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noi
Con il contributo e il patrocinio
del Comune di Thiene
alberto piovanelli · celine cardin · flavio
carraro · ivano scorzato · tarcisio corrielle ·
mino simonato · mariano caretta · oliviero
puccetti · luciano maculan · silvio pittui · diego
facci · francesco dal brun · sonia zambon
· sarah cattaneo · luisa mosele · ines bastin
· michela scorzato · curio piccin · antonia
zambon · silvia caretta · fiorenza anfuso ·
federica carraro · chiara carraro · margherita
stecchi
testo e sceneggiatura
flavio carraro e ivano scorzato
regia
rudy anselmi
coreografie
ines bastin
scenografie
cristina ceola e giuseppe battistello
costumi
nadia fabrello
Due Banche di Credito
Cooperativo unite per la
cooperazione in Africa.
suoni
nico ranzolin
service audio e luci
tessomusic
Biglietto ingresso € 10,00
Punti vendita:
· al teatro la sera
oppure nei seguenti punti vendita:
· filiali Banca Alto Vicentino
· filiali Banca San Giorgio
· edicola ospedale di Thiene e Schio
· libreria Bortoloso - Schio
· libreria Leoni - Thiene
Teatro Comunale
di Thiene
9 ottobre 2010
ore 20.30
pro Progetto Mambasa
IERI:
Mambasa è un villaggio situato
nel Nord Est della Repubblica
Democratica del Congo, un territorio
devastato dalla guerra civile dal 1996
al 2003. Nel 2002 la guerra ha
colpito Mambasa, provocando morti,
malattie, denutrizione, la perdita
della dignità e del diritto alla vita di
un’intera popolazione. La mancanza
di acqua potabile, la malnutrizione e la drammatica
situazione sanitaria hanno peggiorato un quadro già
critico colpendo lo strato sociale più debole: le donne e
i bambini. Nel 2005 nasce Progetto Mambasa, quando
Veterinari Senza Frontiere (SIVtro Italia) e Ingegneria Senza
Frontiere (ISF-Milano), attraverso
la cooperazione con Padre Silvano
Ruaro (missionario dehoniano
italiano che lavora nel Congo da più
di 30 anni), effettuano una missione
esplorativa con lo scopo di valutare
lo stato di malnutrizione della
popolazione e le risorse idriche del
villaggio di Mambasa.
OGGI:
L’impegno di SIVtro Italia e ISF-MI, nel rispetto della
complessa realtà territoriale locale, ha portato lo
sviluppo delle prime Cooperative Pilota di donne
dedicate all’allevamento di polli e la
costituzione dei Comitati dell’Acqua
impegnati nella creazione e gestione
di pozzi assicurando così il diritto
all’acqua potabile, bene primario
essenziale soprattutto per la
popolazione infantile.
Una partnership importante con L’Ospedale Centrale di
Mambasa (Zone de Santè), ha permesso al Progetto
di arrivare alle frange più bisognose della popolazione,
attraverso l’inserimento di una delle cooperative di donne
nel nucleo ospedaliero e la riabilitazione del pozzo. Tutti
gli “attori” locali del “Progetto
Mambasa” sono stati selezionati
con criteri di auto coinvolgimento
assumendo così il ruolo di
Formatori e Sensibilizzatori di
tutta la popolazione del villaggio.
DOMANI:
Il Tuo Aiuto darà la possibilità a
bambini sani e a donne con un ruolo sociale riconosciuto
di essere il motore di uno sviluppo sostenibile reale.
Ad esempio: con 25 € aiuti una donna a costituire una
cooperativa di allevamento di polli; con 25 € dai la
possibilità a un bambino di avere almeno 500 litri/anno
di acqua potabile.
Il codice IBAN della Banca Alto Vicentino (sede di Schio)
dove puoi fare il versamento è
IT54 P0866 9607 5000 0000 9407 04
o sul sito www.progettomambasa.it.
