Campus,èl`oradelbando

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Campus,èl`oradelbando
PROVINCIA
SCHIO
MARTEDÌ 11 NOVEMBRE 2003
Santorso/1. La ricostruzione dell’investimento dell’altra sera e le testimonianze dei giovani Lutto nella famiglia Cai
Lafrenata,ilbottoeleurladisperate
Èmorto“Fiore”
amicodeimonti
Lagiovanegravementeferitaèancorainprognosiriservata Uccisodalmale
Secondoivigiliilguidatoredell’Opelavevabevutoalcolici
di Paolo Rolli
«Una frenata prolungata e terrificante, poi un botto e le
urla disperate». È questa la testimonianza di una donna che si trovava davanti al bar "Favorita" di Santorso
l’altra sera al momento del drammatico incidente in
cui tre giovani sono stati falciati da un’auto impazzita,
e che è stata raccolta dalla polizia municipale.
Scene drammatiche, quelle che le prime persone accorse si sono trovate davanti agli occhi lungo la provinciale delle Garziere, a poche decine di metri dall’incrocio con la statale 350: una ragazza immobile a terra, due
giovani feriti, altri due visibilmente impressionati.
Roberta Locallo, la ventisettenne di Marano rimasta gravemente ferita, si
trova adesso all’ospedale
di Vicenza, dove l’altra sera è stata immediatamente trasferita a causa della
gravità delle condizioni.
La giovane ha riportato
un trauma cranico e la
frattura di una gamba: i
sanitari sono prudenti e
non hanno ancora sciolto
la prognosi, ma sembra
che non vi siano lesioni cerebrali.
Solo alcune contusioni,
invece, per Cristian Grendene, di Zugliano, ed Ales-
sio Danzo di Schio, entrambi ventottenni, che
sono stati medicati al "De
Lellis". Incolumi, infine,
Federico Grendene, 27 anni, fratello di Cristian, e
Mirco Sessegolo, 27 anni,
di Schio, che completavano il gruppo di cinque
amici appena usciti dal
bar per bere un aperitivo
prima di andare a cena in
compagnia, e che hanno
fatto in tempo a scansarsi
prima che la Opel Tigra
guidata da Simone De Napoli, 26 anni, di Thiene,
piombasse loro addosso.
Anche De Napoli è rimasto ferito, in quanto nel-
A sinistra quel che rimane dell’Opel Tigra. A destra e sotto il luogo dello schianto alla “Favorita” (Foto Studio Stella)
l’impatto contro un’Alfa
156 posteggiata lungo la
strada ed un muretto, dietro il bar, la Tigra si è capovolta e si è fermata su
un fianco. Il conducente,
che nell’incidente ha subito diversi traumi, una volta estratto dall’abitacolo
nel quale era rimasto incastrato e stato trasportato
e ricoverato all’ospedale
di Schio. In base a quanto
rilevato dalla polizia municipale consortile, che si
sta occupando del grave
episodio, sembra che al
momento dell’incidente
De Napoli fosse alla guida
sotto l’effetto di sostanze
alcoliche.
Alcuni testimoni, tra i
quali gli stessi giovani addosso i quali è piombata
l’auto, hanno riferito agli
agenti che la Tigra viaggiava lungo la provincia-
le delle Graziere in maniera irregolare, a zig zag da
un lato all’altro della strada, ed a velocità non moderata.
La Tigra è uscita di strada in un tratto rettilineo:
probabilmente il conducente ha perso il controllo
ed ha sbandato verso sinistra, puntando il muso
verso alcune auto posteggiate in un piccolo slargo
dove in quel momento si
trovavano i cinque giovani. Alcuni di loro si sono
accorti dell’incombente
pericolo ed hanno fatto in
tempo a scansarsi: Roberta Locallo, invece, è stata
investita in pieno, rimanendo quasi incastrata
tra la Tigra e l’Alfa 156, e
rimanendo senza sensi
sotto il muso dell’auto.
L’allarme è subito scattato, ma l’ambulanza medicalizzata dell’ospedale
di Schio era impegnata in
un altro intervento, e così
alla Favorita sono intervenuti medico ed infermieri
del turno smontato da poco, che capendo l’emergenza non ci hanno pensato due volte, sono balzati
sul mezzo così com’erano
e sono giunti in pochi minuti.
