Abstract
Transcript
Abstract
Qualità della vita e metodi di ricerca: approcci qualitativi e quantitativi CHIARLE Enrico, FERRERO Antonella, VASCHETTI Natalina e MERLO Giorgio. Provincia di Torino – Osservatorio sulle politiche sociali. La conoscenza: sperimentazione per una programmazione operativa. Un ente intermedio di programmazione di politiche su un territorio di area vasta presenta esigenze conoscitive stringenti e puntuali attraverso le quali operare scelte per la definizione delle proprie politiche (indirizzi, norme e finanziamenti). Se il fine ultimo della programmazione è quella di ridurre le differenze (tra zone geografiche, popolazioni target ecc.) nella fruizione dei diritti, dei beni e dei servizi dei cittadini, il primo passo è quello della loro rappresentazione nelle diverse articolazioni territoriali. Questo è tanto più vero e necessario per una Provincia come quella di Torino che ha una composizione geografica molto articolata con 2.290.990 abitanti, in 315 Comuni (107 montani, 126 collinari, 82 in pianura), di cui il 65% con meno di 3.000 abitanti ed a cui sono state attribuite precise competenze in molte delle politiche connesse allo stato di salute della popolazione (territorio, ambiente, trasporti, lavoro, servizi sociali etc). La sperimentazione in oggetto si propone, pertanto, di tracciare profili sintetici di comunità pensati come caratterizzazione di insiemi di variabili che permettano di descrivere limiti e potenzialità dei diversi territori in campo di salute, al meglio dell’informazione disponibile. La scelta di alcune Regioni e conseguentemente di alcune Province, come nel caso piemontese, di orientare le diverse politiche anche con una attenzione ai risultati di salute, non intesi come assenza di malattia o di infermità, ma come “stato di completo benessere fisico, mentale e sociale delle donne e degli uomini e della collettività che si configura socialmente e politicamente come bene comune e come diritto umano inalienabile”1 è divenuto un percorso condiviso e prioritario fra diversi soggetti istituzionali quali i Comuni, le ASL, gli Enti gestori socio-ass.li,e altri soggetti interessati o portatori di interessi2. La Provincia di Torino da circa un anno sta lavorando a predisporre un approccio compiuto e condiviso per realizzare una mappatura dei profili di comunità dei 315 comuni ad essa afferenti per evidenziare quei determinanti di salute, su cui l’Ente potrà definire i propri interventi . In questo senso la definizione di salute è tipicamente operativa in quanto vengono prese in considerazione solo gruppi di determinanti (“famiglie”) che attengono alle politiche di competenza della Provincia. Pertanto l’obiettivo è quello fornire una conoscenza sintetica, esaustiva e di semplice comprensione per i decisori delle politiche su area vasta (provinciale) e per zone più specifiche (Comuni e Distretti socio-sanitari) chiamati alla pianificazione ed alla progettazione di interventi (Piani di zona, Piani per la salute ecc). METODO, PROCEDIMENTO e RISULTATI 1. Definizione e costruzione dei profili di comunità Il metodo scelto è stato quello di utilizzare il maggior numero di informazioni disponibili, (indicatori derivanti da banche dati istituzionali), connessi alle politiche di competenza della Provincia, facendo largo uso dell’analisi statistica in componenti principali. Sono stati utilizzati 15 indicatori con granulometria comunale: - Tasso Mortalità Standardizzato 2006 (relativo a tre cause evitabili: accidentali, alcool e fumo) - % diplomati al 2001 su popolazione (stock) - % laureati al 2001 su popolazione (stock) 1 2 Cfr. Piano Socio Sanitario Regionale 2007-2010. Regione Piemonte Cfr. Linee guida regionali costruzione Profili e Piani di Salute. Regione Piemonte l.r. 18/2007 e Allegato