Il Giornalino

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Il Giornalino
Anno 2, numero 2
11 dicembre 2015
Caporedattrice:
Angela Forti
11 dicembre 2015
Impressioni
Quando si nasconde la luna
pag. 1
pag. 2
Monster Allergy, l’inedito numero 30: fatevi contagiare!
pag. 4
Nave di Carta, Progetto Ulisse
pag. 5
HAKA
pag. 5
Eine Kleine Nachtmusik
Tra mito e realtà: 7 aneddoti sul potere della musica classica
pag. 6
Scientificamente Parlando
Comunicazioni bestiali: messaggi d’amore
pag. 7
Insight
Adotta il tuo verde
pag. 9
Sezione mostre
pag. 10
Pagina 1
Caffè Pacinotti
Impressioni
[…] Ninna nanna, pija sonno,
che se dormi nun vedrai
tante infamie e tanti guai
che succedeno ner monno,
fra le spade e li fucili
de li popoli civili.
Ninna nanna, tu nun senti l
i sospiri e li lamenti
de la gente che se scanna
per un matto che comanna,
che se scanna e che s'ammazza
a vantaggio de la razza,
o a vantaggio de una fede,
per un Dio che nun se vede,
ma che serve da riparo
ar sovrano macellaro;
che quer covo d'assassini
che c'insanguina la tera
sa benone che la guera
è un gran giro de quatrini
che prepara le risorse
pe li ladri de le borse.
Fa la ninna, cocco bello,
finché dura 'sto macello,
fa la ninna, che domani
rivedremo li sovrani
che se scambieno la stima,
boni amichi come prima;
so' cuggini, e fra parenti
nun se fanno complimenti!
Torneranno più cordiali
li rapporti personali e,
riuniti infra de loro,
senza l'ombra de un rimorso,
ce faranno un ber discorso
su la pace e sur lavoro
pe' quer popolo cojone
risparmiato dar cannone.
Trilussa, da La ninna nanna della guerra
Avevo scritto uno stornello, che somigliava forse più ad una filastrocca sbadata,
ma l'ho messo via.
Ho il cuore esploso, la pancia esplosa, l'anima esplosa.
Sento l'odore del sangue, 'odore del dolore, l'odore del rammarico, l'odore del vuoto.
L'odore del c'era e non c'è più, l'odore delle lacrime, l'odore dello strazio, l'odore della macellazione, l'odore dell'acido.
Vedo il colore dello sgomento, il colore dell'invettiva, il colore dell'imbroglio,
il colore del canto, il colore del boato. Il colore della liturgia, il colore dell'abiura.
Provo la vertigine della gravitazione, la vertigine della deduzione, la vertigine della
progressione, la vertigine del confine, la vertigine della divinazione.
E..
Se pacatamente avanzassimo
Verso palindromiche acatalessie
E giungessimo
A inverni prescritti
Si potrebbe ancora
Fermare la mano del vento
E nascere di nuovo ?
di Linda Veo, IV C
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Caffè Pacinotti
Quando si nasconde la luna
“Oggi è il primo giorno del resto della tua vita”
Di Claudio Benedetto Maggi, III C
La prima cosa che notò Maria alzando gli occhi verso il cielo, fu l’assenza della luna.
Le sembrava innaturale il modo in cui il cielo si era coperto su quella serata di novembre, così fresca
e piacevole, e che l’aveva resa pienamente soddisfatta di essere uscita con il suo ragazzo a godersi la
vita della città. La faceva sorridere la vivacità che sembrava aver contagiato tutte le persone che erano in giro quella sera, persone che andavano a teatro, allo stadio, o che semplicemente volevano godersi quel bel clima, passavano tutte intorno a quel piccolo tavolino dove Maria attendeva che Dario
tornasse con la cena.