La polizia municipale
di Schio ha ieri proseguito gli accertamenti, ponendo sotto sequestro la
Opel Tigra ed informando
l’autorità giudiziaria.
«Uscivamodalbar,siamostatiabbagliatidaifari
poiquell’autoimpazzitahatravoltocinquedinoi»
(e. m.) Hanno visto i fari,
ma avanzavano come in
un percorso ad ostacoli.
Tutta la luce a sinistra,
poi tutta a destra, e per
chi camminava sul ciglio
della strada solo pochi secondi per decidere dove
buttarsi per evitare l’impatto.
Una domenica tremenda per il gruppo di amici
che l’altra sera è stato falciato da un’auto impazzita all’uscita del bar "La Fa-
vorita" a Santorso. Una di
loro, nonostante qualche
piccolo miglioramento,
versa ancora in gravi condizioni all’ospedale, mentre gli altri ragazzi cercano di superare lo choc di
un incidente assurdo.
«Avevamo sistemato le
auto sia a destra che a sinistra della strada che dall’incrocio del bar porta
verso Zanè - racconta Federico Grendene -, e dopo
l’aperitivo eravamo pron-
ti a ripartire. Camminavamo uniti verso la fine dell’area riservata a parcheggio quando dal buio sono
sbucati due fari che però
non proseguivano seguendo il tracciato stradale.
Anzi, con due sbandate
l’auto è prima finita a sinistra per poi deviare, pochi secondi dopo, completamente a destra. Non riuscivamo a decidere dove
andare perché sembrava
evidente che continuan-
do così la macchina prima o poi ci avrebbe presi
in pieno».
E così purtroppo è stato. «Ma prima di arrivarci
contro - continua Grendene - l’auto si è girata su
stessa scodando verso di
noi. Io sono saltato sopra
un’altra macchina, un’Alfa 156, quella contro cui
l’Opel si è fermata, e così
ho evitato il peggio anche
se il botto mi ha reso sordo per qualche istante.
Gli amici che riuscivo a
vedere avevano solo pochi graffi, ma non riuscivamo a trovare Roberta,
colpita dal cofano dell’auto e finita sotto l’Alfa. La
nostra prima preoccupazione è stata quella di cercare di capire le sue condizioni, mentre la gente fissava la scena curiosa: mi
spiace aver constatato
che l’ambulanza l’abbiamo chiamata noi, nonostante la paura e le ferite».
L’altraseraaCàTrentadopounamalattia
èspiratoFiorenzoProsdocimi.Eraungrande
appassionato ed esperto delle nostre montagne
(i.t.) Ha combattuto fino
all’ultimo contro il male
con la stessa tenacia con
la quale per una vita ha
percorso, imperterrito e
con qualsiasi tempo, fiducioso e ottimista, cadenzando quel passo che
non conosceva soste perché era potente come un
diesel, i sentieri delle nostre belle montagne.
Fiorenzo Prosdocimi,
“Fiore” per tutti, se n’è
andato a 64 anni in una
serata di novembre, dopo che nel pomeriggio il
sole ha voluto illuminare il Pasubio carico di neve come di rado accade
in questa stagione. Da
ventiquattro ore, in concomitanza con la tormenta che si era abbassata sotto i mille metri,
aveva ingaggiato la battaglia finale, forse pensando al proprio papà,
che non aveva mai potuto praticamente conoscere perchè era diventato
una gavetta di ghiaccio
nella terribile ritirata
di Russia.
Fiorenzo conosceva
ogni sasso delle Piccole
Dolomiti, come ben sanno i tanti amici del Cai
per i quali è stato costante punto di riferimento,
anche perché aveva fatto
una scelta di vita. Non
aveva mai voluto conseguire la patente di guida
e per i suoi spostamenti
aveva sempre usato la biciletta o il cavallo di San
Francesco.
E a suo modo Fiorenzo era un francescano,
nel senso che univa alla
passione per la bellezza
della natura un profondo e genuino senso religioso che coltivava a contatto con il creato. Era
credente e ogni volta che
poteva partiva: un’aneli-
to. Era successo fino all’inizio di quest’anno,
quando un’operazione
l’aveva menomato.
