LETTERA DI PROTESTA PER LA PRESENZA DEL

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LETTERA DI PROTESTA PER LA PRESENZA DEL
LETTERA DI PROTESTA PER LA PRESENZA DEL CARDINALE GOLPISTA OSCAR
MARADIAGA IN ITALIA
Att. Ambasciatore Paolo Bruni Segretario Generale IILA
Att. Comunità di Sant' Egidio
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con copia CCN a [email protected]
Il testo da inviare:
OSCAR MARADIAGA, UN CARDINALE GOLPISTA A ROMA
Persona non grata!
Oscar Andrés Rodríguez Maradiaga, il cardinale dell'Honduras, arcivescovo di Tegucigalpa,
Presidente della Conferenza Episcopale Honduregna e Presidente della Caritas Internazionale, è
invitato a Roma a partecipare in un incontro pubblico dalla Comunità di Sant'Egidio e
dall'Istituto Italo-LatinoAmericano il prossimo 20 maggio alle ore 18.00 presso la sede dell’IILA
in Piazza Benedetto Cairoli 3.
Nel novembre scorso il “CardiMale”, come è stato ribattezzato in Honduras, era stato invitato a
Parigi dall'Istituto Cattolico per ricevere una Laurea Honoris Causa insieme all'ex presidente del
Fondo Monetario Internazionale, Michel Camdessus. Ma la cerimonia era stata annullata per le
forti proteste di vasti settori dell'opinione pubblica francese ed internazionale.
Parigi ha infatti condannato il violento colpo di Stato militare e confindustriale che il 28 giugno
del 2009 ha rovesciato il governo legittimo.
Viceversa il cardinale Maradiaga prendeva da subito posizione a favore del golpista Roberto
Micheletti, mentre il Presidente Costituzionale Manuel Zelaya era sequestrato dai militari ed
espulso dal suo Paese. Immediata la condanna dell’ONU, dell OEA (Organizzazione degli Stati
Americani), di UNASUR (Unione delle Nazioni Sudamericane), e di numerosi organismi di difesa
dei Diritti Umani oltre che della stessa Unione Europea. L’ALBA (Alleanza Bolivariana delle
Americhe), il SICA (Sistema d'Integrazione Centroamericana), ed il Gruppo di Rio hanno anche
approvato sanzioni contro le autorità illegittime dell’Honduras.
L'Italia, per bocca del ministro degli Esteri Frattini ha parlato di una "grave violazione della
legalità e delle regole democratiche".
Nei giorni seguenti al golpe, come portavoce della Conferenza Episcopale Honduregna,
Maradiaga appare in televisione, a reti unificate, per leggere un comunicato in cui invitava
Zelaya a non intraprendere "azioni precipitose come un ritorno in patria" per evitare di
"scatenare un bagno di sangue".
Nel suo comunicato non spende una sola parola per condannare la repressione che ha
accompagnato il golpe, eppure le cifre delle violenze fanno paura. Secondo il COFADEH
(Comitè de Familiares de Detenidos Desaparecidos en Honduras) durante il colpo di stato ci
sono stati 16 esecuzioni, più di 500 feriti, 1046 arresti. Nel periodo da giugno 2009 ad aprile
2010 risultano 47 persone assassinate per militanza politica e 7 per conflitti legati alla terra.
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Di notte vige un coprifuoco non dichiarato e chi lo viola si espone al rischio serio di aggressioni,
rapimenti, stupri. Il Presidente della Conferenza Episcopale honduregna non pronuncia una
parola sulla soppressione dei diritti civili e sulla chiusura dei media che non hanno appoggiato
il golpe, come ad esempio Radio Progresso che pure è animata da gesuiti. Niente sulle minacce
di morte ai giornalisti, le intercettazioni telefoniche e il blocco degli accessi ad Internet.
Viceversa, su Zelaya il cardinale dichiara: “l’iniziativa apparentemente meritevole di Zelaya,
tenere gli incontri del governo in diverse cittadine in tutto il Paese, aveva in realtà lo scopo di
istillare odio tra le classi”.
Nonostante gli anni trascorsi, dal Cile di Pinochet, dall'Argentina di Videla, dal Perù di Fujimori,
l'atteggiamento della Chiesa ufficiale non cambia, benché esistano numerose voci anche al suo
interno che si levano contro il golpe e la repressione in Honduras.
Una spiegazione può essere stata l’ingresso dell’Honduras nell’ALBA il 26 agosto 2008 ed il
progressivo avvicinamento di Zelaya a Hugo Chavez, visto dal cardinale honduregno e dalla
gerarchia cattolica venezuelana come il “diavolo in persona”.
Per Maradiaga, infatti l'Honduras era un banco di prova per il tipo di politica che ha permesso a
Chavez di vincere le elezioni in Venezuela e forse la destituzione violenta di Zelaya, per il
cardinale, era il male minore.
