Articoli di stampa dal 4 al 8

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Articoli di stampa dal 4 al 8
Dal sito di
“YAHOO.Finanza”, 4 novembre 2011
G/20: Obama, richiesta Italia a FMI esempio per stabilizzare fiducia (Asca) Cannes,
4 novembre
''L'Italia è un grande Paese e da tanto tempo che convive con un debito pubblico elevato.
La decisione del Premier Silvio Berlusconi di chiedere al Fondo Monetario Internazionale un monitoraggio sullo stato
di attuazione delle riforme è un esempio per stabilizzare fiducia''.
Così Barack Obama, Presidente Usa, nel corso della conferenza stampa a conclusione del G/20.
G/20: Obama, Stati Uniti faranno loro parte per sostenere Europa (Asca) Cannes, 4
novembre
''Gli Usa faranno la loro parte nel sostenere l'Europa ad affrontare la crisi'' del debito sovrano, lo ha detto il Presidente
Usa, Barack Obama, nel corso della conferenza stampa a conclusione del G/20.
G/20: appoggio alla nuova linea liquidità precauzionale FMI
(AGI) Cannes, 4
novembre
I Paesi del G/20 "hanno appoggiato la proposta dell'FMI di una nuova 'linea di credito precauzionale: essa -, si legge nel
comunicato diffuso al termine del vertice di Cannes - migliorerà la risposta ai bisogni di liquidità a breve termine degli
Stati che hanno politiche e fondamentali sani ma sono colpiti da choc esogeni".
Il G/20 sostiene anche "la creazione di una linea di credito unica per i prestiti d'urgenza utilizzabile in caso di
avvenimenti destabilizzanti (catastrofi naturali, transizione politica...), per esempio come quelli che si sono prodotti nel
quadro della Primavera araba".
G/20: Lagarde, possibile creare 40 Mln nuovi posti di lavoro
(AGI) Cannes, 4
novembre
"Con un'appropriata azione collettiva il Pil mondiale potrebbe crescere dell'1,5% entro il 2016 e potrebbero essere creati
tra i 20 e i 40 milioni di nuovi posti di lavoro".
Lo ha sottolineato il D. G. del Fondo Monetario Internazionale, Christine Lagarde, in un comunicato diffuso al termine
dei lavori del G/20.
Banche: Draghi, regolamentazione SIFI per evitare catastrofi
(Asca) Cannes, 4
novembre
Le regole più stringenti per le Banche di rilevanza sistemica rispondono all'esigenza di ''evitare conseguenze
catastrofiche dal loro fallimento''.
Così Mario Draghi, Presidente del Financial Stability Board, nella conferenza stampa in cui ha presentato la nuova
normativa per le grandi Banche.
FSB: 29 Banche nella lista G-SIFI, Unicredit l'unica italiana
(Finanza.com), 4
novembre
Il rapporto stilato dal Financial Stability Board (FSB) vede 29 Banche identificate come importanti dal punto di vista
sistemico.
Sul totale di 29, sono 17 quelle europee, tra cui l'italiana Unicredit.
Ben otto sono statunitensi, (comprese Goldman Sachs, JP Morgan, Morgan Stanley, Bank of America e Citigroup) e 4
asiatiche.
Queste Banche avranno bisogno di mantenere requisiti patrimoniali supplementari.
Entro la fine del 2012 queste Banche dovranno adottare norme volte ad evitare che un eventuale crisi della Banca ricada
sui contribuenti.
G/20: Berlusconi, chiesta a FMI certificazione su riforme (Asca) Cannes, 4 novembre
''Abbiamo chiesto al Fondo Monetario Internazionale, alla signora Lagarde, la certificazione sui risultati del nostro
lavoro sulle riforme''.
Così il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, nella conferenza stampa a margine del G/20 a Cannes sottolineando
che il monitoraggio da parte del FMI ''non comporta alcuna limitazione.
Nessuna limitazione - ha ribadito Berlusconi - è una società di certificazione esterna che noi utilizziamo per far
conoscere pubblicamente quelli che sono i risultati della nostra azione e il rispetto delle riforme''.
G/20: accolta con piacere decisione dell'Italia di verifica trimestrale da parte
dell'FMI (Finanza.com), 4 novembre
“Accogliamo con piacere la decisione dell'Italia di invitare il Fondo Monetario Internazionale a procedere con una
verifica sull'implementazione delle sue politiche su base trimestrale".
Lo si legge nella nota conclusiva del G/20 di Cannes, concluso oggi.
I Leader hanno fatto sapere inoltre che supportano le misure presentate dall'Italia nel summit europeo.
G/20: Lagarde, bene decisione Italia su monitoraggio FMI (AGI) Roma, 4 novembre
"Accolgo con favore la decisione dell'Italia di invitare il FMI a intensificare la sorveglianza e il lavoro di monitoraggio
per aiutare a sostenere i grandi passi intrapresi dal Governo sia sul Piano del consolidamento fiscale che su quello delle
riforme strutturali".
Lo dichiara in una nota il Direttore Generale del FMI, Christine Lagarde.
FSB: il canadese Mark Carney successore di Draghi (Asca) Cannes, 4 novembre
Il Governatore della Banca Centrale Canadese Mark Carney sarà il successore di Mario Draghi alla Presidenza del
Financial Stability Board.
Vice Presidente, il Governatore della Banca Centrale Svizzera Philipp Hildebrand.
Draghi: FSB deve assumere personalità giuridica (Asca) Cannes, 4 novembre
Con l'incarico di Presidente della BCE Mario Draghi termina il suo mandato come Presidente del Financial Stability
Board.
''Ho presentato proposte per migliorare la governance dell'FSB'', ha detto Draghi, nel corso della conferenza stampa.
Tra queste ''è necessario che l'FSB assuma personalità giuridica, in modo da essere una Istituzione giuridicamente
indipendente.
L'FSB rimarrà a Basilea e resterà una Organizzazione flessibile e tecnica non politica''.
Banche: Draghi, capitale addizionale SIFI di massima qualità
(Asca) Cannes, 4
novembre
Il cuscinetto di capitale addizionale richiesto alle Banche di rilevanza sistemica sarà composto da ''Common Equity
(capitale azionario)''.
E' quanto ha deciso l'FSB guidato da Mario Draghi.
Scompare dunque l'ipotesi di rafforzare il patrimonio con strumenti ibridi come il capitale contingente convertibile, cioè
strumenti finanziari che si trasformano in capitale al verificarsi di certi eventi sfavorevoli. ''Si è deciso di scegliere il
capitale di migliore qualità in linea con le raccomandazioni di Basilea 3'', ha spiegato Draghi.
G20: Draghi, fallimenti Banche non peseranno più su contribuenti (Asca) Cannes, 4
novembre
Via libera del G/20 alle nuove regole per le Banche di rilevanza sistemica.
Lo rende noto un comunicato del Financial Stability Board.
Nel dettaglio le misure annunciate comprendono un nuovo standard internazionale come punto di riferimento per le
legislazioni nazionali ''per rafforzare i poteri delle Autorità nazionali di Vigilanza nella gestione dei fallimenti delle
Banche in maniera ordinata senza che questo pesi sulle tasche dei contribuenti''.
Le Banche di rilevanza sistemica (G-SIFIS) dovranno avere requisiti patrimoniali superiori ai livelli ''minimi fissati da
Basilea 3 per garantire l'assorbimento delle perdite''.
Infine maggiore vigilanza ''su risk management, governance e controlli interni.
L'approvazione di queste misure rappresenta una pietra miliare.
La loro piena implementazione ridurrà la probabilità e l'impatto dei fallimenti delle Banche di rilevanza sistemica e
affronta i rischi legati all'azzardo morale con soluzioni che non distruggono l'economia reale e senza imporre costi ai
contribuenti'', ha dichiarato Mario Draghi, Presidente del Financial Stability Board.
G/20: Draghi, progressi su regolamentazione sistema bancario ombra
(Asca)
Cannes, 4 novembre
Sulla regolamentazione del sistema bancario ombra ''ci sono progressi'' ha spiegato Mario Draghi, Presidente dell'FSB,
nel corso della conferenza stampa.
Si interverrà regolando le ''interconnessioni tra Banche e sistema bancario ombra'' che sfuggono alle regolamentazioni.
Previsti interventi regolatori anche sui fondi di mercato monetario, sui livelli di capitale e liquidità del sistema ombra e
sulle cartolarizzazioni.
Draghi ha anche detto che ci sono Paesi che hanno regolamentazioni molto differenti, talvolta non coerenti, che
potrebbero incoraggiare l'arbitraggio normativo.
Insomma l'FSB spinge per una armonizzazione che eviti che le Banche cerchino rifugio nelle piazze finanziarie meno
regolamentate.
Sale in Germania la disoccupazione (Italia Oggi.online), 4 novembre
Anche la Germania comincia a essere intaccata dalla disoccupazione, che in ottobre ha registrato un
incremento per la prima volta in 21 mesi.
Si tratta di 10 mila nuove persone rimaste senza lavoro: un dato che ha sorpreso gli osservatori.
Per ora, tuttavia, non c'è allarmismo.
Frank-Juergen Weise, Presidente dell'Agenzia Federale per l'Impiego, ha dichiarato che non c'è alcun
ritorno a una tendenza negativa e, per il momento, le aziende non prevedono licenziamenti massicci.
Del resto, i dati complessivi testimoniano un regresso dei tedeschi in cerca di lavoro: -59 mila persone a
2,737 milioni.
Il tasso di disoccupazione è ugualmente sceso di 0,1 punti al 6,5%.
Dunque, il rallentamento congiunturale frena il miglioramento in corso da oltre due anni a questa
parte, ma nessuno percepisce una drastica svolta.
La situazione, ripetono gli analisti, resta nel complesso positiva.
Intanto prosegue il dibattito sull'introduzione di un salario minimo generale.
Un'idea sposata negli ultimi giorni a sorpresa dalla Cdu, il partito della Cancelliera Angela Merkel, che
finora era difesa soltanto dalla sinistra e dai sindacati.
Restano contrari l'ala più a destra della Cdu e i liberali dell'Fdp, alleati nel governo del Paese.
Lavoro: aumenta l'aliquota Inps per precari Co.Co.Pro. e autonomi
(Intrage.it), 4 novembre
Per avere una pensione migliore, aumentano i contributi previdenziali dei Lavoratori precari, con contratti a progetto,
e dei professionisti senza cassa, iscritti alla gestione separata INPS o ad altre forme di previdenza.
Questo uno degli accorgimenti previsti dal maxi-emendamento, su cui il Governo sta lavorando.
L'aliquota aumenterà dunque di un punto percentuale, passando dall'attuale quota del 26,72 per cento al 27,72 per
cento, permettendo così di avere una pensione più consistente.
Il provvedimento fa parte del cosiddetto "Pacchetto per l'occupazione", che prevede diverse novità:
contributi zero per gli apprendisti: promossa l'occupazione giovanile mediante ricorso al Contratto di Apprendistato
facilitato dalla totale decontribuzione per i primi tre anni dall'assunzione.
La misura trova applicazione per le nuove assunzioni presso imprese sino a nove dipendenti.
•Decontribuzione per le disoccupate: rilanciato il contratto di inserimento per le donne, di qualsiasi età, prive di un
impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi.
Possibili contratti incentivati nelle aree dove il tasso di occupazione femminile sia inferiore di 20 punti rispetto a
quello maschile.
•Deduzione Irap sulla produttività: più libertà alle Regioni nella definizione del gettito Irap.
Queste avranno la possibilità di disporre la deducibilità del costo del lavoro variabile.
•Incentivi al lavoro part-time e al telelavoro: nei rapporti di lavoro part-time si favoriscono al massimo le clausole
flessibili (variazione nel tempo della prestazione) ed elastiche (durata della prestazione stessa).
Per il telelavoro, invece, ci sono incentivi previsti per i datori di lavoro; vengono inoltre estese le possibilità di far
ricorso per l'inserimento in azienda dei disabili.
Crisi: Sacconi, opportuna intesa tra Parti Sociali su lavoro e pensioni (Asca) Padova,
4 novembre
''Ho apprezzato la relazione di Bonanni per la parte relativa all'ipotesi di intese tra le Parti Sociali sui temi sensibili per
la stabilità e la crescita''.
Lo ha detto a Padova il Ministro del Welfare, Maurizio Sacconi.
