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l’ allenatore allenatore sul campo Barcellona:la filosofia blaugrana di Maurizio Viscidi, Massimo Lucchesi e Alessandro Pane La nostra visita alla squadra campione del mondo che attacca arretrando e difende avanzando INTRODUZIONE Q 6 Per riuscire a comprendere a fondo la filosofia di gioco del Barcellona non basta seguire gli allenamenti della prima squadra, ma è necessario provare a capire, valutare ed approfondire ogni singolo aspetto, a partire dai più piccoli. Spesso anche un semplice torello è funzionale a tutto il resto del programma e in una semplice esercitazione di possesso palla si trovano contenuti e obiettivi trasversali che riguardano la tecnica, la tattica individuale e l’organizzazione collettiva, sia in fase offensiva che in quella difensiva. Tutto questo per riuscire a far sì che la squadra sia padrona del gioco e capace di difendere avanzando e aggredendo istantaneamente l’avversario e di offendere muovendo la palla a 360° da destra a sinistra, avanti e indietro prima di trovare l’acuto vincente. Ringraziamo la società catalana, i responsabili del settore giovanile e tutti gli allenatori, da Pep Guardiola a Fuentes (istruttore degli under 8), per la gentilezza e la disponibilità dimostrata, che ci ha permesso non solo di osservare, ma di vivere per una settimana, la filosofia di gioco della squadra campione del mondo. Un ringraziamento particolare va inoltre a Tito Vilanova (allenatore in seconda) ed Albert Benejos (responsabile del settore giovanile) per il tempo e l’attenzione che ci hanno prestato. In questo articolo andiamo a tracciare il lavoro svolto dalla prima squadra nella settimana che va dal 1° al 7 febbraio. Nel prossimo numero approfondiremo invece il lavoro che viene effettuato nella “cantera” più importante del mondo. allenatore sul campo Allenatore: Allenatore in seconda: Preparatore dei portieri: Preparatori atletici: Osservatori e analisti tattici: Josep Guardiola Tito Vilanova Juan Carlos Unzué Lorenzo Buenaventura, Paco Seirullo, Aureli Altimira, Francesc Cos Domènec Torrent, Carles Planchart, Jordi Roura l’ allenatore LO STAFF TECNICO DEL BARCELLONA LA SETTIMANA DI ALLENAMENTO DEI BLAUGRANA Martedì 2 febbraio 2010 Il Barcellona è reduce dal successo per 1-0 ottenuto sul campo dello Sporting Gijon sabato 30 gennaio. Guardiola ha concesso ai giocatori due giorni di riposo e la settimana lavorativa, in preparazione del match con il Getafe di sabato 6 febbraio, inizia quindi martedì 2 con un allenamento a porte aperte svolto sul terreno di Palafrugell (tranquilla cittadina sulla Costa Brava a un centinaio di chilometri da Barcellona). L’allenamento ha, tra le altre cose, l’obiettivo di celebrare il centenario della storica società locale, tant’è che i giocatori del Barça prima di iniziare la sessione si prestano per una serie di foto commemorative sul prato del Josep Pla Stadium. propri beniamini. Proprio a causa della grandissima partecipazione di pubblico, la viabilità intorno allo stadio è letteralmente impazzita e la seduta anziché iniziare alle 11 come previsto è stata posticipata di quarantacinque minuti per le difficoltà che il pullman dei blaugrana ha avuto per raggiungere lo stadio. L’eccezionale concorso di pubblico per assistere all’allenamento del Barcellona a Palafrugell testimonia l’immensa popolarità della squadra campione del mondo. Le stelle del Barça in posa coi giocatori del Palafrugell, storica società calcistica catalana che onora il proprio centenario ospitando i blaugrana. L’atmosfera ai bordi del campo è incredibile, con oltre quattromila tifosi locali che circondano il rettangolo di gioco e incitano calorosamente i Spalti gremiti nel piccolo stadio di Palafrugell per assistere all’allenamento del Barcellona. 