collezionare fotografia

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collezionare fotografia
N. 9
NICOLA MAGGI
GLOSSARIO
[COLLEZIONARE
FOTOGRAFIA]
[Vocabolario minimo dell’aspirante collezionista di
fotografia. L’elenco proposto non ha la pretesa di
essere esaustivo ma vuole solo fornire quei termini
fondamentali per iniziare a muoversi in questo mondo
nonché fornire un riassunto dei temi più importanti
affrontati nei vari fascicoli di questa guida.…]
Sommario
A ........................................................................... 4
B ........................................................................... 4
C ........................................................................... 4
D ........................................................................... 5
E ........................................................................... 5
F ........................................................................... 6
G ........................................................................... 6
H ........................................................................... 6
I ............................................................................ 7
L............................................................................ 7
M .......................................................................... 7
N ........................................................................... 7
O........................................................................... 7
P ........................................................................... 8
R ........................................................................... 8
S ........................................................................... 8
Pagina
2
T ......................................................................... 10
V ......................................................................... 10
A Robert Capa
[In occasione del centenario
della nascita del grande
fotografo Robert Capa,
Collezione da Tiffany pubblica
“Collezionare Fotografia“, la
prima guida online a “fascicoli”
dedicata agli aspiranti
collezionisti di fotografia
contemporanea].
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3
[Collezione da Tiffany è il
primo blog, in Italia, ad
occuparsi di Collezionismo
d’Arte Contemporanea. Ogni
martedì e giovedì Collezione
da Tiffany offre ai suoi lettori
una tappa in questo strano
mondo parlandone da vari punti
di vista: storico, psicologico,
tecnico-pratico, finanziario e
legale. Ma anche
raccontandone le storie e le
esperienze più interessanti;
presentando i luoghi e i nomi
della scena artistica
contemporanea del nostro
Paese. Insomma, un blog
pensato per chi ama l’arte,
vorrebbe collezionarla ma non
sa da dove cominciare e,
soprattutto, dove e come
cercare.]
COLLEZIONARE FOTOGRAFIA
© Collezione da TIffany
GLOSSARIO
Si riporta, qui di seguito, il vocabolario
minimo dell’aspirante collezionista di
fotografia. L’elenco proposto non ha la
pretesa di essere esaustivo ma vuole solo
fornire quei termini fondamentali per iniziare
a muoversi in questo mondo nonché fornire
un riassunto dei temi più importanti affrontati
nei vari fascicoli di questa guida.
A
AMBROTIPO
Dal greco “indistruttibile”. Lastra di vetro su
cui si stendeva collodio umido. In genere si
tratta di ritratti fortemente sottoesposti che,
osservati in particolari condizioni, possono
apparire sia positivi che negativi.
ARCHIVIO FOTOGRAFICO
Insieme di fotografie (negativi e positivi),
attrezzature fotografiche e altri materiali. Può
venire inteso anche come spazio fisico di
conservazione dei materiali.
AUTENTICA
Certificato, posto sul retro dell’opera,
contenente i dati di produzione di
provenienza.
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4
B
BARITE
Solfato di bario. Polvere bianchissima stesa
nelle carte fotografiche dette appunto baritate,
tra l'emulsione e il supporto in carta.
BROMURO D'ARGENTO
Alogenuro d'argento, usato in fotografia per
rendere sensibile la superficie di lastre e
pellicole, combinato poi con la gelatina
permette la preparazione di emulsioni molto
sensibili.
C
CALOTIPO
Negativo su carta o stampa positiva diretta.
Primo procedimento in cui l’immagine dopo
l’esposizione rimane latente, ha bisogno cioè
di essere “sviluppata” tramite un lavaggio
sduccessivo all’esposizione. Procedimento
inventato da Fox Talbot, tra le varie migliorie
quella della ceratura della carta di Gustave Le
Gray nel 1851 che rendeva il foglio più
trasparente. Il calotipo permetteva di ottenere
copie a contatto; le stampe, però,
presentavano una certa granulosità dovuta alle
fibre della carta.
CAMERA OSCURA
Lo spazio di lavoro per lo sviluppo e la
stampa di pellicole fotografiche e la
realizzazione di stampe.
