risposta sismica della rupe di celleno (vt): scelta di accelerogrammi
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risposta sismica della rupe di celleno (vt): scelta di accelerogrammi
Incontro Annuale dei Ricercatori di Geotecnica 2006 - IARG 2006 Pisa, 26-28 giugno 2006 RISPOSTA SISMICA DELLA RUPE DI CELLENO (VT): SCELTA DI ACCELEROGRAMMI NATURALI PER LA SIMULAZIONE DEL TERREMOTO DI BAGNOREGIO DEL 1695 Alessandro Pagliaroli, Beniamino D’Elia, Giuseppe Lanzo Dipartimento di Ingegneria Strutturale e Geotecnica, Università di Roma “La Sapienza” [email protected] Sommario Durante il terremoto dell’11 giugno 1695, la rupe di Celleno (VT) fu interessata con tutta probabilità da sensibili effetti di sito legati alle condizioni geotecniche locali e alla morfologia di superficie. Il comportamento dinamico della rupe durante questo evento storico è attualmente oggetto di studio attraverso l’esecuzione di analisi bidimensionali di risposta sismica locale. Nella presente comunicazione è presentata la procedura seguita per la scelta di accelerogrammi naturali, rappresentativi dell’evento del 1695, da utilizzare come input nelle analisi numeriche. L’impiego di differenti leggi di attenuazione ha consentito di stimare accelerazione di picco e spettro di risposta attesi su roccia. Gli accelerogrammi naturali sono stati selezionati sulla base non soltanto di criteri sismologici, ma anche attraverso parametri che consentono un giudizio oggettivo sulla compatibilità con lo spettro di risposta su roccia. Introduzione La scelta di accelerogrammi di input rappresenta una fase fondamentale sia nelle analisi strutturali dinamiche non lineari, richiamate esplicitamente dalle Norme Tecniche per le Costruzioni (DM 14/09/2005), dalla OPCM n.3274/2003 e s.m.i. e dall’Eurocodice 8, sia in quelle di modellazione della risposta sismica locale. Gli accelerogrammi devono in generale soddisfare un criterio di compatibilità con lo spettro di riferimento, ottenuto da specifiche analisi di pericolosità sismica (con metodo probabilistico o deterministico) o, in alternativa, imposto da normativa. L’esame della letteratura mostra (Bommer e Acevedo, 2004) che la tendenza attuale è quella di preferire accelerogrammi naturali, cioè registrazioni di eventi sismici, agli accelerogrammi generati artificialmente (artificiali) e a quelli sintetici ricavati da complessi modelli di sorgente e di propagazione delle onde sismiche. Gli accelerogrammi artificiali sono infatti generalmente caratterizzati da un eccessivo numero di cicli di grande ampiezza e quindi da un contenuto energetico irrealisticamente elevato. Gli accelerogrammi sintetici a loro volta, si basano su una complessa modellazione che richiede parametri, come quelli che caratterizzano la sorgente, affetti da notevoli incertezze. Gli accelerogrammi naturali non presentano le controindicazioni degli accelerogrammi artificiali e sono più facilmente reperibili di quelli sintetici, considerata la crescente diffusione di database europei e mondiali in siti internet appositamente dedicati. Tuttavia non esistono procedure comunemente accettate per la scelta dei segnali, in particolare in termini di criteri per valutare la compatibilità dei singoli accelerogrammi selezionati con lo spettro di riferimento e per stabilire eventuali fattori di scala da applicare. Nel seguito è illustrata la procedura seguita per la scelta di accelerogrammi naturali da utilizzare come input per le analisi bidimensionali di risposta sismica della rupe di Celleno, sede di sensibili effetti di sito durante il terremoto dell’11 giugno 1695. Il terremoto di Bagnoregio del 1695 Nel giugno del 1695 una forte sequenza sismica colpì la Teverina. Notizie storiche sull’evento sono disponibili sul database di osservazioni macrosismiche DOM4.1 (Monachesi e Stucchi, 1997), sul Catalogo dei Forti Terremoti (Boschi et al., 1997) o da studi più specifici sulla sismicità dell’area (Margottini e Molin, 1990). La scossa distruttiva, di intensità epicentrale Pagliaroli, D’Elia e Lanzo Incontro Annuale dei Ricercatori di Geotecnica 2006 - IARG 2006 Pisa, 26-28 giugno 2006 pari a VIII-IX MCS, preceduta da un forte foreschock (VIII MCS), avvenne nella notte tra il 10 e