"alle urne entro un anno". lettieri strappa gli applausi
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"alle urne entro un anno". lettieri strappa gli applausi
Scritto da Angelo Carotenuto da la Repubblica Napoli, 20-01-2008 Gianni Lettieri fissa il termine massimo. Un anno. «Fra un anno massimo si deve andare alle elezioni». Boato. Arriva da una platea che non è tenera e non fa sconti a nessuno, specchio di una città esasperata e insofferente. Sedie rosse, animo in fiamme. Specialmente verso chi rappresenta qualcosa. Non è furore giovanile. L´età media è sopra la quarantina. Il soprintendente Nicola Spinosa parla dei musei-orgoglio? La "società strutturata" in assemblea all´hotel Mediterraneo se lo sbrana. «Basta. Parliamo di rifiuti, non di Caravaggio». Il professor Martini, dipartimento Scienze e Vita del Cnr, porta la sua testimonianza di napoletano deciso a trasferirsi a Roma. Racconta che l´istituto ha in programma di assumere 1.200 giovani nei prossimi 2 anni. Troncato pure lui dalle ultime file: «Taglia, taglia. Sei fuori tema». Il presidente dell´Ordine degli ingegneri, Luigi Vinci, annuncia una tavola rotonda tra sperimentatori e teorici delle tecnologie più note, per «evitare pacchi come quelli che ci hanno già propinato». Niente da fare. Finisce triturato nella contestazione spietata di una sala turbolenta, simbolo di una Napoli precipitata al grado zero della fiducia verso le istituzioni. È questa la platea a cui Lettieri, presidente degli industriali napoletani, strappa applausi. Lo fa liquidando a sua volta, con gelo, la lunga e dettagliata relazione di Daniele Fortini, presidente di Federambiente, che pure era stato applaudito in precedenza. «Non abbiamo bisogno di esperti che ci dicano cosa dobbiamo fare. Lo sappiamo: siamo andati a Brescia - continua Lettieri - a convincere la Asm a partecipare alla gara per la gestione del ciclo. Abbiamo bisogno di istituzioni che escano dalla loro inettitudine e che si facciano carico dei problemi. Come a Salerno il sindaco De Luca. Giro il mondo e mi chiedono dei rifiuti, prima di parlare d´affari. Siamo diventati una barzelletta per la mancanza di scelte coraggiose. Con la provincializzazione del piano rifiuti, il problema si risolverebbe subito. Ma gli enti locali non la vogliono, perché così intascano la Tarsu e non devono provvedere alle spese. Ecco. Fra un anno massimo si deve andare alle elezioni». Non prima, aggiunge di lì a poco il professor Biagio De Giovanni, perché le istituzioni locali devono prendersi le loro responsabilità. Ascolta il mal di pancia della platea. Sussurra: «Non siamo mai stati così inquieti. Napoli è colpita. Serve un atto di orgoglio, nel silenzio imbarazzato e reticente di alcune forze politiche, e sotto l´attacco di altre che non hanno saputo svolgere il loro ruolo di opposizione. Serve una politica nuova, non l´antipolitica. La nostra città rischia l´emarginazione». Francesco Casavola parla di caso Napoli. «Siamo coperti di vergogna. I musei? Una falsa priorità. Ripristiniamo prima le condizioni minime di vita quotidiana, quelle che ci rendono uguali. Questa storia invece ci rende tutti diseguali». Cita «la fortuna di chi vive a Posillipo non solo grazie al suo talento ma anche per casualità» e la contrappone a «quelli che sono abbandonati all´incuria del caso, in condizioni appena appena diverse dagli animali». Avverte i pericoli «della dittatura di chi si trova in fortunata alleanza coi gruppi di interesse, ma dal caso Napoli - dice - può nascere un riscatto per la democrazia, e allora sarà una lezione per il Paese. Dipende da noi». Lo storico Aurelio Musi si fa portavoce di un appello politico, firmato tra gli altri da Dario Scalella, Umberto De Gregorio, Mario Rusciano, Rossella Paliotto, Valentino Alaia e Pietro Cerrito. Per l´azzeramento della giunta regionale e la nascita di una "giunta dei cittadini" al di fuori dei partiti che affianchi Bassolino per la gestione temporanea. L´appello è ovviamente rivolto al governatore. Platea spaccata, accuse di ambiguità: «Ma come, ora l´interlocutore diventa Bassolino?». Si alza una "compagna" di antico corso: «Dove eravate anche voi, intellettuali e industriali?». Con l´insofferenza entra in sintonia Ernesto Albanese (associazione "L´altra Napoli"): «Parliamo di rifiuti, e dimentichiamo la criminalità, l´aria pessima, il lavoro che manca, la qualità della vita. I cambiamenti nascono coi leader. Possiamo cambiare con questi qui?». Risposta in coro. Noooo. «Possiamo aspettare un anno o due?». Il coro è lo stesso. Pietro Cerrito, segretario regionale Cisl, annuncia un "Napoli Day" e allarga la discussione persino ai trasporti. «Solo questione di tempo: quanto costerà gestire queste faraoniche costruzioni?». Alla chiamata di Geremicca, arrivano Tullio Pironti, don Tonino Palmese e Antonio Pace (Ascom); l´ex assessore Guido D´Agostino, padre Pizzuti, Gennaro Ferrara, Aldo Trione, il rettore Ciriello. Un messaggio di Francesco Rosi, uno di Luca De Filippo, uno di Gerardo Marotta. C´è anche un bel pezzo di società che ha avuto un ruolo in questi anni. I partiti non sono invitati? In sala ci sono l´assessore provinciale al Turismo, Giovanna Martano, e tanti di quelli che hanno partecipato alle primarie del Pd: De Nigris, Lepore, Cananzi, Cammarota, Gravano, Rea. C´è l´ulivista deluso Cennamo. C´è Vincenzo Siniscalchi, che rinuncia a prendere la parola dopo 10 minuti d´attesa. C´è finanche un po´ di centrodestra, come il notaio Laurini (Fi) e il consigliere regionale Diodato (An). «Sono venuto ad ascoltare - dice - per tastare il polso alla situazione. La domanda di andare alle urne viene dal basso. Penso a mettere in piedi un´iniziativa per accelerare il processo. Ma attenzione: quest´ondata di indignazione rischia di travolgere proprio tutti».