi sacrifici dovrebbero portare a investire sulle nuove tecnologie, sull’ammodernamento e sull’assunzione di personale giovane e qualificato». Può darsi. Ma la nostra sensazione che PIETÀ L’È MORTA ILARIO AMMENDOLIA i aggiro tra le corsie dell’ospedale di Locri, nel tentativo di trovare qualche storia di segno positivo. Invece? Vedi gente arrivare al Pronto Soccorso: agitati, preoccupati. Avrebbero bisogno di essere rassicurati, di sentirsi in un ambiente sereno. Entrano in locali sporchi, disadorni, con lettini sudici. In una stanza tre persone in attesa di essere “smistate”. Il tempo passa, la confusione aumenta. Proteste, rassegnazione, domande. In reparto c’è un caldo afoso, attacchi di moscerini, coabitazione di casi diversissimi tra di loro. Chi mangia, chi va al bagno, chi soffre, chi riceve la visita dei parenti. Lenzuola sporche, cibo generalmente scadente, ammalati che invocano aiuto e non hanno risposte! In ospedale «gli esami non finiscono Negli ultimi venti anni tutto è mai!» Analisi, radiografie, tac, hanno peggiorato, le eccellenze tempi biblici. Snervanti le attese in corridoi bui. smontate pezzo per pezzo. Per Non mancano ottimi professionisti, fortuna, la presenza personale serio, persone generose, ma il contesto è devastante. dell’elisoccorso consente Molte professionalità sono fuggite. Ottimi d’andare altrove professionisti hanno lasciato Locri per la Toscana, per l’Emilia, per la Lombardia. Ciò che resta? Il declino inarrestabile M Infermieri imboscati, medici rassegnati e amareggiati con un piede fuori della porta, pulizie da provincia marocchina, manutenzione inesistente, strumentazione insufficiente, presenza pervasiva della ‘ndrangheta. Ogni anno è andata peggio! Negli ultimi venti anni tutto è peggiorato, le eccellenze smontate pezzo per pezzo. Per fortuna c’è la presenza dell’elisoccorso almeno, in qualche caso, si va altrove… Fuori dall’ospedale, non è che le cose vadano meglio: guardie mediche senza presidi, specialistica costosa per lo Stato ma generalmente inefficiente, medicina di base più degna di una casta braminica che di un sistema sanitario di un paese civile, una burocrazia elefantiaca quanto inutile. Tentiamo di capire il perché! Ci spostiamo nelle stanze del potere sanitario. Osserviamo con discrezione: l’ammalato non c’è. Trovi invece. avvocati che notificano gli atti ingiuntivi, rappresentanti di case farmaceutiche che da un lato sollecitano e dall’altro pretendono il pagamento degli arretrati, specialisti e primari che sollecitano il rinnovo del contratto, il saldo di somme arretrate, sindacati di categoria a tutelare i privilegi, imprese dell’edilizia per i lavori senza fine, politici, rappresentanti, ditte di pulizie . Sarebbe anche normale trovarli in quelle stanze ma è forte la sensazione che i “mercanti” abbiano cacciato dal “tempio” l’ammalato. la torre rischi un rovinoso crollo resta netta. Regna il disordine nell’Ospedale, aggravato dall’assenza del direttore sanitario, dr. Previti, in malattia da ben tre mesi. I motivi di salute che lo tengono a casa sono molto seri, ma senza di lui l’Ospedale è un’isola infelice. Non ha collegamenti con la direzione di Reggio, è slegato da tutto. Il direttore sanitario infatti è il punto di raccordo fondamentale tra ospedale e azienda sanitaria provinciale. Se c’è bisogno di siringhe, garze o forniture qualsiasi è lui che deve inoltrare le richieste. È l’unica figura che può far sentire la voce dell’Ospedale. La sua assenza aggrava una situazione che già si regge per miracolo. E a rimetterci sono sempre gli ammalati, sui quali alla fine sono scaricati pesi senza misure. In effetti, non a caso sono chiamati pazienti. Cioé, tali da sopportare tutto. La vecchia mutua è stata abolita. Volevamo il servizio sanitario nazionale uguale per tutti. Abbiamo lottato con forza per abolire le mutue e avere un servizio uguale in tutte le regioni e per tutti gli ammalati. Invece? Invece non abbiamo tenuto conto che i poteri forti avrebbero divorato la sanità. L’ammalato della Locride non è nessuno! Il sistema sanitario è un mostro che lo divora. Si è costruito un universo capovolto. Al centro dovrebbe esserci l’ammalato, invece hai un grumo di interessi. Interessi politici (si fa per dire), economici, di corporazioni, di mafia. Ritorniamo al punto da cui siamo partiti. Il terreno dello scontro non è neutro. La violenza è di classe. Chi appena può, dinanzi a un problema di salute, fugge dalla Locride. Resta chi non può fuggire. Nelle stanze dell’ospedale la stragrande maggioranza, anzi nella quasi totalità, è costituita da pensionati al minimo, operai, immigrati, zingari, donne e uomini soli, disoccupati. Una violenza dei forti contro i deboli. La politica non reagisce. L’Assemblea dei Sindaci appartenenti all’ASP è in vacanza, i consiglieri regionali sembrano ignorare le dimensioni del dramma. Lo scontro “politico” è altrove, cioè sul nulla. Passi tra gli ammalati e vedi le immagini di Padre Pio, della Madonna, di Gesù. Li comprendi perfettamente. Hanno regione, si rivolgono alla Pietà Celeste perché quella umana è morta! IL PUNT O DOMENICA 21 OTTOBRE 2012 LA RIVIERA 10 DOMENICA 21 OTTOBRE 2012 LA RIVIERA 11 Parlando di... ATTUALITÀ IL DOLORE NORMALE. INVISIBILE. BANALE La cronaca si veste di nero, e diventa gossip ANTONELLA ITALIANO dolore è una cosa troppo intima. Troppo intima per poterne parlare, né su un giornale, né al telefono, né di riporto da un amico all’altro. E la gente passa delle ore per ricostruire storie, improvvisando fidanzamenti andati male o drammi familiari. Ma infondo che ne sa la gente? Che ne sa del dolore di un uomo, di un bambino, di una donna? La domenica, sul corso principale, ascolto i passeggiatori da bar che, tra un caffè ed una sigaretta, si ergono a psicologi e investigatori. Chiedo scusa, ma mi viene il vomito. Persino prima di aver mangiato. Non stupitevi, posso fare di più. Quando leggo l’amarezza sui volti dei “parlatori”, perché la storia di turno spesso non è abbastanza clamorosa, impreco pure. Poi per fede, o per forza, serro i denti e soffoco le parole. E il dialogo resta tra me e me. E Dio. La normalità, oggi, spaventa più del clamore, ché in esso si cercano, e si trovano, le ragioni di tutto. E il clamore assolve e tranquillizza, come un predica- Il IN EVIDENZA Incidenti mortali, malattie terminali, suicidi e depressione. Il gossip in “nero” è il più gettonato. Discusso per strada, in piazza, nei bar sforna ogni giorno psicologi e investigatori tore. Ma se, il dolore passato in rassegna, fosse proprio un dolore normale? Tutte le tesi cadrebbero e potrebbe persino assomigliarci… troppo. E dopo? Nella chat di facebook gli “amici” riusciranno a leggere nei nostri occhi? Differenzieranno tra uno smile che sorride di gusto ed uno che sorride con amarezza? Del resto uno smile è pur sempre uno smile. Due punti e una parentesi. E una persona in carne ed ossa e pur sempre una persona in carne ed ossa, ma straordina- riamente terrena con le ascelle sudate per il caldo e il fiatone dopo una corsa. Nessun gioco di punteggiatura potrebbe eguagliare un sano “vai a quel paese” con pacca sulla spalla e birra offerta al banco. Già, perché il dolore che insegna ad amare la morte è spesso solo un dolore normale. E solo dalla normalità può essere guarito. Abbiamo visto tante volte uomini venir fuori da straordinarie battaglie, per poi cedere alla malinconia della solitudine. E più nessuno a fare il tifo attorno. Perché il dolore normale, al contrario di quello “eccezionale”, è invisibile. Banale. Le scelte, per contro, sono troppo intime per essere giudicate nel weekend. Non so quante volte io stessa avrei spento l’interruttore, tante da confondere realtà e desiderio. Ma chi non l’ha mai pensato scagli la prima pietra! Ne arriveranno ben poche. Lo so. Lasciamo dunque a ognuno il suo dolore, senza arrogarci il diritto di parlare. Possiamo solo continuare a tenere un rispettoso silenzio. Anzi, un silenzio normale, quasi invisibile, persino banale. Il caro professore Argirò Il 17 ottobre è venuto a mancare il caro prof. Vincenzo Argirò. È stato un uomo colto e dotato di alta professionalità pedagogica, nel suo quarantennale periodo di docenza ha esercitato un'intensa attività educativa riscuotendo pieno compiacimento da parte degli organi superiori, degli alunni unitamente alle loro famiglie. Per molti anni ha espletato a Gioiosa l'oneroso incarico di Giudice Conciliatore, quello di Priore della Confraternita dell’Addolorata ed stato anche per diversi anni Presidente della Commissione festa San Rocco. L’addio In memoria di Lina Caridi Ha concluso la sua vita terrena, ad una veneranda età prossima al secolo, donna Angiolina Caridi vedova del professor Chimenti, medico e cattedratico originario di Bari che fu per molto tempo eminente specialista ginecologo a Locri. Donna Angiolina, discendente di antiche famiglie (sidernese per parte Caridi, soveratese per parte materna Caminiti), risiedeva a Locri, dove si era stabilita con il marito, conosciuto a Siderno al tempo in cui egli era ufficiale medico del Regio Esercito del Sud. Le famiglie Caridi-Spinella e Caridi-Valensise, nel ricordo delle affettuose premure della cugina Lina, si uniscono al dolore dei suoi figli Gianfranco, Maria Teresa e Roberto. DOMENICA 21 OTTOBRE 2012 12 DOMENICA 21 OTTOBRE 2012 LA RIVIERA 13 Polaroid Portigliola e il progetto giovani-archeologia Panico a Palazzo San Giorgio Il Comune di Portigliola protagonista di un progetto, in accordo con la città di Rovereto, che si propone di avvicinare i giovani al mondo dell’archeologia. Oltre a degli stage formativi e alla creazione di una rete tra il museo, le scuole e i Comuni, è stato organizzato anche un Summer Camp per i ragazzi. 15 ottobre. «Essere qui è per noi un onore. L’azione a cui siamo chiamati richiede sacrificio e riguarda lo squilibrio strutturale, in grado di determinare il dissesto economico-finanziario».Sono le prime “rassicuranti” dichiarazioni del prefetto e dei commissari Castaldi e Piazza. Locride ESPERTO GIURIDICO? INTERVISTA ESCLUSIVA CON IL DOTT. LUCA ROTONDI Le emergenze di Siderno Settimana nera per la città. Siderno è stata invasa dall’olez- IN EVIDENZA zo della spazzatura non raccolta per giorni e giorni. Il disservi- Situazione zio è stato provocato dalle agi- ambientale, tazioni dei lavoratori della Geo Ambiente s.r.l. che protestava- viabilità, taglio no per il mancato pagamento degli sprechi e degli stipendi. Il Commissario Rotondi per riuscire a sbloccare riapertura di la situazione prima che si tra- palestra e piscina sformasse in emergenza ha comunale. Sono dovuto minacciare di applicare le penali previste da contratto questi i problemi in caso di ritardi nel servizio. principali secondo Solo così è stato possibile risol- il Commissario vere l’incresciosa situazione e rendere possibile una passeggiata per le strade senza dover dribblare buste e cattivi odori. Viste le numerose lettere di reclamo che c’erano giunte siamo andati ad incontrare il Commissario e gli abbiamo chiesto di chiarirci alcuni dubbi sollevati dai nostri lettori. Ad una prima domanda possiamo rispondervi noi.Il servizio di raccolta rifiuti è stato assegnato alla Geo Ambiente s.r.l perché ha vinto la gara d’appalto. La ditta ha offerto un ribasso di « 821.457,74 da ssoggettarsi ad Iva al 10%; oltre l’importo di 14.106,94 oltre Iva al 21% oneri per la sicurezza non soggetti al ribasso». Ma la cosa veramente curiosa è che la Locride Ambiente s.p.a. a questo bando non ha proprio partecipato. Eppure il Comune di Siderno è tra i soci del Consorzio e quindi della s.p.a. OSPEDALE DI POLISTENA Non divaghiamo. Torniamo alla domanda che i cittadini volevano porre al Commissario. Come mai Siderno pur avendo una propria discarica non può smaltire lì tutti i suoi rifiuti ed è Il reparto di otorinolaringoiacostretta a portarne una parte tria dell’ospedale di a Casignana? Polistena è stato disatti«L’ing. Errigo aveva chieAVVISO ANAS vato lo scorso 1 agossto l’autorizzazione to e, dopo più di tre per questa operazioAnas comunica che, dalle 10.00 di mesi, non è ancone, ma gli è stata sabato 20 ottobre alle 22.00 di domenira stato ripristinegata. Infatti ca 21 ottobre, sarà chiuso al traffico il nato nella sua per legge tratto compreso tra gli svincoli di Scilla attività di Siderno pur e Campo Calabro, in entrambe le direaccettazione avendo sul dei ricoveri. zioni dell’A3. Provvedimento necessaproprio terriI cittadini rio per la demolizione del vecchio torio l’imdella Piana, cavalcavia. Resteranno interdette al pianto di arrabbiati e traffico le rampe di ingresso in direzioseparazione preoccupati ne Reggio Calabria degli svincoli di dei rifiuti per la Scilla e S. Trada e le rampe di ingresso urbani può chiusura del in direzione Salerno degli svincoli di scaricare solo reparto, Campo Calabro e Villa San Giovanni . un certo quanhanno così Nelle ore di chiusura i veicoli leggeri, titativo, il resto deciso di diretti a Salerno, verranno deviati allo organizzare svincolo di Campo Calabro, proseguiuna raccolta firme, che ha ranno lungo la statale 18 “Tirrena raggiunto, nel giro Inferiore” e rientreranno in A3 allo svindi pochissimo colo di Scilla, in direzione nord. deve essere per forza essere smistato in un’altra discarica e quella di Casignana è la più vicina». La legge è legge e va rispettata. Anche se oggettivamente Siderno ospitando il sito di stoccaggio deve fare i conti con i problemi che ne derivano, ad esempio il traffico dei camion per la raccolta dei rifiuti o l’inquinamento dell’aria. Forse sarebbe giusto che almeno risparmiasse questa ulteriore spesa? Ma comprendiamo che il Commissario non possa ufficialmente darci ragione. Lui deve applicare norme e regolamenti. L’occasione è ghiotta e ne approfittiamo anche per chiedere al dott. Rotondi una dichiarazione d’intenti. Una lista dei problemi che rappresenteranno le priorità del suo operato. «La situazione ambientale prima di ogni altra cosa. È il punto fondamentale da affrontare. Questo è un territorio che dovrebbe puntare sul turismo, ma fino a che non risolveremo il problema della depurazione dell’acqua non sarà possibile fare passi in avanti. Il Cipe per esempio ha stanziato 24 mln di euro per mettere a norma l’impianto di depurazione di Siderno (entrato in contrav- venzione con le norme della Comunità europea). Ma la cifra ci dovrebbe consentire di mettere a norma anche l’impianto che serve la vallata del torbido. La viabilità è il secondo punto In questo caso il problema più grande è stata la raccolta di bitume. Siamo riusciti con molti È un cittadino di Marina di Gioiosa Ionica, e sforzi a raccattare 30 mila euro si definisce esperto in legge. Attenti: ha la di materiale con cui cercheredenuncia facile! Qualche giorno fa non ha mo di risolvere le situazioni più risparmiato neppure i carabinieri, rei di non gravi. E in casi d’emergenza averne riconosciuto la sua professionalità assoluta stiamo pensando di intervenire provvisoriamente con colate di cemento, ma è l’estrema soluzione. Infine stiamo analizzando e verificando il bilancio. La situazione e da LOCRIDE AMBIENTE risistemare ma abbiamo già provveduto a Lo scorso 8 ottobre si è ricomposto il tagliare alcuni vistosi CdA di Locride Ambiente in seguito alle sprechi. Ad esemdimissioni del dott. Scaglione per pio dismettendo sopravvenuti impegni istituzionali, chiaaffitti pagati inutilmato a ricoprire un prestigioso incarico