l’11 giugno alle ore 2.30 GMT (ore 7 italiane). Numerose sono le notizie riportate circa gli effetti del terremoto sull’ambiente e sul patrimonio sociale ed economico. Il bilancio delle vittime non fu elevato in quanto quasi tutti gli abitanti abbandonarono le abitazioni dopo il foreschock. Gran parte dei castelli di Bagnoregio, Lubriano, Ponzano, Vetriolo e Celleno furono distrutti. Per quanto riguarda gli effetti sulla rupe di Celleno risulta che, oltre le mura del Castello, furono particolarmente danneggiate le abitazioni edificate presso il bordo della rupe. Il catalogo DOM 4.1 attribuisce a Celleno una intensità risentita di VIII-IX MCS, uguale a quella dell’area epicentrale e maggiore di altri siti situati a distanza epicentrale uguale o inferiore. Quest’ultima osservazione, insieme alla concentrazione dei danni strutturali ai bordi della rupe, suggerisce l’ipotesi di sensibili effetti di amplificazione locale. Parametri del moto sismico su roccia associati all’evento sismico del 1695 Come parametri del moto sismico sono stati considerati l’accelerazione orizzontale di picco e lo spettro di risposta dell’accelerazione orizzontale su roccia in condizioni free-field. La loro stima è stata effettuata attraverso un approccio deterministico tramite relazioni di attenuazione. Queste esprimono i parametri del moto sismico in funzione di diversi fattori, tipicamente magnitudo dell’evento sismico, distanza del sito dalla sorgente e condizioni geologiche-geotecniche locali. Nello studio sono state considerate le leggi di attenuazione di Ambraseys et al. (1996) (di seguito indicata come AM96): 2 log y = b 1 + b 2 M S + b 3 log d JB + h 2 + b 4 S 1 + b 5 S 2 ± σ (1) e quella proposta da Pugliese e Sabetta (1989) (P&S89): 2 log y = b 1 + b 2 M S − log d ep + h 2 + b 4 S 1 + b 5 S 2 ± σ (2) dove b1, b2, b3, b4, b5 e h sono costanti determinate attraverso regressione dei dati sperimentali, σ la deviazione standard, y è il parametro sismico di riferimento (PGA, accelerazione spettrale o pseudovelocità per un dato valore del periodo), MS è la magnitudo delle onde superficiali, dJB la minima distanza del sito dalla proiezione in superficie della rottura di faglia (distanza di Joyner-Boore), dep la distanza epicentrale, S1 e S2 sono due coefficienti che tengono conto delle condizioni di sottosuolo, pari a zero se si stimano i parametri su roccia. I cataloghi sismici forniscono per l’evento dell’11 giugno 1695 l’intensità epicentrale (I0 = VIII-IX MCS) e la distanza epicentrale del sito di Celleno (dep=6,4 km). Dall’intensità epicentrale, tramite la correlazione empirica proposta nell’ambito del CPTI (1999), si può risalire alla magnitudo delle onde superficiali MS=5,8. Per MS=5,8 e dep=6,4 km, la relazione P&S89 fornisce un valore di picco dell’accelerazione amax=0,22g. A differenza della P&S89, la relazione AM96 richiede la minima distanza del sito dalla proiezione in superficie della rottura (dJB) che non è possibile stimare con precisione data l’incertezza sulla struttura sismogenetica associata all’evento del 1695. La dJB è generalmente inferiore alla distanza epicentrale e recentemente (Montaldo et al., 2005) sono state proposte alcune relazioni di conversione tra le due distanze che tuttavia, a causa principalmente del limitato numero di dati, non sono affidabili per distanze minori di 10-15 km. Ipotizzando dJB=5 km, la AM96 fornisce amax=0,22g uguale al valore ottenuto dalla P&S89. Le due leggi di attenuazione sono state successivamente impiegate per stimare lo spettro di risposta dell’accelerazione orizzontale su roccia associato al terremoto dell’11 giugno 1695. Esse forniscono una forma spettrale simile caratterizzata da una massima accelerazione spettrale di 0,5g in corrispondenza di un periodo predominate di circa 0,2 s. Scelta di accelerogrammi naturali rappresentativi dell’evento sismico del 1695 Successivamente, nel database europeo ESD (http://www.isesd.cv.ic.ac.uk/) e in quello del Pacific Earthquake Engineering Research Center (http://peer.berkeley.edu/smcat/), sono stati Pagliaroli, D’Elia e Lanzo Incontro Annuale dei Ricercatori di Geotecnica 2006 - IARG 2006 Pisa, 26-28 giugno 2006 ricercati accelerogrammi su roccia, in condizioni