7 l’ allenatore allenatore sul campo Ore 11.45 – inizio dell’allenamento Il campo, prima dell’allenamento, è stato bagnato. Una fase della partitella 7 contro 2 in un quadrato di metri 7x7. Il campo del Palafrugell viene bagnato prima dell’inizio dell’allenamento del Barcellona. L’allenamento inizia con riscaldamento a secco con stretching e mobilizzazione libera. Segue una partitella di 15' 7vs2 a un tocco su di uno spazio quadrato di metri 7x7 (due ripetizioni da 7' con 1' di pausa). 15' Possesso-palla a tre colori 9vs6 su uno spazio di metri 30x25 Sei giocatori disposti quattro ai lati e due dentro più tre jolly, a loro volta disposti due sui lati lunghi e uno dentro, contro sei avversari. Tutti i giocatori sono comunque posti all’interno dello spazio di gioco. Due tocchi. Pertanto il possesso sarà 9vs6, però internamente chi ha la palla è in inferiorità 3vs6 (tre ripetizioni da 4' con 1' di pausa). Riscaldamento a secco con stretching e mobilizzazione libera. Figura 2. Possesso-palla 9vs6 a tre colori in un rettangolo di metri 30x25. 8 Figura 1. Partitella 7vs2 a un tocco in un quadrato di 7 metri di lato. Una fase dell’esercitazione di possesso-palla 9 contro 6 sul campo di Palafrugell. allenatore sul campo l’ allenatore 15' Partita 7vs7 più jolly su uno spazio di metri 50x55 Tocco libero. Quando la palla esce si riprende sempre dal portiere. Vale il fuorigioco. Una fase della partitella 7 contro 7 con jolly. Figura 3. Partitella 7vs7 con jolly su un rettangolo di metri 50x55. Ore 12.43 – Termine dell’allenamento Mercoledì 3 febbraio 2010 La seduta di mercoledì si svolge, come di consueto, presso la Ciutat Esportiva Joan Gamper. Ore 11.06 – Inizio dell’allenamento L’allenamento inizia col riscaldamento con stretching, andature, slanci degli arti inferiori ed esercizi di mobilità, in forma libera. Segue torello 8vs2 su uno spazio quadrato di metri 7x7 (20') La città del Barça Il complesso della Ciutat Esportiva Joan Gamper, inaugurato nel 2006, conta la presenza di impianti sportivi, palestre ed uffici. Nei dettagli, la Ciutat Esportiva del Barça dispone di nove campi da calcio suddivisi in cinque aree: L’ingresso della Ciutat Esportiva Joan Gamper, l’attrezzatissimo centro dove il Barcellona svolge la preparazione atletica e tecnico-tattica. 9 l’ allenatore allenatore sul campo La rampa d’ingresso alla modernissima Ciutat Esportiva Joan Gamper. Una delle tribune di cui sono dotati i campi di calcio della Ciutat Esportiva del Barcellona. Il modernissimo centro sportivo blaugrana dispone di nove campi di calcio di varie misure con copertura naturale e sintetica. 10 • campo a 11 (105x68 metri) in erba naturale più tribuna con una capacità di 1400 persone circa • campo a 11 (105x65 metri) in erba naturale più tribuna con una capacità di 400 persone circa • campo a 11 (105x65 metri) in erba naturale • campo a 11 (105x65 metri) in erba naturale • campo a 11 (105x65 metri) con erba artificiale • campo a 7 (55x38 metri) con erba artificiale • campo a 11 (105x68 metri) con erba naturale più tribuna con capacità di circa 1750 persone • campo a 11 (105x65 metri) con erba artificiale, che può anche essere trasformato in un campo di rugby di metri 107x65: tribuna con una capacità di 950 persone circa • campo a 11 (105x65 metri) con erba artificiale • Area per la preparazione dei portieri. Il Padiglione Multisport ha al piano superiore tre aree per l’allenamento del basket, che possono essere utilizzate anche per pallamano giovanile e squadre di futsal. Le tribune hanno capienza per 470 spettatori. Il piano inferiore ha i seguenti servizi: • cinque spogliatoi e cinque uffici; spogliatoi per gli allenatori e gli arbitri • ufficio per medici e personale medico • studio. Oltre agli impianti sportivi, il centro Joan Gamper dispone di diverse aree verdi, spogliatoi, uffici, sale mediche, palestre ecc. In particolare, all’interno della struttura si trovano reception, sala-stampa, uffici e una sala riunioni, cucina