Di certo, nella vicenda permangono parecchi punti oscuri, tra cui l'allusione ad una lettera di
dimissioni che Zelaya avrebbe preparato, cosa da questi smentita. Il copione si ripete: come
era successo in Venezuela nel golpe del 2002 contro Chavez, un alto prelato citava una lettera
di dimissioni del Presidente mai esistita. E negli anni ‘80, il cardinale si distinse per aver
denunciato i sacerdoti che simpatizzavano con le lotte dei popoli salvadoregno e nicaraguense,
denunce che hanno comportato torture, morti ed espulsioni.
In Honduras, nel gennaio 2010 si sono tenute elezioni “riparatrici” sotto ferreo controllo
militare e seppur con un astensione record del 70% si è voluto garantire la continuità del Colpo
di Stato. Il nuovo governo di Porfirio Lobo, ha premiato e promosso infatti i suoi principali
autori materiali ed intellettuali, alcuni addirittura presso le Nazioni Unite.
I protagonisti del golpe permangono nella Corte Suprema di Giustizia senza alcun processo ne
revisione da parte del nuovo parlamento. La cosiddetta Commissione della Verità istituita dal
nuovo presidente che tenta così di rompere l’isolamento internazionale, è composta da
personaggi affini al golpe e non imparziali, come non potranno esserlo, d’altronde, le sue
possibili conclusioni.
Questi solo alcune delle ragioni, più che sufficienti, che ci motivano a chiedere cosa abbia
ispirato non solo l'IILA, ma soprattutto la Comunità di Sant’Egidio ad invitare in Italia un simile
controverso personaggio ed esigere la cancellazione di questa iniziativa.
Da parte nostra, lo dichiariamo persona non grata.
Primi Firmatari:
ITALIA: Partito della Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Osservatorio Informativo sulle
Americhe - Selvas.org, CICA (Collettivo Italia - Centro America ), Coordinamento Associazione
Italia-Nicaragua, Associazione A SUD-ONLUS, Rete dei Comunisti, Radio Città Aperta,
Associazione e rivista Nuestra America, Centro Studi Cestes-Proteo, Associazione La Villetta
per Cuba, Casa Editrice Natura Avventura, Lucia Agrati, Gruppo di Roma e Coordinamento
nazionale Rete Radiè Resch, Gabriella Bentivoglio Gruppo Rete Radiè Resch Macerata,
Fernanda Bredariol Gruppo Rete Radiè Resch (Lancenigo-Maserada-Spresiano) , Antonio
Vermigli Gruppo Rete Radiè Resch (Quarrata, Pistoia) , Maria Teresa Gavazza Gruppo Rete
Radiè Resch (Alessandria) , Giuliano Ciapetti, Amig@s MST- Italia (Firenze) Serena Romagnoli,
Claudia Fanti, Benedetta Malavolti, Marta Gomes, Amig@s MST-Italia (Roma), Ettore Zerbino,
Renata Ilari, Franco Fuselli, Marina Criscuoli, Ambretta Tasso, GianCarlo Corazza, Pierugo
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Bertolino, Arianna Sale, Dario Rossi, Luisa Devena, Alessandro Leni, Gabriella Barresi,
Giovanna Savoldi, Roberto Masciadri, Amig@s MST-Italia (Milano), Annalisa Melandri.
Firme internazionali: Redes-Amigos de la Tierra (Uruguay), Oficina Ecumenica Monaco
(Germania), Coordinacion Internacionalismo Buko (Germania), ALBA-Austria, IGLA, (Austria),
Guatemala Solidaritat (Austria), France Amerique Latine (Francia), Alianza Social Continental
Centro America, Movimiento Social Nicaraguense Otro Mundo es Posible, Alianza Social
Continental, Instituto Rosa luxemburg (Brasile-Germania), War on Want (Gran Bretagna),
Ecologistas en accion (Spagna), Asociacion de solidariedad Bolivariana (Spagna), Omal-Paz
con dignidad (Spagna), Informationsburd Nicaragua; Wuppekel (RFA), Casa del Mundo,
Monaco (Germania), Venezuela Avanza, Monaco (Germania), Alianza antiguerra y racismo de
Monaco (Germania), Observatorio de la deuda en la globalizacion (Spagna), Fundacion
Mundubat, Pais Vasco (Estado Espanol), Ecuador Decide, Comision Intereclesial Justicia y Paz
(colombia), Parti de Gauche (Francia),
E nominalmente: Nora Cortinas, Madres de Plaza de Mayo, Linea Fundadora (Argentina),
Lourdes Palacios, Diputata FMLN (El Salvador), Marina Sosa, FMLN (El Salvador).
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