mente, avviando nella Magistratura tributaria a Roma. Il accertamenti neo-eletto presidente Gerace, affiancasulle case popolato dall’Amministratore Delegato, avv. ri per avere il Andrea Falvo, come primo atto del suo polso delle situamandato ha delineato l’azione e le prozione. E poi, date spettive future di Locride Ambiente, dal le numerose e insirecupero di liquidità alla stipula di constenti richieste, sto tratti e alle nuove opportunità lavorative cercando di sbloccacon un moderno impatto di immagine re quanto prima la attraverso anche un impegno sociale situazione delle piscina tra i giovani e nelle scuole. e della palestra comunale». Eleonora Aragona Maurizio Aspromonte. “Io sono Avvocato” MELICUCCO «Rivogliamo otorinolaringoiatria» Sindaco in ospedale tempo, l’appoggio di migliaia di cittadini. Tante le critiche alla scelta del blocco dei ricoveri del reparto di otorino dell’ospedale di Polistena. Continuare su questa strada rischia di condurre a effetti deleteri per l’intera comunità, mortificando il diritto alla salute degli utenti della Piana di Gioia Tauro. Non è infatti possibile che i cittadini siano costretti a doversi recare a Reggio Calabria per la degenza e che non ci sia un’alternativa valida. Ed è ancor più grave il fatto che, tramite questa scelta, si sia mancato di rispetto a tutti quegli operatori che, nel corso degli anni, hanno lavorato in maniera costante e proficua per contribuire alla crescita della struttura ospedaliera e alla qualità dei servizi offerti quotidianamente, portando sempre avanti con onore il nome del reparto di otorinolaringoiatria dell’Ospedale di Polistena. La speranza resta quella che l’Asp e la Regione Calabria riescano a riconoscere gli errori e ritornino sui propri passi per una decisione che, a oggi, rimane inaccettabile per la comunità della Piana. Un invito rivolto principalmente al direttore generale dell’Asp Rosanna Squillacioti e al governatore Giuseppe Scopelliti. a colpi di manifesti Le elezioni comunali del 2011 a Melicucco hanno sancito la vittoria del gruppo Arcobaleno, con capolista Francesco Nicolaci. Subito dopo l’insediamento al Comune degli eletti, al consigliere Francesco Scopelliti viene tolta la delega al personale. Ha inizio così nel paese pianigino una “guerra dei manifesti”: da una parte l’ex assessore Scattarreggia, dall’altra l’amministrazione con la partecipazione di vari gruppi politici. In questi manifesti si evince la tensione che, a mio dire, sta ormai sfociando sul personale. Sappiamo che il Sindaco, incrociandosi con Scattarreggia presso il Palazzo Comunale, abbia avuto uno scontro in seguito al quale è stato condotto in ospedale, dove è stato poi dimesso con prognosi di sette giorni. E, per l’ennesima volta, il paese è stato tappezzato dai manifesti. Rino Logiacco DOMENICA 21 OTTOBRE 2012 LA RIVIERA 14 Il francobollo di Squillace la Riviera Inchiesta Leonia: Bombardieri si autosospende «Èsensibilità istituzionale» L’avvocato Vincenzo Bombardieri, in seguito all’avviso di garanzia ricevuto nell’ambito dell’inchiesta sulla “Leonia”, si autosospende dalla carica di assessore comunale. Il Sindaco di Roccella commenta: «Conosco la sua correttezza e chiarirà al meglio la vicenda». È nato il 14 ottobre e parla dell’antichissima lavorazione di ceramiche della città. Un omaggio a cui il Sindaco ha dedicato un’intera giornata di eventi. Il francobollo è stato presentato dal direttore della filiale di Poste Italiane di Catanzaro, Antonio Taglialatela. AUTOLINEE CONSORZIATE Enzo Ingo, I cittadini devono pagare due volte il profumo Lettera di protesta contro Mediterranea Bus e Federico dell’innocenza I pendolari spesso sono costretti a comprare un biglietto nonostante siano abbonati e le due compagnie facciano parte dello stesso Consorzio provinciale biglietto andata e ritorno: quest'ultimo non può essere utilizzato sulla corsa del ritorno cambiando azienda. Tutto ciò comporta ovvia- SUPERCAZZOLE di Vincenzo Carrozza Firenze e l’Aspromonte mente il malcontento di tutti noi cittadini e dei nostri ragazzi i quali spesso, si trovano ad avere in tasca giusto gli euro per un panino e quindi questo comporta un aggravio ulteriore per le nostre famiglie. Per i motivi sopra descritti chiediamo ancora una volta che il nuovo assessore ai Trasporti Pubblici Locali della nostra regione on. Luigi Fedele vigili su queste incongruenze e sprechi, e comunque possa emanare delle direttive tali da unificare la validità dei biglietti e degli abbonamenti. Confidiamo anche, in una ferma indignazione da parte della Associazione dei Comuni della Locride affinché possano sensibilizzare tutti gli organi di competenza nonché un intervento anche del nostro presidente della Regione Calabria Onorevole Giuseppe Scopelliti. Chiediamo a Linea Amica di poter sollevare questo problema a chi di competenza con l'auspicio di poter risolverlo nel migliore dei modi possibile. Cittadini della Locride Marchionne da Detroit (U.S.A): «...Firenze, città piccola e povera». Però, dopo qualche giorno, ha chiesto scusa. Gli hanno spiegato che Firenze non si trova in Aspromonte. MAMMOLA Palazzo Macrì assegnato a quattro famiglie L’Amministrazione Comunale di Mammola, guidata dal Sindaco Antonio Longo, ha consegnato la scorsa settimana gli alloggi di edilizia residenziale pubblica del palazzo gentilizio Macrì. Gli alloggi sono stati assegnati a quattro famiglie mammolesi che, nel 2005, avevano preso parte al bando di concorso per la partecipazione al progetto. La consegna delle abitazioni è avvenuta alla presenza del Vicesindaco Stefano Raschellà, dell’assessore Lorena Ieraci, del responsabile dell’area “Controllo del Territorio” Luigi Scarfò e del geometra e responsabile dell'area “Gestione del Territorio” Nicodemo Agostino. Prima della consegna delle chiavi si è proceduto alla visione degli appartamenti. «La consegna degli alloggi, il loro utilizzo, rappresenta un fatto di enorme importanza per la comunità di Mammola - racconta il Vicesindaco Stefano Raschellà. Rivitalizzare un’importante porzione del nucleo antico mammolese, in prossimità della Piazza dei Pubblici Parlamenti, con la presenza di quattro nuove famiglie che vi abiteranno, è uno degli obiettivi prioritari che il nostro Ente da tempo si era prefissato». Grande la soddisfazione delle famiglie aggiudicatarie degli alloggi che hanno così visto, dopo molti anni, la concretizzazione dell’urgenza legata all’esigenza abitativa. La politica della casa rappresenta sicuramente una delle priorità manifestate dai Comuni in generale, che favorisca l’individuazione di soluzioni a favore delle famiglie che stanno al di sotto della soglia di povertà. L’Amministrazione comunale di Mammola ha già annunciato che, nel corso del prossimo anno, provvederà a bandire un nuovo concorso per l’assegnazione di un ulteriore alloggio destinato a persone diversamente abili. È’ morto Enzo Ferreri, il Peter Pan dell’Ymca di Siderno. Detto “Ingo” , e non Ringo, per colpa della sua erre moscia, aveva 56 anni. Birre, sigarette e centro città. Tra peroni ed Ms, tra l’Ymca e il negozio di fiori, dove si dava da fare, è rimasto sempre un bambino. Un bambino buono che non pensava mai alla morte nelle decine di andate e ritorno attorno e lungo quell’ettaro di centro città. L’Ymca porta luce non oscurità e i garofani sono per quelli con barba e capelli bianchi, non per i bambini. Si sentiva immortale Enzo Ferreri e invece da giovedì scorso con la sua bontà illimitata e il suo passo costante viaggia per altra destinazione. Lo attendono suo fratello Carmelo, i suoi zii Pasquale e Tonino e siamo convinti che a dargli il benvenuto ci sarà, con un stecca di Ms, anche Vittorio Cortese, il tabaccaio. Siamo commossi dinanzi alla perdita di un monumento dell’innocenza che credeva all’eternità. Mario Fedele, umile e servo dello Stato Se dovessi esprimere in una sola parola la personalità di Mario Fedele, la parola è Umiltà. L’umiltà delle persone grandi. L’umiltà con cui ha sempre occultato dietro la sua ostentata immagine di persona semplice e schietta, bonaria e pacioccona, il rigore morale e altamente professionale che ha caratterizzato la sua decorosa carriera. Dietro l'amico che tutti hanno conosciuto, c’è una vita, la sua vita, pervasa da profonde passioni. Passione per il suo lavoro, svolto con estrema tenacia e abnegazione. Lo ha amato il suo lavoro, intensamente, e dallo stesso era stato fortificato e segnato. In quaranta anni di duro mestiere ha combattuto da leone, alla ricerca quasi farneticante della legalità. Negli anni ‘70, nella fredda e operaia Torino, inseguiva rischiosamente i trafficanti di “bionde”, poi anni di lotta ai reati tributari, successi ed encomi e all'inizio degli anni ‘80 il meritato salto di qualità, l'accademia e la carriera da ufficiale, l’arrivo in Sicilia e le responsabilità al comando della tenenza di Mazzara del Vallo prima e della compagnia di Trapani poi, per giungere infine nella complicata ed oltraggiata Palermo dove con dedizione ed il solito attaccamento porta i gradi di tenente-colonnello e colonnello. Rigorosità e onestà intellettuale sono il leit- motiv delle sue giornate. Sono gli anni in cui riesce finalmente a coniugare e fondere, insieme al suo lavoro, un altro grande amore, quello per il mare. Già... il mare. Oltre alla famiglia, era l’unica cosa che lo aveva aiutato ad affrontare al meglio gli agognati anni del riposo obbligatorio, meritato certo, ma non rispondente al suo stile di vita, sempre proattivo, vivace e instancabile. Un vulcano d’idee e di azioni. Lascia una profonda convinzione. Sono certo che starà già organizzando al meglio i suoi nuovi impegni, anche oggi che lo abbiamo perso. Molto di più che un cognato. Michele Lizzi T IN EVIDENZA D E NE ISC RZ L C AR O EN ICA M TR IT ON O INE D DI R SI AN O DE TE RN O Siamo un gruppo di genitori della Locride i cui figli studiano nelle diverse scuole del comprensorio. E perciò usufruiscono regolarmente di autobus di linea. Svolgono tali servizi le aziende Federico autolinee e Mediterranea Bus Autolinee le quali pur operando individualmente con propri luoghi propri biglietti e propri abbonamenti, sono di fatto consociate da tempo e, per di più fanno parte entrambi di un unico consorzio provinciale denominato S.C.A.R. Ora accade che i nostri ragazzi e anche noi tutti cittadini della zona seppur abbonati regolarmente all’una o all’altra azienda, ci vediamo costretti a dovere ripagare un nuovo biglietto nel caso in cui dobbiamo (magari per sopraggiunti disguidi come uscite anticipate, maltempo ecc.) utilizzare autobus diversi da quelli abituali, ai quali siamo abbonati. Stessa cosa se acquistiamo il Due bisonti della Veolia nel centro di Siderno. Questi Tir tasportano SPAZZATURA E PUZZA. Ma nessuno li ferma più nonostante le DENUNCE e la presenza DI STRADE ALTERNATIVE, attraversano il centro in pieno giorno. DOMENICA 21 OTTOBRE 2012 LA RIVIERA 15 DOMENICA 21 OTTOBRE 2012 LA RIVIERA 16 DOMENICA 21 OTTOBRE 2012 LA RIVIERA 17 Parlando di... ATTUALITÀ FORD: IL PROGETTO B-MAX L’ingegno incontra la sicurezza L’innovazione tecnica è un progetto che viene inteso e realizzato in maniera differente da ogni casa costruttrice. Alcune aziende optano per restare nella media del progresso, avanzando gradualmente e procedendo secondo quanto viene fatto dai loro competitors; altre, al contrario, hanno come obiettivo principale il raggiungimento della leadership mondiale, vista come una necessità fondamentale per l’immagine e l'operato dell'azienda. All’interno di questo contesto, la Ford occupa una posizione decisamente particolare. Con la nuova gestione Mulally si è fatto sempre più chiaro il principio secondo il quale anche un marchio di massa deve avere il gusto di innovare. Senza puntare all’eccessiva spettacolarizzazione, la Ford ha preferito puntare sull’ingegnosità, la ricerca di piccole e grandi soluzioni che migliorano la qualità e la praticità della vettura. Esempi che rientrano in questa categoria sono la creazione di un bocchettone di rifornimento senza tappo o di una linguetta in gomma che protegge la porta dai piccoli urti in apertura. Fantasia, coraggio e ingegno: questi in sostanza i tre punti cardine secondo i costruttori Ford. Tra le tante idee, una delle più innovative è risultata quella di adottare nella B-Max le porte posteriori scorrevoli, eliminando il montante centrale. Un progetto che era già stato avanzato dai designers nel 2003. Accolto con entusiasmo per i notevoli vantaggi in termini di accessibilità e unicità del prodotto, il progetto era stato temporaneamente accantonato dai crash tester, salvo poi essere stato ripreso in considerazione nel 2007, dopo migliaia di test virtuali realizzati ai computer. Sono stati progettati n u o v i sistemi di serrature e di bloccaggio e sono stati aggiunti rinforzi in lamiere ad altissima resistenza. Due anni e mezzo fa, con la prima delle oltre 40 prove d’urto, si è avuta la conferma che il progetto poteva essere realizzato. Il caso B-Max è un chiaro esempio di sicurezza sin dalla prima progettazione. Questa è la vera innovazione targata Ford. LA NUOVA B-MAX NON PRESENTA PIÙ UN MONTANTE CENTRALE, SOSTITUITO DA DUE PORTE POSTERIORI SCORREVOLI. FRANCIA Ecco cosa ha fatto Hollande “Ecco cosa ha fatto Hollande (non parole, fatti) in 56 giorni di governo”: ha abolito il 100% delle auto blu e le ha messe all’asta; il ricavato va al fondo welfare da distribuire alle regioni con il più alto numero di centri urbani con periferie dissestate. Ha fatto inviare un documento (dodici righe) a tutti gli enti statali dipendenti dall’amministrazione centrale in cui comunicava l’abolizione delle “vetture aziendali” sfidando e insultando provocatoriamente gli alti funzionari, con frasi del tipo “un dirigente che guadagna 650.000 euro all’anno, se non può permettersi il lusso di acquistare una bella vettura con il proprio guadagno meritato, vuol dire che è troppo avaro, o è stupido, o è disonesto. La nazione non ha bisogno di nessuna di queste tre figure”. Via con le Peugeot e le Citroen. 