Numero 17 Ugl Credito Informa (no alle gabbie salariali)
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Numero 17 Ugl Credito Informa (no alle gabbie salariali)
U.G.L. Credito Informa diritto del lavoro e divulgazione giuridica NO Numero: 17 Anno 2009 alle gabbie salariali Cosa sono le gabbie salariali ? Quando e come nascono ? Perché costituiscono un attacco al basilare principio di uguaglianza fra tutti i cittadini Italiani ? Lo spunto lo forniscono le notizie dei quotidiani: "Eminenti rappresentanti del governo minacciano la reintroduzione delle gabbie salariali ! " Intervista tratta dal quotidiano IL TEMPO del 25/08/2009 - Il segretario dell'Ugl Renata Polverini: no alle gabbie salariali -. «I salari differenziati? Noi abbiamo sottoscritto una riforma dei contratti che valorizza il secondo livello della contrattazione agganciandolo alla produttività e il governo si è impegnato a favorirlo con incentivi fiscali. Parlare quindi di gabbie salariali non ha senso e ci trova contrari.». «Agganciare gli aumenti di secondo livello alla produttività significa che dove c'è maggiore produttività la retribuzione è più alta. Finora questo meccanismo ha funzionato per le grandi imprese mentre quelle piccole e medie ne sono rimaste fuori. la differenziazione salariale è cosa ben diversa dalle gabbie salariali alle quali siamo contrari». Notizia ANSA 05/08/2009 - GABBIE SALARIALI: POLVERINI, AL SUD SALARI BASSI E TASSAZIONE ALTA ''Il Sud non solo sconta salari inferiori rispetto al Centro-Nord, come anche i dati della Cgia di Mestre rilevano, ma anche una tassazione a livello locale che in molti casi penalizza di piu' le famiglie meridionali, contribuendo ad un tenore di vita evidentemente piu' basso''. Renata Polverini al TG1 del 24/08/2009 «Salari differenziati? Ci vorrebbero salari più alti nelle arie più depresse.» Le "gabbie salariali" sono un sistema per dividere l'Italia in tante unità geografiche diverse nei cui ambiti territoriali si applicano paghe diverse per lavori uguali. Le "gabbie salariali" o come furono chiamate inizialmente "zone salariali", nascono nell'Italia devastata del dopoguerra, in una pesante situazione di emergenza economica, sociale e politica. Furono introdotte con l'accordo del 6 dicembre 1945 dalla Cgil (al quel tempo era l'unico sindacato) e dalla Confindustria. Valida per le sole province del Nord prevedeva la fissazione di 4 zone con una differenza di reddito tra la prima e la quarta del 14%. Pagina 1 --- Diffondi liberamente U.G.L. Credito Informa --- Un anno dopo, il 23 maggio 1946 tale accordo veniva esteso al resto dell'Italia. Nel 1948, a seguito della rottura dell'unità sindacale e della nascita dei sindacati Cisl e Uil, fu firmato da questi ultimi un accordo separato, che portava le "zone" da 4 a 13, con un ulteriore allargamento della forbice delle differenze salariali fino al 30%. Nel 1961, in pieno boom economico, grazie ad una forte contestazione dei lavoratori venne raggiunto un nuovo accordo che riduce le "gabbie" territoriali a 7, con una differenza salariale più ridotta, pari al 20%. Nel dettaglio, c'era una "zona zero" che comprendeva le province di Genova, Milano, Torino, Roma con un indice pari a 100; nelle zone 1, 2 e 3 con gli indici rispettivamente di 97, 95 e 92 si trovavano in gran parte le province del Centro-Nord; nelle zone 4, 5, e 6 con indici pari a 89, 84,5 e 80 c'erano infine le province meridionali e insulari. Sono con tutta evidenza i lavoratori del Sud le principali vittime di questo sistema salariale territorialmente discriminatorio. La forte crescita economica che proseguì per tutti gli anni '60, la conseguente crescita dei profitti imprenditoriali, resero sempre più intollerabile la condizione imperante di salari bassi e diversificati. Furono le dure e storiche lotte operaie del Sessantotto, del Sessantanove e degli anni a seguire a mettere in discussione le "gabbie salariali" rivendicandone l'abolizione. I sindacati, raccogliendo una forte spinta dal basso, lanciarono una vertenza nazionale sostenuta da scioperi e manifestazioni, ma anche da una diffusa mobilitazione a livello aziendale per chiedere la cancellazione di questo sistema salariale ritenuto discriminatorio, odioso ed ingiustificato. Il 21 dicembre 1968 fu l'Intersind (ossia l'allora associazione che rappresentava le aziende a partecipazione statale) ad accettare l'eliminazione della "gabbie", sia pure in modo graduale entro il 1971. Successivamente capitolò anche Confindustria. La quale, a seguito dello sciopero generale del 12 febbraio 1969 con ben cinque milioni di lavoratori che scesero in piazza, firmò l'accordo interconfederale del 18 marzo che eliminava le "gabbie". L'abolizione delle "gabbie salariali", che fu sancita anche per legge, rappresentò nel campo salariale, insieme alla scala mobile e ad aumenti contrattuali della paga base, uguali per tutti, una delle conquiste sindacali più importanti di quelle lotte. Perché metteva fine alle assurde discriminazioni territoriali, perché affermava il principio uguale salario per uguale lavoro, perché rafforzava l'unità economica e sindacale dei lavoratori su tutto il territorio nazionale e perché consolidava il sentimento di unità e identità nazionale. SI INVITANO TUTTI COLORO CHE SONO CONTRARI ALLA REINTRODUZIONE IN ITALIA DI QUESTO SISTEMA SUPERATO ED INGIUSTO AD INVIARE UN E-MAIL CON OGGETTO "NO GABBIE" ALL'INDIRIZZO [email protected] ( l'e-mail può essere vuoto o contenere commenti, a vostra scelta ). La redazione è stata curata dall ' avv. Rosario Francese Pagina 2 --- Diffondi liberamente U.G.L. Credito Informa ---