didattica dell`italiano (l1-l2) per la scuola primaria e dell`infanzia

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didattica dell`italiano (l1-l2) per la scuola primaria e dell`infanzia
DIDATTICA DELL’ITALIANO
(L1-L2)
PER LA SCUOLA PRIMARIA E
DELL’INFANZIA
Dott.ssa Fallea Floriana
INSEGNARE LA LINGUA ITALIANA
COME LINGUA SECONDA
Dott.ssa Fallea Floriana
Il Common European Fremwork
(CFR), tradotto come quadro Comune
Europeo di Riferimento per le Lingue
(QCER) rappresenta il riferimento per
la valutazione delle competenze
raggiunte durante il percorso di
acquisizione della seconda lingua
(L2) e della lingua straniera (LS).
Dott.ssa Fallea Floriana
Sono stati individuati 6 livelli di
acquisizione linguistica: il più basso
(A1) è definito “lingua di contatto”; il
livello A2 è detto “livello di
sopravvivenza”; il livello B1 è “livello di
soglia”; il livello B2 livello è “livello
progresso”; segue il “livello di
efficacia” (C1) e quindi il livello più
avanzato o “livello di padronanza” C2.
Dott.ssa Fallea Floriana
La competenza linguistica, comprende:
Ø competenze grammaticali (sapere una
lingua vuol dire conoscerne la
grammatica);
Ø  competenze comunicative (inerenti le
quattro abilità di base ricettive e
produttive ovvero ascoltare- leggere;
parlare-scrivere);
Ø  competenze multiculturali (non si ha la
competenza linguistica se non si conosce
il mondo).
Dott.ssa Fallea Floriana
DOCENTE DI L2
Punto di partenza per costruire un
processo di educazione linguistica deve
essere non la teoria ma la classe in cui
personalità e realtà molto diverse tra loro
si trovano a coesistere per raggiungere
obiettivi comuni.
Dott.ssa Fallea Floriana
L'insegnante è un facilitatore linguistico,
crea cioè le condizioni più idonee
all’apprendimento della lingua, tenendo
conto delle variabili individuali dei soggetti e
dei due principi di “apprendibilità e di
insegnabilità”. Nell’apprendimento della
lingua risulta importante il parlato
dell'insegnante che, per essere compreso da
un alunno non italofono, deve essere
facilitato grazie ad un forte legame col
contesto extralinguistico: riferimenti a
conoscenze condivise.
Dott.ssa Fallea Floriana
Nella fase iniziale dell'apprendimento
della seconda lingua è molto importante
anche l'ambiente fisico. L'insegnante
può mettere in atto semplici strategie
che la rendano accogliente.
Dott.ssa Fallea Floriana
Ecco allora la validità di cartelloni
bilingue, carte​ geografiche, carte
fotografie, poster. Un’ ultima
considerazione: è stato notato che la
musica ha un effetto rilassatore: in
ambito didattico un sottofondo musicale
toglie tensione durante lo svolgimento di
prove sentite come impegnative, per
esempio la composizione di testi scritti,
prove di tipo grammaticale.
Dott.ssa Fallea Floriana
L'insegnante è poi uno sperimentatore, in grado
di impostare una didattica come RICERCA-AZIONE
in laboratorio: allestire materiali plurilingue in
forma di schede illustrate, vocabolari, liste di
parole; agire, interagire, giocare attraverso
l'invenzione di attività mirate in classe e a scuola;
sollecitare conversazioni Face to face ovvero
interazioni tra alunni e in piccolo gruppo misto;
proporre input linguistici funzionali e significativi
legati al vissuto quotidiano; parlare con un
linguaggio semplificato, tono di voce espressivo,
sintassi paratattica; accettare gli errori e i
tentativi di comunicazione;sviluppare routine
nelle attività didattiche.