''Credo che sarebbe davvero opportuno un'intesa tra Parti Sociali su temi che sono di più diretta loro competenza
come quelli relativi al mercato del lavoro e alla previdenza che aiuterebbero ad assumere decisioni difficili che noi
vogliamo prendere in un clima di coesione sociale'' ha aggiunto Sacconi, precisando di non avere ''preso decisioni in
materia di pensioni di anzianità e di mercato del lavoro considerando proprio la coesione sociale un valore in sé ai fini
della crescita e della stabilità.
Noi apriremo un dialogo sui temi del mercato del lavoro.
Ho apprezzato che Bonanni abbia citato la flexsecurity cioè la combinazione di flessibilità delle imprese e sicurezza
dei Lavoratori.
La prudenza con la quale abbiamo affrontato questi temi è legata proprio alla considerazione - ha concluso Sacconi che la coesione sociale rappresenta valore''.
G/20: OCSE, da lotta evasione più 14 Mld gettito in 2 anni
(AGI) Cannes, 4
novembre
Lo stop al segreto bancario e il rafforzamento della cooperazione internazionale nella lotta all'evasione
fiscale ha consentito ai Paesi del /G20 di aumentare di 14 miliardi di euro il proprio gettito fiscale negli
ultimi due anni.
Il dato è contenuto in un rapporto consegnato dal Segretario Generale dell'Organizzazione, Angel Gurria,
durante i lavori del gruppo a Cannes.
Il documento sottolinea tuttavia la necessità di "ulteriori azioni" per recuperare "miliardi di dollari di attività
non dichiarate" che "restano offshore".
Intesa Sanpaolo: fiducia nel dividendo e conversione risparmio
(Trend.online), 4 novembre di Alberto Susic
Tra le Banche di Piazza Affari, quest’oggi l’attenzione è focalizzata su Intesa Sanpaolo che mette a segno una
delle migliori performance non solo nel settore di riferimento, ma nell’intero paniere del Ftse Mib.
Il titolo viene scambiato negli ultimi minuti a 1,217 euro, con un rialzo del 2,79% e oltre 77 milioni di azioni
già passate di mano fino ad ora.
Ieri il Presidente della Fondazione Cariparo, Antonio Finotti, ha dichiarato di essere tranquillo per il
dividendo 2011 di Intesa Sanpaolo, aggiungendo: “Per il futuro speriamo, ma siamo fiduciosi”. Finotti ha
altresì dichiarato che Intesa Sanpaolo è una Banca piazzata bene, ben organizzata, con un patrimonio
adeguato.
L’aumento di capitale realizzato la scorsa primavera ha dato risultati massimi perchè 5 miliardi di euro non
sono cosa da poco conto.
Per questo Finotti è tranquillo per la validità della Banca.
E ai timori di quanto sono preoccupati per il fatto che Intesa Sanpaolo possa non elargire ai suoi azionisti il
dividendo relativo al 2011, atteso dagli analisti nell’ordine di 0,08 euro per azione, ha risposto anche
Giuseppe Guzzetti.
Il Presidente della Fondazione Cariplo, sempre ieri, ha fatto sapere che l’A. D. di Intesa Sanpaolo ha
confermato di aver fatto gli accantonamenti opportuni.
Guzzetti ha inoltre aggiunto che se la Banca è tra quelle che stanno bene, è perchè è riuscita ad essere
lungimirante e a guardare un po’ più in avanti delle altre.
Gli analisti di Equita SIM ritengono che il payout di 1,3 miliardi di euro sia alla portata di Intesa Sanpaolo,
anche se il recente aumento della pressione della Banca d’Italia sul rafforzamento patrimoniale e le
minusvalenze sui titoli di Stato, non rendono più visibile al 100% la loro stima.
Intanto, dopo la recente conversione delle azioni di risparmio annunciata dal Gruppo Agnelli, gli analisti
della SIM milanese credono che siano aumentate le chance di conversione delle Intesa risparmio.
L’operazione aumenterebbe il capitale di circa 0,5 miliardi di euro e darebbe alle Fondazioni la quasi certezza
di poter incassare il dividendo promesso in sede di aumento di capitale.
Intanto Equita SIM ha deciso di ridurre di 150 punti base il peso in portafoglio delle azioni ordinarie di
Intesa Sanpaolo, per le quali però viene confermata la raccomandazione “buy”, con un prezzo obiettivo a 1,6
euro.
La riduzione del peso delle ordinarie è stata decisa in seguito all’inserimento in portafoglio delle azioni di
risparmio, il cui sconto è ritornato al 20%.
La conversione di questa tipologia di azioni è uno scenario probabile o quantomeno possibile e visto che le
dichiarazioni delle Fondazioni migliorando la visibilità sul dividendo, gli esperti hanno deciso di spostare
parte del peso dalle azioni ordinarie a quelle di risparmio.
Anche per i titoli di quest’ultima categoria Equita SIM ha una view positiva, tanto da rinnovare l’invito
all’acquisto, con un target price a 1,37 euro.
Intesa Sanpaolo: apre sedi in Brasile ed Emirati Arabi Uniti
(Asca)
Roma, 4 novembre
Intesa Sanpaolo prosegue nei Progetti di sviluppo e rafforzamento internazionale della Divisione Corporate &
Investment Banking, a sostegno delle imprese italiane che operano o intendono operare sui mercati esteri.
La Banca ha infatti manifestato nei giorni scorsi, attraverso apposita comunicazione alla Banca Centrale del
Brasile, l'intenzione di aprire a San Paolo una sede operativa - attraverso la costituzione di una società
bancaria (Intesa Sanpaolo Brasil S. A. - Banco Multiplo) - che opererà quale Banca Commerciale, Banca
d'Investimento e nel mercato dei cambi per la clientela corporate e le istituzioni finanziarie.
Nella nuova sede confluiranno anche le attività di rappresentanza che il Gruppo già svolgeva a San Paolo.
Intesa Sanpaolo ha inoltre ricevuto nei giorni scorsi l'autorizzazione ad aprire una sede di rappresentanza
negli Emirati Arabi Uniti, ad Abu Dhabi
Fondi Qatar e Cina pronti a mettere piede in Piazza
Cordusio (Finanza.com), 4 novembre
Spuntano alcuni nomi di potenziali interessati a sfruttare l'aumento di capitale per entrare nell'azionariato
di Unicredit.
Si tratta di Qatar Investment Authority (QIA) e del Fondo Cinese CIC.
L'indiscrezione riportata oggi da il Messaggero parla di contatti già avviati con i due Fondi che si
sarebbero detti disposti ad entrare in azione acquistando i diritti di opzione che eventualmente non
dovesse coprire la Libia, socia in Piazza Cordusio con una quota cospicua del 7,5%.
Unicredit: aumento di capitale tra 4-7 miliardi
(Wall Street
Italia) Roma, 4 novembre
Mediobanca e Bank of America Merrill Lynch starebbero lavorando con UniCredit per mettere a punto
un'operazione di aumento di capitale che si dovrebbe aggirare tra 4-7 miliardi.
Non sarebbe stato emesso ancora alcun mandato formale.
Il numero esatto dipenderà da una serie di fattori, tra i quali la possibilità di convertire circa 3 miliardi in
Equity.
"UniCredit annuncerà un aumento di capitale che difficilmente sarà inferiore ai 4 miliardi e superiore ai 7
miliardi", ha detto a Reuters una fonte a conoscenza della vicenda.
Altre due fonti hanno confermato esattamente i numeri, mentre una quarta ha detto che il range si
aggirava tra 6-7 miliardi.
UniCredit ha già detto della necessità di 7,38 miliardi, per soddisfare i requisiti più severi imposti dall'EBA
(European banking Authority), tra i requisiti delle Banche italiane la somma più elevata.
La decisione dovrebbe essere annunciata il 14 novembre, quando la società renderà noti i risultati sul
terzo trimestre.
Possibili comunque dei ritardi a causa della forte volatilità dei mercati.
Bpm: perde in Borsa altro 5,97%, quota Bonomi sale al 5,77% (AGI) Milano,
4 novembre
Continua la salita nel capitale della Banca Popolare di Milano di Andrea Bonomi, che procede a
passo spedito verso l'obiettivo annunciato di portarsi al 9,9%: detiene a oggi, attraverso
Investindustrial e alcune controllate, azioni e diritti pari al 5,77% del capitale sociale di Bpm postricapitalizzazione.
Ieri si era fermato al 5,48%.
In Borsa è stata un'altra giornata nera per BPM, che ha perso il 5,97% scendendo a un prezzo 0,36
euro per azione in chiusura e portando a -26% il bilancio al termine della prima settimana
dell'aumento di capitale.
Commerzbank, perdita peggiore delle attese a causa di Atene (Milano Finanza), 4
novembre
La crisi della Grecia pesa sui conti di Commerzbank.
La Banca tedesca ha chiuso il terzo trimestre con un rosso di 687 milioni di euro, contro l'utile di 113 milioni dello
stesso periodo del 2010.
Gli analisti si attendevano un rosso di 679 milioni di euro.
Ha pesato la svalutazione del 52% del debito sovrano greco in portafoglio.
La Banca ha già tagliato di oltre il 20% la propria esposizione verso i Paesi indebitati (compresa la svalutazione del
52% dei bond greci in portafoglio) e ha annunciato che continuerà a ridurre il portafoglio di titoli pubblici portoghesi,
greci, irlandesi, italiani e spagnoli.
La perdita operativa è stata invece di 855 milioni di euro, contro l'utile di 116 milioni del terzo trimestre dell'anno
scorso.
Le attese degli analisti indicavano una perdita più contenuta a 683 milioni.
L'Istituto, il cui titolo è sceso del 60% dall'inizio dell'anno e oggi lascia sul terreno in scia ai conti un altro -2,22% a
1,714 euro alla Borsa di Francoforte, ha registrato svalutazioni per 798 milioni di euro collegate ai bond di Atene.
Svalutazioni che non permetteranno all'Istituto tedesco di raggiungere gli obiettivi fissati per l'anno prossimo, in una
situazione di crescente difficoltà nel rimborsare gli aiuti di stato.
La seconda maggiore Banca Commerciale della Germania ha infatti sottolineato che l'obiettivo di registrare nel 2012
un utile operativo oltre i 4 miliardi di euro è ormai un target fuori portata.
"Continuiamo a essere impegnati per il raggiungimento del nostro target originario di un profitto operativo di 4
miliardi per l'intero Gruppo ma, sulla base della valutazione del contesto di mercato, non saremo in grado di
raggiungere tale obiettivo l'anno prossimo", ha sottolineato l'A. D. della Banca, Martin Blessing.
Per il 2011, invece, Commerzbank ha confermato le previsioni di un risultato "nettamente superiore al 2010" nei
principali business bancari, ma ha anche precisato che tale risultato dipenderà dagli sviluppi della crisi del debito
sovrano europeo.
Commerzbank, il cui 25% è in mano al Governo tedesco, ha anche fatto sapere di avere un Core Tier 1 al 9,4% a fine
settembre e che le saranno necessari 2,9 miliardi per soddisfare i requisiti di patrimonializzazione stabiliti dalle
Autorità europee.
"I dati trimestrali di Commerzbank hanno deluso le aspettative", commenta un analista.
"Ma più importante è il fatto che le commissioni nette siano più deboli del previsto se confrontate con il terzo
trimestre 2010.
Questo dimostra che la Banca sta perdendo quote di mercato nel settore bancario tradizionale".
Invece, a detta dell'esperto, le svalutazioni sul debito greco sono più piccole del previsto, ma il Tier 1 ratio è
probabilmente il risultato di una svalutazione del 50% del debito greco e di quello italiano e spagnolo.
Anche per gli esperti di Bank of America Merrill Lynch i dati di Commerzbank del terzo trimestre sono "leggermente
deludenti ma non eccessivamente negativi.
L'utile netto è inferiore alle stime.
Ci concentreremo sulle Divisioni Core", aggiungono gli analisti prevedendo che le stime del consenso vengano riviste
al ribasso del 2-5%.
Royal Bank of Scotland: l'utile operativo cala nel terzo trimestre del 63% (Borsa
Inside), 4 novembre
Royal Bank of Scotland ha annunciato oggi che nel terzo trimestre di quest'anno il suo utile operativo è calato del
63% a £ 267 milioni.
