Asia ex Giappone: problemi si, ma per quanto?
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Asia ex Giappone: problemi si, ma per quanto?
041662 BSI-A-LETT. IT-06.04 2-06-2004 11:49 Pagina 1 Lettera finanziaria 06/2004 Dipartimento Asset Management Asia ex Giappone: problemi sì, ma per quanto? La performance del mercato azionario asiatico, nel 2003 intorno al 40%, sta deludendo gli investitori. Dopo un inizio d’anno positivo, in cui il mercato ha peraltro superato anche l’allarme legato all’influenza aviaria, i listini asiatici hanno perso terreno nelle ultime settimane, trascinati al ribasso da diversi fattori. Poiché tali fattori hanno poco a che vedere con un deterioramento dei fondamentali dell’area che, al contrario, rimangono solidi, le prospettive di medio/lungo termine ci sembrano buone. Ma quali sono i fattori che stanno impattando negativamente sul mercato e potrebbero continuare ad avere un’influenza negativa nel breve periodo? In primo luogo, l’attenzione degli investitori si sta concentrando sui problemi della Cina, motore di crescita e importante mercato di sbocco per le esportazioni di molti paesi dell’area. Con un tasso di crescita del PIL reale intorno al 9%, un forte aumento dell’offerta di moneta e del credito che sta alimentando un vero e proprio boom negli investimenti fissi, un tasso d’inflazione che, dopo anni di pressioni al ribasso sui prezzi, ha rapidamente superato la soglia del 3% e preoccupanti notizie riguardanti le crescenti difficoltà incontrate dalle imprese nel reperire le materie prime necessarie ai processi produttivi, l’economia cinese sta dando evidenti segnali di surriscaldamento. Mentre le autorità monetarie adottano misure restrittive nell’intento di frenare la concessione di crediti nei settori maggiormente surriscaldati, e riportare gradualmente la crescita ad un livello meglio sostenibile, gli investitori sembrano temere un “hard landing” dell’economia, ossia un brusco rallentamento che avrebbe ripercussioni anche su molti altri paesi dell’area. Ci sono, inoltre, almeno tre fattori globali che stanno facendo soffrire il mercato: 1) il timore di un progressivo aumento dei tassi d’interesse negli Usa, con ciò che questo comporterebbe in termini di minor afflusso di capitale finanziario verso i paesi emergenti, 2) l’aumento del prezzo del petrolio che riduce i margini di profitto delle imprese, e 3) l’aumento del premio al rischio dovuto alla difficile situazione geo-politica (è peraltro prassi abbastanza consolidata che i mercati emergenti si comportino peggio di quelli maturi in fasi di aumento del premio al rischio). Infine, un elemento che viene forse sottovalutato quando si parla di mercati asiatici è il fattore politico. Alcuni paesi dell’area hanno già affrontato le elezioni nei primi mesi del 2004, altri andranno alle urne entro fine anno e, proprio nelle scorse settimane, le vicende in India hanno mostrato come sorprese sul fronte elettorale possano turbare i mercati. Asia ex Giappone vs. Mondo: performance di Borsa Indici fatti 100 al 1 gennaio 2004 115 110 105 100 95 90 Asia ex Giappone Mondo 27.05.'04 20.05.'04 13.05.'04 06.05.'04 29.04.'04 22.04.'04 15.04.'04 08.04.'04 01.04.'04 25.03.'04 18.03.'04 11.03.'04 04.03.'04 26.02.'04 19.02.'04 12.02.'04 05.02.'04 29.01.'04 22.01.'04 15.01.'04 08.01.'04 01.01.'04 85 041662 BSI-A-LETT. IT-06.04 2-06-2004 11:49 Pagina 2 Lettera finanziaria Dipartimento Asset Management 06/2004 Quali le prospettive nel medio/lungo periodo? Come detto, i fondamentali dell’area sono solidi e ciò fa pensare che, a meno di sorprese negative (dalla Cina in particolare), l’attuale debolezza del mercato sarà limitata al breve periodo. L’economia dell’Asia ex Giappone cresce ad un tasso intorno al 6%, ben oltre la media del G7, e ha migliori prospettive di crescita futura, grazie ad un più rapido aumento della popolazione, alla crescita della produttività dovuta all’impiego di tecnologie via via migliori e a politiche monetarie notevolmente rilassate.Tutto ciò si accompagna ad un’inflazione in linea con quella del G7 e ad un surplus delle partite correnti che protegge le valute locali dalla ripetizione di pesanti svalutazioni tipo quelle degli anni novanta. A dire il vero, la situazione valutaria è attualmente di tipo opposto, in quanto la solida crescita economica e il surplus nei conti con l’estero potrebbero accentuare le pressioni per una rivalutazione delle divise dell’area. (Molti investono in Cina, attualmente, sedotti principalmente da tale prospettiva.) Non solo la Cina mantiene da anni un tasso di cambio “rigido” con il dollaro statunitense, nonostante i paesi occidentali la accusino di accaparrarsi in questo modo un vantaggio competitivo, ma anche altri paesi asiatici intervengono massicciamente sul mercato dei cambi per mantenere artificialmente competitive le proprie valute.Va da sé che un’eventuale rivalutazione delle divise dell’area potrebbe, almeno temporaneamente, impattare sulle esportazioni e quindi sulla crescita economica, ma non va comunque dimenticato che il crescente ruolo del commercio intraregionale e l’accelerazione della domanda interna potrebbero compensare un eventuale rallentamento dell’export. Il potenziale di crescita, dunque, rende attraente l’investimento azionario nell’area. Non è l’unico fattore inoltre, in quanto il mercato sembra ben protetto anche in termini di multipli. La crescita (di lungo periodo) attesa degli EPS sta nuovamente accelerando e la borsa asiatica tratta ancora a sconto rispetto a quella mondiale. Manuela Biondi Analisi e Strategie PIL reale: Asia ex Giappone vs. G7 (variazione percentuale a/a) 10% 8% 6% 4% 2% 0% Q3 2003 Q2 2003 Q1 2003 Q4 2002 Q3 2002 Q2 2002 Q1 2002 Q4 2001 Q3 2001 Q2 2001 Q1 2001 Q4 2000 Q3 2000 Q2 2000 Q1 2000 Q4 1999 Q3 1999 Q2 1999 Q1 1999 Q4 1998 Q3 1998 Q2 1998 Q1 1998 -2% Asia ex Giappone G7 “Nulla di quanto contenuto in questo documento può essere interpretato come un invito, un'offerta o una raccomandazione ad acquistare o a collocare investimenti di alcun genere o ad effettuare una qualsiasi altra transazione. Le informazioni e le opinioni contenute nel documento vengono fornite da BSI esclusivamente ad uso personale e a scopi informativi e possono essere modificate senza preavviso. 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