Difesa sostenibile la confusione sessuale

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Difesa sostenibile la confusione sessuale
c a s e
h i s t o r y
Dottor Germinara, la
confusione sessuale oggi
sta vivendo un momento di
interessante diffusione. Quali
sono i suoi punti di forza
in termini di sostenibilità?
Basandosi sull’utilizzo di feromoni sessuali, sostanze naturali attive a bassissime dosi e
con tossicità pressoché nulla
verso l’uomo e altri organismi,
la confusione sessuale rientra
tra i mezzi a basso impatto ambientale, a tutela della salute
del consumatore e degli operatori. Risponde a pieno titolo
alla direttiva europea 128/2009
che impone l’adozione della
lotta integrata a partire dal 1°
gennaio 2014. Negli ultimi anni
poi si sono fatti passi importanti per renderla una scelta
sostenibile anche da un punto
di vista economico, grazie alla
possibilità di produrre, per alcune specie, le sostanze attive – i
feromoni – a costi più concorrenziali a parità di qualità. La
combinazione di questi fattori
ha determinato una maggiore
applicazione negli ultimi anni.
Poi c’è un ulteriore vantaggio
legato proprio alla natura del
metodo: dal momento che si va
a interferire sull’attività ripro-
1 Luglio 2013
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applicativo formativo basf
Difesa sostenibile
La confusione sessuale
Un metodo che sta vivendo un’interessante
e accresciuta diffusione, merito anche
dei miglioramenti nell’applicabilità apportati
dalle innovazioni frutto dell’evoluzione sia della ricerca
di base che della ricerca applicata
L
a confusione sessuale
è una tecnica di difesa
che consente di intervenire sulla riproduzione di alcune specie di insetti,
come la tignola e la tignoletta,
attraverso la distribuzione di sostanze attive (feromoni sessuali) che confondono il maschio
impedendogli così di individuare la femmina per l’accoppiamento. Una tecnica che negli
ultimi anni ha beneficiato di diverse innovazioni grazie all’evoluzione sia della ricerca di base
che della ricerca applicata. Una
tecnica, soprattutto, sostenibile
e che è oggetto dell’applicativo
formativo “Il metodo di difesa
con la confusione sessuale” realizzato in collaborazione con
Basf all’interno del Progetto Tergeo (www.tergeo.it), disponibile
come corso teorico-pratico per
le aziende vitivinicole socie di
Tergeo. Ne parliamo con Salvatore Germinara, ricercatore di
Entomologia generale e applicata presso il Dipartimento SAFE
dell’Università di Foggia.
il corriere vinicolo n. 25/26
Qui a sinistra alcune
immagini degli
incontri organizzati
in collaborazione con
Basf all’interno del
Progetto Tergeo
e dedicati a fare
il punto sulla
confusione sessuale
Il contributo
dell’industria
Dalle nuove conoscenze
scientifiche alla
realizzazione di un
prodotto finale vi sono
svariate fasi di messa a
punto. Questo è il compito
dell’industria che per
fare ciò si deve avvalere
delle migliori competenze
disponibili. “Basf - spiega
Gian Luca Tabanelli,
responsabile tecnico di
Basf - ha così sviluppato
una nuova tecnologia per
la confusione sessuale
della vite, che abbina
alla tradizionale miscela
feromonica, sostanze
ritardanti per un migliore
controllo della tignoletta.
Per questa ragione
l’applicativo Tergeo
rappresenta un momento
di confronto tecnicoscientifico e pratico, sugli
aspetti che caratterizzano
oggi la tecnologia della
confusione sessuale”.
t e r g e o
dalla teoria alla pratica
la sperimentazione
in piemonte
Dalla teoria alla pratica, quali i riscontri concreti dell’applicazione
in campo della confusione sessuale? Ne parliamo con Paolo
Viglione di Sagea Centro di Saggio che ha seguito negli ultimi
anni una sperimentazione in Piemonte condotta in diverse
condizioni pedoclimatiche ma sempre su vitigni a maturazione
tardiva per verificarne l’efficacia per tutte le generazioni di Lobesia
botrana. Le prove hanno interessato porzioni di vigneti di 5/7 ettari,
perché è un metodo che esplica le sue migliori performance su
areali di una certa ampiezza. Inoltre si è operato sia in zone dove
non era mai stata praticata, sia in zone dove invece c’era già una
storia di impiego del metodo.
duttiva della specie, nel tempo
- diminuendo la pressione degli
insetti - diminuisce la necessità
di combinare la confusione sessuale con eventuali trattamenti
anche chimici, così come c’è la
possibilità di ridurre il numero
di erogatori in campo. E questo
rappresenta un ulteriore contenimento dei costi.
Come si è mossa la ricerca
negli ultimi anni per
ottimizzare l’applicazione di
questo metodo?
La ricerca di base sta cercando di capire meglio i meccanismi fisiologici che entrano in
gioco, per migliorare il “mascheramento” del messaggio
delle femmine attraverso la diffusione del feromone artificiale
e confondere quindi il maschio.