A. 1 - % laureati nel 2008 su popolazione (flusso)3 - Tasso di fecondità media (triennio 2006-2008) - Indice di dipendenza demografica anno 2008 - Densità abitativa anno 2008 - % votanti camera politiche anno 2008 - % redditi inferiori a 20.000 irpef anno 2006 - % esercizi commerciali di prossimità anno 2008 su popolazione - % bar, circoli e ristoranti censiti anno 2008 su popolazione - % edicole censite anno 2008 su popolazione - Altitudine Gli indicatori interessati all’analisi si concentrano su tematismi sociali, economici, demografici, sanitari, civili e culturali. L’analisi in componenti principali di questi quindici indicatori ha evidenziato due componenti ritenute significative, di seguito denominate “dinamismo socio economico” e “dinamismo popolare”. L’incrocio di queste due dimensioni (modalità: alta e bassa) ha generato quattro tipologie di profilo che sono state così denominate: a) comunità a sviluppo equilibrato b) comunità a sviluppo non equilibrato c) comunità fragile d) comunità isolata. Lo schema sotto riportato chiarisce la tipologia dei quattro profili. Dinamismo Dinamismo sociodemografico economico popolare Denominazione Alto Alto Profilo di comunità di sviluppo equilibrato Alto Basso Profilo di comunità di sviluppo non equilibrato Basso Alto Profilo di comunità vulnerabile Basso Basso Profilo di comunità isolata 3 Il dato dei laureati 2008 è un dato di flusso che è risultato essere poco correlato con il dato di stock dei laureati del 2001 ricavato dall’ultimo censimento nazionale ISTAT ad oggi disponibile. 2 Ognuno dei 315 comuni della provincia di Torino appartiene ad uno solo di questi quattro profili di comunità. 2. Definizione e costruzione di Target provinciali e delle loro componenti Il gruppo di lavoro ha poi focalizzato la propria attenzione alla costruzione e definizione di Target provinciali riconducibili ad obiettivi di politiche provinciali basandosi su 37 indicatori semplici ad essi afferenti ed utilizzando un precedente lavoro dell’ARPA per la dimensione ambientale. La granulometria è quella comunale, eccezion fatta per alcuni dati socio assistenziali, disponibili solo in versione aggregata sui 23 enti gestori afferenti a tutti i 315 comuni della provincia di Torino. L’approccio adottato è costituito sempre dall’analisi in componenti principali. Per il Target occupazionale sono stati utilizzati nove indicatori e precisamente: - % di Soggetti Licenziati 2009 riferiti a popolazione attiva - % di Soggetti dichiarati immediatamente disponibili nel 2009 riferiti a popolazione attiva - % di Soggetti dichiarati immediatamente disponibili nel 2008 riferiti a popolazione attiva - % Avviamenti nel 2009 riferiti popolazione attiva - % Soggetti in Mobilità Non Indennizzata nel 2009 riferiti a popolazione attiva - % Soggetti in Mobilità Indennizzata nel 2009 riferiti a popolazione attiva - % Soggetti in Mobilità Non Indennizzata nel 2008 riferiti a popolazione attiva - % Soggetti in Mobilità Indennizzata nel 2008 riferiti a popolazione attiva Le componenti emerse dal target occupazionale sono state quattro e sono state così denominate: - investimento protetto - stagnazione parzialmente protetta 3 - investimento non protetto precarietà protetta Le componenti in realtà si riferiscono ad aspetti di mancata occupazione ed un aspetto interessante che ne è derivato, in prima lettura, evidenzia che i fenomeni registrati nel 2008 hanno avuto un espansione diversificata nel 2009. Per il Target prevenzione socio-sanitaria sono stati utilizzati sedici indicatori e precisamente: - casi di minori assistiti economicamente nel 2007 attraverso interventi socio-ass.li riferiti a 1000 minori residenti - casi di adulti assistiti economicamente nel 2007 attraverso interventi socio-ass.li riferiti a 1000 adulti residenti - casi di anziani autosufficienti assistiti a domicilio nel 2007 attraverso interventi socio-ass.li di supporto al domicilio con assistenti domiciliari (SAD) riferiti a 1000 anziani residenti - casi di minori assistiti nel 2007 attraverso interventi di affidamenti familiari riferiti a 1000 minori residenti - casi di minori segnalati all’autorità giudiziaria nel 2007 a seguito di interventi dei Servizi socio-ass.li riferiti a 1000 minori residenti - casi di adulti segnalati all’autorità giudiziaria nel 2007 a seguito di interventi dei Servizi socio-ass.li riferiti a 1000 adulti residenti - casi di anziani segnalati all’autorità giudiziaria nel 2007 a seguito di interventi dei Servizi socio-ass.li riferiti a 1000 anziani residenti - casi di anziani a cui è stato attivato a domicilio nel 2007 il telesoccorso attraverso interventi socio-ass.li di supporto al domicilio riferiti a 1000 anziani residenti - % Rischio Relativo femminile di assunzione di psico farmaci nel 2007 - Tasso di partecipazione screening femminile (citologico) 2007 - Ricoveri in day hospital nel 2006 riferiti a 1000 residenti - Ricoveri ospedalieri ordinari nel 2006 riferiti a 1000 residenti - casi di minori inseriti in presidi residenziali nel 2007 attraverso interventi socio-ass.li riferiti a 1000 minori residenti - casi di adulti inseriti in presidi residenziali nel 2007 attraverso interventi socio-ass.li riferiti a 1000 adulti residenti - casi di adulti inseriti in presidi diurni nel 2007 attraverso interventi socio-ass.li riferiti a 1000 adulti residenti - % di copertura degli asili nido comunali riferiti ai bambini di età 0-2 residenti. Le componenti emerse dal target prevenzione socio-sanitaria sono state cinque e sono state così denominate: - politiche di prevenzione secondaria sanitari, - politiche di prevenzione terziaria sanitaria - politiche di prevenzione secondaria socio-assistenziale - politiche di prevenzione terziaria socio-assistenziale - politiche di prevenzione secondaria sociale Per il Target trasporti sono stati utilizzati quattro indicatori e precisamente: - % proprietà autoveicoli anno 2008 riferiti a popolazione over 18 - % proprietà motoveicoli anno 2008 riferiti a popolazione over 18 - frequenza giornaliera oraria anno 2009 espressa in %, relativa a passaggi di trasporto pubblico intercomunale di andate e ritorno anno 2009 su gomma (pullman) 4 - frequenza giornaliera oraria anno 2009 espressa in %, relativa a passaggi di trasporto pubblico intercomunale di andata su rotaia (treni) Le componenti emerse dal target trasporti sono state due, così denominate: - trasporto pubblico esclusivo - trasporto mix privato-pubblico a prevalenza privato Per il 2007: - Target securitario, sono stati utilizzati otto indicatori derivanti da denunce effettuate nel % di reati derivanti da furti in abitazione riferiti alla popolazione totale % di reati derivanti da furti con destrezza riferiti alla popolazione totale % di reati derivanti da lesioni riferiti alla popolazione totale % di reati derivanti da rapina riferiti alla popolazione totale % di reati derivanti da stupefacenti riferiti alla popolazione totale % di reati derivanti da truffe riferiti alla popolazione totale % di reati derivanti da strappo riferiti alla popolazione totale L’analisi ha generato un’unica componente denominata reati denunciati. Infine per il Target ambientale l’ARPA regionale piemontese, attraverso uno studio realizzato sulla base di indicatori legati allo sfruttamento del territorio (allocazione diverse tipologie produttive industriali, zootecniche, strade e stime collegate all’inquinamento ambientale) ha definito con modalità analoghe sette componenti target denominate “pressioni ambientali”. Queste componenti sono state dall’ARPA così definite: - urbanizzazione - agricoltura - zootecnica - trasporti - attività produttive - infrastrutture - rifiuti In questo modo è stato possibile individuare 19 componenti che stanno alla base dei diversi Target provinciali. Analogamente a quanto attuato con i Profili di comunità sarebbe stato possibile rappresentare la distribuzione territoriale delle 19 componenti con altrettante 19 cartografie (adottando ad esempio due colorazioni diverse per valori della medesima componente a seconda se superiori od inferiori di un valore medio). Avendo ottenuto quattro Profili di comunità (appartenenza esclusiva di ciascun Comune) e diciannove componenti dei Target provinciali (non esclusivi), il lavoro è stato socializzato con alcuni referenti territoriali (Sindaci o funzionari dei comuni, direttori ed epidemiologi di distretto sanitario, direttori e responsabili degli enti gestori socio-ass.li), nonché ricercatori universitari e dirigenti e funzionari pubblici suscitando notevoli suggestioni sia di adesione o conferma sia di criticità. Alcuni interrogativi mossi evidenziano un’eccessiva fissità delle rappresentazioni4. 4 Altri richiami critici rispetto alle suggestioni presentate sono collegati alla mancata rappresentazione di aspetti produttivi industriali di cui però si è sprovvisti di informazioni specifiche e di dati attendibili con granulometria comunale. 5 3. Connessioni fra profili di comunità e componenti target provinciali Al fine di migliorare la comprensione di alcuni nessi tra un determinato Profilo di comunità e le 19 componenti provinciali si è proceduto con un’analisi di regressione lineare multipla5 che ha permesso di individuare alcune relazioni che andiamo qui sotto a sintetizzare. La variabile scelta come variabile dipendente nella regressione lineare multipla è rappresentata dall’indice di mortalità standardizzato (su popolazione regionale) per le cause collegate a droga, alcool e incidenti (cause di morte evitabili). La scelta di questa variabile, usuale in campo epidemiologico, trova origine da precedenti esperienze di studio e di analisi condotte in collaborazione con l’Università degli Studi di Torino Dipartimento di Scienze Sociali. La relazione fra la variabile dipendente “cause di morte evitabili” e le variabili indipendenti costituite dalle 19 componenti Target provinciali, sono state verificate per ognuno dei 4 profili di comunità su cui si ripartiscono in maniera esclusiva i 315 comuni. RELAZIONI TRA CAUSE DI MORTE Profilo Profilo Profilo Profilo EVITABILI 2006 (ALCOOL, DROGA, Comunità Comunità Comunità Comunità INCIDENTE) E LE 19 COMPONENTI con sviluppo vulnerabile isolato TARGET PROVINCIALI PER non sviluppo OGNUNO DEI QUATTRO PROFILI DI equilibrato equilibrato COMUNITA’. Con: PREV. TERZ. SANITARIA NESSUNA NESSUNA NEGATIVA NESSUNA Con: PREV. SEC. SOCIALE POSITIVA NESSUNA NESSUNA NEGATIVA Con : TRASPORTI MIX PREV. PRIVATO NESSUNA NESSUNA NEGATIVA NESSUNA Con: PRESS. AMB. URBANIZZ. POSITIVA NESSUNA NESSUNA NESSUNA Con: PRESS. AMB. ZOOTECNIA NESSUNA NEGATIVA NESSUNA NESSUNA Con: PRESENZA REATI DENUNCIATI POSITIVA NESSUNA NESSUNA NESSUNA Con: LE RESTANTI 13 COMPONENTI NESSUNA NESSUNA NESSUNA NESSUNA I profili di comunità hanno registrato - in qualche caso - relazioni significative con le componenti target delle politiche provinciali6. La presenza di queste relazioni che si è concentrata prevalentemente sui profili di comunità “meno fragili”, confermerebbe la presenza di maggiori investimenti territoriali e locali in termini di opportunità che determinano un abbassamento dei valori della variabile “cause di morte evitabili” oppure una risposta di contrasto significativa a 5 Stimatore utilizzato R quadro. La relazione risulta significativa sulla base dal valore assunto dal coefficiente angolare B che presenta un P-value inferiore al livello di significatività alfa pari a 0,05. Ulteriori test adottati sono stati l’indice VIF di collinearità e l’indice “d” di autocorrelazione dei residui Durbin Watson. 