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A Decollatura il 13 ottobre splende il sole dell'unità nella legalità tra Nord e Sud.
Dal paese di Michele Pane le tre donne beate dell'antimafia - Catramone,
Lanzetta, Tripodi - mandano un effluviale saluto, materializzato in un mazzo di
girasoli, a Ilda Boccassini, «per la sua attività di contrasto alla mafia». Siamo sicuri
che la Rossa ricambierà con l'invio di tre corone funebri - siamo ormai vicini alle
urne - le uniche abilitate a propiziare un posto in Parlamento.
DOMENICA
21
OTTOBRE
2012
LA RIVIERA
02
la Riviera
CONTROCOPERTINA
UNA STORIA
CARTOLINE MERIDIONALI
Il sindaco, un
porco in divisa
Cento militari dei corpi operativi
speciali, il meglio del meglio delle
forze speciali italiane. L’elite dell’aviazione, dell’esercito e dei carabinieri paracadutisti, impegnati nella
più grande e sofisticata esercitazione militare, svoltasi per la prima
volta nell’Aspromonte vergine e
selvaggio di Africo. I C.O.F.S., in
assetto di guerra per la missione
denominata “notte scura”, e chi si
sarebbe sognato di sfidarli?
I soldati erano certi che nessuno
sarebbe andato a disturbare la loro
missione. Si sono sbagliati. Non
conoscevano “il sindaco”, il maiale
più longevo dell’Aspromonte, che
con i suoi 14 anni compiuti continua a sfidare la natura e la pancia
degli aspromontani. Quest’anno
sembrava che non ci sarebbero
stati problemi alimentari, per il
sostentamento degli animali che
vivono liberi in montagna. La stagione era iniziata bene con querce,
castagni e ulivi, carichi di frutti.
Invece il tempo è volto al peggio,
così le piogge settembrine non
sono arrivate a ingrossare i frutti e
un sole impietoso li ha fatti annerire e cadere. Sembrava tutto perso
e ci si aspettava l’arrivo d’un inverno gramo. Per tutti ma non per il
sindaco, che alla vista dei militari
ha capito che per lui si era aperto
uno spiraglio. Ma come fare a passare indenni i controlli e i fucili
delle sentinelle? Il sindaco non ci
ha dovuto pensare tanto. Si è infilato nel cavo di un castagno bruciato, ha strofinato ben bene le sue
carni rosee e ne è uscito completamente annerito. Mimetizzato
come un rambo, e come gli stessi
soldati. Ha atteso la notte, si è confuso col buio, ha fregato le guardie
e i C.O.F.S. se lo sono trovati in
mezzo nel pieno della cena. Si è
messo in fila come un commilitone
e ha preteso il suo rancio. Ha intenerito così tanto i soldati che gli è
stato assegnato un posto per il
pranzo e la cena, e finita la settimana della missione gli sono state
lasciate le razioni d’avanzo. Il sindaco non avrà un inverno gramo,
e, piova o no, per lui sarà un’ottima stagione.
LE CHEVALIER
*
IL DITO NELL’OCCHIO
di Antonio Calabrò
I faraoni
RODERIGO DI CASTIGLIA
Le notizie più lette della
settimana su larivieraonline.com
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7) MARIO FEDELE, LA CIVILTÀ COME PANE QUOTIDIANO
MISAGRIFA
(Marina di San Lorenzo, paese a monte)
Prosciugata dal sole feroce e resa simile all’oro
vecchio, la valle della fiumara stramazzata
custodisce in grembo i ruderi pietosi del borgo
antico. Strappata alla finta-civiltà dal canyon a
curve di serpe, inaccessibile a chi non sa, desolata
ormai d’uomini e del loro grano, luogo d’animali
sospettosi e vivi, e di amanti giovani e dei loro
sogni, e dei ricordi sbiaditi e tramandati nei silenzi
dei vecchi. E regno del vento, e della canicola, e
del profumo di una natura tornata selvaggia, che
non si piega all’uomo e lo attende, placida, con la
stessa magnifica potenza di una morte viva.
Dati larivieraonline.com
ARTURO DE FELICE
Un reggino alla DIA
Arturo De Felice sarà, dal 1 novembre, al vertice
nazionale della Direzione Investigativa Antimafia,
secondo quanto stabilito dal Ministero dell’Interno. Il
60enne reggino vanta una carriera trentennale in polizia, con incarichi di dirigente alla Digos e al Centro
Interprovinciale Criminalpol di Reggio Calabria e di
questore ad Alessandria, Perugia, Catanzaro e Ancona.
AFFAIRE LAVITOLA
La lealtà di Fuda
Un senatore che non si vende, e che è stato svenduto, Pietro Fuda. Neanche se l’offerta fu di 250 mila
euro, quando la prospettiva era quella della caduta di Prodi. La dignità d’ un calabrese, provata dalle
carte e dalle intercettazioni, lascia sbalordita l’Italia intera. Così come sorprese il poliedrico Lavitola,
che si disse sconcerato del rifiuto del malloppo. Romano Prodi, licenziato dai suoi, qualche mese
dopo, con lettera scritta, ringraziò Pietro Fuda per la lealtà, l’onestà e la correttezza. E
successivamente Marco Minniti, senza preavviso, gli mandò una lettera di licenziamento. Cioé, fece
in modo che Pietro Fuda non venisse ricandidato. Un capolavoro di istigazione a delinquere.
DOMENICA
Chi ha buona memoria, ricorda
le capriole linguistiche, gettate
nel circo politico dal PCI al
duplice scopo di spegnere il
mosto ribollente della base,
sempre assetata di rinnovamento, e di conservare astutamente
la nomenclatura nel Partito, nel
Parlamento, nei Consigli regionali e comunali. Matteo Renzi
e le sue dolci fanciulle, data la
loro giovane età, memoria antica non possono avere e non
hanno neppure cultura storica.
Altrimenti non si porrebbero
come i primogeniti della bandiera del rinnovamento, così
tante volte sventolata da arrivare sbiadita e scucita ai nostri
giorni.
Io ho buona memoria e ricordo
che non c’è stato congresso del
PCI, ora Pd verniciato, in cui
non si sia parlato di rinnovamento. Di rinnovamento condizionato, però, alla tradizione.
Di rinnovamento nella continuità: queste le capriole più
ardite. L’effetto fu quello quando ancora il PCI viveva e
vigeva - della conservazione,
senza bisogno di naftalina,
dello storico gruppo dirigente
comunista.
E l’unico rinnovamento si ebbe
per morte - Togliatti e
Berlinguer saranno dimessi
dalla morte - e per malattia
sopravvenuta - ciò che riguardò
Longo e Natta.
La musica non è cambiata se
non parzialmente dopo lo scioglimento del PCI e la sua ultima incarnazione nel Pd. Dico
parzialmente e mi spiego. Le
cariche di partito non sono più
appetibili, e in questo luogo i
segretari nazionali sono rinnovati a velocità apprezzabile.
Contano, invece, le cariche istituzionali, e qui, più che i dinosauri, tengono banco permanente i faraoni, immortali per
natura e primitiva fantasia.
Se ne andrà obtorto collo
D’Alema. E la Vergine di ferro,
signorina Bindi, e la madre
della patria, Anna Finocchiaro,
che non si piegherà a chiedere
la deroga? Se ne dovrebbe
andare l’ormai consueto
Mariti. E chissà se pure
Nicodemo dal quale abbiamo
solo imparato come si porta la
giacca su una sola spalla. Se ne
vadano. Ma lasciateci Marco
Minniti, nonostante le tre legislature. Senza di lui il mondo
politico sarebbe come un cimitero, e gli acrobati perderebbero il loro maestro.
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LA RIVIERA
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Parlando
di...
NORDICI & SUDICI
DI GIOACCHINO CRIACO
Eppure in Spagna
non c’è la mafia
La Spagna affonderà prima e peggio dell’Italia.
Eppure lì non c'è né la corruzione né la malavita che impazza da noi. Non ci sono, cioè, quegli
elementi che sono considerati la causa dell’impoverimento degli italiani. A dir la verità non vi
erano nemmeno in Grecia, eppure gli ellenici
sono già belli che andati. Per la Grecia comunque si sostiene che la crisi derivi dalla spartizione e dalla dilapidazione della ricchezza pubblica, operata da un’intera nazione, dedita al
parassitismo in proporzione alle possibilità di
ognuno. Ma quale era la ricchezza della Grecia,
cosa e come l’aveva prodotta? Nessuna ricchezza, alla Grecia e ai greci si permetteva semplicemente di spendere e di far debito. E i prodotti
della Spagna che hanno invaso i mercati del
mondo, li avete mai visti? E noi italiani, l’enorme ricchezza dissipata da ogni genere di parassita che si è annidato nella cosa pubblica, dove
l’abbiamo prodotta? Davvero crediamo che i
quattro turisti in vacanza a Rimini e le quattro
pezze di stoffa del gusto italiano siano stati in
grado di portarci, per un periodo, addirittura al
quinto posto nelle economie mondiali? E noi
nordici e sudici che gridiamo di aver sudato una
vita per conquistarci il benessere, che lavoro
abbiamo fatto e facciamo, cosa, veramente, produciamo? Viviamo in un mondo di balle, e
anche noi siamo dei piccoli pinocchio.
Sappiamo tutti, e bene, che il mondo è governato da un piccolo numero di potenti e potenze.
Che loro decidono chi deve stare bene e chi no.
Sappiamo tutti, bene, che le ricchezze vere sono
solo quelle che appartengono in modo esclusivo
a pochi, e di quelle tutti hanno bisogno. I beni
fondamentali, poi, sono in sostanza quelli energetici e non è sufficiente che una nazione li
abbia, deve anche difenderseli. Se non lo fa
resta povera. Quindi niente ipocrisie e niente
strepiti, ma solo preghiere. Per voi che il benessere materiale è tutto, e viene prima delle idee
e degli ideali, serve un miracolo. Meglio, serve
una concessione: il benessere non si conquista,
semplicemente vi viene concesso.
Questa è l’ora della Calabria artefice del bello
Il parrucchiere di Bova
e Adriano Celentano
PASQUINO CRUPI
vanti c’è sempre posto
per la Calabria nera e, se
il nero avesse gradazioni,
la più nera di tutte le città italiane risulterebbe essere
Reggio Calabria, la città di
Reggio Calabria, che l’oculata
pigrizia mentale, soprattutto,
dei calabro-carrettieri dell’
A
invincibile armata giornalistica
nordista tende e intende
confondere con i suoi gruppi
dominanti, con i governanti e i
governativi di fine e inizio secolo. E trattasi di un’operazione
indegna sul piano storico e
morale, e anche elettorale.
Ma che questa confusione, cioè
questo volto unico della Città,
dei reggini, dei provinciali, sia
ON.TASSONE
Solo ... 6800 euro di vitalizio
«Il mio vitalizio? 6.800 euro, cifra molto modesta». Mario
Tassone, deputato dell’Udc in Parlamento da 36 anni, ha
spiegato così a 24 Mattino a quanto ammonti la pensione
da parlamentare che lo attende al termine della lunga militanza politica. E al conduttore Alessandro Milan che gli
chiedeva se non fosse esagerato considerare modesto un
vitalizio da 6.800 euro, ha risposto: «Deve farsi un quadro
di riferimento più serio. Le auguro che la mantengano a
Radio 24, ma ritengo che i suoi scoop siano di bassa lega»
impossibile a pensarsi e possa
essere impagliata solo sulla
stampa nordica-sudicia, è detto
e dimostrato dalla pratica
vivente di tante energie intellettuali libere e oneste, incoronate dalla modestia, che non
trovano fari abbaglianti sulla
stampa nazionale e nei notiziari televisivi, nei salotti di Fazio,
di Santoro, di Floris, di Lerner.
Della Calabria, baciata e illustrata dal suo sapere operativo,
su queste pagine abbiamo parlato per ben tre numeri, provando e riprovando che
Carmine Abate con La collina
del vento, romanzo ecumenico,
romanzo, perciò, delle memorie del suolo e del sottosuolo,
ricolloca al centro da dove era
stata smossa la civiltà letteraria
calabrese, e per il buon nome
della Calabria, vista, almeno
per qualche settimana, come
attivo vulcano di valori positivi,
ha fatto più lui che questa
meschina classe dominante di
dominati. Un intellettuale, un
lavoratore
della
mente
Carmine Abate.
Secondo gli schemi della vecchia cultura catalogatoria, non
Paesani nel continente nero?
al di Canada, lo
conosciamo già.
Mal d’Australia,
ugualmente risaputo. Mal
d’America del Nord e del
Sud, anche (specie adesso
nella terra del tango). Ora si
dovrebbe aggiungere anche
il Mal d’Africa: riguardo a
un ventilato dirottamento di
capitali calabresi verso destinazioni maghrebine, od
anche nelle zone orientali
(come aveva fatto il tesoriere leghista Belsito in
Tanzania, e magari non
sarebbe stato l’unico a cantare: «Bongo bongo bongo
stare bene solo al
Congo…»). Sono vociferazioni raccolte alla rinfusa,
M
ma non saremmo meravigliati se le storie
sempre più complesse che hanno
inguaiato una
moltitudine di
paesani ben
dotati, comprendessero
anche le piste
a f r i c a n e .
All’ombra delle palme e dei
baobab, il dio denaro accomuna cristiani e islamici. Se
si verrà a capo di qualche
investimento di riparo nel
continente nero, non sappiamo dirlo, ma lo Stato,
laggiù, manda in vacanza i
migliori esploratori.
DRAFT
DOMENICA
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LA RIVIERA
04
la Riviera
Salvatore Clemensi rompe la geografia paesana e conquista la platea
nazionale ed europea con un paio di forbici, una spazzola, shampoo e
balsamo, facendo belle le teste delle dive. Chiediamo al Presidente
del Consiglio un riconoscimento speciale per questo intellettuale di
tipo nuovo, che stampa la bellezza nostra sui capelli delle donne.
apparterrebbe ai lavoratori
della mente il Clemensi, che ha
dietro di sé un piccolo paese,
Bova Marina, dove nacque nel
1976, e una famiglia di lavoratori del braccio, anzi della
mano, che lieve trascorre sulla
parte più nobile dell’essere
umano: la testa. Così nobile
che Cassiodoro colà diede residenza all’anima.
Come il padre Santo, parrucchiere per uomo, da cui
apprende il mestiere, Salvatore
è parrucchiere per donna, e in
lui il mestiere si trasforma in
arte. In arte della bellezza, che
dà bellezza alle donne o che,
Il Nano e il
Santulucotu
ino Nano, il cui scilinguagnolo fiorentino non
abbiamo avuto più
modo d’ascoltare in televisione, è stato più un moralista
che un giornalista. Un infaticabile atleta della denuncia
solo dei nostri vizi, e nessuna
virtù. Se a questo alto ufficio
di moralizzatore egli non
avesse assolto per l’intera sua
vita, ora non meneremmo
scandalo per il fatto che abbia
non sostenuto e superato cinque esami nello stesso giorno.
Dal che deduco che sia stato
più bravo del Pelle santulucotu, in odore di mafia domestica.
quando sono già belle, aggiunge bellezza. E la materia, cioè i
capelli che nelle donne hanno
la fierezza indomabile delle
criniere, non è mai sorda all’intenzione sua, alle sue mani di
artefice. Un intellettuale di
tipo
nuovo
Salvatore
Clemensi, ora che il concetto
di bello ha allargato la sua geografia e, oltre i libri, i quadri, la
musica, ricomprende tutto ciò
che è prodotto dalla sfera del
pensiero: una macchina bella,
un vestito bello, una bella
acconciatura. L’unica differenza tra il bello d’un romanzo,
d’una tela, d’un musica, e il
bello d’un vestito, d’una macchina, d’una acconciatura sta
nel fatto che il primo è duraturo e l’ altro è deperibile.
Salvatore Clemensi s’è rivelato
il discepolo, ora noto, di questo
bello ignoto, l’apostolo inedito
del bello deperibile, che, ideato, pensato, realizzato in una
sala di parrucchiere in Bova
Marina, rompe la geografia
calabrese e conquista la platea
nazionale ed europea. Egli ha
curato il look del cast di
Telegatti (Canale 5, 2008), di
Miss Italia (Rai 1, 2010, 2011,
2012), de L’anno che verrà (Rai
1, 2011), di Adriano Celentano
Live (Canale5). E con un paio
di forbici, una spazzola, shampoo e balsamo, religiosamente
deposti in una valigetta di
metallo, ci ha insegnato che la
bellezza è l’espressione compiuta, la compiuta bellezza che
è riuscito a conferire alle dive
dello spettacolo. Come la macchina da scrivere di Montanelli
e la valigetta di Alvaro, la valigetta operosa e magica dell’artefice di Bova Marina. Se, oltre
ad aggiustarglieli, fosse in
grado di fare barba e capelli ai
nordici, Salvatore Clemensi
sarebbe da Premio Nobel.
CASO REGGIO
La pochezza di La7 indigna
P
Mentre in studio si ponevano domande sciocche ai garruli retori, in piazza a Reggio la tensione degenerava. Su La7
solo battutine a doppio senso sessuale e boiate e, nello
stesso calderone, gli argomenti più disparati, con interventi di scrittori-statisti, di politici-comici e di comici-politici.
Lombardia, Lazio e Calabria, il caso Ruby e la Mafia, e la
conclusione: «Sono tutti uguali! Mò vanno a braccetto».
DIAVOLO NERO
All’ombra
dei cipressi
Avverto un aspro sentimento di
malinconia nel settimo anniversario dell’assassinio di Francesco
Fortugno. Le avanguardie politiche del Pd se ne sono state a
casa. Aurelio Ciampi, che fu il
primo a riversarsi sulla bara dell’assassinato Vicepresidente del Consiglio
regionale, è ormai troppo vecchio per spostarsi. Giorgio Napolitano non può cessare per un
solo momento la sua funzione di cane da guardia dell’europeo prof. Mario Monti. E Rosy
Bindi di messe in suffragio ascolta solo quella
in gloria della sua funebre ricandidatura.
Insomma, il bel mondo politico, che aveva giurato memoria eterna a Francesco Fortugno,
non s’è fatto vedere. Solo perché, come leggiamo in qualche delirante pezzo giornalistico, la
Vedova ha voluto una cerimonia religiosa in
luogo della commemorazione pubblica? In
Chiesa c’è posto per tutti. Ma molti banchi
sono rimasti vuoti. Locri è indolente. Forse
ormai anche insofferente della pervicace strumentalizzazione del Morto. Questo mi par
vero, ed è uno sforzo autolesionistico quello di
chi, facendo arrossire persino la carta del giornale su cui si scrive, inventa una “folla commossa a Locri per ricordare Fortugno”.
Il Diavolo nero, pur essendo seminatore di zizzanie, ha un’altra visione, che gli sembra corrispondere all’augusto vero. Un lutto non può
reggere nel lungo tempo e le gramaglie non
possono essere gittate al vento più che quelle
della madre dei Gracchi, tutt’e due uccisi per
avere difeso la plebe. Ci sono, pure, in questo
settimo anniversario dell’assassinio di
Francesco Fortugno, le carogne. Perché carogne si è quando si prendono le distanze dalla
Vedova, condannata a due anni in sede di
primo giudizio. Per non apparire contigui alla
condannata, c’è distanza anche dal Morto,
consegnato all’ombra dei cipressi. E, poi, è
tempo di candidature: una di meno, una o uno
in più. De profundis non calmavi.
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AUTUNNO
«U zappinaru» BOLETUS PINOPHILUS
«Testa nera» BOLETUS AEREUS
«U rosareddu» BOLETUS REGIUS
IL RE DEL SOTTOBOSCO
FUNGHI. Il porcino aspromontano più pregiato di quelli della Limina e delle Serre
ANTONELLA ITALIANO
appella grossa e polposa, carne soda,
fragranza intensa. È il Boletus Edulis, il
fungo che non teme concorrenza.
Neanche dei parenti. Né del cugino tartufo né
del fratello ovulo. Ce lo invidia tutta la
Calabria, ce lo invidia l’Italia, ma lui è aspromontano nella linfa. Conteso tra i cinghiali
che lo cacciano di notte, e i cercatori che lo
cacciano per giorni e giorni, se ne sta beato
all’ombra dei faggi, nei suoi 1956 metri di
altezza, sotto morbidi tappeti di foglie. Il porcino di Montalto, Zomaro e Sanatorio, è il più
pregiato in assoluto. Lo dicono gli esperti.
Abituato al clima torrido e al caldo intenso
sprigiona un profumo unico in Italia. Forte,
come il terreno roccioso. Caldo, come il sole
del Sud. Carico di sfumature, grazie ai venti
benevoli di un microclima unico. Il porcino di
C
I funghi vanno controllati, e
non con le tecniche fai-date. È possibile rivolgersi agli
esperti del gruppo
micologico di Siderno, nei
pressi del Mercato coperto
Montalto ha il gambo corto, ma va lontano. Il
porcino di Montalto del versante ionico è
superlativo. È già lontanissimo. Non si offendano i reggini del Tirreno, ma è proprio il sole,
battente dalle prime luci dell’alba, a migliorarne il grado zuccherino.
Secondo posto per il porcino della Limina, e
per la zona del Guardaro-Croceferrata e dei
comuni di Mammola, Grotteria, Martone e
San Giovanni di Gerace. Piacevole ma non
vincente. Gustoso ma non sopraffino. Da consumare previa aggiunta di aromi.
Sul gradino più basso del podio si pone il
Boletus Edulis del monte Mangiatorella, nel
Parco delle Serre. Più snello, col gambo lungo
e la carne soffice. Abbondante, per via delle
piogge intense e dell’umidità trattenuta dal
terreno; beve bene ma non rende. Da consumare previa aggiunta di aromi, meglio se con
panna da cucina.
Le Serre ci riprovano con “u rosareddu”, o
Boletus Regius, il gigante rosso dei comuni di
Bivongi, Pazzano, Stilo. Nulla però a confronto dell’aspromontano.