345 milioni di euro risparmiati subito, spostati per creare (apertura il 15 agosto 2012) 175 istituti di ricerca scientifica avanzata ad alta tecnologia assumendo 2.560 giovani scienziati disoccupati “per aumentare la competitività e la produttività della nazione”. Ha abolito il concetto di scudo fiscale (definito “socialmente immorale”) e ha emanato un urgente decreto presidenziale stabilendo un’aliquota del 75% di aumento nella tassazione per tutte le famiglie che, al netto, guadagnano più di 5 milioni di euro all’anno. Con quei soldi (rispettando quindi il fiscal compact) senza intaccare il bilancio di un euro ha assunto 59.870 laureati disoccupati, di cui 6.900 dal 1 luglio del 2012, e poi altri 12.500 dal 1 settembre come insegnanti nella pubblica istruzione. Ha sot- tratto alla Chiesa sovvenzioni statali per il valore di 2,3 miliardi di euro che finanziavano licei privati esclusivi, e ha varato (con quei soldi) un piano per la costruzione di 4.500 asili nido e 3.700 scuole elementari avviando un piano di rilancio degli investimenti nelle infrastrutture nazionali. Ha istituito il “bonus cultura” presidenziale, un dispositivo che consente di pagare tasse zero a chiunque si costituisca come cooperati- va e apra una libreria indipendente assumendo almeno due laureati disoccupati iscritti alla lista dei disoccupati oppure cassintegrati, in modo tale da far risparmiare soldi della spesa pubblica, dare un minimo contributo all’occupazione e rilanciare dei nuovi status sociale. Ha abolito tutti i sussidi governativi a riviste, rivistucole, fondazioni, e case editrici, sostituite da comitati di “imprenditori statali” che finanziano aziende culturali sulla base di presentazione di piani business legati a strategie di mercato avanzate. Ha varato un provvedimento molto complesso nel quale si offre alle banche una scelta (non imposizione): chi offre crediti agevolati ad aziende che producono merci francesi riceve agevolazioni fiscali, chi offre strumenti finanziari paga una tassa supplementare: prendere o lasciare.Ha decurtato del 25% lo stpendio di tutti i funzionari governativi, del 32% di tutti i parlamentari, e del 40% di tutti gli alti dirigenti statali che guadagnano più di 800 mila euro all’anno. Con quella cifra (circa 4 miliardi di euro) ha istituito un fondo garanzia welfare che attribuisce a “donne mamme singole” in condizioni finanziarie disagiate uno stipendio garantito mensile per la durata di cinque anni, finché il bambino non va alle scuole elementari, e per tre anni se il bambino è più grande. Il tutto senza toccare il pareggio di bilancio. Risultato: ma guarda un po’…….. SURPRISE!!Lospread con i bund tedeschi è sceso, per magia. E’ arrivato a 101 (da noi viaggia intorno a 470). L’inflazione non è salita. La competitività e la produttività nazionale è aumentata nel mese di giugno per la prima volta da tre anni a questa parte. Verso il mondo, oltre il muro del suono BRUNO STRANGIO C’è una linea tracciata tra noi e il “celeste”, che nessuno osa oltrepassare né tampoco sfidare. La paura è un sano rimedio. E ciò che è sano quasi mai ottempera alla sete dei sogni. Si chiama Felix Baumgartner ed è vivo. Continua ad esserlo perché il suo “malsano” rimedio gli ha consentito di spostare la linea qualche centimetro dietro ai piedi. Il ragazzo, qualche giorno fa, è balzato da 39 kilometri giù per terra, verso il mondo. Un guizzo raro il suo, che ha percorso di petto una distanza pari alla Salerno-Napoli, lunga quanto l’orizzonte per un osservatore su una collina o una torre di 100 metri di altezza. Chissà come sarà stato, lasciando l’ultimo scalino, vedersi piombare addosso il mondo a una velocità tale da spezzarti il sorriso e farti piegare in posizione fetale, e quale l’ebbrezza del precipizio verso il tuo pianeta, un volo d’angelo da un’altra dimensione. Felix, quarantenne austriaco, ci insegna l’importanza e il valore del “salto”, del venir meno alla normalità, del tentare l’impresa di assurgere a qualcos’altro che semplice uomo. Un finanziere o un potente lobbista questo “salto” non l’avrebbe mai fatto. Questa vita chi ce la dona pretende che oltrepassi la linea dell’errore, che si dia appena possibile il meglio di noi stessi, e che infine si possa con un impensabile e malsano rimedio correggere limiti, gli stessi che ci fanno soffrire di cose materialmente inesistenti, crisi e debiti che siano. L’IMPRESA DI FELIX BAUMGARTNER Il salto stratosferico Un salto di 39 chilometri dalla stratosfera. Ufficialmente si tratterebbe di paracadutismo, di sport, ma Felix Baumgartner ha ridefinito i confini dell’estremo compiendo una delle imprese più incredibili del genere umano. Lo stuntman austriaco 43enne si è lanciato dallo spazio dopo aver raggiunto la quota record di 128mila piedi. Durante il pazzesco volo ha toccato la velocità del suono, altro record: «Non mi sono accorto della velocità a cui andavo, non ho pensato ai record, lassù volevo solo atterrare vivo». DOMENICA 21 OTTOBRE 2012 LA RIVIERA 18 DOMENICA 21 OTTOBRE 2012 LA RIVIERA 19 La ... Gerenza www.larivieraonline.com [email protected] [email protected] Tel 0964/342679 la Riviera RUBRICHE Registrazione Tribunale di Locri (RC) n. 1 del 19/06/1998 R.O.C. n°11602 del 02/11/98 Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana AmministratoreUnico Rosario Vladimir Condarcuri Direttore responsabile: PASQUINO CRUPI Coordinatrice di redazione: MARIAELENA FILIPPONE In redazione: ANTONELLA ITALIANO, DOMENICO MACRÌ, ELEONORA ARAGONA, NINO SIGILLI, ILARIO AMMENDOLIA, ANTONIO TASSONE(SPORT) Editorialista: GIOACCHINO CRIACO Art Director: PAOLA D’ORSA Impaginazione: EUGENIO FIMOGNARI Nordici e sudici di Gioacchino Criaco Brizzolato di Ruggero Brizzi, Cronache dal nord di Vincenzo Carrozza Loqui e sproloqui di Filomena Cataldo, COLLABORATORI Anna Laura Tringali, Mara Rechichi, Benjamin Boson, Nik Spatari, Angelo Letizia, Marilene Bonavita, Franco Crinò, Isabella Galimi ,Maria Teresa D’Agostino. Note e schermaglie SAVERIO ZAVETTIERI Misure preventive DI FRANCO CRINÒ Nella Locride, il centrosinistra, nella passata legislatura, aveva toccato il minimo storico di credibilità, strumentalizzato la dolorosa vicenda di Francesco Fortugno, proposto consiglieri e assessori inadeguati . I discorsi, da noi, viaggiano con il freno a mano tirato , neppure in questa legislatura ci si allontana dalla crisi . A carico della Locride è stata artatamente aggiunta un’altra aggravante : è la zona più condizionata dalla mafia! Vediamo ... Al Porto di Gioia Tauro, tanto per dire, sono stati sequestrati negli ultimi due anni duemila chili di cocaina, ma dieci o venti o chissà quante migliaia di chili ne saranno transitati e da questo traffico la criminalità organizzata trae grandi profitti e grandissima forza . La città di Reggio Calabria è chiamata a rispondere di una preoccupante percentuale di ambienti del malaffare che vi operano . Perciò, la Locride non chiede ( ... ) di essere terza in questa angosciante ( e agghiacciante ) graduatoria, ma sa di non essere la prima . Alla Locride si chiede di spiegare la sua vocazione - ecco che si ricomincia con la tela di Penelope -, perchè la Piana di Gioa Tauro, se non decolla, ha almeno un progetto, Reggio Calabria , seppure malconcia, si avvicina all’appuntamento con la Città Metropolitana . Spiegare la storia della Locride è più un problema di comunicazione che di realtà . Nessuno proprio può dissimulare, mascherare i problemi di questa zona, stare in politica facendo finta di fare qualcosa per la comunità . La simulazione è, addirittura, reato, inventa una cosa che non c’è . Il caso più conosciuto di simulazione nella storia è quello del greco Sinone, che, fingendosi perseguitato dai suoi compatrioti, non solo ottenne quello che oggi chiameremmo asilo politico, ma convinse i troiani ad accoglierlo e ad introdurre dentro le mura il cavallo di legno . Un simulatore più spassoso fu quel cortigiano che innamoratosi di Maria Antonietta di Savoia, per un anno , fingendo di essere ammalato, bevve soltanto latte e parlò sempre con un filo di voce, per avere il modo di bisbigliare in un orecchio, non sospettato, alla duchessa . Nella Locride, da tempo, si fanno riunioni finte, che non decidono nulla e che non sanno neppure spiegare il territorio . Il territorio è deformato dalla mafia, che ne ritarda lo sviluppo, opprime e uccide, ma fronteggiarne soltanto la sua tragica invasività, significa , come istituzioni, bocciarsi in partenza . Punire va bene, ma se si favorissero la occupazione e lo sviluppo, nella Locride, si renderebbero impossibili tante colpe . Misure preventive, dunque. In una situazione stagnante in cui il rinnovamento è una pratica per lo più retorica, bisogna dare atto all’ex leader del PD Veltroni, da sempre il più innovatore della famiglia comunista, di aver assunto una decisione forte e in controtendenza che denota una spiccata sensibilità rispetto agli umori del paese. Il suo gesto segna di fatto una presa di distanza da un PD, smarritosi per strada e lontano dal suo progetto originario, oggi declinato prettamente in uno scontro tra conservatori (Bersani) ed innovatori (Renzi) divisi in queste categorie sulla scelta del gruppo dirigente e i metodi di selezione e non già sui modelli di cui avvalersi per uscire dalla perdurante crisi di sistema che attanaglia l’Italia. L’auspicio è che a questo primo passo in cui Veltroni ha dimostrato la capacità di scrollarsi di dosso la logica conservatrice di apparato, tipica dei postcomunisti, ne seguano altri in cui sappia affrancarsi da quella cultura giustizialista che non ha saputo renderlo credibile come leader di una moderna forza riformista. Inoltre, bisogna riscoprire il valore della politica come eser- Il passo avanti di Veltroni e i sornioni del rinnovamento nella continuità Il Sud può riscrivere un’altra grammatica della ricchezza e della povertà cizio che può svilupparsi anche al di fuori delle istituzioni, come la mia stessa esperienza dimostra, visto che la commistione tra politica e istituzioni e l’impossibilità di concepire un Il Mezzogiorno può riscrivere un'altra grammatica della ricchezza e della povertà. La resistenza al degrado dell'umano e al narcisismo della competizione ha nel Sud la impegno diretto senza il combinato disposto di una posizione istituzionale rappresenta uno dei limiti più traumatici di questa Seconda Repubblica. Cimiteri monumentali È un fatto naturale che l’uomo avverta in maniera più o meno intensa il bisogno di mantenere vivo il ricordo di coloro che ci hanno preceduto nel varcare la soglia dell’Aldilà. Ed allora, per fugare l’oblìo, per impedire alla polvere del tempo di ricoprire ogni ricordo, nel tentativo di assottigliare, potremmo dire, l’invisibile barriera, la dimensione, che ci separa dai cari congiunti, ecco sorgere, sia in Italia che in tutta Europa, i Cimiteri Monumentali, non solo luoghi di culto della memoria, ma autentici mix di arte e ingegno costruttivo; un connubio di statue, cappelle, angeli, boschi e giardini; un dialogo ininterrotto tra arte e natura , tra il pensiero angoscioso della morte e la consolazione “romantica “del paesaggio . L’Editto Napoleonico di Saint-Claude del 1804 tentò di ridimensionare il fenomeno della proliferazione dei cimiteri monumentali, prevedendo, oltre all'obbligo per questi i ultimi di essere ubicati per motivi igienicosanitari fuori dalle mura delle città ,anche quello dell'uniformità delle tombe: esse cioè dovevano essere tutte uguali, senza recare alcuna epigrafe mortuaria, se non il nome del defunto e le rispettive date di nasci- IN EVIDENZA Veri e propri scrigni di memoria e opere d’arte da visitare per comprendere qualcosa di più della società , che tra quelle pietre ricorda i suoi morti ed il suo passato ta e di morte. Ma la volontà di rendere omaggio ai defunti illustri prevalse sulle esigenze egalitarie giacobine, sicchè cappelle, statue e sculture varie continuarono a sorgere in tutti i cimiteri monumentali europei. Il nostro Paese è ricco di cimiteri monumentali. Il Cimitero della Certosa di Bologna conserva le cappelle affrescate da Bartolomeo Cesi, impreziosite dalle sculture di De Maria e di Munzù. In esso si possono visitare le tombe di Giosuè Carducci, Giorgio Morandi e Ottorino Respighi. Nel Cimitero Monumentale di Milano, invece, progettato in stile lombardo-bizantino da Pietro Miciachini, sono conservati, tra i tanti, i resti mortali di Giuseppe Verdi e Arrigo Boito. Il Verano di Roma poi è meta devozionale ed anche turistica per i tanti viaggiatori in visita nella Città Eterna; in esso si possono onorare le tombe di illustri personaggi del mondo dello spettacolo italiano: Peppino De Filippo, Vittorio Gassman, Nino Manfredi e Alida Valli. I viali del Cimitero Monumentale di Staglieno (GE) ospitano una ricca galleria di monumenti dagli stili più svariati (dal mesopotamico all’egizio, dal neoclassico al liberty). Vi si può rendere omaggio alla memoria di Giuseppe Mazzini, Nino Bixio. Illustri visitatori quali Nietzsche, De Maupassant, Elisabetta d’Austria (la principessa Sissi) furono colpiti dalla particolarità del luogo. Nel cimitero della Villetta di Parma poi non è raro assistere ad esibizioni di giovani violinisti che rendono omaggio al grande Niccolò Paganini, utilizzando il suo strumento preferito. Nel cimitero fiorentino delle Porte Sante a Firenze è meta di visitatori un curioso monumento funebre costruito ad altezza naturale: una coppia sorride mano nella mano, lui in uniforme, lei in abito lungo da sera, quasi a significare come anche la morte possa essere un romantico viaggio verso una vita nuova. Il cimitero delle Fontanelle a Napoli, invece, è dedicato ai morti anonimi ed ospita nelle sue cave di tufo chi non poteva permettersi una più degna sepoltura. Il suo ossario, assai impressionante, è affollato da quelle che i napoletani chiamano “anime pezzentelle”, cioè gli spiriti di quanti sono morti in miseria e che per tale motivo sono pregati dai poveri in cambio di fortuna e aiuto. Volgendo lo sguardo all’Europa, possiamo citare innanzitutto i cimiteri storici di Stoccolma, Amburgo, Londra, Lubiana, Granada; e ancora l’antico cimitero ebraico di Praga (con l’estesa foresta di lapidi, a giudizio di chi scrive veramente inquietante), lo Stahndsdorf di Berlino, il Montjuic di Barcellona, il cimitero di Koimitirio Athinon di Atene (dove riposa lo scopritore della città di Troia, Heinrich Schliemann), il cimitero di Ohlsdorf ad Amburgo (dove i parenti del defunto usano liberare nell’aria centinaia di palloncini colorati), il Cimitero Allegro di Sapanta in Romania (unico nel suo genere poiché ogni tomba oltre ad illustrare il ruolo DOMENICA che il defunto ha ricoperto in vita - ad esempio, il contadino è rappresentato mentre ara il campo - riporta anche una filastrocca o una battuta umoristica dedicata al caro estinto). Una menzione a parte merita l’antico cimitero islamico del Cairo (Egitto), la Città dei Morti (Al Quarafa). Fondato nell’anno 642 d.C. esso si estende per oltre 10 Km alla periferia della capitale egiziana e ospita sontuose sepolture e luoghi di preghiera fatti costruire da sultani ed emiri. Questo è l’unico cimitero abitato al mondo: quasi un milione di persone, infatti, vive in abitazioni che sono associate a ogni tomba e che un tempo servivano come alloggi temporanei per i pellegrini e per i parenti che ivi si recavano per visitare i propri defunti. I commercianti espongono le loro mercanzie, le donne stendono il loro bucato, i ragazzini giocano tra i sepolcri. Potremmo dire che lì la vita scorre veramente… tra le tombe, in un interagire perfetto che raggiunge il clou tra il giovedì e il venerdì al tramonto, quando, secondo una credenza popolare del luogo, le anime dei defunti fanno ritorno per incontrare i viventi. dott.Giuseppe Pelle 21 OTTOBRE 2012 LA RIVIERA 20 HANNO COLLABORATO Francesco Laddarina, Giuseppe Patamia, ,Bruno Gemelli, Carmelo Carabetta, Antonio Cormaci, Giulio Romeo, Sara Caccamo, Giuseppe Fiorenza, Daniele Mangiola. COPERTINE Dal 2003 a cura di Paola D’Orsa linfa necessaria per aiutare l'Italia e l'Europa a vincere le gravi sfide che hanno davanti. Il nostro è tempo di crisi, ma anche di krisis, cioè di giudizio, di discernimento, di setaccio. In alcuni dialetti della Calabria il setaccio si chiama “crivu” ed è lo strumento usato per fare la cernita, per lasciar andare via la pula, conservando il grano buono. Nel tempo della crisi, alla krisis appare troppo evidente che la pace e la giustizia nel mondo dipendano principalmente da una conversione di cultura e di mentalità, fondata su una conversione del cuore degli uomini agli ideali di fratellanza e solidarietà. Se il Mezzogiorno potrà/dovrà essere una grande risorsa per tutto il Paese, questo non dovrà/potrà accadere senza il contributo fondamentale della fede cattolica. La fede cristiana, infatti, si