Per questo le sembrava così strano che la luna si fosse nascosta dietro una coltre di nubi nere, che si
confondevano con il cielo notturno, invece di illuminare quella bella serata. Così si era trovata ricordare quante volte le era capitato di trovarsi a guardare una notte senza luna e pensare quanto fossero
tetre quelle notti da streghe. Ma non poté andare oltre nei suoi ricordi di bambina perché proprio in
quel preciso istante sopraggiunse Dario, e con quel suo tono di gioviale irrequietezza disse:
“A giudicare dalla bolgia che c’è là dentro siamo fortunati che ci abbiano servito qualcosa - e poggiandole il piatto davanti - EtVoilà Mademoiselle! Ecco la sua cena, se non la soddisfa abbastanza
non si preoccupi, Dario sarà ben lieto di mangiare per due”.
Maria addentò un pezzo di coniglio e poi disse: “Mi dispiace, questa volta ti è andata male: mi sa che
lo finirò tutto”. E risero insieme.
Negli attimi che seguirono non si scambiarono parole, ma solo qualche sguardo di intendimento che
ormai era tipico del loro rapporto. Mentre mangiava, Dario si guardava intorno e osservava quello
che Maria già aveva osservato, la palpabile vivacità che animava la città.
Fin da quando era un ragazzo, Dario era abituato a stare in mezzo alla gente, a lanciarsi in conversazioni improbabili, e ad animare situazioni morte. Si poteva addirittura dire che necessitasse del contatto con le persone, del poter infilare una battuta spiritosa anche in mezzo a discorsi seri. Così lo
aveva scoperto Maria, due anni e mezzo prima, e ne era stata completamente rapita. Quando quel
giovane alto dal capello ricciolo la aveva avvicinata ad una serata di gala e senza un minimo di esitazione aveva spogliato i suoi più limpidi sentimenti con tutta l’eleganza e la sincerità di cui un giovane
di vent’anni può disporre, la sua anima era crollata e si era perdutamente concessa a quella passione
amorosa che ancora muoveva tutti i suoi sorrisi e tutti i suoi sforzi in quella serata senza luna.
E poi si ricordava di come quella stessa volta avessero animato la serata del Saltimbanco di Bragaccia
Senese, lei cantando e lui accompagnandola con il piano, e di come quando si erano stretti la mano
per ricevere gli applausi lei fosse stata colta dalla certezza che quello avrebbero fatto per il resto della
loro vita, e niente più di quella certezza l’aveva mai resa così felice. Così, mentre guardava Dario avventarsi sulla carne, non poteva smettere di pensarlo come colui che l’aveva trascinata nel mondo
magico della vita vissuta al momento, vissuta con passione.
Avrebbe voluto semplicemente dirgli “grazie”, e dentro quella parola rinchiudere tutto quello che
provava per lui. Invece dalla sua bocca insicura uscì una frase che neanche aveva pensato di poter
dire: “Hai visto come si è nascosta la luna?”.
La mente di Dario saltò un attimo dalla carne a quella bizzarra domanda. Alzò gli occhi al cielo per
un attimo e disse: “È venerdì tredici, cosa ti aspettavi? Probabilmente tra poco vedrai passare in cima ai tetti le streghe mentre vanno in giro a lanciare le loro fatture!” e su quest’ultima parola le
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Caffè Pacinotti
pizzicò il ginocchio facendola sobbalzare dalla sedia. Risero.
“Credi ancora nelle streghe? E io che ti ritenevo cresciuto anche solo un pochino da quando ci siamo
conosciuti!” replicò lei lanciandogli una pallina di carta. “Oh ma le streghe esistono e come, signorina.
Sono ovunque, si nascondo tra di noi e lanciano le loro maledizioni alle spalle della povera gente. Mia
zia per esempio, era una di quelle streghe che la cattiveria se la portano a spasso come un cagnolino.
Era sempre pronta a parlar male di chiunque in qualsiasi momento, ovviamente a patto che quel
chiunque non fosse presente. E non perché le avessero fatto qualcosa di male, ma solo perché sapeva di
essere una donna estremamente ignorante, noiosa, e disgraziatamente insignificante. Per questo non
le riusciva bene altro che maledire gente alle sue spalle” sentenziò Dario.