Illustrato il podio, illustriamo la regola: non si
cercano funghi senza il tesserino. Siete amatori o professionisti? Nel primo caso vi basterà
recarvi in Comune e, con un contributo minimo, sarà possibile ottenere il permesso e raccogliere fino a 3 kg di funghi. Il professionista
è tutt’altra storia, superato l’esame micologico può raccoglierne ben 25 kg. Controllateli
bene però.
Illustrata la regola, vi sveliamo un segreto: i
funghi si cercano sempre, nelle zone non pianeggianti, dal basso verso l’alto. Salita e non
discesa. E, ogni volta che il fogliame del sottobosco si solleva, controllare con cura sotto.
A volte riserva “grandi” sorprese.
Svelato il segreto, armiamoci e partiamo: con
bastone, cestino e coltello. Quest’ultimo è
fondamentale per non scavare attorno ai funghi. Questi si raccolgono interi, tagliando con
cura proprio all’inizio del gambo.
Diversamente si rischia di distruggere miceli
da cui nascerebbero altri ancora. I funghi si
puliscono sul posto, raschiando la parte inte-
riore del gambo per eliminare le scorie.
Bandita, dunque, l’acqua. Si ripongono, poi,
in cestini areati. Bandite anche le buste di
plastica.
Il nostro nemico, ricordate, ha le zanne e
quattro zampe. E non fa distinzione tra
Boletus Pinophilus detto “u zappinaru”, o tra
Boletus Aereus detto “testa nera”. Noi facciamola. Il primo è figlio dei pini, il secondo
di faggi e abeti. Non fa testo, ma ci è simpatico, il Boletus Aestivalis. Il porcino estivo (per
nulla abbronzato) noto come “muntagnisi”.
Infine… niente pioggia, niente funghi. Le
regole son regole. Però Cleopatra qualche
speranza l’ha riaccesa e dalla Sila
all’Aspromonte si è in fermento.
C’è molta omertà, però, a riguardo. Dove
nasce un porcino ne nascerà probabilmente
un altro. Dove? Non chiedetelo neppure.
Il posto preciso proprio non lo ricordiamo.
LA PRIMA DONNA
LA CLASSIFICA
1° POSTO Montalto, Zomaro e Sanatorio
2° POSTO Limina, zona Guardaro-Croceferrata
BOLETUS EDULIS, il porcino di faggio
3° POSTO Parco delle Serre, monte Mangiatorella
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Assemblea dei sindaci: un ordine del giorno facinoroso che nella sua ordinaria idiozia ha dell’intelligenza.
Il capolavoro di Imperitura:
Si diffonde nella Locride il morbo di Alzheimer. Nessuno ricorda, nessuno sa stare al proprio posto. La Biancaneve
G
VLADIMIR ROSARIO CONDARCURI
iorno 16 ottobre sembrava una
data importante per la Locride.
Finalmente si poteva eleggere il
nuovo
Comitato
esecutivo
dell’Associazione dei Sindaci in grado,
secondo speranza, di mettere su un
tavolo vero i problemi della Locride. E,
invece, succede che il presidente
Giorgio Imperitura prepara un facinoroso ordine del giorno, che nella sua
ordinaria idiozia ha dell’intelligenza.
Non si può certamente cancellare dall’ordine del giorno il punto relativo all’elezione del Comitato esecutivo. A che
pro altrimenti la convocazione dell’assemblea? Ma si può benissimo scalarlo
al terzo punto, preceduto da due argomenti sui quali Giorgio Imperitura è
sicuro che s’accenderà la miccia. E accade, come vedremo. Ma ci spiace di non
potere scientificamente sapere se l’agguato sia stato programmato o se sia
stato frutto d’isteria politica.
Comunque, la tattica è stata quella del
brodo, che, come sanno anche i cuochi
inesperti , va allungato.
E Giorgio Imperitura - credibile a dirsi dei rimasugli di cucina atti a conservare
e allargare il potere è un grande esperto.
Acuto, malizioso, capzioso, furbo come
un furetto. Del resto, non ci vuole molta
fantasia per allungare il brodo nella riunione del 16 ottobre. L’occasione è offerta dalla presenza - da chi invitato? - del
sindaco greco di Lokroi, che, evidentemente, per mostrare la sua piena utilità,
sloggia la ritualità della manciata di
secondi e sillaba un intervento d’oltre
mezz’ora. La Grecia non salva l’Italia,
ma il sindaco di Grecia dà una boccata
d’aria alla Biancaneve di Martone, contenta dei congeniti nani a suo fianco.
Si entra in argomento. Primo all’ordine
del giorno: quote associative dei
Sindaci. Disastro totale. Alcuni comuni
non hanno pagato dal 2001 la quota
annuale di 516 euro. Il disavanzo è di
circa 135 mila euro. E su questo inizia lo
spettacolo del trio delle meraviglie:
Giorgio Imperitura
Eletto il 19 giugno alla Presidenza
dell’associazione dei sindaci della Locride.
Giorgi di San Luca, che ha sempre
ragione; Versace di Africo, che raddoppia; Strangio di Sant’Agata, che, come
le lumache, ogni tanto caccia la testa dal
paesello, che fino ad oggi da sventolare
ha solo il nome di Saverio Strati. Cosa
chiedono? Che l’Assemblea rinvii tutto,
e fino a quando le insolventi amministrazioni non si mettano a posto con le
quote. Bravi. Per fortuna s’ accende una
delle poche lampadine in questa assemblea grigia. La accende Franco Candia,
sindaco di Stignano e segretario provinciale dell’Udc, che spiega come in linea
di principio la proposta del trio delle
meraviglie sia ineccepibile, ma che, ove
accettata, tutto sarebbe da invalidare
degli atti della Assemblea. Questione
chiara. Problema risolto? Macché un’ora di discussione cavillosa.
Prendono la parola tre sindaci sopra la
media, Mazza di Gioiosa Jonica e
Luglio di Portigliola, che solleva altresì
anche il problema dell’approvazione dei
bilanci, Scordino di Bianco, che sollecita
un dialogo costruttivo.
Chiuso a fatica il primo punto, si passa al
secondo.
Attenzione,
relaziona
Imperitura che cerca di dire e non dire
dei tavoli romani, Prezioso il tavolo
romano inclinato verso la Lanzetta dove
con vivacità imprudente ed egoismo
preelettorale la première dame di
Monasterace s’è presentata sola, soletta,
e però a nome dell’espropriato
Presidente della Assemblea e non è la
prima volta. E noi pensavamo che dopo
i leoni fossero arrivate le volpi, che tardano a diventare pellicce. Ci sbagliavano. Hic sunt leones:. Carmela Lanzetta
chiamata in solitudine a Roma dal Papa;
Giuseppe Varacalli, che imprime marcia
e scelte dell’Anci; la Biancaneve di
Martone che dirige le danze.
Siccome il morbo di Alzheimer si sta
diffondendo nella Locride, l’eminente
sindaca Carmela Lanzetta, fatta segno a
contestazioni per questo suo protagonismo, da nulla autorizzato e sprezzante
d’ogni regola, si giustifica, dicendo che
lei non sa nulla del mancato invito al
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Il Presidente cuoco ricorre alla tattica del brodo allungato per rinviare l’elezione del Comitato esecutivo
un circo per nani e ballerine
di Martone vuole essere tutto, la Lanzetta è stata chiamata a Roma dal Papa e il Varacalli è padrone dell’ANCI
dell'assemblea, ore
La cronistoria 1)Inizio
18,30 . Parla Rotondi, aula
gremita; 2)Saluto del sindaco greco; 3)Il trio delle meraviglie:
Giorgi, Strangio , Versace; 4)Crinò chiede lumi sui due pletorici
tavoli romani; 5) Longo, il più lucido, invita i colleghi a fare la cosa
più importante: eleggere finalmente, dopo 6 mesi, il Comitato
esecutivo; 6) La sala inizia a svuotarsi; 7)I Sindaci rimangono in
pochi. 8) Fine assemblea senza niente di fatto.
In evidenza
2
“
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7
Chi vivrà, vedrà.
L’ Assemblea dei Sindaci è
stata rinviata al 22 ottobre.
Prima di questa data, consacrata - supponiamo e
sospettiamo - ad altra
farsa del trinariciuto di
Martone, noi ci auguriamo
con forza che la scena
diventi seria, come si addice al territorio lorideo,
drammaticamente scosso.
E perché così sia, i sindaci,
che hanno alto il sentimento della dignità, dovrebbero rassegnare le dimissioni
da questa Assemblea. Ora
circo equestre, che offre
occupazione ai nani e alle
ballerine. Ora grande pantano dove gracidano le
rane e il re Travicello si
crogiola, pensandosi un
futuro luminoso.
”
Presidente e che è stata chiamata da
Roma. Da chi? Direttamente da Monti
per scongiurarla a non dimettersi se
dopo i 60 giorni trascorsi dalle condizioni poste per non andarsene, tutto è
rimasto come prima? Dal Papa per
avvisarla che sarà fatta beata? E
Imperitura tace. Quindi consente.
Consente quello che un politico, anche
se a scartamento ridotto, mai dovrebbe
consentire: la messa sotto i piedi della
propria dignità. Ma nel caso di cui si
discorre è la dignità dell’intera
Assemblea che è stata messa sotto i
piedi dalla santa e accorata
Ambasciatrice. Fa bene Pietro Crinò,
una delle poche teste pensanti della
assemblea dei Sindaci, amministratore
oculato, politico saggio, a insistere sull’importanza di una linea unitaria dei
sindaci onde avere moderata speranza
di successo quanto al programma stabilito con il ministero della programmazione.
Quello che conta è il primo tavolo, il
secondo vale solo per le insalate acetate
d’antimafia curriculare.
E ricorda a tutti che il primo interlocutore è la Regione Calabria. È a questo
punto che entra in scena il modesto (in
tutti i sensi) sindaco di Gerace Varacalli
che ironicamente si “ autoaccusa” del
fatto che, grazie alle sue conoscenze, c’è
anche il tavolo dell’ANCI: che se i sindaci non lo vogliono, lui lo può disdire.
Che gigante. Spirito di potenza o delirio
di potenza? A tressette sarebbe volgare.
Potrebbero giocarsela a canasta questa
partita il Varacalli e la Lanzetta?
Sbigottimento in aula. In ogni caso, continua la discussione, rischia d’impantanarsi. Finché non spunta una vibrante
dichiarazione
La fa il sindaco di Mammola Longo che,
flagellante, ricorda a tutti che dopo sei
mesi senza un gruppo dirigente, in un
territorio ridotto al minimo storico e in
una situazione dove se si lavora si
potrebbero risolvere molti problemi, si
mena il can per l’aia. Sicché, dopo tre
ore di vana discussione, ancora non si
riesce ad affrontare l’unico obiettivo
della sera, l’elezione del Comitato esecutivo. Semplice e diretto. Illuminante.
Molti sindaci, senza bisogno della zingara, intendono che il manovriere Giorgio
Imperitura è meno torpido di quanto
fisogniomicamente appaia. In assenza
del Comitato esecutivo, in una fase d’emergenza, il Presidente dell’assemblea
lo surroga e lo rappresenta.
Chi vivrà, vedrà. La seduta è rinviata al
22 ottobre. Prima di questa data, consacrata ad altra farsa del trinariciuto di
Martone, noi ci auguriamo che la scena
diventi seria.
E perché così sia, i sindaci, che hanno
alto il senso della dignità, dovrebbero
rassegnare le dimissioni da questa
Assemblea, ridotta a circo equestre.
Unico luogo che offre occupazione ai
nani e alle ballerine. Che possono
riscuotere l’applauso solo dei bambini,
non giunti ancora all’età del giudizio
politico.
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DOMENICA
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LA RIVIERA
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PRIMO PIANO
OSPEDALE/ nostra intervista al dottore Francesco Mammì
La missione dei precari
tra le macerie dell’ospedale
ELEONORA ARAGONA
ne risolutiva, anzi miracolosa. Infatti
non si potrà andare avanti per sempre
così. Insomma, i dipendenti con contratti a tempo dopo tre anni di rinnovi
dovrebbero essere assunti. Il problema è che i concorsi e il turn over sono
stati bloccati. Praticamente l’unico
modo che abbiamo per garantire l’organico necessario è continuare con
questo sistema. Attenzione che stiamo
parlando di poter garantire servizi
minimi»
Si rischia l’implosione?
«E come no? Consideri che non possiamo neanche andare in ferie, perché
altrimenti lasciamo il reparto sguarnito. Da quando poi le ferie inutilizzate
non sono più monetizzabili, i responsabili dei reparti si trovano in enorme
difficoltà. I colleghi chiedono, com’è
loro diritto, i permessi e noi li dobbiamo rifiutare perché non si può fare a
meno di nessuno».
L’Ospedale di Locri è una partita a
Jenga. Le regole sono semplici. Si
parte con una solida torre di mattoncini di legno, poi, sfilando i vari pezzi,
bisogna riuscire a innalzarla senza
farla crollare. Prima o poi le leggi
della fisica vincono e la torre in bilico
si sfracella. Così nel gioco, così nella
realtà. La nostra partita è a un punto
critico e qualcuno, prima o poi, la
chiuderà facendo crollare l’Ospedale
di Locri. I nostri mattoncini Jenga
sono i precari impiegati all’Ospedale
di Locri. Proprio quella struttura che
con tutti i suoi disservizi, i ritardi e gli
scandali è comunque un punto di riferimento in questa zona. Un gruppo di
dottori, infermieri e operatori, assunti
con contratti a termine in scadenza il
31 dicembre, tengono ancora in piedi
questa torre dalle fondamenta d’argilla. Se i loro contratti non saranno rinnovati, cosa accadrà? Lo abbiamo
chiesto a Francesco Mammì, il pediatra della Locride.
«L’ospedale chiuderebbe. Dopo la
razionalizzazione e il giusto taglio
degli sprechi sono iniziate le assunzioni a tempo determinato. Ci sono persone che lavorano con me e che si
vedono rinnovare i contratti di anno in
anno da quasi un decennio».
Questa situazione riguarda solo il suo
reparto, cioé pediatria?
«No, a pediatria abbiamo 4 persone in
queste condizioni. Ma medicina d’urgenza, radiologia, ortopedia, il pronto
soccorso e i laboratori d’analisi non
sono da meno. La verità è che il personale precario permette a tutti i reparti
di continuare a funzionare.
Non rinnovare questi contratti sarebbe come staccare la
spina a un malato terIN EVIDENZA
minale. Ma il rinnovo
temporaneo sarebbe solo il prolungamento di un’agonia. Ci vorrebbe un’operazio-
Proprio nessuno? Ciò vuol dire che
se uno di voi si ammala, il reparto va in emergenza.
«Come le dicevo, il piano di
rientro ci ha imposto tagli di
strutture e di personale. Siamo
stati ubbidienti e abbiamo accettato gli interventi imposti dalla
razionalizzazione. Sono stati proprio il piano di rientro e il blocco
delle assunzioni che ci hanno
portato ai primi contratti
temporanei. Ricordo
che il primo in assoluto fu fatto per un
mese, poi prolungato a due, tre e
così via. Ma adesso c’è un conflitto tra le esigenze
reali
dell’Ospedale
e quanto sta-
bilisce la Corte dei Conti».
E dopo tanti tagli e sacrifici,
non avrebbe dovuto avere
inizio una fase di rilancio e
di consolidamento?
«Sì, ne sono convinto.
Dopo gli sprechi del passato è stato necessario questo
ridimensionamento. Ma non
si può tagliare soltanto.
Questi sacrifici dovrebbero
portare a investire
sulle nuove tecnologie, sull’ammodernamento
e sull’assunzione di personale giovane e
qualificato».
Può darsi.
Ma
la
nostra sensazione che
PIETÀ L’È MORTA
ILARIO AMMENDOLIA
i aggiro tra le corsie dell’ospedale di Locri,
nel tentativo di trovare qualche storia di
segno positivo. Invece? Vedi gente arrivare al Pronto Soccorso: agitati, preoccupati.
Avrebbero bisogno di essere rassicurati, di sentirsi
in un ambiente sereno. Entrano in locali sporchi,
disadorni, con lettini sudici. In una stanza tre persone in attesa di essere “smistate”. Il tempo passa, la
confusione aumenta. Proteste, rassegnazione,
domande. In reparto c’è un caldo afoso, attacchi di moscerini, coabitazione di casi diversissimi tra di loro.
Chi mangia, chi va al bagno, chi soffre, chi
riceve la visita dei parenti. Lenzuola
sporche, cibo generalmente scadente,
ammalati che invocano aiuto e non
hanno risposte!
In ospedale «gli esami non finiscono
Negli ultimi venti anni tutto è
mai!» Analisi, radiografie, tac, hanno
peggiorato, le eccellenze
tempi biblici. Snervanti le attese in
corridoi bui.
smontate pezzo per pezzo. Per
Non mancano ottimi professionisti,
fortuna, la presenza
personale serio, persone generose, ma
il contesto è devastante.
dell’elisoccorso consente
Molte professionalità sono fuggite. Ottimi
d’andare altrove
professionisti hanno lasciato Locri per la
Toscana, per l’Emilia, per la Lombardia.
Ciò che resta?
Il declino
inarrestabile
M
Infermieri imboscati, medici rassegnati e amareggiati con un piede fuori della porta, pulizie da provincia marocchina, manutenzione inesistente, strumentazione insufficiente, presenza pervasiva della
‘ndrangheta.
Ogni anno è andata peggio!
Negli ultimi venti anni tutto è peggiorato, le eccellenze smontate pezzo per pezzo. Per fortuna c’è la
presenza dell’elisoccorso almeno, in qualche caso,
si va altrove… Fuori dall’ospedale, non è che le
cose vadano meglio: guardie mediche senza presidi, specialistica costosa per lo Stato ma generalmente inefficiente, medicina di base più degna di
una casta braminica che di un sistema sanitario di
un paese civile, una burocrazia elefantiaca quanto
inutile.
Tentiamo di capire il perché!
Ci spostiamo nelle stanze del potere
sanitario. Osserviamo con discrezione:
l’ammalato non c’è. Trovi invece. avvocati che notificano gli atti ingiuntivi, rappresentanti di case farmaceutiche che da un lato sollecitano e dall’altro
pretendono il pagamento degli arretrati, specialisti
e primari che sollecitano il rinnovo del contratto, il
saldo di somme arretrate, sindacati di categoria a
tutelare i privilegi, imprese dell’edilizia per i lavori
senza fine, politici, rappresentanti, ditte di pulizie .
Sarebbe anche normale trovarli in quelle stanze ma
è forte la sensazione che i “mercanti” abbiano cacciato dal “tempio” l’ammalato.
la torre rischi un rovinoso crollo resta
netta.
Regna
il
disordine
nell’Ospedale, aggravato dall’assenza
del direttore sanitario, dr. Previti, in
malattia da ben tre mesi. I motivi di
salute che lo tengono a casa sono
molto seri, ma senza di lui l’Ospedale
è un’isola infelice. Non ha collegamenti con la direzione di Reggio, è
slegato da tutto. Il direttore sanitario
infatti è il punto di raccordo fondamentale tra ospedale e azienda sanitaria provinciale. Se c’è bisogno di siringhe, garze o forniture qualsiasi è lui
che deve inoltrare le richieste. È l’unica figura che può far sentire la voce
dell’Ospedale. La sua assenza aggrava
una situazione che già si regge per
miracolo. E a rimetterci sono sempre
gli ammalati, sui quali alla fine sono
scaricati pesi senza misure. In effetti,
non a caso sono chiamati pazienti.
Cioé, tali da sopportare tutto.
La vecchia mutua è stata abolita.
Volevamo il servizio sanitario nazionale uguale per
tutti.
Abbiamo lottato con forza per abolire le mutue e
avere un servizio uguale in tutte le regioni e per tutti
gli ammalati. Invece?
Invece non abbiamo tenuto conto che i poteri forti
avrebbero divorato la sanità.
L’ammalato della Locride non è nessuno! Il sistema
sanitario è un mostro che lo divora.
Si è costruito un universo capovolto. Al centro
dovrebbe esserci l’ammalato, invece hai un grumo
di interessi.
Interessi politici (si fa per dire), economici, di corporazioni, di mafia.
Ritorniamo al punto da cui siamo partiti.
Il terreno dello scontro non è neutro.
La violenza è di classe. Chi appena può, dinanzi a
un problema di salute, fugge dalla Locride.
Resta chi non può fuggire. Nelle stanze dell’ospedale la stragrande maggioranza, anzi nella quasi
totalità, è costituita da pensionati al minimo, operai,
immigrati, zingari, donne e uomini soli,
disoccupati.
Una violenza dei forti contro i deboli.
La politica non reagisce. L’Assemblea dei Sindaci
appartenenti all’ASP è in vacanza, i consiglieri
regionali sembrano ignorare le dimensioni del
dramma. Lo scontro “politico” è altrove, cioè sul
nulla.
Passi tra gli ammalati e vedi le immagini di Padre
Pio, della Madonna, di Gesù.
Li comprendi perfettamente. Hanno regione, si
rivolgono alla Pietà Celeste perché quella umana è
morta!
IL PUNT O
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Parlando
di...
ATTUALITÀ
IL DOLORE NORMALE. INVISIBILE. BANALE
La cronaca si veste di
nero, e diventa gossip
ANTONELLA ITALIANO
dolore è una cosa troppo
intima. Troppo intima per
poterne parlare, né su un
giornale, né al telefono, né di
riporto da un amico all’altro. E
la gente passa delle ore per ricostruire storie, improvvisando
fidanzamenti andati male o
drammi familiari. Ma infondo
che ne sa la gente? Che ne sa del
dolore di un uomo, di un bambino, di una donna?
La domenica, sul corso principale, ascolto i passeggiatori da
bar che, tra un caffè ed una sigaretta, si ergono a psicologi e
investigatori. Chiedo scusa, ma
mi viene il vomito. Persino
prima di aver mangiato.