fonda sul messaggio della rivelazione di una singolare paternità di Dio, quale pro- Le COLLABORAZIONI non precedute dalla sottoscrizione di preventivi accordi tra l’editore e gli autori sono da intendersi gratuite. FOTOGRAFIE e ARTICOLI inviati alla redazione, anche se non pubblicati, non verranno restituiti. I SERVIZI sono coperti da copyright diritto esclusivo di “la Riviera Editore” per tutto il territorio nazionale ed estero. GLI AUTORI delle rubriche in cui si esprimono giudizi o riflessioni personali, sono da ritenersi direttamente responsabili. messa e speranza di una ritrovata fratellanza umana. Su questo criterio bisognerà verificare se tutte le nostre tradizioni religiose, le nostre feste, le nostre celebrazioni rituali aiutino i credenti a diventare più umani, solidali e fratelli tra loro. Occorre trasformare la crisi in speranza: passare dalla krisis al kairos, al tempo opportuno per risorgere. Il kairos dischiude la speranza dello sviluppo sostenibile e umano, della convivenza solidale, ma anche il senso dell'attesa di un futuro migliore. Il kairos dice anche che il tempo non è semplicemente kronos, un fluire di minuti nell'orologio della vita, ma è cura, interesse per l'altro, la cui dignità di esistenza è riconoscibile come valore sacro, cioè non dissacrabile. Il kairos afferma che l'uomo è sempre qualcuno e mai qualcosa e ciò impone l'esaltazione della sua dimensione più profonda, quella personale. Il passaggio dalla kri- Carissimo Direttore, sono Luca Ferrante, vivo a Siderno ormai da 13 anni e mai avrei pensato di potermi imbattere in una situazione così inverosimile. Le spiego. Sono genitore di un ragazzo di undici anni che, dopo il regolare percorso catecumeno, fatto presso la parrocchia di Santa Maria di Porto Salvo, dovrebbe ricevere il sacramento della prima comunione. Ahimé, per il mio ragazzo, non è così, perchè il prete Generale nella persona di Don Cornelio, ha deciso che tutti coloro che non abbiano frequentato assiduamente le funzioni domenicali, non sono maturi da ricevere il sacramento. Lo ritengo giusto. E sono andato a parlare di persona con Don Cornelio, spiegando le motivazioni per le quali mio figlio ha “disertato” le locali messe domenicali . Premetto che sono originario della provincia di Lecce e tutti gli anni, finita la scuola, mando il mio ragazzo a passare le vacanze nel Salento con i nonni. Lì, oltre alle varie attività ludiche , tutte le domeniche insieme ai nonni seguiva regolarmente le messe domenicali. Il buon Don Cornelio, persona tanto intelligente quanto diffidente, ha compreso la situazione e ha voluto valutare la mia situazione come un caso a parte, dicendo che. stando così le cose, mio figlio avrebbe potu- PUBBLICITÀ Per richieste di pubblicità rivolgersi a: PI GRECO Comunication srl Via Gramsci, 72/A info 0964383251 GLI INSERZIONISTI sono responsabili dei marchi e dei loghi pubblicitari nei loro spazi, l’Editore non risponde per eventuali dichiarazioni, violazioni di diritti, malintesi, ecc... Tutti i marchi riportati sono registrati dai legittimi proprietari. STAMPA: Master Printing S.r.l. - Modugno (BA) DIFFUSIONE S.P. servizi - Gioiosa J. ASSOCIATO- Unione Stampa Periodica Italiana, Croanache Italiane sis al kairos punta sulla ricostruzione della relazione umana, per rifondarla sull'amore e non sul dominio o sulla sopraffazione. In questo passaggio la questione di Dio appare dirimente, perché in questione c'è la sua presenza, la sua vita nella storia in quanto vita di un Altro che libera, salva, che vuole l'umanità dell'uomo e la ama e l'aiuta ad affermarsi in tutta libertà. La religiosità del Mezzogiorno costituisce uno spazio di esperienza umana che salva e libera gli uomini dalle tentazioni individualistiche del narcisismo competitivo e guerrafondaio, per il quale l'altro è un lupo per me e «se non me lo mangio io, lui mangerà me». Anche da qui il Mezzogiorno è risorsa per tutto il Paese. Rovesciare l'ottica per la quale le patologie del Sud nascerebbero da un deficit di modernità potrebbe risvegliare la consapevolezza che proprio le insufficienze e le imperfezioni del Sud costitui- scano una chance per tutelare la modernità dalla spirale senza ritorno nella quale sembra avviluppare il mondo intero. Assunto come territorio umano il Meridione può contribuire a riscrivere un'altra grammatica della povertà e della ricchezza e aiutare l'orientamento della globalizzazione verso realizzazioni adeguate all'essere di ogni uomo, perché appariranno come mete più solidali, più comunitarie, giuste e pacificanti. Certo più lente. L'elogio della lentezza sembra essere un tratto caratteristico di un pensiero del Sud. La velocità distrae dall'umano, l'accelerazione nevrotizza, rende insensibili, impedisce di accorgersi dei veri problemi della vita. Il pensiero meridiano ha un'altra concezione del progresso e dello sviluppo: coglie la velocità come un regresso e un impedimento e orienta a un “pensare a piedi”, più idoneo a prestare attenzione, maggiormente disponibile ad Le leggi dello Stato non sono quelle del Vaticano to fare la Prima Comunione, ma previa attestazione di effettiva presenza da parte del prete della parrocchia leccese presso la quale è andato a seguire le funzioni domenicali con i nonni. Allora, mi chiedo: «Le motivazioni di un genitore valgono meno di un pezzo di carta che un altro ministro di Dio bonariamente potrebbe anche rilasciare, magari con qualche sorriso sotto i baffi?» ; e sopratutto da uomo di legge mi chiedo se visto che siamo in territorio dello Stato italiano, ove la legge riconosce l’autocertificazione, perché per la Chiesa di Don Cornelio questo Istituto non è riconosciuto? Credo che questi interrogativi, balenino nella testa di tanti genitori della Locride che si trovano nella mia stessa condizione. Io non sono persuaso che bisogna mettere le manette a tutto. Dio si può pregare sotto la volta del Cielo e STORIE DA PRONTO SOCCORSO di Vincenzo Carrozza Sara e Ugo Sara fa l’infermiera da vent’anni, sempre al pronto soccorso. È rossa, carina, di carattere nervoso. A Sara difficilmente sta bene qualcosa. Sorride di rado. È divorziata da cinque anni e ha un bambino di sei. Ugo è un impiegato comunale di trentacinque anni. Lavora da tecnico. Ha spesso dolori gastrici. Di più quando il capoufficio gli ronza intorno e gli fa rifare calcoli e riprendere le misure di ogni progetto, che poi a ricalcolarli sono sempre gli stessi. Ugo dice che il suo capo lo perseguita. Me l’ha raccontato l’altro giorno in Pronto Soccorso. Sara era presente. Lo ha guardato a lungo negli occhi. Ha ascoltato ogni sua parola. In silenzio. Con occhi di lacrime che chiedevano di scendere. Era nelle angosce di Ugo. Il sabato successivo sono capitato in pizzeria. Sara e Ugo parlavano vicini, erano mano nella mano. Sara adesso sorride spesso quando lavora. Ugo non è ancora tornato in Pronto. la Riviera accorgersi dell'altro, della natura, della bellezza, aperto a riflettere sulle ragioni di tutti, sviluppando dinamiche di ascolto, di reciprocità, di riconoscimento dei valori degli altri. Aspetti della cultura meridionale particolarmente decisivi per quella nuova centralità assunta del Meridione d'Italia: non più marginale periferia del mondo, ma cuore del Mediterraneo, centro di ogni movimento. Dai recenti eventi del mondo il Sud è stato ricollocato in un punto d'incrocio. Da qui può svolgere le sue funzioni di mediazione, avvalendosi dell'adagio classico di una delle sue originarie culture: in medio stat virtus. Per questo compito storico, deve aver gusto per i confini che non possono essere aboliti globalmente. Tuttavia colti da un'altra prospettiva, i confini non separano, bensì uniscono. Mons. Staglianò anche sotto la volta d’una Chiesa. O in chiese diverse, in più chiese. Non c’è differenza. Il giovinetto del quale discorre qui il padre avv. Luca Ferrnte, ha pregato domenicalmente Dio a Siderno e nel paese salentino dei nonni. Ma, onde accostarlo alla comunione, don Cornelio richiede la certificazione del parroco dove il giovinetto trascorre le sue vacanze. Oppone l’avvocato Luca Ferrante: non basta l’autocertificazione, come è legge dell Stato italiano? Ma, purtroppo, non è legge dello stato del Vaticano. LO SPAZIO DEI LETTORI Mi sento sempre meno italiano utti i giorni nella nostra bella Italia, tra tv e mass media, non si parla d’altro: politici che rubano. Da Trieste a Palermo, mille e quattrocento chilometri di vergogna. Tutto sembra normale. In Italia ci sono fenomeni che vengono denominati come mafia, ‘ndrangheta, camorra. A questi politici che denominazione possiamo additare? Io direi cancro. Vi ricordo che il più grande mafioso nel mondo, l’italoamericano Al Capone (più italo che americano) è stato arrestato il 17 ottobre del 1931 per frode fiscale. Non ci vuole molto, allora, per arrestarli. Ma sono proprio loro che comandano l’Italia! Le leggi e la Costituzione Italiana sono un esempio per tante nazioni al mondo ma noi non la interpretiamo per come è stata emanata. Un esempio lex est: come fa la Bongiorno a sovvertire tutto, irridendo gli italiani e le leggi stesse? Ricordiamoci che quando si entra in un tribunale la frase che cattura la nostra attenzione è scritta in alto e recita “La legge è uguale per tutti”. È arrivata l’ora di modificarla. Giuseppe Belligerante T KAPPADUE di RUGGERO CALVANO Zambetti, zimbelli e pisciaturi omenico Zambetti, già assessore alla Casa della regione Lombardia, se fosse vero quanto gli contesta il Pm Boccassini, sarebbe un dritto e un fesso, nello stesso tempo. Un dritto, perché con il modico investimento di duecentomila euro si sarebbe comprato la rielezione in consiglio regionale, sacrificio economico che gli avrebbe fruttato una ventina di volte la cifra investita, visti i bilanci di Fiorito e Maruccio in regione Lazio. Un fesso, perché avrebbe dovuto pagare senza fiatare e coccolarsi i preziosi amici in vista di future tornate elettorali. La ‘ndrangheta invece è stata solo fessa, se è vero che ha svenduto quattromila preziosissime preferenze a cinquanta euro cadauna. Avrebbe potuto chiedere la metà di quanto frutta un assessorato regionale. Meglio, D avrebbe potuto mandare in regione un proprio affiliato e gestirsi in proprio l’assessorato. I due rappresentanti della mafia calabrese, sarebbero dei fessi o dei furbi. Fessi, perché si sarebbero accontentati di qualche spicciolo invece di spennare per intero il pollo che avevano creato, e ancora fessi perché come ladri di polli si sono confessati alle cimici degli investigatori. Furbi, perché se i voti in realtà li hanno solo promessi e poi sono venuti da soli perché il Zambetti era più amato di quanto egli stesso credesse, hanno capitalizzato ottimamente una balla colossale. E in fondo, i due presunti ‘ndranghetisti, sarebbero anche degli eroi, perché hanno fatto quello che milioni di italiani vorrebbero fare, mettere sulla graticola un grasso e unto politico. Povero Zambetti, che alla fine per tutti è diventato solo uno zimbello. Del quale tutti ricorderanno che si è cagato addosso davanti alle foto ricattatorie e le minacce. Uno zimbello, che dopo anni di scalate alla politica e alle poltrone, passerà alla storia col nomignolo che i suoi presunti aguzzini gli hanno affibbiato. U pisciaturi. La Cooperativa Sociale Pathos ricerca figure professionali Il bando e la domanda di candidatura è possible scaricarli dai seguenti link: cooperativapathos.org/bandi/selezionepersonale.pdf -cooperativapathos.org/moduli/candidatura.doc La domanda e il curriculum vitae formato europeo, dovranno pervenire entro il 18 ottobre 2012 a [email protected] o spedite all'indirizzo Cooperativa Pathos, Via Ente Sila snc, 89041, Caulonia. DOMENICA 21 OTTOBRE 2012 LA RIVIERA 21 DOMENICA 21 OTTOBRE 2012 LA RIVIERA 22 la Riviera Sport / responsabile Antonio Tassone Serie A - Sport e Cristianità PROSSIMO TURNO Mario Balotelli: Bad boy non equivale a successo "Il Signore vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra" (Gen 6,5). Esiste un momento, nella Bibbia, in cui Dio si pente di avere creato gli uomini, e vorrebbe cancellarli tutti, meno Noè. Immaginate un foglio, e una serie di schizzi a matita: un colpo di gomma, e il foglio torna vuoto, come all’inizio. A volte, anche nello sport salgono alla ribalta figure in grado di incantare nel gioco, ma di deludere nella vita. Sono i famigerati “bad boys”, che, proprio attirando l’attenzione dei giovani, in quanto vincenti, fanno credere ai fans che il loro comportamento, nel “privato”, sia ugualmente vincente. Nel calcio azzurro, dopo l’eraCassano, il “portabandiera” della categoria si chiama Mario Balotelli. E’ un atleta noto da così tanto tempo, che ci si dimentica la sua età: 22 anni. Con questo, non voglio liquidare il discorso sul nascere, ma spiegare come non esiste un rapporto sensato riflet- Ricordo tori-persone. Sotto i riflettori, simbolo dell’universo mediatico, dovrebbero andare, in un mondo giusto, più gli individui, almeno, “over 30”, che non i “bambini”. Se un messaggio deve essere amplificato un milione di volte, è chiaro che ci si fidi più della “vita vissuta” dai meno giovani, che dai gio- vanissimi. Non avviene, e non sono sicuramente io a potere cambiare la realtà, ricordando che, nella Bibbia, le decisioni spettavano agli anziani. Mi accontenterei soltanto che chi segue certi campioni non cadesse in una trappola. Non esiste una relazione diretta “bad boys”-successo: più sono anti-conformista, più mi impongo. Per rimanere nell’ambito del calcio, lo stesso paese nel quale è nato Maradona, “bello” sul campo, e “dannato” fuori”, ha messo al mondo Lionel Messi, per 3 volte vincitore del Pallone d’Oro. Ebbene: questo ragazzo di 25 anni, appena 3 più di Balotelli, è l’anti-personaggio per eccellenza. E’ corretto in partita, esemplare negli allenamenti, ed estraneo al gossip. Guai a pensare, dunque, che la presunta “malvagità” (cinismo-esibizionismo) sia la condizione per sbaragliare la concorrenza, in tutti i settori della vita. I potenti, spesso, non hanno la faccia simpatica, ma, grazie al Cielo, non è una regola fissa. Carlo Nesti da www.carlonesti.it JUVENTUS - NAPOLI IERI LAZIO - AC MILAN IERI CAGLIARI - BOLOGNA 12,30 ATALANTA - SIENA CHIEVO - FIORENTINA INTER - CATANIA PALERMO - TORINO PARMA - SAMPDORIA UDINESE - PESCARA GENOA - AS ROMA 20,30 20-10-2012 6 gol: Cavani (Napoli) 5 reti: Gilardino 4 reti: Stevan Jovetic (Fiorentina), Antonio Cassano (Stephan El Shaarawy (Milan) , Rolando Bianchi (Torino) 3 reti: Milito (Inter), Giovinco (Juventus), Klose (Lazio), Pazzini (Milan), Miccoli (Palermo), Osvaldo (Roma), Maxy Lopez. CLASSIFICA JUVENTUS NAPOLI 19 19 LAZIO 15 INTER 15 ROMA 11 FIORENTINA 1 1 CATANIA 11 SAMPDORIA 1 0 GENOA 9 TORINO 8 MILAN 7 7 7 6 BOLOGNA PESCARA UDINESE PARMA CHIEVO PALERMO ATALANTA CAGLIARI SIENA PROSSIMO TURNO 6 6 5 5 5 2 28-10-2012 SIENA-PALERMO IERI MILAN-GENOA IERI CATANIA-JUVENTUS 12,30 BOLOGNA-INTER FIORENTINA-LAZIO PESCARA-ATALANTA SAMPDORIA-CAGLIARI TORINO-PARMA NAPOLI-CHIEVO ROMA-UDINESE 20,45 20,45 Diobò, Sic, quanto ci manchi ! Non sono un appassionato delle due ruote, di motociclismo, eppure mi manca Marco Simoncelli, il Sic. È già passato un anno da quando il pilota della Honda perse la vita sul circuito di Sepang in Malesia. Marco Simoncelli era geniale, in tutti i modi, come giovane uomo e come pilota. Era la speranza del motociclismo italiano, l’erede naturale di Valentino Rossi. Si sa che per fare