Gli analisti avevano previsto £ 345 milioni.
Sui conti della Banca britannica hanno pesato le turbolenze sui mercati e la crisi del debito.
I ricavi della Divisione dell'Investment Banking sono scesi rispetto al trimestre precedente del 29% a £ 1,1 miliardi.
Royal Bank of Scotland si attende che le difficili condizioni di mercato persisteranno nel quarto trimestre.
Mediobanca: Bollorè si dà allo shopping, acquistate 500 mila azioni (Finanza.com),
4 novembre
Lo scorso 1° novembre Vincent Bollorè ha acquistato 500.000 azioni Mediobanca per un controvalore complessivo di
2,74 milioni di euro.
Il prezzo unitario è stato pari a 5,4892 euro.
Un crack dietro l'altro: Jefferies rischia di fare la fine di MF
Global (Wall Street Italia) New York, 4 novembre
Jefferies rischia di fare la fine di MF Global.
Gli analisti di Egan-Jones hanno ridotto il giudizio sul rating del broker, citando l'esposizione al debito
sovrano pari a 2,68 miliardi, ovvero un impressionante 77% dell'azionario (3,49 miliardi).
Secondo il gruppo di brokeraggio le posizioni sono a breve e quindi non costituiscono un problema.
Ma nessuno ne ha la prova e gli operatori di Borsa di questi tempi sono facilmente influenzabili in
negativo.
Come sintomo della paura che regna sui mercati, da qualche giorno i titoli del broker Jefferies sono
presi di mira dai ribassisti: gli investitori temono il ripetersi di un caso MF Global.
La realtà è che Jefferies, come si evince dall'ultima trimestrale, è affetta da una sindrome opposta a
quella che ha colpito MF Global.
Jefferies ha precisato di riuscire a coprire i rischi intrapresi negli investimenti, con le proprie risorse.
Il Gruppo si è assicurato un Interest Income significativo in passato e sostiene di poter continuare a
trarre risorse da questo fronte.
Ma proprio qui sta il problema.
L'azienda riconosce di aver registrato ingenti somme di ricavi provenienti da queste attività. Da
interessi sugli investimenti (ovvero le entrate incassate nella forma di interesse che si accumula con i
vari investimenti) per i titoli presi a prestito e per gli Asset del debito acquistati secondo accordi che
prevedono la rivendita delle attività e spese di interesse legate agli stessi titoli del debito.
Per MF Global il problema dell'esposizione al debito sovrano era sugli investimenti fuori bilancio e
operazioni pronti contro termine (Repoed-To-Maturity), Jefferies sta soffrendo del problema opposto.
Il broker Usa, sebbene svolga operazioni rischiose al pari di quelle della rivale finita in bancarotta
controllata, ha tuttavia smentito di avere un'esposizione allarmante al debito sovrano europeo - il
principale fattore ad aver messo in ginocchio il Gruppo di Corzine - ma non è servito a calmare i
mercati.
Secondo Jefferies le posizioni aperte a breve stanno generando un giro d'affari di circa tre quattro volte
superiore ogni settimana.
Ciò non è per forza un fattore positivo.
Anzi.
Significa che le controparti stanno modificando i termini e le condizioni delle operazioni pronti contro
termine circa tre, quattro volte per settimana.
E ogni volta, con ogni probabilità a loro pannaggio.
Il rischio non è pertanto rappresentato dall'investimento in sé, ma sul rischio che questi debitori se ne
vadano allo stesso momento dando un preavviso dell'ultima ora.
Costringendo Jefferies ad accettare termini non favorevoli e perdite a livello di interesse netto, che deve
mettere a bilancio contabile.
L'agenzia di rating Egan-Jones ha tagliato la valutazione (a Bbb- da Bbb), spiegando di essere
"preoccupata per l'esposizione al debito sovrano che al 31 agosto aveva raggiunto 2,7 miliardi di dollari,
ovvero il 77% dei titoli in mano agli azionisti".
Ieri i titoli Jefferies sono arrivati a cedere il 20% circa in area $9,79, prima di risalire, con la perdita che
si è ridotta a poco più del 3%.
Negli ultimi cinque giorni il calo è stato del 23%.
Crescono in Italia le carte pagamento (Italia Oggi.online), 4 novembre
Sono circa 80 milioni le carte di pagamento bancarie in circolazione in Italia, con un aumento del 4% in un anno e
dell'8% nell'ultimo triennio.
A crescere sono state soprattutto le carte prepagate, che hanno fatto registrare un incremento del 16%, seguite dalle
carte di credito (+6%) e di debito (+1%).
Sono diminuite invece le Revolving (-6%).
A fotografare questo trend di crescita è il rapporto dell'ABI (dati al 31 dicembre 2010) presentato nel corso del
convegno «Carte», iniziato ieri e che si chiude oggi a Roma.
«L'industria dei pagamenti», ha detto il Direttore Generale dell'ABI, Giovanni Sabatini, «oggi può contare, oltre che
sull'ampia diffusione e varietà delle carte, anche su nuovi protagonisti come i tablet e gli altri device interattivi per i
mobile payments, con una varietà di soluzioni innovative che vanno dai pagamenti contactless alle transazioni in
remoto.
La strada per limitare l'uso del contante a favore di strumenti più moderni, evoluti e sicuri, tuttavia, è ancora lunga e
richiede continui interventi regolamentari, tecnologici e d'innovazione».
Gli 80 milioni di carte in circolazione, secondo il rapporto dell'Associazione delle Banche Italiane, sono in buona parte
carte di debito come il Bancomat (33,3 milioni) e carte di credito (oltre 36 milioni).
Sempre più diffuse, però, sono le prepagate, che hanno superato quota 5 milioni, mentre diminuiscono le carte
Revolving (3 milioni).
L'utilizzo delle carte è più diffuso al Nord, dove si concentra il 56% di quelle in circolazione, contro il 24% del Centro e
il 20% di Sud e isole.
Non tutte le carte, a ulteriore testimonianza del ritardo italiano rispetto al resto d'Europa, sono però utilizzate
assiduamente da chi le possiede.
Le carte attive, ossia che hanno fatto almeno un'operazione nel 2010, sono state 54 milioni (68%).
Dal sito di
“YAHOO.Finanza”, 5 novembre 2011
DdL Stabilità
Stabilità: Romano, inserite le misure per l’a
l’agricoltura
(AGI) Roma, 5
novembre
“Siamo riusciti a ottenere che nella Legge di Stabilità siano comprese importanti misure per
l'agricoltura italiana.
Queste misure contribuiranno a un incremento dell'attività agricola e incentiveranno la produzione e
concorreranno alla crescita del nostro Paese in una prospettiva di sviluppo sostenibile."
Così il Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali Saverio Romano annuncia le norme
predisposte dal MIPAAF inserite nel maxiemendamento al DdL Stabilità.
Maltempo/Genova: da Intesa Sanpaolo 20 Mln per i danneggiati Provincia
(Asca)
Roma, 5 novembre
Provvedimenti da Intesa Sanpaolo a favore di famiglie ed operatori economici della Provincia di Genova che
hanno subito danni dall'alluvione di ieri.
E' stato infatti stanziato un plafond di 20 milioni di euro, che si aggiunge - ricorda una nota - ai 5 già stanziati per
La Spezia nei giorni scorsi, per finanziamenti a medio lungo termine a condizioni di particolare favore per il
ripristino delle strutture danneggiate (abitazioni, negozi, uffici, laboratori artigianali, immobili ad uso produttivo).
Intesa Sanpaolo concede inoltre una moratoria di 12 mesi sulle rate dei mutui su immobili danneggiati
dall'alluvione, sia ad uso abitativo che produttivo, mantenendo inalterate le condizioni.
La Banca provvederà infine a concedere linee di credito in conto corrente per finanziare le spese di emergenza,
della durata massima di 12 mesi, trasformabili poi eventualmente in mutui a medio termine.
Per quest'ultima operazione la Banca garantisce un tempo di istruttoria contenuto entro 5 giorni lavorativi da
quando viene presentata la richiesta completa di documentazione.
''Intesa Sanpaolo si conferma Banca del Territorio - dichiara nella nota Pierluigi Monceri, Direttore Area Liguria e
Piemonte Sud Ovest di Intesa Sanpaolo - e vuole esprimere la sua concreta vicinanza alle famiglie e alle aziende
che alle difficoltà create dalla presente congiuntura aggiungono i nuovi gravi problemi creati dall'alluvione''.
Le domande dovranno essere presentate entro il 31 dicembre di quest'anno.
Banche: Ghizzoni, credito in Italia cresciuto più che in Europa
(Asca) Torino, 5
novembre
Non esiste una volontà di stretta creditizia da parte delle Banche e ad oggi non c'è un credit crunch.
Così Federico Ghizzoni, A. D. di Unicredit, interviene al convegno ANCE di Torino.
Ghizzoni ricorda che dal settembre 2008, che segna l'esplosione della crisi finanziaria internazionale, ad agosto 2011, in
Italia il credito è cresciuto del 9,36% mentre in Europa è aumentato soltanto dello 0,73%.
''Se ci fermiamo a dicembre 2010 - ha aggiunto - la crescita in due anni del credito in Italia è stata del 5,50% a fronte di
un calo dello 0,46% in Europa.
Per noi il credito è fatturato, se non lo facciamo abbiamo problemi a chiudere i nostri conti economici' - ha detto
Ghizzoni, ricordando che - se anche volessimo fare credito illimitato, tra cinque-sei mesi lo dovremmo fare con uno
spread di oltre 400 punti e a questi livelli c'è un problema per le aziende ma anche per le Banche''.
Unicredit: Ghizzoni, non rincorro voci su interesse nuovi
soci (Asca) Torino, 5 novembre
''Non rincorro le voci''.
Federico Ghizzoni, A. D. di Unicredit, non commenta le indiscrezioni che indicano l'interesse per la Banca
di Piazza Cordusio del Fondo sovrano del Qatar QIA e di quello Cinese CIC.
''E' un periodo che di voci se ne sentono tante, io non le rincorro certamente'', ha detto a margine del
convegno ANCE di Torino.
Unicredit:
Ghizzoni,
lista
SIFI
riconoscimento
importante per noi e Paese (Asca) Torino, 5 novembre
''E' un riconoscimento importante, per noi e per il Paese''.
Federico Ghizzoni, A. D. di Unicredit accoglie con soddisfazione l'inserimento di Unicredit, unica Banca
italiana, all'interno della lista SIFI, vale a dire le Banche di interesse sistemico considerate ''too big to
fail'', troppo grandi per fallire.
''Siamo tra le prime 30 Banche al mondo - dice Ghizzoni a margine del convegno ANCE in corso a Torino questo vuol dire che Unicredit è una Banca globale.
E' una notizia positiva che ovviamente richiede impegni maggiori e maggiori responsabilità.
Non è una sorpresa - dice ancora Ghizzoni - da mesi ho detto più di una volta che ci aspettavamo di
essere inclusi nella lista di Banche sistemiche''.
Quanto alla probabile riorganizzazione delle Banche della lista per un aumento di capitale tra l'1,5% e il
2,5%, da attuare tra il 2016 e il 2019, Ghizzoni aggiunge: ''C'è una richiesta addizionale di capitale a
queste Banche rispetto al 7% previsto al 2019 da Basilea 3, e deve essere attuato a partire dal 2016.
Noi non sappiamo ancora quanto sarà la richiesta per noi.
Sappiamo solo di essere nella lista e stimiamo di essere nella fascia più bassa piuttosto che in quella più
alta, ma non abbiamo alcuna informazione ad oggi.
Le anticipazioni (che indicano per l'Unicredit una richiesta attorno all'1% di capitale aggiuntivo, ndr)
possono essere plausibili, ma ci tengo a sottolineare che per ora non abbiamo ricevuto alcuna
informazione ufficiale.
Siamo in attesa''.
Unicredit ora può decidere come fare aumento capitale
(Italia Oggi.online), 5 novembre
UniCredit deciderà le misure di rafforzamento del capitale dopo il G/20.
Ieri il Financial Stability Board ha diramato l'elenco delle 29 Banche sistemiche mondiali e tra queste è
inserito Unicredit, unico Istituto italiano.
I dirigenti saranno ora in grado di prendere una decisione sull'ammontare delle misure e sul modo
migliore per attuarle, sull'opportunità di raccogliere capitali sul mercato, tagliare i dividendi o ridurre la
portata delle attività.