“Sì, però adesso sei tu che stai parlando male di lei mentre non c’è”, lo rimproverò lei.
Dario annuì pensieroso per poi lanciarsi un’esilarante imitazione di zia Anna: “Quella che mi porti a
casa Dario è una ragazzina, tu hai bisogno di una vera donna. Una che abbia il portamento, che abbia il
virtuosismo di una vera signora, non di una ragazzina da portarti in giro il sabato pomeriggio”.
Maria spalancò contemporaneamente occhi e bocca: “No! Non ci credo, sei serio?”
E quando lui annuì: “Vecchia strega ignorante ed insignificante! Ma che se ne vada al diavolo se non se
l’è già portata via! Dico ma non mi ha neanche mai rivolto la parola!”.
Dario si limitò a ridere e a dire: “Touché!”
Maria distolse lo sguardo da lui per riflettere su quello che aveva appena sentito quando notò qualcosa
giusto vicino a loro: “Ma guarda un po’, parli di streghe e spunta un gatto nero” disse.
Dario voltò la testa e lo vide. Senza neanche pensarci si chinò su di lui e lo prese in braccio. Il gatto non
tentò minimamente di scappare, anzi sembrò trovarsi a suo agio sulle gambe del ragazzo. Una coppia
di anziani dal tavolo vicino guardò con un certo disgusto il gesto, e Dario per tutta risposta afferrò la
zampa del gatto nero e lo mosse a mo’ di saluto verso i due estranei: “Saluta micio, da bravo. Fai ciao ai
due rompiscatole” e riuscì pienamente nel suo intento, tanto che i due ritornarono con una smorfia a
farsi gli affari loro. Allora iniziò ad accarezzare il gatto, il quale di tutta risposta iniziò il suo gorgoglio
di piacere. Maria invece teneva gli occhi fissi sul gatto in un espressione di nervosa concentrazione.
“Si direbbe che tu abbia visto un fantasma” disse Dario. Senza distogliere lo sguardo dal gatto lei disse:
“In un certo senso è così - e dopo una breve pausa - Nel palazzo dove abitava la mia migliore amica viveva un gatto che si chiamava Oscar. Era tutto nero, come quello che tieni sulle gambe adesso, e aveva
due occhi verdi che sapevano scrutarti fin dentro il midollo. Inoltre era un gatto eccezionalmente intelligente, fai conto che viveva in un appartamento, ma quando aveva voglia di uscire aspettava che qualcuno prendesse l’ascensore, scendeva con lui e usciva tranquillamente dal portone, come un qualsiasi
gatto da cortile. Così tutti i giorni che tu entrassi o uscissi ti ritrovavi Oscar a strusciarsi contro la tua
gamba e ad accompagnarti al portone. Poi una sera, una maledettissima sera di venerdì tredici è uscito
di casa e non è più tornato. Lo ritrovarono due giorni dopo con la gola squarciata di tutto punto vicino
ad un falò” e concluse con voce rotta il discorso. Dario la guardò in silenzio, poi guardò il gatto, dritto
nei suoi occhi gialli e gli sorrise: “Mi raccomando micio, testa sul collo” gli disse accarezzandolo, per
poi deporlo dolcemente a terra e guardarlo sparire in una via laterale. E, poiché Maria perseverava nella sua aria di apprensione, Dario le disse: “Questo succede perché la gente è afflitta dall’implacabile
paura del futuro. Non sanno che cosa sarà di loro, si sentono persi nella loro impossibilità di accettare
le cose così come giungono. Come se il tempo non avesse sempre in servo qualcosa di straordinario per
noi”. Si guardarono fissi negli occhi e lei, sempre in apprensione chiese:
“Si può uccidere la paura?”
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Caffè Pacinotti
“Sì che si può - disse lui - basta trovare qualcuno che ti ricordi che alla fin fine la paura non è poi
così importante”.