AD OGGI:
5 cooperative per l’allevamento di polli
5 pozzi per l’acqua potabile
coordinatori del progetto:
La casa dei Sogni
La Casa dei Sogni è una associazione, non a scopo di lucro,
legalmente costituita in data 11 ottobre 1999 da un gruppo
di Medici Veterinari e regolarmente iscritta nell’elenco delle
associazioni del Comune di Schio.
Fra le attività svolte finora vi è stata la pubblicazione di un libro
di fotografie il cui ricavato è stato utilizzato, in collaborazione
con il Centro Regionale di Scandicci (FI), per l’acquisto e
l’addestramento di 3 cani per non vedenti.
Nel 2004, con il patrocinio dei Comuni di Schio e di Thiene
e dell’ULSS n. 4 Alto Vicentino, ha curato la messa in
scena di uno spettacolo teatrale, “la Bella Addormentata
nel Bosco”, le cui rappresentazioni hanno consentito di
sostenere l’Associazione Telefono Amico 0445, l’Associazione
Integrazione Onlus di Villaverla, le associazioni NPH-Italia e
Lakay Mwen di Haiti.
Nel 2006 è stato preparato un nuovo spettacolo teatrale per il
quale si è fortemente voluta la collaborazione di una persona
diversamente abile, di uno psicologo e di un medico oncologo,
allo scopo di tradurre in azioni il concetto di integrazione e
di valorizzazione dell’individuo, testimoniando il fatto che
ogni persona è portatrice di valori unici e che le differenze
di ognuno rappresentano un arricchimento per tutti se non
esistono preconcetti, preclusioni o giudizi e se vengono create
le condizioni affinché ogni persona coinvolta possa offrire il
proprio contributo. “La spada nella roccia”, questo il titolo, è
stato rappresentato a Schio, Thiene, Isola vicentina, Folgaria,
Valdagno e, a maggio 2008, al teatro Comunale di Vicenza,
con un tutto esaurito. Con le sue undici rappresentazioni è
stato possibile raccogliere fondi per sostenere progetti di NPH
Italia, Associazione Integrazione Onlus, Lakay Mwen, Progetto
di Cooperazione Internazionale (H)Elp per l’Afghanistan 2006,
progetto Jonathan, progetto Schio-Sudan; il tutto grazie anche
al patrocinio della Provincia di Vicenza, dei Comuni di Schio,
Thiene, Santorso, Valdagno e dell’ULSS 4 Alto Vicentino.
Ed ora il nuovo impegno teatrale, una nuova commedia
liberamente ispirata al romanzo di Dumas di cui conserva solo
il titolo e qualche personaggio. Situazioni paradossali, colpi di
scena e suspence, comicità e battute a raffica terranno col fiato
sospeso gli spettatori fino all’immancabile finale a sorpresa. I
protagonisti sono sempre gli stessi, cui si sono aggiunti mogli,
figli, familiari e amici per un totale di 25 attori che rendono
questa avventura ancora più impegnativa delle precedenti, ma
forse per questo ancora più gratificante.
Noi abbiamo fatto la nostra parte, ora tocca a voi, al pubblico,
dare una risposta: “Lasciate ogni speranza ... voi c’entrate!”
IERI:
Mambasa è un villaggio di circa 40.000 abitanti, situato nella regione del
Nord Est della Repubblica Democratica del Congo (RDC).
Da secoli la relativa prosperità della popolazione è legata all’esportazione di
riso, legname e piccole quantità di risorse aurifere.
Dal 1965 al 1996 il paese ha vissuto sotto la dittatura di Mobuto,
spodestato solo dopo una violenta ribellione interna capeggiata da Kabila
con l’appoggio di Rwanda, Burundi e Uganda.
Nel volgere di pochissimo tempo gli alleati si trasformano in nemici facendo
scoppiare una sanguinosa guerra, che nel 2002, dopo aver devastato il
Congo per oltre sei anni, arrivò a Mambasa. Secondo autorevoli fonti, forti
interessi internazionali e multinazionali manovrarono l’odio e l’avversione
tribale scatenando barbarie e atrocità senza precedenti. Nel conflitto
congolese, in cui gli attori rivaleggiavano in crudeltà, è impensabile dire
quali villaggi o località abbiano sofferto maggiormente. Sicuro è solo il
numero dei morti: oltre 4 milioni... Siamo di fronte all’equivalente della
“prima guerra mondiale africana”.