Non stupitevi, posso fare di più.
Quando leggo l’amarezza sui
volti dei “parlatori”, perché la
storia di turno spesso non è
abbastanza clamorosa, impreco
pure. Poi per fede, o per forza,
serro i denti e soffoco le parole.
E il dialogo resta tra me e me. E
Dio.
La normalità, oggi, spaventa più
del clamore, ché in esso si cercano, e si trovano, le ragioni di
tutto. E il clamore assolve e
tranquillizza, come un predica-
Il
IN EVIDENZA
Incidenti mortali,
malattie terminali,
suicidi e depressione.
Il gossip in “nero” è il
più gettonato.
Discusso per strada,
in piazza, nei bar
sforna ogni giorno
psicologi e
investigatori
tore.
Ma se, il dolore passato in rassegna, fosse proprio un dolore
normale? Tutte le tesi cadrebbero e potrebbe persino assomigliarci… troppo. E dopo?
Nella chat di facebook gli
“amici” riusciranno a leggere
nei
nostri
occhi?
Differenzieranno tra uno smile
che sorride di gusto ed uno che
sorride con amarezza? Del resto
uno smile è pur sempre uno
smile. Due punti e una parentesi. E una persona in carne ed
ossa e pur sempre una persona
in carne ed ossa, ma straordina-
riamente terrena con le ascelle
sudate per il caldo e il fiatone
dopo una corsa. Nessun gioco di
punteggiatura potrebbe eguagliare un sano “vai a quel paese”
con pacca sulla spalla e birra
offerta al banco. Già, perché il
dolore che insegna ad amare la
morte è spesso solo un dolore
normale. E solo dalla normalità
può essere guarito.
Abbiamo visto tante volte uomini venir fuori da straordinarie
battaglie, per poi cedere alla
malinconia della solitudine. E
più nessuno a fare il tifo attorno.
Perché il dolore normale, al
contrario di quello “eccezionale”, è invisibile. Banale.
Le scelte, per contro, sono troppo intime per essere giudicate
nel weekend.
Non so quante volte io stessa
avrei spento l’interruttore, tante
da confondere realtà e desiderio. Ma chi non l’ha mai pensato scagli la prima pietra! Ne arriveranno ben poche. Lo so.
Lasciamo dunque a ognuno il
suo dolore, senza arrogarci il
diritto di parlare. Possiamo solo
continuare a tenere un rispettoso silenzio. Anzi, un silenzio
normale, quasi invisibile, persino banale.
Il caro
professore
Argirò
Il 17 ottobre è venuto a mancare il caro prof. Vincenzo Argirò.
È stato un uomo colto e dotato di alta professionalità pedagogica, nel suo quarantennale periodo di docenza ha esercitato
un'intensa attività educativa riscuotendo pieno compiacimento da parte degli organi superiori, degli alunni unitamente alle
loro famiglie. Per molti anni ha espletato a Gioiosa l'oneroso
incarico di Giudice Conciliatore, quello di Priore della
Confraternita dell’Addolorata ed stato anche per diversi anni
Presidente della Commissione festa San Rocco.
L’addio
In memoria
di Lina Caridi
Ha concluso la sua vita
terrena, ad una veneranda età prossima al secolo, donna Angiolina
Caridi vedova del professor Chimenti, medico e
cattedratico originario di
Bari che fu per molto
tempo eminente specialista ginecologo a Locri.
Donna Angiolina, discendente di antiche famiglie
(sidernese per parte
Caridi, soveratese per
parte materna Caminiti),
risiedeva a Locri, dove si
era stabilita con il marito,
conosciuto a Siderno al
tempo in cui egli era ufficiale medico del Regio
Esercito del Sud. Le
famiglie Caridi-Spinella e
Caridi-Valensise, nel
ricordo delle affettuose
premure della cugina
Lina, si uniscono al dolore dei suoi figli
Gianfranco, Maria Teresa
e Roberto.
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OTTOBRE
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Polaroid
Portigliola e il progetto
giovani-archeologia
Panico a Palazzo
San Giorgio
Il Comune di Portigliola protagonista di un progetto, in accordo con
la città di Rovereto, che si propone
di avvicinare i giovani al mondo
dell’archeologia. Oltre a degli stage
formativi e alla creazione di una
rete tra il museo, le scuole e i
Comuni, è stato organizzato anche
un Summer Camp per i ragazzi.
15 ottobre. «Essere qui è per noi un
onore. L’azione a cui siamo chiamati
richiede sacrificio e riguarda lo squilibrio strutturale, in grado di determinare il dissesto economico-finanziario».Sono le prime “rassicuranti”
dichiarazioni del prefetto e dei commissari Castaldi e Piazza.
Locride
ESPERTO GIURIDICO?
INTERVISTA ESCLUSIVA CON IL DOTT. LUCA ROTONDI
Le emergenze di Siderno
Settimana nera per la città.
Siderno è stata invasa dall’olez- IN EVIDENZA
zo della spazzatura non raccolta per giorni e giorni. Il disservi- Situazione
zio è stato provocato dalle agi- ambientale,
tazioni dei lavoratori della Geo
Ambiente s.r.l. che protestava- viabilità, taglio
no per il mancato pagamento degli sprechi e
degli stipendi. Il Commissario
Rotondi per riuscire a sbloccare riapertura di
la situazione prima che si tra- palestra e piscina
sformasse in emergenza ha comunale. Sono
dovuto minacciare di applicare
le penali previste da contratto questi i problemi
in caso di ritardi nel servizio. principali secondo
Solo così è stato possibile risol- il Commissario
vere l’incresciosa situazione e
rendere possibile una passeggiata per le strade senza dover
dribblare buste e cattivi odori.
Viste le numerose lettere di
reclamo che c’erano giunte
siamo andati ad incontrare il
Commissario e gli abbiamo
chiesto di chiarirci alcuni dubbi
sollevati dai nostri lettori. Ad
una prima domanda possiamo
rispondervi noi.Il servizio di
raccolta rifiuti è stato assegnato
alla Geo Ambiente s.r.l perché
ha vinto la gara d’appalto. La
ditta ha offerto un ribasso di
« 821.457,74 da ssoggettarsi ad
Iva al 10%; oltre l’importo di
14.106,94 oltre Iva al 21% oneri
per la sicurezza non soggetti al
ribasso». Ma la cosa veramente
curiosa è che la Locride
Ambiente s.p.a. a questo bando
non ha proprio partecipato.
Eppure il Comune di Siderno è
tra i soci del Consorzio e quindi
della s.p.a.
OSPEDALE DI POLISTENA
Non divaghiamo. Torniamo alla
domanda che i cittadini volevano porre al Commissario.
Come mai Siderno pur avendo
una propria discarica non può
smaltire lì tutti i suoi rifiuti ed è
Il reparto di otorinolaringoiacostretta a portarne una parte
tria
dell’ospedale
di
a Casignana?
Polistena è stato disatti«L’ing. Errigo aveva chieAVVISO ANAS
vato lo scorso 1 agossto l’autorizzazione
to e, dopo più di tre
per questa operazioAnas comunica che, dalle 10.00 di
mesi, non è ancone, ma gli è stata
sabato 20 ottobre alle 22.00 di domenira stato ripristinegata. Infatti
ca 21 ottobre, sarà chiuso al traffico il
nato nella sua
per
legge
tratto compreso tra gli svincoli di Scilla
attività
di
Siderno pur
e Campo Calabro, in entrambe le direaccettazione
avendo
sul
dei ricoveri.
zioni dell’A3. Provvedimento necessaproprio terriI cittadini
rio per la demolizione del vecchio
torio l’imdella Piana,
cavalcavia. Resteranno interdette al
pianto
di
arrabbiati e
traffico
le
rampe
di
ingresso
in
direzioseparazione
preoccupati
ne
Reggio
Calabria
degli
svincoli
di
dei
rifiuti
per
la
Scilla
e
S.
Trada
e
le
rampe
di
ingresso
urbani può
chiusura del
in
direzione
Salerno
degli
svincoli
di
scaricare solo
reparto,
Campo Calabro e Villa San Giovanni .
un certo quanhanno così
Nelle ore di chiusura i veicoli leggeri,
titativo, il resto
deciso
di
diretti a Salerno, verranno deviati allo
organizzare
svincolo di Campo Calabro, proseguiuna raccolta
firme, che ha
ranno lungo la statale 18 “Tirrena
raggiunto, nel giro
Inferiore” e rientreranno in A3 allo svindi
pochissimo
colo di Scilla, in direzione nord.
deve essere per forza essere
smistato in un’altra discarica e
quella di Casignana è la più vicina».
La legge è legge e va rispettata.
Anche se oggettivamente
Siderno ospitando il sito di stoccaggio deve fare i conti con i
problemi che ne derivano, ad
esempio il traffico dei camion
per la raccolta dei rifiuti o l’inquinamento dell’aria. Forse
sarebbe giusto che almeno
risparmiasse questa ulteriore
spesa? Ma comprendiamo che
il Commissario non possa ufficialmente darci ragione. Lui
deve applicare norme e regolamenti.
L’occasione è ghiotta e ne
approfittiamo anche per chiedere al dott. Rotondi una
dichiarazione d’intenti. Una
lista dei problemi che rappresenteranno le priorità del suo
operato.
«La situazione ambientale
prima di ogni altra cosa. È il
punto fondamentale da affrontare. Questo è un territorio che
dovrebbe puntare sul turismo,
ma fino a che non risolveremo il
problema della depurazione
dell’acqua non sarà possibile
fare passi in avanti. Il Cipe per
esempio ha stanziato 24 mln di
euro per mettere a norma l’impianto di depurazione di
Siderno (entrato in contrav-
venzione con le norme della
Comunità europea). Ma la cifra
ci dovrebbe consentire di mettere a norma anche l’impianto
che serve la vallata del torbido.
La viabilità è il secondo punto
In questo caso il problema più
grande è stata la raccolta di
bitume. Siamo riusciti con molti
È un cittadino di Marina di Gioiosa Ionica, e
sforzi a raccattare 30 mila euro
si definisce esperto in legge. Attenti: ha la
di materiale con cui cercheredenuncia facile! Qualche giorno fa non ha
mo di risolvere le situazioni più
risparmiato neppure i carabinieri, rei di non
gravi. E in casi d’emergenza
averne riconosciuto la sua professionalità
assoluta stiamo pensando di
intervenire provvisoriamente
con colate di cemento, ma è l’estrema soluzione. Infine stiamo
analizzando e verificando il
bilancio. La situazione e da
LOCRIDE AMBIENTE
risistemare ma abbiamo
già provveduto a
Lo scorso 8 ottobre si è ricomposto il
tagliare alcuni vistosi
CdA di Locride Ambiente in seguito alle
sprechi. Ad esemdimissioni del dott. Scaglione per
pio dismettendo
sopravvenuti impegni istituzionali, chiaaffitti pagati inutilmato a ricoprire un prestigioso incarico
mente, avviando
nella Magistratura tributaria a Roma. Il
accertamenti
neo-eletto presidente Gerace, affiancasulle case popolato dall’Amministratore Delegato, avv.
ri per avere il
Andrea Falvo, come primo atto del suo
polso delle situamandato ha delineato l’azione e le prozione. E poi, date
spettive future di Locride Ambiente, dal
le numerose e insirecupero di liquidità alla stipula di constenti richieste, sto
tratti e alle nuove opportunità lavorative
cercando di sbloccacon un moderno impatto di immagine
re quanto prima la
attraverso anche un impegno sociale
situazione delle piscina
tra i giovani e nelle scuole.
e della palestra comunale».
Eleonora Aragona
Maurizio Aspromonte.
“Io sono Avvocato”
MELICUCCO
«Rivogliamo otorinolaringoiatria» Sindaco in ospedale
tempo, l’appoggio di migliaia di cittadini.
Tante le critiche alla scelta del blocco dei ricoveri
del reparto di otorino dell’ospedale di Polistena.
Continuare su questa strada rischia di condurre a
effetti deleteri per l’intera comunità, mortificando
il diritto alla salute degli utenti della Piana di
Gioia Tauro. Non è infatti possibile che i cittadini
siano costretti a doversi recare a Reggio Calabria
per la degenza e che non ci sia un’alternativa valida. Ed è ancor più grave il fatto che, tramite
questa scelta, si sia mancato di rispetto a tutti
quegli operatori che, nel corso degli anni, hanno
lavorato in maniera costante e proficua per contribuire alla crescita della struttura ospedaliera e
alla qualità dei servizi offerti quotidianamente,
portando sempre avanti con onore il nome del
reparto di otorinolaringoiatria dell’Ospedale di
Polistena.
La speranza resta quella che l’Asp e la Regione
Calabria riescano a riconoscere gli errori e ritornino sui propri passi per una decisione che, a oggi,
rimane inaccettabile per la comunità della Piana.
Un invito rivolto principalmente al direttore generale dell’Asp Rosanna Squillacioti e al governatore Giuseppe Scopelliti.
a colpi di manifesti
Le elezioni comunali del 2011 a Melicucco hanno sancito la vittoria
del gruppo Arcobaleno, con capolista Francesco Nicolaci. Subito
dopo l’insediamento al Comune degli eletti, al consigliere Francesco
Scopelliti viene tolta la delega al personale. Ha inizio così nel paese
pianigino una “guerra dei manifesti”: da una parte l’ex assessore
Scattarreggia, dall’altra l’amministrazione con la partecipazione di
vari gruppi politici. In questi manifesti si evince la tensione che, a mio
dire, sta ormai sfociando sul personale. Sappiamo che il Sindaco,
incrociandosi con Scattarreggia presso il Palazzo Comunale, abbia
avuto uno scontro in seguito al quale è stato condotto in ospedale,
dove è stato poi dimesso con prognosi di sette giorni. E, per l’ennesima volta, il paese è stato tappezzato dai manifesti.
Rino Logiacco
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LA RIVIERA
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Il francobollo
di Squillace
la Riviera
Inchiesta Leonia: Bombardieri si autosospende
«Èsensibilità istituzionale»
L’avvocato Vincenzo Bombardieri, in
seguito all’avviso di garanzia ricevuto nell’ambito dell’inchiesta sulla “Leonia”, si
autosospende dalla carica di assessore
comunale. Il Sindaco di Roccella commenta: «Conosco la sua correttezza e chiarirà
al meglio la vicenda».
È nato il 14 ottobre e parla dell’antichissima lavorazione di ceramiche della
città. Un omaggio a cui il Sindaco ha
dedicato un’intera giornata di eventi. Il
francobollo è stato presentato dal direttore della filiale di Poste Italiane di
Catanzaro, Antonio Taglialatela.
AUTOLINEE CONSORZIATE
Enzo Ingo,
I cittadini devono pagare due volte il profumo
Lettera di protesta contro Mediterranea Bus e Federico
dell’innocenza
I pendolari spesso
sono costretti a
comprare un
biglietto nonostante
siano abbonati e le
due compagnie
facciano parte dello
stesso Consorzio
provinciale
biglietto andata e ritorno:
quest'ultimo non può essere
utilizzato sulla corsa del
ritorno cambiando azienda.
Tutto ciò comporta ovvia-
SUPERCAZZOLE
di Vincenzo Carrozza
Firenze e
l’Aspromonte
mente il malcontento di
tutti noi cittadini e dei nostri
ragazzi i quali spesso, si trovano ad avere in tasca giusto gli euro per un panino e
quindi questo comporta un
aggravio ulteriore per le
nostre famiglie. Per i motivi
sopra descritti chiediamo
ancora una volta che il
nuovo assessore ai Trasporti
Pubblici Locali della nostra
regione on. Luigi Fedele
vigili su queste incongruenze e sprechi, e comunque
possa emanare delle direttive tali da unificare la validità dei biglietti e degli
abbonamenti. Confidiamo
anche, in una ferma indignazione da parte della
Associazione dei Comuni
della Locride affinché possano sensibilizzare tutti gli
organi di competenza nonché un intervento anche del
nostro presidente della
Regione
Calabria
Onorevole
Giuseppe
Scopelliti. Chiediamo a
Linea Amica di poter sollevare questo problema a chi
di competenza con l'auspicio di poter risolverlo nel
migliore dei modi possibile.
Cittadini della Locride
Marchionne da Detroit (U.S.A):
«...Firenze, città piccola e povera».
Però, dopo qualche giorno, ha chiesto
scusa. Gli hanno spiegato che Firenze
non si trova in Aspromonte.
MAMMOLA
Palazzo Macrì assegnato a quattro famiglie
L’Amministrazione Comunale
di Mammola, guidata dal
Sindaco Antonio Longo, ha consegnato la scorsa settimana gli
alloggi di edilizia residenziale
pubblica del palazzo gentilizio
Macrì. Gli alloggi sono stati assegnati a quattro famiglie mammolesi che, nel 2005, avevano
preso parte al bando di concorso
per la partecipazione al progetto. La consegna delle abitazioni
è avvenuta alla presenza del
Vicesindaco Stefano Raschellà,
dell’assessore Lorena Ieraci, del
responsabile
dell’area
“Controllo del Territorio” Luigi
Scarfò e del geometra e responsabile dell'area “Gestione del
Territorio” Nicodemo Agostino.
Prima della consegna delle chiavi si è proceduto alla visione
degli appartamenti.
«La consegna degli alloggi, il
loro utilizzo, rappresenta un
fatto di enorme importanza per
la comunità di Mammola - racconta il Vicesindaco Stefano
Raschellà. Rivitalizzare un’importante porzione del nucleo
antico mammolese, in prossimità della Piazza dei Pubblici
Parlamenti, con la presenza di
quattro nuove famiglie che vi
abiteranno, è uno degli obiettivi
prioritari che il nostro Ente da
tempo si era prefissato».
Grande la soddisfazione delle
famiglie aggiudicatarie degli
alloggi che hanno così visto,
dopo molti anni, la concretizzazione dell’urgenza legata all’esigenza abitativa. La politica della
casa rappresenta sicuramente
una delle priorità manifestate
dai Comuni in generale, che
favorisca l’individuazione di
soluzioni a favore delle famiglie
che stanno al di sotto della soglia
di povertà. L’Amministrazione
comunale di Mammola ha già
annunciato che, nel corso del
prossimo anno, provvederà a
bandire un nuovo concorso per
l’assegnazione di un ulteriore
alloggio destinato a persone
diversamente abili.
È’ morto Enzo Ferreri, il Peter Pan
dell’Ymca di Siderno. Detto “Ingo” , e
non Ringo, per colpa della sua erre
moscia, aveva 56 anni.
Birre, sigarette e centro città. Tra
peroni ed Ms, tra l’Ymca e il negozio
di fiori, dove si dava da fare, è rimasto
sempre un bambino. Un bambino
buono che non pensava mai alla morte
nelle decine di andate e ritorno attorno e lungo quell’ettaro di centro città.
L’Ymca porta luce non oscurità e i
garofani sono per quelli con barba e
capelli bianchi, non per i bambini. Si
sentiva immortale Enzo Ferreri e invece da giovedì scorso con la sua bontà
illimitata e il suo passo costante viaggia
per altra destinazione. Lo attendono
suo fratello Carmelo, i suoi zii
Pasquale e Tonino e siamo convinti
che a dargli il benvenuto ci sarà, con
un stecca di Ms,
anche Vittorio
Cortese, il tabaccaio.
Siamo commossi dinanzi alla perdita
di un monumento dell’innocenza che
credeva all’eternità.
Mario Fedele, umile
e servo dello Stato
Se dovessi esprimere in una sola parola la
personalità di Mario Fedele, la parola è
Umiltà. L’umiltà delle persone grandi.
L’umiltà con cui ha sempre occultato dietro
la sua ostentata immagine di persona semplice e schietta, bonaria e pacioccona, il
rigore morale e altamente professionale
che ha caratterizzato la sua decorosa carriera. Dietro l'amico che tutti hanno conosciuto, c’è una vita, la sua vita, pervasa da
profonde passioni. Passione per il suo lavoro, svolto con estrema tenacia e abnegazione. Lo ha amato il suo lavoro, intensamente, e dallo stesso era stato fortificato e
segnato. In quaranta anni di duro mestiere
ha combattuto da leone, alla ricerca quasi
farneticante della legalità. Negli anni ‘70,
nella fredda e operaia Torino, inseguiva
rischiosamente i trafficanti di “bionde”, poi
anni di lotta ai reati tributari, successi ed
encomi e all'inizio degli anni ‘80 il meritato
salto di qualità, l'accademia e la carriera da
ufficiale, l’arrivo in Sicilia e le responsabilità al comando della tenenza di Mazzara
del Vallo prima e della compagnia di
Trapani poi, per giungere infine nella complicata ed oltraggiata Palermo dove con
dedizione ed il solito attaccamento porta i
gradi di tenente-colonnello e colonnello.
Rigorosità e onestà intellettuale sono il leit-
motiv delle sue giornate. Sono gli anni in
cui riesce finalmente a coniugare e fondere, insieme al suo lavoro, un altro grande
amore, quello per il mare. Già... il mare.
Oltre alla famiglia, era l’unica cosa che lo
aveva aiutato ad affrontare al meglio gli
agognati anni del riposo obbligatorio, meritato certo, ma non rispondente al suo stile
di vita, sempre proattivo, vivace e instancabile. Un vulcano d’idee e di azioni.
Lascia una profonda convinzione. Sono
certo che starà già organizzando al meglio
i suoi nuovi impegni, anche oggi che lo
abbiamo perso.
Molto di più che un cognato.
Michele Lizzi
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IN EVIDENZA
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Siamo un gruppo di genitori della Locride i cui figli
studiano nelle diverse scuole del comprensorio. E perciò usufruiscono regolarmente di autobus di linea.
