Legambiente FVG presenta le innovative applicazioni della “pirolisi”

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Legambiente FVG presenta le innovative applicazioni della “pirolisi”
Legambiente FVG presenta le innovative applicazioni della “pirolisi”
Legambiente FVG ha presentato un prototipo innovativo di “cucina pirolitica”, brevettato dal Dott.
Daniele Della Toffola, in piazza a Cormons (GO), il 20 e 21 dicembre, durante la festa pre-natalizia
organizzata dall’Associazione Commercianti di Cormons grazie all’operosità dell’Assessore al
Bilancio e Cultura Paolo Nardin.
L’Amministrazione comunale di Cormons ha chiesto di poterlo presentare in anteprima e di fornire
anche una dimostrazione di cottura di stuzzichini preparati con prodotti tipici locali di qualità, a
chilometro zero, da far degustare al pubblico.
Una dimostrazione di stufe pirolitiche si era già tenuta due anni fa nei pressi del Municipio e come
allora anche questa iniziativa ha riscosso grande attenzione da parte del pubblico incuriosito dalla
novità, prestando molta attenzione alle spiegazioni fornite sui principi di funzionamento della
cucina pirolitica e all’efficacia della cotture degli stuzzichini risultati assai graditi.
Il bilancio della dimostrazione di “cottura pirolitica” è il seguente: sono stati utilizzati circa 12Kg di
pellet e prodotti circa 3.5 kg di biochar; ciò equivale ad aver sequestrato 10 kg di CO2.
Questo prototipo presenta un’evoluzione rispetto ai modelli precedenti i quali abbisognano di
ricariche all’esaurimento del combustibile. Questo invece funziona in continuo, h 24. Basta
caricare di pellet il serbatoio e l’alimentazione viene regolata meccanicamente.
Ma che cosa è la “pirolisi” e quali sono i vantaggi di queste cucine?
Sostanzialmente la pirolisi è una dissociazione delle molecole delle sostanze organiche che avviene
grazie all’apporto di calore e in assenza di ossigeno. Infatti, mancando il comburente (l’ossigeno
contenuto nell’aria) il combustibile non brucia, ma si disgrega liberando gas (syngas) e oli (“TAR”).
In particolare nelle stufe presentate, il syngas e gli oli liberati e con l’apporto di aria secondaria
questi sono incendiati e si sprigiona così la fiamma che non si sviluppa dal combustibile come
avviene nelle normali combustioni, ma distante dal combustibile proprio perché a bruciare sono i
prodotti della pirolisi.
I vantaggi derivano dal fatto che, come nel nostro caso che utilizziamo legname, dal processo di
pirolisi, solo una parte del Carbonio (C), di cui è costituita la pianta, entra nei processi chimici che
si generano, mentre il restante (circa il 20-30%) rimane come residuo del processo. Alla fine non
rimane cenere ma “biochar”: una sostanza costituita da Carbonio quasi interamente puro; un
residuo dalle sembianze del materiale in ingresso al processo, solo dalle dimensioni più ridotte e
tutto nero carbone. E’ così che questo carbonio residuato è catturato all’atmosfera,
immagazzinato e destinato proficuamente ad altri impieghi (in agronomia, in siderurgia, nei
sistemi di filtrazione, ecc.). Ciò significa che una parte dell’Anidride carbonica (CO2), “digerita”
delle piante durante il processo di azione clorofilliana, non è restituita all’atmosfera, ma
“imprigionato” nel “biochar” sotto forma di Carbonio. E’ un grande risultato rispondente al
Trattato di Kyoto e agli obiettivi della UE di riduzione delle emissioni di CO2.
Altri vantaggi importanti sono le ridottissime emissioni con i fumi di molte sostanze inquinanti e
pericolose. Inoltre le stufe sono di ridotte dimensioni rispetto alla potenza erogata. Sono
relativamente semplici da costruire e quindi economiche. Possono fornire calore in impianti
cogenerativi come avviene in quello sperimentale in funzione presso la Comunità Montana, a
Resiutta (UD), dove la caldaia pirolitica è abbinata a un motore Stirling che fornisce acqua calda ed
energia elettrica a un edificio pubblico.
Si può prevedere che, grazie alla grande disponibilità in regione di legname e materiali legnosi di
scarto (ancora sotto utilizzati), alle facilità d’impiego, alle ridotte dimensioni e al costo
conveniente di caldaie, stufe e cucine pirolitiche, queste applicazioni potrebbero trovare,
soprattutto per uso familiare e non solo, larga diffusione nella nostra regione e non solo. Infatti,
potrebbero diventare un ottimo sostituto degli ormai obsoleti impianti tradizionale i quali
prossimamente troveranno grosse limitazioni di utilizzo proprio a causa del loro importante
impatto ambientale come dimostrano gli studi effettuati in regione sia dall’ARPA-FVG, sia
dell’Università di Udine.
Il tabellone illustrativo esposto in piazza a Cormons.
Il Dott Daniele Della Toffola con il suo prototipo di cucina pirolitica effettua i test preliminari alla
dimostrazione di cottura. Si nota una finestrella di ispezione sotto la piastra di cottura da dove si
intravvede la fiamma (supera i 1000°C) che riscalda la piastra alla temperatura desiderata.
Il Dott Daniele Della Toffola regola la potenza di fiamma della “cucina piroplitica”.
Prototipo di cucina pirolitica funzionante in continuo (è costruito con materiali di recupero).
Si notano il serbatoio del pellet, la piastra di cottura, il tubo di fumo dal quale le emisioni sono
invisibili, il raccoglitore (verde) del biochar che residua.
Il Dott Daniele Della Toffola fornisce delucidazioni ad alcuni cittadini.
Il contesto della festa pre-natalizia a Cormons e l’Assessore al Bilancio e Cultura Paolo Nardin.