Veglia – testo PARTE UNO: LA SUPERFICIALITÁ E LA LONTANANZA

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Veglia – testo PARTE UNO: LA SUPERFICIALITÁ E LA LONTANANZA
Veglia – testo
PARTE UNO: LA SUPERFICIALITÁ E LA LONTANANZA
(Rumori sottofondo, traffico, un po’ di musica, caos)
Valerio - Da top a Stylist
Kate Moss ha lanciato una sua linea di abbigliamento, disegnata per la catena anglosassone Top
Shop. La collezione, però, è stata criticata da molti esperti del settore in quanto sarebbe destinata
solo alle taglie mini discriminando le ragazze più in carne. La top non ha rilasciato dichiarazioni ma
pare che gli abiti se li sia proprio… cuciti addosso.
Tommy - Il pirata presto sposo
Dopo otto anni di fidanzamento e due figli all’attivo l’irresistibile “Pirata dei Caraibi”, Johnny
Depp ha finalmente chiesto la mano della sua compagna, la bellissima attrice e cantante Vanessa
Paradis. Il matrimonio sarà celebrato prima della fine dell’estate in una romantica e piccola località
della campagna francese, dove la coppia abita da tempo.
Valerio - Britney ci riprova
Britney Spears è tornata in forma dopo le recenti disavventure e pronta più che mai per ritornare in
scena! I capelli le stanno lentamente ricrescendo, è dimagrita e pare che stia organizzando un tour
che la porterà in alcune città degli States e forse anche in Europa. In bocca al lupo Brit!
Tommy - Cicogna in arrivo?
Tom Cruise e Katie Holmes, allontanate le recenti voci di una crisi, starebbero “lavorando” ad un
secondo bebè. L’attore ha, infatti, dichiarato durante una intervista ad un magazine americano di
essersi appassionato al ruolo di padre e di volere fortemente un altro figlio. La piccola Suri avrà
presto un fratellino con cui giocare?
(Pausa, silenzio, foto di sofferenza sullo sfondo)
PARTE DUE: IL DOLORE E LA FATICA.
Valerio - Ci sono dei momenti in cui la vita scorre normale. Impegni serrati, parole, tutto indirizzato
e logico. Poi arriva un pugno, un richiamo violento, una sassata di realtà che violenta le cose.
Ieri sono stato a un funerale. Un amico che di fronte alla perdita del papà, rimasto senza genitori, ha
tirato un pugno sul pavimento e si è fratturato un metacarpo.
“Non è un cazzo giusto”, ha gridato. Ha ragione, non era per nulla giusto. Il dolore e la fatica non lo
sono mai.
“La ragazza e la miniera” (canzone De Gregori), più immagini
Valerio - Facciamo un gioco. Contiamo insieme. Quante volte la fatica, la fragilità, la sofferenza di
chi ci circonda l’abbiamo sentito come un appello radicale, come un’esigenza assoluta da metter in
cima all’ hit parade delle nostre priorità.
Quante volte abbiamo sentito allargarsi il cuore, quasi a sanguinare, per avvertire quella spina di
male altrui la nostra spina di male, quella situazione di ombra e fango la nostra situazione di ombra
e fango. Quante volte? Una? Cinque?
Perché, da sempre, il dolore degli altri è un dolore a metà.
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Tommy - “Se questo è un uomo”, di Primo Levi
Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case,
Voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è un donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d’inverno.
Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri nati torcano il viso da voi.
Valerio - Alcatraz pag. 12: testo di lettura
Valerio - “Oscar e la dama rosa” di Eric-Emmanuel Schmitt
Questa è la storia di un bambino di nome Oscar. Un bambino di dieci anni, pieno di curiosità verso
il mondo, vivace, generoso, con una grande voglia di farsi degli amici. Ma Oscar è malato, e vive in
ospedale. Soffre di una grave forma di leucemia, che non può essere curata. I medici non hanno
ancora avuto il coraggio di dirglielo, ma Oscar sa benissimo che presto morirà. È stata Nonna Rosa
a dirglielo. Sempre vestita di rosa, l’anziana dama di carità è l’unica persona adulta con cui Oscar
stringe un sincero legame d’affetto. E così, quando Nonna Rosa gli propone un gioco un po’
bizzarro, Oscar accetta subito. Le regole sono semplici. Basta fingere che ogni giorno duri dieci
anni, e poi scrivere tutti i giorni, una lettera a Dio nella quale raccontare le esperienze di un intero
decennio.