Svolgono tali servizi le
aziende Federico autolinee
e
Mediterranea
Bus
Autolinee le quali pur operando individualmente con
propri luoghi propri biglietti e propri abbonamenti,
sono di fatto consociate da
tempo e, per di più fanno
parte entrambi di un unico
consorzio provinciale denominato S.C.A.R. Ora accade che i nostri ragazzi e
anche noi tutti cittadini
della zona seppur abbonati
regolarmente all’una o
all’altra azienda, ci vediamo
costretti a dovere ripagare
un nuovo biglietto nel caso
in cui dobbiamo (magari
per sopraggiunti disguidi
come uscite anticipate, maltempo ecc.) utilizzare autobus diversi da quelli abituali, ai quali siamo abbonati.
Stessa cosa se acquistiamo il
Due bisonti della Veolia nel centro di Siderno.
Questi Tir tasportano
SPAZZATURA E PUZZA.
Ma nessuno li ferma più nonostante le DENUNCE e la presenza DI STRADE
ALTERNATIVE, attraversano il centro in pieno giorno.
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Parlando
di...
ATTUALITÀ
FORD: IL PROGETTO B-MAX
L’ingegno incontra la sicurezza
L’innovazione tecnica è un progetto che
viene inteso e realizzato in maniera differente da ogni casa costruttrice. Alcune
aziende optano per restare nella media
del progresso, avanzando gradualmente e
procedendo secondo quanto viene fatto
dai loro competitors; altre, al contrario,
hanno come obiettivo principale il raggiungimento della leadership mondiale,
vista come una necessità fondamentale
per l’immagine e l'operato dell'azienda.
All’interno di questo contesto, la Ford
occupa una posizione decisamente particolare. Con la nuova gestione Mulally si è
fatto sempre più chiaro il principio secondo il quale anche un marchio di massa
deve avere il gusto di innovare. Senza
puntare all’eccessiva spettacolarizzazione,
la Ford ha preferito puntare sull’ingegnosità, la ricerca di piccole e grandi soluzioni
che migliorano la qualità e la praticità
della vettura. Esempi che rientrano in
questa categoria sono la creazione di un
bocchettone di rifornimento senza tappo
o di una linguetta in gomma che protegge
la porta dai piccoli urti in apertura.
Fantasia, coraggio e ingegno: questi in
sostanza i tre punti cardine secondo i
costruttori Ford. Tra le tante idee, una
delle più innovative è risultata quella di
adottare nella B-Max le porte posteriori
scorrevoli, eliminando il montante centrale. Un progetto che era già stato avanzato
dai designers nel 2003. Accolto con entusiasmo per i notevoli vantaggi in termini di
accessibilità e unicità del prodotto, il progetto era stato temporaneamente accantonato dai crash tester, salvo poi essere
stato ripreso in considerazione
nel 2007, dopo migliaia
di test virtuali
realizzati ai
computer.
Sono stati
progettati
n u o v i
sistemi di
serrature e
di bloccaggio e sono
stati aggiunti
rinforzi in
lamiere ad
altissima resistenza.
Due
anni e mezzo fa,
con la prima delle
oltre 40 prove
d’urto, si è
avuta la conferma che il
progetto poteva essere realizzato. Il caso
B-Max è un chiaro esempio di sicurezza
sin dalla prima progettazione. Questa è la
vera innovazione targata Ford.
LA NUOVA B-MAX NON
PRESENTA PIÙ UN MONTANTE
CENTRALE, SOSTITUITO DA DUE
PORTE POSTERIORI SCORREVOLI.
FRANCIA
Ecco cosa ha fatto Hollande
“Ecco cosa ha fatto Hollande
(non parole, fatti) in 56 giorni di
governo”: ha abolito il 100% delle
auto blu e le ha messe all’asta; il
ricavato va al fondo welfare da
distribuire alle regioni con il più
alto numero di centri urbani con
periferie dissestate.
Ha fatto
inviare un documento (dodici
righe) a tutti gli enti statali dipendenti dall’amministrazione centrale in cui comunicava l’abolizione delle “vetture aziendali” sfidando e insultando provocatoriamente gli alti funzionari, con frasi
del tipo “un dirigente che guadagna 650.000 euro all’anno, se non
può permettersi il lusso di acquistare una bella vettura con il proprio guadagno meritato, vuol dire
che è troppo avaro, o è stupido, o
è disonesto. La nazione non ha
bisogno di nessuna di queste tre
figure”. Via con le Peugeot e le
Citroen. 345 milioni di euro
risparmiati subito, spostati per
creare (apertura il 15 agosto
2012) 175 istituti di ricerca scientifica avanzata ad alta tecnologia
assumendo 2.560 giovani scienziati disoccupati “per aumentare
la competitività e la produttività
della nazione”.
Ha abolito il concetto di scudo
fiscale (definito “socialmente
immorale”) e ha emanato un
urgente decreto presidenziale stabilendo un’aliquota del 75% di
aumento nella tassazione per
tutte le famiglie che, al netto, guadagnano più di 5 milioni di euro
all’anno. Con quei soldi (rispettando quindi il fiscal compact)
senza intaccare il bilancio di un
euro ha assunto 59.870 laureati
disoccupati, di cui 6.900 dal 1
luglio del 2012, e poi altri 12.500
dal 1 settembre come insegnanti
nella pubblica istruzione. Ha sot-
tratto alla Chiesa sovvenzioni statali per il valore di 2,3 miliardi di
euro che finanziavano licei privati
esclusivi, e ha varato (con quei
soldi) un piano per la costruzione
di 4.500 asili nido e 3.700 scuole
elementari avviando un piano di
rilancio degli investimenti nelle
infrastrutture nazionali.
Ha istituito il “bonus cultura” presidenziale, un dispositivo che consente di pagare tasse zero a chiunque si costituisca come cooperati-
va e apra una libreria indipendente assumendo almeno due laureati disoccupati iscritti alla lista dei
disoccupati oppure cassintegrati,
in modo tale da far risparmiare
soldi della spesa pubblica, dare un
minimo contributo all’occupazione e rilanciare dei nuovi status
sociale. Ha abolito tutti i sussidi
governativi a riviste, rivistucole,
fondazioni, e case editrici, sostituite da comitati di “imprenditori
statali” che finanziano aziende
culturali sulla base di presentazione di piani business legati a strategie di mercato avanzate. Ha varato un provvedimento molto complesso nel quale si offre alle banche una scelta (non imposizione):
chi offre crediti agevolati ad
aziende che producono merci
francesi riceve agevolazioni fiscali,
chi offre strumenti finanziari paga
una tassa supplementare: prendere o lasciare.Ha decurtato del
25% lo stpendio di tutti i funzionari governativi, del 32% di tutti i
parlamentari, e del 40% di tutti gli
alti dirigenti statali che guadagnano più di 800 mila euro all’anno.
Con quella cifra (circa 4 miliardi
di euro) ha istituito un fondo
garanzia welfare che attribuisce a
“donne mamme singole” in condizioni finanziarie disagiate uno
stipendio garantito mensile per la
durata di cinque anni, finché il
bambino non va alle scuole elementari, e per tre anni se il bambino è più grande. Il tutto senza
toccare il pareggio di bilancio.
Risultato: ma guarda un po’……..
SURPRISE!!Lospread con i
bund tedeschi è sceso, per magia.
E’ arrivato a 101 (da noi viaggia
intorno a 470). L’inflazione non è
salita. La competitività e la produttività nazionale è aumentata
nel mese di giugno per la prima
volta da tre anni a questa parte.
Verso il mondo,
oltre il muro
del suono
BRUNO STRANGIO
C’è una linea tracciata tra noi e il “celeste”,
che nessuno osa oltrepassare né tampoco
sfidare. La paura è un sano rimedio. E ciò
che è sano quasi mai ottempera alla sete dei
sogni.
Si chiama Felix Baumgartner ed è vivo.
Continua ad esserlo perché il suo “malsano” rimedio gli ha consentito di spostare la
linea qualche centimetro dietro ai piedi.
Il ragazzo, qualche giorno fa, è balzato da 39
kilometri giù per terra, verso il mondo. Un
guizzo raro il suo, che ha percorso di petto
una distanza pari alla Salerno-Napoli, lunga
quanto l’orizzonte per un osservatore su
una collina o una torre di 100 metri di altezza.
Chissà come sarà stato, lasciando l’ultimo
scalino, vedersi piombare addosso il mondo
a una velocità tale da spezzarti il sorriso e
farti piegare in posizione fetale, e quale l’ebbrezza del precipizio verso il tuo pianeta, un
volo d’angelo da un’altra dimensione.
Felix, quarantenne austriaco, ci insegna
l’importanza e il valore del “salto”, del venir
meno alla normalità, del tentare l’impresa
di assurgere a qualcos’altro che semplice
uomo. Un finanziere o un potente lobbista
questo “salto” non l’avrebbe mai fatto.
Questa vita chi ce la dona pretende che
oltrepassi la linea dell’errore, che si dia
appena possibile il meglio di noi stessi, e che
infine si possa con un impensabile e malsano rimedio correggere limiti, gli stessi che ci
fanno soffrire di cose materialmente inesistenti, crisi e debiti che siano.
L’IMPRESA
DI FELIX
BAUMGARTNER
Il salto stratosferico
Un salto di 39 chilometri dalla stratosfera. Ufficialmente si tratterebbe di
paracadutismo, di sport, ma Felix
Baumgartner ha ridefinito i confini
dell’estremo compiendo una delle
imprese più incredibili del genere
umano. Lo stuntman austriaco 43enne
si è lanciato dallo spazio dopo aver
raggiunto la quota record di 128mila
piedi. Durante il pazzesco volo ha toccato la velocità del suono, altro record:
«Non mi sono accorto della velocità a
cui andavo, non ho pensato ai record,
lassù volevo solo atterrare vivo».
DOMENICA
21 OTTOBRE 2012
LA RIVIERA
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DOMENICA
21 OTTOBRE 2012
LA RIVIERA
19
La
...
Gerenza
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la Riviera
RUBRICHE
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Locri (RC)
n. 1 del 19/06/1998
R.O.C. n°11602 del 02/11/98
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Editorialista: GIOACCHINO CRIACO
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COLLABORATORI
Anna Laura Tringali, Mara Rechichi,
Benjamin Boson, Nik Spatari, Angelo
Letizia, Marilene Bonavita, Franco
Crinò, Isabella Galimi ,Maria Teresa
D’Agostino.
Note e schermaglie
SAVERIO ZAVETTIERI
Misure
preventive
DI FRANCO CRINÒ
Nella Locride, il centrosinistra, nella passata legislatura, aveva toccato il
minimo storico di credibilità, strumentalizzato la
dolorosa vicenda di
Francesco Fortugno, proposto consiglieri e assessori inadeguati . I discorsi,
da noi, viaggiano con il
freno a mano tirato , neppure in questa legislatura
ci si allontana dalla crisi .
A carico della Locride è
stata
artatamente
aggiunta un’altra aggravante : è la zona più condizionata dalla mafia!
Vediamo ... Al Porto di
Gioia Tauro, tanto per
dire, sono stati sequestrati negli ultimi due anni
duemila chili di cocaina,
ma dieci o venti o chissà
quante migliaia di chili ne
saranno transitati e da
questo traffico la criminalità organizzata trae grandi profitti e grandissima
forza . La città di Reggio
Calabria è chiamata a
rispondere di una preoccupante percentuale di
ambienti del malaffare
che vi operano . Perciò, la
Locride non chiede ( ... )
di essere terza in questa
angosciante ( e agghiacciante ) graduatoria, ma
sa di non essere la prima .
Alla Locride si chiede di
spiegare la sua vocazione
- ecco che si ricomincia
con la tela di Penelope -,
perchè la Piana di Gioa
Tauro, se non decolla, ha
almeno un progetto,
Reggio Calabria , seppure
malconcia, si avvicina
all’appuntamento con la
Città Metropolitana .
Spiegare la storia della
Locride è più un problema di comunicazione che
di realtà . Nessuno proprio può dissimulare,
mascherare i problemi di
questa zona, stare in politica facendo finta di fare
qualcosa per la comunità
. La simulazione è, addirittura, reato, inventa una
cosa che non c’è . Il caso
più conosciuto di simulazione nella storia è quello
del greco Sinone, che, fingendosi perseguitato dai
suoi compatrioti, non solo
ottenne quello che oggi
chiameremmo asilo politico, ma convinse i troiani ad accoglierlo e ad
introdurre dentro le mura
il cavallo di legno . Un
simulatore più spassoso
fu quel cortigiano che
innamoratosi di Maria
Antonietta di Savoia, per
un anno , fingendo di
essere ammalato, bevve
soltanto latte e parlò sempre con un filo di voce,
per avere il modo di bisbigliare in un orecchio, non
sospettato, alla duchessa .
Nella Locride, da tempo,
si fanno riunioni finte,
che non decidono nulla e
che non sanno neppure
spiegare il territorio . Il
territorio è deformato
dalla mafia, che ne ritarda
lo sviluppo, opprime e
uccide, ma fronteggiarne
soltanto la sua tragica
invasività, significa , come
istituzioni, bocciarsi in
partenza . Punire va bene,
ma se si favorissero la
occupazione e lo sviluppo, nella Locride, si renderebbero
impossibili
tante colpe . Misure preventive, dunque.
In una situazione stagnante in cui il
rinnovamento è una pratica per lo più
retorica, bisogna dare atto all’ex leader del PD Veltroni, da sempre il più
innovatore della famiglia comunista,
di aver assunto una decisione forte e
in controtendenza che denota una
spiccata sensibilità rispetto agli umori
del paese.
Il suo gesto segna di fatto una presa di
distanza da un PD, smarritosi per strada e lontano dal suo progetto originario, oggi declinato prettamente in uno
scontro tra conservatori (Bersani) ed
innovatori (Renzi) divisi in queste
categorie sulla scelta del gruppo dirigente e i metodi di selezione e non già
sui modelli di cui avvalersi per uscire
dalla perdurante crisi di sistema che
attanaglia l’Italia.
L’auspicio è che a questo primo passo
in cui Veltroni ha dimostrato la capacità di scrollarsi di dosso la logica conservatrice di apparato, tipica dei postcomunisti, ne seguano altri in cui sappia affrancarsi da quella cultura giustizialista che non ha saputo renderlo
credibile come leader di una moderna
forza riformista. Inoltre, bisogna riscoprire il valore della politica come eser-
Il passo avanti di
Veltroni e i sornioni
del rinnovamento
nella continuità
Il Sud può riscrivere
un’altra grammatica della
ricchezza e della povertà
cizio che può svilupparsi anche
al di fuori delle istituzioni,
come la mia stessa esperienza
dimostra, visto che la commistione tra politica e istituzioni e
l’impossibilità di concepire un
Il Mezzogiorno può riscrivere un'altra grammatica della
ricchezza e della povertà. La
resistenza al degrado dell'umano e al narcisismo della
competizione ha nel Sud la
impegno diretto senza il combinato disposto di una posizione
istituzionale rappresenta uno
dei limiti più traumatici di questa Seconda Repubblica.
Cimiteri monumentali
È un fatto naturale che l’uomo avverta in maniera più o
meno intensa il bisogno di
mantenere vivo il ricordo di
coloro che ci hanno preceduto nel varcare la soglia
dell’Aldilà. Ed allora, per
fugare l’oblìo, per impedire
alla polvere del tempo di
ricoprire ogni ricordo, nel
tentativo di assottigliare,
potremmo dire, l’invisibile
barriera, la dimensione, che
ci separa dai cari congiunti,
ecco sorgere, sia in Italia
che in tutta Europa, i
Cimiteri Monumentali, non
solo luoghi di culto della
memoria, ma autentici mix
di arte e ingegno costruttivo; un connubio di statue,
cappelle, angeli, boschi e
giardini; un dialogo ininterrotto tra arte e natura , tra il
pensiero angoscioso della
morte e la consolazione
“romantica “del paesaggio .
L’Editto Napoleonico di
Saint-Claude del 1804 tentò
di ridimensionare il fenomeno della proliferazione dei
cimiteri monumentali, prevedendo, oltre all'obbligo
per questi i ultimi di essere
ubicati per motivi igienicosanitari fuori dalle mura
delle città ,anche quello dell'uniformità delle tombe:
esse cioè dovevano essere
tutte uguali, senza recare
alcuna epigrafe mortuaria,
se non il nome del defunto
e le rispettive date di nasci-
IN EVIDENZA
Veri e propri
scrigni di
memoria e opere
d’arte da visitare
per comprendere
qualcosa di più
della società , che
tra quelle pietre
ricorda i suoi
morti ed il suo
passato
ta e di morte. Ma la volontà
di rendere omaggio ai
defunti illustri prevalse sulle
esigenze egalitarie giacobine, sicchè cappelle, statue e
sculture varie continuarono
a sorgere in tutti i cimiteri
monumentali europei.
Il nostro Paese è ricco di
cimiteri monumentali.
Il Cimitero della Certosa di
Bologna conserva le cappelle affrescate da Bartolomeo
Cesi, impreziosite dalle sculture di De Maria e di
Munzù. In esso si possono
visitare le tombe di Giosuè
Carducci, Giorgio Morandi
e Ottorino Respighi. Nel
Cimitero Monumentale di
Milano, invece, progettato
in stile lombardo-bizantino
da Pietro Miciachini, sono
conservati, tra i tanti, i resti
mortali di Giuseppe Verdi e
Arrigo Boito. Il Verano di
Roma poi è meta devozionale ed anche turistica per i
tanti viaggiatori in visita
nella Città Eterna; in esso si
possono onorare le tombe di
illustri personaggi del
mondo dello spettacolo italiano: Peppino De Filippo,
Vittorio Gassman, Nino
Manfredi e Alida Valli. I
viali
del
Cimitero
Monumentale di Staglieno
(GE) ospitano una ricca
galleria di monumenti dagli
stili più svariati (dal mesopotamico all’egizio, dal neoclassico al liberty). Vi si può
rendere omaggio
alla
memoria di Giuseppe
Mazzini, Nino Bixio. Illustri
visitatori quali Nietzsche,
De Maupassant, Elisabetta
d’Austria (la principessa
Sissi) furono colpiti dalla
particolarità del luogo. Nel
cimitero della Villetta di
Parma poi non è raro assistere ad esibizioni di giovani
violinisti che rendono omaggio al grande
Niccolò
Paganini, utilizzando il suo
strumento preferito. Nel
cimitero fiorentino delle
Porte Sante a Firenze è
meta di visitatori un curioso
monumento
funebre
costruito ad altezza naturale: una coppia sorride mano
nella mano, lui in uniforme,
lei in abito lungo da sera,
quasi a significare come
anche la morte possa essere
un romantico viaggio verso
una vita nuova. Il cimitero
delle Fontanelle a Napoli,
invece, è dedicato ai morti
anonimi ed ospita nelle sue
cave di tufo chi non poteva
permettersi una più degna
sepoltura. Il suo ossario,
assai impressionante, è
affollato da quelle che i
napoletani
chiamano
“anime pezzentelle”, cioè gli
spiriti di quanti sono morti
in miseria e che per tale
motivo sono pregati dai
poveri in cambio di fortuna
e aiuto. Volgendo lo sguardo
all’Europa, possiamo citare
innanzitutto i cimiteri storici
di Stoccolma, Amburgo,
Londra, Lubiana, Granada;
e ancora l’antico cimitero
ebraico di Praga (con l’estesa foresta di lapidi, a giudizio di chi scrive veramente
inquietante), lo Stahndsdorf
di Berlino, il Montjuic di
Barcellona, il cimitero di
Koimitirio Athinon di Atene
(dove riposa lo scopritore
della città di Troia, Heinrich
Schliemann), il cimitero di
Ohlsdorf ad Amburgo (dove
i parenti del defunto usano
liberare nell’aria centinaia di
palloncini colorati), il
Cimitero Allegro di Sapanta
in Romania (unico nel suo
genere poiché ogni tomba
oltre ad illustrare il ruolo
DOMENICA
che il defunto ha ricoperto
in vita - ad esempio, il contadino è rappresentato mentre
ara il campo - riporta anche
una filastrocca o una battuta
umoristica dedicata al caro
estinto).
Una menzione a parte
merita l’antico cimitero islamico del Cairo (Egitto), la
Città dei Morti (Al
Quarafa). Fondato nell’anno 642 d.C. esso si estende
per oltre 10 Km alla periferia della capitale egiziana e
ospita sontuose sepolture e
luoghi di preghiera fatti
costruire da sultani ed emiri.
Questo è l’unico cimitero
abitato al mondo: quasi un
milione di persone, infatti,
vive in abitazioni che sono
associate a ogni tomba e che
un tempo servivano come
alloggi temporanei per i pellegrini e per i parenti che ivi
si recavano per visitare i propri defunti. I commercianti
espongono le loro mercanzie, le donne stendono il
loro bucato, i ragazzini giocano tra i sepolcri.
Potremmo dire che lì la vita
scorre veramente… tra le
tombe, in un interagire perfetto che raggiunge il clou
tra il giovedì e il venerdì al
tramonto, quando, secondo
una credenza popolare del
luogo, le anime dei defunti
fanno ritorno per incontrare
i viventi.
dott.Giuseppe Pelle
21 OTTOBRE 2012
LA RIVIERA
20
HANNO COLLABORATO
Francesco Laddarina,
Giuseppe Patamia, ,Bruno
Gemelli, Carmelo Carabetta,
Antonio Cormaci, Giulio
Romeo, Sara Caccamo,
Giuseppe Fiorenza, Daniele
Mangiola.
COPERTINE
Dal 2003 a cura
di Paola D’Orsa
linfa necessaria per aiutare
l'Italia e l'Europa a vincere le
gravi sfide che hanno davanti.
Il nostro è tempo di crisi, ma
anche di krisis, cioè di giudizio, di discernimento, di
setaccio. In alcuni dialetti
della Calabria il setaccio si
chiama “crivu” ed è lo strumento usato per fare la cernita, per lasciar andare via la
pula, conservando il grano
buono. Nel tempo della crisi,
alla krisis appare troppo evidente che la pace e la giustizia
nel mondo dipendano principalmente da una conversione
di cultura e di mentalità, fondata su una conversione del
cuore degli uomini agli ideali
di fratellanza e solidarietà.
