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L’OSSERVATORE ROMANO
GIORNALE QUOTIDIANO
Unicuique suum
Anno CLII n. 67 (46.013)
POLITICO RELIGIOSO
Non praevalebunt
Città del Vaticano
martedì-mercoledì 20-21 marzo 2012
.
All’Angelus Benedetto
XVI
chiede preghiere per il prossimo viaggio e ringrazia degli auguri per il suo onomastico
Il cardinale Bertone sulla visita del Papa in Messico
Un grande
atto d’amore
Verso Messico e Cuba
Appello perché sia garantito a tutti l’accesso all’acqua e si trovi soluzione ai problemi del lavoro
Il Papa ha chiesto ai fedeli di accompagnarlo spiritualmente in Messico e a Cuba, dove si recherà dal 23
al 29 marzo. Lo ha fatto all’Angelus
di domenica 18, in piazza San Pietro, affidando l’imminente viaggio
«all’intercessione della Beata Vergine
Maria, tanto amata e venerata in
questi due Paesi che mi accingo a visitare».
La preghiera mariana alla vigilia
della solennità di san Giuseppe ha
offerto al Pontefice anche l’occasione per ringraziare degli auguri ricevuti per il suo onomastico. Per la ricorrenza sono giunti a Benedetto
numerosissimi messaggi augurali
da parte di rappresentanti pontifici
nel mondo, cardinali, vescovi e conferenze episcopali.
La «gratitudine» e «l’affetto profondo di tutte le Chiese che sono in
Italia» sono stati espressi in un telegramma augurale a firma del cardi-
XVI
Un grande atto d’amore. Così il
cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato, definisce la scelta di
Benedetto XVI di visitare il Messico
dal 23 al 26 marzo prossimi. In
un’intervista concessa a Valentina
Alazraki dell’emittente messicana
Televisa e al quotidiano «El Sol de
México», riportata integralmente
dalla Radio Vaticana, il segretario
di Stato ritiene che il Papa possa
in questi giorni rilanciare appelli
contro la violenza, a favore della
vita, per la promozione della famiglia. Benedetto XVI, spiega il cardinale, conosce bene la situazione
del Messico, «un Paese attraversato
da problemi e da sfide formidabili,
soprattutto le sfide della violenza,
le sfide della corruzione, del narcotraffico, che esigono l’impegno di
tutti, l’impegno di tutte le istanze
religiose, civili, sociali per superare
questa fase e per rifondare il Messico sui valori cristiani, che sono
nel dna del popolo messicano: i
valori della pacifica convivenza,
della fraternità, della solidarietà e
dell’onestà».
Per questo il Papa reca con sé
«un messaggio di incoraggiamento» e, aggiunge, lo porta «soprattutto ai giovani perché non si lascino scoraggiare, perché non si lascino catturare da facili mire, da facili
orizzonti magari di guadagno e di
arrivismo, ma si sentano impegnati
a costruire una società solidale, una
società onesta, una società dove
ciascuno abbia il proprio posto, il
proprio riconoscimento. Un mes-
nale Angelo Bagnasco e del vescovo
Mariano Crociata, rispettivamente
presidente e segretario generale della
Conferenza episcopale italiana.
Particolarmente significativi gli
auguri delle più alte autorità civili
dell’Italia. Quelli del presidente del
Consiglio, Mario Monti, sono stati
rivolti al Papa nel corso di un colloquio telefonico diretto, molto cordiale, che ha avuto luogo tra lo studio
di Palazzo Chigi e l’appartamento
pontificio. Da parte sua Benedetto
XVI ha contraccambiato con espressioni augurali per il premier italiano,
che proprio il 19 marzo ha festeggiato il suo compleanno. Un messaggio
è giunto al Pontefice anche dal presidente della Repubblica Italiana,
Giorgio Napolitano. «La ricorrenza
di San Giuseppe — scrive il capo
dello Stato — è cara alla nazione italiana, che vi riconosce un’amata figura paterna e un alto riferimento
all’istituto famigliare. In questo spirito La prego di accogliere, Santità,
l’augurio più sincero di benessere e
di serenità».
Al termine dell’Angelus, il Papa
ha lanciato un appello alla comunità
internazionale perché sia garantito a
tutti «un accesso equo, sicuro e adeguato all’acqua». Dal Pontefice anche un pensiero ai lavoratori dell’Alcoa di Portovesme, in Sardegna, con
l’auspicio che «la loro difficile situazione, come altre simili, possa avere
un’adeguata soluzione».
Fedeli messicani in piazza San Pietro per la recita dell’Angelus di domenica 18 marzo
PAGINA 8
Tolosa blindata dopo l’uccisione di un insegnante, i suoi due figli e un’altra bambina
La Francia sconvolta dalla strage nella scuola ebraica
TOLOSA, 20. La Francia è sconvolta
dalla strage avvenuta ieri nella scuola ebraica Ozar Hatorah a Tolosa,
dove un uomo, arrivato e fuggito a
bordo di uno scooter, ha ucciso un
professore di religione, il trentenne
franco-israeliano Jonathan Sandler, i
suoi due figli Ariel e Gabriel, rispettivamente di cinque e quattro anni,
e Myriam Monsonego, di sette, figlia del direttore e rabbino dell’istituto, Yaacov Monsonego, anch’egli
franco-israeliano. Un ragazzo di 17
anni è in gravi condizioni in ospedale.
Le salme sono state traslate oggi
in Israele per la sepoltura. In precedenza, questa mattina, migliaia di
Il cordoglio del Pontefice per la morte di Shenouda
III
Servitore fedele
della causa dell’unità dei cristiani
I funerali del patriarca celebrati martedì mattina al Cairo nella cattedrale di San Marco (Afp)
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Il cordoglio di Benedetto XVI per la
morte del patriarca della Chiesa
Copta Ortodossa Shenouda III
avvenuta sabato 17 marzo, è stato
espresso nel telegramma che
pubblichiamo in una nostra
traduzione italiana.
Apprendendo con tristezza della
dipartita verso Dio, nostro Padre
comune, di Sua Santità Shenouda
III, Patriarca di Alessandria e della
Predicazione di San Marco, tengo
a esprimere ai membri del Santo
Sinodo, ai sacerdoti e ai fedeli di
tutto il Patriarcato i miei più vivi
sentimenti di compassione fraterna.
Ricordo con gratitudine il suo impegno per l’Unità dei Cristiani, la
sua memorabile visita al mio predecessore Papa Paolo VI e la loro
firma, il 10 maggio 1973 a Roma,
della Dichiarazione comune di Fede nell’Incarnazione del Figlio di
Dio, come pure il suo incontro al
Cairo con Papa Giovanni Paolo II
nel corso del Grande Giubileo
dell’Incarnazione, il 24 febbraio
2000. Posso dire quanto tutta la
Chiesa cattolica condivida la sofferenza che provano i Copti ortodossi, e quanto preghi con fervore,
chiedendo a Colui che è la risurrezione e la vita di accogliere presso
di Lui il suo fedele servitore. Che
il Dio di ogni misericordia lo riceva nella sua gioia, nella sua pace e
nella sua luce.
BENEDETTO
PP. XVI
PAGINA 6
persone si erano recate a rendere
omaggio alle salme nella camera ardente allestita nel Campidoglio di
Tolosa.
Oggi in tutte le scuole di Francia
si è osservato un minuto di silenzio
in omaggio alle vittime. Il presidente Nicolas Sarkozy è intervenuto alla
cerimonia in una scuola nel centro
di Parigi, dopo essersi recato ieri a
Tolosa, sul luogo del delitto, dove
in precedenza erano giunti il ministro dell’Interno, Claude Gueant, e
poi il leader socialista François
Hollande, candidato alle prossime
elezioni presidenziali. Il centrista
François Bayrou è andato direttamente nella sinagoga di Parigi, dove
in serata si è tenuta una cerimonia
alla quale hanno partecipato anche
Sarkozy e Hollande, seguita da una
marcia silenziosa di condanna dell’antisemitismo e di solidarietà con
le vittime. La campagna elettorale è
stata interrotta ieri e oggi. Messaggi
di cordoglio, di sdegno e di condanna sono arrivati da tutto il mondo.
La pista privilegiata dagli investigatori è quella dei gruppi neonazisti. La pistola usata dall’assassino,
come ha confermato la perizia balistica, è la stessa con la quale la scorsa settimana erano stati uccisi tre
militari di origine maghrebina e ne
Cruenti attentati
in molte
città dell’Iraq
BAGHDAD, 20. Sono 43 i morti accertati e oltre 198 i feriti nei diversi
attentati che hanno insanguinato
questa mattina varie città dell’Iraq.
Le conseguenze più gravi ci sono
state a Kerbala, dove sono morte almeno 13 persone, e a Kirkuk, dove
un’autobomba esplosa vicino al
quartier generale della polizia ha
causato 7 morti e 30 feriti. Un’altra
autobomba guidata da un attentatore suicida è esplosa vicino al ministero degli Esteri a Baghdad, uccidendo tre persone e ferendone 21.
Esplosioni si sono verificate anche a
Hilla, Baiji, Samarra, Tuz Khurmato, Daquq e Dhuluiya.
saggio di amore e di grande incoraggiamento e quindi di ottimismo».
Sulla scia dell’esperienza maturata in diverse occasioni d’incontro
con la realtà messicana il cardinale
Bertone definisce la fede del popolo di questa grande Nazione «solida, non superficiale. E da questo
punto di vista credo che ancora
adesso la fede non si sia affievolita,
anzi: proprio di fronte ai problemi
e alle sfide, c’è bisogno di un maggior radicamento nella fede e c’è
bisogno di un aiuto dall’Alto e
quindi di maggiore preghiera, ma
anche di maggiore impegno personale. E credo che la Chiesa, nella
sua struttura organizzativa, nei suoi
pastori, nelle sue organizzazioni sociali e capillari, lavori in questa direzione».
Il cardinale sottolinea poi che i
rapporti tra Messico e Santa Sede
sono in positiva evoluzione, soprattutto considerando le tensioni che
hanno caratterizzato il secolo scorso. «Il popolo — ha ricordato il segretario di Stato — sentiva la Chiesa come “cosa sua”, come anima
del popolo, però politicamente, civilmente e strutturalmente c’era
una contrapposizione, una tensione. Vent’anni fa si sono ristabiliti i
rapporti diplomatici: questo è un
segnale di rilevanza pubblica della
Chiesa come tale. È un riconoscimento della funzione universale
svolta dalla Chiesa e dalla Santa
Sede. Si pensi anche allo sviluppo
che ha avuto il Messico nella comunità internazionale, non solo nel
Caribe e nell’America Latina, ma
nella comunità internazionale, tra i
Venti, per dire. È significativo dunque che questi rapporti siano saldi
e fruttuosi».
Quanto all’immediato il porporato ricorda che attualmente in
Messico si sta discutendo e votando una legge sulla libertà religiosa.
E su questo punto il segretario di
Stato conclude: «Se resiste il diritto alla libertà religiosa, anche gli
altri diritti sono tutelati e protetti.
Se cade il diritto alla libertà religiosa — questo diritto basilare, fondamentale — anche gli altri diritti
vacillano».
Presentato il documento di sintesi
a conclusione dell’itinerario
voluto da Benedetto XVI
Risultati e prospettive
della visita apostolica
in Irlanda
PAGINA 7
Una madre conforta il figlio davanti a una scuola di Parigi (Reuters)
era stato ferito un quarto in due agguati, uno sempre a Tolosa e l’altro
nella vicina Montauban. Questo
spinge gli inquirenti a sospettare tre
ex paracadutisti, di simpatie neonaziste, cacciati dal reggimento di Tolosa nel 2008.
Gli investigatori stanno studiando
le immagini registrate dalla videoca-
mera di sorveglianza nel cortile della
scuola. Si vede l’uomo arrivare a
bordo di uno scooter — bianco, ma
con la stessa targa di quello nero
(rubato) usato per uccidere i militari
— estrarre una pistola calibro 9 e
sparare alle vittime, prima di risalire
sullo scooter e allontanarsi.
Nella giornata mondiale per la poesia
Parole
da mangiare spesso
OLIVIER-THOMAS VENARD
A PAGINA
5
NOSTRE INFORMAZIONI
Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo
pastorale dell’Arcidiocesi di Montréal (Canada)
presentata da Sua Eminenza Reverendissima il
Cardinale Jean-Claude Turcotte in conformità al
canone 401 § 1 del Codice di Diritto Canonico.
Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della Diocesi di Rockford (Stati Uniti d’America), presentata da Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Thomas G. Doran, in conformità al canone 401 § 1 del Codice di Diritto
Canonico.
Provviste di Chiese
Il Santo Padre ha nominato Arcivescovo di Baltimore (Stati Uniti d’America) Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor William Edward Lori, finora Vescovo di Bridgeport.
Il Santo Padre ha nominato Arcivescovo Metropolita di Montréal (Canada) Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Christian Lépine, finora
Vescovo titolare di Zabi e Ausiliare di Montréal.
Il Santo Padre ha nominato Vescovo di
Rockford (Stati Uniti d’America) il Reverendissimo Monsignore David J. Malloy, del clero
dell’Arcidiocesi di Milwaukee, finora Parroco della «Saint Francis de Sales Parish» a Lake Geneva.
Il Santo Padre ha nominato Vescovo di Pensacola-Tallahassee (Stati Uniti d’America) il Reverendo Gregory L. Parkes, del clero della Diocesi
di Orlando, finora Vicario Generale, Cancelliere
per gli Affari Canonici e Parroco della «Corpus
Christi Parish» a Celebration.
L’OSSERVATORE ROMANO
pagina 2
martedì-mercoledì 20-21 marzo 2012
Bruxelles studia norme più stringenti su conto correnti e autoregolazione
Intervento della Santa Sede
Stretta europea
sulla trasparenza bancaria
Il fondamentale diritto
alla casa
BRUXELLES, 20. Per risarcire i cittadini Ue di ciò che hanno pagato a
causa della crisi provocata dalla finanza, la Commissione Ue punta
nel 2012 alla protezione dei consumatori e prepara un giro di vite su
costi e comportamenti poco trasparenti delle banche.
Nello specifico, le regole di Bruxelles in arrivo a breve, forse già il
mese prossimo, intendono rendere
più facile passare da una banca
all’altra, avere accesso a un conto di
base e leggere i costi connessi al
proprio conto, spesso nascosti in voci inintellegibili dell’estratto conto.
La sterzata verso i consumatori Ue
«che hanno perso fiducia nel settore
bancario» è pilotata dal commissario Ue al Mercato interno, Michel
Barnier. «Deluso» dall’incapacità e
dalla «cattiva volontà» delle banche
di autoregolarsi, Barnier ha deciso
di intervenire a garanzia dei cittadini che trovano «troppo complicato»
passare da una banca all’altra, che
hanno difficoltà a orientarsi nelle
voci del loro estratto conto e che,
spesso, non hanno accesso a un
conto bancario di base. Barnier aveva già sollevato la questione con le
banche, mesi fa, e aveva chiesto loro
una sorta di autoregolamentazione.
Gli istituti avevano quindi preso degli impegni che però per Bruxelles
non sono sufficienti.
«Visto che l’autoregolamentazione
non funziona, vogliamo regolare»
Pubblichiamo l’intervento svolto dall’arcivescovo Silvano M. Tomasi, osservatore permanente della Santa Sede
presso l’ufficio delle Nazioni Unite e
Istituzioni Specializzate a Ginevra, durante la XIX sessione ordinaria del
Consiglio dei diritti dell’uomo
Il commissario europeo al Mercato interno Michel Barnier (Afp)
ha detto Barnier, spiegando che «gli
impegni assunti dalle banche Ue
non hanno permesso di agevolare la
mobilità da una banca all’altra».
Quella che il commissario chiama
«l’opacità» delle banche «impedisce
ai consumatori di scegliere ciò che
preferiscono». Una difficoltà che si
sperimenta soprattutto cambiando
banca, e quindi «a volte si resta scoraggiati quando si vuole cambiare
istituto». Non è una questione di
Contrazione
del pil greco
prevista
per il 2012
ATENE, 20. La Grecia sarà in recessione per il quinto anno consecutivo. Nel 2012, infatti, l’economia si contrarrà del 4,5 per cento
mentre il recupero inizierà nel
2013. La previsione della Banca
centrale greca è contenuta nella
relazione annuale sulla politica
monetaria. Il pil greco ha subito
una contrazione del 6,9 per cento
lo scorso anno, mentre la disoccupazione ha raggiunto il 17,7 per
cento in media su base annua e la
Banca Centrale prevede che salirà
ulteriormente fino al 19 per cento
entro il 2013. Intanto, sul piano
politico, Evangelos Venizelos si è
dimesso dall’incarico di ministro
delle Finanze dopo essere stato
eletto nuovo leader del partito socialista Pasok. Venizelos ha presentato le sue dimissioni al presidente Karolos Papoulias. Oggi il
premier Papademos dovrebbe annunciare il nuovo titolare del dicastero dell’economia.