6 Le relazioni significative sono state desunte dai valori di B che presentano un P-value inferiore al livello di significatività alfa pari a 0,05. E’ bene però precisare che l’interpretazione che ne è derivata ha potuto solo cogliere l’esistenza di una relazione ed il senso (positivo o negativo) ma non il suo grado. La consapevolezza di questo limite deriva dalla semplice evidenza che si tratta di una regressione tra componenti principali, a loro volta costruite da più variabili , costituite a loro volta da dati secondari (conteggi) , dimensionati e resi fra loro confrontabili (tassi grezzi ad eccezione per le cause di morti evitabili disponibile in forma standardizzata). 6 potenziali disagi collegati ad eventi di morti evitabili, aumentandone di fatto le potenzialità di benessere e/o di salute7 . Il nodo cruciale è capire se la variabile dipendente così individuata è in grado di prestarsi ad interpretazioni di significato più di salute e di benessere. Avendo chiaro questo potenziale limite si possono tentare delle letture su alcuni nessi specifici. Si può pertanto iniziare con un dato interessante, ma da approfondire sul piano dell’interpretazione, derivante dalla recente crisi economico-occupazionale (anno 2009). La recente crisi, stando a questo quadro interpretativo, pare non abbia impattato su un profilo di comunità specifico, sviluppandosi invece con modalità aspecifiche e diffuse su tutto il territorio provinciale. Questa interpretazione deriva dall’assenza di relazioni significative di tutti e quattro i profili specifici di comunità con le componenti target occupazionali che non risultano ad essi collegate 8, da un punto vista statistico, attraverso la variabile dipendente delle cause per morte evitabili, quest’ultima interpretata appunto come variabile di mancato benessere e/o di salute. Un ulteriore dato interessante deriverebbe dall’assenza di relazioni significative tra politiche di prevenzione socio-ass.le (secondaria e terziaria) e la variabile dipendente cause di morte evitabili individuata sempre elemento di mancato benessere e/o di salute. L’interpretazione che ne deriva è che sul complessivo territorio provinciale, le politiche di prevenzione secondaria e terziaria a matrice sanitaria e socio-ass.le non risponderebbero significativamente a situazioni di mancato benessere e/o di salute, eccezion fatta però per il profilo di comunità vulnerabile che denoterebbe l’ulteriore elemento deficitario di riduzione della prevenzione terziaria a matrice sanitaria. Un’altra riflessione che si potrebbe desumere, deriverebbe dalla connotazione positiva assunta dalla componente prevenzione secondaria sociale nel profilo di comunità equilibrato. L’interpretazione che si trarrebbe è che nel profilo di comunità equilibrata la perdita di occasioni di benessere e/o di salute (individuato con la variabile dipendente cause di morte evitabili) troverebbe risposte e contrasti significativi da politiche di prevenzione secondaria sociale, caratterizzate dalla presenza di asili nidi pubblici comunali. Per contro, nel profilo isolato, già caratterizzato da poche nascite, la perdita di opportunità di salute si tradurrebbe anche come mancanza di investimenti in asili nido pubblici. In quei territori rimane pertanto ad esempio da capire se emergerà in futuro un’offerta alternativa od integrativa del servizio pubblico o privato a favore di famiglie e di donne con bambini molto piccoli su cui si ripercuoteranno potenziali difficoltà nella gestione del menage quotidiano (familiare, lavorativo, assistenziale se ricoprenti anche ruoli di care giver). Ulteriore riflessione in campo securitario deriverebbe dalla relazione significativa tra la presenza di reati nelle comunità a profilo equilibrato e la variabile dipendente delle cause di morte evitabili, quest’ultima sempre intesa come perdita di occasioni di benessere e/o di salute. Rimane da capire se in queste comunità risultano esserci interventi preventivi efficaci e proporzionati rispetto ad una componente che pare incida in termini di mancata salute e/o benessere. 