Se
il
Mezzogiorno
potrà/dovrà essere una grande risorsa per tutto il Paese,
questo non dovrà/potrà accadere senza il contributo fondamentale della fede cattolica. La fede cristiana, infatti, si
fonda sul messaggio della
rivelazione di una singolare
paternità di Dio, quale pro-
Le COLLABORAZIONI non precedute dalla
sottoscrizione di preventivi accordi tra
l’editore e gli autori sono da intendersi
gratuite.
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esclusivo di “la Riviera Editore” per tutto il
territorio nazionale ed estero.
GLI AUTORI delle rubriche in cui si
esprimono giudizi o riflessioni personali, sono
da ritenersi direttamente responsabili.
messa e speranza di una ritrovata fratellanza umana. Su
questo criterio bisognerà verificare se tutte le nostre tradizioni religiose, le nostre feste,
le nostre celebrazioni rituali
aiutino i credenti a diventare
più umani, solidali e fratelli
tra loro.
Occorre trasformare la crisi in
speranza: passare dalla krisis
al kairos, al tempo opportuno
per risorgere. Il kairos
dischiude la speranza dello
sviluppo sostenibile e umano,
della convivenza solidale, ma
anche il senso dell'attesa di un
futuro migliore. Il kairos dice
anche che il tempo non è
semplicemente kronos, un
fluire di minuti nell'orologio
della vita, ma è cura, interesse
per l'altro, la cui dignità di esistenza è riconoscibile come
valore sacro, cioè non dissacrabile. Il kairos afferma che
l'uomo è sempre qualcuno e
mai qualcosa e ciò impone l'esaltazione della sua dimensione più profonda, quella personale. Il passaggio dalla kri-
Carissimo Direttore,
sono Luca Ferrante, vivo a Siderno ormai da 13
anni e mai avrei pensato di potermi imbattere in
una situazione così inverosimile. Le spiego. Sono
genitore di un ragazzo di undici anni che, dopo il
regolare percorso catecumeno, fatto presso la parrocchia di Santa Maria di Porto Salvo, dovrebbe
ricevere il sacramento della prima comunione.
Ahimé, per il mio ragazzo, non è così, perchè il
prete Generale nella persona di Don Cornelio, ha
deciso che tutti coloro che non abbiano frequentato assiduamente le funzioni domenicali, non sono
maturi da ricevere il sacramento.
Lo ritengo giusto. E sono andato a parlare di persona con Don Cornelio, spiegando le motivazioni
per le quali mio figlio ha “disertato” le locali messe
domenicali . Premetto che sono originario della
provincia di Lecce e tutti gli anni, finita la scuola,
mando il mio ragazzo a passare le vacanze nel
Salento con i nonni. Lì, oltre alle varie attività ludiche , tutte le domeniche insieme ai nonni seguiva
regolarmente le messe domenicali. Il buon Don
Cornelio, persona tanto intelligente quanto diffidente, ha compreso la situazione e ha voluto valutare la mia situazione come un caso a parte, dicendo che. stando così le cose, mio figlio avrebbe potu-
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STAMPA: Master Printing S.r.l. - Modugno (BA)
DIFFUSIONE S.P. servizi - Gioiosa J.
ASSOCIATO- Unione Stampa Periodica Italiana, Croanache Italiane
sis al kairos punta sulla ricostruzione della relazione
umana, per rifondarla sull'amore e non sul dominio o
sulla sopraffazione. In questo
passaggio la questione di Dio
appare dirimente, perché in
questione c'è la sua presenza,
la sua vita nella storia in quanto vita di un Altro che libera,
salva, che vuole l'umanità dell'uomo e la ama e l'aiuta ad
affermarsi in tutta libertà. La
religiosità del Mezzogiorno
costituisce uno spazio di esperienza umana che salva e libera gli uomini dalle tentazioni
individualistiche del narcisismo competitivo e guerrafondaio, per il quale l'altro è un
lupo per me e «se non me lo
mangio io, lui mangerà me».
Anche da qui il Mezzogiorno
è risorsa per tutto il Paese.
Rovesciare l'ottica per la
quale le patologie del Sud
nascerebbero da un deficit di
modernità potrebbe risvegliare la consapevolezza che proprio le insufficienze e le
imperfezioni del Sud costitui-
scano una chance per tutelare
la modernità dalla spirale
senza ritorno nella quale sembra avviluppare il mondo
intero. Assunto come territorio umano il Meridione può
contribuire a riscrivere un'altra grammatica della povertà
e della ricchezza e aiutare l'orientamento della globalizzazione verso realizzazioni adeguate all'essere di ogni uomo,
perché appariranno come
mete più solidali, più comunitarie, giuste e pacificanti.
Certo più lente. L'elogio della
lentezza sembra essere un
tratto caratteristico di un pensiero del Sud. La velocità
distrae dall'umano, l'accelerazione nevrotizza, rende insensibili, impedisce di accorgersi
dei veri problemi della vita. Il
pensiero meridiano ha un'altra concezione del progresso
e dello sviluppo: coglie la
velocità come un regresso e
un impedimento e orienta a
un “pensare a piedi”, più idoneo a prestare attenzione,
maggiormente disponibile ad
Le leggi dello Stato
non sono quelle
del Vaticano
to fare la Prima Comunione, ma previa attestazione di effettiva presenza da parte del prete della parrocchia leccese presso la quale è andato a seguire le
funzioni domenicali con i nonni.
Allora, mi chiedo: «Le motivazioni di un genitore
valgono meno di un pezzo di carta che un altro
ministro di Dio bonariamente potrebbe anche rilasciare, magari con qualche sorriso sotto i baffi?» ; e
sopratutto da uomo di legge mi chiedo se visto che
siamo in territorio dello Stato italiano, ove la legge
riconosce l’autocertificazione, perché per la Chiesa
di Don Cornelio questo Istituto non è riconosciuto?
Credo che questi interrogativi, balenino nella testa
di tanti genitori della Locride che si trovano nella
mia stessa condizione.
Io non sono persuaso che bisogna mettere le manette a tutto. Dio si può pregare sotto la volta del Cielo e
STORIE DA PRONTO SOCCORSO
di Vincenzo Carrozza
Sara e Ugo
Sara fa l’infermiera da vent’anni, sempre al pronto soccorso. È rossa, carina, di carattere nervoso. A Sara difficilmente sta bene qualcosa. Sorride di
rado. È divorziata da cinque anni e ha un bambino di sei.
Ugo è un impiegato comunale di trentacinque anni. Lavora da tecnico. Ha
spesso dolori gastrici. Di più quando il capoufficio gli ronza intorno e gli fa
rifare calcoli e riprendere le misure di ogni progetto, che poi a ricalcolarli
sono sempre gli stessi. Ugo dice che il suo capo lo perseguita. Me l’ha raccontato l’altro giorno in Pronto Soccorso. Sara era presente.
Lo ha guardato a lungo negli occhi. Ha ascoltato ogni sua parola. In silenzio. Con occhi di lacrime che chiedevano di scendere. Era nelle angosce di
Ugo. Il sabato successivo sono capitato in pizzeria. Sara e Ugo parlavano
vicini, erano mano nella mano. Sara adesso sorride spesso quando lavora.
Ugo non è ancora tornato in Pronto.
la Riviera
accorgersi dell'altro, della
natura, della bellezza, aperto
a riflettere sulle ragioni di
tutti, sviluppando dinamiche
di ascolto, di reciprocità, di
riconoscimento dei valori
degli altri. Aspetti della cultura meridionale particolarmente decisivi per quella
nuova centralità assunta del
Meridione d'Italia: non più
marginale periferia del
mondo, ma cuore del
Mediterraneo, centro di ogni
movimento. Dai recenti eventi del mondo il Sud è stato
ricollocato in un punto d'incrocio. Da qui può svolgere le
sue funzioni di mediazione,
avvalendosi dell'adagio classico di una delle sue originarie
culture: in medio stat virtus.
Per questo compito storico,
deve aver gusto per i confini
che non possono essere aboliti globalmente. Tuttavia colti
da un'altra prospettiva, i confini non separano, bensì uniscono.
Mons. Staglianò
anche sotto la volta d’una Chiesa. O in chiese diverse, in più chiese. Non c’è differenza. Il giovinetto del
quale discorre qui il padre avv. Luca Ferrnte, ha
pregato domenicalmente Dio a Siderno e nel paese
salentino dei nonni. Ma, onde accostarlo alla comunione, don Cornelio richiede la certificazione del parroco dove il giovinetto trascorre le sue vacanze.
Oppone l’avvocato Luca Ferrante: non basta l’autocertificazione, come è legge dell Stato italiano? Ma,
purtroppo, non è legge dello stato del Vaticano.
LO SPAZIO DEI LETTORI
Mi sento sempre
meno italiano
utti i giorni nella nostra bella Italia, tra tv e
mass media, non si parla d’altro: politici che
rubano. Da Trieste a Palermo, mille e quattrocento chilometri di vergogna. Tutto sembra normale. In Italia ci sono fenomeni che vengono
denominati come mafia, ‘ndrangheta, camorra. A
questi politici che denominazione possiamo additare? Io direi cancro.
Vi ricordo che il più grande mafioso nel mondo, l’italoamericano Al Capone (più italo che americano) è stato arrestato il 17 ottobre del
1931 per frode fiscale. Non ci vuole molto,
allora, per arrestarli. Ma sono proprio
loro che comandano l’Italia!
Le leggi e la Costituzione Italiana sono
un esempio per tante nazioni al mondo
ma noi non la interpretiamo per come è
stata emanata. Un esempio lex est: come
fa la Bongiorno a sovvertire tutto, irridendo gli italiani e le leggi stesse?
Ricordiamoci che quando si entra in un
tribunale la frase che cattura la nostra attenzione è scritta in alto e recita “La legge è
uguale per tutti”.
È arrivata l’ora di modificarla.
Giuseppe Belligerante
T
KAPPADUE di RUGGERO CALVANO
Zambetti,
zimbelli
e pisciaturi
omenico Zambetti, già
assessore alla Casa
della
regione
Lombardia, se fosse vero
quanto gli contesta il Pm
Boccassini, sarebbe un dritto
e un fesso, nello stesso tempo.
Un dritto, perché con il modico investimento di duecentomila euro si sarebbe comprato
la rielezione in consiglio
regionale, sacrificio economico che gli avrebbe fruttato
una ventina di volte la cifra
investita, visti i bilanci di
Fiorito e Maruccio in regione
Lazio. Un fesso, perché
avrebbe dovuto pagare senza
fiatare e coccolarsi i preziosi
amici in vista di future tornate
elettorali. La ‘ndrangheta
invece è stata solo fessa, se è
vero che ha svenduto quattromila preziosissime preferenze
a cinquanta euro cadauna.
Avrebbe potuto chiedere la
metà di quanto frutta un
assessorato regionale. Meglio,
D
avrebbe potuto mandare in
regione un proprio affiliato e
gestirsi in proprio l’assessorato. I due rappresentanti della
mafia calabrese, sarebbero
dei fessi o dei furbi. Fessi, perché si sarebbero accontentati
di qualche spicciolo invece di
spennare per intero il pollo
che avevano creato, e ancora
fessi perché come ladri di
polli si sono confessati alle
cimici degli investigatori.
Furbi, perché se i voti in realtà
li hanno solo promessi e poi
sono venuti da soli perché il
Zambetti era più amato di
quanto egli stesso credesse,
hanno capitalizzato ottimamente una balla colossale. E
in fondo, i due presunti
‘ndranghetisti,
sarebbero
anche degli eroi, perché
hanno fatto quello che milioni
di italiani vorrebbero fare,
mettere sulla graticola un
grasso e unto politico. Povero
Zambetti, che alla fine per
tutti è diventato solo uno zimbello. Del quale tutti ricorderanno che si è cagato addosso
davanti alle foto ricattatorie e
le minacce. Uno zimbello, che
dopo anni di scalate alla politica e alle poltrone, passerà
alla storia col nomignolo che i
suoi presunti aguzzini gli
hanno affibbiato. U pisciaturi.
La Cooperativa
Sociale Pathos
ricerca figure professionali
Il bando e la domanda di candidatura
è possible scaricarli dai seguenti link:
cooperativapathos.org/bandi/selezionepersonale.pdf
-cooperativapathos.org/moduli/candidatura.doc
La domanda e il curriculum vitae formato
europeo, dovranno pervenire entro il 18 ottobre
2012 a
[email protected] o spedite
all'indirizzo Cooperativa Pathos, Via Ente Sila
snc, 89041, Caulonia.
DOMENICA 21 OTTOBRE
2012
LA RIVIERA
21
DOMENICA
21 OTTOBRE 2012
LA RIVIERA
22
la Riviera
Sport / responsabile Antonio Tassone
Serie A - Sport e Cristianità
PROSSIMO TURNO
Mario Balotelli: Bad boy
non equivale a successo
"Il Signore vide che la malvagità degli uomini era grande
sulla terra" (Gen 6,5). Esiste un
momento, nella Bibbia, in cui
Dio si pente di avere creato gli
uomini, e vorrebbe cancellarli
tutti, meno Noè. Immaginate
un foglio, e una serie di schizzi
a matita: un colpo di gomma, e
il foglio torna vuoto, come all’inizio. A volte, anche nello
sport salgono alla ribalta figure
in grado di incantare nel gioco,
ma di deludere nella vita. Sono
i famigerati “bad boys”, che,
proprio attirando l’attenzione
dei giovani, in quanto vincenti,
fanno credere ai fans che il loro
comportamento, nel “privato”,
sia ugualmente vincente.
Nel calcio azzurro, dopo l’eraCassano, il “portabandiera”
della categoria si chiama
Mario Balotelli. E’ un atleta
noto da così tanto tempo, che
ci si dimentica la sua età: 22
anni. Con questo, non voglio
liquidare il discorso sul nascere, ma spiegare come non esiste un rapporto sensato riflet-
Ricordo
tori-persone. Sotto i riflettori,
simbolo dell’universo mediatico, dovrebbero andare, in un
mondo giusto, più gli individui,
almeno, “over 30”, che non i
“bambini”. Se un messaggio
deve essere amplificato un
milione di volte, è chiaro che ci
si fidi più della “vita vissuta”
dai meno giovani, che dai gio-
vanissimi. Non avviene, e non
sono sicuramente io a potere
cambiare la realtà, ricordando
che, nella Bibbia, le decisioni
spettavano agli anziani. Mi
accontenterei soltanto che chi
segue certi campioni non
cadesse in una trappola. Non
esiste una relazione diretta
“bad boys”-successo: più sono
anti-conformista, più mi
impongo.
Per rimanere nell’ambito del
calcio, lo stesso paese nel quale
è nato Maradona, “bello” sul
campo, e “dannato” fuori”, ha
messo al mondo Lionel Messi,
per 3 volte vincitore del
Pallone d’Oro. Ebbene: questo
ragazzo di 25 anni, appena 3
più di Balotelli, è l’anti-personaggio per eccellenza. E’ corretto in partita, esemplare
negli allenamenti, ed estraneo
al gossip. Guai a pensare, dunque, che la presunta “malvagità” (cinismo-esibizionismo)
sia la condizione per sbaragliare la concorrenza, in tutti i settori della vita. I potenti, spesso,
non hanno la faccia simpatica,
ma, grazie al Cielo, non è una
regola fissa.
Carlo Nesti
da www.carlonesti.it
JUVENTUS - NAPOLI IERI
LAZIO - AC MILAN IERI
CAGLIARI - BOLOGNA 12,30
ATALANTA - SIENA
CHIEVO - FIORENTINA
INTER - CATANIA
PALERMO - TORINO
PARMA - SAMPDORIA
UDINESE - PESCARA
GENOA - AS ROMA 20,30
20-10-2012
6 gol: Cavani (Napoli)
5 reti: Gilardino
4 reti: Stevan Jovetic
(Fiorentina), Antonio
Cassano (Stephan El
Shaarawy (Milan) ,
Rolando Bianchi
(Torino)
3 reti: Milito (Inter),
Giovinco (Juventus),
Klose (Lazio), Pazzini
(Milan), Miccoli
(Palermo), Osvaldo
(Roma), Maxy Lopez.
CLASSIFICA
JUVENTUS
NAPOLI
19
19
LAZIO
15
INTER
15
ROMA
11
FIORENTINA 1 1
CATANIA
11
SAMPDORIA 1 0
GENOA
9
TORINO
8
MILAN
7
7
7
6
BOLOGNA
PESCARA
UDINESE
PARMA
CHIEVO
PALERMO
ATALANTA
CAGLIARI
SIENA
PROSSIMO TURNO
6
6
5
5
5
2
28-10-2012
SIENA-PALERMO IERI
MILAN-GENOA IERI
CATANIA-JUVENTUS 12,30
BOLOGNA-INTER
FIORENTINA-LAZIO
PESCARA-ATALANTA
SAMPDORIA-CAGLIARI
TORINO-PARMA
NAPOLI-CHIEVO
ROMA-UDINESE
20,45
20,45
Diobò, Sic,
quanto ci manchi !
Non sono un appassionato
delle due ruote, di motociclismo, eppure mi manca Marco
Simoncelli, il Sic. È già passato
un anno da quando il pilota
della Honda perse la vita sul
circuito di Sepang in Malesia.
Marco Simoncelli era geniale,
in tutti i modi, come giovane
uomo e come pilota. Era la
speranza del motociclismo italiano, l’erede naturale di
Valentino Rossi. Si sa che per
fare un lavoro del genere bisogna essere un po’ fuori di testa,
e il Sic, con quella capigliatura
da cartone animato, in gara
correva sempre sul filo del
rasoio. Per chi come me che
solo facendo zapping, gli capitava di vedere qualche passaggio di gara della moto GP, era
facile dopo un po’ di tempo
capire
chi
era
Marco
Simoncelli. Lo riconoscevi
dallo stile di guida, da come
sorpassava, da come abbordava
la curva. Ricordo ancora come
venni a sapere della sua morte.
Mi trovavo a Fiumicino, quando si sparse la voce dell’incidente si bloccò mezzo aeroporto. Perché al Sic era naturale
volergli bene e il silenzio di
quei tragici momenti era la
naturale conseguenza. Il circuito del motomondiale ha perso
uno dei suoi maggiori rappre-
sentanti, un pilota di sicuro
successo. Ieri i suoi colleghi e
tutte le squadre gli hanno tributato un giusto ricordo scoprendo una targa in suo nome,
proprio nel punto in cui avvenne l’incidente mortale. Tutti lo
hanno ricordato, chi ai
microfoni chi affidando il proprio pensiero ai social network.
Un commosso Stoner ha così
sintetizzato “Il fatto che questo
week end rappresenti l’anniversario della scomparsa di
Marco farà si che l’atmosfera
sarà di sicuro particolare quando scenderemo in pista”. Ma la
trasferta di Malesia sarà
alquanto difficile per il team
Gresini, la squadra del pilota di
Coriano. “Andiamo a Sepang e
non sarà facile per noi affrontare questa trasferta. Quello
che è successo lo scorso anno
ha lasciato in noi un segno
indelebile un vuoto che non
potrà mai essere colmato.
Marco era per noi qualcosa di
speciale e ci manca molto, ma
sono convinto che manchi a
tutto il Motomondiale e non
solo visto le continue dimostrazioni d’affetto che giungono da
ogni parte e da ogni dove.
Comunque anche se con il
DOMENICA
cuore in gola ci impegneremo
al massimo per onorare il suo
ricordo ed in questo momento
le possibilità di farlo ci sono e
sono concrete”, ha ammesso
Fausto Gresini. Diobò, Sic,
quanto ci manchi.
Massimo Petrungaro
21 OTTOBRE 2012
LA RIVIERA
23
Parlando
di...
Sport
SIDERNO
“brutto” in Coppa “bello” in campionato?
Il Siderno che non ti aspetti. In
campionato
torna
da
Castrovillari con un punto preziosissimo sotto l'aspetto degli
stimoli e delle motivazioni, in
Coppa Italia , invece, regala
un mercoledì sera da “incubo”
ai tanti sostenitori biancoazzurri che hanno sfidato l'umidità serale aspettandosi
ben altra partita contro il
Roccella che ha dominato la
sfida dal primo al novantesimo. Palpabile la delusione a
fine gara, non tanto per la
sconfitta in se quanto per il
modo con cui la stessa è scaturita e soprattutto per lo scarso
impegno profuso dagli atleti in
campo. A fine gara mister Telli
ci ha messo la faccia addossandosi giustamente tutte le
responsabilità . Se “defaillance” doveva essere forse è
meglio che sia capitata contro
il Roccella in Coppa Italia.
Archiviata la Coppa , al
Siderno rimane solo il campionato ed oggi al “Raciti” arriverà il Brancaleone di mister
Brando. Una squadra da sempre molto “ostica” per il
Siderno che però dovrà riuscire a trovare la grinta e la determinazione necessaria per incamerare l'intera posta in palio.
IN EVIDENZA
A fine gara mister Telli ci ha
messo la faccia addossandosi
giustamente tutte le responsabilità . Se “defaillance”
doveva essere forse è meglio
che sia capitata contro il
Roccella in Coppa Italia e
non oggi nello scontro diretto
con il Brancaleone.
portanza della sfida odierna
che ha il sapore di uno scontro
diretto in zona salvezza piuttosto che un “derby” visto che, è
sempre bene ribadirlo, per
Siderno calcistica il vero derby
è solo quello contro il Locri.
