Araldino: chi sono?
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Araldino: chi sono?
ARALDINO: CHI SONO? L’araldino è il più piccolo della famiglia francescana, è colui che va aiutato nella crescita umana, cristiana e francescana. Il nostro compito è quello di “prendercene cura” e fargli scoprire la propria vocazione cristiana, accompagnandoli nella conoscenza di Francesco e Chiara, quali modelli da seguire per incontrare Gesù. Per prenderci cura di loro non serve una buona didattica e nemmeno un buon sistema di intrattenimento, basta fare esperienza e vivere quei valori che vogliamo trasmettergli, sperimentarli fino a farli diventare propri. L’araldino si presenta a noi con la sua corporeità, le sue facoltà intellettive e psicologiche, il suo spirito e per prenderci al meglio cura di lui è importante avere di lui una conoscenza profonda che va dal sapere quali sono i suoi hobby, il suo piatto preferito, la squadra del cuore, fino a come vive il rapporto con i genitori, chi sono i suoi amici, come va la sua vita. Il percorso formativo che andremo a proporre agli araldini deve tener conto della fascia d’età che abbiamo di fronte. È importante offrire una formazione specifica per araldini della scuola elementare e araldini della scuola media. Quello che proponiamo di seguito è una conoscenza sullo sviluppo sociale, affettivo e cognitivo dell’araldino per ogni fascia d’età, in modo tale da poter avere qualche maggior conoscenza che possa aiutarci nella realizzazione della formazione che vogliamo far vivere ai nostri araldini. ARALDINO 6/8 ANNI SVILUPPO SOCIALE ED AFFETTIVO L’ingresso nella scuola elementare rappresenta per il bambino un delicato momento di passaggio. Varcando la soglia egli passa sotto una nuova giurisdizione, perde il suo status di unicità ed impara ad essere “uno dei tanti”. Questo significa avere responsabilità e compiti nuovi, deve inoltre adattarsi a non essere il centro dell’attenzione e di cure, dovere, in breve, affrontare un nuovo tipo di svezzamento abbastanza difficile per un essere ancora egocentrico. I coetanei assumono un posto preminente nella vita del bambino. Dal punto di vista affettivo, fino a questo momento, l’unico modello di identificazione è rappresentato dalla famiglia; con l’allargarsi del suo mondo, il bambino trova un numero sempre maggiore di modelli con cui identificarsi e tra questi può rientrare anche l’animatore. La sua personalità si costruisce sulla base di una lunga serie di identificazione, ma non tutti i rapporti affettivi sono positivi. Possono esistere anche rapporti di tipo negativo: sono quei rapporti, ad esempio, presenti nel caso della gelosia e della rivalità, della collera e del risentimento, dei contrasti con gli adulti. Sono reazioni che ciascun bambino può esibire nei confronti degli altri e,in particolare, nei confronti di coloro che egli vede non più come completamento, ma come limitazione della sua persona. Per aiutare lo sviluppo affettivo del bambino è necessario ricordare che il normale sviluppo della persona non dipende dall’assenza di problemi affettivi, ma dal modo in cui questi vengono affrontati e risolti. Il compito degli adulti, in questo senso, è quello di aiutare il bambino ad affrontare i propri sentimenti e le proprie reazioni in modo che non diventino un ostacolo tale da sopraffarlo e da compromettere il suo regolare sviluppo. Di fronte a certi comportamenti può essere facile irritarsi con lui, ma è invece più opportuno sforzarsi di capire il perché delle sue emozioni. È opportuno anche sforzarsi di capire che il bambino non solo è molto 1 esuberante, ma la punizione data potrebbe renderlo più aggressivo,anche nei confronti di persone diverse da quelle che lo hanno punito. Il bambino deve sentire che la sua esuberanza è accettata e che l’adulto interviene a frenare i suoi impulsi solo quando è necessario, senza andare subito su tutte le furie. Conviene, invece, indirizzare la sua esuberanza verso forme di espressione meno pericolose cercando di sviluppare la sua capacità di autonomia. Anche