IL SALMO 1 € 1 Beato l`uomo che non segue il consiglio degli empi
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IL SALMO 1 € 1 Beato l`uomo che non segue il consiglio degli empi
Page 1 of 9 IL SALMO 1 B 1 eato l'uomo che non segue il consiglio degli empi, non indugia nella via dei peccatori e non siede in compagnia degli stolti; 2 ma si compiace della legge del Signore, la sua legge medita giorno e notte. 3 Sarà come albero piantato lungo corsi d'acqua, che darà frutto a suo tempo e le sue foglie non cadranno mai; riusciranno tutte le sue opere. 4 Non così, non così gli empi: ma come pula che il vento disperde; 5 perciò non reggeranno gli empi nel giudizio, né i peccatori nell'assemblea dei giusti. 6 Il Signore veglia sul cammino dei giusti, ma la via degli empi andrà in rovina. NT 1b Mt 7,13 La via che conduce alla perdizione 1c Lc 6,25 Guai a voi, che ora ridete 3 Mt 12,33 Un albero buono dà buoni frutti Lc 23,31 Se si tratta così il legno verde... Ap 22,2 L`albero della vita che dà ogni mese il suo frutto Gv 15,16 ...che voi portiate frutto... 1Cor 3,9 Il campo di Dio siete voi 6 Lc 1-3,27 Io non so donde voi siate; via da me voi tutti, operatori d`iniquità 4. hrs'ym: con articolo come opposto a h'ys del v. 2. 4a. LXX e Vg aggiungono un secondo: “non cosl” 4b. LXX e Vg aggiungono apo prosopou tes ges (~dalla superficie della terra” o “dal suolo”). 5. yqwmw. alzarsi (o risuscitare) LXX anastesontai Vg resurgent, Briggs. Comparire, assistere Dah (contrario in absentia), per Kraus partecipare al giudizio sacro che precede l'ingresso nel tempio. 6. ywd': con sfumatura di affetto: così Del, Soggin, Ravasi che traduce “ama” di attenzione: Vaccari traduce “riconosce” STUDIO GLOBALE DEL SALMO 1. Genere Si è soliti catalogare il salmo 1 tra i salmi sapienziali. I commentatori, solitamente non hanno dubbi riguardo al Sal 1. Per la tonalità o impostazione, per vari motivi letterari, per il lessico adottato, questa classificazione ci sembra sicura. Il Sal 1 è una riflessione tranquilla, un'affermazione sicura sul destino dell'uomo. Destino che si compie in un sistema di antitesi semplici e marcate, perché la libertà divide gli uomini in campi etici e la sfera etica è parte del compito sapienziale. Una stirpe onorata? - La stirpe umana; Una stirpe onorata? - Quelli che rispettano Dio. Una stirpe abietta? - La stirpe umana; Una stirpe abietta? - Quelli che violano la legge. Sir 10,19 La legge è parte del mondo sapienziale.Così pure è sapienziale concretare l'antitesi etica nell'immagine, abbastanza logora, delle due vie. La retribuzione per la condotta è uno dei temi prediletti della letteratura sapienziale e i momenti di crisi lo confermano (ad esempio Sal 73; Giobbe). Il termine les è quasi esclusivo del mondo sapienziale ed 'esa ha libera entrata ed uscita dal suddetto campo. Si può essere più precisi Page 2 of 9 nell'ambito del genere sapienziale? Non molto. Il macarismo o beatitudine 'asre (che sarebbe bene tradurre con “felicitazione, congratulazione”) potrebbe essere considerato come un genere autonomo, che non va confuso con la benedizione. In realtà, ad una prima osservazione statistica, il macarismo abbonda specialmente nei salmi (26x) e nei testi sapienziali (lOx), contro le altre ricorrenze (9x) nel resto della Bibbia. Il macarismo può essere una frase integrata nel testo e può essere la direttrice di una unità. L'appartenenza del nostro salmo al mondo sapienziale ci invita ad un confronto con altri specifici testi paralleli, confronto che attueremo nelle pagine seguenti. 