e sala da pranzo, spogliatoi per due arbitri, allenatori e visitatori, uno spogliatoio per il calcio professionistico con palestra e zona-acqua. Il parcheggio sotterraneo dispone di 64 posti-macchina per l’utilizzo da parte del personale del club e la struttura organizzativa. Vi è infine un altro padiglione adibito a spogliatoio per il settore giovanile che conta: • otto spogliatoi per il settore giovanile • quattro spogliatoi per gli allenatori e gli arbitri. allenatore sul campo l’ allenatore letti che sono funzionali ad allenare i singoli, in funzione delle richieste specifiche (sia tecniche che atletiche) del ruolo. Nelle due foto successive sono visualizzabili i circuiti specifici del difensore centrale e della mezzala. L’allenamento del mercoledì, dopo il riscaldamento, prevede un torello 8 contro 2. 5' Passaggi a coppie in forma libera Figura 5. Gioco-ombra 9vs0. Nella zona occupata da ogni giocatore sono disposti sagome, cerchi, ostacoli e paletti per allenare i singoli in funzione del ruolo. Figura 4. Passaggi a coppie in forma libera. 15' Gioco-ombra 9vs0 L’obiettivo del lavoro è di sviluppare delle azioni di attacco con tempi di gioco corretti impegnando i giocatori mediante un lavoro fisico specifico per ruolo prima e/o dopo aver giocato la palla. In questo esercizio l’azione parte dai difensori centrali e non è presente il centrocampista centrale. La sequenza dei passaggi è la seguente: il difensore centrale gira la palla a favore del compagno di reparto che la porta in avanti e verticalizza per l’ala. L’ala, dopo un contromovimento a ricevere, si muove verso la palla e gioca sull’interno che si propone a sostegno. L’azione si conclude con l’interno che innesca il terzino che effettua il cross per centravanti ed interno opposto. Sul campo, nella zona occupata da ogni giocatore sono presenti sagome, cerchi, ostacoli, pa- Il circuito predisposto per il difensore centrale nel lavoro di gioco-ombra. Il circuito predisposto per la mezzala nel gioco-ombra. 11 l’ allenatore allenatore sul campo Lavoro specifico per ruolo: • difensore centrale: dopo aver effettuato il lancio il difensore va ad anticipare la sagoma di testa, ritorna indietro verso il paletto, va ad anticipare la sagoma posta a sinistra con un intervento di piede e corre a difesa della porta rappresentata dai due paletti. • difensore laterale: dopo aver verticalizzato effettua tre balzi e va al cross. Il rientro è in corsa lenta e si conclude con il salto dell’ostacolo ed uno scatto di 5 metri. • mezzala: partenza di fianco all’ostacolo, scatto verso il paletto, cambio di direzione con doppio balzo e uscita per ricevere lo scarico dall’ala, a seguire l’interno si sposta di fronte all’ostacolo, lo salta ed effettua uno scatto di 5 metri. Lavoro specifico per ruolo: • difensore centrale: dopo aver effettuato il lancio il difensore va ad anticipare la sagoma di testa, ritorna indietro verso il paletto, va ad anticipare la sagoma posta a sinistra con un intervento di piede e corre a difesa della porta. • centravanti: effettua un movimento a pendolo di apertura verso il lato debole, scarica sulla mezzala e di scatto va a chiudere sul primo palo passando dietro alla sagoma. • ala: doppio balzo e, dopo contromovimento, scatto verso il paletto per ricevere la verticalizzazione. • mezzala: effettua un movimento incontro, sfila di fronte alla sagoma e vedendo la verticalizzazione per il centravanti si gira, oltrepassando la sagoma, e riceve lo scarico del centravanti prima di innescare l’ala. • centravanti: salto dell’ostacolo e slalom tra le sagome per ricevere il cross e finalizzare. • ala: doppio balzo e scatto in profondità con susseguente cross all’interno dell’area di rigore. 6' Gioco-ombra 7vs0 Figura 6. Gioco-ombra 7vs0. Anche in questo caso nella zona di ciascun giocatore vi sono oggetti utili per allenare i singoli in funzione del ruolo. 