Geithner chiede
un firewall europeo
più potente
WASHINGTON, 20. La strada delle
riforme in Europa è ancora «lunga e difficile»: il vecchio continente dovrebbe mettere in piedi difese più forti contro la crisi. Lo ha
detto ieri il segretario al Tesoro
americano, Timothy Geithner, sottolineando che gli Stati Uniti non
hanno intenzione di chiedere un
rafforzamento delle difese del
Fondo monetario internazionale
(Fmi), che ha le necessarie risorse
finanziarie. «la crescita economica
— ha messo in evidenza Geithner
— potrebbe essere debole per diverso tempo». Dunque, all’Europa
serve una soluzione forte e immediata, il che significa rafforzare il
futuro fondo salva-Stati. Intanto,
il Tesoro americano ha venduto i
suoi 250 miliardi di dollari di titoli di Fannie Mae e Freddie Mac, i
due colossi del credito nel settore
immobiliare. L’operazione si è
chiusa con un profitto di 25 miliardi di dollari.
L’OSSERVATORE ROMANO
GIORNALE QUOTIDIANO
Unicuique suum
POLITICO RELIGIOSO
Non praevalebunt
malafede, secondo il commissario,
ma di «mancanza di buona volontà,
perché abbiamo a che fare con enti
che hanno cattive abitudini per
quanto riguarda la trasparenza».
Barnier ha calato la lente di Bruxelles anche sullo Shadow banking (sistema bancario parallelo), che oggi
rappresenta una quota pari al trenta
per cento del sistema finanziario
complessivo.
Signora Presidente,
Vorrei iniziare ringraziando la signora Raquel Rolnik, Relatrice speciale su L’alloggio adeguato come
componente del diritto a uno standard
di vita adeguato e del diritto alla non
discriminazione a questo riguardo
(A/HRC/53), per il rapporto presentato al Consiglio, incentrato sul diritto delle donne a un alloggio adeguato.
Il Rapporto giustamente sottolinea i progressi e gli sviluppi legali
avvenuti in diversi Paesi, volti ad
agevolare la piena realizzazione di
questo diritto da parte delle donne.
Inoltre il Rapporto esprime preoccupazione per le scappatoie e le situazioni socio-culturali che in alcune regioni continuano a impedire alle donne di godere pienamente del
diritto a un alloggio adeguato, relative al loro status di madri, mogli,
vedove, orfane o al pari trattamento
con gli uomini nella distribuzione
dei beni di famiglia, della terra e
delle proprietà in generale.
Pertanto, la tutela legale del diritto della donna a un’abitazione adeguata interessa tutti noi ed esige ora
L’elezione al primo scrutinio con 991 voti a favore sui 1.232 espressi
Joachim Gauck presidente
della Repubblica Federale di Germania
BERLINO, 20. Il presidente della
Repubblica Federale di Germania
Joachim Gauck, si è insediato oggi nella residenza del castello di
Bellevue, a Berlino. Qui è previsto
l’incontro con il precedessore dimissionario, Christian Wulff, e
con il presidente del Bundesrat,
Horst Seehofer, che ha ricoperto
la funzione presidenziale nel periodo di transizione.
Gauck è stato eletto presidente
della Repubblica al primo scrutinio con 991 voti a favore sui 1.232
espressi. Alla candidata della Linke, Beate Klarsfeld, sono andati
126 voti, tre in più di quelli del
partito che l’ha candidata. Il numero di astensioni è stato di 108.
«Una cosa posso promettere: con
tutte le mie forze e con tutto il
mio cuore dico sì alla responsabilità che mi avete trasmesso» ha dichiarato Gauck nel discorso pronunciato davanti all’assemblea nel
Reichstag al momento dell’elezione. Il presidente della Commissione Ue, José Manuel Durão Barroso, e il presidente del Parlamento
Ue, Martin Schulz, hanno espresso le loro più sincere congratulazioni a Gauck. «La sua elezione
avviene in un momento di cambiamenti storici in Europa» si legge nel messaggio inviato a Gauck
da Barroso a nome dell’intero collegio della Commissione Ue.
Il presidente della Repubblica Federale di Germania (Reuters)
Svolta a Cupertino
primo dividendo da 17 anni
CUPERTINO, 20. Apple, per la prima volta in 17 anni, distribuirà un
dividendo ai propri azionisti. A
partire dal quarto trimestre dell’anno fiscale 2012, che si apre il primo
luglio, la casa di Cupertino pagherà
2,65 dollari per azione: un annuncio atteso, che giunge al termine di
un «week end record» per il nuovo
iPad, le cui vendite hanno raggiunto quota tre milioni di esemplari da
venerdì 16 marzo giorno del suo
lancio. Risultati che hanno fatto
letteralmente volare i titoli Apple ai
massimi di tutti i tempi a 604,82
dollari per azione, dopo aver chiuso per la prima volta sopra i seicen-
to dollari. La decisione del dividendo segna l’avvio per Cupertino
dell’era di Tim Cook che, in netta
controtendenza rispetto a Steve
Jobs, ha deciso di premiare gli azionisti per la prima volta dal 1995.
Una mossa che, insieme all’inatteso
via libera a un piano di buy back
da dieci miliardi di dollari, consente ad Apple di usare parte della sua
imponente liquidità, ovvero 97,6
miliardi di dollari. Una cifra sufficiente — riporta il «Wall Street
Journal» — a comprare, se volesse,
colossi quali Netflix, Research in
Motion, T-Mobile e Twitter.
GIOVANNI MARIA VIAN
don Sergio Pellini S.D.B.
Carlo Di Cicco
Segreteria di redazione
direttore responsabile
vicedirettore
00120 Città del Vaticano
[email protected]
Antonio Chilà
http://www.osservatoreromano.va
TIPO GRAFIA VATICANA EDITRICE «L’OSSERVATORE ROMANO»
Piero Di Domenicantonio
redattore capo
redattore capo grafico
direttore generale
telefono 06 698 83461, 06 698 84442
fax 06 698 83675
[email protected]
Gaetano Vallini
segretario di redazione
misure specifiche, perché in molti
luoghi, per diverse ragioni, le donne
sono a capo della famiglia, hanno la
responsabilità unica dell’educazione,
della crescita e del mantenimento
dei loro figli. Questa situazione è
ancora più drammatica quando alla
carenza di un alloggio adeguato si
aggiungono fattori quali la povertà
e la disoccupazione, che a loro volta
costringono molte donne a migrare
e a lasciare i loro figli non solo senza casa, ma anche affidati ad altri.
Promuovere il diritto delle donne
a un alloggio adeguato è anche un
modo per combattere la discriminazione contro le donne (cfr. Convenzione sull’Eliminazione di ogni Forma
di Discriminazione della Donna, art.
14, 2h) e la violenza domestica. Nella maggior parte dei casi sono le
donne e i bambini a essere più colpiti da queste piaghe. In molti contesti, sia la donna sia i suoi figli sono costretti a sopportare trattamenti
inumani solo per la mancanza di
una casa in cui vivere ed essere protetti.
Signora Presidente,
La Santa Sede è convinta che
«una casa è molto di più di un semplice tetto, e che là dove l’uomo
realizza e vive la sua vita, anche costruisce la sua più profonda identità
e le sue relazioni con gli altri» (Giovanni Paolo II, Lettera al Cardinale
Roger Etchegaray, presidente della
Pontificia Commissione Iustitia et
Il Belgio ricorda
le vittime
dell’incidente
stradale
BRUXELLES, 20. Il Belgio rende
omaggio alle nove vittime dell’incidente avvenuto martedì scorso
in cui sono morte ventotto persone. Nella camera ardente, allestita all’interno della sede del Comune di Lovanio, sono state poste le foto delle vittime (sette
bambini e due adulti) e mazzi di
fiori bianchi. La camera ardente
resterà aperta fino a mercoledì
sera, quando una fiaccolata accompagnerà le foto fino alla vicina chiesa di San Pietro, dove il
giorno seguente saranno celebrati
i funerali. Intanto, si è appreso
che mercoledì prossimo anche il
premier olandese Mark Rutte, il
principe
d’Orange
WillemAlexander e la principessa d’Olanda Maxima parteciperanno alla cerimonia in ricordo delle 17
vittime (15 bambini e due adulti)
originarie di Lommel. Uno dei
tre bambini ancora in gravi condizioni nell’ospedale di Losanna
è uscito dal coma. È la piccola
Andrea, 11 anni, gravemente ferita e tenuta per un certo tempo in
coma artificiale a causa del trauma cranico subito. Andrea ha potuto fare ritorno in Belgio: un aereo-ambulanza l’ha trasportata da
Berna a Bruxelles. Il viaggio si è
poi concluso all’ospedale universitario di Lovanio, dove in un
apposito reparto sono già ricoverati 14 bambini rimasti feriti
nell’incidente.
Internet quinta
potenza economica mondiale
NEW YORK, 20. Se fosse un Paese,
nel 2016 Internet sarebbe la quinta
potenza economica mondiale. Davanti ci sarebbero solo Stati Uniti,
Cina, Giappone e India. Questo il
risultato di uno studio svolto da
un’azienda di consulenza globale,
la Boston Consulting Group: tra
quattro anni ci saranno tre miliardi
di internauti, oltre un miliardo in
più di quelli del 2010, il che farebbe della rete una potenza economica da quattro miliardi e duecento milioni di dollari. Il balzo in
avanti di internet è dovuto a due
fattori principali: la rete a portata
di telefonino e i social network.
Servizio vaticano: [email protected]
Servizio internazionale: [email protected]
Servizio culturale: [email protected]
Servizio religioso: [email protected]
Servizio fotografico: telefono 06 698 84797, fax 06 698 84998
[email protected] www.photo.va
Secondo la ricerca — durata tre anni e che ha coinvolto una cinquantina di Paesi — nel G20 è la Gran
Bretagna quello che deve riconoscere a internet il maggiore contributo per la sua crescita economica.
Nel 2016, la rete rappresenterà il
12,4 per cento del suo prodotto interno lordo, meglio della Corea
del Sud con l’otto per cento e degli altri 26 Paesi della Ue messi assieme (5,7). La Gran Bretagna fa
meglio anche degli Stati Uniti con
il 5,4 per cento, del Canada con il
3,6 e della Francia con il 3,4. In
Asia, inoltre, l’uso della rete continua a espandersi.
Tariffe di abbonamento
Vaticano e Italia: semestrale € 99; annuale € 198
Europa: € 410; $ 605
Africa, Asia, America Latina: € 450; $ 665
America Nord, Oceania: € 500; $ 740
Ufficio diffusione: telefono 06 698 99470, fax 06 698 82818,
[email protected]
Ufficio abbonamenti (dalle 8 alle 15.30): telefono 06 698 99480,
fax 06 698 85164, [email protected]
Necrologie: telefono 06 698 83461, fax 06 698 83675
Pax, 8 dicembre 1987). Pertanto ha
sempre indicato il tema dell’alloggio
tra le sue sollecitudini. La mia delegazione ribadisce quindi il principio
generale del diritto all’alloggio per
tutti quale diritto umano fondamentale (cfr. Dichiarazione universale dei
diritti dell’uomo, art. 25, 1; Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali, art. 11, 1; Convenzione
sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione razziale, art. 5 e III; prima Conferenza delle Nazioni Unite sugli insediamenti urbani [Habitat 1],
Vancouver 1976; seconda Conferenza
delle Nazioni Unite sugli insediamenti
urbani [Habitat 2], Istanbul 1996) e,
a tale riguardo, chiede più protezione e garanzie legali per le donne
durante la gravidanza e la maternità, affinché possano godere del pieno diritto a un alloggio adeguato.
Questa esigenza rispecchia il fatto
che in tali circostanze sia la madre
sia il neonato sono esposti a una
maggiore vulnerabilità e quindi esigono particolare assistenza (cfr. Dichiarazione universale dei diritti
dell’uomo, art. 25, 2).
In modo analogo, questa Delegazione conviene che quando lo Stato
sviluppa programmi di costruzione,
distribuzione e assegnazione di abitazioni occorre dare priorità alle
donne con figli e alle famiglie in cui
il padre è lontano per lavoro. Raccomanda inoltre che, al momento di
costruire questi alloggi, lo Stato fornisca i servizi sociali di base come
l’assistenza sanitaria, l’educazione,
l’acqua potabile e un ambiente sano, per permettere alle donne e ai
loro figli una vita normale (cfr. Convenzione sui diritti del fanciullo, art
27, 1 e 3).
Infine, la mia Delegazione esorta
tutti i responsabili e le persone impegnate nella ricerca di una soluzione del problema abitativo in generale, e degli alloggi adeguati per le
donne in particolare, a «offrire il loro contributo per mettere in atto
delle politiche adeguate a far fronte
alle situazioni di più urgente necessità e a rimuovere gli ostacoli che
impediscono di trovare le modalità
concrete, economiche, giuridiche e
sociali, atte a determinare condizioni più favorevoli alla soluzione di
questi problemi» (Giovanni Paolo
II, Lettera al Cardinale Roger Etchegaray, presidente della Pontificia
Commissione Iustitia et Pax, 8 dicembre 1987).
Deutsche Börse
fa ricorso contro
il veto europeo
FRANCOFORTE, 20. Deutsche Börse,
società che gestisce la borsa tedesca
di Francoforte, ha deciso di fare ricorso legale presso la Corte di giustizia europea contro il veto posto
dalla Commissione europea al processo di fusione con Nyse Euronext.
Lo ha reso noto ieri la stessa compagnia tedesca. Diversi aspetti della
decisione Ue — stando al parere della compagnia espresso in un comunicato citato dalla stampa — «sarebbero scorretti», e dunque l’intera
questione andrebbe rivista.
Secondo l’agenzia Dpa, che aveva
anticipato la notizia, Deutsche
Börse non sarebbe comunque interessata a riprendere la fusione in caso di giudizio a lei favorevole. In
ballo ci sarebbero però ingenti rimborsi per i danni subiti. A poco meno di sette settimane dallo stop
espresso dalla commissione, il consiglio di vigilanza di Deutsche Börse
ha spiegato di aver individuato diversi errori tra le motivazioni che
hanno indotto il veto. Il «no» di
Bruxelles era arrivato all’inizio di
febbraio, motivato con la posizione
quasi monopolistica che la nuova
mega-compagnia avrebbe assunto.
Nel dettaglio, l’Unione europea si
era opposta all’operazione, del valore di 9 miliardi di dollari, in quanto
avrebbe creato un operatore monopolista nel campo del trading dei
derivati.
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L’OSSERVATORE ROMANO
martedì-mercoledì 20-21 marzo 2012
pagina 3
Nuovo appello dell’Onu per la fine delle violenze e l’avvio del dialogo
Nonostante i passi in avanti nella riunione a Cotonou
Siria senza pace
L’Unione africana non sblocca
lo stallo istituzionale
Gli scontri si estendono ai quartieri residenziali di Damasco
DAMASCO, 20. La crisi siriana ha
raggiunto un livello «inaccettabile e
intollerabile»: questo il messaggio
lanciato dal segretario generale delle
Nazioni Unite, Ban Ki-moon, dopo
un incontro a Bogor, in Indonesia,
con il presidente indonesiano Susilo
Bambang Yudhoyono. «La situazione in Siria è divenuta la questione
più preoccupante per la comunità
internazionale» ha sottolineato il capo del Palazzo di Vetro.
Le Nazioni Unite hanno rinnovato l’appello al Governo di Damasco
affinché consenta l’arrivo di aiuti
umanitari nelle zone devastate dai
combattimenti tra forze governative
e ribelli e ha esortato la comunità
internazionale a chiedere la fine delle violenze. «Non c’è tempo da perdere — ha detto Ban Ki-moon — un
minuto o un’ora di ritardo vogliono
dire altre vittime». Secondo i dati
dell’Onu, in Siria da metà marzo
dello scorso anno sono morte almeno ottomila persone.
Sul piano diplomatico, il Consiglio di Sicurezza resta diviso sulla
strategia da seguire. È ancora allo
studio una bozza di risoluzione.
Russia e Cina hanno posto il veto a
due precedenti bozze di risoluzioni
di condanna del Governo Assad per
violazioni dei diritti umani. Lega
Araba e Nazioni Unite hanno chiesto il cessate il fuoco. Il ministro
degli Esteri russo, Serghiei Lavrov,
ha dichiarato oggi che Mosca è
pronta a sostenere una dichiarazione
del Consiglio di sicurezza a condizione che questa non contenga alcun tipo di ultimatum al Governo
di Assad.
Sul terreno, ieri, gli scontri si sono concentrati a Damasco, in diversi
quartieri residenziali della città, nel
giorno in cui sono giunte nella capitale due diverse missioni di rappresentanti internazionali con l’obiettivo di arrivare a una tregua. Una
missione politica, composta dai cinque emissari di Kofi Annan, inviato
speciale dell’Onu e della Lega Araba, e una missione umanitaria, con
funzionari dell’Alto consiglio per i
diritti umani di Ginevra e dell’O rganizzazione della cooperazione
islamica. Entrambe le delegazioni
saranno ascoltate dalle autorità di
Damasco per valutare le possibilità
di mettere fine alle violenze e portare soccorsi alle regioni più colpite
dalla repressione e dalla conseguente rivolta.
I combattimenti a Damasco sono
avvenuti — secondo i testimoni —
dalla mezzanotte e fino alle prime
luci del giorno nel quartiere nord-
Bombardamenti a Homs (Reuters)
occidentale di Mezze, non lontano
dall’autostrada. In quel quartiere
abitano numerosi esponenti delle
forze di sicurezza del regime. Secondo alcune testimonianze riportate dai media, le azioni sarebbero da
attribuire a gruppi di ribelli che volevano lanciare un attacco dimostrativo contro una sede locale dell’intelligence.