Per tanti anni, fino alla pensione, aveva lavorato all’ospedale di
Schio. Il suo hobby, come ben tolleravano la
moglie Maria Pia e i figli Fabio e Annalisa,
era quello di mettersi
uno zaino in spalla e
spiccare il volo verso il
Pasubio o il Carega. Era
naturale vederlo partire
da Cà Trenta, dove abitava in via Bonomo 3, e
da lì, su su, attraverso
Raga, il monte Civillina, fino alla sommità
della val Leogra, con
una forza di volontà formidabile.
Fiorenzo era un uomo
semplice e profondamente buono. Di recente, in
un convegno, di lui aveva parlato il prof. Perfetti, al quale Fiore aveva
scritto dopo la terapia
che gli aveva consentito
di ristabilirsi, temporaneamente. «È come se
avessi scalato una montagna». Si sentiva appagato. Sperava di potere
tornare ad andare per le
sue montagne. I funerali
si celebrano domani a
Cà Trenta alle 10.30.
Vallidel Pasubio. Larefurtiva forse ritrovata inun laghetto delTrevigiano Il Comune e la Provincia selezioneranno le migliori idee, dalle quali scaturirà il progetto preliminare
PisoloeMammolosvaniscononelnulla
mentreBiancanevesiritrovasenzatesta
Nuovo colpo messo a segno dal “Comitato per la liberazione dei nani da giardino”
(m. sar.) Biancaneve decapitata, e i suoi 7 amici spariti. Il sedicente "comitato per la liberazione dei
nani da giardino" questa
volta ha colpito a Valli del
Pasubio. Ma la refurtiva,
assieme a quella di altri
colpi simili, potrebbe essere stata ritrovata nello
scorso fine settimana dai
sommozzatori della Polizia, in fondo ad un laghetto artificiale di Monigo,
nel trevigiano.
Il condizionale è d’obbligo, perché i pezzi ripescati in fondo allo specchio
d’acqua di Monigo sono
200, e sarà difficile, se non
impossibile, riconoscerli.
Intanto va registrata l’ennesima impresa notturna
dei "soliti ignoti", ai danni di una villetta in località Molin Maso. Le statuette alte circa 25 centimetri,
multicolori e raffiguranti
Brontolo, Eolo, Pisolo,
Dotto, Mammolo, Gongo-
Alcune tipiche statuette da giardino raffiguranti i sette nani
lo e Cucciolo, sono state
trafugate, mentre la povera Biancaneve è stata decapitata, forse non volutamente. Perché il messaggio manoscritto lasciato
sul posto, parla chiaro:
«Combattiamo per la libertà di Biancaneve e i
suoi 7 piccoli amici».
Fermo restando che
una collocazione in fondo
al lago, esposta all’umidità, non sembra assolutamente migliore del verde
prato del giardino di Valli, si tratta di capire se il
comitato sia un’emanazione indiretta del "Fronte di
liberazione" nato in Francia una decina d’anni fa,
con lo scopo di riportare
Biancaneve e i suoi piccoli amici nel loro habitat
naturale, il bosco. E che
ha trovato subito proseliti da noi. In zona si rammentano i "rapimenti" a
Magrè e più recentemente a Ss. Trinità, sempre di
Schio.
Il primo fu opera di una
bravata di una compagnia del posto, che utilizzò un nano quale regalo di
compleanno per un’amica. Il secondo venne rivendicato ufficialmente. Come quello di Valli. Per il
quale è scattata la denuncia per furto alla locale
stazione dei carabinieri.
Valore dichiarato, tra materiale trafugato e rovinato, 200 euro. Quello affettivo è ben più alto, ma il "comitato di liberazione"
non conosce i sentimentalismi.
Campus,èl’oradelbando
DaoggisullaGazzettaUfficialeiterminidelconcorso
di Mauro Sartori
Un ristorante, una caffetteria, un auditorium capiente, una biblioteca ed
una mediateca. Ed in più
uffici per gestire servizi e
laboratori. Viene pubblicato oggi, sulla Gazzetta
Ufficiale, il bando di concorso per la progettazione
del "campus dei licei" di
Schio, obiettivo ambizioso e unico nel territorio,
che consentirà di creare
un vero e proprio polo scolastico, razionalizzando
nel contempo i servizi. Saranno Comune e Provincia a selezionare le migliori idee, ed il vincitore vedrà trasformare il suo elaborato in un progetto preliminare. È forse questo il
più importante passo compiuto nell’inedita direzione, ma il polo scledense,
di fatto, esiste già sul
Web, con il sito "campuschio.net".