“Caro Dio,
oggi io e Nonna Rosa abbiamo pranzato insieme, e ho cominciato a stare meglio.
Com’ero stanco stamattina!
È normale, fra i venti e i venticinque anni. Si esce la sera, si gozzoviglia, si fa la bella vita, non ci si
risparmia. E questo si paga. Se andassimo a trovare Dio?
Ah, ecco, ha il suo indirizzo?
Penso che sia nella cappella.
Nonna Rosa mi ha vestito come se si partisse per il Polo Nord, mi ha preso fra le sue braccia e mi
ha accompagnato alla cappella che si trova in fondo al parco dell’ospedale, oltre i prati gelati. È
stato un colpo quando ho visto la tua statua, insomma, quando ho visto in che stato eri, quasi nudo,
magro magro sulla tua croce, con delle ferite dappertutto, il cranio sanguinante sotto le spine e la
testa che non stava nemmeno più sul collo. Mi ha dato da pensare. Mi sono sentito rivoltare. Se
fossi Dio, io, come te, non mi sarei lasciato ridurre in quel modo.
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- Nonna Rosa, sia seria: lei che era lottatrice di catch, le che è stata una grande campionessa, non si
fiderà di quell’essere!
- Perché, Oscar? Daresti più credito a Dio se vedessi un culturista con i muscoli gonfi, la pelle unta
d’olio, i capelli corti e il minislip che ne fa risaltare la virilità?
- Beh…
- Rifletti, Oscar. A chi ti senti più vicino? A un Dio che non prova niente o a un Dio che soffre?
- A quello che soffre, ovviamente. Ma se fossi lui, se fossi Dio, se, come lui, avessi i mezzi, avrei
evitato di soffrire.
- Nessuno può evitare di soffrire. Né Dio né tu. Né i tuoi genitori né io.
- Bene. D’accordo. Ma perché soffrire?
- Mia madre era così. Sul suo letto di morte, sorrideva di avidità, era impaziente, aveva fretta di
scoprire che cosa sarebbe successo. Ma la maggior parte delle persone sono senza curiosità. Si
aggrappano a ciò che hanno, come il pidocchio nell’orecchio di un calvo. Le persone temono di
morire perché hanno paura dell’ignoto. Ma per l’appunto, che cos’è l’ignoto? Ti propongo, Oscar,
di non aver paura ma fiducia. Guarda il viso di Dio sulla croce: subisce il dolore fisico, ma non
prova dolore morale perché ha fiducia. Perciò i chiodi lo fanno soffrire meno. Si ripete: mi fa male
ma non può essere un male. Ecco! È questo il beneficio della fede. Volevo mostrartelo
“San Lorenzo”, (canzone e immagini) - De Gregori
Tommy - Dal Vangelo di Matteo 27, 28-32
Spogliatolo, gli misero addosso un manto scarlatto e, intrecciata una corona di spine, gliela posero
sul capo, con una canna nella destra; poi mentre gli si inginocchiavano davanti, lo schernivano:
«Salve, re dei Giudei!». E sputandogli addosso, gli tolsero di mano la canna e lo percuotevano sul
capo. Dopo averlo così schernito, lo spogliarono del mantello, gli fecero indossare i suoi vestiti e lo
portarono via per crocifiggerlo. Mentre uscivano, incontrarono un uomo di Cirene, chiamato
Simone, e lo costrinsero a prender su la croce di lui.
Î GESTO: Scrivere il nome di tre persone che stanno soffrendo e perché (Laudate omnes gentes)
PARTE DUE: CRISTO, IL SUO AMORE.