Intanto nelle aree periferiche del
Paese le truppe governative hanno
lanciato un’operazione a Deir Ez-
zor. Gli attivisti dei Comitati di
coordinamento locali hanno riferito
ieri dell’uccisione di ventisei persone
in varie regioni del Paese. L’agenzia
ufficiale Sana parla di tredici civili
morti nella regione di Homs: le autorità di Damasco attribuiscono la
responsabilità delle violenze a non
meglio identificati gruppi di terroristi armati. Il tutto all’indomani di
un’esplosione — «attentato terroristico» per i media ufficiali — che ad
Aleppo ha ucciso due persone.
PORTO-NOVO, 20. Nonostante primi
passi in avanti riferiti dalla stampa
africana, non ha avuto esito chiaro
la riunione tenuta durante il fine
settimana a Cotonou, in Benin, per
bloccare lo stallo politico e istituzionale dell’Unione africana, dopo la
mancata elezione del presidente, del
vice presidente e dei membri della
Commissione, al vertice dello scorso
gennaio a Addis Abeba. L’incontro
è stato il primo del gruppo di lavoro formato dai capi di Stato e di
Governo di otto Paesi (Algeria, Angola, Benin, Ciad, Costa d’Avorio,
Etiopia, Gabon e Sud Africa) incaricato di valutare il blocco istituzionale e di trovare possibili soluzioni
per garantire il successo del prossimo vertice che si terrà a luglio a Lilongwe, in Malawi.
L’incontro è stato a porte chiuse,
ma la stampa africana, ha riferito di
un cauto ottimismo espresso dal
presidente del Benin, Thomas Boni
Yayi, che ha la presidenza di turno
dell’Unione africana, dopo questa
prima riunione. Il ministro degli
esteri beninese, Nassirou Arifari Bako, si è invece limitato a comunicare
che «le consultazioni cominciate a
Cotonou proseguiranno tra i membri del comitato, in particolare tra
Gabon e Sudafrica», annunciando
che «i risultati saranno presentati in
occasione di una prossima riunione»
da tenersi in un luogo e a una data
da destinarsi.
LOMÉ, 20. Contro il fenomeno del Land Grabbing, l’accaparramento delle terre agricole da parte di Paesi stranieri, si è tenuto a Lomé, la capitale del Togo, un primo forum nazionale, con la partecipazione di rappresentanti delle forze politiche, della società civile e dei contadini. I partecipanti hanno sottoscritto un documento nel quale si chiede al Parlamento e al Governo del presidente Faure Gnassingbé Eyadéma, di «attuare con urgenza provvedimenti a tutela del patrimonio fondiario e culturale delle comunità locali», oltre a politiche aspecifiche di «promozione dell’agricoltura familiare per garantire la sovranità alimentare».
Nel caso del Togo, molto simile a quello di altri Paesi del continente,
il degrado della qualità dei terreni, il limitato potere d’acquisto delle popolazioni rurali, l’ignoranza del diritto sulla proprietà fondiaria, ma anche l’accesso limitato delle donne alla proprietà, «espongono i locali alla
svendita delle proprie terre, con pesanti conseguenze sugli equilibri culturali, sociali, economici e ambientali», come si legge nelle conclusioni
del forum a Lomé.
Attacco terroristico nel sud dello Yemen
SAN’A, 20. Uomini armati appartenenti al Movimento sudista secessionista dello Yemen hanno fatto irruzione oggi in un avamposto
dell’esercito nella provincia meridionale di Al Dhalea, uccidendo tre
soldati e ferendone altri due. Lo ha
reso noto una fonte della sicurezza
locale all’agenzia di stampa Xinhua.
Quattro uomini armati sono entrati
nell’avamposto della 35ª Brigata armata dell’esercito che si trova all’ingresso principale tra la città portuale di Aden e la provincia di Al
Dhalea, uccidendo almeno tre soldati e ferendone due, ha specificato
la fonte. «I feriti — ha aggiunto —
sono in condizioni critiche».
Nonostante il passaggio dei poteri dopo l’uscita di scena del presi-
TEHERAN, 20. L’Iran non si piegherà con l’ultima tornata di sanzioni imposte dall’Occidente. È il messaggio arrivato dalla guida suprema iraniana,
l’ayatollah Ali Khamenei, in occasione del Nowruz, il capodanno persiano
— una tradizione antica di almeno tre millenni che coincide con l’equinozio
di primavera — che ricorre oggi. Il Nowruz si celebra anche in Azerbaigian,
India, Pakistan, Kyrgyzstan, Turchia e Uzbekistan. «Dobbiamo accettare le
difficoltà e le sfide, ma non dobbiamo cedere alle pressioni occidentali», ha
detto Khamenei in un discorso televisivo. L’Iran è sottoposto a sanzioni
decise dall’Onu per il suo programma nucleare. Durante il suo discorso
Khamenei ha ribadito che Teheran non intende scendere a compromessi
per quanto riguarda l’arricchimento dell’uranio. A suo avviso, inoltre, le
«pressioni» occidentali su Teheran rendono necessario un aumento della
«produzione nazionale» per ridurre la dipendenza dell’Iran dai Paesi stranieri. «Dichiaro — ha detto — il nuovo anno come quello della produzione
nazionale e del sostegno agli investimenti locali. Il successo in questi campi
significherà la fine di tutti i complotti contro di noi».
dente Ali Abdullah Saleh — che ha
guidato il Paese per 33 anni — la
tensione resta alta nello Yemen soprattutto nel sud dove si è intensificata l’offensiva dei miliziani legati
ai terroristi di Al Qaeda. Sono state
rafforzate le misure di sicurezza a
Taez, la città dello Yemen teatro domenica dell’omicidio, rivendicato da
Al Qaeda, di Joel Shrum, un cittadino statunitense insegnante di lingue. Lo riferisce l’agenzia d’informazione Saba, secondo cui il capo
della commissione sicurezza di Taez
ha imposto il divieto di girare armati per la città e ridotto l’orario di
circolazione delle moto. Secondo
una ricostruzione dell’omicidio del
cittadino statunitense, infatti, i killer
si sarebbero avvicinati alla vittima
in sella a una moto nel quartiere di
Sena. L’attentato è stato rivendicato
dall’ala yemenita di Al Qaeda che
nei giorni scorsi hanno rapito una
cittadina svizzera a Al Hodeida,
sulla costa yemenita del Mar Rosso.
Fonti della sicurezza yemenita
hanno precisato che la donna è stata rapita nella provincia di Shabwa.
In un primo momento si riteneva
che la cittadina svizzera Selafia
Ibrahardert, fosse stata rapita da un
gruppo di miliziani tribali di
Shabwa per chiedere in cambio della sua liberazione la scarcerazione
di due esponenti tribali locali. «La
cittadina svizzera rapita martedì
scorso ad Al Hodeida, nella parte
occidentale dello Yemen, è nelle
mani dei terroristi di Al Qaeda», ha
invece annunciato il ministro
dell’Interno dello Yemen, Abdul
Kader Qahtan, citato dalla televisione satellitare Al Arabiya.
Il luogo di un attentato a San’a (Ansa)
L’opposizione
nel Bahrein
pronta al dialogo
MANAMA, 20. Il principale gruppo
di opposizione sciita in Bahrein si
è detto pronto a dialogare con la
dinastia sunnita Al Kalifa, per
porre fine alla crisi politica in atto
da oltre un anno nel Paese. Il
gruppo chiede la liberazione dei
detenuti politici e un referendum
popolare per sancire l’esito del
dialogo. Lo hanno reso noto le
cinque associazioni guidate da Al
Wefaq, precisando che entrambi le
parti si devono accordare in anticipo sulla tempistica, sull’agenda
e sui meccanismi della trattativa,
che deve partire dalle proposte del
re del Bahrein, Hamad Ben Issa
Al Khalifa, del marzo 2011. Al
dialogo, ha fatto sapere il movimento Al Wifaq, dovranno partecipare i leader dell’opposizione
imprigionati in seguito agli scontri
di piazza del febbraio 2011.
Nel quadro dell’intesa sulla moratoria nucleare
Pyongyang apre alle ispezioni dell’Aiea
PYONGYANG, 20. La Corea del
Nord ha invitato l’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea)
a inviare i suoi ispettori nel Paese.
L’iniziativa del regime comunista
di Pypongyang il cui piano è stato
anticipato ieri proprio dall’Aiea,
punta alla attuazione dell’accordo
concluso di recente con gli Stati
Uniti, basato sulla moratoria delle
attività nucleari e di test balistici in
cambio di aiuti alimentari. La pro-
Nella corsa alla nomination Romney vince a Porto Rico
Attesa per il voto repubblicano in Illinois
Sostenitori di Rick Santorum a Dixon, Illinois (Afp)
Gli osservatori si dividono sulle
valutazioni. Alcuni mostrano un relativo ottimismo su soluzioni politiche e giuridiche, in grado di «farci
uscire dall’impasse e proiettare fuori
un’altra immagine più positiva
dell’Unione africana», come scrive il
quotidiano ivoriano «Le Patriote».
Secondo altri, invece, la divisione,
soprattutto tra Paesi anglofoni e
francofoni, rimane profonda, il che
non lascia ben presagire per il vertice di Lilongwe.
Iniziative in Togo per arginare
l’accaparramento delle terre
Rafforzata la sicurezza a Taez dopo l’assassinio di un insegnante statunitense
Festeggiato in Iran
il capodanno persiano
WASHINGTON, 20. Archiviata con il
trionfo di Mitt Romney la parentesi
caraibica a Porto Rico — l’ex governatore del Massachusets ha ottenuto
l’80 per cento dei voti conquistando
tutti i 23 delegati in palio — la corsa
per la nomination repubblicana si è
trasferita in Illinois dove oggi
Romney punta a battere nuovamente il suo principale antagonista Rick
Santorum. Staccati nettamente nei
sondaggi gli altri due candidati,
Newt Gingrich e Ron Paul. Romney
ha chiesto ancora una volta aiuto alla moglie Ann che ha trascorso il fine settimana girando in lungo e in
largo lo Stato di Barack Obama per
convincere elettori ed elettrici che
suo marito è l’unico che potrà sconfiggere il presidente in carica il prossimo novembre. La signora Romney
Alla riunione era presente anche
il presidente uscente della Commissione, il gabonese Jean Ping. Per
ora non è chiaro se Ping, che non è
stato confermato a gennaio, si ricandiderà a luglio. Il Governo sudafricano e la Comunità di sviluppo dei
Paesi dell’Africa australe hanno invece confermato che rimane in lizza
la loro candidata, la sudafricana
Nkosazana Dlamini-Zuma, che in
gennaio non ha ottenuto i voti sufficienti.
ha parlato a un incontro con la comunità di Vernon Hills e all’incontro erano presenti numerosi esponenti del ceto medio, sempre più
preoccupato per l’aumento dei prezzi a cominciare da quello della benzina. Santorum cerca invece di spostare il baricentro della consultazione insistendo che «questa competizione elettorale si gioca sui valori,
sulla libertà, non sull’economia».
Tutti i sondaggi danno comunque
Romney saldamente al comando.
Public Policy Polling, l’ex governatore del Massachusetts è in testa con
il 45 per cento dei consensi, davanti
a Rick Santorum, con il 30. Molto
più staccati, Newt Gingrich con il 12
per cento e Ron Paul con il 10 per
cento.
posta è stata fatta lunedì notte a
Pechino dal capo negoziatore nordcoreano sul nucleare, Ri Yong Ho,
nelle immagini trasmesse dalla televisione sudcoreana Kbs.
Intanto, la Corea del Nord ha
stanziato una cifra di 2 miliardi di
dollari, pari a un terzo del suo bilancio annuale, per celebrare il 15
aprile il centenario della nascita del
fondatore della Nazione, il presidente Kim Il Sung. In aggiunta,
scrive il quotidiano sudcoreano
«Chosun Ilbo» citando una fonte
del Governo di Seoul, ci sono gli
850 milioni di dollari del razzo a
tre stadi che, nei piani ufficializzati
dal regime comunista di Pyongyang, dovrà spedire in orbita un satellite nel periodo designato del 1216 aprile. L’iniziativa nordcoreana
— condannata da numerosi Paesi —
ha fatto crescere la tensione nella
regione: il Giappone ha fatto sapere di valutare misure per intercettare il satellite di Pyongyang.
La fonte, citata dalla testata sudcoreana, ha osservato che le risorse
messe in campo sono sufficienti ad
acquistare 4,75 milioni di tonnellate
di riso in base ai prezzi dei cereali
correnti di 600 dollari a tonnellata,
in una fase in cui il regime preme
per gli aiuti alimentari internazionali. La Corea del Nord, considerando gli elementi raccolti, avrebbe
invitato a Pyongyang i rappresentanti provenienti da 48 Paesi in occasione del centenario. Un funzionario del ministero dell’Unificazione sudcoreano, inoltre, ha riferito
che la Corea del Nord ha speso tra
i 300 e gli 800 milioni dollari nella
ricorrenza dei 5 o 10 anni dei festeggiamenti del 15 aprile, quando
ammontano a 1,15 miliardi di dollari i ricavi della vendita di antracite
e altre risorse naturali alla Cina nel
2011. Un diplomatico di uno Stato
ex sovietico, invece, ha detto che la
Corea del Nord «ha invitato circa
100 rappresentanti del nostro Paese» e si è offerto di pagare il loro
biglietto aereo e alloggio.
Ballottaggio
a Timor
Orientale
DILI, 20. Il presidente di Timor
Orientale, José Ramos-Horta,
vincitore del Nobel per la pace
nel 1996, ha ammesso ieri la
sconfitta nella sua corsa alla rielezione per un secondo mandato, complimentandosi con i due
rivali che si affronteranno nel
ballottaggio. Con l’84 per cento
dei voi scrutinati, sono in testa
nelle presidenziali Francisco
Gutierres del principale partito
d’opposizione Fretilin e l’ex capo dell’esercito José Maria de
Vasconcelos (Taur Matan Ruak).
La giornata elettorale si è svolta
sostanzialmente nella calma per
le terze elezioni presidenziali nel
Paese nei suoi dieci anni di indipendenza dall’Indonesia.
L’OSSERVATORE ROMANO
pagina 4
martedì-mercoledì 20-21 marzo 2012
Il libro dello Zohar e il misticismo ebraico medievale
Oltre le porte
del più ineffabile mistero
Esce questa settimana il volume Lo
Zohar, alle origini della mistica
ebraica di Maurice-Ruben Hayoun
(Milano, Jaca Book, 2012, pagine
342, euro 34). Ne anticipiamo la prefazione.
di PATRIZIO ALBORGHETTI
l libro dello Zohar può essere
considerato come «un grande
compendio ebraico di misticismo, mitologia e insegnamento esoterico» (...) o «la
più alta espressione letteraria ebraica
nel medioevo».
I versetti biblici, scritti in lingua
ebraica, che nella loro struttura consonantica, con una semplice diversa
vocalizzazione, si prestano assai bene a una molteplice lettura e spiegazione, ricevettero dai movimenti di
questo periodo una penetrazione e
un’interpretazione mai conosciute.
Se già i maestri d’Israele, nei loro
commenti, avevano sfruttato le possibili molteplici letture esegetiche, fu
la letteratura mistica a indagare i
sensi più profondi della Scrittura, in
particolare il senso letterale (peshat),
il senso allegorico (remez), il senso
omiletico (derash) e il senso misterico (sod), che dei quattro fu quello
privilegiato.
Naturalmente l’autore non pretende di dire nulla che non sia già contenuto nel testo biblico: la sua interpretazione non vuole essere un’opera
di fantasia; essa si propone solo di
portare alla luce ciò che già si ritrova nel passo preso in considerazione.
Possiamo trovare le linee fondamentali del suo lavoro nella Parashah di WaYeyev (Genesi, 37, 1-40, 23)
dove, commentando il secondo versetto del salmo 127, scrive: «Vieni a
vedere quanto sono preziose le parole della Torah, poiché ogni singola
parola contiene misteri soprannaturali e santi. Come è stato detto,
I
quando il Santo benedetto diede la
Torah a Israele, vi mise tutti i misteri santi, soprannaturali – tutti nella
Torah, tutti trasmessi a Israele quando ricevette la Torah sul monte
Sinai».
Lo stesso termine qabbalah, non
significa altro che ricezione, ossia accoglimento della vera fede di Israele:
il mistico non si pone al di fuori della tradizione del suo popolo, ma ne
vuole essere il vero continuatore.
Appoggiandosi ai versetti della
Torah — lo Zohar è propriamente un
Pur con un linguaggio originale
e un intento differente
la visione ebraica
non è poi in fondo così lontana
dalla tradizione neoplatonica
commento mistico ai primi cinque libri della Bibbia — l’autore vuole trasmettere la sua lettura del mondo,
una lettura riguardante realtà impronunciabili, come la stessa vita intima
di Dio e il ruolo del credente, a sua
volta chiamato a partecipare, sotto
l’azione esercitata dal Signore nel
mondo, alla restaurazione di una
frattura originaria. Esattamente per
assolvere un tale compito, egli ricorre a un linguaggio diverso da quello
solitamente utilizzato per significare
tutte le realtà appartenenti alla sua
vita quotidiana: egli deve ricorrere a
immagini che siano in grado di tradurre un’esperienza altrimenti indicibile. È allora il contenuto del messaggio a modellare e a plasmare il
linguaggio; la parola si deve sforzare
di assumere un nuovo valore e di dire quello che trascende la dicibilità.