2. EPOCA Crediamo che il salmo sia tardivo, composto per costruire un portale alla collezione finale del Salterio (Girolamo lo chiamava “praefatio Spiritus Sancti”). Il ruolo e l'importanza della Torah è tipico di testi tardivi come Dt 4, Bar 3, Siracide; i parallelismi con Pro 1-8 sembrano confermarlo. 3. COMPOSIZIONE LA STRUTTURA DI SUPERFICIE, SIA LA STRUTTURA PROFONDA. A struttura di superficie Il giusto viene descrltto con tre caratteristiche negative ed una positiva, dalle quali deriva la sua prosperità, presentata in una immagine vegetale. L'empio occupa una posizione asimmetrica, dal momento che viene preannunciato soltanto il suo destino finale, mentre la sua condotta resta implicita o presupposta per contrasto nel primo verso. Nel finale domina la simmetria di due antitesi fra giusti ed empi, sebbene l'azione di Yhwh introduca un'ultima e significativa asimmetria. B. Struttura profonda. Remy Lack ha sottoposto il salmo ad una analisi semiotica degli assi semantici Partendo dai tre elementi naturali, vento, terra, acqua, egli isola i sèmi di instabilità/stabilità = vento/terra; il vento è anche la sterilità, la terra con l'acqua è la fecondità. Empi, sterili e instabili, vengono opposti a giusti, stabili e fecondi; pula dispersa dal mulinare del vento, in contrasto con l'albero allignato presso canali d'acqua. Così la Torah appare come acqua perenne che feconda con la sua presenza e il suo contatto il giusto che la medita. ESEGESI 1-2. Un enunciato negativo e positivo è un modo di definizione completa, inclusiva, che troviamo in altri passi: ad esempio, Giobbe era “religioso e lontano dal male”(1,1.8; 2,3; Pr 3,7; 16,6.17); Isaia esorta così: “smettete di agir male, imparate ad agir bene” (Is 1,17). Tuttavia, mentre i testi citati parlano di allontanarsi dal male, il nostro salmo personalizza il male come condotta degli empi e si configura più vicino ai tésti seguenti di Proverbi: 3,31 Non invidiare il violento, non scegliere alcuna delle sue vie. 22,24 Non far lega con il litigioso, non andare con il collerico, 25 che non ti avvezzi al loro cammino e ti metta in una trappola mortale. 23,17 Non invidiare i peccatori~ ma sempre coloro che rispettano Dio: così avrai un avvenire e la tua speranza non sarà frustrata. IL COMMENTO DEI PADRI: Page 3 of 9 1 ORIGENE: Quale inizio del Salterio potrebbe essere migliore di questa profezia e lode dell`uomo perfetto, nel Salvatore! Il Figlio unigenito è la sapienza ed è chiamato albero della vita in Pr 3,18 Origene riporta la lezione beffardi:= coloro che sono saggi e prudenti ai loro occhi e deridono gli altri, cominciando da quelli che sono più saldi nella fede. (La maggior parte dei Padri usa la lezione la cattedra dei pestilenti). BASILIO: Il salmo 1 è la base che sostiene tutto l`edificio del Salterio. GREGORIO NISSENO, Tr. 1 in Ps, c. 1: Anzitutto dobbiamo considerare a cosa tende il discorso, qual è il fine... Il fine della vita virtuosa è la beatitudine. E il vero beato è Dio, come dice 1Tm 6,15s Beato e unico sovrano, re dei re, signore dei signori, I`unico che possiede l`immortalità, che abita una luce inaccessibile e che nessuno degli uomini vide, né può vedere, al quale s`appartiene onore e potere sempiterno! A mio parere, questa è la definizione di beatitudine. Ma tra gli uomini è beato colui che assomiglia a Dio per la comunione con lui e la partecipazione alla sua vita. Questa dunque sarà la definizione della beatitudine umana: una somiglianza alla beatitudine divina. Tr 2, c. 8: Il salmo 1 è un`introduzione alla filosofia spirituale: ci ammonisce ad allontanarci dal maligno e ad accostarci al Buono, così