punti di vista… - Il ponte dei Canais

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punti di vista… - Il ponte dei Canais
Input:
Racconta la storia di una delle Cenerentola dal punto di vista di uno degli altri personaggi (la matrigna, la
sorellastra, il principe, la scarpetta….).
LA FAVOLA DI CENERENTOLA DAL PUNTO DI VISTA DELLA SORELLASTRA. Quando mia madre si risposò con un uomo che aveva una figlia della mia stessa età ero furibonda.
Non mi piaceva assolutamente dividere la mia casa e la mia vita con quell’antipatica che credeva di
essere bellissima e bravissima.
Per fortuna, mia madre la pensava come me e quindi la trattava con il giusto disprezzo.
Una sera, la mamma ed io andammo al ballo del principe; la mia sciagurata sorellastra restò a casa a
lavorare, anche se a tutti i costi voleva venire con noi …. ci mancava anche questa!
Ma, come seppi successivamente, la falsa andò alla festa senza il nostro permesso e di nascosto: se
trovassi chi la aiutò sarebbero guai.
La disgraziata verso mezzanotte perse anche una di quelle orribili scarpe di vetro mentre stava
scappando come una ladra.
Il principe si mise in testa l’idea di sposare la donna alla quale stava bene proprio quella scarpetta.
Non vedevo l’ora di fare la prova perché un piedino così bello come il mio non si era mai visto: ero
una principessa nata.
Già mi vedevo correre nel parco del castello e comandare la servitù.
Quando arrivò il mio turno di prova ero così emozionata che i piedi cominciarono a sudare e ad
ingrossarsi, quindi la prova fallì.
Mentre chiedevo all’inviato reale di poter riprovare il giorno dopo con più calma, comparve la
disgraziata e calzò la scarpa, che le stava a pennello.
Rimasi incredula e mi arrabbiai furiosamente: quella sorella sarebbe diventata principessa e sarebbe
vissuta al castello, mentre io sarei dovuta stare a casa, con il patrigno.
Come è possibile che dei piedi così sporchi e magri fossero davvero quelli giusti?
Dalla rabbia mi fidanzai con un calzolaio e così tutte le scarpe che indosso sono perfette e
soprattutto di morbida e comoda pelle.
Massimiliano
NATIKI RACCONTATA DAL CACCIATORE
Io faccio il cacciatore nell'Africa meridionale, cioè nel deserto del Kalahari. Mi chiamo Beppe. Una
sera andai al ballo della luna piena, che avviene ogni mese. Mi vestii elegante, mi pettinai e partii.
Se avessi incontrato una bella ragazza, le avrei chiesto di sposarmi, volevo mettere su famiglia.
Arrivai e vidi già alcune persone ballare e mangiare la carne che era stata arrostita. Allora, siccome
avevo molta fame, ne mangiai un po' anch’io e poi iniziai a ballare intorno al fuoco.
Mentre stavo ballando, vidi due ragazze con la madre. La più grande mi faceva proprio schifo,
perché aveva il naso storto ed era strabica; la più piccola mi sembrava carina. Pensai, allora, di
conoscerla ma, sentendola parlare, ci rinunciai, perché aveva una voce stridula.
Ad un certo punto vidi una ragazza bellissima: non le toglievo gli occhi di dosso. Aveva la pelle
splendente, sembrava rame lucidato, i capelli erano intrecciati con perline coloratissime, al collo
portava una splendida collana di guscio d'uovo di struzzo e intorno alle gambe aveva delle orecchie
di antilope piene di semi. La volli conoscere subito, perché in cuor mio avevo già deciso di sposarla
perché, oltre ad essere bellissima, mi sembrava a posto.
La avvicinai, le dissi il mio nome e lei mi disse il suo: si chiamava Natiki (rise quando le dissi il mio
nome). Ballammo e mangiammo insieme, fino a quando ci sentimmo stanchi.
Allora, senza chiederglielo, la accompagnai a casa. Durante la strada verso casa, che lei ritrovò
perché aveva piantato nel terreno degli aculei di porcospino, mi parlò della sua famiglia, mi disse
che le due sorelle la trattavano male e lo stesso faceva la mamma, solo perché era la più bella della
famiglia.
Arrivammo a casa di Natiki e sua madre la sgridò. Io dissi tra me e me che quelle sorelle e la madre
le avevo già viste al ballo e mi dissi anche che avevo fatto bene a non scegliere una di quelle due
ragazze.
Siccome vidi che la mia futura sposa si stava agitando, parlai e dissi alla madre che la volevo
sposare. La mia futura suocera voleva prendere Natiki e portarla via, ma lei fu più veloce e si
nascose dietro la mia schiena. Vidi anche che le due sorelle avevano il viso rosso dalla rabbia. Allora
portai via subito Natiki.
Be’, io e Natiki abbiamo messo su famiglia; Natiki sta ora attenta ai figli e io vado a cacciare, e bado
a che a lei e ai bambini non manchi mai il cibo.
Giuseppe