Arthur Green osserva che fu probabilmente il divieto del secondo comandamento, il quale proibisce la
rappresentazione delle cose celesti,
se non mediante la parola, a rendere
estremamente ricca l’immaginazione
letteraria, e per questo «lo Zohar potrebbe essere visto come l’opera più
grande dell’iconografia medievale
ebraica»: le immense opere frutto
del simbolismo medievale, dalle cattedrali alle raffigurazioni pittoriche,
presero dunque forma, nell’ebraismo, in questa grande opera del XIII
secolo.
Oltre all’interdizione delle immagini vi era poi il limite stesso legato
a questa esperienza straordinaria; essa infatti per sua natura non era
estesa a ogni soggetto;
l’esperienza del mistico, almeno nelle sue penetrazioni più profonde, era riservata ad alcune persone eccezionali, e queste, oltre alla difficoltà di tradurre in
un linguaggio comprensibile a tutti quello che avevano sperimentato, dovevano
poi rapportarsi al divieto di rendere
manifesto, se non con le dovute attenzioni, la materia della visione.
Già nel trattato mishnico di Hagigah 2, 1 troviamo la seguente limitazione: «Non si indagheranno le
unioni illegali davanti a tre persone,
ma‘aveh berešith (l’opera della creazione) davanti a due, e ma‘aveh
merkhavah (l’opera del carro) davanti
a una persona, a meno che questa
sia saggia e in grado di comprendere
da sé».
L’opera della creazione — ossia il
primo capitolo della Genesi — e
l’opera del carro — la visione del carro divino del primo libro di Ezechiele, oggetto di una dottrina tesa a indagare i misteri nascosti durante il
periodo del secondo tempio — venivano guardati con estremo sospetto
dall’autore della Mishnah: «Il redattore della Mishnà, il patriarca Giuda
“il santo”... fece tutto quanto era in
suo potere per squalificare il materiale relativo alla Merkavà, all’angelogia e a cose del genere».
Così il mistico, sia per la sostanza
della sua esperienza sia per le proibizioni, prestò sempre molta attenzione a manifestare il suo messaggio,
e generalmente, quando lo rivelò, lo
ricoprì con linguaggio metafisico o
lo ascrisse ad autori dell’antichità,
attribuendogli così l’autorità di un
maestro della tradizione.
Fu così che l’autore dello Zohar,
Moshe di Leon (1250-1305), decise di
attribuire il suo testo a èhim‘on bar
Yoha’y, secondo la tradizione discepolo di rabbi ‘Aqiva, un tannah del
II secolo, utilizzando per lo più la
lingua aramaica e ricreando i paesaggi palestinesi.
Il libro, se da un lato indaga i misteri della vita intima di Dio, inoltrandosi in speculazioni temerarie,
dall’altro vuole fornire al credente le
chiavi per dischiudere quelle porte
che possono portare alla contemplazione dell’ineffabile; vuole cioè fare
in modo che ogni persona possa, attraverso un processo di meditazione,
penetrare il mondo superiore, il
mondo della vita intima del divino.
Fu probabilmente anche la reazione alla sempre più pressante indagine svolta dal pensiero ebraico alla
luce della filosofia aristotelica, con
l’eccessivo peso attribuito alla razionalità, che portò l’autore a preservare la semplice fede popolare, fornendo a tutti mezzi per poter continuare a vivere la propria tradizione; a
differenza della filosofia che sembrava riservata a spiriti intellettualmente
eletti.
D’altra parte, il libro dello Zohar,
pur con un linguaggio e un intento
differenti, non sembra così lontano
dalla tradizione neoplatonica, che –
pur variamente interpretata – con la
sua teoria della processione evita
una netta frattura tra il principio e la
realtà da esso proveniente; e perciò
permette una riflessione sulla totalità: pensiamo al mondo come teofania alla base del manifesto del sim-
L'albero delle sefirot del cabalista Avraham Cohen de Herrera
(inizio XVII secolo, dalla copertina del volume)
bolismo medievale, in teologia, in filosofia e nelle arti figurative.
Così nello Zohar, Libro dello splendore, è come se il mondo fosse irradiato della luce divina, come se dappertutto risplendesse la luce del primo principio.
Naturalmente questa visione rimane critica per una tradizione come
quella ebraica, che, se da un lato vede Dio presente nel mondo, dall’altro afferma l’assoluta trascendenza
del creatore rispetto alla creatura.
Maurice-Ruben Hayoun, in questo suo libro, mostra la ricchezza di
questa grande opera della tradizione
mistica ebraica, e lo fa sottolineandone sia la bellezza sia la capacità
che ha di toccare, di appassionare e
di trascinare gli animi, così da edificarli e formarli.
Se già nella sua analisi del testo,
fatta con competenza e precisione,
Come il «Mosè» di Michelangelo è nato nella Cappella Sistina
Davanti a quel volto che ha visto Dio
di TIMOTHY VERD ON
Il Deuteronomio, dopo aver narrato la morte del santo legislatore, afferma semplicemente che «non è
più sorto in Israele un profeta come Mosè, che il Signore conosceva
faccia a faccia» (Deuteronomio, 34,
10). Ecco il personaggio che Michelangelo scolpì per la tomba di
Giuliano della Rovere, eletto Papa
nel 1503 col nome di Giulio II: la
tomba originalmente intesa per la
basilica di San Pietro ma che, dopo
la morte del Pontefice, fu ripensata
per la chiesa romana di San Pietro
in Vincoli.
Per entrare nell’argomento è sufficiente ricordare che il Mosè è parte di una tomba papale del primo
Cinquecento. Rientra cioè nella serie di fastose sepolture pontificie
che ha inizio nel secondo Quattrocento, di cui la più magnifica era
forse la tomba di Sisto IV, modellato e gettato in bronzo da Antonio
Pollaiuolo per l’interno della vecchia San Pietro e oggi nel tesoro
della Basilica.
Sisto IV, Francesco della Rovere,
era lo zio di Giuliano, e il ruolo
chiave del cardinale nipote lo associa anche con gli ambiziosi progetti
architettonici e decorativi del Papa,
tra cui la costruzione nelle forme
attuali della “cappella magna” del
palazzo, nota appunto come la Sistina. All’interno della nuova cappella di rappresentanza, Sisto IV fe-
Lezione
a San Pietro
in Vincoli
Nel testo qui pubblicato
anticipiamo stralci di uno degli
interventi dell’incontro
«La tomba di Giulio II e la
ricostruzione di San Pietro»,
organizzato dalla diocesi
di Roma, che si tiene a San
Pietro in Vincoli nella serata di
martedì 20 marzo. Si tratta del
terzo appuntamento di cinque
programmati per celebrare
i cinquecento anni della volta
della Sistina e della Stanza
della Segnatura in Vaticano.
ce dipingere un doppio ciclo di affreschi, con scene della vita di Cristo sulla parete nord e di fronte,
sulla parete sud, episodi della vita
di Mosè. Sisto IV, che si trovava a
dover affrontare le pretese dei conciliaristi, che si opponevano all’assolutezza dell’autorità attribuita al
Successore di Pietro, aveva scritto
un trattato intitolato Moises vir Dei
in cui, attraverso il legislatore antico, evidenziava il metodo prescelto
da Dio per guidare il suo popolo:
quello cioè di affidare ad alcuni uomini da lui preparati l’autorità propria, l’autorità divina.
E il tema del potere, associato
all’antico legislatore visto come
typus veterotestamentario di Cristo,
sarà una componente del Mosè che
Michelangelo scolpirà per il nipote
di Sisto IV.
Tra le ambizioni di Sisto IV, come dei Papi suoi immediati predecessori, c’era probabilmente anche
quella di intraprendere la ricostru-
zione della fatiscente basilica vaticana, all’epoca vecchia quasi 1.200
anni. Sarà il nipote, Giulio II, ad
avviare questo progetto nel 1506,
dandone commissione a Donato
Bramante.
La tomba immaginata dal Papa
insieme a Michelangelo nel 1505
doveva occupare l’abside della vecchia basilica, iniziata da Niccolò V
alla metà del Quattrocento, ma il
progetto di rifare interamente San
Pietro portò a un primo ripensamento in cui la sepoltura sarebbe
sorta nel titanico nuovo edificio
progettato dal Bramante. L’associazione del monumento con la basilica nelle prime fasi va tenuta presente, se vogliamo capire le dimensioni del tutto nuove, grandissime,
della tomba nonché la sua ricchezza plastica, altrettanto nuova. Si
trattava di una struttura libera su
tutti e quattro i lati, a tre ripiani,
con un loculo interno al livello inferiore, in cui sarebbe andato il sar-
dominanti della volta rimangono
plastici, scultorei e tridimensionali,
perché il pittore pensava sempre al
monumento scultoreo della tomba
di Giulio II. Il dramma umano che
in Raffaello verrà espresso dalla coralità del movimento, e in Bramante dalla progressione di spazi e volumi, in Michelangelo è concentrato nei sublimi, eroici corpi “scolpiti” nella volta della cappella papale. Obbligato a dipingere le storie
bibliche, Michelangelo perfeziona
uno stile in cui il corpo umano diventa esso stesso istoria, “racconto”
tridimensionale che coinvolge (anche corporeamente) chi lo guarda.
Ciò significa però che le statue
finalmente scolpite per la tomba, a
partire dal 1513, rispecchiano l’esperienza della volta della Sistina, e lo
stesso Mosè non fa che realizzare in
marmo un’idea nata, sì, per la scultura ma elaborata nella pittura.
La straordinaria libertà con cui,
negli affreschi degli anni 1508-1512
Michelangelo esplora le possibilità
di movimento corporeo, in base a
studi non solo approfonditi ma,
viene da dire, trasfigurati, dei capolavori antichi visibili in Vaticano,
darà una forza espressiva altrimenti
inimmaginabile alle sculture che
realizzerà per la tomba a partire dal
1513.
Questo processo ha particolare
importanza per il Mosè, la più importante delle figure della tomba
scolpite. L’indimenticabile volto del
«profeta (...) che il Signore conosceva faccia a faccia» nasce, nella
In pittura e in scultura l’artista
volta della Sistina,
come il volto del
perfeziona uno stile in cui il corpo umano
Dio che nessun uodiventa esso stesso «istoria»
mo può vedere e reracconto tridimensionale che coinvolge
star vivo: nasce cioè
nella “terribilità” di
Yahweh. Ecco, il
volta: al posto delle titaniche statue volto del Mosè michelangelesco riprogettate per gli angoli del primo flette l’intima conoscenza che traripiano della tomba, Michelangelo sforma l’uomo in Dio. Infatti, dice
dipinge Profeti e Sibille in affresco; il libro dell’Esodo che, anche se
al posto dei Prigioni di marmo, si- non aveva visto con i suoi occhi
tua Ignudi dipinti agli angoli delle tutta la gloria di Dio, quando scese
scene narrative.
dal Monte Sinai «la pelle del suo
Questo mutamento di program- viso era diventata raggiante, poiché
ma spiega l’impatto della volta, la aveva conversato con Lui» (Esodo,
forza travolgente dell’insieme e del- 34, 29). Dopo aver immaginato
le singole figure. Michelangelo, an- (nella Sistina) il volto divino, nel
che se dipingeva, pensava in scul- Mosè Michelangelo immagina il
tura. Cioè, nonostante i toni solari volto umano reso raggiante dall’ine le sfumature cromatiche i valori timo contatto con la divinità.
cofago del Pontefice. Figure di Prigioni al livello inferiore, e di grandi
personaggi biblici o allegorici al
primo ripiano, preparavano la piattaforma sommitale con l’effigie di
Giulio II posto nel sepolcro da due
angeli.
Il progetto formulato nel 1505
verrà come confermato dalla riscoperta, nel gennaio del 1506 e presente Michelangelo, della più celebre delle opere antiche allora credute perse: il Laocoonte. Buonarroti,
che già nel Davide ultimato due
anni prima aveva rivelato la passione e la capacità per il nudo maschile, ora aggiunge l’ulteriore dimensione della lotta fisica, psicologica e
spirituale. In termini puramente visivi, è impressionante la capacità di
Michelangelo di tradurre in eloquenti forme attuali le lezioni dei
massimi capolavori antichi allora
visibili a Roma. L’onirica visione
della tomba da realizzare come gigantesco trofeo brulicante di eroiche figure in posizioni di suprema
tensione era ispirata anche da queste opere ellenistiche.
Ma prima di cominciare il lavoro
sulla tomba, Michelangelo fu obbligato controvoglia a realizzare un
altro dei progetti del Papa: l’ultimazione della decorazione ad affresco della cappella fatta costruire
dal suo zio. Ed ecco allora che le
componenti di architettura e scultura che il Buonarroti aveva appena
elaborato per la tomba vengono
tradotte nell’illusione pittorica della
prende in esame tutti i possibili influssi — frutto delle varie tradizioni,
esegetiche o filosofiche — la sua ricerca si estende poi ad analizzare
l’altra grande corrente del periodo,
che ebbe una così grande importanza per l’ebraismo medievale, ossia
l’averroismo.
Vengono poi affrontati temi specifici riguardanti lo Zohar, quali:
“L’universo del divino”, “Creazione
o emanazione?”, “L’anima umana
nell’universo dello Zohar”, “La Torah
e i comandamenti”, “La rifondazione
dell’ebraismo” e “Prospettive”.
Specialmente significative, e gustose, nel commento di Hayoun ci
sono apparse le pagine dedicate
all’analisi degli influssi esercitati da
questa tradizione sui momenti fondamentali della vita e della liturgia
dell’ebraismo.
Maestro della medievistica
È morto
Ovidio Capitani
È morto a Bologna nella notte
tra il 17 e il 18 marzo lo storico
medievista Ovidio Capitani.
Era nato al Cairo ottantadue anni
fa il 1° gennaio 1930. Membro
dell’Accademia dei Lincei
e per anni docente all’ateneo
bolognese, Capitani è stato
«uno dei membri più
rappresentativi dell’Alma Mater»
come ha sottolineato il rettore
dell’università di Bologna, Ivano
Dionigi. «Dire Capitani — ha
spiegato — significa dire un
maestro della medievistica, un
umanista di razza, un docente che
ha formato generazioni di allievi».
Presidente onorario
della Fondazione Centro italiano
studi dell’alto medioevo
di Spoleto e presidente del Centro
studi sulla spiritualità medievale
di Todi, Capitani lascia
una produzione bibliografica
immensa. Fu collaboratore, tra
l’altro, di varie opere dell’Istituto
dell’Enciclopedia Italiana Treccani
con contributi per il Dizionario
biografico degli italiani,
l’Enciclopedia dei Papi,
l’Enciclopedia federiciana. E, in
anni lontani, fu anche
collaboratore del nostro giornale.
martedì-mercoledì 20-21 marzo 2012
L’OSSERVATORE ROMANO
pagina 5
Il 21 marzo è la giornata mondiale della poesia
Steve Jobs nella biografia di Walter Isaacson
Parole da mangiare spesso
Davvero è stato
il nuovo Newton?
Chi legge la Scrittura deve lasciarsi catturare dalle immagini e non avere fretta di attraversarle
La leggenda vuole che il fondana «alla terra, con un dovere da gia il libro» (cfr. Apocalisse, 10; Eze- na» nella tempesta (Salmi, 29 4-5),
di GIULIA GALEOTTI
cercare, e la realtà rugosa da strin- chiele, 3).
o muggisce negli abissi. Ma resta
tore della Apple abbia rincorso per
Da quando si è manifestata, voce visibile e nuova come l’auroarlare è sempre ricono- gere» (Addio, Una stagione all’inferFinalmente ora sappiamo perché il anni e poi convinto il riottoso
questa capacità di produrre la pre- ra. Di solito è una voce molto attescere un’assenza. Forse no, Arthur Rimbaud).
nostro ipod non ha il bottone di Isaacson a scrivergli la sua biograLa poesia è grande quando am- senza attraverso la parola, questa nuata, voce consumata dai millenperché spesso è una doaccensione e spegnimento (mancan- fia, promettendogli di non volere in
manda, un interrogativo, mira la possibilità che ha la mente parola sostanziale incanta i poeti. ni. Più spesso è la voce dell’amore
za che comunque, continua a con- alcun modo controllarne il contenue talvolta un lamento, la di “diventare tutte le cose”, senza Ai tempi della fede l’hanno cantata tradito, e quindi perseguito, a morvincerci poco). Lo abbiamo scoper- to (promessa mantenuta, sempre
mia parola testimonia un vuoto desiderare che si riduca a una cosa in inni magnifici. E persino quan- morare questa parola sconvolgente:
to grazie allo Steve Jobs di Walter stando alla leggenda).
nell’essere, una distanza tra ciò che in particolare, senza rammaricarsi do la fiducia nel Creatore è sem- «Con i tuoi peccati tu hai fatto di
Isaacson (Milano, Monè e ciò che vorrei, tra me e l’altro, del fatto che per fare ciò occorre brata loro tanto difficile, e il loro me uno schiavo» (cfr. Isaia, 43,
dadori, 2011, euro 20, pa«Aveva la capacità di assorbire
distanza vissuta come una sofferen- passare per la deviazione delle pa- battesimo una schiavitù, e il figlio
gine 656), il che fa sì che
dell’uomo un usurpatore delle
za, se non altro quella dello sforzo role.
sia valsa la pena di leggeinformazioni
Le
Scritture
risuonano
Questa poesia va verso «la verità energie, sono stati «incapaci di dida compiere per darle voce. Poco
re le oltre seicentocinDi fiutare il vento e intuire
o tanto, la parola testimonia «un che è il sospeso del nostro parlare menticare le promesse di Gesù»
quanta pagine della «unicon una voce inaudita e visibile
(Yves Bonnefoy): questa
certo grado di pressione
ca biografia autorizzata
ciò che si celava all’orizzonte»
Rivestono di parole
parola poi hanno creduto
dell’emozione al di là del
del fondatore di Apple»,
Ma è questa l’essenza di un genio?
di doverla sostituire con
quale lasciarla inespressa
la voce che si ode contemplando
uscita poco dopo la morla poesia.
