Siria, quando la vita ruota intorno al matrimonio

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Siria, quando la vita ruota intorno al matrimonio
Siria, quando la vita ruota intorno al matrimonio
Susan Dabbous
REPORTAGE — Cinque donne raccontano le proprie storie tra rassegnazione, speranze e
senso dell’ironia. Consapevoli di dipendere dagli uomini e dalle vecchie tradizioni. —
Yasmin si è sposata a 14 anni ma avrebbe preferito continuare a studiare. Sahar ne ha 24 e
sogna di trovare marito. Lamia passa la sua vita rinchiusa in una stanza e quando esce di casa
si copre tutta di nero, compreso il viso. Amira, sui suoi tacchi a spillo, fa l’equilibrista tra quattro
mariti e un figlio di sette anni, mentre Amal è femminista senza neanche saperlo.
PER LE STRADE DI ALEPPO E DAMASCO, le due principali città siriane, si vedono donne
vestite in tutti i modi anche se prevalgono decisamente quelle velate. Tra queste se si entra
nella dimensione delle fondamentaliste, vestite di nero dalla testa ai piedi, compresi i guanti per
coprire le mani, c’è chi porta il velo fino al mento, chi fino al naso, e chi lascia scoperti solo gli
occhi.
Ormai, però, è sempre più facile incontrare delle donne che usano ingabbiarsi sotto un
fazzoletto, rigorosamente nero, che copre interamente il viso. Queste sagome inquietanti si
aggirano per le città, come dei fantasmi, cercando di vivere normalmente, anche se possono
solo intravedere le sagome del mondo che le circonda. Sotto tanta stoffa ci possono essere
donne mature che hanno abbracciato un’interpretazione distorta dell’islam o più semplicemente
delle ragazzine di sedici anni.
Lamia, ne è un esempio, ha da poco sposato Mohammed che di anni ne ha 22. Mohammed fa
l’operaio tessile in una fabbrica di Aleppo, nel suo ambiente di lavoro alcuni colleghi sposati
prima di lui hanno fatto coprire integralmente le mogli. Così anche Mohammed per non essere
da meno ha deciso di imitarli.
LA SIRIA è UN PAESE LAICO ma l’integralismo religioso negli ultimi dieci anni è riuscito a fare
proseliti nei quartieri poveri delle città, come lo Shaar ad Aleppo, dove il livello d’istruzione
femminile non supera le scuole elementari e quello maschile avanza di poco. Yasmin, ad
esempio, si è sposata a 14 anni e per questo ha interrotto gli studi, oggi ne ha 21 ed ha due figli
piccoli.
«Ringrazio Dio che non mi abbia dato delle femmine - afferma alzando gli occhi al cielo - in
questo quartiere essere donna è così difficile. Per questo ho deciso di prendere la pillola e non
avere più bambini». Yasmin non conosce altre donne che usano dei metodi contraccettivi
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nonostante l’islam non li vieti. Amal, invece, di figli non ha mai voluti. Esercita il senso materno
con i sui nipotini, ha 40 anni, è di Damasco, indossa i jeans e fuma due pacchetti di sigarette al
giorno.
Gli uomini li tiene alla larga o li tratta alla pari. A chi le chiede perché non si sia sposata
risponde ironicamente: «Ho selezionato talmente tanto le mie proposte che alla fine non è
rimasto più nessuno». In Siria solitamente è la madre dello sposo che si attiva per la ricerca di
una moglie per il figlio, anche se oggi le cose sono cambiate, soprattutto per i ragazzi e le
ragazze che vanno all’università.
SAHAR UN MARITO LO DESIDERA CON TUTTA SE STESSA, ma la sua situazione familiare
non è d’aiuto. «Tutti sanno che i miei genitori sono separati e che mio padre non ci mantiene afferma Sahar con aria preoccupata - così nessuno mi verrà a chiedere in sposa. Ho già 24
anni, sono grande, forse qualcuno mi prenderà come seconda moglie».
Sahar ha abbandonatola scuola a 10 anni, vive in quartiere popolare di Aleppo dove non esce
mai da sola, ma solo scortata dalla nonna o da uno dei suoi tre fratelli, va da sé che di lavorare
non se ne parla nemmeno, così passa le giornate pensando in maniera ossessiva al
matrimonio. «Una volta un uomo si interessò a me - racconta con aria contrariata - venne a farci
visita con sua madre, ma era brutto, e lo rifiutai. Non potevo immaginare che non sarebbe
venuto più nessuno».
La televisione davanti a cui Sahar passa la maggior parte del suo tempo trasmette in
continuazione videoclip musicali di canzoni arabe che parlano esclusivamente d’amore. Le
protagoniste dei minifilm sono truccatissime, svestiste ed esageratamente sexy: l’esatto
opposto di ciò che si vede in giro per le strade normalmente.
AMIRA ASSOMIGLIA A UNA DI QUESTE DIVE. Ha 42 anni, lavora al ministero del Turismo a
Damasco, e non porta il velo. «Joseph è il mio quarto marito - afferma con leggerezza – ha 25
anni più di me. Lo amo da impazzire, anzi “je l’adore”», dice prendendo in prestito un francese
stereotipato.
Poi però cambia espressione quando mostra la foto del figlio di sette anni che vive col padre,
ovvero il suo secondo marito da cui ha divorziato. Ora che sta un uomo di quasi 70 anni non
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può avere figli, ma nulla esclude che non si risposi di nuovo.
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