Obiettivo: poter migliorare il
controllo delle diverse specie,
lavorando in maniera più mirata e focalizzata. Ad oggi sappiamo che i recettori antennali e
il sistema nervoso del maschio
investiti da un quantitativo elevato di molecole si desensibilizzano e non sono più in grado
di percepire e codificare il messaggio. Contemporaneamente
potrebbe intervenire anche un
ulteriore meccanismo che potremmo chiamare “sbilanciamento” del messaggio. Ovvero,
il feromone degli insetti è costituito da una miscela di sostanze
secondo un preciso rapporto.
Nel momento in cui mettiamo
in campo una di queste sostanze in quantità elevate il mes-
saggio feromonico della femmina in qualche modo viene
alterato, perché il rapporto tra
i componenti viene sbilanciato.
Oltre a questi meccanismi che
sono definiti “non competitivi”
vi è un ulteriore approccio detto “competitivo” nei confronti
dell’attrazione della femmina.
In questo caso vengono distribuiti in campo un elevato numero di diffusori che rilasciano tracce feromoniche simili a
quelle delle femmine e in grado
di “distrarre” i maschi.
E sul fronte della ricerca
applicata, quali
le innovazioni tecnologiche
messe a punto?
L’aspetto tecnologico su cui da
tempo si sta operando è quello
di assicurare un’erogazione dei
quantitativi del feromone artificiale costante e uniforme per
tutto il periodo di permanenza
in campo degli adulti. Il punto cardine è proprio riuscire a
mantenere l’erogazione oltre
una certa soglia – stimata intorno ai 20 mg/h per ettaro - consi-
derata quella limite minima per
ottenere l’efficacia del metodo,
per il più lungo periodo di tempo possibile. Una possibilità che
si realizza, ad esempio, aggiungendo una sostanza biologicamente non rilevante per l’insetto e con volatilità pari a quella
del feromone che, sulla superficie del diffusore, va in competizione con esso per i siti di rilascio e consente un’emissione di
quest’ultimo per un periodo più
lungo oltre il valore soglia.
Un’ulteriore innovazione è poi
costituita dai diffusori temporizzati, con un timer che regola
il rilascio secondo una precisa
programmazione in determinati momenti della giornata,
quando magari gli insetti sono
più attivi. Infine si sta cercando di sviluppare la “confusione
mobile”, realizzata, per esempio, mediante l’autoconfusione
che si bassa sul principio di far
diffondere il feromone direttamente agli insetti maschi, precedentemente venuti in contatto con una cera naturale carica
di questa sostanza. A.V.
L’applicazione in campo
“Il metodo di applicazione ideale della confusione sessuale
- spiega Ilaria Ferri, technical crop manager Vite di Basf - è
strettamente dipendente dal valore della tecnologia utilizzata:
migliore è la tecnologia migliori sono i risultati in campo. L’applicazione ideale è quella fatta a livello di comprensorio perché è
più semplice la gestione dell’insetto in funzione dell’omogeneità
di distribuzione della nube feromonica. Questo significa che per
ottenere buoni risultati in comprensori limitati bisogna adottare
semplici accorgimenti quali: rafforzare i bordi con un maggior
numero di erogatori e se ci sono zone sopravento occorre creare
fasce di protezione all’esterno del vigneto”.
Dottor Viglione, che risultati avete ottenuto?
Il primo anno abbiamo lavorato su un vigneto nella zona
del Barolo dove la confusione non era mai stata fatta e, come
atteso, abbiamo avuto dei risultati di efficacia medio bassi.
Statisticamente non differenti dal testimone di confronto non
trattato e anche inferiori a un classico trattamento chimico. Il
secondo anno siamo rimasti nello stesso vigneto, e come atteso
la confusione ha funzionato invece molto bene, con un grado di
efficacia superiore al 95% e migliore del testimone.
Poi abbiamo lavorato anche nell’areale del Barbaresco dove invece
la confusione era già stata realizzata in passato. Abbiamo messo
a confronto anche diversi tipi di erogatori e l’efficacia è sempre
stata superiore al 95%.
Funziona, quindi.
Sì, però è un metodo che va monitorato e gestito bene nei primi
anni in cui viene introdotto e soprattutto deve avere il “tempo”
di sviluppare la sua efficacia: dove non si è mai fatta confusione
il primo anno può verosimilmente dare risultati medio bassi. Il
feromone rilasciato deve infatti distribuirsi e “confondersi” con
quello realmente emesso dagli insetti per essere efficace. è un
metodo che però nel medio-lungo periodo incrementa le sue
performance: via via che passano gli anni, funzionando, fa sì che
le popolazioni di insetti diminuiscano sensibilmente e questo
consente di poter fare affidamento solo su questo metodo – almeno
in gran parte delle aree – senza supporto di trattamenti chimici.
Secondo aspetto da considerare è che più è diffuso sul territorio
più funziona. I migliori risultati si hanno nelle zone frutticole
dove ci sono estesi areali, es. in Trentino Alto Adige. Deve essere un
metodo di lotta comprensoriale: più il feromone che viene diffuso
è nell’aria in maniera omogenea e in un’ampia zona, più funziona
perché realizza una vera confusione.
Qual è l’interesse da parte delle aziende agricole?
Sono molto interessate, c’è una aumentata sensibilità nei
confronti della tutela dell’ambiente e il metodo risponde bene
a questi input. Soprattutto nei distretti enoturistici dove c’è
grande attenzione per la sostenibilità sociale e ambientale, per
la salubrità dei prodotti, dell’alimentazione e dell’ambiente in
generale.