è doloroso» (Philippe
te del protagonista, con
la bellezza del mondo
Una poesia da stregone
Jaccottet).
In realtà, i punti basilari della
un tempismo che ha avuto quasi
che s’immergerebbe «nel
Alla parola umana cristraordinaria storia di Steve Jobs
del miracoloso.
fondo dell’ignoto per trovellata di assenza il grido
24). È il Dio che creò «l’uomo a
«In finale, ha cambiato la real- erano già noti a tutti. E lo erano alvare il nuovo» (Charles
dell’animale talvolta si
sua immagine; a immagine di Dio
tà», scriveva il 6 ottobre scorso meno dal 12 giugno 2005 quando il
Baudelaire), che ricondurpresenta come un oriz«The Economist» nel suo obituary, nostro tenne il commencement adrebbe la parola a quello lo creò» (Genesi, 1, 27); l’ha fatto
zonte insuperabile o coil giorno dopo la scomparsa di Ste- dress, il discorso augurale per i neostato di pienezza che fa poco meno di un Dio; di gloria e
me una nostalgia insordi essa un’azione, che ri- di onore lo ha coronato (cfr. Salmi,
montabile. La poesia svive Jobs, morto di cancro a 56 anni. laureati, alla prestigiosissima uni8,
6).
Il
Dio
che,
stavolta,
si
è
unifonderebbe con le proprie
luppa la nostalgia orfica
Il saluto del settimanale inglese era versità statunitense di Stanford. «Il
forze una nuova alleanza to all’uomo nei vincoli inesauribili
iscritta nella facoltà di
in perfetta linea con i media mon- vostro dovere è non accontentarvi e
di ognuno con il tutto. della coscienza e della verità. Il Paparlare: essa capta, sogna,
diali, che hanno dedicato all’uomo pensare l’impossibile. Stay hungry.
Una poesia anticristica, dre che ragiona nel cosmo, che
spera e ricorda l’armonia
in dolcevita nero fiumi di inchiostro Stay foolish» è il motto ormai entrache lo voglia o meno, mormora alla nostra anima, che
di tutti gli esseri. Ramincensante. Che Steve Jobs abbia to nel nostro dna. Nel celebre diun’«alchimia del verbo» parla nelle Scritture, non è un’aumendatrice della parola,
lasciato un segno nel quotidiano di scorso delle tre «storie», infatti,
(Arthur Rimbaud), in ri- torità inflessibile, ma un’enorme
la poesia diviene la lingua
intere generazioni, è fuor di dub- Jobs (rivelando un’incredibile capavalità diretta con il verbo. bontà che cerca di accarezzarci
veramente materna, legata
cità scenica e narrativa) racI più lucidi hanno saputo senza impaurirci. Il Dio che ci paral mio spazio, al mio corcontava la sua vita, dall’abinterrompere molto presto la fin dall’inizio, e che non ha mai
po, ai miei sensi, totalbandono subito alla nascita
questa sterile hybris; han- smesso di parlarci, pur sapendo in
mente consolatrice. Il
alle ultime vicissitudini meno capito che la Visitazio- quale strumento di menzogna, di
poeta cerca una lingua,
diche. Con l’appello al conne del Verbo ha già avuto violenza e di morte noi avevamo
che sia «dell’anima per
necting the dots, ci colpì già
luogo, una sola volta, una trasformato la parola che ci aveva
l’anima, riassumendo tutallora la sua capacità di vivolta per tutte, che l’in- donato. Il Dio che, dal momento
to, profumi, suoni, colori,
canto ha preso anima e in cui accetta di parlare con gli uoe del pensiero afferrando
vere gli eventi nel lungo pecorpo. Hanno avuto la mini, si condanna a morte. Il Dio
il linguaggio e dilatanriodo, di ragionare in vista
grazia di scoprire il gran- che non ha più un volto d’uomo:
dolo». Il miracolo «di
di un progetto più ampio
Miniatura raffigurante Ezechiele che ingoia il rotolo delle Scritture
de segreto, la cosa nuova,
una prosa musicale senza
(Jobs, come noto, venne li«C’è nei suoi occhi chiusi qualcosa
rannicchiata nel cuore
ritmo e senza rima, molto
cenziato dalla Apple, l’aziendi distruttore. Come un colpo di
flessibile e molto netta per adattar- personale, sempre troppo limitato, della Parola, nella poesia contenuda cioè che lui stesso aveva
spada in pieno cuore che provoca
si ai movimenti lirici dell’anima, il riconoscimento che esiste un ta nelle parole della Scrittura, pascreato, un colpo che avrebbe
la
morte,
porta
la
coscienza.
Qualall’ondulare della fantasia» (Char- mondo al di là, un mondo che lo sate di bocca in bocca nel corso
gettato chiunque nello sconcosa
di
così
terribile
e
di
così
bello
les Baudelaire).
trascende» (Yves Bonnefoy). Ebbe- dei millenni.
forto più cupo).
Ma l’uomo non produce la sua ne, esistono in questo mondo di
Al tempo dei massacri di milioni che l’unico modo per sfuggirgli è
Amante del bello-essenparola come l’albero il suo frutto, cose esteriori singoli oggetti, allo di persone, dell’eugenismo genera- l’adorazione» (Paul Claudel).
ziale, delle forme pure e puQuello
che
alcuni
poeti
benedetinevitabilmente, per il solo fatto stesso tempo inerti e pieni di vita, lizzato, della predazione globalizlite, del minimal esasperato,
che accoglie l’acqua, la terra e la fatti di segni neri tratteggiati su zata, del pianeta minacciato, dei ti oggi testimoniano, è che, lungi
lo Steve Jobs che esce dalla
luce. Abitata da una coscienza, la pelli di animali, su canne o su al- desolanti bilanci delle religioni, il dall’essere la tomba della poesia, la
penna di Isaacson (dopo, lo
parola umana non esprime l’essere beri morti ma che si accendono di Dio vivente, che parla e che fa par- sua Parola porta nuovo combustisi ricorda per inciso, le bioin modo immediato nella sua pie- un fuoco intelligibile non appena lare, è infine spogliato delle ma- bile al suo fuoco. O meglio: porta
grafie di Benjamin Franklin
nezza. Ci sarà sempre il gioco (jeu) delle mani li srotolano o li aprono schere troppo umane, non s’impo- un nuovo fuoco che essa non
e Einstein) è un uomo egotie l’io (je) tra la parola e ciò che è. e una coscienza vi si applica, e che ne più attraverso le grida degli uo- avrebbe mai potuto immaginare.
bio. Basti ricordare (ma l’elenco è co, maniacale, intrattabile, ingestiCerto, questo “io” invidia «la sorte ardono senza ardere del fuoco del mini. È solo molto raramente la Non c’è bisogno di volare: basta
solo parziale) che ha rivoluzionato bile, con un senso di superiorità radei più vili animali che possono significato. Questi rovi ardenti so- voce «che schianta i cedri, che tuo- venire a riscaldarsi accanto a essa.
inabissarsi in uno stupido sonno» no i libri. Fra questi, ben stipati e
l’home computer, il nostro modo di dicato sin dall’infanzia, affetto da
(De profundis clamavi, Charles Bau- traboccanti nelle loro copertine e
consumare la musica, la nozione di disturbi alimentari e da un compordelaire). Ma per l’uomo, sognare nel loro «taglio verde intenso»
telefono cellulare, la frontiera del tamento non sempre socialmente
l’integrità dell’animale non può es- (Arthur Rimbaud) sugli scaffali di
tablet computing, il design degli og- accettabile (da giovane, fu confinaÈ morto il fondatore e presidente del Sir
sere che una tappa: è per la devia- mogano dove il mondo li esibisce e
getti che accompagnano le nostre to al turno di notte semplicemente
zione della sua coscienza che deve li chiude, ci sono questi libri delle
giornate, il superamento del singolo perché non si lavava). Ha scritto
passare. I più grandi poeti l’hanno Scritture, questi Bìblia così ben
Sue Halpern su «The New York
computer nella gestione dei contecapito: non esiste magia del verbo riuniti da essere chiamati Bibbia.
Review of Books» che Jobs «era un
nuti. «Intelligente Jobs? — si chiede prepotente, un simulatore, un tace la parola non può da sola riconAperte per essere lette, le ScritWalter Isaacson nel poderoso volu- cagno, un padre fannullone, un maciliare tutte le cose.
ture iniziano a risuonare con una
me — No, non in modo ecceziona- nipolatore, e ogni tanto era molto
Quando rinuncia all’impossibile voce inaudita e visibile, rivestono
Al crepuscolo di sabato 17 marzo è morto a Fara Novarese, in
le. Piuttosto un genio». E, aggiun- affettuoso», giudizio che trova eco
fusione diretta con il cosmo e tor- di parole la voce che si ode conPiemonte, monsignor Giuseppe Cacciami, socio fondatore della
ge poco più avanti l’ex capo redat- nelle 191 pagine del «dossier Steve
templando la bellezza del mondo.
Federazione italiana settimanali cattolici che diresse tra il 1981 e
tore della rivista «Time», «come un Jobs», compilato da agenti dell’FBI
«Il giorno al giorno ne affida il
il 1986. Dalla sua dedizione appassionata per la stampa locale
pioniere, Jobs aveva la capacità di nel 1991. Sulla base di interviste ad
messaggio e la notte alla notte ne
cattolica, nel 1989 nacque il Servizio informazione religiosa (Sir),
assorbire informazioni, fiutare il amici, vicini e parenti, il documento
affida notizia. Non è il linguaggio
del quale Cacciami fu a lungo presidente. La sua curiosità per la
vento e intuire ciò che si celava che il «New York Magazine» ha
e non sono parole, di cui non si
comunicazione esprimeva anzitutto l’urgenza di comunicare il
all’orizzonte» (concetti poi ribaditi definito «molto più divertente della
oda il suono» (Salmi, 19, 3-5). FanVangelo. E da uomo di comunicazione Cacciami fu prete fino in
in un articolo su «The New York sua biografia ufficiale» descriveva il
no udire una voce paterna che
fondo. Era nato a Grignasco (Novara) il 5 settembre 1924 e fu
mette ordine, che decide, che sfida,
Times»: Jobs come il genio emble- creatore della Apple come «drogaordinato sacerdote nel 1947. In seguito ha ricoperto importanti
che chiede una risposta. La ricezioma dell’“advantage” statunitense). to, disonesto e manipolatore», nonincarichi nell’Union Catholique Internationale de la Presse
ne tradizionale delle Scritture, che
Assorbire, fiutare, intuire: è questa ché tirchio con i familiari. Sue Hal(Ucip) e come membro del Forum permanente della Conferenza
pern va oltre: Jobs si considerava
chiamiamo lectio divina, dà al linepiscopale italiana per il Progetto culturale.
l’essenza di un genio?
un artista (e tale lo considera il suo
guaggio una priorità che oggi
biografo), «ma la designazione di
In occasione della Giornata
mantiene solo tra i poeti. Accolte
qualcuno come artista (il caso vale
mondiale della poesia (istituita
con devozione, le Scritture suscitaanche per il genio) è elastica e
dall’Unesco nel 1999 e celebrata
no e conservano la «preoccupazioognuno può invocarla per sé o per
per la prima volta il 21 marzo
Il Cortile dei Gentili il 29 e il 30 marzo a Palermo
ne poetica» (Claude Estéban). Si
altri. Non v’è dubbio che i prodotti
dell’anno successivo),
tratta di essere presi, anziché di
che Steve Jobs ha molto brillanteanticipiamo stralci del testo che
prendere, di ascoltare anziché di
mente ideato erano bellissimi ed
padre Olivier-Thomas Venard
parlare. Nel corso della lectio e deleleganti, ma erano — in finale — dei
pronuncerà il 22 marzo presso
la meditatio, il mio occhio ascolta.
«Io
la
comunione,
a
maggio,
non
la
posso
fare»;
derà
a
Palermo
il
29
e
il
30
marzo.
La
due
giorni,
prodotti. Gli artisti ambiscono a lala Pontificia Università
Sulla pagina sacra dove il mio cuo«Perché non hai i soldi per la festa?»; «No, per- dedicata al tema «Cultura della legalità e società
sciare al mondo qualcosa di imperiGregoriana. All’incontro,
re appicca il fuoco del senso ai raché domani devo andare di nuovo a rubare»; multireligiosa» è stata presentata martedì nella Satura bellezza, mentre le ditte pro«Parole et poésie» — parte del
moscelli dei segni che raccoglie (lemonsignor
Carmelo
Cuttitta,
vescovo
ausiliare
e
la
Stampa
della
Santa
Sede
dal
direttore,
padre
duttrici di elettronica ambiscono a
ciclo di conferenze dedicato a
gere), il linguaggio si dispiega nel
vicario generale dell’arcidiocesi di Palermo, ha ci- Federico Lombardi, insieme al cardinale Gianfranimmettere sul mercato modelli, aufilosofia e teologia «La scintilla
suo stato “intransitivo”. Non ritato questo rapido scambio di battute tra un bam- co Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio delspicandosi che il pubblico li sostidella parola, tra parole in
manda subito a un al di là di sé
bino
del
quartiere
Brancaccio
e
don
Pino
Puglisi,
la
Cultura,
a
monsignor
Antonino
Raspanti,
vetuisca l’anno seguente».
frantumi» organizzato dal
del quale non è stato che la condi
cui
è
stato
testimone
a
fine
anni
Ottanta,
per
scovo
di
Acireale
e
coordinatore
dell’incontro
di
Qualcosa di solido, però, nelle
Centre culturel Saint-Louis de
trofigura, ma invita a dimorare nelfar capire quanto a fondo la ferita della criminali- Palermo, a padre Laurent Mazas, direttore esecutipagine di Isaacson c’è. Chi, infatti,
France di Roma — parteciperà
le parole.
tà
organizzata
può
colpire
la
vita
di
un
popolo,
vo
del
Cortile
dei
Gentili,
a
monsignor
Carmelo
ne esce veramente bene sono le peranche il poeta Jean-Pierre
È in quanto opere di linguaggio
non
risparmiando
neanche
l’infanzia.
Ampio
spaCuttitta,
allievo
di
don
Puglisi
e
suo
figlio
spirisone più vicine a Steve Jobs; i geniLemaire. Padre Olivier-Thomas
che le Scritture veicolano la Parola
zio sarà dato ai bambini e al dialogo tra cultura, tuale, e a Giusto Sciacchitano, sostituto procuratori adottivi, la moglie, i figli, la
Venard, domenicano, insegna
di Dio. Lo capiscono solo coloro
educazione e narrazione del reale (con il contribu- tore nazionale dell’Antimafia italiana.
sorella naturale. A riprova che un
all’École Biblique et
che accettano di affrontare il testo
to
di
Stefano
D’Avenia
e
Stas’
Gawronski)
nella
«All’inizio
avevamo
pensato
a
due
eventi
l’anno
ambiente familiare solido, maturo e
Archéologique Française di
come corpo, d’immergersi nella
tappa siciliana del Cortile dei Gentili che appro- — ha spiegato padre Mazas — ma le richieste concapace di accogliere senza opprimeGerusalemme dal 2007.
lingua. Vale a dire che la Parola di
tinuano
a
aumentare:
a
maggio
saremo
a
re, è lo scenario necessario per cerLa sovrapposizione, nel
Dio si fa udire nelle Scritture nella
Barcellona,
a
settembre
a
Stoccolma,
a
care di aiutare una personalità
calendario, del primo giorno di
misura in cui la si legge come si
ottobre ad Assisi, a novembre a Coimbra.