la curiosità è un’importante motivazione che in questo periodo agisce nel fanciullo. Essa spinge a domandare, a cercare, ad esplorare, e sorge ogni volta in cui si è di fronte a qualcosa di nuovo. Il compito degli adulti consiste, quindi, nel cogliere con sensibilità e serenità le esigenze espresse o sottintese dai ragazzi. SVILUPPO COGNITIVO È fase durante la quale riesce a rappresentare mentalmente gli oggetti e può usare i simboli (l’imitazione differita, il gioco di finzione, il linguaggio). Le azioni mentali non sono ancora sistemate e coordinate fra loro, viene considerato un solo aspetto alla volta del compito, non ci sono ancora le operazioni mentali (azioni interiorizzate). Ciò che in questa fase ostacola le operazioni mentali è l’egocentrismo (il bambino pensa al mondo solo con la sua prospettiva, incapacità di decentrarsi dalla propria visione, conseguenze negative sulla capacità di ragionare sulle relazioni), l’animismo (tendenza ad estendere le caratteristiche degli organismi viventi anche agli essere inanimati), la rigidità (tendenza a pensare gli oggetti e gli eventi nell’ordine in cui sono stati originariamente sperimentati, per cui i bambini non riescono ad invertire mentalmente le sequenze) e il ragionamento prelogico (il ragionamento non è ancora logico; i bambini non sanno compiere né deduzione, né induzione, ma compiono ragionamenti trasduttivi: tendono a vedere una relazione causale che non esiste tra due elementi concreti solo perché i due elementi si verificano insieme, oppure invertono causa ed effetto). ARALDINO 9/10 ANNI SVILUPPO SOCIALE ED AFFETTIVO Durante questi anni il bambino sviluppa sempre più la capacità di “mettersi nei panni degli altri” e sente maggiormente l’influenza dei suoi compagni. Quando genitori, insegnanti e compagni, si trovano tutti d’accordo sull’adeguatezza di certi valori o di certe azioni, allora tutto va bene. Quando, invece, i comportamenti incoraggiati dai compagni o da altre persone sono in contrasto con quelli favoriti dai genitori e dagli insegnanti, allora il bambino si trova in una situazione di conflitto. Il modo in cui il conflitto viene risolto dipenderà in gran parte dal valore relativo che hanno per il bambino i genitori e d i compagni. Il gruppo dei coetanei diventa importante in questo periodo perché fornisce l’occasione per imparare ad agire con i propri simili, ad affrontare l’ostilità, a sviluppare un’immagine più positiva di se stesso. Facendosi più grande il bambino scopre che molte soddisfazioni dipendono dal far parte di un gruppo. Cercherà quindi di esservi accettato. Nello stesso tempo, però, i ragazzi sono anche piuttosto cauti nei loro approcci, essi sanno ben poco di quanto viene considerato corretto o sbagliato in quel nuovo ambiente e devono, quindi, procedere a forza di tentativi. In questo periodo non risulta importante l’aspetto fisico, gli interessi particolari, mentre diventa importante la differenza di sesso. Infatti in questa fase diminuiscono i rapporti con quelli del sesso opposto. Il fanciullo si dimostra sempre più indipendente dai genitori. 2 SVILUPPO COGNITIVO In questa fascia il bambino riesce a decentrarsi dal proprio punto di vista, il pensiero è organizzato in operazioni mentali: forme interiorizzate di azioni precedentemente sperimentate sul mondo fisico. Essi possono annullare l’effetto di un’azione mentale, eseguendone un’altra. Organizzano mentalmente degli elementi in base a determinati criteri. Classificano gli oggetti in gruppi basandosi su certi criteri, individuando le relazioni fra i gruppi. ARALDINO 11/13 ANNI SVILUPPO SOCIALE E D AFFETTIVO In questa fase, che riguarda il periodo della scuola media, il ragazzo è molto condizionabile. La famiglia ha una funzione ambivalente: essa resta un punto di riferimento unico e privilegiato , ma ciononostante il ragazzo sente il bisogno si uno “spazio di autonomia” nel gestire il proprio tempo, nella scelta degli amici, nell’esprimere opinioni. Comincia la presa di coscienza di sé come individuo per arrivare al grande interrogativo “chi sono?”