Secondo le stime degli analisti, la Banca potrebbe lanciare un aumento di capitale di 4-7 mld euro, cifre
che UniCredit ha preferito non commentare.
Inoltre, è ancora in attesa di una dichiarazione formale da parte della Banca d'Italia che consenta di
contabilizzare come capitale le obbligazioni convertibili denominate Cashes già emesse.
Nelle ultime settimane, i dirigenti di UniCredit sono stati in Asia e negli stati del Golfo per valutare
l'interesse di investitori istituzionali; i Fondi Sovrani del Qatar e della Cina hanno espresso il loro
potenziale interesse
Le 29 Banche mondiali di importanza sistemica (Italia Oggi.online), 5 novembre
C'è anche Unicredit tra le 29 Banche di importanza sistemica globale selezionate dall'FSB.
La lista è stata presentata ieri al G/20 di Cannes da Mario Draghi, nel suo ultimo atto da Presidente del Financial
Stability Board.
A questi Istituti saranno richieste particolari regole di condotta e una capacità aggiuntiva di assorbimento delle perdite.
Su di esse verrà anche applicata una sorta di sorveglianza transfrontaliera con una maggiore cooperazione tra le Autorità
di supervisione Nazionali.
L'ammontare di capitale ulteriore sarà compreso tra l'1 e il 2,5%, a seconda dell'importanza e delle dimensioni della
Banca e dovrà essere raccolto da gennaio 2016 e gennaio 2019.
La lista delle cosiddette G-SIFI sarà aggiornata annualmente e l'obbligo di rafforzarsi, oltre i limiti già fissati da Basilea
3, scatterà per le Banche che saranno contenute nell'elenco che sarà pubblicato nel novembre 2014.
Per Draghi, «il sostegno del G/20 rappresenta un passo fondamentale.
La piena e coerente realizzazione di queste politiche diminuirà la probabilità e l'impatto del fallimento di una SIFI e
affronta il rischio di azzardo morale consentendo di chiudere le Istituzioni finanziarie al cuore del sistema globale senza
danni per l'economia reale e costi per i contribuenti».
Le 29 Banche di questa prima lista sono: Bank of America, Bank of China, Bank of New York Mellon, Banque
Populaire Caisse d'Epargne, Barclays, Bnp Paribas, Citigroup, Commerzbank, Crédit Suisse, Deutsche Bank, Dexia,
Goldman Sachs, Group Crédit Agricole, HSBC, Ing Bank, JP Morgan Chase, Lloyds Banking Group, Mitsubishi UFJ,
Mizuho, Morgan Stanley, Nordea, Royal Bank of Scotland, Santander, Société Générale, State Street, Sumitomo
Mitsui, UBS, UniCredit Group e Wells Fargo.
Sempre ieri, Draghi, in qualità di Presidente uscente dell’FSB, ha comunicato che il nuovo Presidente del Financial
Stability Board sarà Mark Carney, attuale Governatore della Banca del Canada.
Il suo Vice sarà Philipp, Presidente dalla Banca Centrale Svizzera.
Lavoro: Cgia Mestre, a rischio estinzione molte professioni manuali (Asca) Roma, 5
novembre
Nei prossimi 10 anni sono a rischio estinzione molte professioni manuali dell'artigianato e dell'agricoltura, che
potrebbero comportare la perdita di almeno 385.000 posti di lavoro.
A lanciare l'allarme è la Cgia di Mestre.
Secondo l'elaborazione degli artigiani mestrini, la lista delle professioni che rischiano di scomparire include gli
allevatori di bestiame nel settore zootecnico, i braccianti agricoli e una sequela di mestieri artigiani come i pellettieri, i
valigiai, i borsettieri, i falegnami, gli impagliatori, i muratori, i carpentieri, i lattonieri, i carrozzieri, i meccanici auto, i
saldatori, gli armaioli, i riparatori di orologi e di protesi dentarie, i tipografi, gli stampatori offset, i rilegatori, i
riparatori di radio e Tv, gli elettricisti, gli elettromeccanici, addetti alla tessitura e alla maglieria, i sarti, i materassai, i
tappezzieri, i dipintori, gli stuccatori, i ponteggiatori, i parchettisti e i posatori di pavimenti.
Secondo la Cgia di Mestre tra le professioni a rischio estinzione ci sono anche delle figure professionali più
''generiche'' come gli autisti, i collaboratori domestici, gli addetti alle pulizie, i venditori ambulanti, gli uscieri e i lettori
di contatori.
Ma come si è giunti alla mappatura di queste categorie?
La Cgia ha calcolato il numero di occupati presenti oggi nelle principali professioni manuali compresi nella fascia di
età che va tra i 15 ed i 24 anni e in quella tra i 55 ed i 64 anni.
Dopodichè ha misurato il tasso di ricambio, riuscendo così a stilare una prima graduatoria per mestieri. Infine ha
stimato il numero delle figure che, presumibilmente, verranno a mancare nei prossimi 10 anni per ciascuna attività.
''Premesso che non siamo in grado di prevedere se nei prossimi anni cambieranno i fabbisogni occupazionali del
mercato del lavoro italiano - afferma Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia - siamo comunque certi di tre cose.
La prima: fra 10 anni la grandissima parte degli over 55 censiti in questa mappa lascerà il lavoro per raggiunti limiti di
età.
La seconda: visto il forte calo delle nascite avvenuto in questi ultimi decenni, nel prossimo futuro si ridurrà ancora di
più il numero dei giovani che entreranno nel mercato del lavoro, accentuando così la mancanza di turn-over.
La terza: se teniamo conto che i giovani ormai da tempo si avvicinano sempre meno alle professioni manuali,
riteniamo che il risultato ottenuto in questa elaborazione sia molto attendibile''.
Il posto fisso sarebbe un incubo (Italia Oggi.online) Berlino, 5 novembre di Roberto Giardina
I pregiudizi non muoiono mai.
I tedeschi se ne vanno di casa a 18 anni, gli italiani restano dalla mamma fino a 40.
E tutti prendono in giro i bamboccioni latini.
Così, gli italiani vogliono la sicurezza soprattutto, e sognano il posto fisso.
I loro coetanei prussiani sono intraprendenti e osano, danno impulso all'economia e non sono l'incubo dei datori di
lavoro che non li possono licenziare se la congiuntura peggiora.
Ma a Berlino, un ragazzo può vivere per conto suo o con i coetanei, riceve un piccolo aiuto se studia, e gli affitti sono
bassi.
La realtà, come sempre, è più complessa.
Ho amici berlinesi che in vent'anni hanno cambiato una decina di attività, forse anche di più.
Hanno badato ai piccoli nei kindergarten, hanno guidato un taxi, lavorato in pizzeria, come camerieri o aiuto cuoco,
sono stati guide turistiche e portieri di notte, hanno insegnato tedesco agli immigrati.
Per alcuni di loro, un posto fisso sarebbe un incubo.
Amano essere liberi, e cambiare.
Semplicemente, in Germania è normale.
Nessuno li considera poco raccomandabili, vengono assunti senza problemi, e se vogliono possono anche prendersi
una pausa, per libera scelta o costretti se non trovano subito un nuovo impiego.
Negli intervalli vivono con il sussidio di disoccupazione, e intanto si guardano intorno.
Se l'offerta di lavoro giunge da un'altra città, emigrano: trovare un alloggio non sarà un'impresa.
Alla fine della loro vita lavorativa, avranno diritto a una pensione su per giù uguale a quella dell'amico che è sempre
stato nello stesso ufficio.
In altre parole, lo Stato non si limita a fare la predica e a spiegare che il posto fisso è un retaggio del passato.
Ha creato una serie di paracadute sociali che aiutano chi vuol fare l'uccello migratore a vita.
Non c'è il posto fisso, ma il lavoro continuo e diverso.
E i pensionati?
Qui si va in pensione a 67 anni, da noi prima che si può.
Ogni tanto, i giornali tedeschi pubblicano la solita notizia dell'italiano che prendeva la pensione da cieco sorpreso a
guidare l'auto, o del paralitico campione di calcio nella squadra del paese.
Ci saranno dei cialtroni, ma chi in un villaggio del Sud non sa come comprarsi da mangiare che chance ha? Sopravvive
come un personaggio di De Filippo o di Totò.
Qui, ha diritto all'assegno sociale (360 euro), più alloggio, con gas, luce e tv, che ormai fa parte del pacchetto di
sopravvivenza, anche se non ha mai lavorato un solo giorno in vita sua.
Quanto alla pensione, non si cambiano le regole con la partita in corso.
L'età è stata portata da 65 a 67, ma in vent'anni, e il traguardo si allontana di un mese all'anno.
Si può sottoscrivere una pensione supplementare, e le quote saranno esentasse.
Non esiste la pensione di anzianità, come da noi, ma chi è stanco, stufo, malato può gettare la spugna prima: si perde
il 2% ogni anno di anticipo.
In realtà i tedeschi vanno in pensione in media intorno ai 60 anni.
Esattamente, o quasi, come gli italiani.
E sulla pensione si pagano meno tasse: in fondo ce la siamo guadagnata con il nostro lavoro, già tassato, e poi si
presume che un pensionato spenda o aiuti i figli e i nipoti.
Il denaro torna in circolazione.
Anche qui perdere il posto è un brutto colpo, ma non una tragedia.
E la maggioranza dei pensionati non fa vita allegra, ma la spesa non è un incubo.
Lo stato sociale ha subito dei tagli, tuttavia rimane il migliore al mondo, anche se i tedeschi brontolano. Loro non
sono mai contenti.
E se si fanno dei paragoni tra noi e loro, si dovrebbero riportare tutti i particolari.
Non solo i dati che fanno comodo.
Berlino è piena di ex bamboccioni italiani che qui non trovano il paradiso, ma semplicemente quel minimo di
protezione sociale che li aiuta a fuggire dal nido.
Lavorano duro e sono felici.
O almeno soddisfatti.
Dal sito di
“YAHOO.Finanza”, 6 novembre 2011
Lagarde in Russia per negoziare finanziamenti a FMI (AGI) Mosca, 5 novembre
Il numero uno del FMI, Christine Lagarde è in Russia per negoziare con il Presidente Dimitri Medvedev la possibilità di
finanziamenti al Fondo di Salvataggio dell'Istituto.
La tappa a Mosca è la prima cui faranno seguito visite in Cina e Giappone.
Lagarde resterà due giorni a Mosca e vedrà Medvedev, il Ministro delle Finanze e il Governatore della Banca Centrale.
Oltre ai fondi per aiutare i Paesi in difficoltà, Medvedev e Lagarde discuteranno anche "ulteriori passi per riformare il
sistema finanziario".
Governo, il rebus dei 349 parlamentari senza diritto al vitalizio (Milano Finanza), 6
novembre
E’ di gran lunga la vera maggioranza in Parlamento e non appartiene a Silvio Berlusconi o a Pierluigi Bersani, i cui
schieramenti allargati possono contare alla Camera nel centrodestra e nel centrosinistra tra i 300 e i 316 voti, la quota
salvezza per il Cavaliere.
Ben 349 tra Deputati e Senatori otterranno il diritto al vitalizio solo ad ottobre del 2012 e su questo punto c’è poco da
far di conto: si batteranno come e più di Berlusconi per vendere cara la pelle.
Ecco quanti sono i parlamentari eletti per la prima volta nel 2008 cui si applicano le nuove regole pensionistiche, che
fanno scattare il diritto all’assegno dopo quattro anni e mezzo dall’elezione: appunto 349 onorevoli di cui Pdl, 78
deputati e 37 senatori; Lega, 36 e 12; Pd 84 e 34; Idv, 12 e 7; e poi, per quanto riguarda la Camera, Udc 6 deputati,
Gruppo Misto 9, Popolo e Territorio 14, Futuro e Libertà 8.
Mentre, al Senato i numeri dicono, Terzo Polo 4 senatori, Coesione Nazionale 3, Udc–Svp e Autonomie 5. Ovviamente
si tratta di stime in continua evoluzione, visti i recenti cambi di casacca.
Ma si tratta di un dato di cui tenere conto e su cui ragiona anche il Premier, che ha passato tutto il week end a cercare di
far rientrare all’ovile le pecorelle smarrite nel Pdl.