“complessa”.
primavera con la festa mondiale
legge la poesia. Non si lascia mai
Il Cortile è sempre più presente anche in
Sarebbe troppo facile richiamare
della poesia non è casuale:
ridurre a una semplice intenzione:
lo scandalo denunciato dal quotiRete; è possibile seguire in streaming gli
l’Unesco riconosce
«Una parola ha detto Dio, due ne
diano di Jill Abramson sulle precaall’espressione poetica un ruolo
ho udite» (Salmi 62, 12). Il lettore
incontri, ma anche contribuire con propri
rie condizioni di lavoro negli stabiprivilegiato e ha voluto dedicare
bendisposto si lascia catturare dalle
articoli e video al dibattito: a Palermo, ad
limenti che, fuori dagli Stati Uniti,
la giornata all’incontro tra le
parole e dal mondo che proiettano,
esempio, le domande ai relatori arriveranproducono dispositivi Apple (dove
diverse forme della creatività;
piuttosto che cercare di attraverno tramite Google+». E ha detto il cardisarebbero impiegati anche tredicentra le diverse forme di
sarle.
nale Ravasi: «In Messico un filosofo non
ni), per minare l’icona Jobs. Anche
espressione, infatti, ogni società
Le Scritture stesse invitano il letcredente ha avviato un “cortile” lungo un
perché non ve n’è bisogno: le seiumana guarda all’antichissimo
tore a percorrerle come un univeranno, e stiamo lavorando alle prossime
cento pagine di Isaacson infatti, fistatuto dell’arte poetica come a
so. C’incantano con la bellezza
tappe».
L’appuntamento
di
Palermo,
ha
niscono un po’ per allontanare il
un luogo fondante della
formale ed eterogenea del loro
detto il cardinale, «è in un certo modo il
memoria, base di tutte le altre
lettore da Steve Jobs. Dallo Steve
linguaggio. È un po’ come il parilancio del grido di Giovanni Paolo II ad
forme della creatività letteraria e
Jobs-genio non sappiamo: dallo
lazzo di Dame Tartine, fatto di paLa
cattedrale
di
Palermo
artistica.
role che si mangiano: «Va e manAgrigento contro la mafia». (silvia guidi)
Steve Jobs-mito sicuramente sì.
di OLIVIER-THOMAS VENARD
P
Don Giuseppe Cacciami
tra Vangelo e comunicazione
Scintille nascoste
in un
vocabolario
in frantumi
Un portico della narrazione e del diritto
L’OSSERVATORE ROMANO
pagina 6
martedì-mercoledì 20-21 marzo 2012
I funerali celebrati nella cattedrale copta ortodossa di San Marco a Il Cairo
Dolore e commozione
per la morte del patriarca Shenouda
IL CAIRO, 20. Dolore e cordoglio
stanno segnando in queste ore la vita dell’Egitto per la morte del patriarca della Chiesa copta ortodossa
Shenouda III avvenuta sabato 17
marzo. Oggi, nella cattedrale di San
Marco, in un clima di profonda
commozione — è stato proclamato il
lutto nazionale — sono stati celebrati
i funerali del patriarca deceduto
all’età di 88 anni. Numerosi i leader
presenti e i rappresentanti di Governi e istituzioni civili e religiose di vari Paesi, tra cui anche una delegazione vaticana. Le esequie si sono aperte con una orazione funebre dal patriaca della Chiesa ortodossa di Etiopia, Abuna Paulos. Il feretro di Shenouda è stato collocato dentro una
bara chiusa all’interno della chiesa
dopo che per due giorni era stato
mostrato alla vista dei fedeli. Intanto, messaggi di partecipazione al dolore della comunità cristiana sono
giunti da tutto il mondo tra cui
quello significativo di Papa Benedetto XVI, il cui testo pubblichiamo in
prima pagina.
Nel fine settimana incessante è
stato il flusso dei fedeli che si sono
recati nella cattedrale di San Marco
per rendere omaggio alla salma del
patriarca, esposta con i paramenti
sacri. Il corpo di Shenouda III, in
una bara scoperta con la tiara d’oro
sul capo, dopo i funerali è stato
quindi trasportato in aereo militare
per essere sepolto nel monastero di
San Bishoi, a un centinaio di chilometri dal Cairo nella regione del
delta del Nilo. Le condizioni di salute del capo della comunità copta
ortodossa negli ultimi tempi erano
peggiorate. In passato il patriarca
era stato sottoposto a cure mediche
all’estero. Il vescovo Pachomious ha
assunto le funzioni di guida della
comunità per due mesi, fino a quando non verrà eletto il nuovo patriarca. Shenouda venne eletto 117° patriarca della Chiesa copta ortodossa
nel novembre 1971, in rappresentanza
dei cristiani egiziani che costituiscono il 10 per cento di una popolazione di 80 milioni di persone. I copti
rappresentano la comunità cristiana
più popolosa del Medio Oriente.
Appartengono al Patriarcato di Alessandria d’Egitto che fa parte, assieme alle Chiese siro-ortodossa, siroortodossa d’India, armena, etiope ed
eritrea, alle Chiese pre-calcedonesi o
ortodosso-orientali.
La Chiesa copta fu fondata in
Egitto nel primo secolo dall’apostolo
Marco. Particolarmente intenso è
stato l’impegno del patriarca Shenouda per promuovere il dialogo. In
particolare, risaltano due momenti:
l’incontro avvenuto a Roma con Papa Paolo VI e la firma, il 10 maggio
1973, della Dichiarazione comune di
fede nell’incarnazione del Figlio di
Dio; e quello con Giovanni Paolo II
il 24 febbraio del 2000, nel corso di
un visita del Papa in Egitto.
Come accennato, vari sono i messaggi che stanno giungendo in
omaggio della testimonianza lasciata
dal capo della comunità copta ortodossa. «Una figura importante per i
cristiani di Oriente»: così il patriarca
di Gerusalemme dei Latini, Fouad
Twal, ricorda Shenouda III. In un
messaggio di condoglianze diretto
ieri alla comunità copta ortodossa
Twal, a nome dell’intero Patriarcato
latino, ha scritto che Shenouda III
«ha condotto la sua missione cristiana con ferma fiducia e profonda fede in mezzo ad un turbinio di avvenimenti che hanno segnato il mondo
arabo e quello intero. Accompagnandolo con le nostre preghiere ri-
cordiamo tutti i suoi immensi servigi
alla sua Chiesa, al suo Paese e a tutti
i cristiani del Medio Oriente».
Al lutto si uniscono anche i vescovi europei, in un messaggio del cardinale arcivescovo di Esztergom-Budapest, Péter Erdő. Il presidente del
Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa (Ccee) scrive: «Con la
sua persona il mondo cristiano ha
perso uno dei suoi leader più eccellenti ed esemplari». Il ricordo «della
sua visita lo scorso anno a Budapest,
i suoi saggi insegnamenti e la sua
determinazione esemplare — prosegue ancora il cardinale — vivono ancora nei nostri cuori. Mentre affidia-
mo la sua anima a Dio, condividiamo il dolore dei suoi fedeli e «preghiamo con amore per tutta la comunità cristiana egiziana. Chiediamo al Signore della storia di sostenere l‘intera comunità dei credenti in
Cristo con la Sua Provvidenza». Il
cardinale Erdő sottolinea anche che
«grazie al patriarca Shenouda, sono
state stabilite relazioni fraterne ed
ecumeniche tra la Chiesa cattolica
ungherese e la Chiesa copta-ortodossa. Rimanendo fedele alla sua eredità spirituale abbiamo intenzione di
mantenere questo prezioso rapporto
di amicizia di fraternità e solidarietà
cristiane».
III
Al «Santo Sinodo della Chiesa
copta» è inoltre indirizzato il messaggio del Patriarca di Mosca e di
tutta la Russia, Cirillo. «Ho appreso
con profondo dolore la triste notizia
della morte di Sua Santità il Patriarca Shenouda III, che per oltre quarant’anni con zelo ha svolto il ministero di primate della Chiesa copta».
L’intero mondo cristiano «ha subito
una grande perdita, col trapasso di
questo insigne teologo e predicatore
ispirato che per tanti anni è stato a
capo della sua Chiesa in un momento di grandi persecuzioni. I meriti
del defunto primate, sia nei riguardi
della Chiesa copta che di tutto il
mondo cristiano, possono essere a
giusto titolo definiti grandi».
Dal Patriarcato di Mosca si pone
in luce fra l’altro «la sua instancabile
opera per l’edificazione della vita
della Chiesa della diaspora copta, la
lotta per i diritti delle minoranze cristiane in Egitto, la sincera volontà di
comprensione reciproca con le altre
Chiese cristiane, le numerose opere
teologiche, i sermoni hanno dato al
primate della Chiesa copta una meritata autorevolezza in tutto il mondo». Noi — si osserva — «apprezziamo le opere del compianto Patriarca
Shenouda III. Ricordando con amore e affetto fraterno il nostro ultimo
incontro durante la mia visita in
Egitto nel mese di aprile 2010, testimonio del rispetto sincero e sentito
del defunto verso la Chiesa ortodossa russa. A sua volta, la nostra Chiesa ha sempre e costantemente sostenuto e sostiene i cristiani egiziani
che sono sistematicamente sottoposti
a persecuzioni, e riconosce con rispetto il contributo della Chiesa
L’incontro di Shenouda
III
con Paolo
copta nella preservazione del monachesimo egiziano tradizionale e della
cultura spirituale». Il Patriarca Cirillo conclude: «Sono convinto della
necessità di continuare la nostra collaborazione per raggiungere la pace
e la giustizia in Medio Oriente e in
tutto il mondo, tutelare i diritti dei
cristiani nei luoghi in cui essi sono
perseguitati. Il Signore Misericordioso conceda il riposo all’anima del
suo servo, il santissimo Patriarca
Shenouda».
Espressioni di partecipazione al
lutto della comunità cristiana sono
venute dal presidente del Parlamento egiziano Katatni, dal primo ministro Kamal El Ganzouri, dall’imam
di Al Azhar, Sheikh Ahmmed El Tayeb. A queste aggiungono anche le
parole dei rappresentanti di istituzioni europee e governi. Il presidente
della Commissione Europea, Josè
Manuel Barroso, ha ricordato l’impegno costante nella lotta per la libertà religiosa. Così anche ha fatto il
VI
il 6 maggio 1973
ministro italiano degli Affari Esteri,
Giulio Terzi di Sant’Agata: «Shenouda III ha sempre lavorato per
promuovere un clima di dialogo e
fruttuosa convivenza tra le comunità
religiose egiziane». Ricordando che
in occasione della sua visita al Cairo
non gli fu possibile incontrare il Patriarca per le sue precarie condizioni
di salute, il titolare della Farnesina si
è riferito al Patriarca come a una
«guida spirituale per la comunità
dei credenti copti e al tempo stesso
eminente figura di riferimento sul
piano di valori universalmente condivisi quali la fratellanza e la misericordia». E conclude: «Oltre che
ispiratore di importanti iniziative sul
dialogo interreligioso, Sua Santità
Shenouda III è stato un grande amico dell’Italia e ha di certo contribuito, con il suo alto magistero e la testimonianza di fede, ad avvicinare
ancor più i nostri Paesi e i nostri popoli».
Secondo un rapporto pubblicato dall’O idce
Aumenta in Europa l’intolleranza verso i cristiani
ROMA, 20. «I vescovi in Europa sono particolarmente attenti a queste
manifestazioni di discriminazione e
d’intolleranza religiosa che confermano quanto alcuni valori e diritti
fondamentali della nostra Europa
siano lungi dall’essere una realtà acquisita». Lo ha detto monsignor
András Veres, vescovo di Szombathely (Ungheria), a commento del
Rapporto 2011 dell’O sservatorio
sull’intolleranza e sulla discriminazione religiosa in Europa (Oidce).
Un dossier dedicato, in particolare,
ai casi di intolleranza e discriminazione religiosa dei cristiani in Europa. «Credere in Dio — ha sottolineato il presule, che è anche incaricato dal Consiglio delle Conferenze
episcopali europee (Ccee) a seguire
le attività dell’Oidce — non deve essere percepito come una colpa o un
segno di debolezza. Vivere e testimoniare il proprio credo religioso
nel rispetto della libertà e sensibilità
altrui non potrà che essere di beneficio per tutti, credenti o non, cristiani o non».
Secondo il rapporto, in Europa si
registrano sempre più casi d’intolleranza e di discriminazione contro i
cristiani. Allo stesso tempo, il crescente interesse dei media ha dato
voce all’anonima sofferenza di casi
di persone che sempre più acquisiscono una rilevanza internazionale.
Le statistiche mostrano l’ampiezza
del problema: il 74 per cento degli
interpellati in un sondaggio effettuato nel Regno Unito affermano
che c’è più discriminazione negativa
contro i cristiani che contro le per-
Le religioni
per il dialogo in Francia
PARIGI, 20. Istruzione, occupazione, crescita, povertà, coesione nazionale, ambiente, finanza, promozione della pace.
Queste le priorità suggerite dalla Conferenza dei responsabili di
culto in Francia (Crcf) che il futuro presidente dovrà mettere in
agenda per il futuro del Paese. La
richiesta dei leader religiosi giunge
a poche settimane dalle elezioni
presidenziali in programma il 22
aprile.
La Crcf, della quale fanno parte
cattolici, protestanti, ortodossi,
ebrei, musulmani e buddisti, in
una dichiarazione ha sottolineato
la propria contrarietà «sull’uso
strumentale della religione nel dibattito democratico» e ha espresso
solidarietà con le comunità ebraiche e musulmane, in merito alle
polemiche dei giorni scorsi sul rituale della macellazione in Francia.
«La Crcf — si legge nella dichiarazione — non intende al momento
tornare alle polemiche relative alle
pratiche rituali concordate e riconosciute nel nostro Paese, ma
quando sarà il momento — sottolineano i leader religiosi — proporremo una riflessione più ampia e
approfondita sul significato di alcune pratiche religiose nella nostra
società e saremo pronti ad ascoltare, a confrontarci con lo scopo di
contribuire insieme alla coesione
della società nel rispetto di tutte le
correnti di pensiero».
sone di altre fedi. L’84 per cento
del crescente vandalismo in Francia
è diretto contro i luoghi di culto cristiani. In Scozia, il 95 per cento della violenza a sfondo religioso ha come obiettivo i cristiani. «Il rapporto
— sottolinea monsignor Veres —
vuole essere un invito per tutti i cristiani che abbiano sperimentato una
forma di discriminazione o d’intolleranza per la loro appartenenza
confessionale a uscire dall’anonimato e a farsi coraggio: credere in Dio
non deve essere percepito come una
colpa o un segno di debolezza. I
vescovi d’Europa si sentono solidali
con quanti non vedono i propri diritti rispettati e ricordano che la libertà religiosa è un bene prezioso
che va custodito così da continuare
a essere un pilastro della pace del
nostro continente».
Gli incidenti d’intolleranza e discriminazione contro i cristiani sono
suddivisi dall’Osservatorio in diverse categorie: libertà di religione, libertà di espressione, libertà di coscienza, politiche discriminatorie,
esclusione dei cristiani dalla vita politica e sociale, repressione dei simboli religiosi, insulto, diffamazione
e stereotipi negativi, incidenti per
odio, vandalismi e dissacrazione e,
da ultimo, crimini di odio contro
singoli individui.
Nel rapporto vengono annoverati
casi clamorosi come la denuncia per
«crimini contro l’umanità» del maggio 2011 contro il Pontefice a motivo della dottrina della Chiesa cattolica in materia di morale sessuale,
oppure la campagna all’università di
Granada per rimuovere dall’ateneo
la facoltà di teologia, vista come
violazione dei principi costituzionali
spagnoli di laicità e neutralità. Numerosi i casi riportati dalla Germania in cui emerge una forte limitazione alla libertà di associazioni
confessionali di svolgere attività anti-abortive. In Inghilterra, a Jersey, i
postini si sono rifiutati di distribuire
nelle case cd contenenti registrazioni del Vangelo di san Marco. Episodi d’intimidazione si sono registrati
verso professionisti che facevano
obiezione di coscienza su temi come
aborto ed eutanasia. Come il caso
di una farmacia di Berlino assalita
dai vandali perché il titolare non ha
venduto la «pillola del giorno dopo», perché cattolico. Esistono — si
legge nel dossier — casi di esclusione dei cristiani dalla vita sociale e
pubblica (come il tentativo in Spagna di sopprimere cappellanie e altri luoghi di culto dagli atenei).
Infine, sono numerosissimi i riferimenti a episodi di «vandalismo e
dissacrazione di chiese, luoghi di
culto e oggetti sacri» in Austria,
Germania, Spagna e, soprattutto,
Francia. Il rapporto ricorda anche
l’aggressione ai giovani cattolici durante la Giornata mondiale della
gioventù a Madrid.
Il documento è l’unica indagine
esauriente esistente riguardo alla situazione dei cristiani in Europa.
L’Osservatorio è membro della piattaforma per i diritti fondamentali
dell’agenzia Ue e lavora in stretta
collaborazione con l’O rganizzazione
per lo sviluppo e la cooperazione in
Europa.
Lutti nell’episcopato
Monsignor Ante Iurić, arcivescovo emerito di Split-Makarska
(Croazia), è morto a causa di un
infarto alle 3 del mattino di martedì 20 marzo nel seminario Redemptoris Mater di Pola.
Il compianto presule era nato
a Vranjic, arcidiocesi di SplitMakarska, il 17 maggio 1922, ed
era stato ordinato sacerdote il 18
maggio 1947, dopo aver compiuto gli studi teologici a Zagabria.
Il 10 settembre 1988 era stato
eletto alla sede arcivescovile di
Split-Makarska e il successivo 16
ottobre aveva ricevuto l’ordinazione episcopale.