free-field, per coppie magnitudo-distanza dal sito prossime a quelle associate al terremoto dell’11 giugno 1695 e compatibili con lo spettro di risposta valutato al punto precedente (spettro di riferimento). Nella ricerca di accelerogrammi sulla base di criteri sismologici (cioè con riferimento a parametri quali magnitudo, distanza dal sito) vanno considerati i seguenti aspetti (Bommer e Acevedo, 2004): la magnitudo costituisce il parametro più importante nella ricerca in quanto influenza fortemente il contenuto in frequenza (quindi la forma spettrale) e la durata del moto; la distanza ha minore influenza sulla forma spettrale mentre condiziona sensibilmente l’ampiezza del moto sulla quale, tuttavia, si può agire applicando un fattore di scala all’accelerogramma; la durata cresce con la distanza ma tale incremento è in genere trascurabile dal punto di vista pratico; il regime tettonico gioca generalmente un ruolo secondario rispetto alla magnitudo e alla distanza sorgente-sito; se possibile, occorre evitare che una singola stazione o un dato terremoto siano eccessivamente rappresentati nell’insieme di accelerogrammi selezionati. Di conseguenza, trascurato il domino tettonico su cui peraltro non si hanno informazioni, la ricerca degli accelerogrammi è stata effettuata sulla base di una finestra piuttosto stretta di magnitudo (MS=5,8 ± 0.2) e più ampia in termini di distanza (d = 0÷30 km). Sulla base di questi criteri sono stati individuate le 12 registrazioni riportate in tabella 1. Agli accelerogrammi così individuati è stato applicato un filtro Bandpass definito dalle frequenze 0,2-15 Hz e quindi un fattore moltiplicativo costante (Fscala), riportato in tabella 1, in modo da scalarli al valore 0,22g previsto dalle leggi di attenuazione. Il passo successivo è consistito nell’accertare la compatibilità tra lo spettro di risposta degli accelerogrammi e quello di riferimento. Un giudizio quantitativo sulla similitudine tra due forme spettrali può essere espresso attraverso il parametro Drms, media degli scarti quadratici medi tra le corrispondenti accelerazioni spettrali (Bommer e Acevedo, 2004): D rms 1 = N ⎛ SA 0 (Ti ) SA S (Ti ) ⎞ ⎜⎜ ⎟ − ∑ PGA S ⎟⎠ i =1 ⎝ PGA 0 N 2 (3) dove N è il numero di periodi in corrispondenza dei quali sono specificati i valori spettrali, SA0(Ti) è l’accelerazione spettrale al periodo Ti relativa all’accelerogramma selezionato, SAS(Ti) è l’accelerazione spettrale dello spettro di riferimento al medesimo periodo, PGA0 e PGAS sono rispettivamente l’accelerazione di picco dell’accelerogramma e quella di ancoraggio dello spettro di riferimento. Il parametro Drms quantifica lo scostamento tra le forme spettrali e non la differenza in ampiezza. I valori di Drms calcolati per tutti gli accelerogrammi selezionati, rispetto allo spettro medio previsto dalla relazione AM96, nel campo di valori del periodo tra 0,1 e 1,0 s, sono riportati in tabella 1. Per la scelta degli accelerogrammi si è fatto quindi riferimento all’esame delle coppie DrmsFscala per ciascuna registrazione (figura 1): bassi valori di Drms indicano un buon accordo tra le forme spettrali mentre quanto più Fscala è prossimo all’unità tanto maggiore è l’accordo quantitativo tra le accelerazioni di picco e, generalmente, tra le ampiezze spettrali. Come è noto, è sconsigliata l’applicazione di fattori di scala troppo elevati in quanto conduce a contenuti di energia irrealistici per cui è opportuno utilizzare un Fscala < 2 o al massimo < 4 (Kramer, 1996). Per quanto riguarda il parametro Drms, Bommer e Acevedo (2004) suggeriscono valori massimi dell’ordine di 0,10-0,20 e comunque tali da assicurare un numero adeguato di accelerogrammi (almeno 5-7 registrazioni). In definitiva, si è scelto di assumere Fscala < 2,5 e Drms< 0,10 che conduce alla selezione di 7 accelerogrammi (figura 1). Non è superfluo notare che le stazioni di Gilroy #1 e Mt Wilson, inizialmente rappresentate da due registrazioni, sono presenti una sola volta mentre, tra le tre registrazioni dell’aftershock Pagliaroli, D’Elia e Lanzo Incontro Annuale dei Ricercatori di Geotecnica 2006 - IARG 2006 Pisa, 26-28 giugno 2006 del 15.09.1976 (terremoto del Friuli), soltanto una è stata selezionata. È stata