12 sul lato debole. A sostegno del centravanti si propone l’interno che riceve e manda l’ala al cross. L’azione si conclude con il tiro del centravanti o della mezzala opposta che si è inserita in area. In questo ulteriore esercizio non sono presenti i difensori laterali e l’azione si sviluppa nel seguente modo: passaggio del difensore centrale al compagno di reparto che riceve, guida per qualche metro ed innesca il centravanti che si apre Minipartita a tre squadre 6vs6 con i portieri Figura 7. Minipartita 6vs6 a tre squadre. Il campo misura metri 45x45 e mentre due squadre si affrontano la terza riposa. La squadra che fa goal rimane in campo mentre quella che ha subito esce e subentra la squadra precedentemente a bordocampo. Tocco libero, non c’è fuorigioco. Ore 12.35 – Termine dell’allenamento allenatore sul campo Ore 11.03 – Inizio dell’allenamento L’allenamento ha inizio col riscaldamento con stretching, andature, slanci degli arti inferiori ed esercizi di mobilità in forma libera. saggi, riescono a innescare i bianchi, sono due rossi che dal settore centrale si muovono (solo e soltanto quando la palla è pervenuta a un giocatore bianco) per invadere il quadrato dove si trova la sfera e pressare. 5' Situazione 3vs2 Giocatori e tecnici all’inizio dell’allenamento del giovedì. 13' Torello 8vs2 su uno spazio quadrato di metri 7x7. Esercitazione di forza 10' Forza specifica sviluppata attraverso quattro stazioni (vedi foto sopra) l’ allenatore Giovedì 4 febbraio 2010 Su un campo di metri 40x40 si gioca una situazione di tre contro due. Partono con la palla i giocatori in superiorità numerica. Se questi fanno goal, la rete vale un punto. Se viceversa perdono la palla è subiscono un goal in situazione di superiorità numerica, gli avversari conquistano due punti. Dopo aver difeso, i giocatori in inferiorità numerica vengono raggiunti da un compagno per sviluppare un nuovo attacco contro i due nuovi avversari che entrano nello spazio di gioco. 15' Possesso-palla e cambio di gioco Figura 9. Situazione di 3vs2 su campo di metri 40x40. Figura 8. Esercitazione di possesso-palla e cambio di gioco su tre spazi. L’esercitazione prevede l’utilizzo di tre spazi come in figura 8. Nello spazio esterno, sei giocatori grigi sono impegnati a mantenere il possesso della palla e vengono attaccati da due avversari rossi. Obiettivo dei grigi è effettuare cinque passaggi per poi andare al cambio di gioco con un lancio aereo e cedere palla alla squadra bianca. Obiettivo dei rossi è riconquistare la palla in situazione di inferiorità numerica. Se ciò avviene, l’allenatore gioca un nuovo pallone ai bianchi e due giocatori grigi si muovono in pressione con quattro che stazionano nello spazio centrale. Se viceversa i grigi, dopo aver effettuato cinque pas- Nella situazione 3 contro 2 i giocatori si alternano nella fase di superiorità numerica. 15' Partita 10vs10 più jolly In uno spazio come in figura 10 si gioca una partita nella quale chi ha la palla gioca col jolly e 13 l’ allenatore allenatore sul campo si schiera con il 4-3-3. Chi è senza palla, in fase difensiva, gioca in inferiorità numerica col modulo 4-2-3. Figura 10. Partita 10vs10 con jolly in appoggio ai possessori di palla. Ore 12.15 – Termine dell’allenamento L’allenamento del giovedì volge al termine. Non abbiamo assistito all’allenamento del venerdì, svoltosi per ovvi motivi a porte chiuse, dedicato ai movimenti su palla inattiva. Venerdì 5 febbraio 2010 La seduta odierna è stata svolta a porte chiuse e ovviamente non ci è stata concessa la visione. Il tema principale che è stato sviluppato è relativo agli schemi offensivi e difensivi su palla inattiva. Sabato 6 febbraio 2010 - Camp Nou Barcellona – Getafe 2-1 Barcelona: Víctor Valdés, Maxwell, Piqué, Milito, Abidal, Touré (Marquez dal 13' st), Xavi, Keita, Messi, Iniesta (Pedro dal 45' st), Ibrahimovic (Bosquets dal 