da tendere alla somiglianza con Dio. Il salmo 1 è, in una certa misura, il titolo del salmo 2. c. 11: Il salmo 1 distoglie l`uomo dalla parentela contratta col male. EUSEBIO: Ogni uomo desidera la beatitudine; ecco perché questo primo salmo descrive chi è veramente beato. Il primo beato è il Salvatore. Questo salmo parla di lui, di lui che è lo sposo della Chiesa; la sfumatura sposo resa, in ebraico, dall`articolo. ILARIO: E` stupendo questo salmo come inizio del Salterio: esprime la speranza della beatitudine, la minaccia del giudizio, la promessa della incorporazione al mistero di Dio. AGOSTINO: Gesù Cristo non ha seguito il disegno dell`empio, come aveva fatto Adamo. Ha rifiutato il regno terrestre, mentre il ribelle aveva voluto ergere il suo trono verso Aquilone (cfr. Is 14,13). ARNOBIO IL GIOVANE: Adamo se ne è andato in compagnia del serpente e della donna. Vegliamo affinchè il nostro Adamo - la nostra ragione - non se ne vada in compagnia del diavolo e della carne. BEDA: C`è stato una volta un infelice, e dobbiamo ben guardarci dall`imitarlo. Questi se n`è andato lontano dal suo creatore: l`umanità è stata condotta, dal suo primo padre, nella regione della dissomiglianza. Ma verrà beato, il Nuovo Adamo. Gli uomini dunque compiano ogni sforzo per ritornare e per unirsi al loro capo resistendo al peccato. 1d EFREM, Hymni. Lamy 2, 500: « Il maligno invidia Adamo. Falso amico, si è preso gioco di lui, offrendogli il veleno nel frutto ». Ibid. 4,726: « O anima, immagine del regno, chi dunque si è preso gioco di te spogliandoti della tua bellezza? Il Maligno si è preso gioco di me. Ha preso i miei ornamenti; e io sono nuda, disprezzata». (Cfr. Ez 16,15ss). Page 4 of 9 RUPERTO rende testimonianza alla tradizione patristica sul carattere tragico della derisione condannata. La derisione culminerà ai piedi della croce, quando i beffardi scherniranno la Sapienza incarnata. De Op. Spir. Sancti, S. C. 131, pp. 203-207: Una Sapienza così grande è derisa, e derisa dai figli della follia. I loro insulti, li abbiamo letti: gli sputarono in faccia, lo colpirono con percosse e schiaffi. Lo vestirono con un manto rosso, gli posero sulla testa una corona di spine e una canna in mano; piegando il ginocchio lo schernivano: Salve, re dei giudei! Sulla croce, lo beffarono ancora di più: Ah, tu che distruggi il tempio di Dio e lo ricostruisci in tre giorni, salva te stesso!... Ha salvato altri e non può salvare se stesso! Se è il re d`Israele, scenda ora dalla croce, e crederemo in lui (Mt 27,40ss). Giobbe, in figura di Cristo, condannava già questi figli della follia che schernivano la sovrana Sapienza: Chi è deriso, come me, dal proprio amico, invocherà Dio che l`esaudirà (Gb 12,4). Giobbe intende dire: Il Cristo sarà schernito dal suo amico, il popolo ebraico, che è del suo sangue. Infatti questo popolo, con una follia stupefacente, giunse a maledire colui del quale aveva condiviso la mensa; derise il crocifisso di cui prefigurava il sacrificio nelle cerimonie del tempio. Gli scribi e i farisei derisero, mentre moriva, colui che, tutti i giorni, leggendo i profeti, proclamavano: Il grande re, il re dei re.E come gli amici di Giobbe, alzando gli occhi, non lo riconobbero, essi non riconobbero, o piuttosto non vollero riconoscere, che era quello il Messia promesso ai loro padri. Giobbe dunque annuncia, con parole profetiche: C`è un altro che, come me, sarà deriso dall`amico. In questo scherno, invocherà Dio e Dio l`esaudirà, fino a coronare questa derisione stessa, di gloria e di onore. Come oggi viene insultato il mio dolore, in quel giorno si insulterà la semplicità del Giusto. Lo si befferà perché si lascia condurre al macello come una pecora e perché, come un agnello davanti al tosatore, egli non apre la bocca (cfr. Ger 11,19). Si penserà che questo è ridicolo. 