quindi evitata anche una eccessiva rappresentazione di una singola stazione o di un dato evento sismico nell’insieme di input prescelti. Gli spettri di risposta dei 7 accelerogrammi selezionati e scalati alla PGA stimata su roccia sono presentati in figura 2 insieme con quelli medi desunti dalle leggi di attenuazione AM96 e P&S89. A titolo esemplificativo, per la relazione AM96, sono mostrati anche gli spettri corrispondenti alla media ± la deviazione standard. Si noti che, secondo quanto suggerito dalle normative europea e nazionale, la media degli spettri selezionati è non inferiore al 90% delle ordinate dello spettro di riferimento (AM96) nel campo di periodi 0-0,4 s di interesse per le usuali strutture (edifici in muratura di pochi piani). Bibliografia Ambraseys N. N., Simpson K. A., Bommer J. J. (1996). Prediction of horizontal response spectra in Europe. Earthquake Engineering Structural Dynamics, 25: 371-400. Bommer J. J., Acevedo A. B. (2004). The use of real earthquake accelerograms as input to dynamic analysis, Journal of Earthquake Engineering, 8, special issue 1: 43-91. Boschi E., Guidoboni E., Ferrari G., Valensise G., Gasperini P. (1997). Catalogo dei forti terremoti in Italia dal 461 a.C. al 1990 Versione 2. ING e SGA, Bologna. versione 3.1 su sito Internet http://storing.ingv.it/ctf/ CPTI (1999). Catalogo parametrico Terremoti Italiani. ING, GNDT, SGA, SSN, Bologna, 92 pp. Kramer S.L. (1996). Geotechnical Earthquake Engineering. Prentice-Hall, New Jersey, 653 pp. Margottini C., Molin D. (1990). La sismicità storica dell’area di Civita di Bagnoregio e Civita. In: Civita di Bagnoregio – osservazioni geologiche e monitoraggio storico dell’ambiente, una ricerca ENEA, Progetto Civita, Roma. Monachesi e Stucchi (eds.) (1997). DOM4.1, un database di osservazioni macrosismiche di terremoti di area italiana al di sopra della soglia del danno. GNDT, http://emidius.mi.ingv.it/DOM. Montaldo V., Faccioli E., Zonno G., Akinci A., Malagnini L. (2005). Treatment of ground-motion predictive relationships for the reference seismic hazard map of Italy. J. Seismology, 9, 295-316. Pugliese A., Sabetta F. (1989). Stima di spettri di risposta da registrazioni di forti terremoti italiani. Ing. Sismica, Anno VI, n.2. Tabella 1. Caratteristiche degli accelerogrammi naturali selezionati. Stazione Comp. Terremoto Cascia NS Valnerina 19.09.1979 Cerreto di Spoleto EW Umbria-Marche 14.10.1997 San Rocco EW Friuli aftershock 15.09.1976 Gilroy array #1 320 Coyote Lake 06.08.1979 Silent Valley 090 Palm Springs 08.07.1986 Mt Wilson 000 Sierra Madre 28.06.1991 Atina NS Lazio-Abruzzo 07.05.1984 Gilroy array #1 320 Morgan Hill 24.04.1984 Robic NS Friuli aftershock 15.09.1976 Tarcento NS Friuli aftershock 15.09.1976 Hercegnovi EW Montenegro 15.04.1976 Mt Wilson 000 Whittier Narrows 01.10.1987 Meccanismo normal normal thrust strike-slip reverse/oblique thrust/reverse normal strike slip thrust thrust thrust reverse/normal MS 5.84 5.6 6.0 5.6 6.0 5.6 5.8 6.1 6.0 6.0 5.8 5.7 dJB 6 12 9 9 26 10 12 16 12 6 22 21 PGA (g) 0.184 0.326 0.260 0.143 0.100 0.250 0.090 0.086 0.087 0.139 0.069 0.088 Fscala 1.20 0.68 0.86 1.54 2.16 0.88 2.44 2.55 2.53 1.58 3.19 2.50 Drms 0.073 0.090 0.049 0.077 0.085 0.086 0.098 0.102 0.088 0.126 0.112 0.171 3.5 1.2 Hercegnovi EW 3 Accelerazione spettrale, Sa (g) fattore di scala, Fscala 2.5 Mt Wilson 000 (W. N.) Silent Valley 090 Atina NS 2 Gilroy #1 320 (Coy. Lake) 1.5 1 Gilroy #1 320 (Morgan H.) Robic NS Tarcento NS Cascia NS Mt Wilson 000 (Sierra Madre) 1 Ambraseys et al., 1996 (media) Ambraseys et al., 1996 (media ± σ) Pugliese e Sabetta, 1989 (media) Cascia NS Cerreto di Spoleto EW San Rocco EW Gilroy #1 - 320 (C.L.) Silent Valley 090 Mt Wilson 000 (S.M.) Atina NS media accel. naturali 0.8 0.6 0.4 0.2 San Rocco EW Cerreto di Spoleto EW 0.5 0 0.05 0.1 Drms 0.15 0.2 Figura 1. Compatibilità tra gli spettri di risposta degli accelerogrammi selezionati e lo spettro di riferimento: fattori di scala applicati (Fscala) e media degli scarti quadratici medi (Drms). Pagliaroli, D’Elia e Lanzo 0 0.1 Periodo, T (s) 1 Figura 2. Spettri di risposta degli accelerogrammi selezionati scalati alla PGA attesa e spettri previsti dalle relazioni di attenuazione.