Dott.ssa Fallea Floriana
L’italiano Lingua Seconda non è però
Insegnata solo dall’ insegnante curriculare
d'italiano: la normativa prevede di far
ricorso alle risorse della scuola per
integrare, potenziare l'apprendimento
linguistico. Il Dirigente scolastico può
chiedere di dedicare ore all'insegnamento
dell'italiano L2 a:
Ø insegnanti di sostegno (ore curriculari);
Ø  insegnanti di lingue (ore curriculari);
Dott.ssa Fallea Floriana
Ø  docenti della scuola disponibili (ore
extracurriculari retribuite con contratti di “
prestazione d’opera”);
Ø Insegnanti distaccati su progetto (in scuole con
elevato numero di alunni stranieri), nuove figure
professionali denominate “facilitatori di
apprendimento” con compiti didattici: definire i
bisogni linguistici; progettare una
programmazione individualizzata o di piccolo
gruppo; valutare i progressi nella lingua
seconda;
Ø Insegnanti di classe durante le ore di religione,
quando l’alunno straniero non si avvale di
questo insegnamento;
Dott.ssa Fallea Floriana
Ø “ facilitatori linguistici” ovvero insegnanti di
italiano L2, professionisti esperti, italiani, con
adeguata formazione di didattica della lingua e
pedagogia interculturale, messi di norma a
disposizione delle scuole con (significativo
numero di alunni non italofoni) dagli enti
locali. Tali figure affiancano l’insegnante di
classe nella definizione del profilo linguistico,
nella programmazione di percorsi di
apprendimento della lingua italiana; forniscono
materiali; collaborano con tutto il Consiglio di
classe per condividere obiettivi da raggiungere
al livello linguistico e culturale;
Dott.ssa Fallea Floriana
Ø  “mediatori linguistici”, soggetti messi a
disposizione degli Enti Locali, primo fra
tutti il Comune, di norma immigrati​
bilingue che non hanno compiti didattici
ma di accoglienza e inserimento degli
alunni neoarrivati, affiancando
l'insegnante di classe; compiti di
traduzione di materiali; relazione con le
famiglie; valorizzazione della L1 e, talora,
anche di insegnamento di L1.
Dott.ssa Fallea Floriana
PROGRAMMARE E PROGETTARE L'AZIONE
DIDATTICA
Tenendo presente quanto affermato nel
QCER nella progettazione didattica ci si
preoccuperà di costruire percorsi linguistici
con valenza formativa ed educativa peraltro
indicati come meta dell'apprendimento.
Prima azione sarà la costruzione della “carta
d'identità linguistica”, base di partenza per
qualsiasi progettazione personalizzata.
Dott.ssa Fallea Floriana
Carta d’identità linguistica (per alunni non italifoni)
Nome………………Cognome………………
Provenienza: città
zona rurale
Lingua Madre (L1)…………..
Altre lingue parlate………….
Altre lingue conosciute:…………
Anni di scolarizzazione in Italia:……..
Informazioni raccolte:………..
Capacità comunicativa:
scarsa
occasionale
buona
limitata a situazioni particolari
denota volontà di socializzazione, intraprenenza…..
Rapporti con i compagni:
Rapporti con i referenti adulti:
Dott.ssa Fallea Floriana
Stile cognitivo dell’alunno:…………………
Stile cognitivo del gruppo di appartenebza:…..
Atteggiamento comportamentale:…….
Motivazioni della migrazione:…….
Vissuto dell’alunno (paure, aspettative,
elementi di disagio….): ….
CONOSCENZA DELLA LINGUA ITALIANA
Durata della fase del silenzio o tempo di
latenza:………
Dott.ssa Fallea Floriana
I modelli di progettazione didattica
sono vari ma noi ci limitiamo a
segnalarne tre: la progettazione per
obiettivi, la progettazione per sfondi
integratori e la progettazione per
compiti.
Dott.ssa Fallea Floriana
La PROGETTAZIONE PER OBIETTIVI (che
sceglieremo
come quella, a nostro avviso,
preferibile per un'azione didattica volta ad
alunni di scuola primaria e secondaria di
primo grado) parte da una concezione di
apprendimento per accumulo di conoscenze,
abilità e competenze in un percorso
sequenziale e segmentabile.
Dott.ssa Fallea Floriana
La PROGETTAZIONE PER SFONDI
INTEGRATORI E LA PROGETTAZIONE PER
COMPITI partono invece da una
concezione di apprendimento come
processo individuale di scoperta e
personale costruzione di saperi e
competenze attraverso strade diverse, una
rete soggettiva di connessioni. Ci
sembrano pertanto metodologie più
idonee per studenti di scuola secondaria
di secondo grado.