1. La parte negativa si articola in tre momenti progressivi già segnalati da commentatori antichi e moderni. I personaggi da evitare sono rs'ym = empi, ht'ym = peccatori, Isym = cinici. Solo quest'ultimo termine è specifico: l'aggettivo designa l'uomo che ostenta di sprezzo con superiorità e spregiudicatezza, si fa beffe degli altri con sicurezza autosufficiente, non rispettando né valori, né persone. Potremmo tradurlo con “cinici”.In generale i commentatori segnalano questa azione e questo atteggiamento di irrisione e di scherno: empi non sono una semplice pluralità, ma un gruppo concorde, consenziente; questa unanimità di intenti è suggerita dal termine 'esa, consesso, assemblea, seduta: come in Ez 28,2 dove si parla dell'assemblea degli dei o in Sal 107,32, dove si menziona il consiglio degli anziani. Fra i due sostantivi si fa strada il termine drk = via o condotta, che dà origine ad un movimento dei verbi. Il terzo verbo ysb = sedersi, assidersi, risolve la sottile tensione. La terna verbale enuncia una rottura totale con un modo di vivere ed uno stile di agire; rottura che Pr 29,27, chiudendo un ciclo, formula in termini di incompatibilità radicale, di disgusto ed avversione reciproca. La professione di Sal 139,21 ha un carattere più esplicitamente teologico: “Detesto, Signore, quelli che ti detestano”. Possiamo anche vedere lo sviluppo di Sap 2, di cui citiamo un paio di versetti: 15 conduce una vita diversa da quella degli altri, va per una via a parte 16 ci considera moneta falsa e schiva i nostri sentieri come se contaminassero; proclama beato il destino del giusto... 2. Parte positiva. A tre sostantivi con genitivo plurale di persona, fa da contrasto un unico sostantivo con genitivo, sdoppiato, in modo da opporre i suoi lati simmetrici, identici: la Torah del Signore, la sua Torah. La parola Tora, significa originariamente una istruzione, una direttiva; successivamente passa a designare la volontà di Dio, articolata in parola e comunicata all'uomo può trasformarsi in una entità autonoma, oggettivata e giunge poi a designare un corpus cristallizzato e trasmesso con autorità. All'epoca-in cui collochiamo cronologicamente il salmo, il carattere di corpo canonico è un dato normalmente presente: a comprovarlo sono i testi di Baruc e Siracide che riportere mo più avanti. Tuttavia, il genitivo di persona “del Signore” ha lo stesso peso e lo stesso valore del sostantivo: la relazione con Dio sta nella coscienza, sebbene il suo alveo sia un corpus legale. Queste frasi, normalmente attribuite al Deuteronomista, influiscono sulla espressione formulata dal Sal 1: ciò che il narratore raccomanda a Giosuè nel libro omonimo, come capo e successore di Mosè, nel Page 5 of 9 nostro salmo diviene ora una offerta universale, sapienziale, programmatica, aperta ad ogni uomo. Sal 40,9 Questo io desidero Dio mio, la tua istruzione è nelle mie viscere ESSERE EMPIO 1/ La radice rs' « essere empio, colpevole » è documentata, in questa forma e con questo significato, solo in ebr. e in aram. Ciò che accomuna i diversi sfgnificah potrebbe essere il fatto negativo del non adempimento di doveri e funzioni. Nell'AT si trovano rs' q. e hi. (« dichiarare colpevole » accanto al sign. transitivo interno di « rendersi colpevole, agire empiamente », inoltre i sostantivi rsa' « delitto, torto » e ris'a « delitto, colpa » e l'agg. rash' « empio, senza Dio, colpevole » 2/ La statistica mostra la relativa frequenza di questo gruppo di vocaboli nei salmi e nella letteratura sapienziale 3/ La radice rs' appare nell'AT come il più importante contrario di , sdq Rispetto alla radice positiva sdq, rs' è l'espressione che indica il comportamento negativo in pensieri, parole e opere, una condotta nociva per la comunità, che tradisce nel contempo intima disarmonia e mancanza dl tranquillità (Is 57,20) di una persona. a) Nell'AT rasa' significa in primo luogo l'uomo che minaccia la vita dei suoi concittadini ( Ger 5,26, Prov 12,6; ) o che toglie la vita a degli innocenti ( 2Sam 4,Il). Talvolta sono i “poveri” (Sal 37,14- 82,4) o i “giusti” (Sal 11,2, 37,12.32- Prov 24,15), che vengono descritti corne vittime del rasa' (o dei r'.sa'lm). Con le sue azioni delittuose il rasa' accumula su di sé colpa di sangue, tanto che deve aspettarsi vendetta di sangue o - in epoca posteriore pena di morte (Num 35,31; 2Sam 4,11). Questi aspetti - I'azione scellerata, e la colpa e la punizione che necessariamente a tale atto sl ricollegano - sono tutti compresi nell'unica radice rs'. Oìtre che con assassinii e atti violenti (Prov 10,6.11, 21,7) ci si poteva dimostrare rasa' anche con altre azioni nocive per la comunità: - la rivolta contro Mosè (Num 16,26; cfr. Sal 106 18), I'idolatria, I'oltraggio della donna a1trui, il latrocinio, la repressione dei poveri la trasgressione delle norme riguardanti i pegni e gli interessi (Ez 18,5ss. cfr. 33,15), frodi commerciali (Mi 6,10s.), accumulazione di ricchezze (Sal 73,12; cfr. Ger 5,26s.), tradimento (Prov 12,5), apostasia (Sal 58,4, « abbandonare »), crudeltà (Prov 12,10). Come termini opposti a rasa' si trovano saddiq “fedele alla comunità, giusto”e perifrasi come “colui che semina giustizia”(Prov 11,18) “colui che insegna la giustizia”(Prov 159) lam “integro”(Giob 9,22, Prov 11,5) e aitri derivati , tmm; JaSar “ onesto “Sal 37,37s.; Prov 2,21s.; 11,11 ecc.); ma anche il “saggio” il “ povero” (dal Is 11,4- 'am, Giob 36,6 'anaw, Is 11,4; Sal 147,6), “stranieri, orfano e vedova “ (Sal 146,9); Come termini paralleli si trovano: « coloro che odiano il saddiq » (Sal 34,22), « malfattori » 20,5, ,hnp); « violenti » hamas, Sal 11,5; ; Sal 139,19 « uomini sanguinari » «braccio sollevato»; «tiranno» « dominatore» «peccato » , Sal 1,1.5; «schernitori » (les, Sal I, I; Prov 9,7); « apostati » «traditori» i potenti oppressori di poveri,vedove, orfani e stranieri (p.e. Sal 94,3), ex amici che si sono dimostrati infedeli (Sal 55,4 109,2), persone che parlano con buone maniere ma che meditano il male (Sal 28,3): in conglure segrete esprimono le loro perniciose parole (Sal 10,7ss.; 17,9ss.; 140,9s.), preferibilmente di notte, nell'ora in cui le cattive azioni possledono la loro più grande efficacia (Sal 36,5; cfr. 11,2; 91,5); con le loro parole malvage scavano fosse e tendono tranelli (Sal 7,1h; 9,16; 10,9; 140,6; 141,9); queste espressioni a Babilonia sono spesso usate nelle imprecazioni e nell'arte magica, e possono causare alla gente ogni genere di male (Pedersen, Israel 1-11, 448; cfr. Sal 10,7; 109,17s.). b) Sulla base di molti detti si può dedurre che il nesso tra crimine, colpa e punizione è stato sperimentato nella vita umana come una legge che ha una eftlcacia automatica (p.e. Prov 10,24; 11,5; 13,6; 14,32; 18,3; 24,16.20- 28,1 29,16; Eccle 8,8). Page 6 of 9 c) Benché rs' non abbia di per sé un sig. giuridico , ricorre spesso in contesti giuridici . In una controversia c'è sempre uno che si è comportato in maniera dannosa