4. Costruzione di graduatorie (scale di gravità) per tematismi Gli approcci precedentemente illustrati, pur interessanti in termini di comprensione delle diverse situazioni territoriali, sono però evidentemente poco utili per quell’approccio alla programmazione operativa che si traduce nell’utilizzo, distribuzione delle risorse finanziarie al fine di ridurre le differenze territoriali. In questa direzione una prima sperimentazione operativa dello specifico Target occupazionale ha sostenuto la ripartizione di fondi di un bando rivolto alle organizzazioni di volontariato in risposta alla crisi sociale determinatasi con la recente congiuntura economica. 7 L’accezione di base consiste nel considerare la variabile dipendente delle cause di morte evitabili anche come indicatore di un livello di mancato benessere. 7 Attraverso l’analisi delle componenti Target provinciali dell’occupazione sono state infatti individuate le componenti della stagnazione parzialmente protetta e dell’investimento non protetto come elementi informativi prioritari per una rappresentazione oggettiva e reale della gravità della crisi. In particolare, tra tutti, si sono individuati tre indicatori semplici afferenti alla crisi occupazionale (% soggetti in mobilità non indennizzata 2009, % soggetti licenziati 2009, % soggetti immediatamente disponibili 2009) che sono stati tradotti successivamente in indici complessivi di scala, più semplicemente interpretabili dal territorio per la ripartizione dei fondi destinati al bando. Così come è rappresentato dalla seguente tabella in cui per ciascun territorio 1) è calcolato il tasso specifico (soggetti in età lavorativa) 2) ciascun tasso è collocato in una scala a 100 3) è calcolata la somma dei relativi valori 4) la somma, a sua volta, è collocata in una nuova scala a 100 Il risultato è una graduatoria territoriale di gravità che può facilmente indirizzare l’utilizzo delle risorse finanziarie disponibili. OCCUPAZIONE TERRITORIO DI RIFERIMENTO tassi specifici in scala a 100 cessati mobilità GRAVITA' flusso disp. TOTALE C.I.di S. Orbassano 76,91 90,48 78,23 245,62 C.I.S. Cirié 74,98 86,91 99,03 260,92 C.I.S.A. 12 Nichelino 81,71 100,00 88,38 270,08 C.I.S.A. 31 Carmagnola 76,64 85,05 88,09 249,78 C.I.S.A. Gassino 64,17 70,32 51,22 185,71 C.I.S.A. Rivoli 78,47 98,22 82,16 258,84 C.I.S.A.P. Collegno-Grugliasco 82,41 97,91 82,37 262,70 C.I.S.S. 38 Cuorgné 75,89 94,77 95,02 265,67 C.I.S.S. Chivasso 80,85 98,92 100,00 279,78 C.I.S.S. Pinerolo 77,05 70,07 85,46 232,59 C.I.S.S.A Pianezza 75,04 98,29 64,14 237,47 C.I.S.S.A. Moncalieri 78,54 91,15 80,62 250,31 C.I.S.S.A.C. Caluso 77,65 92,36 68,97 238,97 C.I.S.S.P. Settimo 86,93 99,54 67,79 254,27 C.M. Valli Pellice Chisone Germanasca 81,17 72,96 66,60 220,72 C.S.S.A. del Chierese 69,20 84,25 75,02 228,47 Città di Torino 100,00 90,48 67,75 258,23 C.A.S.A. Val Sangone 62,65 77,99 79,82 220,46 Comunità Montana Valli di Lanzo 66,44 65,75 82,48 214,66 CON.I.S.A. Val Susa 82,15 94,83 91,29 268,27 IN.RE.TE Ivrea 86,14 87,54 68,06 241,74 SCALA A 100 87,79 93,26 96,54 89,28 66,38 92,52 93,89 94,96 100,00 83,13 84,88 89,47 85,42 90,88 78,89 81,66 92,30 78,80 76,73 95,89 86,40 La stessa operazione può essere condotta per altri tematismi (es. trasporti, ambiente, servizi sociali e sanitari etc) creando per ciascuno di essi la relativa scala di gravità territoriale. 