Valentina - Riflessione
“Guarderanno verso colui che hanno trafitto”. Con queste parole Giovanni ci fa volgere gli occhi al
Crocifisso. (…) Dopo la morte, si dice, non succede più nulla. Finita la vita, si torna, per mani
altrui, alla madre terra. Ma Gesù non è morto; proprio dopo il suo innalzamento accade ciò che fu
promesso: il suo andarsene al Padre è per lui il compimento e per noi l’inizio di tutto. (…)
Il Figlio dell’uomo squarciato dalla lancia è l’apertura del cielo su ogni figlio d’uomo. Attraverso la
fessura del suo fianco esce l’acqua che ci disseta e noi entriamo nel mistero di Dio.
Noi cerchiamo segni e prodigi. Il Vangelo ci presenta invece il prodigio di un Dio che ama così. Il
colpo di lancia non serve per accertare la morte di Gesù, già constatata a vista. Produce invece la
ferita dalla quale scrutiamo l’abisso
Youtube- video
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Valerio: Un innocente viene condannato a furor di popolo. Accade ancor oggi: ogni giorno. Noi
condanniamo più volte di quanto non ci accada di immaginare: condanniamo alla povertà assistendo
senza intervenire al dramma di tanti innocenti, condanniamo alla morte restando indifferenti dinanzi
alla tragedia dei popoli dilaniati dalla guerra, condanniamo alla disonestà quando la sorte del
fratello che ha peccato ci lascia insensibili, anzi ci accende una recriminazione che spesso non è
sincera ma detta dall'umana convenienza. Gesù muore ancora. Muore perché noi lo facciamo
morire. La nostra insensibilità al grido del fratello è la lancia che lo trafigge dopo che gli abbiamo
trapassato le mani e i piedi con i chiodi del nostro egoismo e della nostra ipocrisia.
Tommy - “Tu ci hai amato per primo, o Dio”- di S. Kierkegaard
“Noi parliamo di te
come se ci avessi amato per primo una sola volta.
Invece continuamente,
di giorno in giorno per la vita intera
tu ci ami per primo.
Quando al mattino mi sveglio ed elevo a te il mio spirito,
tu sei il primo,
tu mi ami per primo.
Se mi alzo all' alba
e immediatamente
elevo a te il mio spirito e la mia preghiera,
tu mi precedi,
tu già mi hai amato per primo.
E' sempre così.
E noi
ingrati,
che parliamo come se tu ci avessi amati per primo
una volta sola...”
VIDEO CIRENEO (3 MIN)
Valerio: Tutti noi dovremmo essere, un poco almeno, come il Cireneo. Piegare il nostro egoismo
davanti al dramma degli altri e aiutarli a portare la croce. È questo il simbolo più alto dell’altruismo.
Se è vero che siamo fratelli, la sofferenza altrui ci deve far dimenticare la nostra. Nella comune
paternità in Dio dobbiamo trovare la forza, e la dolcezza, di aiutare chiunque richieda il nostro
aiuto. Nessuna barriera può infrangere questo debito che abbiamo contratto con Gesù stesso, il quale
è morto per noi, per tutti noi. Solo così i confini delle razze, della nazionalità, delle confessioni
potranno essere superati. E uomini, finalmente, diverrà sinonimo di fratelli.
-dal cd “Già ora, già qui”, dalla parte “Condivisione”, il Vangelo 1
PARTE TRE: IO, RISPOSTA DI CRISTO AL MALE.
Valerio - Alcatraz, pagina 15: Lettura del testo “Carezza”.
Cambierà (canzone e immagini) di Neffa
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Valentina - Dalle “Lettere dal carcere” di Dietrich Bonhoeffer
Quando si è rinunciato del tutto a fare qualcosa di se stessi: un santo, un peccatore convertito o un
uomo di chiesa, un giusto o un ingiusto, un malato o un sano, allora ci si getta interamente nelle
braccia di Dio, allora si prendono finalmente sul serio non le proprie, ma le sofferenze di Dio nel
mondo, allora si veglia con Cristo nel Getsemani e, io penso, questa è fede, questa è metanoia; e
così diventiamo uomini, diventiamo cristiani
Valerio - Pg 59 Erri De Luca: “Risposta personale”: testo letto
Video “Già ora, già qui”, Vangelo 2
Æ (GESTO: SCRIVERE COSA POSSONO FARE DI PIÚ NELLA LORO VITA ALLA LUCE
DELLE RIFLESSIONI DI STASERA)
Valerio
E' stato scritto: noi non siamo responsabili di tutto il male del mondo, ma siamo responsabili di
fronte a tutto il male del mondo”.
