provincia autonoma di trento

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provincia autonoma di trento
PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO
Prot. n.
Reg.delib.n. 1395
VERBALE DI DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA PROVINCIALE
O G G E T T O:
Direttive all'Azienda provinciale per i servizi sanitari per l'attuazione del "Piano di controllo della
Leishmaniosi canina".
Il giorno 28 Giugno 2012 ad ore 10:10 nella sala delle Sedute
in seguito a convocazione disposta con avviso agli assessori, si è riunita
LA GIUNTA PROVINCIALE
sotto la presidenza del
Presenti:
PRESIDENTE
LORENZO DELLAI
VICE PRESIDENTE
ASSESSORI
ALBERTO PACHER
MARTA DALMASO
LIA GIOVANAZZI BELTRAMI
FRANCO PANIZZA
UGO ROSSI
Assenti:
Assiste:
MAURO GILMOZZI
TIZIANO MELLARINI
ALESSANDRO OLIVI
LA DIRIGENTE
PATRIZIA GENTILE
Il Presidente, constatato il numero legale degli intervenuti, dichiara aperta la seduta
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Il Relatore comunica,
la Leishmaniosi è una importante zoonosi protozoaria presente nelle aree tropicali,
subtropicali e nel bacino mediterraneo.
Responsabile di questa patologia, nel bacino mediterraneo e quindi in Italia, è un
protozoo (Leishmania infantum) responsabile nell’uomo della forma viscerale
(zoonotic visceral leismaniasis di seguito ZVL) e nel cane della leismaniosi canina
(canine leismaniosis di seguito CaninL).
La trasmissione dell’infezione avviene attraverso un artropode vettore individuato in
alcune specie di insetti emofagi del genere Phlebotomus; il principale vettore di
trasmissione è il Phlebotomus perniciosus, ma anche altre specie di flebotomo che
sono presenti in Italia possono trasmettere l’infezione, come il Phlebotomus
perfilievi, il Phlebotomus neglectus, ed il Phlebotomus ariasi.
Nel corso del 2004, il Museo Civico di Rovereto in collaborazione con l’Istituto
Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, il Dipartimento Scienze sperimentali
veterinarie dell’Università di Padova, il Dipartimento MIPI dell’Istituto Superiore di
Sanità, ha attivato sul territorio provinciale una campagna di campionamento dei
flebotomi nelle aree di Arco, della Valle di Ledro, Valle del Sarca, Valli Giudicarie,
e Val Lagarina. Lo studio ha evidenziato la presenza del Phlebotomus papatasi e,
con importanza sanitaria, del Phlebotomus perniciosus, Phlebotomus neglectus e di
Sergentomyla minuta. Nello specifico, il lavoro svolto segnala la presenza di vettori
competenti (Phlebotomus perniciosus e P. neglectus) a Rovereto dove era stato
segnalato un cane infetto da leishmania.
Il cane è considerato il serbatoio naturale della ZVL ed è quindi il target principale
delle azioni di sorveglianza. A partire dalla metà degli anni 90 si è avuto una
espansione della CaninL in Nord Italia e sono stati segnalati focolai anche in territori
tradizionalmente non endemici come la Provincia autonoma di Trento.
Va però rilevato che in molte Regioni i dati epidemiologici disponibili evidenziano
una possibile sottonotifica, se confrontati con quelli riferiti a territori in cui sono stati
attuati, anche per periodi limitati, programmi appositi di sorveglianza attiva
(Campania, Sicilia, Emilia Romagna e Liguria).
In provincia di Trento sono state raccolte dall’Azienda provinciale per i servizi
sanitari, a seguito di segnalazioni volontarie fatte da veterinari liberi professionisti
nel periodo 2005–2010, 18 segnalazioni di cani infetti da CaninL appartenenti a
proprietari residenti nei Comuni di Arco, Folgaria, Rovereto, Ala, Avio, Mori,
Brentonico, Pergine Valsugana e Trento.
I principali fattori di rischio per la diffusione dell’infezione nell’uomo e nel cane
sono:
a) la presenza di un vettore competente (soprattutto se ad elevata densità);
b) la presenza di cani infetti/malati non trattati e/o che non utilizzano misure di
prevenzione (serbatoi per i flebotomi);
c) i cambiamenti climatici che favoriscono la presenza e diffusione di insetti
vettori;
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d) la selezione delle leishmanie farmaco resistente conseguenti all’uso non
mirato di detti farmaci sul cane.
Il cane è considerato l’unico serbatoio della ZLV ed è quindi un indicatore efficiente
per la rilevazione della diffusione dell’infezione nel territorio. L’evoluzione
epidemiologica dell’infezione dipende essenzialmente dall’introduzione nel territorio
dove sono presenti i flebotomi di cani infetti o dalla colonizzazione di nuovi territori
da parte del flebotomo come conseguenza di mutamenti climatici.
l’Istituto Superiore di Sanità nelle “Linee guida per il controllo del serbatoio canino
della leishmaniosi viscerale zoonotica in Italia” (ISSN 1123-3117 rapporti ISTISAN
04/12) evidenzia, fra i territori nei quali sono stati accertati solo di recente casi
autoctoni, il Trentino, l’Emilia Romagna occidentale, il Piemonte, la Valle d’Aosta,
la Lombardia, Friuli Venezia Giulia e il Veneto. L’Istituto Superiore di Sanità ritiene
che in queste regioni sia in atto una progressiva espansione dell’infezione canina, ma
che a tutt’oggi il fenomeno sia limitato a focolai di piccola o media entità, e pertanto
da indicazione di predisporre le procedure necessarie all’identificazione attiva dei
soggetti infetti da Leishmania in tutta la popolazione canina residente nel territorio
circostante un comprovato focolaio autoctono. L’estensione di tale territorio deve
essere in funzione delle caratteristiche eco-epidemiologiche dell’area, e in particolare
sulla presenza/assenza del vettore.