Assente
ancora
capitan
Carabetta, dovrebbe scendere
in campo la formazione mandata in campo domenica scorsa a Castrovillari. Per la parti-
Siderno
All.Telli
Macri
Candido
CAMPIONATO REGIONALE JUNIORES
SIDERNO-GIOIOSA J. 4-2
CLASSIFICA
I.C.RIZZUTO
N.GIOIESE
16
GUARDAVALLE 1 4 PAOLANA
RENDE
13
BOCALE
SERSALE
12
SILANA
SIDERNO
ACRI
11
SOVERATO
9 BRANCALEONE
CASTROVIL. 8
SAN LUCIDO
CATONA
8
ROCCELLA
7
7
7
6
6
4
4
1
SETTIMA GIORNATA H.15,30
ACRI-BOCALE
ISOLA C.R.-PAOLANA
RENDE-SAN LUCIDO
SOVERATO-CASTROVILLARI (IERI)
ROCCELLA-CATONA
SERSALE-N.GIOIESE
SIDERNO-BRANCALEONE
SILANA-GUARDAVALLE
ta odierna sarà disponibile
anche
il
neo
arrivato
Francesco Maviglia che proprio a Brancaleone ebbe le sue
stagioni migliori come goleador. Chissà che non possa
essere proprio l'ultimo arrivato
“l'uomo del match”?
lr
Luciano
Rumbo
Autolitano
Rametta
Leone
Stesso discorso vale per il team
ospite reduce dal pareggio
interno contro la Silana che
avevano
indotto
mister
Brando alle dimissioni, poi
rientrate. Guglielmo Telli ha
fatto riposare la squadra giovedì mentre ha fatto svolgere
anche la rifinitura del sabato
proprio perché avverte l'im-
Pettinato Afflitto
Mascaro
Romeo
Siderno: Caruso, Crupi, Simone, Catalano, Pelle,
Tringali, Fimognari, Telli, Rumbo, Figliomeni,
Gullone. A disposizione Afflitto, Megna,
Pellegrino, Procopio. All. De Girolamo
Gioiosa J.: Mazzone, Panetta, Coluccio, Carnuccio,
Giorgi, Voce, Albanese G., Polito, Panetta, Siclari,
Albanese Mat. All.Commisso
Arbitro: Bianchi di Rc
Marcatori: 5° Rumbo (S), 10°Polito (G), 15°
Panetta (G), 20° Figliomeni (S), 55° Figliomeni
(S),70 ° Tringali (S).
Siderno- Prima vittoria stagionale per la Juniores
del Siderno, dopo lo stop iniziale di Soverato. Il
team di Silvio De Girolamo ha rifilato un “poker”
al volenteroso Gioiosa Jonica con una doppietta di
Cosimo Figliomeni ed i gol di Rumbo e Tringali.
Giuseppe Belligerante
Petronio
Scopelliti
Borrello
Emanuele
Foti
Genova Ielo
Pierro
Carlino
Galletta G.
Macri
Brancaleone
All.Brando
Roccella: da domani inizia l’era Ferraro
E' sembrato un Roccella totalmente ritemprato nello spirito di squadra e nella voglia di giocare quello visto all'opera mercoledì sera a
Siderno. Forse il fatto che mister
Figliomeni abbia deciso di dimettersi dopo la beffa di Guardavalle
ha inciso “positivamente” sulla
squadra amaranto che ha dato il
meglio di se vincendo nettamente
per 4 a 1 al cospetto di un Siderno
abulico ed irritante per come ha
interpretato il match. Vedendoli
giocare domenica pomeriggio a
Guardavalle e mercoledì sera ci si
chiedeva in tribuna come possa
una squadra di calcio “normale”
avere una metamorfosi così evidente se non frenata da “qualcosa” o forse da “qualcuno”.
Stranezze del calcio. Tonino
Figliomeni si è dimesso per dare
uno “scossone” all'ambiente, ed in
realtà, tutto è rimasto come prima,
quasi fossero tutti pronti ad attenderlo al varco. Sono infatti rimasti
al loro posto tutti i collaboratori
del tecnico, i quadri societari ed
anche i calciatori come se Tonino
Figliomeni fosse l'unico responsabile della partenza a rilento del
Roccella in questo scorcio iniziale
di campionato. Sembra incredibile che tutto questo sia potuto accadere perché il calcio è uno sport di
squadra ed ognuno per la propria
parte dovrebbe assumersi le sue
responsabilità. Figliomeni lo ha
fatto da grande signore, altri (tra i
quali anche qualche calciatore e
qualche suo direttor collaboratore) non lo hanno seguito su que-
sta strada. Ma tant’è. Chiuso il capitolo Figliomeni inizierà da domani
l’era di Francesco Ferraro. Per lui,
negli ultimi anni, l'esperienza di
Acri e negli anni precedenti tanta
Reggina nel settore giovanile.
Ferraro, molti lo ricorderanno,
anni fa rifiutò la panchina del
Siderno, motivandole all'epoca,
con problemi di natura familiare
ma di fatto poi finì ad allenare il
Cittanova. A prevalere nella scelta
del tecnico di Polistena sono state
la conoscenza diretta con il diesse
Elso Pelle ed anche la voglia di
Roccella
riscatto dopo le ultime stagioni.
All.Favasuli
Ma la Coppa Italia è ben altra cosa
Occhiuzzi
rispetto al campionato ed oggi
pomeriggio al Comunale di Viale
degli Ulivi arriverà il temibile Albanese Sorgiovanni M Varrà
Oliva
Catona. I reggini sono reduci dalla
immeritata sconfitta interna contro
il Rende mentre il Roccella dovrà
Calabrese Carrato
per forza di cosa riscattarsi dopo lo Ienco
Sorgiovanni Mar.
stop di Guardavalle. Dovrebbe
fare il suo rientro in campo El
Aoudi che affiancherà Saffioti in
El Aoudi
Saffioti
attacco mentre per il resto la formazione amaranto registrerà il
rientro di Oliva sull'esterno siniGiriolo
stro. Il pubblico di casa sarà pronCormaci
to a sostenere la squadra fino al
raggiungimento di una vittoria che
vorrebbe significare molto sotto Gatto
Bonadio
Prestipino
l'aspetto psicologico in vista del
Zappia
raggiungimento degli obiettivi stagionali. Vedremo come andrà a
finire. Intanto, in Coppa Italia, la
Surace
Viel
prossima avversaria del Roccella CambriaMarcianò
Catona
sarà la N.Gioiese.
All.Barillà A.
Dall’Arche
Antonio Tassone
DOMENICA
21
OTTOBRE
2012
LA RIVIERA
24
la Riviera
di...
PROMOZIONE
Il Gioiosa J. ospita la Bovalinese
CLASSIFICA
16
TAURIANOVA 1 3
M.GIOIOSA
11
BIANCO
11
REGGIOMED. 1 0
PALMESE
9
GIOIOSA J.
9
RIZZICONI
8
MONTEPAONE 8
GALLICESE
RIZZICONI
S. CALOGERO
BOVALINESE
GIMIGLIANO
POLISTENA
VILLESE
R. CATANZARO
SESTA GIORNATA
BIANCO-M.GIOIOSA IERI
GIOIOSA J-BOVALINESE
PALMESE-MONTEPAONE
R.CATANZARO-RIZZICONI IERI
REGGIOMED.-GALLICESE IERI
SAN CALOGERO-POLISTENA
TAURIANOVESE-DAVOLI
VILLESE-GIMIGLIANO
8
7
7
6
4
4
0
Gallico è arrivato il primo stop
stagionale per il Gioiosa
Jonica che lascia l'intera posta
in palio alla capolista Gallicese ma a
testa alta dopo aver giocato una
buona gara. . Una sconfitta che non
cambia i programmi del biancorossi
di Cosimo Silvano che oggi pomeriggio proveranno subito a riprendere
la corsa nel derby attesissimo contro
la Bovalinese. Un settimana di super
lavoro per erlo staff tecnico che ha
messo sotto torchio Libri e compagni
che hanno smaltito la sconfitta con la
capolista e la voglia in tutto l'ambiente è quello di ritornare alla vittoria.
Cosimo Silvano in questi giorni preparazione ha caricato i suoi ragazzi :
“bisogna subito voltare pagina dopo
la sconfitta di Gallico , sono convinto
che i ragazzi hanno tanta voglia di
rifarsi, abbiamo tutte le carte in regola per ritrovare nella sfida di oggi i tre
punti , anche se bisogna ricordare che
ospitiamo una squadra la Bovalinese
indiziata per un posto play off e che
vuole fare bene in questa stagione
dopo l'amara retrocessione della scorsa stagione., sono convinto della forza
della nostra squadra e della voglia di
A
ritornare alla vittoria dei miei ragazzi”. La compagine biancorossa in queste prime giornate ha funzionato
bene soprattutto in difesa e incomincia a migliorare anche nei reparti che
finora avevano funzionato un po'
meno per via dei tanti nuovi inserimenti rispetto alla scorsa stagione.
Tutto questo conferma la bontà dell'organico ha disposizione di mister
Silvano, che sta riuscendo piano
piano e con un lavoro giornaliero ad
amalgamare a sua immagine la squadra . Con Giovanni Libri e Denaro il
centrocampo incomincia a funzionare bene, Domenico Libri e Cortale
sulle fasce si dimostrano impeccabili,
dai loro piedi sono partiti sempre dei
suggerimenti deliziosi che quasi sempre hanno messo in affanno le difese
ospiti . Una citazione la merita anche
il giovane portiere Mattia Albanese
alla sua prima esperienza da titolare
fin qui altamente positiva sempre
attento e pronto ad entusiasmare. Il
Gioiosa Jonica nella sfida di oggi
vuole subito cancellare il primo stop
stagionale e riprendere a correre in
classifica per farlo Silvano schiererà la
migliore formazione a sua disposizione che sceglierà soltanto pochi minuti
prima del derby .La Bovalinese di
mister Frascà cercherà di rendere
vita difficile ai locali e lo schieramento anche qui sarà deciso pochi minuti prima super sfida. . Al comunale
oggi pomeriggio con inizio alle ore
15.30 si attende il pubblico delle grandi occasioni come qualche settimana
fa contro i cugini del Marina di
Gioiosa.
NICODEMO BARILLARO
PROMOZIONE
Il Marina di Gioiosa crede
in un campionato di vertice
Battendo il San Calogero e con i
tre punti ottenuti il Marina di
Gioiosa ha rianimato tutto l'ambiente regalando alla compagine
cara al presidente Vincenzo
Tavernese il momentaneo terzo
posto in classifica . Per mister
Giovanni Scigliano le ambizioni
stagionali sono quelle di valorizzare un gruppo giovane che solo
con il tempo potrà capire dove
può arrivare ed il mister si dice
onvinto che il Marina farà un
grande campionato. Da oggi
penseremo solo alle prossime
sfide che ci giocheremo a testa
alta senza particolari patemi d'animo e con la certezza che
potremmo fare delle grandi partite. Intanto stiamo recuperando
diversi giocatori importanti che
ci consentiranno di avere a
disposizione la migliore formazione anche se qualche giocatore
deve ancora recuperare in
pieno”. Il Marina di Gioiosa con
la vittoria di domenica si è rilanciata in classifica. Patrizio e com-
pagni hanno dimostrato tanto
cuore malgrado le tante assenze
( Carbone, Ieraci, Aquino D,
Raso e Commisso ) dimostran-
dosi in buona salute, una citazione particolare la merita
Valentino Panetta che domenica
è stato inserito nella ripresa da
Scigliano mossa senza dubbio
azzeccata dal tecnico giallorosso
che ha dato tanta vivacità al
gioco grazie alla sua velocità
candidandosi così per le prossime gare per un posto da titolare.
Nel frattempo arrivano buone
notizie anche per il difensore
esterno Davide Aquino che
dovrebbe essere pronto tra
meno di un mese un atro recupero importante in chiave difensivo dopo quello di Pasquale
Patrizio che consentirà al tecnico giallorosso di ricomporre la
difesa dello scorso anno che è
risultata la meno battuta del
campionato di promozione.
Nicodemo Barillaro
Gioiosa J.
All.Silvano
Saraco
Cosenza Romeo
Cortale
Libri D.
Macrì
Denaro
Simonetti
Albanese
Libri G.
Giovinazzo
Pugliese
Ficara
Serra
Giorgi
Romeo
Criaco
Cartisano Gligora
Maviglia
Cardile
Cotugno
Bovalinese
All.Frascà
Bovalinese: parla
il tecnico Frascà
Abbiamo intervistato l'allenatore della Bovalinese, Silvio
Frascà per fare il punto della situazione relativo alla compagine amaranto che milita nel girone B della Promozione
calabrese.
Mister Frascà ci vuole dire quali sono i veri obiettivi della
Bovalinese e cosa pensa dell'avvio incerto del campionato ?
Gli obiettivi della Bovalinese sono quelli di fare un buon
campionato,almeno per i
play-off e di costruire in due
tre anni una base solida per
tentare di tornare in eccellenza.L'avvio incerto è dovuto
alla quasi totalità della rosa
composta da nuovi elementi,
servirà un pò più di tempo.
Quali sono le difficoltà per un
allenatore bovalinese di allenare nella proprio paese
Difficoltà nessuna perchè si
va a lavorare sempre con la
stessa voglia e la stessa professionalità e serietà,forse l'unica
cosa negativa può essere il
non raggiungere i risultati
voluti
Ci sono giovani interessanti ?
Si,ci sono tanti giovani che se andranno a lavorare con dedizione e sacrificio,potranno venir fuori
Accinni è tornato ed ha subito segnato gol pesanti. Cosa si
aspetta?
Mi aspetto che Accinni insieme agli altri over dia l'esempio
di come si deve lavorare in una squadra che punta ad una
ricostruzione totale
Interverrete sul mercato a dicembre?
Se si presenterà l'occasione di qualche innesto che possa
farci fare il salto di qualità,si,altrimenti restiamo come siamo.
A.t.
DOMENICA
21 OTTOBRE 2012
LA RIVIERA
25
la Riviera
Oltre la rete
a cura di Giovanni Larosa
Basket, DNA: Viola a San Severo
Alessandra Lucchino per dare una svolta alla stagione
PERSONAGGI
Diretta, spontanea, estroversa, irruenta, decisa, solare. Questa è, in sostanza, Alessandra Lucchino, sciabolatrice della nazionale italiana, uno dei più
grandi talenti che lo sport calabrese abbia mai prodotto. Lametina doc dal
rovente sangue calabro, Alessandra si avvicina alla scherma da bambina,
per caso «Da piccola ero un maschiaccio, avevo persino il codino alla
Baggio. Un giorno sono andata all’inaugurazione della Fiat Coupé con mio
padre e lì mi feci notare per la mia natura “estroversa”». A notarla fu
Armando Ruffo, che volle portarla a tutti i costi in pedana. Dapprima fu fioretto. Poi, quasi per caso, arrivò la sciabola insieme a Giuseppe Costanzo.
Alla prima gara di sciabola Alessandra ci arriva così, senza una vera e propria preparazione perché appena passata dal fioretto alla nuova arma.
Raggiunge la finale. Un risultato che fa capire, sin da subito, le innate
potenzialità della campionessa lametina. I successi arrivano uno dopo l’altro e Alessandra inizia a scalare sempre più velocemente il ranking. Nel
2003, a soli 19 anni, si laurea campionessa mondiale a squadre a L’Avana.
Due anni dopo arriva il bronzo a livello individuale ai Campionati del
Mondo di Lipsia, il tutto intervallato da successi e ottimi piazzamenti nelle
gare di Coppa del Mondo. L’entrare nel gotha della sciabola è un esplodere
di felicità e una gioia per l’essere finalmente riuscita a ricompensare tutti i
sacrifici fatti nel corso degli anni. Purtroppo, la vita non le riserva solo gioie.
Nel 2005 la tragica morte del padre, un evento che la segna in maniera quasi
indelebile «in quel momento avrei voluto lasciare. Devo dire grazie a mia
sorella che, dopo neanche una settimana dalla morte di mio padre, mi ha
spinto a partire per una gara di Coppa del Mondo. La vinsi, riprendendo la
mia striscia di successi». La grinta e la determinazione di andare avanti
nonostante tutto perché «la scherma è la mia arma vincente nella vita».
Anche quando a fermarla sono gli infortuni, come accadde dapprima per la
rottura di entrambi i gomiti a pochi mesi dalle Olimpiadi di Pechino e, in
seguito, con la rottura della schiena nel 2010 e la necessità di un doppio
intervento chirurgico. «Sono caduta tante volte, ma ho imparato a rialzarmi
grazie al coraggio e alla voglia di lottare». Quella voglia di lottare che l’ha
portata a risalire la china, a tornare tra le grandi della disciplina, con in testa
un traguardo: l’Olimpiade di Rio de Janeiro. Un sogno che, finora, non è
ancora riuscita a coronare: «Dopo l’ennesimo infortunio avrei voluto mollare. Alla fine pensavo di aver fatto una buona carriera. Ma, dopo averci
riflettuto, ho capito che mi mancava ancora la gioia olimpica. Mi sono detta:
perché non provare? Preferisco lottare per altri quattro anni piuttosto che
avere il rimpianto per non averci nemmeno tentato». Non solo la volontà di
andare avanti ma, soprattutto, la decisione di tornare ad allenarsi a
Lamezia, dopo la parentesi di Livorno. «Spesso gli sportivi del Sud vogliono scappare. Io no. Io amo la mia terra, mi piace vivere qui, adoro la spontaneità delle persone, la loro naturalezza». Quel che manca, purtroppo,
sono le strutture. Spesso, a mancare non sono soltanto le attrezzature
necessarie ma, soprattutto, una vera e propria progettualità che porti avanti anche quelli che, purtroppo, vengono ancora considerati come sport
minori. Sport che, in realtà, portano tanti risultati e successi. Una problematica insita all’italianità ma presente, in particolar modo, nel Sud. Quello che
fa ancor più male è il fatto che questi sport vengano presi in considerazione
soltanto quando arrivano i trionfi e le medaglie e, per il resto dell’anno, finiscano invece nel dimenticatoio, frutto di una mentalità calciofila-calciodipendente tipica del nostro Paese. Cosa fare quindi? Quali consigli dare a un
giovane che ha voglia di fare sport in Calabria? «Credo sia fondamentale
mettere il 100% del proprio cuore per riuscire a realizzare i propri obiettivi. Chi ha un sogno deve lottare in ogni modo per poterlo realizzare. Non
bisogna perdere la speranza, né tantomeno mollare di fronte alle difficoltà
che si presentano. Quando mi chiedono, al termine di un assalto, come sia
andata, io rispondo sempre così: ne ho prese tante ma quelle che ho dato si
sono fatte sentire. Credo che nella vita le cose siano uguali. I giovani, soprattutto all’inizio, devono approcciarsi allo sport con gioia, sapendosi divertire,
senza pensare al risultato. Lo sport deve essere pura gioia». Una visione,
quella di Alessandra, decisamente positiva. La stessa positività con la quale
si approccia al suo sogno, quello di arrivare alle Olimpiadi di Rio 2016 e di
vincerle per coronare una carriera già fantastica e diventare la prima medaglia d’oro olimpica al femminile per la Calabria. Un traguardo che le consentirebbe, ancor di più, di diventare una pietra miliare nella storia della
nostra regione.
Previsto per questo pomeriggio l’incontro della
Viola Reggio Calabria che affronterà in trasferta il San Severo, in un match valido per la
quinta giornata del campionato di basket
DNA. Un incontro non semplice, contro una
diretta avversaria, al quale la squadra di coach
Bolignano arriva nel peggiore dei modi. La settimana scorsa si è infatti chiusa con una doppia, bruciante, sconfitta per i neroarancio.
Prima la resa contro il Mirandola nel turno
infrasettimanale, poi la batosta in casa per
mano dell’ottima Bawer Matera. La Viola
sembra essere arrivata all’incontro odierno
notevolmente ridimensionata e, forse, anche
leggermente demoralizzata. Quello che manca
è, come sottolineato da coach Bolignano, la
necessaria solidità mentale nei momenti
importanti del match. Una Viola che sembra
soffrire troppi cali di concentrazione e passaggi a vuoto che, in un campionato così equilibrato come quello di DNA, rischiano di diventare
determinanti. Proprio per questo motivo,
all’indomani della sconfitta nel lunch match
contro Matera, coach Bolignano ha dato una
svegliata ai suoi giocatori «Qui non ci sono
prime donne e chi non è con la testa sul match
sta in panchina». Nessuno, quindi, è ormai
sicuro del posto. Parole confermate anche dal
direttore generale Gaetano Condello «la squadra deve lavorare nella massima tranquillità,
ma deve capire che per giocare non basta solo
la tecnica, non è questo lo spirito della Viola,
bisogna iniziare a buttare sangue. Se ci sono
queste credenziali allora la squadra può far
bene, ma è urgentemente necessario un cambio di rotta mentale». Umiltà, lucidità e determinazione: questi i tre aspetti sui quali il sestetto neroarancio deve lavorare. Il campionato è
ancora lungo ma serve una risposta immediata,
sin dal match di oggi contro San Severo, compagine buona ma alla portata del team reggino. Due punti preziosi, che potrebbero far
respirare la Viola, ancora nel pieno della
bagarre retrocessione.
QUINTA GIORNATA: Matera-Castelletto;
Torino-Agrigento; Chieti-Mirandola; FerraraBari; Bologna-Omegna; Firenze-Lucca;
Perugia-Casalpusterlengo; San Severo-Reggio
Calabria; Latina-Recanati.
CLASSIFICA: Bari 8; Agrigento, Lucca,
Treviglio e Matera 6; Firenze, Bologna,
Casalpusterlengo, Torino, Castelletto e Ferrara
4; Mirandola, Chieti, Reggio Calabria, Latina,
San Severo, Omegna e Recanati 2; Perugia 0.