7' st). Allenatore Pep Guardiola. Getafe: J. Codina, Miguel Torres, Cata Díaz, Rafa, Mané (Del Moral dal 11' st), D. Boateng, D. Parejo (Casquero dal 19' st), P. Ríos, Miku (Kepa dal 32' st), J. Albin, R. Soldato. Allenatore Míchel. Reti: Messi 6', Xavi 22' st, Soldato 47' st. - Espulsioni: Piqué 26' (B), Marquez 46' st (B) 14 allenatore sul campo Giovedì 4 febbraio, dopo l’allenamento, avevamo appuntamento con Tito Vilanova, l’allenatore in seconda del Barça, con cui abbiamo intavolato una interessantissima conversazione partendo dalla filosofia blaugrana e dai principi che regolano la loro fase offensiva. Eccone la sintesi: l’ allenatore A tu per tu con Tito Vilanova Tito Vilanova, allenatore in seconda del Barcellona, con Maurizio Viscidi, Massimo Lucchesi e Alessandro Pane, autori del nostro servizio sui blaugrana. “È difficile spiegare in poco tempo la filosofia del Barcellona. La squadra deve pensare di poter fare sempre la partita come se si giocasse al Camp Nou. L’obiettivo è quello di difenderci avanzando, mentre non abbiamo problemi ad andare indietro quando si attacca. Questo è un po’ contrario a ciò che fanno le altre squadre, che difendono andando indietro e attaccano andando avanti. In fase difensiva, la squadra non si adatta in maniera specifica all’avversario e deve assumere un atteggiamento aggressivo, scalando in avanti quando viene persa la palla. Studiamo invece gli adattamenti specifici per ciò che concerne gli sviluppi di gioco in fase offensiva. In particolare, quando analizziamo l’avversario, stiamo molto attenti a capire come sviluppa il proprio gioco e con quanti giocatori attacca. Ciò ci dà modo di valutare se e come si ‘scoprono’ e come sia più opportuno sviluppare il nostro attacco. La nostra manovra offensiva si sviluppa quasi esclusivamente palla a terra. La squadra conosce molto bene il modulo, ha sette-otto diverse opzioni per sviluppare gioco partendo da dietro e, in base allo schieramento avversario, in ogni partita è previsto l’utilizzo di tre o quattro soluzioni diverse. Questo ci consente di mantenere a lungo il possesso della palla e stanca gli avversari obbligandoli a dover rincorrere il pallone. Ciò ha delle valenze anche quando la palla viene persa. Infatti recuperare immediatamente la palla è una nostra prerogativa e il fatto di mantenere a lungo il possesso ci permette di essere freschi e reattivi per interpretare la transizione negativa. La qualità della fase di possesso è correlata con le abilità individuali, la conoscenza del si- 15 l’ allenatore allenatore sul campo 16 stema di gioco e la mentalità. I giocatori del Barcellona, a livello individuale, hanno grandi risorse tecniche ma sono anche in grado di ottimizzare la loro posizione e gestire correttamente il corpo in funzione della palla e dell’avversario. Il giocatore dev’essere in grado di smarcarsi e orientarsi in spazi stretti e per ottenere questo utilizziamo continuamente esercitazioni in spazi ridotti con i giocatori schierati secondo il modulo di gioco. In questo modo riusciamo a stimolare sia la tecnica e la tattica individuale che l’organizzazione di gioco all’interno del modulo. Se invece l’esercitazione viene effettuata in spazi più ampi si va ad influenzare l’aspetto condizionale. Oltre alla fase offensiva, siamo molto attenti anche alla fase di non-possesso. Noi soffriamo molto se non abbiamo il pallone, perché la squadra è tecnicamente e mentalmente strutturata per mantenere il possesso della palla. Per queste ragioni quando si perde la palla si va subito in avanti ad aggredire. Difendiamo in undici e attacchiamo in undici perché nella fase difensiva non abbiamo la forza di poter difendere con soli sette giocatori. Il fatto di scalare in avanti permette di coinvolgere gli attaccanti nella fase di difesa. Viceversa, se scappi indietro gli attaccanti non ti aiutano più. Il 90% circa delle esercitazioni