Le afferrò la mano, e si sorrisero. A Dario sembrò di udire come dei petardi in lontananza, ma non
ci fece molto caso. Maria invece tornò a contemplare la via, di nuovo con la sua aria di spensieratezza, la sua aria di felicità. Dario aveva ragione, in quel momento lei sapeva di non avere paura, perché finché lui fosse stato al suo fianco, e finché avessero potuto contare l’uno sull’altro, niente
avrebbe potuto distruggere il loro legame.
Si guardò intorno un’ultima volta e con tono sereno disse: “Parigi è proprio una splendida città”.
Lui non rispose. Non ebbe neanche il tempo di farlo.
Monster Allergy, l’inedito numero 30:
fatevi contagiare!
di Laura Bellettini, IV^E
Sono passati dieci anni per noi, sono passati
dieci anni per loro. Di chi sto parlando? Dei
personaggi di Monster Allergy, fumetto edito
da Buena Vista Comics e Walt Disney Italia,
diretto e disegnato da Barbara Canepa, Francesco Artibani, Katja Centomo e Alessandro Barbucci, già noti per le loro innumerevoli collaborazioni con Disney Italia.
Il fumetto, uscito per la prima volta nel 2002,
si conclude, in modo un po' brusco e triste, con
il numero 29.
Tenué acquista il prodotto e decide di farne
una ristampa integrale che è stata proposta a
Lucca Comics & Games 2015, insieme a dei fascicoli contenenti curiosità sul mondo di Monster Allergy ad un numero inedito: il 30, che
vede i nostri protagonisti, Ezechiele Zick ed
Elena Patata, cresciuti.
Ma approfondiamo un po' meglio la storia di
Monster Allergy (tranquilli, nessuno spoiler).
Elena Patata, una vispa bambina di dieci anni
con un carattere un po' da maschiaccio e dal
naso a patata, si trasferisce nel tranquillo
quartiere storico della caotica Bigburg: Oldmil-
le Village. Subito intercettata dalle ochette
Patty e Tatty, che le consegnano delle liste di
tutte le persone che vivono lì, Elena decide di
confrontarsi con l'unico ragazzo segnato sulla
lista nera: Ezechiele Zick, detto semplicemente
Zick, un ragazzo un po' particolare che dice di
vedere i mostri e vivere insieme a loro, al suo
gatto senza pelo Timothy e alla madre (oltre
che ai fantasmi dei suoi nonni materni) nella
grandissima villa Barrymore. Inoltre, il poveretto, soffre di tutte le allergie possibili ed
immaginabili. I due ragazzi fanno amicizia e,
sebbene Elena non possa vedere i mostri, si
cacciano continuamente nei guai a causa proprio di questi esseri visibili solo a quelli che
sono detti Domatori. Tra missioni pericolose,
mostri divertenti e coccoloni, oppure terribili
creature bramose di mettere le mani sul grande
potere che scorre nelle vene di Zick, gli episodi
sono un susseguirsi di avventure, battute
comiche e anche sentimento. In sé la storia
contiene un tema caro alla Disney e non solo: il
ragazzo/a non popolare e considerato “strano”
che è così perché è speciale ed ha grande potenziale.
La ristampa è un buon motivo per avvicinarsi a
questo fumetto, per avere tra le mani questa
storia originale, che vede un mondo parallelo al
nostro e che gli umani non possono vedere...
questo rende accattivante la storia perché porta a pensare che magari, dietro a fatti che consideriamo strani, si nasconda l'operato di un
buffo mostro oppure, speriamo di no, di una
creatura malvagia, portandoci così dritti nella
realtà di Monster Allergy. E quindi, chissà che
da qualche parte senza che ce ne accorgiamo ci
sia qualcuno che riesce a tenerli a bada...