un lavoro del genere bisogna essere un po’ fuori di testa, e il Sic, con quella capigliatura da cartone animato, in gara correva sempre sul filo del rasoio. Per chi come me che solo facendo zapping, gli capitava di vedere qualche passaggio di gara della moto GP, era facile dopo un po’ di tempo capire chi era Marco Simoncelli. Lo riconoscevi dallo stile di guida, da come sorpassava, da come abbordava la curva. Ricordo ancora come venni a sapere della sua morte. Mi trovavo a Fiumicino, quando si sparse la voce dell’incidente si bloccò mezzo aeroporto. Perché al Sic era naturale volergli bene e il silenzio di quei tragici momenti era la naturale conseguenza. Il circuito del motomondiale ha perso uno dei suoi maggiori rappre- sentanti, un pilota di sicuro successo. Ieri i suoi colleghi e tutte le squadre gli hanno tributato un giusto ricordo scoprendo una targa in suo nome, proprio nel punto in cui avvenne l’incidente mortale. Tutti lo hanno ricordato, chi ai microfoni chi affidando il proprio pensiero ai social network. Un commosso Stoner ha così sintetizzato “Il fatto che questo week end rappresenti l’anniversario della scomparsa di Marco farà si che l’atmosfera sarà di sicuro particolare quando scenderemo in pista”. Ma la trasferta di Malesia sarà alquanto difficile per il team Gresini, la squadra del pilota di Coriano. “Andiamo a Sepang e non sarà facile per noi affrontare questa trasferta. Quello che è successo lo scorso anno ha lasciato in noi un segno indelebile un vuoto che non potrà mai essere colmato. Marco era per noi qualcosa di speciale e ci manca molto, ma sono convinto che manchi a tutto il Motomondiale e non solo visto le continue dimostrazioni d’affetto che giungono da ogni parte e da ogni dove. Comunque anche se con il DOMENICA cuore in gola ci impegneremo al massimo per onorare il suo ricordo ed in questo momento le possibilità di farlo ci sono e sono concrete”, ha ammesso Fausto Gresini. Diobò, Sic, quanto ci manchi. Massimo Petrungaro 21 OTTOBRE 2012 LA RIVIERA 23 Parlando di... Sport SIDERNO “brutto” in Coppa “bello” in campionato? Il Siderno che non ti aspetti. In campionato torna da Castrovillari con un punto preziosissimo sotto l'aspetto degli stimoli e delle motivazioni, in Coppa Italia , invece, regala un mercoledì sera da “incubo” ai tanti sostenitori biancoazzurri che hanno sfidato l'umidità serale aspettandosi ben altra partita contro il Roccella che ha dominato la sfida dal primo al novantesimo. Palpabile la delusione a fine gara, non tanto per la sconfitta in se quanto per il modo con cui la stessa è scaturita e soprattutto per lo scarso impegno profuso dagli atleti in campo. A fine gara mister Telli ci ha messo la faccia addossandosi giustamente tutte le responsabilità . Se “defaillance” doveva essere forse è meglio che sia capitata contro il Roccella in Coppa Italia. Archiviata la Coppa , al Siderno rimane solo il campionato ed oggi al “Raciti” arriverà il Brancaleone di mister Brando. Una squadra da sempre molto “ostica” per il Siderno che però dovrà riuscire a trovare la grinta e la determinazione necessaria per incamerare l'intera posta in palio. IN EVIDENZA A fine gara mister Telli ci ha messo la faccia addossandosi giustamente tutte le responsabilità . Se “defaillance” doveva essere forse è meglio che sia capitata contro il Roccella in Coppa Italia e non oggi nello scontro diretto con il Brancaleone. portanza della sfida odierna che ha il sapore di uno scontro diretto in zona salvezza piuttosto che un “derby” visto che, è sempre bene ribadirlo, per Siderno calcistica il vero derby è solo quello contro il Locri. Assente ancora capitan Carabetta, dovrebbe scendere in campo la formazione mandata in campo domenica scorsa a Castrovillari. Per la parti- Siderno All.Telli Macri Candido CAMPIONATO REGIONALE JUNIORES SIDERNO-GIOIOSA J. 4-2 CLASSIFICA I.C.RIZZUTO N.GIOIESE 16 GUARDAVALLE 1 4 PAOLANA RENDE 13 BOCALE SERSALE 12 SILANA SIDERNO ACRI 11 SOVERATO 9 BRANCALEONE CASTROVIL. 8 SAN LUCIDO CATONA 8 ROCCELLA 7 7 7 6 6 4 4 1 SETTIMA GIORNATA H.15,30 ACRI-BOCALE ISOLA C.R.-PAOLANA RENDE-SAN LUCIDO SOVERATO-CASTROVILLARI (IERI) ROCCELLA-CATONA SERSALE-N.GIOIESE SIDERNO-BRANCALEONE SILANA-GUARDAVALLE ta odierna sarà disponibile anche il neo arrivato Francesco Maviglia che proprio a Brancaleone ebbe le sue stagioni migliori come goleador. Chissà che non possa essere proprio l'ultimo arrivato “l'uomo del match”? lr Luciano Rumbo Autolitano Rametta Leone Stesso discorso vale per il team ospite reduce dal pareggio interno contro la Silana che avevano indotto mister Brando alle dimissioni, poi rientrate. Guglielmo Telli ha fatto riposare la squadra giovedì mentre ha fatto svolgere anche la rifinitura del sabato proprio perché avverte l'im- Pettinato Afflitto Mascaro Romeo Siderno: Caruso, Crupi, Simone, Catalano, Pelle, Tringali, Fimognari, Telli, Rumbo, Figliomeni, Gullone. A disposizione Afflitto, Megna, Pellegrino, Procopio. All. De Girolamo Gioiosa J.: Mazzone, Panetta, Coluccio, Carnuccio, Giorgi, Voce, Albanese G., Polito, Panetta, Siclari, Albanese Mat. All.Commisso Arbitro: Bianchi di Rc Marcatori: 5° Rumbo (S), 10°Polito (G), 15° Panetta (G), 20° Figliomeni (S), 55° Figliomeni (S),70 ° Tringali (S). Siderno- Prima vittoria stagionale per la Juniores del Siderno, dopo lo stop iniziale di Soverato. Il team di Silvio De Girolamo ha rifilato un “poker” al volenteroso Gioiosa Jonica con una doppietta di Cosimo Figliomeni ed i gol di Rumbo e Tringali. Giuseppe Belligerante Petronio Scopelliti Borrello Emanuele Foti Genova Ielo Pierro Carlino Galletta G. Macri Brancaleone All.Brando Roccella: da domani inizia l’era Ferraro E' sembrato un Roccella totalmente ritemprato nello spirito di squadra e nella voglia di giocare quello visto all'opera mercoledì sera a Siderno. Forse il fatto che mister Figliomeni abbia deciso di dimettersi dopo la beffa di Guardavalle ha inciso “positivamente” sulla squadra amaranto che ha dato il meglio di se vincendo nettamente per 4 a 1 al cospetto di un Siderno abulico ed irritante per come ha interpretato il match. Vedendoli giocare domenica pomeriggio a Guardavalle e mercoledì sera ci si chiedeva in tribuna come possa una squadra di calcio “normale” avere una metamorfosi così evidente se non frenata da “qualcosa” o forse da “qualcuno”. Stranezze del calcio. Tonino Figliomeni si è dimesso per dare uno “scossone” all'ambiente, ed in realtà, tutto è rimasto come prima, quasi fossero tutti pronti ad attenderlo al varco. Sono infatti rimasti al loro posto tutti i collaboratori del tecnico, i quadri societari ed anche i calciatori come se Tonino Figliomeni fosse l'unico responsabile della partenza a rilento del Roccella in questo scorcio iniziale di campionato. Sembra incredibile che tutto questo sia potuto accadere perché il calcio è uno sport di squadra ed ognuno per la propria parte dovrebbe assumersi le sue responsabilità. Figliomeni lo ha fatto da grande signore, altri (tra i quali anche qualche calciatore e qualche suo direttor collaboratore) non lo hanno seguito su que- sta strada. Ma tant’è. Chiuso il capitolo Figliomeni inizierà da domani l’era di Francesco Ferraro. Per lui, negli ultimi anni, l'esperienza di Acri e negli anni precedenti tanta Reggina nel settore giovanile. Ferraro, molti lo ricorderanno, anni fa rifiutò la panchina del Siderno, motivandole all'epoca, con problemi di natura familiare ma di fatto poi finì ad allenare il Cittanova. A prevalere nella scelta del tecnico di Polistena sono state la conoscenza diretta con il diesse Elso Pelle ed anche la voglia di Roccella riscatto dopo le ultime stagioni. All.Favasuli Ma la Coppa Italia è ben altra cosa Occhiuzzi rispetto al campionato ed oggi pomeriggio al Comunale di Viale degli Ulivi arriverà il temibile Albanese Sorgiovanni M Varrà Oliva Catona. I reggini sono reduci dalla immeritata sconfitta interna contro il Rende mentre il Roccella dovrà Calabrese Carrato per forza di cosa riscattarsi dopo lo Ienco Sorgiovanni Mar. stop di Guardavalle. Dovrebbe fare il suo rientro in campo El Aoudi che affiancherà Saffioti in El Aoudi Saffioti attacco mentre per il resto la formazione amaranto registrerà il rientro di Oliva sull'esterno siniGiriolo stro. Il pubblico di casa sarà pronCormaci to a sostenere la squadra fino al raggiungimento di una vittoria che vorrebbe significare molto sotto Gatto Bonadio Prestipino l'aspetto psicologico in vista del Zappia raggiungimento degli obiettivi stagionali. Vedremo come andrà a finire. Intanto, in Coppa Italia, la Surace Viel prossima avversaria del Roccella CambriaMarcianò Catona sarà la N.Gioiese. All.Barillà A. Dall’Arche Antonio Tassone DOMENICA 21 OTTOBRE 2012 LA RIVIERA 24 la Riviera di... PROMOZIONE Il Gioiosa J. ospita la Bovalinese CLASSIFICA 16 TAURIANOVA 1 3 M.GIOIOSA 11 BIANCO 11 REGGIOMED. 1 0 PALMESE 9 GIOIOSA J. 9 RIZZICONI 8 MONTEPAONE 8 GALLICESE RIZZICONI S. CALOGERO BOVALINESE GIMIGLIANO POLISTENA VILLESE R. CATANZARO SESTA GIORNATA BIANCO-M.GIOIOSA IERI GIOIOSA J-BOVALINESE PALMESE-MONTEPAONE R.CATANZARO-RIZZICONI IERI REGGIOMED.-GALLICESE IERI SAN CALOGERO-POLISTENA TAURIANOVESE-DAVOLI VILLESE-GIMIGLIANO 8 7 7 6 4 4 0 Gallico è arrivato il primo stop stagionale per il Gioiosa Jonica che lascia l'intera posta in palio alla capolista Gallicese ma a testa alta dopo aver giocato una buona gara. . Una sconfitta che non cambia i programmi del biancorossi di Cosimo Silvano che oggi pomeriggio proveranno subito a riprendere la corsa nel derby attesissimo contro la Bovalinese. Un settimana di super lavoro per erlo staff tecnico che ha messo sotto torchio Libri e compagni che hanno smaltito la sconfitta con la capolista e la voglia in tutto l'ambiente è quello di ritornare alla vittoria. Cosimo Silvano in questi giorni preparazione ha caricato i suoi ragazzi : “bisogna subito voltare pagina dopo la sconfitta di Gallico , sono convinto che i ragazzi hanno tanta voglia di rifarsi, abbiamo tutte le carte in regola per ritrovare nella sfida di oggi i tre punti , anche se bisogna ricordare che ospitiamo una squadra la Bovalinese indiziata per un posto play off e che vuole fare bene in questa stagione dopo l'amara retrocessione della scorsa stagione., sono convinto della forza della nostra squadra e della voglia di A ritornare alla vittoria dei miei ragazzi”. La compagine biancorossa in queste prime giornate ha funzionato bene soprattutto in difesa e incomincia a migliorare anche nei reparti che finora avevano funzionato un po' meno per via dei tanti nuovi inserimenti rispetto alla scorsa stagione. Tutto questo conferma la bontà dell'organico ha disposizione di mister Silvano, che sta riuscendo piano piano e con un lavoro giornaliero ad amalgamare a sua immagine la squadra . Con Giovanni Libri e Denaro il centrocampo incomincia a funzionare bene, Domenico Libri e Cortale sulle fasce si dimostrano impeccabili, dai loro piedi sono partiti sempre dei suggerimenti deliziosi che quasi sempre hanno messo in affanno le difese ospiti . Una citazione la merita anche il giovane portiere Mattia Albanese alla sua prima esperienza da titolare fin qui altamente positiva sempre attento e pronto ad entusiasmare. Il Gioiosa Jonica nella sfida di oggi vuole subito cancellare il primo stop stagionale e riprendere a correre in classifica per farlo Silvano schiererà la migliore formazione a sua disposizione che sceglierà soltanto pochi minuti prima del derby .La Bovalinese di mister Frascà cercherà di rendere vita difficile ai locali e lo schieramento anche qui sarà deciso pochi minuti prima super sfida. . Al comunale oggi pomeriggio con inizio alle ore 15.30 si attende il pubblico delle grandi occasioni come qualche settimana fa contro i cugini del Marina di Gioiosa. NICODEMO BARILLARO PROMOZIONE Il Marina di Gioiosa crede in un campionato di vertice Battendo il San Calogero e con i tre punti ottenuti il Marina di Gioiosa ha rianimato tutto l'ambiente regalando alla compagine cara al presidente Vincenzo Tavernese il momentaneo terzo posto in classifica . Per mister Giovanni Scigliano le ambizioni stagionali sono quelle di valorizzare un gruppo giovane che solo con il tempo potrà capire dove può arrivare ed il mister si dice onvinto che il Marina farà un grande campionato. Da oggi penseremo solo alle prossime sfide che ci giocheremo a testa alta senza particolari patemi d'animo e con la certezza che potremmo fare delle grandi partite. Intanto stiamo recuperando diversi giocatori importanti che ci consentiranno di avere a disposizione la migliore formazione anche se qualche giocatore deve ancora recuperare in pieno”. Il Marina di Gioiosa con la vittoria di domenica si è rilanciata in classifica. Patrizio e com- pagni hanno dimostrato tanto cuore malgrado le tante assenze ( Carbone, Ieraci, Aquino D, Raso e Commisso ) dimostran- dosi in buona salute, una citazione particolare la merita Valentino Panetta che domenica è stato inserito nella ripresa da Scigliano mossa senza dubbio azzeccata dal tecnico giallorosso che ha dato tanta vivacità al gioco grazie alla sua velocità candidandosi così per le prossime gare per un posto da titolare. Nel frattempo arrivano buone notizie anche per il difensore esterno Davide Aquino che dovrebbe essere pronto tra meno di un mese un atro recupero importante in chiave difensivo dopo quello di Pasquale Patrizio che consentirà al tecnico giallorosso di ricomporre la difesa dello scorso anno che è risultata la meno battuta del campionato di promozione. Nicodemo Barillaro Gioiosa J. All.Silvano Saraco Cosenza Romeo Cortale Libri D. Macrì Denaro Simonetti Albanese Libri G. Giovinazzo Pugliese Ficara Serra Giorgi Romeo Criaco Cartisano Gligora Maviglia Cardile Cotugno Bovalinese All.Frascà Bovalinese: parla il tecnico Frascà Abbiamo intervistato l'allenatore della Bovalinese, Silvio Frascà per fare il punto della situazione relativo alla compagine amaranto che milita nel girone B della Promozione calabrese. Mister Frascà ci vuole dire quali sono i veri obiettivi della Bovalinese e cosa pensa dell'avvio incerto del campionato ? Gli obiettivi della Bovalinese sono quelli di fare un buon campionato,almeno per i play-off e di costruire in due tre anni una base solida per tentare di tornare in eccellenza.L'avvio incerto è dovuto alla quasi totalità della rosa composta da nuovi elementi, servirà un pò più di tempo. Quali sono le difficoltà per un allenatore bovalinese di allenare nella proprio paese Difficoltà nessuna perchè si va a lavorare sempre con la stessa voglia e la stessa professionalità e serietà,forse l'unica cosa negativa può essere il non raggiungere i risultati voluti Ci sono giovani interessanti ? Si,ci sono tanti giovani che se andranno a lavorare con dedizione e sacrificio,potranno venir fuori Accinni è tornato ed ha subito segnato gol pesanti. Cosa si aspetta? Mi aspetto che Accinni insieme agli altri over dia l'esempio di come si deve lavorare in una squadra che punta ad una ricostruzione totale Interverrete sul mercato a dicembre? Se si presenterà l'occasione di qualche innesto che possa farci fare il salto di qualità,si,altrimenti restiamo come siamo. A.t. DOMENICA 21 OTTOBRE 2012 LA RIVIERA 25 la Riviera Oltre la rete a cura di Giovanni Larosa Basket, DNA: Viola a San Severo Alessandra Lucchino per dare una svolta alla stagione PERSONAGGI Diretta, spontanea, estroversa, irruenta, decisa, solare. Questa è, in sostanza, Alessandra Lucchino, sciabolatrice della