Il rientro dal vertice di Cannes, dove l’Italia ha invitato gli ispettori del FMI a verificare l'applicazione delle misure che
l’Italia sta per approvare, è stato durissimo e sia il segretario del suo partito, Angelino Alfano che il fidato Gianni Letta
hanno consigliato al Presidente del Consiglio un passo indietro.
Attualmente, a poche ore dalla seconda votazione alla Camera sul rendiconto generale dello Stato (già bocciato
all’articolo 1 nelle settimane scorse con tanto di nuovo passaggio di voto di fiducia) prevista per martedì 8, Berlusconi
ha ribadito il suo “no” alle dimissioni e la ricerca di riportare a galla la sua maggioranza è frenetica: sarebbero cruciali
16 deputati indecisi a Montecitorio.
Ma nemmeno il Cavaliere sa se la sua battaglia stavolta sarà vittoriosa.
La pressione è diventata altissima.
Troppe spinte, interne, esterne (il compassato Financial Times è arrivato sabato a chiedergli un passo indietro per “in
nome di Dio e dell'Italia”), per finire con il Capo dello Stato, che ha annunciato che verificherà i numeri della
maggioranza in Parlamento, lo indurrebbero a mollare, ma chi lo conosce bene ammette a MF/Milano Finanza: “forse
la strada è un governo allargato al’Udc con Letta Presidente, ma nulla è ancora certo, tutto dipende da Berlusconi e lui
se cade punterà dritto alle elezioni anticipate”.
Per ora il Governo prova ad andare avanti, con i timori che già da lunedì i mercati possano di nuovo punire l’Italia e la
sua credibilità internazionale, già messa abbondantemente a dura prova con lo spread dei Btp rispetto ai bund decennali
di nuovo sopra quota 460.
Ma come detto, se l’Esecutivo alla fine cadrà, il premier chiederà subito il ritorno alle urne, senza se e senza ma.
Questo lo sanno ormai tutti, Bersani e i 349 parlamentari della maggioranza silenziosa senza pensione.
Intanto al Tesoro si lavora a un nuovo Decreto, una sorta di manovra da ultima spiaggia per tenere in piedi l’Esecutivo
di fronte all’Europa.
Nel menu, per rinvenire tra i 10 e i 15 miliardi di euro nel 2012, ci sarebbero l’abolizione delle pensioni d’anzianità dal
2015, una mini-patrimoniale sul reddito Irpef dei ceti più abbienti e un primo abbozzo della proposta taglia-debito già
lanciata questa estate da MF/Milano Finanza per mano di Andrea Monorchio e Guido Salerno Aletta.
Se Berlusconi passerà indenne gli scogli della votazione sul Rendiconto dello Stato potrà usare anche questi strumenti
per convincere parte dell’opposizione a votare misure straordinarie salva-spread e andare poi ad elezioni.
Dal sito di
“YAHOO.Finanza”, 7 novembre 2011
Francia: quasi al via il secondo Piano di austerity per salvaguardare la tripla A
(Finanza.com), 7 novembre
Quasi al via il secondo Piano di austerity francese in meno di due mesi, nel tentativo, di scongiurare il pericolo di un
possibile downgrade della tripla A e dopo l’abbassamento delle previsioni di crescita della Francia dall’1,75% all’1%.
La manovra, secondo il Financial Times, sarebbe volta a tagliare le spese del 2012 di 6-8 miliardi di euro. Per
scongiurare il pericolo di un declassamento del debito francese, riporta il quotidiano inglese sul suo sito internet,
Sarkozy vorrebbe tagliare il debito pubblico dal 5,7% al 4,5% del Pil nel 2012.
Il Piano verrà ufficializzato oggi, ed è stato annunciato come uno dei più severi dal 1945.
Il primo Piano di tagli alla fine di agosto ha fruttato un risparmio di 11 miliardi di euro.
Eurogruppo, oggi nuova accelerazione su Fondo Salva Stati (Reuters), 7 novembre
I Ministri delle Finanze della zona euro daranno oggi un colpo di acceleratore al Piano di rafforzamento del Fondo
Salva Stati per arrivare alla sua finalizzazione entro la fine di novembre, con un mese di anticipo, in modo da
rafforzarne la credibilità di fronte ai mercati alla luce delle crescenti preoccupazioni relative all'Italia.
E' quanto sostengono alcuni funzionari della zona euro.
I Leader della regione si sono accordati la scorsa settimana di ampliare il Fondo EFSF, che ha in dote 440 miliardi di
euro, per convincere i mercati che è possibile evitare che la crisi del debito sovrano, già conclamata in Grecia, Irlanda e
Portogallo, contagi anche Italia e Spagna.
L'Accordo dei 17 Paesi dell'area euro di estendere la capacità di leva del fondo di 4-5 volte manca però ancora dei
dettagli tecnici che dovranno essere definiti dai Ministri delle Finanze prima che l'EFSF possa dimostrare la sua potenza
di fuoco.
"Il Piano originale era di avere i dettagli pronti per la fine dell'anno", ha detto un funzionario della zona euro. "C'è però
una chiara percezione che si debba accelerare la finalizzazione dei dettagli tecnici perchè le tensioni sui mercati si sono
intensificate dopo l'ultima vicenda greca e non sappiamo cosa possa succedere la prossima volta", prosegue.
"Vista la pressione su Paesi come l'Italia, che presenta una sfida enorme, c'è la percezione che dobbiamo essere pronti
(con le modalità di leva dell'EFSF) già entro la fine di questo mese".
L'annuncio della Grecia, poi tornata sui suoi passi, di sottoporre a Referendum le misure anticrisi imposte dall'Europa e
dal FMI ha generato il panico sui mercati all'inizio della scorsa settimana, mettendo in particolare difficoltà i Paesi
periferici dell'area euro, a partire dall'Italia.
La Grecia si avvia ora verso un Governo di unità nazionale per attuare il pacchetto di austerità e gli occhi restano
incollati ai titoli di stato italiani.
"La pressione sull'Italia è abbastanza intensa se guardiamo a quanto sono aumentati i rendimenti negli ultimi giorni; è
preoccupante", dice un secondo funzionario della zona euro.
"Tutte le parti concordano che è necessario accelerare il lavoro sulla leva del Fondo EFSF", aggiunge.
RELAZIONE DI ITALIA E GRECIA ALL'EUROGRUPPO
Il Ministro dell'Economia italiano Giulio Tremonti dovrà illustrare oggi ai colleghi come Roma intende attuare la lista
di riforme su cui si è impegnata a fine ottobre, tra cui la cessione di Asset pubblici, un cambiamento della legislazione
sul lavoro e una riforma delle pensioni.
La messa in pratica delle riforme, che dovrebbero sostenere la debole crescita economica del Paese e renderlo più
credibile come debitore di fronte al mercato, saranno monitorate anche dal Fondo Monetario Internazionale.
Il Ministro delle Finanze Greco Evangelos Venizelos dovrà invece relazionare all'Eurogruppo gli ultimi sviluppi politici
di Atene, dove il Primo Ministro George Papandreou ha accettato di dimettersi per permettere la formazione di un
Governo di larghe intese per attuare il Piano di salvataggio del Paese.
L'Unione Europea vuole che il Parlamento greco approvi il Piano di aiuti d'emergenza concordato per Atene il 27
ottobre prima di aprire nuovamente i cordoni della borsa.
Atene deve ricevere la prossima tranche di aiuti da 8 miliardi di euro entro metà dicembre per evitare il fallimento.
"Dopo la presentazione di Venizelos ci sarà una discussione sul destino della prossima tranche di aiuti. Finché ci sarà
incertezza sull'impegno delle Istituzioni greche, i soldi non potranno essere concessi", dice la fonte.
Nella discussione di oggi entreranno anche le decisioni del G/20 che si è tenuto il 3-4 novembre a Cannes e l'esito della
missione in Asia del capo dell'EFSF Klaus Regling.
All'appuntamento europeo di oggi sarà presente anche un rappresentante del FMI, forse il numero uno per l'Europa
Antonio Borges.
"Il coinvolgimento del FMI nel leveraging dell'EFSF non è ancora deciso, ma è importante che il Fondo possa dire la
sua", dice la prima fonte.
Nonostante in pochi si siano fatti avanti finora per partecipare al finanziamento del Fondo Europeo, il mercato spera che
con l'arrivo di nuovi dettagli qualche Paese ricco come la Cina o il Brasile si faccia avanti. Secondo il funzionario è più
probabile che vogliano farlo attraverso il FMI.
"Sinceramente sembra che ai nostri partner piaccia il coinvolgimento del Fondo, perchè è un modo per coinvolgere altri
soggetti", spiega il funzionario.
Crisi: Juncker, bene le misure dell'Italia (AGI) Bruxelles, 7 novembre
I Ministri dell'Eurogruppo "hanno accolto con favore le nuove misure annunciate dalle Autorità italiane e la
disponibilità ad adottarne altre se necessario".
Lo ha detto, al termine della riunione dei 17 cui ha partecipato il Ministro Giulio Tremonti, il Presidente
dell'Eurogruppo Jean Claude Juncker.
Banche europee: la BEI potrebbe fornire crediti alle Banche per 74 Mld (Reuters),
7 novembre
Secondo quanto riportato dall’agenzia Reuters, che cita un documento preparato in vista della riunione dell’Ecofin, nei
prossimi due anni la Banca Europea degli investimenti potrebbe fornire fino a 74 miliardi di euro di crediti a sostegno
delle Banche Europee.
Rischio spirale negativa su Banche, Exane salva solo Intesa tra le italiane (Milano
Finanza), 7 novembre
La crisi del debito sovrano sta mettendo in crisi le Banche e potrebbe trasformarsi in una crisi del settore finanziario.
Nell'UE si rischia una spirale negativa, visto che ci sono grossi problemi per il rifinanziamento di certe Banche.
E' quanto ha detto il Presidente di turno dell'Ecofin, il Ministro Polacco delle Finanze, Jacek Rostowski, nel giorno in
cui i bancari di Piazza Affari sono sotto la lente di Exane Bnp Paribas.
Gli esperti hanno infatti ridotto il target price su Mps da 0,45 a 0,35 euro, BPER da 7,15 a 6 euro, Banco Popolare
(underperform) da 1,25 a 0,9 euro, Credem da 3,7 a 3,2 euro, Intesa Sanpaolo (outperform) da 1,85 a 1,6 euro, UBI
Banca (underperform) da 2,8 a 2,5 euro, Unicredit da 1,35 a 1 euro (neutral).
In un contesto caratterizzato da bassa crescita, bassi tassi di interesse, costi di finanziamento crescenti, leggi sul lavoro
inflessibili, tassazione elevata e requisiti di capitale in aumento, gli analisti di Exane Bnp Paribas si aspettano che le
Banche italiane offrano una redditività operativa media (Rote) 2011-2013 di appena il 5% o del 6% nel 2013.
Gli Istituti italiani sono solventi e finanziariamente solidi, ma la loro scarsa redditività strutturale probabilmente terrà
lontana l'attenzione degli investitori per un lungo periodo di tempo.
"Anche se ci aspettiamo che le iniziative di riprezzamento siano intensificate e che il controllo dei costi rimanga una
priorità del management, le Banche possono fare poco per aumentare i rendimenti, dal momento che i driver della
redditività sono in gran parte esogeni", hanno affermato gli analisti, dopo aver ridotto le loro stime di Eps 2011-2013 in
media del 20% a causa dei minori utili.
Le stime riviste sul 2012 sono ora del 28% circa sotto il consenso.
Anche le previsioni sul dividendo per azione per tutte le Banche sono state abbassate e le attese su dividendi cash sono
solo per Intesa Sanpaolo e per il Credem a 0,08 euro per azione e a 0,10 euro per azione sul bilancio di quest'anno.
Nonostante la visione ribassista sul settore bancario italiano in generale, Intesa Sanpaolo rimane una holding core
secondo gli analisti francesi.
Ai livelli attuali di valutazione, con un Rote 2013 dell'8,6%, l'investimento nella Banca guidata da Corrado Passera è
interessante, poiché non ha bisogno di capitale aggiuntivo (il Core Tier 1 2011-2013 è del 10% circa) e continuerà
appunto a distribuire dividendi cash (di 0,08 euro all'anno fino al 2013, con un dividend yield del 7%).