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Caffè Pacinotti
Nave di Carta, progetto Ulisse
di Steven Salamone, II^F
Nave di carta è un associazione fondata nel
1998 per diffondere la cultura del mare e della
navigazione a vela per mezzo di progetti organizzati con la goletta Oloferne e il ketch
Mariangela ( due tipi di imbarcazioni grandi,
20 metri circa, d’epoca). Questi progetti si
rivolgono soprattutto ai ragazzi dai 16/20 anni
che amano vivere in mezzo al mare, a contatto
con la natura. Gli obbiettivi che Nave di carta
ha intenzione di raggiungere sono quelli di
riuscire ad insegnare ai ragazzi le tecniche di
base della navigazione a vela (terminologia
nautica, manovre in barca, fenomeni meteorologici marini), insegnare a condividere e a
rispettare le regole (in barca ognuno ogni
giorno ha un ruolo e un lavoro differente che
va rispettato), il rispetto dell’ambiente e uno
stile di vita, sicuramente differente da quello
abituale. Questi obbiettivi vengono messi in
atto attraverso il progetto Ulisse organizzato
con la goletta Oloferne. Questo progetto consiste in uscite di più giorni con un equipaggio
composto da ragazzi e ragazze guidati da un
comandante e da suoi collaboratori esperti
nella navigazione, che aiutano il comandante e
supportano i ragazzi in caso di difficoltà.
Il progetto nasce in collaborazione con il
comune di La Spezia.
La vita in barca si divide nei momenti di navigazione (con vele se il vento lo consente),
momenti in cui si può stare in tranquillità
ammirando i paesaggi con possibile incontro di
meravigliose creature marine (delfini, tartarughe, pesci luna ecc.), di manutenzione della
barca (tra cui pulizia, cucina e ordine delle
attrezzature) e ci sono incontri con scrittori
che leggono storie di mare e incontri con
esperti di varie attività, quali i nodi marinai,
fari e biologia marina. Infine una tranquilla
passeggiata serale per visitare il luogo in cui è
attraccata la barca.
Tutti coloro che vogliono provare le brezza di
una vita in mare con l’Oloferne sono senza
dubbio i benvenuti e posso assicurarvi, per
esperienza personale, che è una bellissima
esperienza.
HAKA
di Davide Paturzo, II^F
Vi sarà capitato, chiacchierando con alcuni
amici o guardando la televisione, di sentire
parlare della nazionale neozelandese di rugby,
gli All Blacks, e della danza che eseguono prima
di ogni partita, l'Haka. Non vi nascondo che la
prima volta che li ho visti sono rimasto scioccato; il mio impatto nel vedere degli uomini che
somigliavano più ad armadi e che urlavano
quello che poteva tranquillamente essere il mio
lamento per un 3 di disegno è stato tutt'altro
che positivo. Ma, nonostante ciò, mi sono
interessato all'argomento e questo è tutto
quello che so. L'Haka è una danza Maori, antica
popolazione della Nuova Zelanda, nata con lo
scopo di esprimere lo stato d'animo di chi la
eseguiva durante apposite celebrazioni.
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Caffè Pacinotti
La particolarità di questo ballo sta proprio in
questi rituali, durante i quali i partecipanti
erano soliti ad eseguire gesti inusuali: la lingua
di fuori, i colpi sul petto e sugli avambracci e
gli occhi spalancati erano tutti simboli usati
per indicare la potenza e l'indole guerriera del
proprio popolo. L'origine di questa danza risale
ad un'antica leggenda, secondo la quale un ricco e importante capo Maori si sarebbe nascosto
in un pozzo nel tentativo di sfuggire ad un
gruppo di assassini: inizialmente l'uomo
sussurrava tra sé e sé “ Ka Mate, Ka Mate”
(Io muoio, io muoio), ma, una volta che gli
uomini se ne erano andati, cominciò ad urlare
“Ka Ora, Ka Ora” (Io vivo, Io vivo). Proprio
queste sono le parole recitate nella interpretazione più famosa dell' Haka, chiamata “Ka
Mate”. Esistono infatti più versioni, ognuna
delle quali esprime un significato diverso:
insieme a quella citata precedentemente, le
danze più celebri sono la “Peruperu”, variante
del “Ka Mate”, e il “Kapa”, inventata dagli
All Blacks e praticata solo in occasione speciali.