CARTA ALBUMINATA
Tecnica inventata nel 1850 da BlanquartEvrard. Un foglio di carta del tipo da disegno
veniva coperto da uno strato di albumina
contenente del sale e sensibilizzato agitandolo
leggermente in soluzione di nitrato d'argento;
la stampa avveniva per annerimento diretto.
L'immagine di solito veniva sottoposta ad un
viraggio all'oro e poi fissata.
CARTA BARITATA
Rivestita generalmente di gelatina - solfato di
bario. Inventata nel 1881.
CARTA AL CARBONE
Carta fotografica ai sali di cromo usata in
origine per ottenere positivi fotografici con
caratteri simili ai disegni a carboncino. Si
tratta di solito di un foglio di carta sottile
ricoperto di una pellicola di gelatina
bicromatata contenente particelle di carbone o
altro pigmento. Le stampe al carbone, ideate
da Alphonse Poitevin (1855-56) sono molto
durevoli. Fra quelle commercializzate dopo il
1889 la carta Artigue, detta charbon-velour, e
quella Fresson, detta charbon-satin.
CARTA SALATA
Semplici fogli di carta da disegno imbevuti di
cloruro di sodio con soluzione di nitrato
d'argento (un solo strato). La superficie
sensibilizzata veniva posta a contatto con un
negativo e, per azione della luce, i sali
d'argento si trasformavano in argento
metallico, con effetto rossastro dell'immagine.
Dopo l'annerimento diretto veniva virata e
fissata.
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5
C-PRINT
Sono le fotografie a colori che tutti hanno a
casa. La composizione è complessa, fino agli
anni ’70 il supporto era cartaceo o in acetato
pigmentato (Kodak dal 1940). Sul supporto
primario vengono stesi diversi strati
contenenti coloranti JMC (Giallo-MagentaCiano). L’immagine è molto instabile a causa
della fragilità chimica dei coloranti. Dal 1970
con in supporti in RC Paper si ottiene miglior
stabilità. I procedimenti più stabili oggi sul
mercato sono: Fujicolor Crystal Archive
(1997) notato sul verso della stampa; Kodak
Endura (2002) notato sul verso della stampa.
Una volta che i colori hanno virato è
impossibile ripristinarli.
D
DAGHERROTIPO
Immagine fotochimica unica su lastra di rame
argentata, è un positivo diretto con destra e
sinistra invertite rispetto al soggetto. La lastra
veniva esposta ai vapori di iodio per la
sensibilizzazione, spesso i dagherrotipi erano
colorati con pigmenti per assimilarli ai ritratti
pittorici. Erano conservati in appositi “case” –
cornici con vetro sigillate per preservarli più a
lungo e inserite custodie in pelle finemente
lavorate. Le lastre usate erano di misure
standardizzate: cm. 21.5x16.5; 10.5x8; 7x5.5;
16x12; 8x7.
DIBOND
Il Dibond è una lastra composita costituita da
due lamiere in alluminio, spessore 0,3
mm/cad., con interposto un nucleo in
polietilene. L'assoluta planarità e la perfetta
finitura in colore bianco assicurano un
accurato allineamento delle lastre sia di
piccolo che di grande formato ed un'elevata
definizione della stampa.
E
EDIZIONE
Con il termine edizione si indica l’insieme di
un numero prestabilito di esemplari il cui
numero è detto tiratura. Non c’è bisogno che
tutti gli esemplari siano stati stampati nello
stesso momento ma, se previsto dall’autore,
possono esserlo in momenti successivi e in
dimensioni diverse, a seconda della domanda
del mercato. Un’edizione, inoltre, può essere
limitata o illimitata; numerata o non numerata
a discrezione dell’artista. Anche se spesso si
ritiene che un’edizione limitata valga di più
rispetto ad una non limitata questo non è
necessariamente vero. Se si tratta di una
edizione limitata la numerazione sarà a due
cifre separate da un trattino diagonale in cui il
numero a destra indica il totale degli
esemplari esistenti e quello a sinistra il
numero dell’esemplare in questione. Nel caso
di edizioni illimitate, invece, la numerazione
sarà del tipo #10: indicando in questo modo
l’esemplare n.10 di un totale indeterminato.