tattiche prevede importanti obiettivi anche in fase di nonpossesso. Ad esempio, quando alleniamo il possesso i giocatori sono impegnati anche a transare efficacemente e a lavorare su pressione ed intercetto. Non facciamo preparazione fisica a secco, senza palla. Il lavoro condizionale è fatto attraverso esercitazioni abbinate che prevedono comunque l’utilizzo della palla e uno stimolo tecnico-tattico. Le macchine per il lavoro muscolare vengono utilizzate per prevenzione. Anche la forza si allena sul campo e con il pallone. La fase che curiamo di più in allenamento è la costruzione del gioco mentre la finalizzazione dipende anche dalla qualità dei campioni a disposizione. Tutti i giocatori sanno come muoversi in base a chi ha la palla. Tutti si muovono in funzione della stessa. Controllo e passaggio sono i due elementi tecnici più importanti e vengono esercitati quotidianamente durante l’allenamento”. Sono passati oltre cinquanta minuti da quando abbiamo iniziato a parlare con Tito e il tempo è volato, così come vola quando si vede giocare il Barcellona. allenatore sul campo Oltre a descrivere le sedute di allenamento svolte dalla squadra campione del mondo, pensiamo sia utile mettere a disposizione degli allenatori italiani gli aspetti più interessanti che abbiamo potuto cogliere non solo osservando gli allenamenti, ma avendo potuto vivere intensamente la Ciutat Esportiva Joan Gamper per una settimana. Le impressioni raccolte sono quindi frutto delle nostre riflessioni, del confronto e dello scambio di opinioni che avevamo in albergo in merito a ciò cui avevamo assistito e rappresentano una parte di quello che si può imparare andando a osservare attentamente la squadra catalana. Va inoltre precisato che per cercare di capire a fondo la sua metodologia di lavoro e coglierne i dettagli ci è stato di grande utilità uno studio approfondito fatto sul Barcellona antecedentemente alla partenza. Innanzitutto ci preme sottolineare che prima di pensare alla vittoria i blaugrana, sia la prima squadra ma anche le formazioni del settore giovanile, cercano di imporre il proprio stile di gioco ed esprimere sul campo la filosofia che li guida: la vittoria è subordinata al gioco (e non viceversa) e il gioco è subordinato a una concezione che ricerca l’espressione di un calcio offensivo, propositivo e comunque attivo anche in fase di non-possesso. La squadra misura la propria abilità sulla capacità di mantenere il possesso di palla e di determinare flussi e ritmi del gioco. Ciò è correlato, in fase di possesso, con una visione del campo e uno sfruttamento degli spazi di gioco a 360°, e non solo su 180°, come di norma fa la maggior parte delle squadre. Tale caratteristica viene stimolata attraverso specifiche esercitazioni integrate che solo all’apparenza sembrano semplici esercizi di possesso, ma che in realtà vanno ad allenare contemporaneamente le componenti tecniche (passaggio e controllo orientato), le abilità tattiche individuali (smarcamento e orienta- mento corporeo) e i flussi di gioco tipici del Barcellona. Attraverso una metodologia di lavoro specifica, in cui la componente tattica e l’apprendimento del modulo sono predominanti, la squadra raramente è costretta a forzare la giocata e ciò, nel tempo, le ha consentito di acquisire una forza e una consapevolezza tali da permetterle di attaccare rallentando l’azione e magari spostando la palla all’indietro, in attesa di trovare spazi e condizioni opportune. In questo contesto vige un grandissimo rispetto del collettivo: i campioni sono funzionali al gioco e allo sviluppo del sistema di gioco e il singolo ha il dovere e la possibilità di diventare in qualsiasi momento determinante pur essendo integrato nel tipico 4-3-3. Il dialogo tattico tra i giocatori, continuo e stimolato dallo stile di gioco, consente agli stessi di riconoscere ed interpretare il contesto