nazionale italiana, uno dei più grandi talenti che lo sport calabrese abbia mai prodotto. Lametina doc dal rovente sangue calabro, Alessandra si avvicina alla scherma da bambina, per caso «Da piccola ero un maschiaccio, avevo persino il codino alla Baggio. Un giorno sono andata all’inaugurazione della Fiat Coupé con mio padre e lì mi feci notare per la mia natura “estroversa”». A notarla fu Armando Ruffo, che volle portarla a tutti i costi in pedana. Dapprima fu fioretto. Poi, quasi per caso, arrivò la sciabola insieme a Giuseppe Costanzo. Alla prima gara di sciabola Alessandra ci arriva così, senza una vera e propria preparazione perché appena passata dal fioretto alla nuova arma. Raggiunge la finale. Un risultato che fa capire, sin da subito, le innate potenzialità della campionessa lametina. I successi arrivano uno dopo l’altro e Alessandra inizia a scalare sempre più velocemente il ranking. Nel 2003, a soli 19 anni, si laurea campionessa mondiale a squadre a L’Avana. Due anni dopo arriva il bronzo a livello individuale ai Campionati del Mondo di Lipsia, il tutto intervallato da successi e ottimi piazzamenti nelle gare di Coppa del Mondo. L’entrare nel gotha della sciabola è un esplodere di felicità e una gioia per l’essere finalmente riuscita a ricompensare tutti i sacrifici fatti nel corso degli anni. Purtroppo, la vita non le riserva solo gioie. Nel 2005 la tragica morte del padre, un evento che la segna in maniera quasi indelebile «in quel momento avrei voluto lasciare. Devo dire grazie a mia sorella che, dopo neanche una settimana dalla morte di mio padre, mi ha spinto a partire per una gara di Coppa del Mondo. La vinsi, riprendendo la mia striscia di successi». La grinta e la determinazione di andare avanti nonostante tutto perché «la scherma è la mia arma vincente nella vita». Anche quando a fermarla sono gli infortuni, come accadde dapprima per la rottura di entrambi i gomiti a pochi mesi dalle Olimpiadi di Pechino e, in seguito, con la rottura della schiena nel 2010 e la necessità di un doppio intervento chirurgico. «Sono caduta tante volte, ma ho imparato a rialzarmi grazie al coraggio e alla voglia di lottare». Quella voglia di lottare che l’ha portata a risalire la china, a tornare tra le grandi della disciplina, con in testa un traguardo: l’Olimpiade di Rio de Janeiro. Un sogno che, finora, non è ancora riuscita a coronare: «Dopo l’ennesimo infortunio avrei voluto mollare. Alla fine pensavo di aver fatto una buona carriera. Ma, dopo averci riflettuto, ho capito che mi mancava ancora la gioia olimpica. Mi sono detta: perché non provare? Preferisco lottare per altri quattro anni piuttosto che avere il rimpianto per non averci nemmeno tentato». Non solo la volontà di andare avanti ma, soprattutto, la decisione di tornare ad allenarsi a Lamezia, dopo la parentesi di Livorno. «Spesso gli sportivi del Sud vogliono scappare. Io no. Io amo la mia terra, mi piace vivere qui, adoro la spontaneità delle persone, la loro naturalezza». Quel che manca, purtroppo, sono le strutture. Spesso, a mancare non sono soltanto le attrezzature necessarie ma, soprattutto, una vera e propria progettualità che porti avanti anche quelli che, purtroppo, vengono ancora considerati come sport minori. Sport che, in realtà, portano tanti risultati e successi. Una problematica insita all’italianità ma presente, in particolar modo, nel Sud. Quello che fa ancor più male è il fatto che questi sport vengano presi in considerazione soltanto quando arrivano i trionfi e le medaglie e, per il resto dell’anno, finiscano invece nel dimenticatoio, frutto di una mentalità calciofila-calciodipendente tipica del nostro Paese. Cosa fare quindi? Quali consigli dare a un giovane che ha voglia di fare sport in Calabria? «Credo sia fondamentale mettere il 100% del proprio cuore per riuscire a realizzare i propri obiettivi. Chi ha un sogno deve lottare in ogni modo per poterlo realizzare. Non bisogna perdere la speranza, né tantomeno mollare di fronte alle difficoltà che si presentano. Quando mi chiedono, al termine di un assalto, come sia andata, io rispondo sempre così: ne ho prese tante ma quelle che ho dato si sono fatte sentire. Credo che nella vita le cose siano uguali. I giovani, soprattutto all’inizio, devono approcciarsi allo sport con gioia, sapendosi divertire, senza pensare al risultato. Lo sport deve essere pura gioia». Una visione, quella di Alessandra, decisamente positiva. La stessa positività con la quale si approccia al suo sogno, quello di arrivare alle Olimpiadi di Rio 2016 e di vincerle per coronare una carriera già fantastica e diventare la prima medaglia d’oro olimpica al femminile per la Calabria. Un traguardo che le consentirebbe, ancor di più, di diventare una pietra miliare nella storia della nostra regione. Previsto per questo pomeriggio l’incontro della Viola Reggio Calabria che affronterà in trasferta il San Severo, in un match valido per la quinta giornata del campionato di basket DNA. Un incontro non semplice, contro una diretta avversaria, al quale la squadra di coach Bolignano arriva nel peggiore dei modi. La settimana scorsa si è infatti chiusa con una doppia, bruciante, sconfitta per i neroarancio. Prima la resa contro il Mirandola nel turno infrasettimanale, poi la batosta in casa per mano dell’ottima Bawer Matera. La Viola sembra essere arrivata all’incontro odierno notevolmente ridimensionata e, forse, anche leggermente demoralizzata. Quello che manca è, come sottolineato da coach Bolignano, la necessaria solidità mentale nei momenti importanti del match. Una Viola che sembra soffrire troppi cali di concentrazione e passaggi a vuoto che, in un campionato così equilibrato come quello di DNA, rischiano di diventare determinanti. Proprio per questo motivo, all’indomani della sconfitta nel lunch match contro Matera, coach Bolignano ha dato una svegliata ai suoi giocatori «Qui non ci sono prime donne e chi non è con la testa sul match sta in panchina». Nessuno, quindi, è ormai sicuro del posto. Parole confermate anche dal direttore generale Gaetano Condello «la squadra deve lavorare nella massima tranquillità, ma deve capire che per giocare non basta solo la tecnica, non è questo lo spirito della Viola, bisogna iniziare a buttare sangue. Se ci sono queste credenziali allora la squadra può far bene, ma è urgentemente necessario un cambio di rotta mentale». Umiltà, lucidità e determinazione: questi i tre aspetti sui quali il sestetto neroarancio deve lavorare. Il campionato è ancora lungo ma serve una risposta immediata, sin dal match di oggi contro San Severo, compagine buona ma alla portata del team reggino. Due punti preziosi, che potrebbero far respirare la Viola, ancora nel pieno della bagarre retrocessione. QUINTA GIORNATA: Matera-Castelletto; Torino-Agrigento; Chieti-Mirandola; FerraraBari; Bologna-Omegna; Firenze-Lucca; Perugia-Casalpusterlengo; San Severo-Reggio Calabria; Latina-Recanati. CLASSIFICA: Bari 8; Agrigento, Lucca, Treviglio e Matera 6; Firenze, Bologna, Casalpusterlengo, Torino, Castelletto e Ferrara 4; Mirandola, Chieti, Reggio Calabria, Latina, San Severo, Omegna e Recanati 2; Perugia 0. Volley, B2: Cinquefrondi alla prova Enna Gioiosa in casa to di B2 nel migliore dei modi, imponendosi con un secco 3-0 sul VC Misterbianco di Catania. A far festeggiare la tifoseria e l’intero palazzetto di Via Palmara non soltanto la conquista di tre punti meritatissimi ma, soprattutto, la grande qualità della prestazione offerta dalla compagine di mister Polimeni. Un successo netto, pulito, conquistato grazie a una prestazione solida, a tratti cinica, e a un Claudio Cimino in versione monstre. Un banco di prova, quindi, decisamente importante quello rappresentato dallo Spes Leonforte Enna, per un match che la dirà lunga sulle ambizioni del Cinquefrondi in questa stagione. L’Asd Volley Cinquefrondi ha affrontato, nella giornata di ieri, la prima trasferta stagionale nel campionato di serie B2 maschile. Avversaria di turno la Spes Club Leonforte Enna. Uno scontro tra formazioni uscite vincenti all’esordio nei rispettivi match. Incontro di certo non facile per il sestetto allenato da mister Polimeni, contro una squadra che, la scorsa settimana, ha trionfato al tie-break sul campo della Pallavolo Augusta SR. La prima giornata ha, tuttavia, offerto segnali positivi anche in casa Cinquefrondi. La squadra della Piana ha infatti inaugurato il campiona- SECONDA GIORNATA Coordiner CT - Carrefour L.T. giocata ieri Callipo Sport VV - Pallavolo Augusta SR Spes Leonforte EN - ASD Cinquefrondi Misterbianco CT - Ecoross Rossano Luck Volley RC - Csain Club RG oggi Eclisse Occhiali TP - Algoritmi CT CLASSIFICA: Modica, Cinquefrondi, Luck Volley RC 3; Enna, Coordiner CT e Trapani 2; Lamezia, Augusta e Rossano 1; Ragusa, Tremestieri CT, Misterbianco CT e Vibo Valentia 0. La Sensation Gioiosa Jonica incontra oggi la Bioresolve Avolio Castrovillari nell’incontro valevole per la seconda giornata del campionato regionale di pallavolo di serie C femminile. Un incontro al quale il Gioiosa arriva alla grande, merito dell’eccellente prestazione fornita all’esordio sul campo del Paola. Una squadra che punta apertamente ai play-off e che ha tutte le carte in regola per poter aspirare a una posizione di vertice. Da non sottovalutare, tuttavia, l’avversario odierno. L’Avolio è sì uscita sconfitta all’esordio per mano del Volley Cuore, da tutti considerata la favorita per questo campionato, ma ha comunque offerto una prestazione buona contro una squadra decisamente superiore. Un impegno, quindi, da non prendere sottogamba. L’obiettivo resta chiaro: vincere e restare a punteggio pieno. AVVIENE IN CALABRIA Pallamano: la B diventa interregionale Il prossimo campionato di serie B di pallamano maschile dovrebbe, per la prima volta, essere interregionale. Sebbene manchi ancora l’ufficialità, pare ormai cosa fatta l’accorpamento delle tre squadre calabresi (Pallamano Crotone, Amatori Terranova e Handball Reggio Calabria) al girone campano-pugliese. Pallanuoto: Cosenza ripescata in A2 La Tubisider Cosenza è stata ufficialmente ripescata nel campionato di pallanuoto femminile di serie A2. Dopo l’ottima stagione disputata lo scorso anno in serie B e culminata con il terzo posto raggiunto nei play-off promozione, la squadra cosentina è stata avanzata nel secondo campionato maggiore nazionale. DOMENICA 21 OTTOBRE 2012 LA RIVIERA 26 la Riviera Biblioteca Meridionalista Una (croni)storia della Calabria attraverso i “forestieri” di Giuseppe Fiorenza Antonio Baldini Lo scrittore e giornalista Antonio Baldini, nel suo diario di viaggio Italia di Bonincontro, osserva e descrive all’inizio degli anni Trenta del secolo scorso una parte di Calabria, il tratto che va da Catanzaro a Lamezia. Dà della città e dei paesi dei ritratti arguti e felici, talvolta divertenti. La sintesi sui luoghi e le persone è incantevole, emerge la vena giornalistica e istrionicamente ironica che dà il giusto risalto a cose che non potrebbero essere fatte altrimenti. Non è spiacevole leggere di quel piccolo modus vivendi che caratterizza l’animo meridionale, cioè l’ozio (altrove decantato con spirito più che eduardiano alla Di Giacomo) che Baldini ha l’abilità di rendere in maniera ironica come nessun altro. Lavoratoroni del Nord, un poco d’indulgenza! Ho trovato precisamente quello che cercavo: una città che ha un po’ di tempo da perdere. Il corso di Catanzaro è ben palazzato, lastricato e marciapiedato, ha bei negozi e le meglio guardie di città, voglio dire le meglio messe, di tutta la Calabria: un corso con una sua aria specialissima sempre un po’ festiva e chiacchierina, o chiacchierona, di mezza vacanza, quasiché un po’ di domenica fosse grattugiata in tutti gli altri giorni della settimana. Se a Catanzaro gli levi il suo Corso, tu gli levi l’anima, gli levi tutto; ma se glielo lasci, anche l’abitante d’una grande città finirà col trovarcisi a proprio agio. Calabria è terra antica e fedele dove tutte le cose van prese con dovuta calma. Il drappo nero che mettono sulla porta delle case quando è morto qualcuno, nessuno pensa più a levarlo. Casca da sé col tempo a brandelli, con la pioggia e il vento. E c’è moltissima gente, anche vedovelle nel fiore, che di quel solo morto seguita- IN EVIDENZA Calabria è terra antica e fedele dove tutte le cose van prese con dovuta calma. Il drappo nero che mettono sulla porta delle case quando è morto qualcuno, nessuno pensa più a levarlo. Casca da sé col tempo a brandelli, con la pioggia e il vento. no a portare il lutto tutta la vita. L’oralità della gente calabrese mai era stata resa con la sottigliezza che caratterizza il linguaggio fiorito e metaforico del giornalista. In nessun altro paese come in Calabria le farmacie fanno venire voglia anche al forastiero di prendere una seggiola ed entrare nella discussione. Parlatori di prim’ordine, ornatissimi patrocinanti, liberi maestri d’eloquenza, c’è da starli a sentire incantati; gente che parla con la compostezza d’un re sul trono al primo atto e col calore d’un predicatore quando stringe le viti alla perorazione, piacendosi straordinariamente del suono delle proprie parole. Parla così fiorita e magnificente che per le cose più correnti non le resta che il dialetto. Trasandatona nei fatti, agguerritissima nelle apparenze. Avvocati come piovesse. (E molta miseria, e molte mani stese). C’è anche un riferimento al passato industriale, se vogliamo, di questa terra altrove dimenticata. Eppure c’è stato un tempo, a dar retta a un cronista della seconda metà del Seicento, che a Catanzaro perfino i poveretti vestivano di raso e di vellu- to: e ciò al tempo che fioriva l’industria locale delle sete e dei damaschi e ogni casa risuonava della musica dei telai (più di mille su quindicimila abitanti), e alle fiere di Santa Chiara venivano mercanti da tutte le parti del mondo e le sete più belle e di maggior peso in città venivano a costar pochissimo. Splendore che finì a causa della peste che stroncò il commercio. Pochi sono stati gli scrittori in grado di dipingere Catanzaro con una prosa sincera, decantando la sua posizione privilegiata. Ma la vista spettacolosa è quella che si gode su tutto il golfo di Squillace dalle balaustre della via non per niente detta di Bellavista, che alla distanza di sei miglia dalla riva viene quasi a essere una specie di lungomare, tanto il mare ti pare d’averlo sotto il viso e quasi berne gli effluvi; di fronte al quale, per dirla col gran verso di Pastorella, ogni volta te s’apre er core come ‘no sportello. . Tra i monti sopra Crotone e i monti sopra Stilo l’imboccatura del golfo di Squillace è d’una settantina di chilometri e l’orizzonte marino vi s’arcua senza una vela che ne rompa il filo e senza un fumo che l’appanni. A contemplare quella sconfinata pianura celeste la città s’alza più di trecento metri quasi a picco sulla confluenza di due torrenti che poi s’aprono insieme la strada alla marina, raccogliendo corsi d’acqua, rotabili e ferrovia. Monti dietro monti si levano a guardare la bizantina Catanzaro sedente come in tronco sulla gran rupe lustreggiante di fichi d’India. Molto efficace è la descrizione di ciò che in Calabria è la norma a livello di pianificazione territoriale, la terra fragile, che si muove, come se qualcuno la spingesse a mare, e toccante è il richiamo all’impegno dell’uomo che cerca con tutte le proprie forse, talvolta spesso con MESSAGGI NEL TEMPO di Daniela Ferraro