giornalino Ottobre 2006
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giornalino Ottobre 2006
Clandestino—Manu Chao Solo voy con mi pena Sola va mi condena Correr es mi destino Para burlar la ley Perdido en el corazón De la grande Babylon Me dicen el clandestino Por no llevar papel Pa' una ciudad del norte Yo me fui a trabajar Mi vida la dejé Entre Ceuta y Gibraltar Soy una raya en el mar Fantasma en la ciudad Mi vida va prohibida Dice la autoridad Solo vado con la mia pena Sola va la mia condanna Il mio destino è correre per burlarmi della legge Perso nel cuore Della grande Babilonia Mi chiamano clandestino Per non avere documenti Solo voy con mi pena Sola va mi condena Correr es mi destino Por no llevar papel Perdido en el corazón De la grande Babylon Me dicen el clandestino Yo soy el quiebra ley Solo vado con la mia pena Sola va la mia condanna Il mio destino è correre per burlarmi della legge Perso nel cuore Della grande Babilonia Mi chiamano clandestino Sono colui che spacca la legge Mano Negra clandestina Peruano clandestino Africano clandestino Marijuana ilegal Mano Negra clandestina Peruviano clandestino Africano clandestino Marijuana illegale Le parole di questa canzone nella loro semplicità esprimono tanto. Descrivono la condanna sofferta di tanti immigrati che, in fuga dalle città del Sud del mondo, dalla fame e dalle guerre si ritrovano in quel Nord che li condanna ad una vita clandestina sempre e comunque in fuga perché la loro non può essere una vita come le altre, le nostre. Qual è il destino di queste persone?...scappare e correre per la città senza meta, con il pensiero di una famiglia che è rimasta dall’ altra parte del mondo e con la speranza in un futuro migliore...Potremmo essere noi a migliorare il destino di queste persone, mettendo da parte sentimenti come l’egoismo ed evitando di farli sentire….fantasmi nella Vale R. città!. Prossime iniziative e attività • • Solo vado con la mia pena Sola va la mia condanna • Il mio destino è correre per burlarmi della legge Perso nel cuore Della grande Babilonia Mi chiamano clandestino Per non avere documenti Partecipazione al concerto della pace di Clusone. Organizzazione banchetto in occasione del ricevimento dei genitori. Partecipazione all’ attività di alfabetizzazione per aiutare gli alunni stranieri con la lingua italiana (si cercano volontari) Se qualcuno fosse interessato Livio & Nico 4°b o Profe Robert. ©copyright 2006. Tutti i diritti riservati. Solo voy con mi pena Sola va mi condena Correr es mi destino Para burlar la ley Perdido en el corazón De la grande Babylon Me dicen el clandestino Por no llevar papel In una città del nord andai a lavorare La mia vita la lasciai Tra Ceuta e Gibilterra Sono un confine nel mare Un Fantasma nella città La mia vita va proibita Dice l’ autorità Commento Ottobre 2006 L’ Editoriale Bentornati ragazzi, rieccoci anche quest’anno con il nostro giornalino “WE CARE”. Tutti o quasi ci conoscete o perché ci avete visto nei vari banchetti durante lo scorso anno, o durante il progetto di accoglienza o, naturalmente perché ci avete già letto. In questo numero tratteremo del difficile problema dell’integrazione nel nostro Paese di diversi popoli. Non parliamo solo delle migliaia di immigrati clandestini che raggiungono Lampedusa e le coste più meridionali della nostra penisola, ma anche e soprattutto del quotidiano, dei rapporti di ogni giorno con l’ALTRO. Tutti i giorni entriamo in contatto con persone di culture diverse dalla nostra sia all’interno della scuola, sia in ambito lavorativo, sia per mezzo di giornali e della televisione. Sono proprio i mezzi di comunicazione che ci obbligano al confronto con una realtà descritta come lontana dalla nostra, talmente lontana da diventare spesso un pretesto per nasconderla dietro all’aggettivo “difficile”. Difficile perché abbiamo paura di ciò che è diverso, che non conosciamo, che non rientra nei nostri schemi mentali; una paura che deriva anche dagli atteggiamenti estremisti di cui tutti i giorni veniamo a conoscenza. L’unico modo per superare i pregiudizi di cui tutti siamo portatori è convincerci che quello che leggiamo è solo la parte negativa di chi è altro da noi e che se cominciamo a conoscere le persone parlando con loro, ascoltandole e facendoci ascoltare, forse scopriremo più elementi di contatto che di divisione, di vicinanza che di lontananza. E questo, forse, è più facile per noi che a scuola abbiamo la possibilità di stare con ragazze e ragazzi che vengono si da lontano, ma che ora ci sono molto vicini. Livio & Nico e Daniela Robert PACE Il 28,29,30 settembre si è svolto sulla spiaggia della Guitigia, a Lampedusa, la tre giorni di musica dal vivo organizzata per il quarto anno consecutivo da Claudio Baglioni con lo scopo di sensibilizzare l’Italia e l’Europa sul drammatico problema dell’immigrazione clandestina. Di questa iniziativa ha parlato lo stesso Baglioni alla Conferenza internazionale