E con la posa di fibre ot-
A sinistra l’area del “Campus dei licei”. A destra l’assessore all’istruzione Pietro Veronese
tiche lungo l’asse che collega gli istituti tecnici De
Pretto e Pasini ai licei Zanella e Tron, inoltrandosi
poi sino all’Ipsia Garbin.
Non è un caso dunque
che il sindaco Giuseppe
Berlato Sella lodi i suoi
predecessori: «C’è stata
un’intuizione
logistica
formidabile, nel voler costruire gli edifici uno accanto all’altro. Una scelta
mirata che ora possiamo
sfruttare - ammette il sindaco -. Con queste premesse, potenzialmente la cittadella degli studi esisteva già. Mancava solo il
dialogo fra le varie realtà,
che stiamo cercando di favorire nell’ottica di un sistema formativo integrato».
Un concetto che l’assessore alla pubblica istruzione Pietro Veronese al-
larga: «Non stiamo solo
pensando al dialogo fra le
scuole, ma pure al raccordo fra esse e il territorio,
inteso sotto il profilo socio-economico. L’idea del
campus nasce, fra le altre
cose, dalle riflessioni offerteci dal nuovo Prg, e
perciò da uno spunto urbanistico. Ora l’area è
frammentata, domani dovrà essere omogenea anche per quanto riguarda
l’arredo urbano. Via le
barriere fra istituti, mobilità e parcheggi dovranno
essere pensati insieme».
Queste le idee guida.
Ma il progetto, in concreto, su cosa dovrà puntare?
Sulla realizzazione di
due edifici, che dovranno
ospitare un’ampia mensa
- ristorante, un bar - caffetteria, un auditorim per
conferenze e rappresentazioni, una biblioteca - mediateca.
Gli uffici dovranno fare
spazio ad uno sportello
dell’Informagiovani, ad
un servizio per l’orientamento scolastico e probabilmente ad un laboratorio psicopedagogico.
L’edificio principale sarà collocato in piazzale
Summano, fra l’istituto
Pasini e il liceo Zanella.
L’altro sarà poco lontano.
L’ipotesi prevede la separazione fra centro servizi e auditorium, in un primo momento pensati assieme.
Malo. Questa sera verrà firmato il protocollo di scambio culturale Santorso/2. Il concorso fotografico del Gam Processati due trevigiani, un padovano e un bresciano accusati di truffa verso una ditta di Zanè
Unnuovogemellobrasiliano “Obiettivomontagna” Sottoinchiestaperlepresse,assolti
IncontroformaleconilsindacodiNovaVeneza
Panorami protagonisti
Imacchinarifuronovenduticonfidejussionedaun’aziendacroata
(m. sar.) Spillare era il sindaco di Malo
degli anni ’80, Spillare è l’attuale primo
cittadino di Nova Veneza. Basterebbe
questo particolare a giustificare l’incontro previsto per questa sera alle 19, nell’aula consiliare di S. Bernardino, e trasmesso in tutto il mondo, quindi anche
al di là dell’oceano, dalle telecamere fisse che irradiano immagini sul sito Internet comunale.
C’è invece alla base il desiderio di mettere nero su bianco i presupposti per un
interessante gemellaggio, fra Malo e la
città brasiliana di Nova Veneza dove, e
si intuisce dal nome, le radici sono venete.
Il sindaco carioca Genesio Spillare e
l’assessore alla cultura Gilar Cesconeto
Gava saranno oggi ospiti dei loro colleghi maladensi Gildo Zaccaria e Valter
Voltolini, che daranno loro il benvenuto. Un incontro durante il quale verran-
(g.b.) “Obiettivo montagna”. È questo il titolo del
dodicesimo concorso fotografico provinciale organizzato dal Gam Santorso
con il patrocinio del comune di Santorso e che ha
per tema la montagna con
i suoi splendidi panorami, con i suoi abitanti e la
vegetazione che sanno
esercitare fascino e suscitare emozioni uniche nel
loro genere.