Il male non è una fatalità naturale, ma una realtà terribile.
Certo il tempo sembra cancellare anche le ferite più dolorose. Ma questo non toglie che siamo
chiamati a prendere posizioni sul male, come se il nostro giudizio dovesse valere per sempre.
Le lancinanti domande sul male, sul peccato, sul dolore, sulla condizione umana esigono che ci si
faccia carico delle pagine della storia e delle sue memorie.
Tutto ciò non ha a che fare con sistemazioni teoriche, filosofiche e teologiche che tentano di
spiegare tutto con una presunta eterna, assoluta neutra natura umana, anzi così finiremmo solo con
cogliere i limiti di ogni pensiero strutturato.
Cercare i volti del male significa nutrirsi di liberazione dal male, operando politicamente,
socialmente, moralmente, religiosamente contro di esso.
E' in gioco la possibilità di decidere, di compiere scelte con la consapevolezza dei nostri limiti, della
nostra finitudine che non riuscirà mai a rendere conto pienamente dell'enigma della sofferenza
irriducibile di cui il peccato è la cifra simbolica.
Per me risuonano sempre importanti ed incisive le parole di Hans Küng, nel suo grande libro
“Essere Cristiani”, a proposito della sofferenza, del dolore e del male:
Non cercare il dolore, se mai sopportalo;
Non solo sopporta il dolore, ma combattilo;
Non solo combatti il dolore, ma “comprendilo”
Cioè “cercane il senso” per te!
L’amore di Dio, infatti, non ci protegge da ogni sofferenza. Ci protegge però in ogni sofferenza, in
ogni esperienza di male e di morte.
“E ti vengo a cercare” (canzone e immagini) di F. Battiato
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Tommy - E mi sdraio sui sassi e metto i piedi nella corrente.Sento che qualcosa sta succedendo.Il
fiume ha ripreso a scorrere. Forse non sarà come prima, ma ci riproverà,i pesci torneranno, forse le
ruspe smetteranno di scavare e rubar ghiaia. Le cose muoiono, questa è la prima cosa che non puoi
cancellare, una volta che l’hai davvero scoperta.
Le cose guariscono, le cose ricominciano, le cose tornano. Questa è una cosa bella da tenere in
testa, ma non la puoi avere sempre, la speranza fa il gioco del sole nel bosco,sparisce, riappare un
attimo, poi è di nuovo ombra e scuro.
Valerio - C’è una cosa che mi ha sempre impressionato nel suo agire. Quando Gesù sfama a pani e
pesci una moltitudine di persone, non inventa niente. Non estrae da un cilindro, non crea dal nulla,
non parte da zero. Moltiplica. Cinque pani e pochi pesci. Di quel cuore puro che con una fiducia da
sognatore un po’ sgangherato ha saputo offrire il suo niente, Gesù si innamora e lascia germogliare
un momento di condivisione toccante.
Il dolore è acqua a livello del naso senza riuscire a tirarsi su.
Promettilo. A te, alle persone che hai intorno, che se vedrai un dolore a livello del cuore saprai
sporcarti di fatica, consolare, dividere il peso.
Prenditi qualche secondo prima di dire sì. Perché ti sto tirando un tranello.
E’ una promessa strana. Se dici di sì è solo Uno che ti sente.
E quando tradirai quella promessa, non sarà facile far finta di niente, perché gli avrai promesso di
usare le tue mani.
Richiesta ai ragazzi: scrivere sul foglietto “sì” o “no”
Canzone Finale: “PREGHIERA DELLA SERA” (Gen Rosso)
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