. È un’età che facilmente ancora oggi viene definita “felice”, ma si dimostra in realtà fragile, soprattutto in forza di pesanti condizionamenti socioculturali e della crisi di valori di riferimento. Il conflitto tra il desiderio di essere ancora bambini e nello stesso tempo adulti, li rende estremamente mutevoli. separarsi da genitori e reggersi sui propri piedi, prendere le proprie decisioni ed impararsi ad assumersi ruoli e responsabilità adulte richiede una dura lotta. È questa l’epoca in cui i ragazzi hanno un bisogno folle di incoraggiamento e di lodi da parte degli adulti. In questo periodo importantissimi sono due fenomeni: la ricerca dei modelli e il conformismo. Sono due facce della stessa medaglia: da una parte cercano modelli a cui ispirarsi, dall’altra cercano il proprio io paragonandolo e mettendolo in relazione con gli altri. Vogliono essere come gli altri, sono ansiosi di piacere ai compagni, sentono il peso delle attese che hanno nei loro confronti gli amici, la scuola, i genitori. La stessa ambiguità riguarda i valori. I ragazzi cominciano a chiedersi quali sono le cose più importanti della vita. Istintivamente vorrebbero parlare dell’amicizia, della generosità, della lealtà. Tuttavia si sentono proporre quotidianamente i miti del denaro, del successo, del piacere. E sanno bene che per questa società sono i valori che contano. L’amicizia è un capitolo importante in questo periodo: per gli undicenni gli amici sono quasi sempre quelli dello stesso sesso, mentre dai dodici anni in poi inizia a nascere l’interesse per l’altro sesso. SVILUPPO COGNITIVO In tale fase il pensiero è al massimo livello e il ragazzo è in grado di condurre ragionamenti corretti senza la necessità di partire da un dato di esperienza e di verificare il ragionamento attraverso un dato di esperienza. Egli infatti è capace di sviluppare un ragionamento ipotetico - deduttivo, probabilistico (ovvero compiere operazioni logiche su premesse ipotetiche e ricavarne le conseguenze appropriate). Ragionamento sulle astrazioni: capacità di ragionare sulle cose mai sperimentate direttamente. Applicare la logica: capacità di prendere una proposizione generica e calcolare le conseguenze sulla base del “se-allora”. 3 Problem solving avanzato: capacità di costruire ipotesi, elaborare mentalmente risultati e prospettare varie soluzioni possibili prima di sottoporle a verifica. Gli undicenni sono curiosi, amano lavorare in gruppo e sono competitivi. A 12 anni il pensiero del ragazzo è meno caotico e comincia a sentire il piacere di esercitare la propria intelligenza, comincia a capire il significato di alcune parole astratte e tende a lanciarsi nelle cose da fare con entusiasmo ed energia. A 13 anni il ragazzo si sente padrone delle sue capacità espressive e intellettuali, prova piacere a suscitare problemi e a discutere. Si appassiona ai temi e vuole “dire la sua”. È tipica in questa fase l’attrazione per problemi generali, siano essi filosofici, artistici, politici o sociali e la tendenza a spaziare nel futuro e a formulare progetti. MEZZI FORMATIVI Gli araldini hanno bisogno di un’animazione mirata e specifica, che diviene efficace se tiene conto delle esigenze e delle attitudini, del mondo interiore, della storia familiare e della crescita di ognuno. In poche parole è importante “conoscere a fondo” i nostri araldini. Solo in questo modo si può progettare per loro un cammino che potrà portare frutto. È necessario quindi programmare, già ad inizio anno, il percorso che si vuole far intraprendere, mettendo in evidenza gli obiettivi generali che si vogliono raggiungere. Per fare questo è essenziale usufruire del testo nazionale, che annualmente ci viene proposto, integrandolo con altri strumenti offerti dal Centro nazionale, regionale e dalla Chiesa locale. Elementi essenziali, che non dovranno mancare nella crescita umana, cristiana e francescana dell’araldino sono: - l’impegno “la Promessa”, facendo in modo che egli la senta propria e riesca a metterla in pratica nella sua vita; - il