I fantasmi di luce di Ferruzzano Superiore Pareti diroccate ma ancora solidamente dignitose nella sfida col tempo. L'erba si arrampica su per le scale, invade i balconi, spia all'interno delle porte divelte. Sommesso, il sospiro del vento s'infiltra attraverso i maestosi portali e il muto intrecciarsi dei vicoli, scivola sulle lunghe gradinate che si perdono sull'erta oscurata dall'alta ombra delle case. Ferruzzano Superiore, paese ”fantasma” della Locride, dorme sogni di antica luce pronto a ridestarsi al passo di qualche curioso visitatore, disperazione, di arginare la furia degli elementi naturali Sant’eufemia-Biforcazione Pauroso è lo spettacolo delle frane. Qui si vede che cos’è la terra quando non ha più forza e sostegno, la terra quando proprio le cascano le braccia, sfiancata dal diboscamento, smidollata dalle acque; qui si vede la montagna in sfacelo, la natura che va in perdizione. Qui si vede altresì con quanta bravura, accortezza e pazienza l’uomo sappia nella sua piccolezza far fronte anche ai più neri castighi di Dio; di quali ripieghi e sottilissime astuzie sia capace; come pari i colpi e finisca sempre col prendere lui in mano le fila dell’azienda. Si tratta, non si scherza, di rimettere in piedi una montagna che sotto la furia delle acque casca da tutte le parti. Colmare stagni, prosciugare paludi, rifare il letto ai torrenti, accomodare le pendenze, aggiustarne le cadute, ritardare in cento modi la furia delle acque che non abbiano a nuovamente vibrando della vita di ricordi indelebili. Era il XVI secolo quando gli abitanti della costa trovarono su questa roccaforte naturale, che si erge a strapiombo sopra il livello del mare, l'adeguato rifugio alle incursioni dei pirati. Divenuto, ben presto, centro fiorente di attività agricole ed artigianali, cominciò a subire le sue prime rovine in occasione del terremoto del 1783 cui poi se ne aggiunse un altro, ancora più disastroso, nel 1907. Ma già alla fine del 1800 molti giovani avevano comin- fare impeto soverchio in un punto, tutto questo appare già industrioso meraviglioso buono e bello; ma non fa però l’impressione che dà il vedere una montagna oramai sull’orlo dell’estremo fallimento ripresa pei capelli e rimessa su con gli spilli: una montagna, che si dava per perduta, puntare i piedi, riaversi a poco a poco, sollevare il capo mese per mese riverdeggiante. E le bullette, e gli spilli che si diceva, sono milioni e milioni di piantine di robinia ficcate sotto il ciglio stesso delle frane, a far presa nel terreno fra un diluvio e l’altro. Questo sforzo non impedisce all’animo umano di levare canti che sembrano usciti da qualche poema omerico. Il giornalista ha ben conscio però il fatto che siamo in Italia, non in Calabria, oppure sì in Calabria, in quanto Italia e viceversa. Da Caraffa a Cortale e a Maida, da Maida a Nicastro, Sambiase, Gizzeria: paesaggio italiano al cento e uno per cento, tanto italiano che dà quasi nel telone di teatro, nel ballo in costume. Quasi troppo Italia. Cielo cose persone piante animali fanno talmente «quadro» che a ritrarle così come sono anche il più manierato dei pittori avrebbe scrupolo. E infatti, quando l’avesse ritratta, chi mai gliela manderebbe buona una scena come quella di queste pastorelle aggiustate tra fiori e agnellini all’ombra degli ulivi, davanti alle quali due caprette per giuoco inalberate si dàn di cozzo con tanto smorfiosa eleganza che par quasi di vedere animato un frontespizio settecentesco del Pastor fido? C’è poi un imprevedibile richiamo ai colori, che rendono impareggiabile, quasi surreale e pittorico il paesaggio calabrese, quello che molti decenni dopo i giornalisti e gli scrittori forestieri avranno difficoltà a trovare e descrivere quasi occupati a dipingere e denunciare altre piaghe sociali. CHI È ANTONIO BALDINI (Roma 1889 - ivi 1962). Collaboratore dei maggiori giornali (dal 1924, del Corriere della sera) e periodici, redattore capo, dal 1931, della Nuova Antologia. Emblematici della produzione baldiniana sono: Amici allo spiedo (1932), in cui compaiono vivaci ritratti dei suoi amici romani, pittori e letterati e Diagonale 1930, dedicato all’Europa. Gli incontri parigini (1930) sono narrati in La vecchia del Bar Bullier, apparso nel 1934 con illustrazioni di Maccari mentre gli itinerari culturali italiani formano Italia di Bonincontro (1940) e Buoni incontri d’Italia (1942). Giuseppe Fiorenza ciato a lasciare le case di origine alla ricerca di lavoro in America. Il flusso migratorio venne, col tempo, sempre più accentuandosi e le abitazioni svuotandosi dei propri abitanti finché, a seguito del terremoto del 1978, il paese venne dichiarato inabitabile. Ma ancora qualcuno è rimasto: qualche anziano abitante si è rifiutato di andare via. Solido e tenace come muro incrollabile, alimenta coi ricordi le ultime stille dorate del suo sole ostinato che rifugge il tramonto. DOMENICA 21 OTTOBRE 2012 LA RIVIERA 27 Parlando di... CULTURA E SOCIETÀ Intervista doppia foto NOTIZIE Calabria Day a Lamezia Terme Sabato 27 ottobre Lamezia Terme sarà protagonista della seconda edizione del Calabria Day, una giornata-evento dedicata alla Calabria sana e propositiva. Scenari dell’evento saranno il Chiostro di San Domenico, il Teatro Umberto e Palazzo Nicotera. La mattina sarà dedicata a due sessioni tematiche di dibattito: “Innovazione Sociale e Cittadinanza 2.0” e “Calabria in movimento”, che saranno principalmente rivolti ai ragazzi delle scuole. Verranno poi lanciati due bandi di concorso con lo scopo di portare progettualità e sostegno alle nuove realtà e ai talenti di domani. Nel pomeriggio si terranno una serie di workshop e di incontri. Verrà allestito un percorso creativo con mostre fotografiche, artigiane e di fumetti. Ci sarà un collegamento video con New York dove, parallelamente, si svolgerà il Calabria Day Usa, e uno spazio dedicato agli strumenti di approccio al mondo del lavoro e all’imprenditoria denominato “Il caffè delle Arti e dei Mestieri”. La sera sarà invece dedicata a spettacoli di teatro, danza e musica. Ospiti Dario De Luca con l’Omissis Orchestra e la Spasulati Band. I Ruggeri e la musica nella Locride L’ MARA RECHICHI estate appena passata ci ha fatto scoprire che la buona musica notturna gira intorno al nome Ruggero. Non sono tanti a portare questo nome, è un nome raro. Dopo i Ruggero, normanni Re di Sicilia e dimoranti nella nostra Mileto, il nome è rimasto raro, dato a figli maschi che si vuole importanti. E chi si chiama Ruggero è già importante a partire dal nome. Nella Locride, e in tutta la provincia, in particolare, poi, se dici Ruggero e pensi alla musica, fino a qualche mese fa ti veniva in mente solo lui, Ruggero Malgeri, l’adorabile Patrone del Blue Dahlia, famoso art cafè di Marina di Gioiosa che d’inverno ti accoglie al chiuso del coloratissimo locale, e d’estate ti abbraccia a riva di mare. Da qualche mese, però, se dici Ruggero e pensi alla musica, nella Locride un dubbio ti viene: di quale Ruggero stiamo parlando? Ruggero del Blue Dahlia o Ruggero del Beach Side? Eccolo, è arrivato anche l’adorabile Ruggero Brizzi, direttamente dai microfoni di Ponte Radio Unical e di Radio Venere, x Un talento di Gioiosa Jonica stupisce il pubblico di Unomattina in famiglia Tornano nelle corsie i Pagliacci ClanDestini Da giorno 22 ottobre 2012, dopo una breve pausa per ricaricare le batterie, per il terzo anno consecutivo riparte l’attività del gruppo Pagliacci ClanDestini dell’Associazione di Promozione Sociale Freckles di Reggio Calabria. Le attività si svolgeranno presso il reparto di pediatria degli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria il lunedì e il giovedì pomeriggio dalle ore 15:00 alle ore 17:30 e il sabato mattina dalle ore 9 alle ore 11:30. Presso il reparto è stata istallata una cassetta della posta nella quale i piccoli degenti potranno lasciare messaggi e disegni agli operatori. L’Associazione ha attivato un nuovo corso di formazione per nuovi volontari. Bisogna iscriversi entro e non oltre il 5 novembre 2012. dalla consolle del B-Side di Cosenza, dalla vivacità mentale della penna sopraffina scrivente su La Riviera. Ha preso in gestione la parte dedicata all’intrattenimento di uno stabilimento balneare a Bovalino, il Beach Side appunto, e ha organizzato concerti di musica dal vivo delle migliori band che hanno animato le serate estive bovalinesi/locridee. Che dire, dunque? Che ci pare di capire che se è vero che nome omen ed il significato del nome Ruggero è “lancia gloriosa”, se vuoi esser gloriosamente lanciato verso i successi musicali, nella Locride non è importante se sia a Marina di Gioiosa o a Bovalino, l’importante è chiamarsi Ruggero! Ehi, Ruggero e Ruggero, mi concedete un’intervista doppia in stile Iene? Hanno detto sì, ed è qui, per voi. Nome, cognome, età. * R.M. Ruggero Malgeri, Anta - R. B. Ruggero Brizzi, 27. Dove sei nato? *R.M.: A Marina di Gioiosa Jonica - R.B. Locri Cosa ti piace di più tra: musica, letteratura, pittura e teatro? *R.M. Tutto anche se per vari motivi quella che pratico di più è la musica. - R.B. La musica, chiaramente. Perché ? *R.M. Perche l’arte in generale ti libera l’anima. - R.B. Perchè è ciò che traccia più di tutte le altre arti, la mia vita, privata e intima. La Calabria conquista un prestigioso successo televisivo grazie a Vincenzo Nizzardo. Il giovane talento originario di Gioiosa Jonica ha ottenuto un importante trionfo all’interno della trasmissione “Unomattina in famiglia”. Lo scorso sabato c’è stato lo scontro tra il Conservatorio di Trento e quello di Reggio Calabria. Il rappresentante reggino è stato proprio Vincenzo Nizzardo che, accompagnato al pianoforte da Chiara Barillà, ha conquistato un netto successo. Nizzardo si è espresso sulle note di “Se vuol ballare, signor Contino”, tratto dalle Nozze di Figaro. Per il giovane talento si tratta di un altro grande riconoscimento, dopo i tanti apprezzamenti ottenuti nei maggiori teatri italiani per l’interpretazione del personaggio di Frollo in Notre Dame de Paris di Riccardo Cocciante. Umile e dal grande talento, il giovane ragazzo calabrese rappresenta uno dei più genuini simboli della nostra terra. In festa il suo paese, Gioiosa Jonica, che da anni lo segue e lo sostiene. E Vincenzo è molto grato a chi gli è stato e continua a stargli vicino. Quest’estate ha, infatti, voluto fare un grande omaggio ai suoi concittadini, organizzando uno spettacolo gratuito in piazza con l’esibizione di alcuni degli artisti protagonisti di Notre Dame de Paris. «Sono orgoglioso di essere calabrese e mi sento onorato di portare in alto il nome del mio amatissimo paese. Sto vivendo quest’esperienza con l’umiltà di chi sa di dover imparare tanto e migliorare sempre di più». tratto da facebook di Domenico Logozzo DOMENICA Chi è il tuo cantante preferito? *R.M. Non saprei risponderti, no ho preferiti ho solo un sacco di musica da ascoltare. R.B. Pochi dubbi su Lucio Battisti per l’Italia e i Joy Division per il resto del mondo. Da piccolo ascoltavi lo Zecchino d’oro? *R.M. Mago Zurlì no, ti prego. - R.B. No, mai. Cosa pensi del Festival di Sanremo? *R.M. Non penso al Festival. - R.B. Non si può prescindere! E cosa pensi, invece, dell’Ypsigrock Festival di Castelbuono? *R.M. Penso che ci vorrei andare ma purtroppo lavoro. - R.B. Non si può prescindere! Che Festival vorresti nella Locride? *R.M. Non saprei, bisogna avere il background per un evento del genere e ci vuole la gente che partecipi, un festival è una cosa seria e costosa. In ogni modo qualche ideuzza l’avrei, ma tranquilla nessuno mi interpellerà. - R.B. Sarebbe bello tentare un festival di caratura nazionale, tutto incentrato sui cantautori, emergenti e non. Non credo ci siano moltissimi in giro e l’italia è una delle patrie europee e mondiali della musica d’autore che, purtroppo, quando finisce in tv, si sminuisce, facendosi chiamare Pop. Come vedi l’offerta “culturale” della Locride? *R.M. Intanto c’è, qualcosa, non molto ma c’è. Il problema è che non LA VENDEMMIA DEL BARONE MACRÌ Sabato 6 ottobre ha avuto luogo “La vendemmia Ieri e Oggi”, evento organizzato presso l’Agriturismo Modi nell’Azienda Agricola Barone G.R. Macrì sita in c.da Modi di Gerace. Al centro dell’incontro una tavola rotonda che ha avuto come tema principale di discussione “AgriCultura: il futuro dei giovani e lo sviluppo territoriale tra storia e ruralità”. Hanno preso parte all'evento l'on. Antonio Caridi, l'on. Antonio Tassone, il sindaco di Gerace Giuseppe Varacalli e l'on. Salvatore Galluzzo. L'evento è stato moderato da Nunzio Lacquaniti. Un modo per rivivere il rituale della vendemmia tra tradizione, innovazione e confronto tematico. 21 OTTOBRE 2012 LA RIVIERA 28 la Riviera Se pensate alla buona musica in zona il primo nome che vi veniva in mente era Ruggero Malgeri, ma da quest’estate dopo l’esplosione del Beach Side e del suo direttore artistico, Ruggero Brizzi, la risposta non è più così scontata c’è filiera, condivisione, accordo. Tutte repubbliche indipendenti. - R.B. Il Ruggero qui accanto, mi ha fregato gli “Stato Sociale” (la band in assoluto più in voga del momento), per un soffio, non so se lo sa, ma da esperto e navigato uomo qual è, è grazie a lui che il buon 80% dei gruppi che ascolto oggi hanno fatto una data nella nostra locride e oggi sono ai vertici delle classifiche italiane ed europee. Lui ha scritto una pagina importantissima per tutti noi, ma purtroppo ce ne accorgeremo tardi.Poi, non conosco i ragazzi del N.O.I. Di Roccella, ma hanno un bellissimo programma, come anche il Locride Summer Village. Per il resto, fare cultura con i soldi pubblici è cosa troppo facile, che nonostante tutto, riesce spesso anche male. Da quel punto di vista la cultura è subordinata alla politica, ed è meglio non parlarne. Che lavoro fai? *R.M. Oste della malora. -R.B. Gestisco il lido Beach Side di Bovalino e lavoro presso La Riviera e Radio Venere. Sei soddisfatto del tuo lavoro? *R.M. Insomma, la Jasmin Coast è dura. -R.M. Di quale? :-D Si si, di tutti e tre! (per R. M.) Qual è stata la serata che non dimenticherai mai? *Una sera d’agosto del 2008 a chiusura del Festival Jazz di Roccella, si presenta al locale alle 03,15 CYRO BAPTISTA & BEAT THE DONKEY il gruppo di chiusura del festival e ci omaggia di un meraviglioso concerto durato fino alle 06.00 del mattino. (per R. B.) Quale sarà la serata che non dimenticherai mai? -Quando farò all’alba di una mattina d’estate la reunion dei Police a Bovalino... :D (per R. M.) Sappiamo tutti che le serate del Blue Dahlia cominciano a notte fonda. Hai mai pensato di scrivere sulle locandine l’orario esatto (quello del giorno dopo, tipo le 2 del mattino) invece delle 23? * I nostri Concerti l’estate iniziano alle 01.00 anche perché purtroppo la gente non arriva prima, in inverno iniziamo alle 00.30 se di sabato, negli altri giorni 23,30/24.00. Mai scritto orari immaginari nelle locandine di solito non li scrivo perché i nostri clienti li conoscono, certo mi piacerebbe anticipare, ma è cosa più facile e dirsi che a farsi. (per R. B.) A che ora cominciano le serate nel tuo locale? Scrivo alle 23, ma parto alle 23,45. Per averlo nel tuo locale, per quale artista ti taglieresti la barba? R.M. Wiston Tong — R.B. Per Capossela la barba, per Paolo Conte anche altro... Cosa pensi manchi al tuo locale? R.M. Un pochino di spazio e la gente che lo riempia.