Dott.ssa Fallea Floriana
Nella progettazione per obiettivi, posti gli
obiettivi (generali, intermedi e finali) in
termini di saperi, competenze,
consapevolezze da conseguire, si
stabiliscono metodi didattici,ricerche,
materiali e sussidi da utilizzare durante
l'azione didattica; verifiche iniziali - in
itinere - finali. Si deve pertanto avere da
subito una visione completa, sistemica,
del progetto di insegnamento​.
Dott.ssa Fallea Floriana
La progettazione per obiettivi
Obiettivi
saperi - competenze - consapevolezze (da sviluppare)
a)  Generali
b)  Intermedi
c)  Finali
Sillabo dei contenuti
Metodi didattici
Materiali
Sussidi
Verifiche/valutazioni
a)  In ingresso
b)  Intermedie (formative)
c)  Finali (sommative)
Dott.ssa Fallea Floriana
METODI A CONFRONTO
Dott.ssa Fallea Floriana
Un insegnante che inizia un percorso
didattico di insegnamento dell’ italiano
Lingua Seconda si pone il problema del
metodo didattico da seguire.
Dott.ssa Fallea Floriana
È necessario pertanto preparare
contesti di apprendimento in cui tutta la
classe partecipi tramite lavori di
gruppo, cooperative learning, peer
education.
Dott.ssa Fallea Floriana
L’insegnante, da parte sua, deve essere
in grado di costruire una “comunicazione
efficace” in cui interagiscono fattori
affettivi, cognitivi, relazionali e socioculturali. Punto di partenza è
sicuramente un “ascolto attivo”.
Dott.ssa Fallea Floriana
Metodi di insegnamento delle lingue : non
bisogna chiedersi tanto qual è il mezzo
migliore dell'insegnamento della lingua 2
quando piuttosto quale metodo coinvolge
maggiormente non solo gli alunni ma
l'insegnante stesso, che deve trovare
profonda significatività in ciò che sta
facendo, pronto a cambiare azione
didattica e metodo, in un percorso da
“reinventarsi” e riprogettare
continuamente, a seconda delle
caratteristiche dei soggetti con i quali ha
a che fare.
Dott.ssa Fallea Floriana
METODO GRAMMATICALE - TRADUTTIVO
E’ il tradizionale metodo deduttivo utilizzato a
scuola per insegnare le lingue: si basa sulla
spiegazione di regole grammaticali e sintattiche; su
esercizi di traduzione di frasi e testi; sull'utilizzo di
vocabolari bilingue. Il docente si esprime nella lingua
madre dell'alunno utilizzando scarsamente la lingua
oggetto d'insegnamento. I Libri di testo e la didattica
sono impostati per “lezioni” che affrontano di volta
in volta un aspetto morfosintattico: si presenta in
linea teorica una regola seguita da esemplificazioni
e quindi seguono esercizi da svolgere.
Tale metodo non è adatto per i bambini di scuola
primaria, ne per l'insegnamento di una L2.
Dott.ssa Fallea Floriana
METODO AUDIO LINGUISTICO
Tale metodo parte dell’ imparare a
memoria dialoghi in lingua 2 in cui si
trovino le strutture della lingua oggetto
della lezione da role playing con
sostituzione di morfemi lessicali e
grammaticali; mimo; utilizzo di filmati, CD
ROM, cassette che riproducono situazioni
quotidiane.
Dott.ssa Fallea Floriana
Si pone molta attenzione alla pronuncia.
L'obiettivo è rendere automatico l'uso delle
strutture attraverso la ripetizione, la
trasformazione, la traduzione.
Le regole grammaticali e sintattiche sono
esplicitate alla fine degli esercizi. Il rischio è
quello di una memorizzazione di parole e
frasi (talora non comprese) con la
conseguente incapacità a formulare nuove
frasi.
E’ il metodo utilizzato di norma dalle scuole
di lingue straniere LS.
Dott.ssa Fallea Floriana
METODO DIRETTO
Le convenzioni sono “guidate
dall'insegnante” che in genere parte
leggendo un testo di presentazione,
dopo di ché inizia un ciclo di domande e
risposte sui contenuti del testo o sul
significato di​ termini​ non compresi.