Anche se ci sono differenze tra le varie Banche a media capitalizzazione, Exane ha su tutte (Mps, Bpm, BPER e
Credem) un rating underperform, in quanto esse presentano caratteristiche simili (coefficienti patrimoniali più bassi,
redditività strutturalmente bassa) e affrontano sfide analoghe per quanto riguarda i finanziamenti.
"Anche se ci aspettiamo potenziali M&A per le Popolari nel medio periodo, data l'incertezza dei finanziamenti e le
future esigenze di capitale, un'operazione straordinaria in ottica di M&A è improbabile nel breve termine", hanno
concluso gli analisti.
Oggi alla Borsa di Milano sono in ribasso Mps (-1,71 a 0,2988 euro) e BPER (-0,76% a 5,885 euro), invece Banco
Popolare (+3,74% a 1,027 euro), Credem (+1,48% a 2,882 euro), Intesa Sanpaolo (+4,44% a 1,177 euro), UBI Banca
(+1,73% a 2,702 euro), Unicredit (+3,74% a 0,8045 euro) salgono tutte.
Crisi: Bankitalia, il 23,4% dei giovani non lavora né studia
(Asca)
Roma, 7 novembre
A causa della crisi è aumentato a 2,2 milioni il numero di giovani che non sono occupati, né impegnati in
corsi di studio o formazione è aumentato.
E' quanto emerge dal Rapporto sulle Economie Regionali della Banca d'Italia secondo il quale nel 2010 la
percentuale dei giovani tra i 15 e i 29 anni indicati con l'acronimo ''NEET'' (Not in Education, Employment or
Training) è arrivato al 23,4% del totale rispetto al 20% circa registrato tra il 2055 ed il 2008.
''L'aumento - rileva Bankitalia - è stato più marcato nel Nord e al Centro, meno pronunciato nel Mezzogiorno,
dove tuttavia l'incidenza di giovani NEET era prossima al 30% già prima della crisi''.
L'incidenza dei NEET tra le donne supera il 26%, contro il 20 degli uomini.
La condizione dei giovani che non lavorano né studiano, segnala lo studio, ''è solo in parte collegata al
fenomeno della disoccupazione''.
Nel 2008 il 30,8% dei NEET cercava un'occupazione (il 25,3% tra le donne) e tale quota ha raggiunto il
33,8% nel 2010.
Nel Nord Ovest e al Centro quasi il 40% dei giovani che non studiano e non lavorano era alla ricerca di
un'occupazione, il 38% nel Nord Est.
Nel Mezzogiorno, dove la partecipazione al mercato del lavoro è inferiore per tutte le fasce d'età, la quota
non raggiungeva nemmeno il 30%.
La percentuale di NEET è superiore tra i non diplomati ma se si analizza la fascia d'etàfino ai 35 anni la quota
di NEET tra i laureati è del 20,5%.
I giovani tra 15 e 29 anni che non studiano e non lavorano risiedono nella maggioranza dei casi con almeno
un genitore; nel Mezzogiorno questo accade per oltre tre NEET su quattro.
La quota di NEET che vivono in una famiglia nella quale nessuno dei componenti lavora supera il 25%.
Più difficili anche le prospettive: prima della crisi, tra il 2007 e il 2008, il 32% dei giovani NEET usciva da tale
condizione nei 12 mesi successivi.
Nel periodo successivo il tempo di permanenza è aumentato: solo il 28,8% dei giovani che erano NEET nel
2009 usciva da tale condizione un anno dopo.
Tra il 2008 e il 2010 le transizioni verso un'occupazione sono calate dal 74,5 al 69,5%; quelle verso attività
formative sono cresciute dal 25,5 al 30,5%.
Banca Generali: l'utile netto è pari a 51,2 mln (Trend.online), 7 novembre di Pierpaolo Molinengo
Il Consiglio di Amministrazione di Banca Generali, riunitosi sotto la Presidenza di Giovanni Perissinotto, ha approvato i risultati
consolidati dei primi nove mesi del 2011.
Il bilancio al 30 settembre 2011 di Banca Generali si è chiuso con un utile netto consolidato pari a € 51,2 milioni che si confronta con
i € 60,0 milioni dello scorso esercizio.
Si ricorda che il risultato dello scorso esercizio aveva beneficiato di una posta fiscale straordinaria pari a € 6 milioni legata
all’affrancamento dell’avviamento e degli attivi immateriali.
Al netto di questa componente straordinaria, l’utile di Banca Generali ha segnato una lieve flessione (-5% a/a), un risultato molto
soddisfacente alla luce dei mercati finanziari internazionali che stanno caratterizzando il 2011.
La crescita delle voci di ricavo ricorrente e il proseguimento dell’azione di efficientemente dei costi hanno determinato un ulteriore
miglioramento della qualità degli utili, confermando il trend in atto già negli scorsi trimestri.
Il margine d’interesse si è attestato a € 33,3 milioni (+1,8% a/a).
Si ricorda che il portafoglio d’investimenti di Banca Generali è improntato alla massima prudenza, essendo caratterizzato da una
duration molto corta (pari circa a 1) e dalla presenza esclusiva di titoli obbligazionari senior.
Le commissioni lorde sono state pari a € 262,1 milioni, contro i € 268 milioni dello scorso esercizio (€ 243,7 milioni, -1,9% a/a
escludendo il contributo di Generali Investment Luxembourg “GIL”).
Si conferma la positiva dinamica a livello di commissioni di gestione, cresciute infatti del 12,7% a/a a € 212,5 milioni
(€ 194,2 milioni, +14,6% a/a ex-GIL).
Le commissioni nette sono risultate in leggera flessione rispetto all’esercizio precedente a € 143,5 milioni, -5% a/a
(€ 138,5 milioni, -5,1% a/a ex-GIL), una dinamica legata principalmente all’andamento delle performance fees, che hanno risentito
dell’andamento dei mercati finanziari in questi mesi (€ 5,6 milioni nei primi nove mesi 2011 contro i € 25,5 milioni del corrispondente
periodo dello scorso esercizio, -78% a/a).
Il margine d’intermediazione si è attestato a € 182,1 milioni (€177,1 milioni, -6,4% a/a ex-GIL), con un calo interamente imputabile
alla già citata riduzione delle componenti legate al mercato cioè alle performance fees e al risultato del trading (sceso del 50,6% a/a
a € 5,3 milioni da € 10,7 milioni).
E’ importante sottolineare che il 94% del margine d’intermediazione è costituito da componenti ricorrenti, un risultato in forte crescita
rispetto all’81% del corrispondente periodo dello scorso anno.
I costi operativi si sono attestati a € 115,6 milioni, invariati rispetto all’esercizio precedente.
Le spese amministrative, grazie ad un’efficace contenimento, si sono ridotte del 2,8% a/a; attraverso questa azione è stato
integralmente assorbito l’aumento del costo del personale (+3,8% a/a) principalmente legato al rinnovo del Contratto.
Il totale dell’attivo di Banca Generali al 30 settembre 2011 è pari a € 3.667,6 milioni (-3,7% da inizio anno).
Il patrimonio netto consolidato è pari a € 248,7 milioni (€ 281,2 milioni a fine 2010), il Tier 1 Capital è salito al 12,5% (dall’11,0% di
fine 2010) e il Total Capital Ratio al 14,9% (dal 13,3% di fine 2010).
UBI Banca guadagna quasi il 3% in Borsa, Massiah allontana un altro
aumento di capitale (Finanza.com), 7 novembre
UBI Banca viaggia in territorio positivo a Piazza Affari dopo che l’A. D., Victor Massiah, ha dichiarato
in un’intervista al Corriere della Sera che la Banca ha le risorse necessarie per far fronte alle
richieste della European Banking Authority (EBA).
Per scongiurare un altro aumento di capitale, l’Istituto lombardo potrebbe convertire il soft
mandatory da 639 milioni di euro prima della scadenza fissata al 2013.
“Le altre azioni che dovrebbero permettere a UBI di evitare il ricorso al mercato sono il passaggio ai
modelli interni di B2 (+70-80 punti base”, scrive Equita nella nota odierna.
A Piazza Affari il titolo UBI Banca mostra un progresso del 2,80% a 2,73 euro.
ABI: al via master universitario in relazioni industriali e Gestione HR
(Asca) Roma, 7 novembre
Risorse umane e professionalità, supportate da articolate architetture tecnologiche, sono l'asse portante
delle imprese bancarie e finanziarie.
Favorire la crescita del livello delle competenze e delle professionalità di chi si occupa in Banca di
relazioni industriali, per lo sviluppo sostenibile della contrattazione collettiva di secondo livello.
Tutto questo, in un momento caratterizzato da profonde trasformazioni, dove il miglioramento della
produttività costituisce un obiettivo fondamentale per il settore perchè la redditività delle Banche torni a
livelli più adeguati.
E' questo l'obiettivo del Master Universitario in relazioni Industriali e Gestione HR messo a punto dall'ABI in
sinergia con Universitas Mercatorum e ABIformazione.
L'iniziativa riveste una grande importanza per l'obiettivo generale alla base del recente accordo tra ABI e
Sindacati sugli assetti contrattuali: un modello di relazioni sindacali regolato che crei condizioni di
efficienza, flessibilità e produttività per il rafforzamento del settore bancario, per lo sviluppo dei fattori
per l'occupazione stabile e tutelata, e per la salvaguardia delle retribuzioni reali dei Lavoratori.
Tra gli obiettivi anche quelli di migliorare le competenze giuridico-lavoristiche e sindacali; delineare i
principi informatori per la corretta gestione delle risorse umane; perfezionare la capacità di condurre i
processi negoziali, anche per quanto attiene alla contrattazione di secondo livello.
Si articola in 60 giorni di lezioni in 18 mesi, con incontri bisettimanali in due giornate e si tiene a Milano
dal 25 novembre.
Possono accedere al Master soggetti in possesso di un diploma di laurea, coloro che si occupano in azienda
di relazioni industriali e Gestione delle Risorse, esponenti delle Organizzazioni Sindacali di rappresentanza
della categoria.
Dal sito di
“YAHOO.Finanza”, 8 novembre 2011
Sicilia/Banche: Armao, sistema faccia sua parte a sostegno imprese (Asca) Palermo,
8 novembre
''Il sistema bancario regionale deve fare la sua parte.
Il credito d'imposta per gli investimenti dimostra quanto le imprese siciliane siano pronte a investire su progetti
credibili, ma le Banche debbono sostenerle in un momento così difficile''.
Lo afferma Gaetano Armao, Assessore all'Economia della Regione Siciliana, commentando la presentazione dei servizi
bancari in Sicilia contenuti nell'aggiornamento al 30 giugno 2011 e che manifestano la continuità di una situazione
economica regionale difficile.
Tuttavia, non emergano elementi di peggioramento rispetto ai 6 mesi precedenti e rispetto a quella riscontrabile in altre
aree del Paese.
E secondo i dati, alla fine del primo semestre 2011 le Banche con sede legale in Sicilia erano 34 (di cui 28 Banche di
Credito Cooperativo, 3 società per azioni e 3 Banche Popolari), per un totale di 510 sportelli.
Gli sportelli delle 32 Banche che operano nell'isola pur avendo sede legale altrove erano, invece, 1240.
''Quest’ analisi - commenta l'Assessore Gaetano Armao - rafforza quanto emerso con grande evidenza in questi giorni
con l'avvio del credito d'imposta in Sicilia.
L'imprenditoria sana e desiderosa di rischiare ha bisogno di misure di sostegno sul versante del ricorso al credito e
l'Assessorato all'Economia intende fare la sua parte con interventi mirati e con l'attività di controllo e Vigilanza,
compito che svolge periodicamente attraverso l'Osservatorio Regionale sul credito''.
Alle Banche regionali fa capo il 19,57% dell'intero ammontare regionale dei depositi da clientela residente.
Tra le Aziende di credito regionali la quota maggiore dei depositi è detenuta dalle Banche SpA e dalle Popolari, con il
70,87%, a fronte del 29,13% che fa capo alle BCC (Banche di Credito Cooperativo).
Le Banche con sede legale in Sicilia hanno erogato il 17,78% dell'intero ammontare dei prestiti alla clientela residente
in Sicilia.
Le sofferenze delle Banche con sede in Sicilia (6,72%), hanno registrato un aumento rispetto allo stesso periodo
dell'anno precedente (5,41%) e una lieve diminuzione rispetto al dato registrato a dicembre 2010 (6,85%).