Il 17 giugno 2000 aveva rinunciato al governo pastorale dell’arcidiocesi per ritirarsi presso il seminario neocatecumenale istriano, dove prestava il servizio di
padre spirituale. Le esequie si celebrano sabato prossimo, 24 marzo, nella concattedrale di San
Pietro in Spalato.
Monsignor Anárghyros Printesis,
vescovo titolare di Grazianopoli,
esarca apostolico emerito per i
cattolici di rito bizantino residenti in Grecia, è morto alle ore 6 di
domenica mattina, 18 marzo, nella sede ateniese dell’esarcato.
Il compianto presule era nato
in Vari il 16 agosto 1937 ed era
stato ordinato sacerdote il 10 dicembre 1961. Eletto alla sede titolare di Grazianopoli e nominato
esarca per i cattolici di rito bizantino residenti in Grecia il 28 giugno 1975, aveva ricevuto l’ordinazione episcopale il successivo 6
agosto. Dopo trentatré anni, il 23
aprile 2008 aveva rinunciato al
governo pastorale dell’esarcato. Il
rito funebre si celebra mercoledì
pomeriggio, 21 marzo, nella cattedrale dell’esarcato in Atene. Poi
la salma viene tumulata nel cimitero cattolico della capitale greca.
L’OSSERVATORE ROMANO
martedì-mercoledì 20-21 marzo 2012
Presentato il documento di sintesi a conclusione dell’itinerario voluto da Benedetto
pagina 7
XVI
Risultati e prospettive
della visita apostolica in Irlanda
Il senso di sgomento espresso da Benedetto XVI nella Lettera ai Cattolici
d’Irlanda di fronte al terribile fenomeno dell’abuso sui minori e la vicinanza che il Pontefice ha più volte
manifestato alle persone vittime di
tali atti peccaminosi e criminali compiuti da sacerdoti o religiosi, sono
stati rinnovati dalla Santa Sede attraverso un documento reso noto
oggi, martedì 20 marzo, a conclusione della visita apostolica nel Paese.
La sintesi complessiva, con i risultati e le prospettive evidenziate dalla
visita apostolica, è stata presentata
alla stampa al Saint Patrick’s College di Maynooth, in Irlanda.
Indetta personalmente dal Papa
per «affrontare adeguatamente la situazione determinata dalla tragiche
vicende degli abusi sessuali compiuti
da sacerdoti e religiosi nei riguardi
dei minori», la visita era cominciata
nell’autunno 2010 e la sua prima fase
era terminata nel giugno 2011. I rapporti dei visitatori erano stati poi
consegnati ai competenti dicasteri
della Santa Sede.
L’attuale documento riporta una
sintesi dei risultati emersi dalle visite
alle quattro arcidiocesi metropolitane
di Armagh, Dublino, Cashel and
Emly e Tuam, a una trentina di istituti religiosi e a cinque seminari:
Saint Patrick’s College di Maynooth,
Pontificio Collegio Irlandese in Roma, Saint Malachy College di Belfast, All Hallows College di Dublino e
Milltown Institute of Tehology and
Philosphy di Dublino. Approvato
dai dicasteri che hanno condotto la
visita, il documento contiene anche
indicazioni della Santa Sede, che si
aggiungono a quelle fatte pervenire
dai singoli dicasteri ai responsabili
delle entità visitate. Vi si ribadisce
che la visita ha avuto un carattere
pastorale e che essa, se da una parte
ha attestato la gravità delle mancanze che hanno dato luogo nel passato
a una insufficiente comprensione e
reazione, persino da parte dei vesco-
vi e dei superiori religiosi, dall’altra
ha consentito di rilevare con chiarezza come a partire dagli anni Novanta del secolo scorso siano stati compiuti decisivi passi in avanti, che
hanno portato a una maggiore consapevolezza del problema e a profondi cambiamenti nel modo di affrontarlo. Per questo, nel raccomandare che vescovi e superiori religiosi
continuino nell’impegno di accoglienza e assistenza alle vittime di
abusi, il documento annuncia anche
che la Santa Sede e l’episcopato irlandese hanno già iniziato una riflessione comune circa l’attuale configurazione delle diocesi, in vista di rendere le strutture territoriali meglio
idonee a rispondere all’odierna missione della Chiesa in Irlanda.
Tra gli auspici espressi, c’è poi
quello che le linee guida enunciate
nel documento Safeguarding Children
del 2008 (punto di arrivo di precedenti documenti) vengano ulteriormente aggiornate sulla base delle indicazioni pubblicate dalla Congregazione per la Dottrina della Fede il 3
maggio 2011, e periodicamente riviste. Tali linee guida, che si sono rivelate uno strumento efficace per gestire le denunce di abuso e per accrescere la sensibilità dell’intera comunità cristiana in materia di tutela
dei minori, prevedono tra l’altro un
capillare coinvolgimento dei fedeli e
delle strutture ecclesiastiche nel lavoro di prevenzione e formazione; una
stretta collaborazione con le autorità
civili nella tempestiva segnalazione
delle accuse; il costante rimando alla
Congregazione per la Dottrina della
Fede, per quanto è di sua competenza.
Il documento accenna inoltre al
lavoro, profondo e di vasta portata,
svolto dal National Board for Safeguarding Children, rivelatosi particolarmente utile per la verifica, da esso
avviata, dell’applicazione delle linee
guida nelle singole diocesi e negli
istituti religiosi. Da qui la raccoman-
dazione che tale processo di verifica
copra il più rapidamente possibile
tutte le diocesi e gli istituti religiosi,
e possa ripetersi con regolarità.
Infine vescovi e superiori religiosi,
in collaborazione con il National
Board, sono chiamati sviluppare a
partire dal documento Interim guidance, di recente pubblicazione, una
normativa per trattare i casi di sacerdoti o religiosi verso cui siano state
avanzate accuse, ma nei confronti
dei quali il pubblico ministero abbia
deciso di non procedere. Di contro
dovranno essere stabilite norme per
facilitare il ritorno nel ministero di
sacerdoti falsamente accusati e per
offrire adeguata attenzione pastorale
ai preti o religiosi che siano stati ritenuti colpevoli di abusi su minori.
Per quanto riguarda la realtà specifica dei seminari, sebbene la visita
abbia permesso di apprezzare l’impegno dei formatori e dei seminaristi
e l’attenzione data alla formazione
intellettuale, umana e spirituale, e
sebbene in tali strutture siano in vigore delle chiare norme di tutela dei
minori, con un’ampia comprensione
di tutto ciò che il tema implica nella
vita della Chiesa, si mira a migliorare la qualità della formazione. Per
questo è stato raccomandato, tra l’altro, di curare che essa sia ispirata a
un’autentica identità sacerdotale; di
rafforzare la responsabilità dei vescovi nella gestione dei seminari; di introdurre criteri di ammissione più
coerenti; di assicurare che i seminaristi risiedano in edifici loro riservati;
di includere anche nel percorso accademico una profonda formazione
nelle materie di tutela dei minori.
Quanto agli istituti religiosi irlandesi, ciascuno è invitato a predisporre un programma triennale di approfondimento del carisma fondativo e
delle rispettive fonti, sviluppando
mezzi adeguati per rivitalizzare le
singole comunità negli aspetti della
preghiera, della vita in comune e
della missione apostolica. Inoltre gli
istituti sono invitati a sviluppare
un’apertura pastorale verso quanti
soffrono le conseguenze di abusi.
In un’ottica più ampia, la visita
apostolica ha rilevato come le dolorose vicende degli ultimi anni abbiano aperto molte ferite nell’intera comunità cattolica irlandese. Di contro, però, è emersa anche la permanente vitalità della fede del popolo.
Tra i segni di speranza, si segnalano
la dedizione con cui molti vescovi,
sacerdoti e religiosi vivono la propria
vocazione, la vicinanza umana e spirituale che molti di loro hanno avvertito da parte dei fedeli in un tempo di crisi, la profonda fede di molti
uomini e donne e un vasto coinvolgimento di sacerdoti, religiosi e laici
nel dare vita alle strutture di tutela
dei minori. In tale contesto, nel documento viene rivolto un appello alla comunione ecclesiale: tra i vescovi, tra essi e il successore di Pietro,
tra vescovi e sacerdoti, tra pastori e
laici, tra strutture diocesane e comunità di vita consacrata.
Infine il documento indica alcune
priorità pastorali che potranno guidare il rinnovamento della Chiesa in
Irlanda, come la formazione nei contenuti della fede, la valorizzazione
dell’impegno dei laici, il ruolo degli
insegnanti di religione, l’apertura al
contributo dei movimenti e delle associazioni, la fedeltà agli insegnamenti del magistero. In tale contesto
l’imminente Congresso eucaristico
internazionale, in programma a Dublino dal 10 al 17 giugno prossimi,
costituirà certamente una tappa importante nel processo di rinnovamento, così come lo sarà la successiva missione nazionale, che si spera
possa offrire a tutti i membri della
comunità ecclesiale una proficua opportunità per la preghiera e la riflessione comune sui contenuti della fede cristiana, in armonia con le aspettative di Benedetto XVI per l’imminente Anno della fede.
Relazione del vescovo Mariano Crociata all’Università Cattolica del Sacro Cuore
I luoghi dell’educazione cristiana
MILANO, 20. «La Chiesa, che da
sempre riserva all’educazione un’attenzione privilegiata, ha a questo
proposito elaborato nei secoli una
concezione educativa di grande respiro. Essa è stata messa in opera attraverso modalità adeguate e affidabili, come quelle che si ritrovano nei
vari luoghi in cui la comunità cristiana si mostra comunità educante:
le parrocchie, il mondo dell’associazionismo, la dimensione dell’insegnamento scolastico e di quello universitario». Lo ha sottolineato, oggi
a Milano, il vescovo Mariano Crociata, segretario generale della Conferenza episcopale italiana (Cei) nella relazione introduttiva al convegno
nazionale «Comunità cristiana, associazionismo,
università.
Luoghi
dell’educazione». L’incontro, promosso dall’Azione cattolica italiana e
dalla Università Cattolica del Sacro
Cuore in vista dell’ottantottesima
giornata dell’ateneo, fissato per il
prossimo 22 aprile, ha inteso riflettere e approfondire questioni relative
all’educazione, all’interno del decennio pastorale che la Chiesa italiana
ha dedicato a questo tema; altresì ha
voluto «costituire una prima occasione per favorire, con rinnovato vigore, la piena collaborazione tra
l’Azione cattolica e l’Università cattolica».
Educare, come afferma Benedetto
XVI, significa anzitutto — ha detto
monsignor Crociata — «formare le
nuove generazioni, perché sappiano
entrare in rapporto con il mondo,
forti di una memoria significativa
che non è solo occasionale, ma accresciuta dal linguaggio di Dio che
troviamo nella natura e nella Rivelazione, di un patrimonio interiore
condiviso, della vera sapienza che,
mentre riconosce il fine trascendente
della vita, orienta il pensiero, gli affetti, il giudizio». A questa concezione, dunque, è necessario fare riferimento: tanto più oggi, «se si vuole
evitare che l’educazione si trasformi
in un insieme di tecniche finalizzate
semplicemente a trasmettere un “saper fare” o ad alcune ricette pratiche
di convivenza». È la comunità cristiana, anzitutto, a rivelarsi un vero e
opportuno luogo dell’educazione.
Secondo monsignor Crociata, allora, «va ulteriormente rilanciata
l’alleanza educativa che deve collegare tutti i luoghi e tutte le forme
dell’educazione». Il convegno — ha
evidenziato il segretario generale
della Cei — può ben essere conside-
rato come espressione della volontà
di confermare e rilanciare un’alleanza già solida. Bisogna raccogliere tale intendimento ricordando che il legame tra l’Università Cattolica del
Sacro Cuore — l’università dei cattolici italiani — l’Azione cattolica e il
tessuto delle diocesi e delle parrocchie d’Italia, affonda le sue radici
nella storia del nostro Paese, almeno
dai primi decenni del secolo scorso».
A tal fine c’è bisogno innanzitutto di
una tensione spirituale, che deve essere inseparabilmente personale ed
ecclesiale, protesa verso quella «misura alta della vita cristiana ordina-
ria» che è la santità: «questa devono
cercare e hanno il compito primario
di promuovere ciascun fedele e tutte
le istituzioni e aggregazioni ecclesiali». In particolare e da questo punto
di vista, la vocazione dell’Azione
cattolica «può racchiudersi nella
missione di coltivare un cristianesimo ordinario accessibile a tutti, capace di coniugare santità e vita quotidiana nel servizio ecclesiale e nelle
molteplici forme di presenza sociale.
Alle comunità ecclesiali è chiesto di
cercare e coltivare un senso di fede e
una appartenenza di crescente consapevolezza e maturità culturale».
All’università cattolica — ha concluso
monsignor Crociata — è affidato il
compito di servire i cattolici italiani
in un una offerta di personale e di
strumenti culturali che facciano crescere nelle nostre comunità e aggregazioni fedeli consapevoli e attrezzati, presenze ecclesiali motivate e convinte nel loro servizio alla comunità
cristiana, laici credenti capaci di sviluppare una azione sociale luminosa
e di portare in ogni ambito di vita
un contributo al bene comune, a
partire dal senso della identità e dignità della persona umana nel concerto della vita associata».
Nella solennità di san Giuseppe il cardinale Bagnasco ha parlato al mondo del lavoro
Il cuore di Genova
GENOVA, 20. «La diocesi di Genova
ha una lunga storia di presenza rispettosa e di rapporto virtuoso con
il lavoro nelle alterne vicende che
molti di noi ricordano». Lo ha sottolineato l’arcivescovo metropolita
di Genova e presidente della Conferenza episcopale italiana (Cei),
cardinale Angelo Bagnasco, nell’omelia pronunciata, nel pomeriggio di ieri, lunedì 19, nella cattedrale di San Lorenzo in occasione della tradizionale messa per il mondo
del lavoro che la Chiesa genovese
celebra nella solennità di san Giuseppe.
La Chiesa — ha evidenziato il
porporato — non ha interessi, né
privilegi da rivendicare: desidera solo servire nel nome del Vangelo,
sorgente di salvezza e garanzia di
umanità. «Non abbiamo soluzioni
tecniche da proporre ma offriamo
un’umile presenza che, mentre indica il cielo, guarda alla terra perché
diventi casa più sicura e famiglia
più vera. Vorremmo che la nostra
parola raggiungesse oggi non solo
l’orecchio attento di ciascuno, ma
anche la mente e il cuore; e potesse
ispirare prospettive e propositi giusti per la nostra città».
«In un’ora invasa da scenari inediti e difficili sfide» e in un tempo
«in cui le certezze di sempre sembrano messe in discussione e l’orizzonte appare poco chiaro», per superare la crisi economica è necessario — ha affermato il cardinale —
«un orizzonte vero, non delle parole che si ripetono inconcludenti»,
servono «certezze, non promesse,
perché i tempi stringono e le ristrettezze diventano sempre più pesanti
sulle spalle delle famiglie».
Il cardinale parla ufficialmente
alla sua Genova, ma lo sguardo e il
cuore del pastore abbracciano il
mondo del lavoro in generale. Per
superare la crisi la città ha bisogno
di «coesione», che è il risultato di
«fiducia, sincerità e coraggio». La
città «deve dismettere interessi individualistici o di parte e la sonnolenta inerzia» insieme con «vecchi modi di pensare e vecchi costumi che,
mentre cercano di mantenere se
stessi, affossano Genova e con lei i
suoi figli». Non bisogna poi dimenticare — ha ricordato — che «per
creare futuro dobbiamo mettere in
conto anche eventuali disagi temporanei, ma è la visione d’insieme,
non il proprio particolare che deve
ispirare e sostenere». Infatti, «se è
più importante che l’altro non faccia bella figura, non abbia successo,
non meriti plauso per il coraggio e
l’intraprendenza, allora la città si
spegne», ha affermato il cardinale
aggiungendo: «Se si perdono tempo e forze per ostacolare gli altri
nel bene, perché non abbiano merito, perché siamo noi a dover brillare, a occupare la scena, allora la città si deprime. Se si gode nel cogliere le ombre altrui o addirittura si
manovra per crearne ad arte, allora
la città si mortifica ed è umiliata.
Se non si smette di guardare ogni
novità con sospetto, come se ogni
iniziativa dovesse nascondere chissà
quale speculazione indebita, e se
ogni intrapresa deve affrontare l’esasperante corsa a ostacoli dei no
pregiudiziali, dei silenzi tattici, allora la città diventa invivibile e gli investimenti trasmigrano verso lidi
più accoglienti e collaborativi. Se
ogni progetto di sviluppo deve attendere tempi irragionevoli e affrontare maglie snervanti quanto ingiustificate, o consensi apparenti e
resistenze reali in nome di alternative ipotetiche, pretestuose o tardive,
allora la città perde opportunità
concrete di lavoro». Il cardinale ha
puntualizzato, inoltre, che qualunque ristrutturazione aziendale senza
che vi sia un adeguato piano di ampliamento del lavoro non porta da
nessuna parte.
Secondo il cardinale Bagnasco
«la difficoltà più grave», non è «la
ristrettezza delle risorse», quanto
piuttosto vi potrebbero essere «altre
ristrettezze» che portano «a frenare
fino allo sfinimento».