Al giorno d'oggi questa danza ha un grande
valore simbolico in Nuova Zelanda, e non solo
relativamente all'accezione sportiva: infatti
viene ancora usata in alcuni funerali, durante i
quali gruppi di centinaia di persone celebrano
il morto tramite L'Haka.
Tra mito e realtà: 7 aneddoti sul potere
della musica classica
di Anna Maggi, IV^E
Al giorno d'oggi come tanti anni fa, serpeggiano fra la gente aneddoti quanto mai loschi e
ambigui per quanto riguarda le ripercussioni
della musica classica su persone, animali e
addirittura oggetti! Quante volte vi sarà capitato di ascoltare affermazioni come "le mucche
producono più latte ascoltando Mozart"
oppure "le opere di Beethoven aiutano a
dimagrire"? In questo articolo cercheremo di
sciogliere ogni dubbio riguardante queste
curiosità avvolte nel mistero
sin dalla nostra infanzia:
EINE
KLEINE
NACHT
MUSIK
1. Aiuta le persone affette
da alzheimer: Il neurologo
Oliver Sacks ha scoperto che i
pazienti affetti da disturbi
neurologici e, in particolare,
mnemonici, trovano conforto
nell'ascolto della musica classica, che stimola una parte del
cervello non danneggiata dalla malattia che
consente, quindi, il riaffiorare alcuni di ricordi.
2. Riduce il dolore: Una clinica olandese ha
dimostrato che la riproduzione di brani classici
negli ambulatori aiuterebbe i pazienti a sopportare di più il dolore, grazie all'aiuto della
melodia nella distensione dei muscoli e del sistema nervoso.
3. Nascite premature: Ricercatori canadesi
hanno osservato che far ascoltare musica a
neonati prematuri aiuta i piccoli a sopportare
meglio il dolore e li incoraggia a seguire migliori abitudini alimentari, favorendo l'aumento di
peso. Il motivo? Il ritmo della musica e il suono
ovattato ricreano nel bebè l'ambiente che si
trova all'interno dell'utero materno.
4. Piante depresse: Oltre alla crescita dei
neonati, la musica incoraggerebbe quella delle
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piante. Almeno è quello che sostengono alcune
teorie raccolte in un volume del 1973, intitolato
The Sound of Music and Plants, scritto dalla
professoressa universitaria del Colorado
Dorothy Retallack. Dopo aver effettuato vari
esperimenti, osservò che le piante crescevano
più rigogliose se messe in un ambiente con musica classica, e che addirittura sembravano
flettersi verso il punto da cui proveniva il
suono!
5. Performance sportive: Uno studio
britannico del 2005 ha dimostrato che l'ascolto
di musica classica migliora del 20% le prestazioni sportive, l'equivalente fornito dal
consumo legale del dopping, ma senza danneggiare la salute.
Caffè Pacinotti
7. Alfabetizzazione: In molti quartieri
difficili degli U.S.A. la creazione di orchestre
per ragazzi in difficoltà ha favorito un'esponenziale crescita dell'alfabetizzazione, aiutata dal
fatto che saper leggere uno spartito rende
molto più semplice l'apprendimento della
lettura testuale.
E le mucche? Ebbene si, le opere di Mozart
fanno aumentare del 7,5% la produzione di
latte di questi animali; non si può dire la stessa
cosa del potere benefico della musica di
Beethoven, che certo aiuta, ma non può fare
miracoli!
6. Altererazioni del gusto: Un gruppo di
studenti cinesi ha scoperto che un qualunque
cibo se accompagnato da un buon pezzo di
musica classica diventa più appetitoso. Inoltre
la musica da il giusto ritmo per la nutrizione,
facendo rilassare il corpo e quindi rallentando
la velocità con cui si mangia, favorendo anche
una più corretta digestione.