Oltre ad un evento artistico, dal seguito notevole
sia da parte di profani dello scatto che di fotoamatori preparati ed attrezzati,
questo concorso rappresenta per gli organizzatori, principalmente, un
omaggio alla montagna e
Erano finiti sotto processo in quattro con l’accusa
di truffa, ma ieri in Tribunale a Schio sono stati assolti perchè il fatto non
sussiste.
Ultimo atto, ieri mattina davanti al giudice Michele Bianchi, del processo che vedeva come imputati Luigi Scudella, 43 anni, di Castelfranco, Emanuela Bruschi, 40 anni, di
Rudiano, Lorenzo Mosele, 59 anni, di Tombolo, e
Franco Belsito, 50 anni, di
Vittorio Veneto, accusati
di truffa ai danni della
"Comes srl" di Zanè, di cui
è titolare Renzo Fimbianti. L’accusa sosteneva che
Mosele, conoscendo Fimbianti, gli avesse presentato Scudella, garantendone la solvibilità, che si era
presentato come titolare
no alla luce le tante storie di emigranti,
di italiani e soprattutto di veneti che cercano fortuna in Sudamerica, che fondarono imprese e città e che ora, attraverso
i figli e i nipoti, tornano a guardare alla
loro patria d’origine, l’Italia e il Veneto.
Nel caso di Spillare sarà un bentornato, visto che il sindaco brasiliano entrerà per la prima volta a contatto con le sue
radici maladensi.
A facilitare questo incontro sono stati
i buoni uffici di Maurizio Romagna, imprenditore locale che, mosso dall’intenzione di scoprire quanti suoi parenti emigrarono in quelle terre lontane nei secoli scorsi, ha di fatto aperto un filone di
collegamenti in apparenza inesauribile.
Questa sera si getteranno le basi ufficiali per il gemellaggio, con la lettura e
la firma di un protocollo d’intesa.
L’anno prossimo l’incontro si ripeterà
a Nova Veneza.
Ed il gemellaggio sarà cosa fatta.
un modo per comunicare
la passione di chi riconosce in essa parte della propria identità.
Le opere vincitrici del
concorso sono: al primo
posto "Tra cielo e parete"
di Alessandro Bertoncello, al secondo "Nebbia ai
Tretti" di Simone Gottardi mentre "Monti sibillini
" di Marco Sambugaro si è
aggiudicato il terzo posto.
Le 80 fotografie realizzate dai concorrenti saranno esposte nel museo archeologico di Santorso e
si potranno ammirare domenica 16 novembre.
La premiazione avverrà invece sabato 15 novembre durante la cena sociale.
della "Nuova Arianna",
azienda tessile di Novigrad, in Croazia. Questi
aveva ordinato alla "Comes" due presse, per un
valore di 228 milioni di lire, con la richiesta di fatturarle alla "Abbigliamento Sonia" verso la quale
avrebbe vantato un credito, presentando una fidejussione a garanzia del
pagamento.
Fimbianti
aveva fornito le presse,
sentendosi garantito dalla fidejussione, che però
si era rivelata falsa.
Ieri la discussione, con
il pubblico ministero che
aveva chiesto la condanna di Mosele e Belsito ad
un anno e di Scudella e
Bruschi a nove mesi, mentre il dott. Bianchi ha assolto tutti e quattro perchè il fatto non sussiste.
Con le aste on-line ci sono economie fino al 25%
Sei Comuni al risparmio
Sei comuni del vicentino hanno potuto risparmiare fino al 25% nei loro acquisti in risme di
carta e segnaletica stradale orizzontale grazie
all’adesione a servizi di
negoziazione on-line assistita della società milanese
“Bravosolution”. Lo comunica la
stessa azienda precisando che i comuni che hanno partecipato al sistema di gare su internet Schio, Thiene, Malo,
Torrebelvicino, Santorso e Villaverla - fanno
parte di un centro servizi che raccoglie altre nove enti ed amministrazioni pubbliche. Bravosolution, a cui si deve
l’introduzione per la
prima volta nel vicentino degli strumenti di eprocurement, è ora impegnata nell’organizzazione di nuove gare per
l’acquisto di automezzi
ed arredi scolastici. La
società milanese, controllata da Italcementi
Group, ha sedi operative in Italia, Francia e
Spagna.