Nel 2005 nasce il Progetto Mambasa, grazie a Padre Silvano Ruaro,
missionario dehoniano italiano che lavora nel Congo da più di 30 anni:
Padre Silvano chiede a Veterinari Senza Frontiere (SIVtro Italia) e
Ingegneria Senza Frontiere (ISF-Milano) di effettuare una missione
esplorativa con lo scopo di valutare lo stato di malnutrizione della
popolazione e le risorse idriche del villaggio di Mambasa.
OGGI:
Nei sopralluoghi effettuati dal 2005 ad oggi, sono stati valutati lo stato
di salute degli abitanti del villaggio e le condizioni di 32 punti d’acqua
attualmente in uso. Ne emerge un quadro allarmante dato che la
maggior parte delle fonti risulta inquinata con ricadute preoccupanti
sulla salute della popolazione: forme diarroiche croniche e malnutrizione
risultano fra le cause principali di decesso, soprattutto infantili.
Le precedenti iniziative di Padre Silvano Ruaro, con i pochi mezzi messi
a disposizione dalla missione cattolica e con il C.P.I.J.D. (Associazione di
Professori di Mambasa di meccanica, falegnameria, biologia e fisica) si
erano concentrate sul potenziamento delle risorse idriche portando alla
realizzazione di un laboratorio tecnico-idraulico.
Grazie al supporto di ISF-Mi si sono potuti realizzare i primi 5 pozzi ed
effettuare l’analisi dello stato dell’intero sistema idrico.
Oltre all’intervento di ISF-Mi, Padre Silvano ha chiesto collaborazione ai
tecnici di SIVtro Italia per lo sviluppo di cooperative per l’allevamento
di polli. Grazie all’aiuto degli specialisti SIVtro sono state costruite 5
cooperative per l’allevamento di polli.
BENEFICIARI OBIETTIVO 1:
ACQUA POTABILE PER L’INFANZIA
Attualmente non esiste alcun sistema di approvvigionamento idrico
adeguato.
Favorire l’accesso all’acqua potabile contribuirà alla diminuzione delle
malattie enteriche (gravissime e diffuse soprattutto nei bambini
al di sotto dei cinque anni).
Oltre ad azioni infrastrutturali, quali la costruzione di pozzi e
l’istallazione di sistemi di pompaggio adeguati, il Progetto Mambasa
prevede la formazione di tecnici locali, che possano gestire gli impianti
in completa autonomia, e la formazione della popolazione sulle
fondamentali norme igienico-sanitarie.
BENEFICIARI OBIETTIVO 2:
VALORIZZAZIONE DELLA DONNA
Oggi essere donne a Mambasa è incredibilmente complicato: anche
svolgere le più semplici pratiche quotidiane come raggiungere le fonti
d’acqua, coltivare i campi, accudire i numerosi figli, procurare la legna per
scaldarsi e per cucinare, è estremamente difficile.
La donna è il fulcro della famiglia, ma questo ruolo non viene riconosciuto
all’interno della realtà sociale di Mambasa: le donne subiscono violenze
dall’età adolescenziale anche da parte di membri della stessa famiglia e il
loro rapporto con l’uomo è di ossequioso rispetto misto a timore.
L’obiettivo del Progetto Mambasa è quello di valorizzare la figura
femminile attraverso la creazione di cooperative pilota, che divengano
centro di riferimento per la formazione in ambito rurale, la produzione
e la commercializzazione di prodotti zootecnici (che attualmente
vengono importati dall’esterno con costi elevati). Le cooperative saranno
un fondamentale punto di aggregazione e socializzazione, oltre a
garantire l’allevamento avicunicolo e la formazione del personale.
Inoltre valorizzando la figura femminile, in modo da rendere le donne
emancipate e autosufficienti mediante il supporto alle piccole associazioni
di produttrici locali e alla formazione
in ambito tecnico-gestionale, la lotta
alla malnutrizione conoscerà un nuovo
e importante impulso.