sull’immigrazione che si è tenuta il 13 settembre a Bruxelles, nella sede dell’Europarlamento. Vi propongo alcuni passaggi di questo intervento che potrebbero essere utili anche alla nostra riflessione su alcuni aspetti dell’immigrazione che spesso ci sfuggono o che non amiamo affrontare. “Vengo senza bandiere, senza colori, senza tessere di partito…. Vengo nel cuore istituzionale d’Europa, nello spirito di “O-scia”, per sollecitare istituzioni, forze politiche, media e opinine pubblica a una riflessione autentica, profonda e non di circostanza su un dramma che riguarda il presente, ma anche l’equilibrio e lo sviluppo futuro del nostro continente e dell’intera area del Mediterraneo: il dramma dell’immigrazione clandestina. “O-scia” non è qui per porre un problema di solidarietà o formulare un generico appello alla carità e alla fratellanza. E’ qui per parlare di diritto, economia sicurezza. Per chiedere all’Europa di garantire a tutti- anche ai migranti: minori quasi sempre “invisibili”, donne, uomini- quei diritti universali e inalienabili che sono propri di ogni uomo, senza esclusioni né eccezioni; di concorrere a costruire opportunità di sopravvivenza, lavoro e sviluppo per quei Paesi dai quali sono più forti le spinte migratorie, di farsi esportatrice di pace, libertà, sicurezza e stabilità per tutte quelle aree che vivono un insostenibile e preoccupante deficit di tali valori……Perché l’Europa? Perché Lampedusa non è una zattera rocciosa alla fonda in un tratto di mare più vicino all’Africa che all’Europa. E’ un quartiere di Bruxelles. Un quartiere periferico, certo; per molti aspetti, forse, tra i più disagiati dell’intera unione. Ma lì vivono cittadini europei come tutti gli altri. Cittadini che dovrebbero godere almeno di pari diritti (visto che non si può parlare di pari opportunità) rispetto a chi vive a Parigi, Londra, Berlino o in qualunque altro piccolo o grande comune d’europa. Perché il diritto non si misura in chilometri e non diminuisce con l’aumentare della distanza che ci separa dal cuore delle nostre istituzioni. L’immigrazione clandestina è, dunque, un problema europeo ed esige una risposta europea……In certe condizioni, migrare non è una scelta. Al contrario: lo fa chi non ha scelta. In presenza di un’alternativa, nessuno rischierebbe tanto. Ebbene, l’Europa politica è chiamata a lavorare per costruire quell’alternativa. Se non per solidarietà, per necessità….” DANIELA ROBERT Se volete contattarci per consigli, informazioni varie, proposte e anche critiche scriveteci a: [email protected] oppure visitate il sito della scuola nella sezione dedicata al gruppo.Trovate anche tutte le edizioni del giornalino. L’immigrazione è un fenomeno che sta interessando l’Italia da alcuni anni e una delle conseguenze di questo movimento migratorio è che le scuole italiane sono sempre più frequentate da studenti stranieri. Noi del No Slavery, per sapere qualcosa in più su ciò che la nostra scuola fa per favorire l’integrazione con gli studenti stranieri, abbiamo deciso di intervistare il professor Rocco Carbone che è il referente della Commissione alunni stranieri della nostra scuola. Quanti studenti stranieri frequentano la nostra scuola? Qual è il loro paese d’origine? Gli studenti stranieri che attualmente frequentano la nostra scuola sono 37, e sono di varie nazionalità: marocchini (8), rumeni (4), albanesi (4), senegalesi (4), tunisini (3), boliviani (3), moldavi (2), croati (1), bosniaci (1), nigeriani (1), ghanesi (1), etiopi (1), colombiani (1), peruviani (1), cinesi (1), della Costa D’Avorio(1). Quali sono le opportunità che la nostra scuola offre per questi studenti? Ci sono attività particolari per loro? Nel nostro Istituto è presente un corso di alfabetizzazione e un protocollo d’accoglienza per questi alunni. Inoltre nella nostra scuola è presente dall’anno scorso la commissione alunni stranieri, che si occupa di far integrare questi studenti e di favorire l’intercultura (quest’anno nel corso “Cinema e cinema” saranno proposti film di registi che hanno vissuto nei paesi d’origine degli studenti stranieri che frequentano il nostro istituto, ndt) Gli studenti stranieri che frequentano la nostra scuola hanno svolto le elementari o le medie in Italia o nel loro paese d’origine? Esistono due tipi di studenti stranieri nella nostra scuola: quelli che sono in Italia da pochi anni e quelli che hanno frequentato almeno la scuola media in Italia. Coloro che fanno parte del primo gruppo, anche se con fatica, si stanno ambientando nel mondo italiano, gli altri non hanno avuto problemi perché sono cresciuti qui in Italia. Qual è il comportamento degli studenti stranieri nei confronti del mondo italiano? Alcuni si sono ambientati bene e frequentano associazioni sportive, oratori (svolgono il cre e partecipano alle gite organizzate); altri, invece, frequentano le persone della loro stessa etnia, chiudendosi alla completa integrazione col mondo italiano. Espo & Vale