Comunicazioni bestiali: messaggi d’amore
di Angela Forti, IV^A
Conversando di comunicazione e trasmissione
di messaggi, ci verrà subito in mente l’azione
del parlare; essa è, infatti, tra le attività più
frequenti che pratichiamo ogni giorno, ma allo
stesso tempo, senza che ce ne rendiamo conto,
rappresenta un meccanismo estremamente
complesso. Distinguiamo innanzi tutto tre
elementi fondamentali della comunicazione: il
trasmittente, il mezzo attraverso il quale passa
il segnale e il ricevente. Nel caso degli esseri
umani, il primo è rappresentato dalla laringe
che produce il suono, una vibrazione delle
particelle dell’aria (il nostro mezzo); infine, il
complesso apparato del nostro orecchio farà da
ricevente captando il suono e trasformandolo
in impulso nervoso. Noi non siamo in grado,
però, di interpretare i suoni prodotti da animali di specie diverse dalla nostra (ad esempio il
miagolio del nostro gatto); questo perché un
messaggio, per diventare tale, necessita di un
codice che sia convenzionalmente condiviso sia
da chi trasmette che da chi riceve e che ad ogni
suono associ un significato.
Ma il linguaggio non è certo
l’unico modo in cui comunichiamo: ad esso associamo,
infatti, diversi sistemi di coSCIENTIFICA
municazione, come la mimica
MENTE
facciale o il nostro abbigliaPARLANDO
mento, che hanno lo scopo di
dichiarare i nostri stati d’animo o, in altri casi, la
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Nostra posizione sociale ed economica o la nostra
ideologia. Tutte le creature del regno animale
svolgono una vita di relazione che prevede un continuo scambio di informazioni, specialmente nelle
specie che vivono in gruppi legati da legami sociali,
dove la comunicazione è più complessa. Quand’è,
però, che nella nostra società avviene il maggior
scambio di informazioni, verbali e non? Ovviamente nella fase del corteggiamento. E gli animali non
sono certo da meno. E le similitudini sono numerosissime.
Se ad un primo appuntamento lui tende a vestirsi
elegante possibilmente valorizzando le sue qualità
fisiche, esattamente come fa lei, gli animali
mettono in atto una trasformazione del proprio
aspetto esteriore esponendo le parti del corpo che
più possono colpire la femmina o sfoggiando
colorazioni accese e particolari; questo accade ad
esempio quando il pavone apre la propria coda o
quando, nella stagione degli amori, gli uccelli
tessitori passano da un colorito grigiastro ad uno
molto più colorato e vistoso.
Altri messaggi visivi sono i movimenti delle zampe
dei ragni o delle tele che essi fanno vibrare
ritmicamente per attirare l’attenzione della femmina; o ancora i bagliori luminosi che il maschio della
lucciola emana fino a quando una femmina non gli
risponde con una luce ancora più intensa.
Altra tecnica molto utilizzata nel regno animale è l’
emissione di richiami sonori e veri e propri canti
(unici per ogni singola specie e, spesso, differenti
all’interno di essa) in grado di percorrere grandi
distanze; basti pensare al canto degli uccelli, o a
Caffè Pacinotti
quello ancora più stupefacente, delle balene.
La leggenda degli “orologi della morte”, deriva dal
rumore ritmico che i tarli producono battendo nelle
loro gallerie al fine di attirare la femmina.
Veniamo, infine, alla comunicazione di tipo chimico, concentrandoci sugli ambienti marini. Nel
periodo degli amori, infatti, ogni singolo organismo
delle profondità, dal protozoo alla medusa al più
piccolo pesciolino, produrrà e disperderà nell’
ambiente una certa sostanza chimica che giungerà a
tutti gli altri organismi vicini ma diverrà messaggio
unicamente per i membri della sua stessa specie;
e quest’azione verrà ripetuta per ogni passaggio del
corteggiamento: gli animali dovranno infatti cercarsi, chiamarsi e riconoscersi. A conti fatti, in un bicchiere d’acqua di mare ci sono, sotto forma di un
linguaggio chimico che a noi è del tutto sconosciuto, più annunci matrimoniali che in un giornale.