per la comunità: o l'imputato con il suo comportamento criminoso, o l'accusatore con la sua accusa ingiusta. Dato che in questo modo sono messe in pericolo l'esistenza e la I PADRI 2 ORIGENE: Meditate la legge del Signore, sia che mangiate, sia che beviate, e anche durante la notte. Cita 1Ts 5,17: Pregate sempre. In senso allegorico, la tranquillità è il giorno e la notte è figura delle prove della vita. GREGORIO NISSENO, Tr. 1 in Ps, c. 9: Questa corsa verso la beatitudine non si fa grazie all`abilità dell`uomo, ma per la sollecitazione della speranza, che ogni giorno cammina innanzi al nostro desiderio. Quando si raggiunge questa beatitudine, che non si può in alcun modo esprimere, la speranza cessa. EUSEBIO: La legge del Signore è quella di Mosè ma anche, prima di essa, la legge naturale. Quando fanno per natura le cose della legge, costoro non aventi legge sono legge a se stessi (Rm 2,14). Dopo il Vangelo, la legge è il Vangelo. GIROLAMO: Meditate questa legge non soltanto leggendola, ma anche mettendola in pratica. 3 EUSEBIO: L`albero è, a un tempo, il Figlio di Dio - vicino ai fiumi delle divine Scritture che lo annunciano - e il giusto che, sempre unito alla legge divina, è irrigato da tutti i fiumi spirituali. Il suo tempo è il secolo futuro, essendo la vita presente il tempo in cui si coltiva e prepara il futuro. CIRILLO DI GERUSALEMME, Cat. 1, 4, p. 46: Facciamo degni frutti, affinché possiamo dire con il salmista: Io come olivo fruttifero... (Sal 51,8). Spetta a Dio il piantare e l`irrigare, a te il portare frutto. GREGORIO NISSENO: Il frutto dell`anima credente è lo Sposo stesso, che essa riflette nella sua vita luminosa. ILARIO: L`albero della vita è il Cristo. Cita Gen 2,9; Pr 3,18; Mt 12,33; Lc 23,31; Ap 22,2. Tutto ciò che fa, riuscirà bene: l`incorruzione assorbirà la corruzione, l`eternità assorbirà l`infermità, la forma di Dio assorbirà la forma della carne mortale (cfr. 1Cor 15,53s). GREGORIO MAGNO, Moralia, S. C. 212, p. 157 ss.: nella Sacra Scrittura l`albero è il simbolo della croce, dell`uomo giusto o empio, e talvolta della Sapienza incarnata. Inoltre Gregorio commenta Gb 14,7ss. C`è per l`albero una speranza: qualor venga tagliato, di nuovo rinverdisce, e i suoi rami germogliano; se invecchi nel terreno la sua radice, e nella polvere perisca il suo ceppo, ad un vapor d`acqua rigermina, e getta la chioma come quando fu piantato in principio. Questo è accaduto al Signore stesso che, nell`ora della sua passione, ha detto: Se si tratta così il legno verde, che ne sarà del secco? (Lc 23,31). Disse questo per far comprendere che egli era l`albero verde e noi l`albero secco. I suoi rami sono germogliati ovunque, poiché la sua risurrezione ha moltiplicato ovunque i credenti. Si poteva dire che la sua radice era invecchiata nella terra, poiché la sua predicazione fu disprezzata dai giudei, e che il suo tronco morì nella polvere, poiché egli poté essere messo a morte, nella sua carne. Ma all`odore dell`acqua germogliò, quando la sua carne ritornò in vita per la potenza di Dio: la Santa Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo, risuscitò la carne morta del Figlio unigenito. E si coronò come una giovane pianta quando i deboli apostoli, che erano stati sconvolti dalla sua morte e l`avevano rinnegato, ripresero animo grazie alla fede, davanti alla gloria della sua risurrezione. In confronto a questo albero verde, ogni uomo non è che polvere. ... Il giusto muore nella polvere, tra le mani dei persecutori. Ma al sentore dell`acqua germoglia, poiché al sofflo dello Spirito semina germi di virtù nel