F
FINE ART
Termine con il quale si indica un tipo di
stampa molto accurato destinata al
collezionismo.
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6
FOTOINCISIONE
Procedimento fotomeccanico che utilizza la
fotografia per ricavare, su lastra di zinco o di
rame sensibilizzata, un'incisione a rilievo,
dalla quale si possa ottenere, con la stampa
fotografica, la riproduzione dell'originale. Si
basa sull'invenzione di Fox Talbot che nel
1852 brevettò un metodo per incidere lastre di
zinco o rame appositamente sensibilizzate,
dalle quali trarre stampe. Nel 1858 ne
migliorò il procedimento ricoprendo il
rivestimento di gelatina e bicromato di
potassio con polvere di resina. In generale
tutti i procedimenti di fotoincisione si basano
sulle proprietà della gelatina bicromatata o del
bitume di diventare insolubili dopo
l'esposizione alla luce.
G
GOMMA
BICROMATA
(PROCEDIMENTO
ALLA)
Semplificazione delle tecniche di stampa al
carbone. il procedimento si basa sulla
proprietà della gomma arabica, in presenza di
bicromato di potassio, di modificare la propria
idrosolubilità se esposta per qualche tempo
alla luce. Quanto più forte è l'azione della luce
sulla gomma bicromatata tanto meno
facilmente questa si scioglie. Un pigmento
viene mescolato con la gomma bicromatata e
applicato sulla superficie di un foglio di carta
da disegno, che viene quindi lavato. Una volta
asciutto, il foglio viene messo sotto un
negativo ed esposto alla luce. Poi si lava con
acqua calda e allora appare l'immagine. Lo
sviluppo è fatto con un pennello. Se sulla
carta si versa acqua caldissima, tutto il
pigmento viene tolto. Le zone deboli possono
essere rafforzate rivestendo nuovamente la
carta con gomma arabica e pigmento. In
questo modo si possono applicare colori
diversi sullo stesso foglio di carta. Molte
combinazioni sono così possibili: si può
rivestire di gomma un foglio di platino e
stamparlo di nuovo per dargli maggiore
profondità.
H
HYBRID DIGITAL PRINT
Stampa fotografica da file fotografico digitale
ottenuta con l’impiego dell’attrezzatura film
printer, ossia macchinari che impressionano la
pellicola con una luce laser.
I
IMMAGINE LATENTE
Immagine invisibile a occhio nudo che si
forma nell'emulsione fotografica colpita dalla
luce. Diventa visibile (viene rivelata)
mediante l'azione chimica del bagno di
sviluppo.
L
LAMBDA
Tipo di stampa digitale da file su carta
fotografica che viene impressionata mediante
la proiezione di tre fasci di luce laser colorati
RGB (rosso, verde e blu). La Stampa
Lambda, il cui nome deriva da quello della
macchina, si distingue dalle altre tecnologie di
stampa digitale per la totale assenza di retino,
la nitidezza, la “naturalezza” e ricchezza dei
toni e delle sfumature.
M
MODERN PRINT
Stampa fotografica ottenuta da negativo
originale eseguita a distanza dalla data di
scatto dall'autore o sotto la sua guida.
N
NEGATIVO
Immagine ottenuta esponendo alla luce una
pellicola o una lastra trattata con materiale
fotosensibile i cui valori tonali sono invertiti
rispetto a quelli del soggetto fotografato.
NUMERI F
Serie di numeri che indicano le aperture con
cui si è impostata una lente. Più alto è il
numero, più stretta è l’apertura: f/16, ad
esempio, è più stretto che f/11.
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7
O
OLEOBROMIA
Procedimento di stampa fotografica dovuto a
C. Welborne-Piper nel 1907 e nello stesso
anno proposto anche da L. Wall, rimasto in
uso fino al 1930. La matrice argentica su carta
al bromuro veniva immersa in un bagno
particolare che nel far scomparire l'immagine,
solidificava la gelatina grazie al bicromato di
potassio, proporzionalmente alla quantità di
argento dell'immagine. Questa veniva
inumidita in modo da far assorbire acqua alla
gelatina. Sulla superficie veniva steso
inchiostro litografico o grasso. Nei chiari e
nei mezzi toni dove la gelatina era ben
impregnata,
l'inchiostro
non
aderiva.