— R.B. Il nome, ma ce lo faremo col tempo. Sei mai andato nel locale di Ruggero? *R.M. No. -R.B. A vogliaaaaaaa! Dici qualcosa a Ruggero per convincerlo a venire nel tuo locale. *R.M. Stasera viene Wiston Tong. -R.B. Rugg, fazzu ‘u Negroni megghiu i tia, veni vidi veni.... Dai un consiglio a Ruggero per avere ancora più successo. *R.M. Se cerchi il successo scappa. - R.B. Non ne sono assolutamente in grado. Lui è il profeta, c’è solo da seguirlo. Come dovrebbe chiamarsi, in alternativa, Ruggero? *R.M. Essendo un nome normanno le alternative sarebbero: Abelardo, Boemondo o Serlone…..eheheheh R.B. Salvatore, è un nome che vuol dire tante cose e poi gli starebbe bene....Turi d’u Blu Dalhia. Saluta Ruggero e chi leggerà l’intervista. *R.M. Ciao Boemondo, fai il bravo e saluti a tutti. -R.B. Ciao Ruggggg.... ti continuo ad aspettare e ciao a tutti, vi aspetto al Beach! Laboratori FRANCESCO Teatrali LOCCISANO IN Associazione SCENA PER L’AIVA Culturale Hymnos L’AIVA (Associazione Ionica per la Tutela del Verde e degli Animali) organizza un concerto di beneficienza per questa sera, alle ore 21:30, presso l’oratorio della Chiesa di San Nicola a Gioisa Ionica. L’evento è nato dalla volontà del presidente dell’AIVA, Raffaele Ragona, che ha voluto, tramite il concerto, sensibilizzare l’opinione pubblica e chiedere alla comunità un aiuto per poter continuare a prendersi cura degli ospiti a quattro zampe. A esibirsi sul palco sarà il musicista calabrese Francesco Loccisano. L’Associazione AIVA nasce nel 2006 grazie a un gruppo di amici, amanti degli animali, che hanno detto basta ai continui abbandoni e maltrattamenti, in particolar modo nei confronti dei cani. Da allora, il gruppo è cresciuto in maniera sensibile e, tramite il duro lavoro e la passione per gli amici a quattro zampe, è riuscito a realizzare un progetto di grande importanza, la creazione di uno spazio aperto nel quale gli animali possono scorrazzare liberamente. L’associazione ospita al momento 55 cani. Tuttavia, l’AIVA non si occupa soltanto di animali abbandonati, ma promuove anche numerose iniziative volte ad avvicinare i bambini e gli adulti alla realtà quotidiana del volontariato. Da quest’anno sarà inoltre possibile adottare i cani a distanza o accoglierli per averli sempre al proprio fianco. L’associazione ha inoltre promosso varie attività che hanno lo scopo di coinvolgere la collettività: dai giochi per bambini e per gli adolescenti alle feste di piazza, con la speranza di sensibilizzare un numero sempre più grande di persone per una causa dalla grande importanza. Proprio all’interno di questo contesto si inserisce l’esibizione di stasera di Francesco Loccisano. Un’occasione unica per poter ascoltare della buona musica reinterpretata dal musicista, originario proprio di Gioiosa, che, con la sua chitarra battente, i ritmi fluidi e le melodie dinamiche farà un viaggio all’interno della tradizione musicale calabrese. Sabato 29 Settembre alle ore 18, l'Associazione Hymnos presenterà i suoi Laboratori teatrali all'Ex Magazzino Generale in piazza Nassiriya a Locri. Il piccolo stabile rosso, ospiterà vari laboratori, differenziati sia per fascia d'età che per contenuti proposti. Le attività avranno inizio il 15 Ottobre e si concluderanno entro il 15 Giugno, periodo in cui, grazie alla vostra partecipazione, la graziosa piazzetta ed il suo piccolo anfiteatro potranno vivere momenti di animazione. Le iscrizioni saranno aperte fino al 10 Ottobre, il numero minimo di iscritti per avviare ogni singolo laboratorio è di 10 partecipanti. A condurre i laboratori saranno Maria Antonietta Cristarella e Maria Pia Battaglia. Maria Antonietta Cristarella laboratori bambini e ragazzi I primi passi li ho mossi a Firenze, dove nel 1988 è iniziata la mia formazione teatrale presso il “Laboratorio Internazionale dell'Attore” di Paolo Coccheri. Le esperienze più significative sono state l'introduzione foto NOTIZIE Antonio Falcone su Fimmina TV in “Work in progress... We are working for you!” . Un cronista “beato tra le donne”, lui che si occupa soprattutto di cinema e cultura, è l’unico maschietto (a parte i tecnici) in una squadra composta da 15 giornaliste. Il caso Fallara al Metodo Mimico di Orazio Costa ed il lavoro sulle maschere: Maschera neutra e Maschere della Commedia dell'Arte. La prima scrittura è arrivata proprio per il ruolo d'una maschera: Pantalone! Finalmente potevo essere uomo, vecchio e con panzetta! Seguirono anni di impegno costante in produzioni prevalentemente destinate al Teatro Ragazzi. I miei primi laboratori li ho avviati in collaborazione con “Lagattaturchina”, associazione romana che dal 1998 al 2005 ha assorbito gran parte del mio interesse e della mia creatività. Ogni laboratorio è per me un'occasione di crescita personale. Alla fine di un corso ringrazio i miei allievi per la gioia datami con la loro energia e partecipazione, ma a dire il vero, credo di ringraziarli soprattutto per avermi costretta a cercare nuove strade e a trovare la chiarezza di idee necessaria per comunicarle. Maria Pia Battaglia laboratori per giovani e adulti Conduco laboratori teatrali per ragazzi e insegnanti ispirandomi all' approccio rogersiano (Carl Rogers è uno dei miei saldi riferimenti nell' ambito delle relazioni). Da molti anni mi dedico alla scrittura drammaturgica e alla regia dei miei spettacoli; li allestisco prediligendo la dimensione artigiana del laboratorio, si lavora mettendo in gioco le singole energie e creatività; passo dopo passo, come in una bottega, si da forma a qualcosa. Essendo insegnante di Scienze Motorie, cerco costantemente di integrare all'attività di laboratorio, tutto ciò che ritengo pedagogicamente utile per i miei attori. DOMENICA ha un libro e la prefazione di Antonello Caporale: «L’opera apre le porte alla nostra cattiva coscienza, è la denuncia del grande teatro delle omissioni, la prova delle responsabilità collettive. È successo a Reggio, ma sarebbe potuto accadere anche a Milano». Politeama Siracusa a Reggio Calabria. La prima serata dopo la riapertura della storica sala reggina. É scampata alla trasformazione in uno store d’abbigliamento, grazie all’intensa campagna mediatica autorevolmente capeggiata da Renato Nicolini. Marzi comune della provincia di Cosenza, è in processione con la Madonna del Rosario. La festa ricorda il 7 ottobre 1571, quando a Lepanto la flotta della Lega Santa sconfisse le flotte dell’Impero ottomano. Il Papa Pio V riconobbe l’aiuto della Beata Vergine. 21 OTTOBRE 2012 LA RIVIERA 29 Parlando di... La verità dell’Iride di Benjamin Bowson Divise sporche e pennacchi d’onore embra che ci sia in giro un complotto, teso a dimostrare la poca inclinazione alla democrazia da parte dei tutori dell'ordine. Dalla uno bianca di Bologna ai poliziotti impietosi di Padova. Da Contrada alla Diaz. Da Mori a Ganzer. Da Giusti a Giglio. Divise e toghe, presuntivamente, sporche. C'è chi è incondizionatamente a favore e chi contro. Certo, gli uomini in divisa ci stanno mettendo del loro per farsi odiare. Però, di tutta l'erba un fascio non si deve mai fare. Che questo discorso lo faccia io vi parrà strano. In realtà io posso farlo perché sono stato l'uno e l'altro. Ho indossato con onore la divisa e poi, ignominiosamente, l'ho sporcata. Per i gendarmi vale il discorso che vale per gli uomini. Le persone sono buone e cattive. Ci sono bravi poliziotti e ceffi in divisa. C'è chi svolge la professione con lealtà e chi si fa gli affari propri. Ci sono poliziotti che mai avrebbero fatto piangere un bambino e ci sono quelli di Cittadella. Ci siamo tutti nel mondo, e tutti siamo buoni o cattivi, in virtù della nostra natura e di tante altre cose. Fin qui, un discorso ovvio, di buon senso, che tutti potrebbero fare. Ma c'è, in chi critica in toto le forze dell'ordine, un'obiezione che va al di là delle colpe dei singoli. Un'obiezione che è seria, non pretestuosa. Si dice che, in via di principio, tutelare la sicurezza e la difesa, soprattutto dei più deboli, sarebbe tra tutte le professioni la più nobile e che tale ruolo dovrebbe essere affidato alle persone migliori. Però, guardando al reale, ci si chiede, come una persona animata da ideali giusti possa indossare una divisa per conto dei sistemi statuali attuali, così profondamente ingiusti? In Italia, a esempio, come ci stai in divisa se chi ti comanda sono certi politici, se le leggi vengono prodotte da certi ceffi? Come ci stai, se proteggi una classe padrona quale quella italiana? Io non ho risposte universali a queste domande, per una volta. Ognuno ne dia la propria. Quello che posso dire è che anch'io per anni ho indossato una divisa, convinto di servire il popolo. B R I G A N T I Il brizzolato di Ruggero Brizzi La vergogna corre sui binari. x L’accanimento di Trenitalia con la Calabria S «È accanimento: solo con questa parola si può misurare il grado di ferocia con la quale i dirigenti di Trenitalia stanno continuando a trattare la Calabria». È quanto afferma, in una nota, Nino Costantino, segretario generale Filt-Cgil della Calabria. «Infatti - ha aggiunto - ci hanno comunicato la chiusura della biglietteria della stazione di Vibo Valentia a partire dal prossimo 10 dicembre e il relativo trasferimento dei lavoratori a Lamezia Terme, Villa San Giovanni e Reggio Calabria. La motivazione di Trenitalia, ovviamente, è sempre la solita: quella dell’antieconomicità in quanto sulla lunga percorrenza salgono e scendono, secondo i loro dati, da Vibo 5 passeggeri per ogni treno. Trenitalia, però, fa questo conto solo con i treni a lunga percorrenza, cioé con quei treni che per scelta delle Ferrovie dello Stato, sono stati quasi cancellati dallo scorso dicembre. E questa motivazione a noi sembra suonare quasi come una provocazione: prima tagliano i treni, poi dicono che salgono meno persone e infine chiudono le biglietterie. Infatti, Trenitalia si guarda bene però dal dirci quanti passegge- Suerte di Mario Leo Bruzzaniti* Una mano lava l’altra E' chiaro che, a collaudare piagnistei ormai usurati non siano più i soliti popolani (o populisti), agenti speciali a servizio dello status quo che si presentano come salvatori della patria ma che il ventaglio di disgraziati che sbracciano per espletare le loro perle di saggezza ri salgono e scendono a Vibo sui treni regionali, su quelli che se anche in parte tagliati, vengono utilizzati dai pendolari, dai lavoratori e dagli studenti». «Il sindacato calabrese - ha sostenuto Costantino - non può più accettare uno stillicidio simile da parte di Trenitalia perché è bene ricordare che, oltre alla biglietteria di Vibo, sono già state chiuse quella di Crotone dal primo ottobre e quella di Rosarno dal primo agosto. E molte altre biglietterie erano già state chiuse da tempo. La strategia di Trenitalia è ormai da tempo chiara: cancellare (come hanno fatto) la lunga percorrenza, isolare la tratta jonica, rendere poco fruibile quella tirrenica, chiudere le biglietterie delle stazioni: di questo passo l’alta velocità non avrà neanche in futuro una benché minima possibilità di arrivare fino in Calabria. Questa è la linea dell’isolamento della Calabria di cui Ferrovie dello Stato e il suo amministratore delegato, Moretti, sono i principali fautori». «Per questo motivo - ha concluso Costantino abbiamo già attivato le procedure di raffreddamento per la proclamazione dello sciopero dei ferrovieri calabresi». sia molto più esteso che dieci o quindici anni fa, sapete bene di cosa scrivo basta sapere cosa sono e come funzionano i social network o “uomini&donne” vari . E allora li vedi, tutti ad affannarsi sgolando per dire la propria. Ognuno al centro del suo mondo, attenti a non guardarsi troppo attorno, tutti ad imbellettarsi per l'happy hour da otto euro. Allora cammino per strada, questi antropomorfi esseri che corrono su e giù per una città che per quanto bella sia non è bagnata da nessun sciabordio salato, li osservo con i loro ombrelli e le loro ventiquattrore, ognuno col proprio orecchio bionico parlanti al e del nulla. Penso che non sia un problema di epoche storiche o chissà che programma di distruzione intellettuale del Popolo, penso piuttosto che per essere misantropi basta aprire gli occhi. *(studente, Firenze) DOMENICA Veltrusconi La notizia che il sommo Walter Veltroni ha deciso che non si ricandiderà più è stata battuta dalla stampa come quanto di più spiacevole e al tempo stesso, onorevole, potesse fare l'ex sindaco di Roma. Repubblica ha dato il titolone della prima pagina e all'interno del giornale riproponeva, all'indomani della decisione, il vanto di essere stati i primi ad avere la notizia. Fazio, in serata su Rai Tre lo ospitava quasi con le lacrime agli occhi in una contemplazione che sfiorava il limite della decenza. Di certo, non starà partendo per la guerra e aldilà di tutti i benefici che ora potrà godersi senza neanche la faticaccia di andare il parlamento, al buon Uolter nessuno ha ricordato che forse è stato il politico maggiormente responsabile del ritorno del cavaliere mascherato al potere e dello sfascio di tutta l'area di centro sinistra. Se è riconosciuto che il suo “isolazionismo” all'elezioni del 2008 costò la scomparsa della sinistra radicale dal parlamento, in pochi sanno che come responsabile Comunicazioni di massa del PCI e seguendo la linea del partito all'epoca, aiutò a ratificare nel 1985 il decreto di Craxi che permetteva a Silvio Berlusconi di aggirare la decisione di tre pretori del 16 ottobre 1984 di procedere al sequestro nelle loro regioni di competenza del sistema che permetteva la trasmissione simultanea nel Paese di tre canali televisivi. Questo in cambio di Rai 3 al PCI. La campagna elettorale 2008 poi, scopiazzata da Obama con gli odiosi “I care”, “ma anche” e “We can”, che nonostante tutto, i miei nonni non avrebbero mai capito a dispetto di quanto incise in comunicazione il Berlusca, hanno fatto di Veltroni, senza dubbio, uno dei migliori alleati del cavaliere. Non ci ammazziamo di pianti quindi e non raccogliamo le firme per far rimanere D'alema ora, cari compagni. Lasciateli andare a riposare a casa, non abbiamo perso nulla se non colui che ha reso anticomunisti tutti i giovani di sinistra. 21 OTTOBRE 2012 LA RIVIERA 30 la Riviera 5 4 2 1 3 6 7 9 10 Blob of the week 11 8 1 Tanti auguri Graziano, da Fabrizio e dalla nostra redazione 2 La nostra valida collaboratrice Maria Giovanna Cogliandro 3 Promozione al blob per l’amico Giacomo Crinò. Contento? 4 DJ Alfredo, divertimento allo stato puro. Sarà in concerto alle 23,30. Luogo e data? Da indovinare... 5 Super-cannoli per super-eroi 6 I principi del foro: Peppe e Davide 7 Pietro o Prince of Persia??? 8 Doppietta di Sindaci locridei: Giorgi e Rocca 9 Mimmo monello 10 Non ci lasciare soli in questo paese che va alla deriva, nostro grande e unico salvatore!!! 11 Martina docet: «Il telefono la tua voce» 12 Dichiarazione shock dell’ ex sindaco di Siderno Riccardo Ritorto: «Alle elezioni comunali, ho puntato sullo Sgarlato sbagliato» 13 Dario Brunori ha fatto di tutto per poter essere immortalato insieme al nostro Pietro 14 Il brigante e le olive in salamoia 15 Insieme sono una forza... Davide e Peppe 16 Boat-Enz al bacio, Nicolò resisti! 17 La contiguità, a Reggio, è di strada 18 Facce da Kampus, Patrizia Vianello 19 Antonio Diano e Daniele Varacalli, questa è amicizia ultraventennale! 12 14 13 17 15 16 18 19 20 20 Siderno. Comunisti e socialisti, ancora dei partiti fratelli. Foto storica della panchina del comune DOMENICA 21 OTTOBRE 2012 LA RIVIERA 31