E i cioccolatini? Nel regno animale sono tranquillamente sostituiti dalle prede che, avvolte in un bozzolo dalla perfetta manifattura, alcuni ragni portano
in dono alle loro femmine.
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Caffè Pacinotti
Adotta il tuo verde
di Francesca Bonfigli, I^B
Ciao a tutti! Come molti di voi sapranno,
da circa due settimane è iniziato il progetto
“Adotta il tuo verde”, che è stato presentato in
auditorium sabato 21 alle ore 11.00. La nostra
scuola, come sapete, presenta all’esterno zone
che, mentre prima erano ricoperte da erbacce,
ora presentano varie piante e alberelli. Grazie
ad alcuni genitori e al desiderio di risistemare
gli spazi incolti attorno alla nostra scuola, è
nata l’idea di creare un percorso progettuale
che coinvolga noi studenti rendendoci
consapevoli di quale ricchezza rappresenti uno
spazio verde. La parte progettuale è stata
concordata con il corpo docente e sarà rivolta
alla focalizzazione da parte di noi ragazzi sui
benefici della vegetazione in ambito urbano.
Il coinvolgimento degli studenti è fondamentale in quanto il progetto mira a creare un
rapporto di essi nei confronti delle aree recuperate, e gli studenti hanno contribuito a
raccogliere una parte dei fondi. All’incontro
sono stati partecipi numerosi esperti, il nostro
preside e varie autorità del comune e della
provincia, oltre che hai rappresentanti e
genitori del liceo. L’evento è
stato considerato molto
importante in quanto mandato in streaming sul sito
ufficiale degli agronomi e su
INSIGHT
Teleliguria Sud. L’intervento
del dott. Bracco era centrato
sul lavoro dell’ agronomo e
sull’ importanza degli alberi
nella vita. Gli interventi di
altre dottoresse, come la
dott.sa Diamanti e la dott.sa Cozzani, si sono
incentrati sull’importanza del giardino per la
scuola: non solo a livello estetico ma anche a
livello didattico, infatti si stanno già preparando lezioni per alcune classi. La seconda parte
dell’inaugurazione si è svolta direttamente nel
giardino, dove Dario Scarafuggi e Alessio
Martignoni hanno piantato alcuni alberi tra cui
lecci e corbezzoli.
Si ringrazia Nicole Cerretti per le foto e le informazioni.
Vista generale (N.B. altre fotografie verranno pubblicate sulla pagina facebook
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Caffè Pacinotti
Sezione mostre:
In questa rubrica segnaliamo le principali mostre sul territorio provinciale e
nazionale
a cura di Angela Forti
Dagli Impressionisti a Picasso
I capolavori del Detroit Insitute of Arts
Genova, Palazzo Ducale
25 settembre 2015 - 10 aprile 2016
Monet
dalle collezioni del Musée d’Orsay
Torino, GAM
2 ottobre 2015 - 31 gennaio 2016
Bellezza divina tra Van Gogh,
Chagall e Fontana
Firenze, Palazzo Strozzi
24 settembre 2015 - 24 gennaio 2016
Gaugin
Racconti dal Paradiso
Milano, Museo delle Culture
10 ottobre 2015 - 21 febbraio 2016
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Caffè Pacinotti
Hrair Sarkissian: Back to the Future
mostra fotografica
La Spezia, Fondazione Carispezia
27 novembre 2015 - 21 febbraio 2016
La redazione:
Angela Forti, Anna Maggi, Camilla Vaccarini, Claudio Benedetto Maggi, Davide Paturzo, Francesca Bonfigli, Laura Bellettini, Linda Veo, Nicola De Roberto, Sofia Olivari,
Steven Salamone.
Si ringrazia la prof.ssa Sergiampietri, referente del progetto
Artwork in copertina: Kou Kou Ge, II^F
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