Volley, B2: Cinquefrondi alla prova Enna Gioiosa in casa
to di B2 nel migliore dei modi, imponendosi con un
secco 3-0 sul VC Misterbianco di Catania. A far
festeggiare la tifoseria e l’intero palazzetto di Via
Palmara non soltanto la conquista di tre punti meritatissimi ma, soprattutto, la grande qualità della prestazione offerta dalla compagine di mister Polimeni. Un
successo netto, pulito, conquistato grazie a una prestazione solida, a tratti cinica, e a un Claudio Cimino
in versione monstre. Un banco di prova, quindi, decisamente importante quello rappresentato dallo Spes
Leonforte Enna, per un match che la dirà lunga sulle
ambizioni del Cinquefrondi in questa stagione.
L’Asd Volley Cinquefrondi ha affrontato, nella giornata di ieri, la prima trasferta stagionale nel campionato di serie B2 maschile. Avversaria di turno la Spes
Club Leonforte Enna. Uno scontro tra formazioni
uscite vincenti all’esordio nei rispettivi match.
Incontro di certo non facile per il sestetto allenato da
mister Polimeni, contro una squadra che, la scorsa
settimana, ha trionfato al tie-break sul campo della
Pallavolo Augusta SR. La prima giornata ha, tuttavia,
offerto segnali positivi anche in casa Cinquefrondi. La
squadra della Piana ha infatti inaugurato il campiona-
SECONDA GIORNATA
Coordiner CT - Carrefour L.T. giocata ieri
Callipo Sport VV - Pallavolo Augusta SR
Spes Leonforte EN - ASD Cinquefrondi
Misterbianco CT - Ecoross Rossano
Luck Volley RC - Csain Club RG oggi
Eclisse Occhiali TP - Algoritmi CT
CLASSIFICA:
Modica, Cinquefrondi, Luck Volley RC 3; Enna,
Coordiner CT e Trapani 2; Lamezia, Augusta e
Rossano 1; Ragusa, Tremestieri CT, Misterbianco
CT e Vibo Valentia 0.
La Sensation Gioiosa Jonica
incontra oggi la Bioresolve
Avolio Castrovillari nell’incontro
valevole per la seconda giornata
del campionato regionale di pallavolo di serie C femminile. Un
incontro al quale il Gioiosa arriva
alla grande, merito dell’eccellente prestazione fornita all’esordio
sul campo del Paola. Una squadra che punta apertamente ai
play-off e che ha tutte le carte in
regola per poter aspirare a una
posizione di vertice. Da non sottovalutare, tuttavia, l’avversario
odierno. L’Avolio è sì uscita sconfitta all’esordio per mano del
Volley Cuore, da tutti considerata la favorita per questo campionato, ma ha comunque offerto
una prestazione buona contro
una squadra decisamente superiore. Un impegno, quindi, da
non prendere sottogamba.
L’obiettivo resta chiaro: vincere e
restare a punteggio pieno.
AVVIENE IN CALABRIA
Pallamano: la B diventa interregionale
Il prossimo campionato di serie B di pallamano maschile
dovrebbe, per la prima volta, essere interregionale. Sebbene
manchi ancora l’ufficialità, pare ormai cosa fatta l’accorpamento delle tre squadre calabresi (Pallamano Crotone,
Amatori Terranova e Handball Reggio Calabria) al girone
campano-pugliese.
Pallanuoto: Cosenza ripescata in A2
La Tubisider Cosenza è stata ufficialmente ripescata nel
campionato di pallanuoto femminile di serie A2. Dopo l’ottima stagione disputata lo scorso anno in serie B e culminata
con il terzo posto raggiunto nei play-off promozione, la squadra cosentina è stata avanzata nel secondo campionato maggiore nazionale.
DOMENICA
21 OTTOBRE 2012
LA RIVIERA
26
la Riviera
Biblioteca Meridionalista
Una (croni)storia della Calabria attraverso i “forestieri” di Giuseppe Fiorenza
Antonio Baldini
Lo scrittore e giornalista Antonio
Baldini, nel suo diario di viaggio
Italia di Bonincontro, osserva e
descrive all’inizio degli anni Trenta
del secolo scorso una parte di
Calabria, il tratto che va da
Catanzaro a Lamezia.
Dà della città e dei paesi dei ritratti
arguti e felici, talvolta divertenti. La
sintesi sui luoghi e le persone è
incantevole, emerge la vena giornalistica e istrionicamente ironica che
dà il giusto risalto a cose che non
potrebbero essere fatte altrimenti.
Non è spiacevole leggere di quel
piccolo modus vivendi che caratterizza l’animo meridionale, cioè l’ozio (altrove decantato con spirito
più che eduardiano alla Di
Giacomo) che Baldini ha l’abilità di
rendere in maniera ironica come
nessun altro.
Lavoratoroni del Nord, un poco
d’indulgenza! Ho trovato precisamente quello che cercavo: una città
che ha un po’ di tempo da perdere. Il
corso di Catanzaro è ben palazzato,
lastricato e marciapiedato, ha bei negozi e le meglio guardie di città, voglio
dire le meglio messe, di tutta la
Calabria: un corso con una sua aria
specialissima sempre un po’ festiva e
chiacchierina, o chiacchierona, di
mezza vacanza, quasiché un po’ di
domenica fosse grattugiata in tutti gli
altri giorni della settimana. Se a
Catanzaro gli levi il suo Corso, tu gli
levi l’anima, gli levi tutto; ma se glielo
lasci, anche l’abitante d’una grande
città finirà col trovarcisi a proprio
agio.
Calabria è terra antica e fedele dove
tutte le cose van prese con dovuta
calma. Il drappo nero che mettono
sulla porta delle case quando è morto
qualcuno, nessuno pensa più a levarlo. Casca da sé col tempo a brandelli, con la pioggia e il vento. E c’è moltissima gente, anche vedovelle nel
fiore, che di quel solo morto seguita-
IN EVIDENZA
Calabria è terra antica e
fedele dove tutte le cose
van prese con dovuta
calma. Il drappo nero che
mettono sulla porta delle
case quando è morto
qualcuno, nessuno pensa
più a levarlo. Casca da sé
col tempo a brandelli, con
la pioggia e il vento.
no a portare il lutto tutta la vita.
L’oralità della gente calabrese mai
era stata resa con la sottigliezza che
caratterizza il linguaggio fiorito e
metaforico del giornalista.
In nessun altro paese come in
Calabria le farmacie fanno venire
voglia anche al forastiero di prendere
una seggiola ed entrare nella discussione. Parlatori di prim’ordine, ornatissimi patrocinanti, liberi maestri
d’eloquenza, c’è da starli a sentire
incantati; gente che parla con la
compostezza d’un re sul trono al
primo atto e col calore d’un predicatore quando stringe le viti alla perorazione, piacendosi straordinariamente del suono delle proprie parole.
Parla così fiorita e magnificente che
per le cose più correnti non le resta
che il dialetto. Trasandatona nei fatti,
agguerritissima nelle apparenze.
Avvocati come piovesse. (E molta
miseria, e molte mani stese).
C’è anche un riferimento al passato
industriale, se vogliamo, di questa
terra altrove dimenticata.
Eppure c’è stato un tempo, a dar retta
a un cronista della seconda metà del
Seicento, che a Catanzaro perfino i
poveretti vestivano di raso e di vellu-
to: e ciò al tempo che fioriva l’industria locale delle sete e dei damaschi e
ogni casa risuonava della musica dei
telai (più di mille su quindicimila abitanti), e alle fiere di Santa Chiara venivano mercanti da tutte le parti del
mondo e le sete più belle e di maggior
peso in città venivano a costar
pochissimo.
Splendore che finì a causa della
peste che stroncò il commercio.
Pochi sono stati gli scrittori in grado
di dipingere Catanzaro con una
prosa sincera, decantando la sua
posizione privilegiata.
Ma la vista spettacolosa è quella che
si gode su tutto il golfo di Squillace
dalle balaustre della via non per niente detta di Bellavista, che alla distanza di sei miglia dalla riva viene quasi
a essere una specie di lungomare,
tanto il mare ti pare d’averlo sotto il
viso e quasi berne gli effluvi; di fronte
al quale, per dirla col gran verso di
Pastorella, ogni volta te s’apre er core
come ‘no sportello.
. Tra i monti sopra Crotone e i monti
sopra Stilo l’imboccatura del golfo di
Squillace è d’una settantina di chilometri e l’orizzonte marino vi s’arcua
senza una vela che ne rompa il filo e
senza un fumo che l’appanni. A contemplare quella sconfinata pianura
celeste la città s’alza più di trecento
metri quasi a picco sulla confluenza
di due torrenti che poi s’aprono insieme la strada alla marina, raccogliendo corsi d’acqua, rotabili e ferrovia.
Monti dietro monti si levano a guardare la bizantina Catanzaro sedente
come in tronco sulla gran rupe
lustreggiante di fichi d’India.
Molto efficace è la descrizione di
ciò che in Calabria è la norma a
livello di pianificazione territoriale,
la terra fragile, che si muove, come
se qualcuno la spingesse a mare, e
toccante è il richiamo all’impegno
dell’uomo che cerca con tutte le
proprie forse, talvolta spesso con
MESSAGGI NEL TEMPO
di Daniela Ferraro
I fantasmi di luce
di Ferruzzano
Superiore
Pareti diroccate ma ancora
solidamente dignitose nella
sfida col tempo. L'erba si
arrampica su per le scale, invade i balconi, spia all'interno
delle porte divelte. Sommesso,
il sospiro del vento s'infiltra
attraverso i maestosi portali e
il muto intrecciarsi dei vicoli,
scivola sulle lunghe gradinate
che si perdono sull'erta oscurata dall'alta ombra delle case.
Ferruzzano Superiore, paese
”fantasma” della Locride,
dorme sogni di antica luce
pronto a ridestarsi al passo di
qualche curioso visitatore,
disperazione, di arginare la furia
degli elementi naturali
Sant’eufemia-Biforcazione
Pauroso è lo spettacolo delle frane.
Qui si vede che cos’è la terra quando
non ha più forza e sostegno, la terra
quando proprio le cascano le braccia, sfiancata dal diboscamento, smidollata dalle acque; qui si vede la
montagna in sfacelo, la natura che
va in perdizione. Qui si vede altresì
con quanta bravura, accortezza e
pazienza l’uomo sappia nella sua
piccolezza far fronte anche ai più neri
castighi di Dio; di quali ripieghi e sottilissime astuzie sia capace; come
pari i colpi e finisca sempre col prendere lui in mano le fila dell’azienda.
Si tratta, non si scherza, di rimettere
in piedi una montagna che sotto la
furia delle acque casca da tutte le
parti. Colmare stagni, prosciugare
paludi, rifare il letto ai torrenti, accomodare le pendenze, aggiustarne le
cadute, ritardare in cento modi la
furia delle acque che non abbiano a
nuovamente vibrando della
vita di ricordi indelebili.
Era il XVI secolo quando gli
abitanti della costa trovarono
su questa roccaforte naturale,
che si erge a strapiombo sopra
il livello del mare, l'adeguato
rifugio alle incursioni dei pirati. Divenuto, ben presto, centro fiorente di attività agricole
ed artigianali, cominciò a subire le sue prime rovine in occasione del terremoto del 1783
cui poi se ne aggiunse un altro,
ancora più disastroso, nel
1907. Ma già alla fine del 1800
molti giovani avevano comin-
fare impeto soverchio in un punto,
tutto questo appare già industrioso
meraviglioso buono e bello; ma non
fa però l’impressione che dà il vedere
una montagna oramai sull’orlo dell’estremo fallimento ripresa pei capelli e rimessa su con gli spilli: una montagna, che si dava per perduta, puntare i piedi, riaversi a poco a poco,
sollevare il capo mese per mese riverdeggiante. E le bullette, e gli spilli che
si diceva, sono milioni e milioni di
piantine di robinia ficcate sotto il
ciglio stesso delle frane, a far presa nel
terreno fra un diluvio e l’altro.
Questo sforzo non impedisce all’animo umano di levare canti che
sembrano usciti da qualche poema
omerico.
Il giornalista ha ben conscio però il
fatto che siamo in Italia, non in
Calabria, oppure sì in Calabria, in
quanto Italia e viceversa.
Da Caraffa a Cortale e a Maida, da
Maida a Nicastro, Sambiase,
Gizzeria: paesaggio italiano al cento
e uno per cento, tanto italiano che dà
quasi nel telone di teatro, nel ballo in
costume. Quasi troppo Italia. Cielo
cose persone piante animali fanno
talmente «quadro» che a ritrarle così
come sono anche il più manierato
dei pittori avrebbe scrupolo. E infatti,
quando l’avesse ritratta, chi mai gliela manderebbe buona una scena
come quella di queste pastorelle
aggiustate tra fiori e agnellini all’ombra degli ulivi, davanti alle quali due
caprette per giuoco inalberate si dàn
di cozzo con tanto smorfiosa eleganza che par quasi di vedere animato
un frontespizio settecentesco del
Pastor fido?
C’è poi un imprevedibile richiamo
ai colori, che rendono impareggiabile, quasi surreale e pittorico il
paesaggio calabrese, quello che
molti decenni dopo i giornalisti e gli
scrittori forestieri avranno difficoltà
a trovare e descrivere quasi occupati a dipingere e denunciare altre
piaghe sociali.
CHI È
ANTONIO BALDINI (Roma
1889 - ivi 1962). Collaboratore dei
maggiori giornali (dal 1924, del
Corriere della sera) e periodici,
redattore capo, dal 1931, della
Nuova Antologia. Emblematici
della produzione baldiniana sono:
Amici allo spiedo (1932), in cui
compaiono vivaci ritratti dei suoi
amici romani, pittori e letterati e
Diagonale
1930,
dedicato
all’Europa. Gli incontri parigini
(1930) sono narrati in La vecchia
del Bar Bullier, apparso nel 1934
con illustrazioni di Maccari mentre
gli itinerari culturali italiani formano Italia di Bonincontro (1940) e
Buoni incontri d’Italia (1942).
Giuseppe Fiorenza
ciato a lasciare le case di origine alla ricerca di lavoro in
America. Il flusso migratorio
venne, col tempo, sempre più
accentuandosi e le abitazioni
svuotandosi dei propri abitanti finché, a seguito del terremoto del 1978, il paese venne
dichiarato inabitabile.
Ma ancora qualcuno è rimasto: qualche anziano abitante
si è rifiutato di andare via.
Solido e tenace come muro
incrollabile, alimenta coi ricordi le ultime stille dorate del
suo sole ostinato che rifugge il
tramonto.
DOMENICA
21 OTTOBRE 2012
LA RIVIERA
27
Parlando
di...
CULTURA E SOCIETÀ
Intervista doppia
foto NOTIZIE
Calabria Day a
Lamezia Terme
Sabato 27 ottobre Lamezia Terme sarà
protagonista della seconda edizione
del Calabria Day, una giornata-evento
dedicata alla Calabria sana e propositiva. Scenari dell’evento saranno il
Chiostro di San Domenico, il Teatro
Umberto e Palazzo Nicotera. La mattina sarà dedicata a due sessioni tematiche di dibattito: “Innovazione Sociale
e Cittadinanza 2.0” e “Calabria in
movimento”, che saranno principalmente rivolti ai ragazzi delle scuole.
Verranno poi lanciati due bandi di concorso con lo scopo di portare progettualità e sostegno alle nuove realtà e ai
talenti di domani. Nel pomeriggio si
terranno una serie di workshop e di
incontri. Verrà allestito un percorso
creativo con mostre fotografiche, artigiane e di fumetti. Ci sarà un collegamento video con New York dove,
parallelamente, si svolgerà il Calabria
Day Usa, e uno spazio dedicato agli
strumenti di approccio al mondo del
lavoro e all’imprenditoria denominato
“Il caffè delle Arti e dei Mestieri”. La
sera sarà invece dedicata a spettacoli di
teatro, danza e musica. Ospiti Dario
De Luca con l’Omissis Orchestra e la
Spasulati Band.
I Ruggeri e la musica nella Locride
L’
MARA RECHICHI
estate appena passata ci ha fatto scoprire che la buona
musica notturna gira
intorno al nome Ruggero.
Non sono tanti a portare
questo nome, è un nome
raro. Dopo i Ruggero, normanni Re di Sicilia e dimoranti
nella nostra Mileto, il nome è
rimasto raro, dato a figli
maschi che si vuole importanti. E chi si chiama Ruggero è
già importante a partire dal
nome. Nella Locride, e in tutta la
provincia, in particolare, poi, se dici
Ruggero e pensi alla musica, fino a
qualche mese fa ti veniva in mente solo
lui, Ruggero Malgeri, l’adorabile
Patrone del Blue Dahlia, famoso art cafè
di Marina di Gioiosa che d’inverno ti
accoglie al chiuso del coloratissimo locale, e d’estate ti abbraccia a riva di mare.
Da qualche mese, però, se dici Ruggero
e pensi alla musica, nella Locride un
dubbio ti viene: di quale Ruggero stiamo parlando? Ruggero del Blue Dahlia
o Ruggero del Beach Side? Eccolo, è
arrivato anche l’adorabile Ruggero
Brizzi, direttamente dai microfoni di
Ponte Radio Unical e di Radio Venere,
x
Un talento di Gioiosa Jonica stupisce
il pubblico di Unomattina in famiglia
Tornano nelle corsie i
Pagliacci ClanDestini
Da giorno 22 ottobre 2012, dopo una
breve pausa per ricaricare le batterie,
per il terzo anno consecutivo riparte
l’attività del gruppo Pagliacci
ClanDestini dell’Associazione di
Promozione Sociale Freckles di
Reggio Calabria. Le attività si svolgeranno presso il reparto di pediatria
degli Ospedali Riuniti di Reggio
Calabria il lunedì e il giovedì pomeriggio dalle ore 15:00 alle ore 17:30 e il
sabato mattina dalle ore 9 alle ore
11:30. Presso il reparto è stata istallata
una cassetta della posta nella quale i
piccoli degenti potranno lasciare messaggi e disegni agli operatori.
L’Associazione ha attivato un nuovo
corso di formazione per nuovi volontari. Bisogna iscriversi entro e non
oltre il 5 novembre 2012.
dalla consolle del B-Side di Cosenza,
dalla vivacità mentale della penna
sopraffina scrivente su La Riviera. Ha
preso in gestione la parte dedicata all’intrattenimento di uno stabilimento balneare a Bovalino, il Beach Side appunto, e ha organizzato concerti di musica
dal vivo delle migliori band che hanno
animato le serate estive bovalinesi/locridee. Che dire, dunque? Che ci pare di
capire che se è vero che nome omen ed
il significato del nome Ruggero è “lancia
gloriosa”, se vuoi esser gloriosamente
lanciato verso i successi musicali, nella
Locride non è importante se sia a
Marina di Gioiosa o a Bovalino, l’importante è chiamarsi Ruggero!
Ehi, Ruggero e Ruggero, mi concedete
un’intervista doppia in stile Iene?
Hanno detto sì, ed è qui, per voi.
Nome, cognome, età. * R.M. Ruggero
Malgeri, Anta - R. B. Ruggero Brizzi, 27.
Dove sei nato? *R.M.: A Marina di
Gioiosa Jonica - R.B. Locri
Cosa ti piace di più tra: musica, letteratura, pittura e teatro? *R.M. Tutto
anche se per vari motivi quella che pratico
di più è la musica. - R.B. La musica, chiaramente.
Perché ? *R.M. Perche l’arte in generale
ti libera l’anima. - R.B. Perchè è ciò che
traccia più di tutte le altre arti, la mia vita,
privata e intima.
La Calabria conquista un prestigioso successo televisivo
grazie a Vincenzo Nizzardo. Il giovane talento originario di
Gioiosa Jonica ha ottenuto un importante trionfo all’interno della trasmissione “Unomattina in famiglia”. Lo scorso
sabato c’è stato lo scontro tra il Conservatorio di Trento e
quello di Reggio Calabria. Il rappresentante reggino è stato
proprio Vincenzo Nizzardo che,
accompagnato al pianoforte da
Chiara Barillà, ha conquistato un
netto successo. Nizzardo si è
espresso sulle note di “Se vuol ballare, signor Contino”, tratto dalle
Nozze di Figaro. Per il giovane
talento si tratta di un altro grande
riconoscimento, dopo i tanti
apprezzamenti ottenuti nei maggiori teatri italiani per l’interpretazione del personaggio di Frollo in
Notre Dame de Paris di Riccardo
Cocciante.
Umile e dal grande talento, il giovane ragazzo calabrese rappresenta uno dei più genuini simboli
della nostra terra. In festa il suo
paese, Gioiosa Jonica, che da anni
lo segue e lo sostiene. E Vincenzo
è molto grato a chi gli è stato e
continua
a
stargli
vicino.
Quest’estate ha, infatti, voluto fare
un grande omaggio ai suoi concittadini, organizzando uno spettacolo gratuito in piazza con l’esibizione di alcuni degli artisti protagonisti di Notre Dame de Paris. «Sono
orgoglioso di essere calabrese e mi sento onorato di portare in alto il nome del mio amatissimo paese. Sto vivendo
quest’esperienza con l’umiltà di chi sa di dover imparare
tanto e migliorare sempre di più».
tratto da facebook di Domenico Logozzo
DOMENICA
Chi è il tuo cantante preferito? *R.M.
Non saprei risponderti, no ho preferiti ho
solo un sacco di musica da ascoltare. R.B. Pochi dubbi su Lucio Battisti per
l’Italia e i Joy Division per il resto del
mondo.
Da piccolo ascoltavi lo Zecchino d’oro?
*R.M. Mago Zurlì no, ti prego. - R.B. No,
mai.
Cosa pensi del Festival di Sanremo?
*R.M. Non penso al Festival. - R.B. Non
si può prescindere!
E cosa pensi, invece, dell’Ypsigrock
Festival di Castelbuono? *R.M. Penso
che ci vorrei andare ma purtroppo lavoro.
- R.B. Non si può prescindere!
Che Festival vorresti nella Locride?
*R.M. Non saprei, bisogna avere il background per un evento del genere e ci vuole
la gente che partecipi, un festival è una
cosa seria e costosa. In ogni modo qualche ideuzza l’avrei, ma tranquilla nessuno
mi interpellerà. - R.B. Sarebbe bello tentare un festival di caratura nazionale, tutto
incentrato sui cantautori, emergenti e non.