8 CONCLUSIONI Il lavoro, come ricordato, nel tempo ha suscitato interesse e revisioni critiche da parte di esperti afferenti a diverse tradizioni di ricerca (ad esempio di area sociologica ed epidemiologica) che hanno suggerito, nell’arco di un anno, già una decina di revisioni. Suggestioni e spunti critici, sono stati espressi anche dai destinatari finali (decisori politici ai diversi livelli) che, pur confermando l’adeguatezza rispetto agli obiettivi della programmazione, in qualche caso hanno espresso difficoltà rispetto all’utilizzo e alla comprensione di “indicatori sintetici, ma troppo complessi”, poiché presuppongono conoscenze statistiche non facilmente accessibili. Il ritorno favorevole da parte del territorio ha costituito la premessa per presentare questo approccio innovativo sul piano tecnico-programmatorio ad un recente convegno regionale centrato sulle buone prassi per la costruzione dei PEPS – Profili e Piani di Salute nella Regione Piemonte tenutosi il 15.6.2010. Ha permesso, infine, di iniziare ad utilizzare al meglio le informazioni disponibili ai fini della programmazione delle politiche e degli interventi di competenza della Provincia, iniziando a costituire un primo nucleo di un modello tecnico di supporto alle decisioni politiche (vedasi l’utilizzo di graduatorie per la leva finanziaria). L’approccio presentato in questa sede pur sperimentale ed ancora da sottoporre ad ulteriori prove di falsificazione (metodologiche, concettuali, statistiche ecc) ad oggi ha già portato verso una maggior consapevolezza politica e tecnica sull’utilità di alcuni approcci statistico-esplorativi ed alla socializzazione di metodi maggiormente robusti o argomentabili (anche sul piano delle complessità dimensionali) nel campo della programmazione di politiche di area vasta e della distribuzione di risorse da destinare. Sinteticamente il passaggio da un approccio statistico-conoscitivo ad un modello operativo tecnico programmatorio può esser rappresentato in questo modo: 1) analisi esplorativa statistica e riduzione delle informazioni in componenti essenziali RAPPRESENTAZIONE DELLE DIFFERENZE: IL METODO INDICATORI TEMATISMI raggruppamento logico ANALISI DELLE COMPONENTI PRINCIPALI riduzione di un numero più o meno elevato di variabili in alcune variabili sintetiche PROFILI E TARGET caratteristiche GRADUATORIE PER TEMATISMI LIVELLO 9 2) Individuazione delle componenti essenziali per la costruzione di Profili di comunità o per la definizione di semplici Target di intervento RAPPRESENTAZIONE DELLE DIFFERENZE: IL METODO INDICATORI TEMATISMI raggruppamento logico Occupazione Servizi sociali Ambiente Trasporti Sicurezza GRADUATORIE PER TEMATISMI LIVELLO 3) Rappresentazione dei Profili di comunità e scelta dei Target di intervento prioritari (che nel caso in questione risultano essere: “stagnazione parzialmente protetta”, “investimento non protetto”). 4) Individuazione di target di intervento, identificazione degli indicatori semplici che li compongono e successiva costruzione di un indice numerico complessivo attraverso l’ausilio di scale di rapporti (limite superiore pari a 100). L’indice numerico può essere utilizzato come razionale di riparto delle risorse finanziarie disponibili. Gli autori desiderano precisare che il presente lavoro può rappresentare un approccio conoscitivo per le finalità di cui prima, ma non ancora un modello scientifico proprio per la tecnica di analisi in componenti principali utilizzata e per i limiti informativi sopra specificati. L’approccio così compiuto è risultato tuttavia propedeutico alla possibilità di sostenere, al meglio delle informazioni disponibili, decisioni da adottare nel campo della programmazione di alcune politiche e di interventi su vasta area. 10