Successive passate di inchiostro steso a
pennello permettevano di raggiungere l'effetto
desiderato. Il nome deriva dalla fusione della
stampa originale e il pigmento oleoso.
OLEOTIPIA
Procedimento di riproduzione fotografica con
inchiostro grasso, su carta gelatinata,
preventivamente trattata con bicromato di
potassio, utilizzato per lo più nella
riproduzione di stampe artistiche; fu
realizzato nel 1855 da Poitevin. Tipo di
stampa al pigmento.
P
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8
PORTFOLIO
Cartella in cui sono raccolte fotografie scelte
e organizzate generalmente dallo stesso
autore. Oppure edizione limitata di un gruppo
di immagini selezionate da un gallerista o da
un editore d'arte conservate un una cartella, o
contenitore.
PROVA D’ARTISTA (P.D.A.)
Una o più stampe sperimentali dell’artista
realizzate e dichiarate oltre la tiratura
ufficiale. La prova d’artista originariamente
non era destinata al mercato ma riservata
all’artista o utilizzate da questo come
ricompensa per un collaboratore molto stretto
o un critico. Normalmente le prove d’artista
sono un massimo di tre e vengono numerate, a
differenza degli altri esemplari dell’edizione,
con numeri romani. Al di là di questa
differenza, dal punto di vista del mercato
devono essere considerate alla stregua delle
altre stampe.
R
RIPRODUZIONE
Copia di ogni immagine, oggetto, o
documento che sono una imitazione fedele e
fatta senza intento a ingannare. Spesso sono
fatte con tecnica meccanica, come quella
fotografica o processi di stampa. Esse
possono essere anche in altri media, esempio,
incisione di un dipinto, o di una differente
dimensione dall'originale.
RISTAMPA
Nuova stampa da negativo.
S
STAMPA A CONTATTO
Stampa ottenuta esponendo la carta
fotografica a contatto con il negativo.
L'immagine sulla stampa ha lo stesso formato
di quella del negativo.
STAMPA ALL’ALBUMINA
Stampa a contatto su carta carta
del bianco d'uovo nel quale
bromuro di potassio e acido
strati). Una volta asciutta una
ricoperto con
erano sciolti
acetico (due
soluzione di
nitrato d'argento veniva agitata sulla
superficie, poi di nuovo asciugata. Questa è il
primo tipo di carta che viene prodotto
industrialmente. La carta sensibilizzata era
messa a contatto con il negativo. Poi la
stampa veniva messa in una soluzione di
cloruro d'oro che le dava una sfumatura di un
marrone intenso, fissata in iposolfito di sodio,
lavata completamente e asciugata. Le
albumine sono molto sottili e con il tempo
tendono ad arrotolarsi, per questo le si trova
generalmente montate su supporti di cartone.
STAMPA AL CARBONE
Questo procedimento di stampa consisteva
nello stendere sulla carta una miscela di
particelle di carbone, gelatina e bicromato di
potassio. Dopo l'esposizione le parti non
impressionate venivano lavate, ottenendo cosi
un'immagine con chiaroscuri proporzionali
alla densità e alla trasparenza del negativo.
Per migliorarne i mezzi toni si creò un
procedimento di trasporto (transfert) su carta
al carbone acquistabile in commercio in tre
differenti colori: nera, seppia e brunorossastra. In pratica l’emulsione esposta,
indurita, veniva staccata dal foglio originale e
riposizionata su un nuovo foglio. Poiché
l'immagine così era rovesciata, solitamente si
eseguiva un secondo transfert.
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STAMPA CIBACROME
La stampa Cibachrome (o Ilfochrome, o Rprint), messa a punto nel 1963, s’impone a
partire dal 1980. E’ di fatto, il primo
procedimento a colori industriale a fornire
immagini capaci di competere in durata con il
bianco e nero. Si tratta di un processo di
stampa positivo-positivo, ossia dalla pellicola
alla carta. Si basa sulla distruzioni selettiva
dei coloranti JMC distribuiti in tre strati in cui
sono presenti anche sali d’argento. Supporto
di poliestere e polietilene. L’immagine finale
è di coloranti azoici, prodotti sintetici, che
sono stabili; il problema è la stabilità
meccanica del medium che si divide in bande.