I tassi attivi (fondamentalmente riferibili ai conti correnti) sui finanziamenti alle famiglie consumatrici, per le
operazioni a revoca, hanno fatto registrare una diminuzione rispetto al trimestre precedente, mentre i corrispondenti
valori nelle altre aree confrontate hanno avuto un andamento opposto; relativamente alle operazioni a scadenza
(principalmente mutui e prestiti) c'è stata una generalizzata tendenza all'aumento dei tassi, seppur entro valori contenuti.
Nella Regione, però, i tassi applicati continuano a risultare superiori al dato medio nazionale (operazioni a revoca:
Sicilia 7,52% - Italia 5,31% - operazioni a scadenza: Sicilia 3,73% - Italia 3,37%).
''I dati - spiega Armao - evidenziano che i tassi attivi per i finanziamenti per acquisto abitazione, nelle operazioni fino a
125.000 euro sono sostanzialmente in linea con i tassi delle altre Regioni e con la media nazionale.
Il tasso applicato al settore dell'industria (6,81%) ha registrato un aumento più consistente rispetto alle altre aree del
confronto.
La consistenza delle garanzie - conclude Armao - è sempre troppo elevata, sia rispetto alle altre Regioni sia al dato
medio nazionale (16,45 punti).
Il sistema bancario regionale usufruisce di un importante apporto dai Confidi, che in finanziaria stiamo rafforzando''.
Infine vi è da segnalare che sono in diminuzione i tassi applicati alle famiglie consumatrici, anche se rimane un
consistente gap col resto d'Italia.
La UE spedisce una nuova lettera all'Italia, serve altra manovra
(Milano Finanza), 8
novembre
Nuova lettera della Commissione UE all'Italia.
Secondo quanto riferisce la Repubblica, Bruxelles chiede all'Italia una manovra aggiuntiva (sarebbe la sesta
dell'anno) per garantire la tenuta dei conti pubblici dopo quella da 50 miliardi varata ad agosto.
La lettera è stata spedita il 4 novembre dal Commissario UE agli Affari Economici, Olli Rehn, al Ministro
dell'Economia Giulio Tremonti.
Bruxelles concede al Governo italiano appena una settimana per rispondere (la scadenza è l'11 novembre).
Alla lettera fa seguito un questionario di cinque pagine, trentanove punti dettagliatissimi in cui si chiedono
chiarimenti su ogni singolo aspetto della politica economica promessa dal Cavaliere per proteggere l'Italia dai
mercati.
Di più, si chiede di indicare i tempi di adozione da parte del Governo e poi del Parlamento, così come gli strumenti
legislativi previsti per la loro attuazione, il loro impatto sul bilancio e la loro copertura.
Nel primo punto del questionario la Commissione afferma che "non riteniamo che il contesto economico assicuri il
raggiungimento del pareggio di bilancio entro 2013, servono pertanto misure addizionali per raggiungere gli
obbiettivi sui conti pubblici nel 2012 e 2013".
Mutui: CRIF, richieste in calo del 33% a ottobre (Finanza.com), 8 novembre
A picco le richieste di mutui ipotecari da parte delle famiglie italiane.
A ottobre la contrazione è stata pari al 33% (dato ponderato sui giorni lavorativi) rispetto all'analogo mese
del 2010, confermando l’andamento di un semestre in cui la decrescita è risultata sistematicamente a doppia
cifra.
Sono queste le evidenze emerse dall’analisi del barometro CRIF sulla domanda di prestiti elaborati sul
patrimonio informativo di Eurisc, il sistema d’informazioni creditizie di CRIF che raccoglie i dati relativi a oltre
78 milioni di posizioni creditizie.
Nei primi 10 mesi dell'anno la flessione complessiva è risultata pari al 14% rispetto all’analogo periodo del
2010.
Banca Carige: utile netto in crescita del 38,5% a 138,7 Mln in primi
nove mesi 2011 (Finanza.com), 8 novembre
Banca Carige ha archiviato i primi nove mesi con un utile netto consolidato in crescita del 38,5% a
138,7 milioni rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso.
Nei nove mesi il margine di interesse è salito a 566 milioni (+8,6% su settembre 2010) e le commissioni
nette hanno registrato un aumento del 4,5% a 222,8 milioni.
Il margine di intermediazione è risultato pari a 818,1 milioni (+6,9% annuo), mentre il risultato netto
della gestione finanziaria e assicurativa si è attestata a 687,7 milioni (+7,2%). Al netto di costi
operativi, in aumento del 7% a 508,9 milioni, l’utile dell’operatività corrente al lordo delle imposte è
stato pari a 181,3 milioni.
I ratio di Vigilanza consolidati, sottolinea la Banca, si mantengono su livelli adeguati con il Core Tier
1 ratio al 5,9%, Tier 1 ratio al 6,6% e Total Capital ratio al 9,0%.
Mps: Fondazione, nessuna nuova vendita di azioni Banca (Asca) Firenze, 8
novembre
La Fondazione Mps ''non ha effettuato alcuna vendita di azioni'' della Banca conferitaria dopo il 19
ottobre scorso.
Lo precisa l'Ente guidato da Gabriello Mancini, in merito a indiscrezioni comparse stamane sulla
stampa.
''Successivamente al 19 ottobre 2011 - si legge in una nota - l'Ente non ha effettuato alcuna
vendita di azioni Banca MPS, avendo completato in tale data, come contestualmente
comunicato, la prevista attività di fine tuning funzionale al mantenimento dell'obiettivo strategico
della maggioranza dei diritti di voto esercitabili in Assemblea Straordinaria della Banca ''.
Inoltre, si legge ancora nel comunicato, ''è del tutto priva di fondamento ogni illazione su uno
'sforamento' di covenants relativi al finanziamento in essere con il pool di Banche e relativo al
recente aumento di capitale di Banca MPS; tale finanziamento, nel seguire del tutto regolarmente
il suo corso, ha, tra l'altro, già visto un volontario rimborso parziale da parte della Fondazione in via
anticipata rispetto alle scadenze previste''.
Bnl (Bnp Paribas): al via Accordo con Cooperfidi plafond 100 Milioni
(Asca) Roma, 8 novembre
Bnl Gruppo Bnl Paribas e Cooperfidi Italia - Consorzio di Garanzia Nazionale promosso
dall'Associazione Generale Cooperative Italiane, Confcooperative e Legacoop - hanno siglato
una partnership a sostegno delle oltre 3 mila imprese associate al Confidi. L'Accordo è finalizzato
ad accompagnare gli imprenditori nella realizzazione dei loro progetti di consolidamento e
sviluppo anche all'estero, grazie alla presenza internazionale del Gruppo Bnp Paribas, attivo in oltre
80 Paesi nel mondo.
Bnl ha dedicato all'Accordo un plafond di 100 milioni di euro, offrendo, inoltre, prodotti, soluzioni e
servizi in grado di intercettare i bisogni delle imprese Cooperative, sostenendole direttamente sui
territori in cui operano.
Alla firma sono intervenuti il Presidente di Cooperfidi Italia, Mauro Gori, Roberto Pondrelli,
Responsabile Mercato Corporate Bnl, Andrea Cenciarelli, Responsabile Accordi e Sviluppo Confidi
della Banca.
''Questa nuova partnership - ha dichiarato Roberto Pondrelli - rappresenta un'ulteriore conferma
del ruolo attivo che Bnl sta svolgendo come Banca dell'economia reale, qualificandosi sempre più
quale interlocutore di riferimento del mondo imprenditoriale e del movimento Cooperativo, in
grado di offrire consulenza e supporto alle aziende e di affiancarle, come un vero e proprio
partner, anche nelle loro esigenze di espansione internazionale''.
''L'apporto di Cooperfidi Italia - ha affermato Mauro Gori - non è venuto meno in questi anni difficili
per l'economia.
Le Cooperative che si sono rivolte a Cooperfidi Italia hanno potuto accedere in misura più
sostenuta al credito bancario, a condizioni dedicate.
L'Accordo siglato con Bnl consente di disporre di risorse, competenze e servizi che potranno
risultare molto utili alle imprese Cooperative''.
Creval: utile in calo nel terzo trimestre, +3% per i proventi (Finanza.com), 8
novembre
Il Credito Valtellinese nei primi nove mesi del 2011 ha registrato un utile netto di 44,3 milioni di euro,
mettendo a segno un incremento del 2% su base annua.
In calo invece il dato relativo al terzo trimestre, sceso da 13,9 a 12 milioni.
I proventi operativi dei nove mesi si attestano a 642,9 milioni (+4%) mentre nel terzo trimestre
salgono a 213,1 milioni (+3,1%).
Al 30 settembre il Core Capital Ratio risulta pari al 6,7%, dal 6,31% di fine 2010, mentre il Total
Capital ratio si attesta al 9,8%, contro il 9,52% precedente.
Per quanto riguarda le prospettive “la perdurante instabilità - si legge nella nota diffusa dalla
società - e le permanenti incertezze dello scenario macroeconomico comportano prudenti
valutazioni in merito all’andamento gestionale della restante parte dell’anno.
Per l’esercizio in corso si ritiene tuttavia prefigurabile la positiva evoluzione degli aggregati
patrimoniali ed una dinamica reddituale coerente con quella evidenziata nei primi nove mesi
dell’esercizio”.
Bankitalia: Marche, per il 2012 imprese programmano meno
investimenti (Asca) Roma, 8 novembre
Nei primi sei mesi del 2011 ripresa degli ordinativi in affievolimento per l'industria manifatturiera delle
Marche, mentre le imprese programmano meno investimenti per l'anno prossimo.
Lo afferma l'Aggiornamento congiunturale della Banca d'Italia, che segnala un peggioramento in estate.
Nello studio di Via Nazionale si legge che su 147 imprese con almeno 20 addetti, nei primi nove mesi
dell'anno il 45% ha registrato un aumento del fatturato, il 30% invece ha visto scendere il proprio fatturato.
La metà delle imprese intervistate prevede un peggioramento delle prospettive nei prossimi mesi. Secondo
dati dell'Unioncamere, aggiornati a giugno 2011, la produzione delle imprese manifatturiere con meno di 500
addetti è aumentata in media dell'1,1% rispetto allo stesso periodo del 2010, con un forte recupero per le
calzature, e la meccanica.
Ma il 60% delle aziende interpellate da Bankitalia stima una revisione al ribasso dei propri Piani di
produzione nei prossimi 12 mesi, dovuta alle turbolenze dei mercati finanziari.
Prudenti anche i Piani di investimento: due terzi delle aziende rispetteranno i programmi del 2011, ma il
25% li rivedrà al ribasso.
Per il 2012 le imprese ''programmano una spesa più bassa rispetto a quella dell'anno in corso''.
Passera: Intesa continuerà a investire in titoli sovrani Italia
(Reuters), 8 novembre di Gianluca Semeraro
Intesa Sanpaolo non cambia la sua politica in merito ai bond sovrani e continuerà a investire in bond sovrani
italiani.
Lo ha detto il CEO Corrado Passera nella conference call con gli analisti.
"Non cambieremo la nostra politica di esposizione sovrana, continueremo a investire in titoli italiani", ha
detto.
Intesa Sanpaolo: esposizione su titoli di stato italiani 63,3 Mld
(Asca) Roma, 8 novembre
Al 30 settembre, l'esposizione del Gruppo Intesa SanPaolo verso i titoli di stato italiani è pari a 63,3 miliardi
di euro, in leggero calo rispetto ai 64,4 miliardi del 30 giugno, su un totale complessivo di esposizione ai
rischi sovrani pari a 78,6 miliardi.
Dei 63,3 miliardi di titoli di stato tricolori, 34,8 miliardi sono in capo all'attività bancaria, 28,5 in capo a
quella assicurativa.
L'esposizione complessiva a Grecia, Irlanda, Portogallo e Spagna è pari al 2% del totale.
I titoli di stato italiani nella voce Available for Sale sono pari a 19,032, la riserva AFS negativa per 1,6 miliardi
è dovuta all'Italia.
E' quanto scritto nelle slide di presentazione dei conti dei primi 9 mesi del Gruppo di Ca' de Sass.