Non credo ci siano moltissimi in giro e l’italia è una delle patrie europee e mondiali della musica d’autore che, purtroppo,
quando finisce in tv, si sminuisce, facendosi chiamare Pop.
Come vedi l’offerta “culturale” della
Locride? *R.M. Intanto c’è, qualcosa,
non molto ma c’è. Il problema è che non
LA VENDEMMIA
DEL BARONE
MACRÌ
Sabato 6 ottobre ha avuto
luogo “La vendemmia Ieri e
Oggi”, evento organizzato
presso l’Agriturismo Modi
nell’Azienda Agricola Barone
G.R. Macrì sita in c.da Modi di
Gerace. Al centro dell’incontro
una tavola rotonda che ha
avuto come tema principale di
discussione “AgriCultura: il
futuro dei giovani e lo sviluppo
territoriale tra storia e ruralità”.
Hanno preso parte all'evento
l'on. Antonio Caridi, l'on.
Antonio Tassone, il sindaco di
Gerace Giuseppe Varacalli e
l'on. Salvatore Galluzzo.
L'evento è stato moderato da
Nunzio Lacquaniti. Un modo
per rivivere il rituale della vendemmia tra tradizione, innovazione e confronto tematico.
21 OTTOBRE 2012
LA RIVIERA
28
la Riviera
Se pensate alla buona musica in zona il primo nome che vi veniva
in mente era Ruggero Malgeri, ma da quest’estate dopo l’esplosione
del Beach Side e del suo direttore artistico,
Ruggero Brizzi, la risposta non è più così scontata
c’è filiera, condivisione, accordo. Tutte
repubbliche indipendenti. - R.B. Il
Ruggero qui accanto, mi ha fregato gli
“Stato Sociale” (la band in assoluto più in
voga del momento), per un soffio, non so
se lo sa, ma da esperto e navigato uomo
qual è, è grazie a lui che il buon 80% dei
gruppi che ascolto oggi hanno fatto una
data nella nostra locride e oggi sono ai vertici delle classifiche italiane ed europee.
Lui ha scritto una pagina importantissima
per tutti noi, ma purtroppo ce ne accorgeremo tardi.Poi, non conosco i ragazzi del
N.O.I. Di Roccella, ma hanno un bellissimo programma, come anche il Locride
Summer Village. Per il resto, fare cultura
con i soldi pubblici è cosa troppo facile,
che nonostante tutto, riesce spesso anche
male. Da quel punto di vista la cultura è
subordinata alla politica, ed è meglio non
parlarne.
Che lavoro fai? *R.M. Oste della malora. -R.B. Gestisco il lido Beach Side di
Bovalino e lavoro presso La Riviera e
Radio Venere.
Sei soddisfatto del tuo lavoro? *R.M.
Insomma, la Jasmin Coast è dura. -R.M.
Di quale? :-D Si si, di tutti e tre!
(per R. M.) Qual è stata la serata che
non dimenticherai mai? *Una sera d’agosto del 2008 a chiusura del Festival Jazz
di Roccella, si presenta al locale alle 03,15
CYRO BAPTISTA & BEAT THE
DONKEY il gruppo di chiusura del festival e ci omaggia di un meraviglioso concerto durato fino alle 06.00 del mattino.
(per R. B.) Quale sarà la serata che non
dimenticherai mai? -Quando farò all’alba di una mattina d’estate la reunion dei
Police a Bovalino... :D
(per R. M.) Sappiamo tutti che le serate del Blue Dahlia cominciano a notte
fonda. Hai mai pensato di scrivere sulle
locandine l’orario esatto (quello del
giorno dopo, tipo le 2 del mattino) invece delle 23? * I nostri Concerti l’estate iniziano alle 01.00 anche perché purtroppo
la gente non arriva prima, in inverno iniziamo alle 00.30 se di sabato, negli altri
giorni 23,30/24.00. Mai scritto orari
immaginari nelle locandine di solito non li
scrivo perché i nostri clienti li conoscono,
certo mi piacerebbe anticipare, ma è cosa
più facile e dirsi che a farsi.
(per R. B.) A che ora cominciano le
serate nel tuo locale? Scrivo alle 23, ma
parto alle 23,45.
Per averlo nel tuo locale, per quale artista ti taglieresti la barba? R.M. Wiston
Tong — R.B. Per Capossela la barba, per
Paolo Conte anche altro...
Cosa pensi manchi al tuo locale? R.M.
Un pochino di spazio e la gente che lo
riempia.— R.B. Il nome, ma ce lo faremo
col tempo.
Sei mai andato nel locale di Ruggero?
*R.M. No. -R.B. A vogliaaaaaaa!
Dici qualcosa a Ruggero per convincerlo a venire nel tuo locale. *R.M. Stasera
viene Wiston Tong. -R.B. Rugg, fazzu ‘u
Negroni megghiu i tia, veni vidi veni....
Dai un consiglio a Ruggero per avere
ancora più successo. *R.M. Se cerchi il successo scappa. - R.B. Non ne
sono assolutamente in grado. Lui è il
profeta, c’è solo da seguirlo.
Come dovrebbe chiamarsi, in
alternativa, Ruggero? *R.M.
Essendo un nome normanno le
alternative sarebbero: Abelardo,
Boemondo o Serlone…..eheheheh
R.B. Salvatore, è un nome che vuol
dire tante cose e poi gli starebbe
bene....Turi d’u Blu Dalhia.
Saluta Ruggero e chi leggerà l’intervista. *R.M. Ciao Boemondo, fai il bravo
e saluti a tutti. -R.B. Ciao Ruggggg....
ti continuo ad aspettare e ciao a
tutti, vi aspetto al Beach!
Laboratori
FRANCESCO
Teatrali
LOCCISANO IN
Associazione
SCENA PER L’AIVA Culturale
Hymnos
L’AIVA (Associazione Ionica per la
Tutela del Verde e degli Animali)
organizza un concerto di beneficienza
per questa sera, alle ore 21:30, presso
l’oratorio della Chiesa di San Nicola a
Gioisa Ionica. L’evento è nato dalla
volontà del presidente dell’AIVA,
Raffaele Ragona, che ha voluto, tramite il concerto, sensibilizzare l’opinione
pubblica e chiedere alla comunità un
aiuto per poter continuare a prendersi
cura degli ospiti a quattro zampe. A
esibirsi sul palco sarà il musicista calabrese Francesco Loccisano.
L’Associazione AIVA nasce nel 2006
grazie a un gruppo di amici, amanti
degli animali, che hanno detto basta ai
continui abbandoni e maltrattamenti,
in particolar modo nei confronti dei
cani. Da allora, il gruppo è cresciuto in
maniera sensibile e, tramite il duro
lavoro e la passione per gli amici a
quattro zampe, è riuscito a realizzare
un progetto di grande importanza, la
creazione di uno spazio aperto nel
quale gli animali possono scorrazzare
liberamente. L’associazione ospita al
momento 55 cani. Tuttavia, l’AIVA
non si occupa soltanto di animali
abbandonati, ma
promuove anche
numerose iniziative
volte ad avvicinare i
bambini e gli adulti
alla realtà quotidiana del volontariato.
Da quest’anno sarà
inoltre possibile adottare i cani a
distanza o accoglierli per averli sempre
al proprio fianco. L’associazione ha
inoltre promosso varie attività che
hanno lo scopo di coinvolgere la collettività: dai giochi per bambini e per
gli adolescenti alle feste di piazza, con
la speranza di sensibilizzare un numero sempre più grande di persone per
una causa dalla grande importanza.
Proprio all’interno di questo contesto
si inserisce l’esibizione di stasera di
Francesco Loccisano. Un’occasione
unica per poter ascoltare della buona
musica reinterpretata dal musicista,
originario proprio di Gioiosa, che, con
la sua chitarra battente, i ritmi fluidi e
le melodie dinamiche farà un viaggio
all’interno della tradizione musicale
calabrese.
Sabato 29 Settembre alle ore 18,
l'Associazione Hymnos presenterà i suoi
Laboratori teatrali
all'Ex Magazzino Generale in piazza
Nassiriya a Locri.
Il piccolo stabile rosso, ospiterà vari laboratori, differenziati sia per fascia d'età che per
contenuti proposti.
Le attività avranno inizio il 15 Ottobre e si
concluderanno entro il 15 Giugno, periodo
in cui, grazie alla vostra partecipazione, la
graziosa piazzetta ed il suo piccolo anfiteatro
potranno vivere momenti di animazione.
Le iscrizioni saranno aperte fino al 10
Ottobre, il numero minimo di iscritti per
avviare ogni singolo laboratorio è di 10
partecipanti.
A condurre i laboratori saranno Maria
Antonietta Cristarella e Maria Pia Battaglia.
Maria Antonietta Cristarella
laboratori
bambini e ragazzi
I primi passi li ho mossi a Firenze, dove nel
1988 è iniziata la mia formazione teatrale
presso il “Laboratorio Internazionale
dell'Attore” di Paolo Coccheri. Le esperienze più significative sono state l'introduzione
foto NOTIZIE
Antonio Falcone su Fimmina TV in
“Work in progress... We are working for
you!” . Un cronista “beato tra le
donne”, lui che si occupa soprattutto di
cinema e cultura, è l’unico maschietto
(a parte i tecnici) in una squadra
composta da 15 giornaliste.
Il caso Fallara
al Metodo Mimico di Orazio Costa ed il
lavoro sulle maschere: Maschera neutra e
Maschere della Commedia dell'Arte. La
prima scrittura è arrivata proprio per il ruolo
d'una maschera: Pantalone! Finalmente
potevo essere uomo, vecchio e con
panzetta!
Seguirono anni di impegno costante in produzioni prevalentemente destinate al Teatro
Ragazzi.
I miei primi laboratori li ho avviati in collaborazione con “Lagattaturchina”, associazione romana che dal 1998 al 2005 ha
assorbito gran parte del mio interesse e della
mia creatività.
Ogni laboratorio è per me un'occasione di
crescita personale. Alla fine di un corso
ringrazio i miei allievi per la gioia datami
con la loro energia e partecipazione, ma a
dire il vero, credo di ringraziarli soprattutto
per avermi costretta a cercare nuove strade
e a trovare la chiarezza di idee necessaria
per comunicarle.
Maria Pia Battaglia laboratori per giovani e
adulti
Conduco laboratori teatrali per ragazzi e
insegnanti ispirandomi all' approccio rogersiano (Carl
Rogers è uno dei miei saldi riferimenti nell'
ambito delle relazioni).
Da molti anni mi dedico alla scrittura drammaturgica e alla regia dei miei spettacoli; li
allestisco prediligendo la dimensione artigiana del laboratorio, si lavora mettendo in
gioco le singole energie e creatività; passo
dopo passo, come in una bottega, si da
forma a qualcosa.
Essendo insegnante di Scienze Motorie,
cerco costantemente di integrare all'attività
di laboratorio, tutto ciò che ritengo pedagogicamente utile per i miei attori.
DOMENICA
ha un libro e la
prefazione di
Antonello
Caporale: «L’opera
apre le porte alla
nostra cattiva
coscienza, è la
denuncia del
grande teatro delle
omissioni, la prova
delle responsabilità
collettive. È
successo a Reggio,
ma sarebbe potuto
accadere anche a
Milano».
Politeama Siracusa a Reggio
Calabria. La prima serata dopo la
riapertura della storica sala reggina. É
scampata alla trasformazione in uno
store d’abbigliamento, grazie all’intensa
campagna mediatica autorevolmente
capeggiata da Renato Nicolini.
Marzi comune della provincia di
Cosenza, è in processione con la
Madonna del Rosario. La festa ricorda
il 7 ottobre 1571, quando a Lepanto la
flotta della Lega Santa sconfisse le flotte
dell’Impero ottomano. Il Papa Pio V
riconobbe l’aiuto della Beata Vergine.
21 OTTOBRE 2012
LA RIVIERA
29
Parlando
di...
La verità dell’Iride
di Benjamin Bowson
Divise sporche e
pennacchi d’onore
embra che ci sia in giro un complotto, teso a dimostrare la poca
inclinazione alla democrazia da
parte dei tutori dell'ordine. Dalla uno
bianca di Bologna ai poliziotti impietosi
di Padova. Da Contrada alla Diaz. Da
Mori a Ganzer. Da Giusti a Giglio.
Divise e toghe, presuntivamente, sporche. C'è chi è incondizionatamente a
favore e chi contro. Certo, gli uomini in
divisa ci stanno mettendo del loro per
farsi odiare. Però, di tutta l'erba un
fascio non si deve mai fare. Che questo
discorso lo faccia io vi parrà strano. In
realtà io posso farlo perché sono stato
l'uno e l'altro. Ho indossato con onore
la divisa e poi, ignominiosamente, l'ho
sporcata. Per i gendarmi vale il discorso
che vale per gli uomini. Le persone
sono buone e cattive. Ci sono bravi poliziotti e ceffi in divisa. C'è chi svolge la
professione con lealtà e chi si fa gli affari propri. Ci sono poliziotti che mai
avrebbero fatto piangere un bambino e
ci sono quelli di Cittadella. Ci siamo
tutti nel mondo, e tutti siamo buoni o
cattivi, in virtù della nostra natura e di
tante altre cose. Fin qui, un discorso
ovvio, di buon senso, che tutti potrebbero fare. Ma c'è, in chi critica in toto le
forze dell'ordine, un'obiezione che va al
di là delle colpe dei singoli.
Un'obiezione che è seria, non pretestuosa. Si dice che, in via di principio, tutelare la sicurezza e la difesa, soprattutto
dei più deboli, sarebbe tra tutte le professioni la più nobile e che tale ruolo
dovrebbe essere affidato alle persone
migliori. Però, guardando al reale, ci si
chiede, come una persona animata da
ideali giusti possa indossare una divisa
per conto dei sistemi statuali attuali,
così profondamente ingiusti? In Italia, a
esempio, come ci stai in divisa se chi ti
comanda sono certi politici, se le leggi
vengono prodotte da certi ceffi? Come
ci stai, se proteggi una classe padrona
quale quella italiana? Io non ho risposte
universali a queste domande, per una
volta. Ognuno ne dia la propria. Quello
che posso dire è che anch'io per anni ho
indossato una divisa, convinto di servire
il popolo.
B
R
I
G
A
N
T
I Il brizzolato
di Ruggero Brizzi
La vergogna corre sui binari.
x
L’accanimento
di Trenitalia con la Calabria
S
«È accanimento: solo con questa parola si può misurare
il grado di ferocia con la quale i dirigenti di Trenitalia
stanno continuando a trattare la Calabria». È quanto
afferma, in una nota, Nino Costantino, segretario generale Filt-Cgil della Calabria. «Infatti - ha aggiunto - ci
hanno comunicato la chiusura della biglietteria della stazione di Vibo Valentia a partire dal prossimo 10 dicembre e il relativo trasferimento dei lavoratori a Lamezia
Terme, Villa San Giovanni e Reggio Calabria. La motivazione di Trenitalia, ovviamente, è sempre la solita:
quella dell’antieconomicità in quanto sulla lunga percorrenza salgono e scendono, secondo i loro dati, da Vibo 5
passeggeri per ogni treno. Trenitalia, però, fa questo
conto solo con i treni a lunga percorrenza, cioé con quei
treni che per scelta delle Ferrovie dello Stato, sono stati
quasi cancellati dallo scorso dicembre. E questa motivazione a noi sembra suonare quasi come una provocazione: prima tagliano i treni, poi dicono che salgono meno
persone e infine chiudono le biglietterie. Infatti,
Trenitalia si guarda bene però dal dirci quanti passegge-
Suerte di Mario Leo Bruzzaniti*
Una mano
lava l’altra
E' chiaro che, a collaudare piagnistei ormai usurati
non siano più i soliti popolani (o populisti), agenti speciali a servizio dello status quo che si presentano come
salvatori della patria ma che il ventaglio di disgraziati
che sbracciano per espletare le loro perle di saggezza
ri salgono e scendono a Vibo sui treni regionali, su quelli che se anche in parte tagliati, vengono utilizzati dai
pendolari, dai lavoratori e dagli studenti». «Il sindacato
calabrese - ha sostenuto Costantino - non può più accettare uno stillicidio simile da parte di Trenitalia perché è
bene ricordare che, oltre alla biglietteria di Vibo, sono
già state chiuse quella di Crotone dal primo ottobre e
quella di Rosarno dal primo agosto. E molte altre
biglietterie erano già state chiuse da tempo. La strategia
di Trenitalia è ormai da tempo chiara: cancellare (come
hanno fatto) la lunga percorrenza, isolare la tratta jonica, rendere poco fruibile quella tirrenica, chiudere le
biglietterie delle stazioni: di questo passo l’alta velocità
non avrà neanche in futuro una benché minima possibilità di arrivare fino in Calabria. Questa è la linea dell’isolamento della Calabria di cui Ferrovie dello Stato e il suo
amministratore delegato, Moretti, sono i principali fautori». «Per questo motivo - ha concluso Costantino abbiamo già attivato le procedure di raffreddamento per
la proclamazione dello sciopero dei ferrovieri calabresi».
sia molto più esteso che dieci o quindici anni fa, sapete bene di cosa scrivo basta sapere cosa sono e come
funzionano i social network o “uomini&donne” vari .
E allora li vedi, tutti ad affannarsi sgolando per dire la
propria. Ognuno al centro del suo mondo, attenti a
non guardarsi troppo attorno, tutti ad imbellettarsi per
l'happy hour da otto euro.
Allora cammino per strada, questi antropomorfi esseri che corrono su e giù per una città che per quanto
bella sia non è bagnata da nessun sciabordio salato, li
osservo con i loro ombrelli e le loro ventiquattrore,
ognuno col proprio orecchio bionico parlanti al e del
nulla. Penso che non sia un problema di epoche storiche o chissà che programma di distruzione intellettuale del Popolo, penso piuttosto che per essere misantropi basta aprire gli occhi.
*(studente, Firenze)
DOMENICA
Veltrusconi
La notizia che il sommo Walter
Veltroni ha deciso che non si ricandiderà più è stata battuta dalla stampa
come quanto di più spiacevole e al
tempo stesso, onorevole, potesse fare
l'ex sindaco di Roma.
Repubblica ha dato il titolone della
prima pagina e all'interno del giornale
riproponeva, all'indomani della decisione, il vanto di essere stati i primi ad
avere la notizia.
Fazio, in serata su Rai Tre lo ospitava
quasi con le lacrime agli occhi in una
contemplazione che sfiorava il limite
della decenza.
Di certo, non starà partendo per la
guerra e aldilà di tutti i benefici che
ora potrà godersi senza neanche la
faticaccia di andare il parlamento, al
buon Uolter nessuno ha ricordato
che forse è stato il politico maggiormente responsabile del ritorno del
cavaliere mascherato al potere e dello
sfascio di tutta l'area di centro sinistra.
Se è riconosciuto che il suo “isolazionismo” all'elezioni del 2008 costò la
scomparsa della sinistra radicale dal
parlamento, in pochi sanno che come
responsabile Comunicazioni di massa
del PCI e seguendo la linea del partito all'epoca, aiutò a ratificare nel 1985
il decreto di Craxi che permetteva a
Silvio Berlusconi di aggirare la decisione di tre pretori del 16 ottobre
1984 di procedere al sequestro nelle
loro regioni di competenza del sistema che permetteva la trasmissione
simultanea nel Paese di tre canali
televisivi. Questo in cambio di Rai 3
al PCI.
La campagna elettorale 2008 poi, scopiazzata da Obama con gli odiosi “I
care”, “ma anche” e “We can”, che
nonostante tutto, i miei nonni non
avrebbero mai capito a dispetto di
quanto incise in comunicazione il
Berlusca, hanno fatto di Veltroni,
senza dubbio, uno dei migliori alleati
del cavaliere.
Non ci ammazziamo di pianti quindi
e non raccogliamo le firme per far
rimanere D'alema ora, cari compagni.
Lasciateli andare a riposare a casa,
non abbiamo perso nulla se non colui
che ha reso anticomunisti tutti i giovani di sinistra.
21 OTTOBRE 2012
LA RIVIERA
30
la Riviera
5
4
2
1
3
6
7
9 10
Blob of
the week
11
8
1 Tanti auguri Graziano, da Fabrizio e dalla
nostra redazione 2 La nostra valida collaboratrice Maria Giovanna Cogliandro 3 Promozione al
blob per l’amico Giacomo Crinò. Contento?
4 DJ Alfredo, divertimento allo stato puro. Sarà
in concerto alle 23,30. Luogo e data? Da indovinare... 5 Super-cannoli per super-eroi 6 I principi del foro: Peppe e Davide 7 Pietro o Prince of
Persia??? 8 Doppietta di Sindaci locridei: Giorgi
e Rocca 9 Mimmo monello 10 Non ci lasciare
soli in questo paese che va alla deriva, nostro
grande e unico salvatore!!! 11 Martina docet: «Il
telefono la tua voce» 12 Dichiarazione shock
dell’ ex sindaco di Siderno Riccardo Ritorto:
«Alle elezioni comunali, ho puntato sullo
Sgarlato sbagliato» 13 Dario Brunori ha fatto di
tutto per poter essere immortalato insieme al
nostro Pietro 14 Il brigante e le olive in salamoia
15 Insieme sono una forza... Davide e Peppe 16
Boat-Enz al bacio, Nicolò resisti! 17 La contiguità, a Reggio, è di strada 18 Facce da Kampus,
Patrizia Vianello 19 Antonio Diano e Daniele
Varacalli, questa è amicizia ultraventennale!
12
14
13
17
15
16
18
19
20
20 Siderno. Comunisti e socialisti, ancora dei partiti fratelli. Foto storica della panchina del comune
DOMENICA 21 OTTOBRE
2012
LA RIVIERA
31