STAMPA DIGITALE
Termine generico col quale si indica una
stampa generata con processi elettronici e
impressa direttamente sul supporto da
stampare.
STAMPE INKJET (A GETTO D’INCHIOSTRO)
Sono le più comuni, mercato molto diffuso,
anche “casalingo”. Difficile darne una
descrizione precisa perché le caratteristiche di
una stampa dipendono dal tipo di stampante,
dal tipo di inchiostro e dal tipo di carta. Dopo
un periodo di “stampa selvaggia” si è sentita
la necessità di regolamentare questo tipo di
stampa per poter dare parametri di qualità e
durevolezza.
STAMPA IRIS O GICLÉE
Nel 1987 nasce la prima stampante IRIS
(nome commerciale) e negli anni Novanta le
IRIS-print o Giclée hanno avuto la loro età
dell’oro. Usata soprattutto da artisti o per
riproduzioni. Si può usare con qualsiasi tipo
di carta, sia semplice o con strato di gelatina.
Si basa sulla quadricromia (JMCK). Sono
stampe molto fragili perché i colori non sono
dentro la carta, ma sopra, quindi sono soggetti
a colature in presenza di umidità o acqua e a
forti sbiadimenti in presenza di luce. Per
ovviare a questo a volte le stampe venivano
verniciate, ma dopo un po’ la stessa vernice si
deteriora e a volte assume un colore giallastro.
STAMPA POSTUMA
Fotografia stampata da negativo originale
dopo la morte dell'autore. Sono dette anche
Estate Prints.
STAMPA AL PLATINO
Processo di stampa utilizzato per il bianco e
nero che impiega una carta sensibilizzata con
sali di platino e ossalato ferrico. Quest’ultimo,
modificandosi in ferroso per esposizione alla
luce, fa sì che i sali di platino si trasformino in
platino, metallo ben più stabile dell'argento.
E’ una carta a un unico strato e si stampa per
annerimento diretto. Fu messa sul mercato
dalla Platinotype Company di Londra,
essendo però molto costosa decadde durante
la Prima Guerra Mondiale venendo sostituita
dalla più economica Carta al Palladio, che
sfrutta esattamente lo stesso procedimento ma
con i sali di palladio.
STAMPA AI SALI D’ARGENTO
E’ il processo di stampa più utilizzato per il
bianco e nero e utilizza una carta a tre strati in
camera oscura con ingranditore e luce
elettrica (DOP). Il Foglio di carta è trattato
con barita ed emulsione di gelatina con
bromuro d’argento, perché è il sale più
sensibile. Per migliorare la stabilità della
stampa nel tempo si è aumentato il numero di
lavaggi a cui viene sottoposta la carta
(sviluppo- doppio fissaggio- stop) per
sopportare tutto questo è stata creata una carta
detta politenata che ha uno strato di plastica
sia sul retro sia tra la carta e l’emulsione. La
carta baritata però si conserva meglio nel
tempo.
T
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10
TIRATURA
La tiratura indica la quantità di copie stampate
per ogni singola opera fotografica. Può
variare da pochi esemplari a un numero
infinito poiché le ristampe non comporta
deterioramento dell’originale che avviene,
invece, nell’incisione.
V
VINTAGE
Stampa eseguita dall’autore (o da un
laboratorio sotto il controllo dell’autore) in un
periodo non superiore ai due o tre anni dopo
la data dello scatto dell’immagine stessa.
VIRAGGIO
Trattamento chimico che serve a migliorare la
stabilità di una fotografia e trasformare il
colore di un'immagine argentica. L'argento si
unisce ad un altro composto quale oro,
platino, selenio e zolfo.
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11
[Mercoledì 12 giugno sarà
online l’e-book completo della
guida “Collezionare
Fotografia”]
Collezione da Tiffany
Via Atto Vannucci n. 14 - 50134 - Firenze
[email protected] www.collezionedatiffany.com
Fondatore: Nicola Maggi