Questo metodo non risulta idoneo
nell’insegnamento a bambini o ragazzi
non italofoni dal momento che blocca il
flusso comunicativo spontaneo.
Dott.ssa Fallea Floriana
APPROCCIO NATURALE DI TRACY TERRELL
Tracy Terrell insieme a Stephen Krashen ha
impostato un modello teorico di
insegnamento delle lingue basato in modo
particolare sul lessico.
Il metodo si focalizza su input significativi,
legati a situazioni di comunicazione reale;
Krashen afferma che la lettura e mezzo
veramente efficace per l’obiettivo lessicale.
Dott.ssa Fallea Floriana
Gli errori non vengo corretti ( a meno
che non impediscano la comunicazione);
l’ insegnante parla solo in L2; a casa gli
studenti riflettono sulle strutture
grammaticali. Non c'è una
programmazione fissa predefinita; gli
obiettivi sono di tipo semantico e
comunicativo.
Dott.ssa Fallea Floriana
Il metodo è definito “naturale” in quanto
vuole suggerire che per imparare una
lingua straniera è bene fare più o meno
come fanno i bambini con la lingua madre.
Ecco allora l'importanza data
all'esposizione alla lingua, l’enfasi
sull’acquisizione spontanea, il rinvio della
fase del parlato, lo scarso interesse per gli
errori, il ruolo secondario dell’
apprendimento esplicito della grammatica,
l’uso in classe di materiali linguistici
“graduati” (Terrell 1983).
Dott.ssa Fallea Floriana
APPROCCIO COMUNICATIVO
E’ il metodo preferito da molti insegnanti
di L2.
Dott.ssa Fallea Floriana
David Wilkins, linguista britannico, sempre
negli anni 70, ha dimostrato che per parlare
una lingua è più importante avere un
discreto vocabolario che conoscere la
grammatica. Scrive infatti che per viaggiare
è più utile conoscere molti vocaboli che
conoscere la grammatica. Spiega che nella
comunicazione sono coinvolti due sistemi di
significato: le “nozioni” linguistiche
(concetti come tempo, spazio, quantità) e
le “funzioni” linguistiche (ordini, proposte,
domande, suggerimenti).
Dott.ssa Fallea Floriana
Per poter raggiungere padronanza
comunicativa gli apprendenti devono
essere esposti a notevoli input , avere
cioè una ampia esposizione alla lingua: è
dunque necessario che gli alunni si
misurino con una lingua non solo
realistica ma fatta di testi e di discorsi
estesi, non di frasi isolate.
Dott.ssa Fallea Floriana
TOTAL PHYSICAL RESPONSE (TPR) di James
Asher​
Il metodo, ideato nel 1977 da James Asher​
negli Stati Uniti, si basa sull' apprendimento
della seconda lingua attraverso l'attività
fisica. Gli allievi devono ascoltare in silenzio
un comando e quindi eseguirlo
immediatamente. I comandi da semplici si
fanno via via più complessi e articolati.
Dott.ssa Fallea Floriana
Gli allievi si esprimono solo quando si
sentono pronti a farlo; a questo punto
potranno essere loro a partire ordini ai
compagni. La lingua presentata di volta in
volta è quindi assai semplificata, espressa
in frasi discrete, ordinata in sequenze
grammaticali che vanno facendosi più
complesse in modo non dissimile da quello
previsto dai sillabi strutturali.
“ Fare teatro” può rappresentare un aspetto
particolare, evoluto, di tale metodo.
Dott.ssa Fallea Floriana
L’apprendimento della lingua
attraverso il teatro si sviluppa in quattro
fasi essenziali:
1. il dominio dello spazio fase gestuale
nella quale il corpo “disegna” nello
spazio, inizialmente esprimendosi
liberamente, poi seguendo stimoli
esterni;
2. dominio della voce: fase vocale
durante la quale la voce esprime suoni
anche privi di senso ma tali da rendere
l'idea delle sensazioni provate;
Dott.ssa Fallea Floriana
3.  dominio della situazione: fase di
integrazione della gestualità con la
sonorità, tesa a costruire situazioni
espresse in lingua;
4.  dominio del testo: ciascuno dei
partecipanti interpreta un testo
imparato a memoria.
Dott.ssa Fallea Floriana
Dott.ssa Fallea Floriana