indipendentemente dal fatto che il singolo si trovi a fungere da vertice, sostegno, appoggio interno ed esterno. La fase difensiva, pur essendo subordinata a quella offensiva, è anch’essa molto curata, in particolare per ciò che riguarda l’atteggiamento e la reattività mentale. In quasi tutte le esercitazioni aspetti offensivi si mescolano e si integrano a quelli difensivi e, tanto per fare un esempio, focalizzando l’attenzione sul gioco-ombra 9vs0 proposto nella giornata di mercoledì 3 febbraio, si può notare come allo sviluppo della fase offensiva si fondessero aspetti atletici e tecnici nonché uno stimolo importante relativo alla transizione negativa, con i giocatori che, dopo aver giocato la palla, avevano un obiettivo da conseguire: il difensore centrale va a difendere la porta; il difensore laterale, dopo un iniziale rientro in corsa lenta, deve saltare l’ostacolo e scattare verso la propria metà campo; l’interno, dopo aver innescato l’ala, ritorna in posizione di partenza saltando un ostacolo ed effettua un successivo scatto come se dovesse rincorrere un avversa- l’ allenatore Le nostre considerazioni 17 l’ allenatore allenatore sul campo rio. E proprio prendendo spunto dall’esercitazione effettuata il mercoledì è possibile notare come la preparazione fisica, drasticamente subordinata all’allenamento tecnico-tattico, non venga mai svolta a secco e sia comunque sempre presente il pallone. Si tratta, in sostanza, di una metodologia estremamente curata che parte già dal settore giovanile, come avremo modo di approfondire nel prossimo numero, per certi versi innovativa, che si fonde con la cultura e le aspettative della regione (la Catalogna) che il Barcellona rappresenta e che va oltre il merito tecnico-tattico del gioco, per investire invece l’aspetto dell’espressione umana nel suo complesso. L’impressione è che l’attuale direttivo tecnico del Barcellona, composto da Beguiristain, Guardiola ed Alexanco, sia ormai padrone di un metodo, di uno stile di gioco e in particolare di una filosofia trasversale, dopo che il club ha per anni apprezzato e “importato” i principi e le metodologie del calcio totale olandese grazie agli insegnamenti di allenatori come Cruijff, Van Gaal e Rijkaard. Gli autori Maurizio Viscidi Nato a Bassano del Grappa il 18 maggio 1962. Alenatore professionista di prima categoria UEFA-pro, diplomato con lode all’ISEF di Padova con la tesi La tattica nel calcio. Ha allenato le seguenti squadre: Padova giovanili, Milan Primavera, Casarano, Lodigiani, Viterbese, Treviso, Lucchese in serie C1; Pescara, Vicenza e Modena in serie B. Autore del DVD Allenare le transizioni, del CD Come fare goal, teoria e didattica e di numerosi articoli di argomento tattico per riviste specializzate in Italia e all’estero. Relatore a innumerevoli corsi, convegni e seminari di aggiornamento per allenatori. Massimo Lucchesi Nato a Viareggio il 25 gennaio 1968. Allenatore di base. Autore di numerosi libri e DVD inerenti gli aspetti tecnico-tattici del gioco del calcio tradotti e pubblicati anche in inglese, tedesco, russo, greco e croato. Editore e direttore del sito www.allenatore.net e della omonima casa editrice. Ha partecipato come relatore a numerosi seminari, prevalentemente all’estero. Alessandro Pane 18 Nato a Tripoli il 20 novembre 1967. Ex-calciatore professionista, ha conseguito successivamente il diploma di allenatore professionista. Da tecnico, oltre alle giovanili dell’Empoli, ha guidato per due stagioni la Cuoiopelli in C2 prima di approdare alla Reggiana con la quale ha disputato tre esaltanti stagioni, vincendo il campionato di C2 nella stagione 2007-2008 e sfiorando la promozione in serie B l’anno successivo. In questa stagione ha guidato per cinque mesi l’Ascoli in serie B. Nel 2008 è stato insignito del premio Panchina d’argento come miglior tecnico della serie C2, l’odierna Lega Pro Seconda Divisione.