Banca Fideuram: utile netto in calo a 137,9 Mln in primi nove mesi
2011 (Finanza.com), 8 novembre
Banca Fideuram, appartenente al Gruppo Intesa Sanpaolo, ha chiuso i primi nove mesi del 2011 con un utile
netto consolidato in calo a 137,9 milioni di euro contro i 153 milioni registrati nell'analogo periodo dell'anno
scorso.
La raccolta netta totale si è attestata a 1,2 miliardi di euro rispetto ai precedenti 1,6 miliardi mentre la
raccolta netta di risparmio gestito è risultata in netto calo a 411 milioni (3,6 miliardi nel 2010).
In crescita del 10,8% il margine d'interesse a 100,3 milioni di euro mentre le commissioni nette hanno
registrato un +8% a 426,5 milioni rispetto ai primi nove mesi del 2010.
Il risultato netto delle attività e passività finanziarie ammonta a 20,7 milioni di euro.
I coefficienti patrimoniali consolidati risultano al di sopra dei livelli minimi richiesti dalla normativa.
In particolare, al 30 settembre 2011, il Tier 1 Ratio e il Total Capital Ratio sono risultati rispettivamente pari
a 15,4% e 15,8%.
Intesa Sanpaolo: Passera, confermiamo politica dividendi
(Asca), 8
novembre
''Confermiamo la politica di dividendi prevista'', così Corrado Passera, Consigliere Delegato di Intesa
SanPaolo, nel corso della conference call con gli analisti sui risultati dei primi 9 mesi del Gruppo bancario di
Ca' de Sass.
Intesa Sanpaolo: Passera, primi 9 mesi in linea con nostri obiettivi
(Asca) Roma, 8 novembre
I conti dei primi nove mesi, ''sono in linea con i nostri obiettivi'', così Corrado Passera, Consigliere Delegato
di Intesa SanPaolo, introducendo la conference call con gli analisti sui risultati del terzo trimestre e dei primi
nove mesi del Gruppo bancario di Ca' de Sass.
''La gestione operativa si conferma solida, e migliora rispetto allo stesso periodo dello scorso anno sotto vari
aspetti.
La riduzione dei costi che consuntiviamo alla fine di settembre non tiene ancora conto degli interventi di
Piano'', ha spiegato Passera.
''La nostra posizione di liquidità rimane forte e possiamo continuare a fornire sostegno all'economia, senza
essere costretti al deleveraging'', ha sottolineato il Consigliere delegato.
'' La nostra solidità patrimoniale è tra le più forti in Europa, con un Core Tier 1 Ratio del 10,2%'', ha spiegato
Passera.
Banca Imi consolida i conti (Italia Oggi.online), 8 novembre
Banca Imi (Gruppo Intesa Sanpaolo) ha chiuso i primi 9 mesi con un utile netto di 441 mln di euro, +4,6%.
Il risultato della gestione operativa è cresciuto a 711,4 mln (+17,5%) e il margine di intermediazione a 942,6
mln (+14,6%).
Il Core Tier 1 e il Tier Total si sono collocati al 10,6%.
Nell'Investment Banking ha concluso 25 operazioni per un totale di oltre 32,6 mld.
Le attività di fixed income sono state influenzate dalla crisi del debito governativo dell'area euro che ha
condizionato l'andamento degli spread.
L'intreccio delle crisi finanziaria, economica e politica ha alimentato, soprattutto in estate, un'elevata
incertezza, riducendo la propensione al rischio.
Per quanto riguarda la finanza strutturata, l'acquisition finance ha completato come mandated lead arranger
facilitazioni creditizie per 3,5 mld.
Unicredit: a giorni la risposta di Bankitalia sui cashes, per il Sole
le Fondazioni sono pronte (Finanza.com), 8 novembre
Unicredit tema caldissimo a Piazza Affari in vista del CdA di lunedì prossimo che dovrà varare il nuovo
Piano Industriale e, nonostante le smentite della società, molto probabilmente anche l’aumento di
capitale.
Secondo quanto appreso da fonti finanziarie e riportato ieri da questa testata, entro questa settimana la
Banca d’Italia dovrebbe fornire indicazioni precise sulla computabilità delle obbligazioni Cashes (3 miliardi
di euro) nel capitale.
Di conseguenza, l’Istituto di Piazza Cordusio sarà in grado di stabilire l’ammontare esatto della
ricapitalizzazione.
Gli organi di stampa continuano a parlare di un aumento tra i 5 e i 7 miliardi di euro. “Secondo noi
l’ammontare potrebbe stare nella parte bassa del range se ci fosse piena computabilità dei Cashes a
capitale”, commentano gli analisti di Intermonte.
Nel frattempo, secondo quanto riportato da Il Sole 24 Ore, le Fondazione azioniste di Piazza Cordusio
sarebbero pronte a sostenere la terza ricapitalizzazione in tre anni della Banca milanese.
Il quotidiano di Confindustria scrive inoltre che la Fondazione Crt, attualmente al 3,3% di Unicredit,
potrebbe salire fino al 4 %.
Lloyds: perdita di 2,78 Mld sterline nei primi 9 mesi (Asca-AFP) Londra, 8 novembre
Lloyds Banking Group ha chiuso i primi nove mesi con una perdita di 2,78 miliardi di sterline, rispetto a un utile di 1,6 miliardi di
sterline dello scorso anno, a causa di oneri eccezionali per 3,2 miliardi di sterline.
In calo anche gli utili da attività bancarie, scesi del 9% a 16,1 miliardi di sterline.
Lo Stato britannico, intervenuto per salvare il Gruppo dalla bancarotta, possiede il 41% di LBG che nel 2011 ha tagliato 15 mila posti
di lavoro per una riduzione dei costi di 1,5 miliardi di sterline all'anno.
Société Generale: utili in calo del 30% su bond greci, no dividendo (Asca-AFP)
Parigi, 8 novembre
Utile in netto calo per Société Generale.
La società francese ha chiuso il terzo trimestre con profitti in ribasso del 30% a 622 milioni di euro a causa di perdite eccezionali
dovute ai bond greci.
Il CdA dell'Istituto ha annunciato che chiederà all'Assemblea di non distribuire dividendo.
Fisco: in 21 mesi scovati 17mila evasori totali per 43 Mld
(AGI) Roma, 8
novembre
Tra gennaio 2010 e settembre 2011 la Guardia di Finanza ha scoperto circa 17 mila evasori totali e paratotali
che hanno nascosto al fisco ricavi per oltre 43 miliardi di euro.
Sono i dati forniti dal comandante generale delle Fiamme Gialle, Nino Di Paolo, nel corso di un'audizione in
Commissione Finanze del Senato sulla riforma fiscale.
Crisi: Istat, per 43,7% famiglie italiane situazione è peggiorata (Asca) Roma, 8 novembre
Il 43,7% delle famiglie italiane dichiara, rispetto allo scorso anno, un peggioramento della propria situazione economica. E' quanto
emerge dall'indagine Istat 'La soddisfazione dei cittadini per le condizioni di vita nel 2011' svolta nel marzo 2011.
Il 50,9% del totale delle famiglie giudica, invece, la propria situazione economica sostanzialmente invariata rispetto all'anno
precedente.
Alla domanda 'Attualmente, quanto si ritiene soddisfatto della sua vita nel complesso?', potendo indicare un voto da 0 a 10 (0 indica
''per niente soddisfatto'' e 10 ''molto soddisfatto'') la maggior parte della popolazione di 14 anni e più fornisce una risposta compresa
tra 7 e 8 (51,8%), mentre il 7,6% indica la soddisfazione massima.
Il voto medio è 7,1.
Il 49,5% delle persone di 14 anni e più, rileva l'Istat, si dichiara per niente o poco soddisfatta della propria situazione economica,
percentuale sostanzialmente invariata rispetto all'anno precedente.
La soddisfazione dei cittadini per le proprie relazioni familiari è tradizionalmente molto elevata nel nostro Paese.
Le persone di 14 anni e più che nel 2011 si dichiarano soddisfatte per le relazioni familiari sono il 91% (di cui ben il 34,7% si ritiene
molto soddisfatto).
Anche per quanto riguarda le relazioni amicali la quota degli individui soddisfatti è molto elevata (83,4%), con quote del 59% di
abbastanza soddisfatti e del 24,4% di molto soddisfatti.
Relativamente al proprio stato di salute, l'81,3% della popolazione, prosegue l'Istat, esprime un giudizio positivo (molto o abbastanza
soddisfatto), mentre il 12,7% è poco soddisfatto e le persone per nulla soddisfatte sono pari al 4,1%. Rispetto al 2010 il dato è
rimasto sostanzialmente stabile.
Per quanto riguarda, invece, il tempo libero, a dichiararsi molto o abbastanza soddisfatto è il 64,1% della popolazione, una porzione
molto più bassa che nel caso degli altri aspetti della vita quotidiana già considerati.
La maggior parte degli intervistati, poi, dichiara di aver un atteggiamento di cautela verso il prossimo: il 76,8% delle persone pensa
infatti che ''bisogna stare molto attenti'' nei confronti degli altri, mentre solo il 21,1% è orientato ad un atteggiamento di fiducia e circa
il 2% non esprime un opinione al riguardo.
I problemi maggiormente sentiti dalle famiglie nella zona in cui abitano sono il traffico (41,2%), la difficoltà di parcheggio (38%),
l'inquinamento dell'aria (36,8%), il rumore (32,6%), il non fidarsi a bere acqua dal rubinetto (30%), la sporcizia nelle strade (29,1%),
la difficoltà di collegamento con i mezzi pubblici (28,6%) e il rischio di criminalità (26,6%), mentre l'irregolarità nell'erogazione
dell'acqua e' considerata un problema dal 9,3 per cento delle famiglie.
Rc Auto: ANIA, in 2 anni Assicurazioni hanno perso 1 Mld (AGI) Roma, 8 novembre
In due anni le imprese di Assicurazioni "hanno perduto oltre un miliardo di euro".
Lo ha sottolineato il Presidente dell'ANIA, Fabio Cerchiai, nel corso di un'audizione in Commissione Industria del Senato. "Gli
aumenti - ha spiegato Cerchiai - si sono resi necessari per il forte deterioramento della gestione tecnica: su 100 euro di premi
incassati, le imprese nel 2009 ne hanno spesi 108.
Nel 2010 su 100 euro di premi incassati ne hanno spesi 106. In due anni le imprese hanno perduto oltre un miliardo di euro".
Pensioni: Confesercenti, nel 2014 'pagheranno' 2 Mld in più di tasse
(Asca) Roma, 8 novembre
I pensionati italiani nel 2014 pagheranno poco meno di 2 miliardi di euro in più di tasse.
E' quanto emerge da un documento della Fipac-Confesercenti sull'impatto del fiscal drag e delle
addizionali sulle pensioni presentato nel corso del forum ''Impresa Welfare''.
Nel 2010, ultimo dato disponibile, per l'anno 2009 il prelievo subito dalle pensioni, considerando anche
le addizionali Regionali e Comunali, è stato di 52 miliardi di euro in totale, cifra che potrebbe salire a
54 miliardi con i due miliardi di gettito aggiuntivo.
Dal 2008 al 2014 - si legge nel documento - il maggior prelievo sulle pensioni sconta il mancato recupero
del fiscal drag e le addizionali: una ''stangata'' che per una pensione bassa (564 euro nel 2011) pesa
per 1.108 euro in più, per una media (762 euro) per 1584 euro, per una ''alta'' (1160 euro) 1722.
Solo le addizionali hanno determinato un aggravio rispettivamente di 806 euro per la più bassa che paga
il prezzo più salato, 360 per la media, 480 per la alta.
Il resto è fiscal drag.
Se si guarda solo ai prossimi due anni il ''danno'' annunciato rispetto alle cifre complessive segnalate in
precedenza è di queste proporzioni: 899 euro per la pensione più bassa che resta la più svantaggiata,
1030 euro per la media, 1127 per la alta.
Tutto questo vuol dire che nei prossimi due anni si registrerà il massimo dell'incremento.
In sostanza le pensione fra i cinquecento ed i mille euro riguardano 4 milioni e 800 mila pensionati.
Nel triennio 2007-2009 la platea dei pensionati ha pagato un contributo di 2,4 miliardi all'operare del
fiscal drag e un miliardo per gli aumenti delle addizionali.
La proposta avanzata dalla Fipac-Confesercenti è quella di aggiornare, elevandola, la no-tax area per
evitare e neutralizzare il fiscal drag almeno fino a 800 euro.