«Lo status quo — ha concluso —
non giova certamente ai lavoratori e
alle famiglie». Infatti «è meglio fare piuttosto che parlare, ed è necessario pensare e fare insieme lealmente, senza primazie meschine e
irresponsabili. Lo esige la città, lo
chiedono i più esposti, giovani e famiglie».
Incipit del Vangelo di Matteo in una pagina miniata del Book of Kells (secolo
IX)
Nomine episcopali
Le nomine di oggi riguardano gli
Stati Uniti d’America e il Canada.
William Edward Lori
arcivescovo di Baltimore
(Stati Uniti d’America)
Nato a Louisville, Kentucky, il 6
maggio 1951, ha frequentato la
scuola primaria della parrocchia di
Our Lady of Perpetual Help in
New Albany, Indiana, e quella secondaria nel seminario di Saint
Mary’s, Kentucky, e il collegio del
seminario di Saint Pius X in Erlanger, Kentucky. Dal 1973 al 1977 ha
studiato teologia nel Mount Saint
Mary’s seminary in Emmitsburg,
Maryland. Ordinato sacerdote il 14
maggio 1977 per l’arcidiocesi di
Washington, è stato alunno della
facoltà di teologia dell’Università
cattolica della capitale statunitense,
dove nel 1982 ha ottenuto la laurea
in teologia. È stato: vice-parroco
nella Saint Joseph parish in Landover, nel Maryland (1977-1982);
direttore dell’ufficio ecumenico
dell’arcidiocesi e professore aggiunto presso l’Università cattolica di
Washington (1982-1984); segretario
personale e consigliere teologico
del cardinale James Hickey (19841994); cancelliere, moderatore della
curia e vicario generale dell’arcidiocesi di Washington (1994-2001);
membro del consiglio presbiterale e
del collegio dei consultori. Nominato vescovo titolare di Bulla e ausiliare di Washington il 28 febbraio
1995, ha ricevuto l’ordinazione episcopale il successivo 20 aprile. Trasferito alla sede residenziale di
Bridgeport, Connecticut, il 23 gennaio 2001, ha preso possesso il successivo 19 marzo. In seno alla Conferenza episcopale degli Stati Uniti
è presidente dell’Ad hoc Committee for religious liberty e membro
del Committee on doctrine e del
Committee on pro-life activities. È
presidente del Board of trustees
della Sacred Heart University a
Fairfield, (Connecticut e, dal 2005,
è national supreme chaplain dei
Cavalieri di Colombo.
Christian Lépine
arcivescovo di Montréal
(Canada)
Nato il 18 settembre 1951 a Montréal, prima di entrare nel seminario maggiore ha studiato al Collège
militaire royal de St-Jean e all’Ecole polytechnique de Montréal. Ordinato sacerdote il 7 settembre 1983
e ha svolto il ministero pastorale
come vice parroco. Dal 1986 al
1998 ha studiato presso la Pontificia Università Gregoriana, ottenendo la licenza in teologia dogmatica. Ha svolto molteplici incarichi
sia come vicario parrocchiale sia
come parroco. Inoltre, è stato segretario del cardinale Turcotte dal
1996 al 1998, anno in cui ha preso
servizio presso la Segreteria di Stato e, successivamente, presso la
Congregazione per il Culto Divino
e la Disciplina dei Sacramenti. Dal
2001 al 2006 è stato membro
dell’équipe dei formatori al semina-
rio maggiore di Montréal, per poi
divenire parroco di Notre-Damedes-Champs e Purification-de-laBienheureuse-Vierge-Marie. L’11 luglio 2011 è stato nominato vescovo
titolare di Zabi e ausiliare di Montréal. Ha ricevuto l’ordinazione il
successivo 10 settembre.
David J. Malloy
vescovo di Rockford
(Stati Uniti d’America)
Nato il 3 febbraio 1956 a
Milwaukee (Wisconsin), ha conseguito il baccellierato in biologia
pressa la Marquette university
(1978). Dopo aver completato un
anno di teologia presso il Saint
Francis de Sales seminary a
Milwaukee, ha compiuto gli studi
teologici presso il Collegio Americano del Nord e la Pontificia Università Gregoriana (1979-1982). In
seguito ha ottenuto la licenza in
teologia dogmatica, sempre alla
Gregoriana (1982-1984). Più tardi è
entrato nella Pontificia Accademia
Ecclesiastica e ha ottenuto la licenza in diritto canonico presso l’Angelicum (1986-1988) e il dottorato
alla Gregoriana (1988-1990). Ordinato sacerdote il 1° luglio 1983 per
l’arcidiocesi di Milwaukee, è stato
vicario parrocchiale della Saint
John Nepomuk a Racine (19841986). Nel servizio diplomatico, è
stato segretario presso le nunziature apostoliche in Pakistan (19901994), in Siria (1995), presso l’O rganizzazione delle Nazioni Unite
(1995-1998) ed è stato officiale della
Prefettura della Casa Pontificia
(1998-2001). Tornato in patria, è
stato vice segretario generale della
Conferenza episcopale nazionale
(2001-2006) e poi segretario generale della stessa (2006-2011). Fino a
oggi è stato parroco della Saint
Francis de Sales parish a Lake Geneva nell’arcidiocesi di Milwaukee.
Gregory L. Parkes
vescovo
di Pensacola-Tallahassee
(Stati Uniti d’America)
Nato il 2 aprile 1964 a Mineola,
New York, nella diocesi di
Rockville Centre, ha studiato finanza presso la Florida State university a Tallahassee e ha lavorato
nel settore bancario (1986-1993).
Ha frequentato il Saint Vincent de
Paul regional seminary a Boynton
Beach (1993-1995) e poi, come seminarista del Pontificio Collegio
Americano del Nord, presso la
Pontificia Università Gregoriana
(1995-1998), dove ha anche ottenuto la licenza in diritto canonico
(1998-2000). Ordinato sacerdote il
26 giugno 1999 per la diocesi di
Orlando, è stato vicario parrocchiale della Holy Family parish (19992005) e segretario generale del primo Sinodo diocesano (2005-2007).
Fino a oggi era: dal 2005, parroco
della Corpus Christi parish a Celebration e cancelliere per gli affari
canonici; dal 2009, vicario generale
del vescovo di Orlando.
L’OSSERVATORE ROMANO
pagina 8
martedì-mercoledì 20-21 marzo 2012
All’Angelus il Papa chiede preghiere per il prossimo viaggio
Verso Messico e Cuba
L’invito a pregare per il viaggio in
Messico e a Cuba, in programma dal
23 al 29 marzo, è stato rivolto dal
Papa ai fedeli durante l’Angelus di
domenica 18, in piazza San Pietro.
Cari fratelli e sorelle!
Nel nostro itinerario verso la Pasqua, siamo giunti alla quarta domenica di Quaresima. È un cammino
con Gesù attraverso il «deserto»,
cioè un tempo in cui ascoltare maggiormente la voce di Dio e anche
smascherare le tentazioni che parlano dentro di noi. All’orizzonte di
questo deserto si profila la Croce.
Gesù sa che essa è il culmine della
sua missione: in effetti, la Croce di
Cristo è il vertice dell’amore, che ci
dona la salvezza. Lo dice Lui stesso
nel Vangelo di oggi: «Come Mosè
innalzò il serpente nel deserto, così
bisogna che sia innalzato il Figlio
dell’uomo, perché chiunque crede in
lui abbia la vita eterna» (Gv 3, 1415). Il riferimento è all’episodio in
cui, durante l’esodo dall’Egitto, gli
ebrei furono attaccati da serpenti velenosi, e molti morirono; allora Dio
comandò a Mosè di fare un serpente
di bronzo e metterlo sopra un’asta:
se uno veniva morso dai serpenti,
guardando il serpente di bronzo, veniva guarito (cfr. Nm 21, 4-9). Anche
Gesù sarà innalzato sulla Croce, perché chiunque è in pericolo di morte
a causa del peccato, rivolgendosi
con fede a Lui, che è morto per noi,
sia salvato. «Dio infatti — scrive san
Giovanni — non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il
mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui» (Gv 3, 17).
Commenta sant’Agostino: «Il medico, per quanto dipende da lui, viene per guarire il malato. Se uno non
sta alle prescrizioni del medico, si
rovina da solo. Il Salvatore è venuto
nel mondo... Se tu non vuoi essere
salvato da lui, ti giudicherai da te
stesso» (Sul Vangelo di Giovanni, 12,
12: PL 35, 1190). Dunque, se infinito
è l’amore misericordioso di Dio, che
è arrivato al punto di dare il suo
unico Figlio in riscatto della nostra
vita, grande è anche la nostra responsabilità: ciascuno, infatti, deve
riconoscere di essere malato, per poter essere guarito; ciascuno deve
confessare il proprio peccato, perché
il perdono di Dio, già donato sulla
Croce, possa avere effetto nel suo
cuore e nella sua vita. Scrive ancora
sant’Agostino: «Dio condanna i tuoi
peccati; e se anche tu li condanni, ti
unisci a Dio... Quando comincia a
dispiacerti ciò che hai fatto, allora
cominciano le tue opere buone, perché condanni le tue opere cattive. Le
opere buone cominciano con il riconoscimento delle opere cattive»
(ibid., 13: PL 35, 1191). A volte l’uomo ama più le tenebre che la luce,
perché è attaccato ai suoi peccati.
Ma è solo aprendosi alla luce, è solo
confessando sinceramente le proprie
colpe a Dio, che si trova la vera pace e la vera gioia. È importante allora accostarsi con regolarità al Sacramento della Penitenza, in particolare
in Quaresima, per ricevere il perdono del Signore e intensificare il nostro cammino di conversione.
Cari amici, domani celebreremo la
festa solenne di san Giuseppe. Ringrazio di cuore tutti coloro che
avranno per me un ricordo nella
preghiera, nel giorno del mio onomastico. In particolare, vi chiedo di
pregare per il viaggio apostolico in
Messico e Cuba, che compirò a partire da venerdì prossimo. Affidiamolo all’intercessione della Beata Vergine Maria, tanto amata e venerata in
questi due Paesi che mi accingo a visitare.
queste iniziative contribuiscano a garantire per tutti un accesso equo, sicuro e adeguato all’acqua, promuovendo così i diritti alla vita e alla
nutrizione di ogni essere umano e
un uso responsabile e solidale dei
beni della terra, a beneficio delle generazioni presenti e future.
sung in Jesus Christus zu unseren
Mitmenschen bringen. An diesem
Freitag darf ich selber als Pilger der
Hoffnung nach Mexiko und Kuba
aufbrechen, und ich bitte euch, diese
Apostolische Reise mit eurem Gebet
zu begleiten. Der Herr schenke euch
allen seine Gnade.
Que ce temps du Carême, chers
pèlerins francophones, nous donne
de recentrer toute notre vie sur le
Christ, qui a pris sur Lui nos souffrances et nos peines. Je Lui confie
la douleur des parents belges qui, à
cause de l’accident tragique en Suisse, ont perdu leur enfant, et celle de
ceux qui se sont vus privés d’un proche. Je les assure de ma proximité et
de ma prière. Demain, nous célèbrerons la fête de Saint-Joseph: puisse
le Seigneur, par l’intercession de
mon saint patron de baptême, me
donner la force de confirmer mes
frères et sœurs dans la foi! Comme
Saint Joseph, ne craignez pas de
prendre Marie chez vous, qu’elle
vous montre son Fils, le Christ notre
Sauveur! Que Dieu vous bénisse!
Saludo a los peregrinos de lengua
española, en particular al grupo del
Pontificio Colegio Mexicano, de Roma, así como a los fieles provenientes de Tarragona, Ferrol y Madrid, y
los exhorto a dirigir su mirada a Jesucristo, que levantado como estandarte en medio del mundo, es causa
de salvación para el género humano.
Al mismo tiempo, suplico oraciones
por mi próximo Viaje apostólico a
México y Cuba, donde tendré la dicha de ir dentro de unos días para
confirmar en la fe a los cristianos de
esas amadas naciones y de toda Latinoamérica. Invito a todos a acompañarme con su cercanía espiritual, para que en esta visita pastoral se cosechen abundantes frutos de vida cristiana y renovación eclesial, que contribuyan al auténtico progreso de
esos pueblos. Encomiendo esta peregrinación a la Santísima Virgen María, que en aquellas benditas tierras
recibe los nombres entrañables de
Guadalupe y la Caridad. Feliz Domingo.
Dopo la preghiera mariana, il Papa
ha rivolto parole di saluto in diverse
lingue ai gruppi presenti.
Herzlich heiße ich alle deutschsprachigen Brüder und Schwestern
willkommen, besonders die Pilger
aus Bocholt. Am heutigen vierten
Fastensonntag, dem Sonntag Lætare,
strahlt schon etwas von der österlichen Freude auf. So sagt uns der
heilige Paulus in der zweiten Lesung: «Gott hat uns mit Christus
auferweckt und uns zusammen mit
ihm einen Platz im Himmel gegeben» (Eph 2,6). In dieser Zuversicht
wollen wir die Botschaft der Erlö-
Cari fratelli e sorelle,
Ieri si è concluso, a Marsiglia, il VI
Forum mondiale dell’acqua, e giovedì
prossimo si celebrerà la Giornata
mondiale dell’acqua, che quest’anno
sottolinea il fondamentale legame di
tale preziosa e limitata risorsa con la
sicurezza alimentare. Auspico che
I greet the English-speaking pilgrims and visitors present for today’s
Angelus. This Sunday, we reach the
mid-way point of our Lenten journey. As we continue on our way, we
keep our eyes fixed upon our goal,
when we will accompany our Lord
on the path to Calvary, so as to rise
with him to new life. May Christ,
the light of the world, shine upon
you and fill you with his blessings!
Srdačno pozdravljam i blagoslivljam hrvatske hodočasnike, a osobito
nastavnike i učenike Gimnazije i
strukovne škole Jurja Dobrile iz Pazina. Dragi prijatelji, nebeski Otac,
bogat milosrđem, dao nam je svoga
Sina da Ga slijedimo i da se spasimo. Ne bojte se ljubiti Ga i vjerovati
Mu! Hvaljen Isus i Marija!
[Saluto di cuore e benedico tutti i
pellegrini Croati, particolarmente i
professori e gli studenti del Ginnasio
e della Scuola d’avviamento professionale Juraj Dobrila di Pazin. Cari
amici, il Padre celeste, ricco di misericordia, ci ha dato Suo Figlio affinché Lo seguiamo e ci salviamo. Non
abbiate paura di amarLo e di credere in Lui! Siano lodati Gesù e Maria!]
S láskou pozdravujem slovenských
pútnikov, osobitne z Farnosti svätého Michala v Stanči a z Úpora.
Bratia a sestry, Pôstne obdobie nás
pobáda, aby sme uznali v Ježišovi
Kristovi našu najväčšiu nádej. Pozývam vás, aby ste boli vo svete vernými svedkami jeho Radostnej zvesti
o vykúpení. Zo srdca vás žehnám.
Sláva Isusu Christu!
[Saluto con affetto i pellegrini slovacchi, particolarmente quelli provenienti dalla Parrocchia di San Michele di Stanča e di Úpor. Fratelli e
sorelle, il Tempo della Quaresima ci
esorta a riconoscere Gesù Cristo come nostra suprema speranza. Vi invito ad essere nel mondo testimoni
fedeli della Buona Novella della redenzione. Di cuore vi benedico. Sia
lodato Gesù Cristo!]
Serdeczne pozdrowienie kieruję do
wszystkich Polaków. Słowa łączności
przekazuję
uczestnikom
Zjazdu
Gnieźnieńskiego, obradującym w historycznej stolicy Polski. Niech
będzie on dla Europy przypomnieniem o jej chrześcijańskich korzeniach i o potrzebie budowania
społeczeństwa obywatelskiego w
oparciu o wartości ewangeliczne.
Owoce Zjazdu zawierzam św. Józefowi, Patronowi Kościoła powszech-
nego, i św. Wojciechowi, Patronowi
Polski. Proszę wszystkich o modlitwę w intencji mojej podróży do
Meksyku i na Kubę. Życzę wam dobrej niedzieli i z serca błogosławię.
[Rivolgo il mio cordiale saluto a tutti i Polacchi. Esprimo la mia vicinanza ai partecipanti al Convegno
che si sta svolgendo a Gniezno, storica capitale della Polonia. Il suddetto Convegno sia per l’Europa memoria delle sue radici cristiane e della necessità di costruire una società
civile fondandosi sui valori evangelici. Affido i frutti del Convegno a
San Giuseppe, Patrono della Chiesa
Universale, e a Sant’Adalberto, Patrono della Polonia. A tutti chiedo
la preghiera per il mio viaggio in
Messico e a Cuba. Vi auguro una
buona domenica e vi benedico di
cuore.]
Saluto infine con affetto i pellegrini di lingua italiana, in particolare i
fedeli provenienti da Assisi, Piacenza, Porto Azzurro e dalla diocesi di
Concordia-Pordenone, e i cresimandi del Vicariato Mugello Est. Saluto
i lavoratori dell’Alcoa di Portovesme, assicurando ad essi e alle rispettive famiglie la mia preghiera e
la mia vicinanza ed auspicando che
la loro difficile situazione, come altre
simili, possa avere un’adeguata soluzione. A tutti auguro una buona domenica e una buona settimana.