servizio, stimolarli ogni giorno nel compiere non solo grandi, ma anche piccoli gesti verso gli altri fratelli; - la povertà, aiutare gli araldini ad apprezzare e attuare l’essenzialità nell’uso e nelle scelte delle cose; - la responsabilità, far partecipare in modo consapevole l’araldino all’aiuto del prossimo e del creato, attraverso le cose di ogni giorno, mediante l’esercizio di mansioni semplici; - il rispetto verso l’altro e tutto ciò che ci circonda; - il perdono, valore da non sottovalutare che va trasmesso sin da piccoli; - l’amore per la vita, facendogli capire che essa va rispettata e amata perché dono di Dio. L’animatore potrà trasmettere loro tutto questo in primis con l’esempio (dobbiamo essere noi i primi a mettere in pratica ogni giorno questi valori a sentirli propri) e l’Amore che dovrà caratterizzare il nostro rapporto con ognuno di loro. Non dobbiamo dimenticare di essere strumenti nelle mani di Dio e che quindi non bisogna avere timore o paura di aiutare i nostri araldini a crescere sull’esempio di Francesco e Chiara. Alcuni suggerimenti pratici per un incontro formativo tenendo conto dell’araldino che abbiamo di fronte… Un incontro formativo potrebbe essere diviso in: 4 - animazione con bans (intanto che si aspetta l’arrivo di tutti gli araldini per poter iniziare l’incontro) preghiera iniziale formazione con attività per raggiungere gli obiettivi prescelti giochi e merenda (quest’ultimo potrebbe essere un ulteriore momento di fraternità per scambiare qualche chiacchiera con i nostri araldini e permettere anche a loro di fare fraternità) Araldino 6/8 anni Per un incontro con gli araldini di questa fascia sarebbe opportuno iniziare con la semplice preghiera del padre nostro, prima di addentrarsi nel vero e proprio incontro. Se durante gli incontri ci avvaliamo di una storia, di un racconto del vangelo, di un passo delle Fonti si potrebbe pensare, invece di leggerli, di rappresentarli scenicamente o magari di utilizzare un video, storie fumetto o quantomeno rappresentate attraverso disegni. Per le attività da svolgere durante gli incontri sono consigliabili quelle pratiche: costruire oggetti manualmente con vari materiali, disegnare, cacce al tesoro, giochi mirati al raggiungimento dell’obiettivo preposto. Araldino 9/10 anni Con gli araldini di questa fascia l’incontro potrebbe iniziare con una preghiera che si avvicini alla tematica che andremo a trattare durante l’incontro. Anche in questo caso, come nella fascia precedente, se durante gli incontri ci avvaliamo di una storia, di un racconto del vangelo, di un passo delle Fonti si potrebbe pensare, invece di leggerli, di rappresentarli scenicamente o magari di utilizzare un video, storie fumetto o quantomeno rappresentate attraverso disegni. Le attività in questo caso possono essere anche meno pratiche per permettere agli araldini di avere un maggior confronto verbale, e quindi utilizzare fogli con domande chiavi a cui poter rispondere; in ogni caso potremmo avvalerci di testi di canzoni, video, prove (come anagrammi, rebus, indovinelli), cacce al tesoro. Araldino 11/13 anni Per gli araldini delle medie come per la fascia 9/10 anni si potrebbe pensare di utilizzare all’inizio dell’incontro una preghiera che si avvicina alla tematica che si andrà a trattare nell’incontro stesso. Avendo di fronte ragazzi più grandi è importante dare loro maggior spazio al confronto e alla discussione. Si potrebbe pensare all’utilizzo di testi di canzoni, stralci di film, immagini, mimo, brainstorming, prove (come anagrammi, rebus, indovinelli). Anche con gli araldini di questa fascia è possibile dare delle domande chiavi alle quali poter rispondere per iscritto, così da fare esprimere anche coloro che molte volte non riescono a condividere il loro pensiero in modo verbale. Questi sono solo piccoli suggerimenti, ma è normale che ognuno può dare spazio alla propria fantasia e, tenendo conto dell’araldino che ha di fronte, ideare le migliori attività che possano aiutarlo a comprendere al meglio i valori che gli si vuole trasmettere. 5