Sul problema il Consiglio della Provincia autonoma di Trento nella seduta del 21
marzo 2012, in relazione al testo unificato dei disegni di legge n. 35/2009, 64/2009,
67/2009 e 192/2011 concernente “protezione animali di affezione e prevenzione del
randagismo” ha impegnato con l’Ordine del giorno n.303/2012 la Giunta Provinciale
a monitorare prevenire, attraverso l’Azienda provinciale per i servizi sanitari, tutte le
condizioni che possono favorire l’espansione della patologia.
Il Servizio organizzazione e qualità delle attività sanitarie ha sentito l’Azienda
provinciale per i servizi sanitari che ha condiviso la proposta che l’Amministrazione
provinciale ufficializzi delle linee guida finalizzate ad una costante verifica della
presenza della malattia sul territorio provinciale e per individuare i comportamenti da
adottare in caso di animali riscontrati infetti da Leishmania o in caso di segnalazione
di infezione di origine autoctona sul territorio provinciale.
Tutto ciò premesso il Relatore propone di fornire direttive all’Azienda provinciale
per i servizi sanitari volte a:
a) definire una mappa di rischio sulla diffusione della leishmaniosi utile per
fornire indicazioni a medici e veterinari liberi professionisti sulla situazione
epidemiologica del territorio in cui operano;
b) definire le modalità di collaborazione con i medici veterinari liberi
professionisti per la segnalazione dei casi di infezione da Leishmania
infantum in cani di proprietà;
c) favorire e incentivare l'adozione di misure di prevenzione e protezione
dall'infezione per i cani residenti;
d) contenere il rischio di diffusione della malattia sul territorio provinciale
dovuta alla presenza di animali infetti non conosciuti o per l’introduzione di
cani potenzialmente infetti catturati in altre Regioni e indirizzati verso
strutture private o di associazioni animaliste;
e) mantenere il controllo sullo stato di salute dei cani catturati ed introdotti nei
canili sanitari o rifugi per cani;
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f) ad attivare una sorveglianza straordinaria specifica conseguente alla
segnalazione di casi umani autoctoni;
g) individuare eventuali cluster di infezione per adottare opportuni
provvedimenti di sorveglianza attiva.
LA GIUNTA PROVINCIALE
- udita la relazione;
- visto l’articolo 55 della legge provinciale 29 dicembre 2005, n. 20,
- vista la legge provinciale 23 luglio 2010, n. 16 “Tutela della salute in provincia di
Trento”;
- visto il D.P.R. 8 febbraio 1954, n. 320 “Regolamento di polizia veterinaria”;
- visto il preventivo di data 30 maggio 2012 dell’Istituto Zooprofilattico
Sperimentale delle Venezie relativo al costo unitario del test diagnostico IFI;
- a voti unanimi, espressi nelle forme di legge,
delibera
1) di approvare le Direttive all'Azienda provinciale per i servizi sanitari per
l'attuazione del "Piano di controllo della leishmaniosi canina” che costituiscono
parte integrante e sostanziale della presente deliberazione;
2) di demandare all’Azienda provinciale per i servizi sanitari l’attuazione delle
disposizioni di cui al punto 1), nonché di coordinarsi con l’Istituto
Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie al fine di verificare le modalità per
estendere il monitoraggio ad altre aree del territorio provinciale sulla base del
finanziamento assegnato;
3) di demandare alla Azienda provinciale per i servizi sanitari la stipulazione della
convenzione con l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie per
l’attività di monitoraggio dei flebotomi sul territorio provinciale e per
l’esecuzione degli esami diagnostici di laboratorio;
4) di dare atto che il piano di finanziamento per il piano di controllo della
leishmaniosi canina per l’anno 2012 è così articolato:
a) costruzione della mappa di rischio provinciale sulla base dei risultati
entomologici (presenza/densità flebotomi) e della sorveglianza sui cani
(presenza/assenza cani infetti) per complessivi euro 20.000,00;
b) n. 500 controlli su sangue con il test di Immuno Fluorescenza Indiretta
“IFI” per la ricerca di anticorpi della leishmania al costo unitario di euro
8,60+ I.V.A. al 21% se dovuta + 2% contributo ENPAV, se dovuto
sull’imponibile = euro 5.307,06;
Costo complessivo EURO 25.307,06;
5) di dare atto che agli oneri derivanti dalla presente deliberazione l'Azienda
provinciale per i servizi sanitari farà fronte con le disponibilità del proprio
bilancio relativo all'esercizio finanziario 2012 ripartito con le risorse di parte
corrente di cui alla deliberazione della Giunta provinciale n. 2754 del 14
dicembre 2011, tabella A), alla voce "Incarichi e consulenze sanitarie" per euro
25.307,06;
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6) la mancata osservanza delle disposizioni impartite con la presente deliberazione
è soggetta alle sanzioni previste per le infrazioni al vigente Regolamento di
Polizia veterinaria, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 8
febbraio 1954, n. 320 e fissate dall’articolo 6 della legge 2 giugno1988, n. 218
recante “Misure per la lotta contro l’afta epizootica ed altre malattie epizootiche
degli animali”.
CC
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