cuore degli eletti, col suo esempio. Page 7 of 9 RUPERTO, De Op. Spir. Sancti, S. C. 131, p. 247: Annunciando Cristo, Giobbe dice: l`albero ha una speranza; se è tagliato, rigermoglia, e i suoi rami si moltiplicano... Chi è quest`albero, se non colui che, al momento in cui veniva tagliato, diceva: Se si tratta così il legno verde, che ne sarà del secco? (Lc 23,31). Se lo si taglia, rigermoglia - il terzo giorno - con la risurrezione. Questo perché non c`è mai stato nulla di morto in lui, alcuna traccia di peccato... e molto più perché questo uomo era Dio, la cui vita è eterna. L`uomo nuovo è dunque l`albero della vita, sempre verde al soffio dello Spirito della Sapienza. Al fine di produrre il suo frutto per noi -nella vita presente, la salvezza delle anime, e nella vita futura la - risurrezione dei corpi - egli ha permesso che lo si tagliasse, avendo la certezza di germogliare di nuovo, dopo aver vinto in se stesso la frattura violenta della morte corporale che aveva subito. IPPOLITO, Sulla Santa Pasqua, pp. 78-79: Egli soppianta il legno con il legno e in luogo della mano perversa protesasi empiamente all`origine, egli lascia inchiodare piamente la sua mano immacolata e mostra su di esso tutta la vera Vita appesa... noi ne mangiamo e mangiando non moriamo. « Quest`albero è per me di salvezza eterna: di esso mi nutro, di esso mi pasco. Per le sue radici io affondo le mie radici, per i suoi rami mi espando, della sua rugiada mi inebrio, dal suo spirito, come da soffio delizioso, sono fecondato. Sotto la sua ombra ho piantato la mia tenda e ho trovato riparo dalla calura estiva. Per i suoi fiori fiorisco, dei suoi frutti mi delizio a sazietà, e colgo liberamente i frutti fin dalle origini a me destinati. Quest`albero è nutrimento alla mia fame, sorgente per la mia sete, manto per la mia nudità; le sue foglie sono spirito di vita e non foglie di fico Quest`albero è mia salvaguardia quando temo Dio, appoggio quando vacillo, premio quando combatto, trofeo quando ho vinto. Quest`albero è per me "il sentiero angusto e la via stretta"; è la scala di Giacobbe, è la via degli angeli alla cui sommità realmente è `appoggiato` il Signore. Quest`albero dalle dimensioni celesti si è elevato dalla terra al cielo fondamento di tutte le coseso stegno dell`universo, supporto del mondo intero, vincolo cosmico che tiene unita la instabile natura umana, assicurandola con i chiodi invisibili dello Spirito, affinché stretta alla divinità non possa più distaccarsene. Con l`estremità superiore tocca il cielo, con i suoi piedi rafferma la terra, tiene stretto da ogni parte, con le braccia sconfinate, lo spirito numeroso e intermedio dell`aria. Egli era tutto in tutte le cose e dappertutto» RUPERTO, De Op. Spir. Sancti, S. C. 131, p. 117: Il Signore aveva piantato un paradiso spirituale, la Chiesa dei santi antichi, i patriarchi e i profeti... Adamo, che bell`albero! lsacco, che bell`albero!... Quanto al secondo Adamo, o meraviglia, è in lui che lo Spirito Santo pose il suo paradiso... questa anima divenne, essa stessa, il paradiso delle delizie di Dio, con l`albero della vita nel mezzo del paradiso, cioè la sostanza stessa del Verbo eterno, e l`albero della scienza del bene e del male, cioè le tentazioni della infermità che aveva assunto da noi... Ib., S. C. 165, p. 133: Noi leggiamo che, quando fu creato il paradiso terrestre, un fiume usciva Page 8 of 9 dalla terra e bagnava tutta la superficie del suolo... Ma ecco che si innalzava il paradiso della nuova creatura, con le radici di un solo e unico albero di vita, cioè la fedeltà e le virtù dell`unico mediatore fra Dio e gli uomini, l`uomo Gesù Cristo. E` lui che il salmista celebra quando dice: Sarà come l`albero piantato alle sorgenti delle acque, che darà il suo frutto a suo tempo Quest`albero fu piantato lungo i corsi d`acqua, poiché sulla natura della carne fu innestato il Verbo di Dio, il Dio Verbo, nella pienezza di tutte le grazie, sempre vivente e onnipotente. Questo è l`uomo che iniziò la nuova creazione, il germoglio santo, I`albero della vita. Ib., S. C. 131, p. 247: Nel momento in cui il Nuovo Adamo si addormentava, sapeva che avrebbe ripreso, col frutto centuplicato della sua obbedienza, lo Spirito che consegnava nelle mani del Padre. EFREM, Hymni, Lamy 4, 674: « Tendete le vostre mani verso il ramo della Verità, che i superbi non possono raggiungere. Egli abbassò la sua maestà, discese per sollevarci. In questo ramo di Verità si moltiplicano i figli della Verità. Cresciuti, giunti a maturazione, portano frutti di paradiso. Gesù, piega verso di noi il tuo amore, lasciaci afferrare questo ramo che tese i suoi frutti agli ingrati. Essi ne mangiarono e lo disprezzarono. Il ramo si inclinò sino all`inferno: prese Adamo, si rizzò, lo depose in paradiso. Benedetto colui che si è chinato verso di noi. Il ramo ha vinto i re, stende la sua ombra sul mondo intero. Noi vogliamo essere crocifissi all`albero di cui mangiamo il frutto. Venite, attacchiamoci all`albero che ci dona il pane di vita. Benedetto colui che ci accoglie alla sua ombra! Benedetto colui che ci corona con la sua grazia». 4 GREGORIO NISSENO, Tr. 2 in Ps, c. 8: Sconfitta la malizia, noi saremo riplasmati secondo il Cristo; e in tutti risplenderà la bellezza che in principio, era quella della nostra natura. ATANASIO: Gli empi non hanno radici. GIROLAMO: L`empio sarà così miserabile che la sua polvere non è neppure terra. Non ha niente di solido, tutto quello che ha, lo ha per il castigo. Non resta mai nello stesso luogo: maledizione dell`andar vagando come Caino (Gen 4,16). 5 EUSEBIO e CIRILLO ALESSANDRINO: Davide è il primo che ha parlato di risurrezione. EUSEBIO: Gli empi risusciteranno, ma per il castigo e la pena eterna. 6 ORIGENE: La Via dei giusti è il Cristo . EUSEBIO: Secondo la Scrittura, il Signore conosce il bene e non il male. GREGORIO NISSENO, Tr. 2 in Ps, c. 11: Il salmo 1 distoglie l`uomo dalla parentela contratta col male. Il salmo 2 gli mostra a chi bisogna aderire: pone davanti ai nostri occhi il Cristo manifestato Page 9 of 9 nella carne e ci insegna che il credere in lui sarà la nostra beatitudine. I CINQUE LIBRI DEI SALMI GREGORIO NISSENO vede un ordine e una progressione nella classificazione dei salmi in cinque libri. 1˚ libro: Ci distoglie dalla menzogna e dall`assurdo, per insegnarci a cercare Dio (dal Sal 1 al Sal 40). 2˚ libro: L`uomo che ha cominciato a gustare la dolcezza di Dio desidera la sua presenza e beve ardentemente alla sorgente divina (dal Sal 41 al Sal 71). 3˚ libro: Partecipando di Dio, vede l`essere profondo delle cose e s`innalza al di sopra di tutte le cose terrene (dal Sal 72 al Sal 88). 4˚ libro: Il profeta diviene mediatore, e fa discendere la misericordia di Dio (dal Sal 89 al Sal 105). 5˚ libro: Alla sommità di questa quinta ascensione, contempla tutto il piano della Salvezza (dal Sal 106 al Sal 150). Alla fine di ogni parte, l`amen, amen esprime una perpetua azione di grazie. Di libro in libro, l`anima giunge alla felicità suprema che sarà comune a tutti: la celebrazione della lode divina (Sal 150). Nell`interpretazione di Gregorio Nisseno, il salmo che apre ogni libro ne esprime il contenuto.