io sono dio - Accademia della Follia
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io sono dio - Accademia della Follia
Foto di Clara Calubini IO SONO DIO E NON VOGLIO GUARIRE di Claudio Misculin S alve, mi chiamo Giordano, Marco, Gladio o Mariano Muscolin o Minchiulin o Mussolini a seconda dell’errore di stampa, e, nell’orrore della normalità, sono l’errore che permette la vostra intel- faccio ancora teatro con i diroccati perché ligenza. non so fare l’idraulico. 28 anni fa fondavo il laboratorio d’artigia- Alle volte faccio film e teatrini coi normanato teatrale dentro l’ex manicomio di loidi, ma non perché siano più divertenti Trieste con la dott.ssa Angelima per avere un po’ più visibilità na Pianca. Sono l’errore che e quando torno ai miei laboratori 20 anni fa il gruppo diventava permette la vostra costo di più e posso farne di intelligenza meno. Velemir Dugina e Sono un eccellente primo atto11 anni fa fondavo l’Accademia della Follia con Angelina doc. e Cin- re sia tra i matti che anche di più tra i norzia. maloidi: poi nel mio gruppo mi allungo a Quindi sono trent’anni di lavoro nel setto- fare il regista, scenografo, costumista perre, prima come matto e/o carcerato, poi ché non ho mai i soldi per pagarne uno come istruttore di matti e/o carcerati. vero. (sono particolarmente apprezzato nel Oggi ne ho le palle piene piene piene e gruppo come camionista) Credo che L’attore è un involucro muscolo tendineo atto alla rappresentazione emotiva. E questo faccio e faccio fare: un teatro basato sull’introspezione fisica e l’etica della diversità. Ho detto attore nel senso di artista. Dico involucro per prendere le distanze da analisi e analisti e anali di ogni tipo (in teatro l’analista c’è e si chiama drammaturgo). Comunicazione emotiva perché quella razionale la lascio ai ragionieri e ai paolini bravi di ogni tipo. Sono l’inventore del TEATRO DELLA FOLLIA e/o dell’eccesso e un po’ me ne vergogno: papà mi voleva ingegnere, io mi preferivo medico, nessuno immaginava il matto o l’attore: tutti e 2 insieme poi....non ho altro da dire. sabato 32 agosto 2003 clamata. Mia è la formula: Tesi: TECNICA + FOLLIA = ARTE Antitesi: Tecnica + tecnica = ragioniere Follia + follia = reparto U.S.L. il matto non deve sforzarsi per entrare nella parte di Napoleone: il matto è Napoleone Sintesi: Se sei diverso devi fare l’attore che ti viene meglio del ragioniere. Se fai l’attore devi essere diverso. Come mai proprio a me questa grazia? è stato un crac psichico che mi ha portato 30 anni fa in manicomio svelandomi la mia propria di me stesso medesimo proximo in se stesso vocazione: Domenica 33 agosto 2003 MATTO DI MESTIERE, ATTORE PER La Silvestri mi telefona e dice: non ci capi- VOCAZIONE sco, ma comunque non basta. Vabbè dico peggio per voi! Il matto è il materiale umano predisposto più adatto per il palco. IO SONO DIO E NON VOGLIO GUARI- Sul palco tutto è gigante, drammatizzato RE come nell’esistenza del folle. Io sono Dio in teatro: prima di me il nul- Il matto non deve sforzarsi per entrare nella. la parte di Napoleone: il matto è Napoleone. Insomma, dopo di me tanti tutti L’attore è un bravi ragazzi che fanno quel involucro IL MIRACOLO DELLA che possono nella giusta muscolo tendineo REINCARNAZIONE direzione ma senza la divina illuminazione. atto alla rappresenta- Ingredienti: autoconvincizione emotiva Il problema illumino-tecmento: credere fortemente in nico non è secondario trattanse stessi, e ancor più nelle bugie dosi di arte e ne parliamo dopo; adesso che ci si racconta, per poterle poi raccontaparliamo del prima di me il nulla ma non re meglio agli altri. tanto perché non ci siano stati prodotti va- N.B.: A questo proposito ricordare che “il lidi, ma perché non si è capito nulla della matto ha sempre ragione e non dice mai le loro equazione esistenziale. bugie”. Solo con me nasce la consapevolezza de- Ricetta: si prendano 80 kg di Misculin, e/o altro nevroparanoide, e si immergano nella problematica del personaggio. Si lascino quindi macerare gli 80 kg per un paio di giorni, che aiuteranno l’animale a lasciare la propria pelle per vestire i panni del personaggio desiderato. All’alba lavate e mondate il pelato (o chi per lui) degli elementi insulsi del problema. Legate la carne e fatela rosolare a fuoco vivo in una pasta di slogan di riferimento. Basteranno pochi minuti ed il “reincarnato” potrà essere sbattuto in strada o sul palco convinto di essere questo o quel Napoleone desiderato. il culo di arrivarci al momento giusto: bastava qualche anno prima e per carattere, curriculum, (ed energia mia propria) sarei stato fatto cenere dalle terapie pre-basagliane, che ricordo, in gran parte dell’Italia sono ancora in pieno vigore. Invece il culone di Misculin in manicomio (ex) trent’anni fa scoprì il teatro, ma soltanto vent’anni fa in teatro scopro che LA FOLLIA FA BENE AL TEATRO Simonetta Pagnotti – Famiglia Cristiana – anno LXVI – 18 dic. 1996 – lire 3.000 In copertina Madre Teresa: Grazie, Signore grazie: gli unici finora che mi hanno capito. Cioè la mia riuscita divina, sempre positiva, in scena non dipendeva solo da un metodo di lavoro rigoroso e basato sulla introspezione fisica, ma anche da un “quid” che non era talento (che un giorno ti sostiene, un altro In manicomio mi ci ha portato un anno di anche, ma prigalera preventiva per un’accusa ingiusta ma o poi ti lapoi decaduta a firma di una S.S.: Sergio scia in braghe Serbo giudice, lo stesso del depistaggio a di tela), ma un sx della strage fascista di Peteano (5 cara- tipo di metabolismo teatrale quotidiano binieri in cielo). che nel frattempo accoglieva, anzi attingeIo ero totalmente innocente, fui assolto, va a piene mani per la propria sopravvil’S.S. fu radiato dall’albo. venza dalla follia. Io totalmente innocente fui assolto Questo perché entrando nell’O.P.P. ma ne uscii spappolato. La follia di Trieste (Ospedale PsichiatriIn manicomio di Trieste trovai è un valore – da co provinciale), 30 anni fa, la libertà e la ricomposizione: vicino nessuno è (una volta assestatomi nel normale nome e cognome Franco Romedesimo comprensorio, non telli. Erano gli anni caldi in cui più Ospedale, ma ancora muri e Trieste abbatteva i muri soprattutto anche bel teatro 600 posti che per sei scientifici dell’Istituzione totale ed io ebbi anni ho occupato) oltre al teatro ti scopro anche la “180”: quella che mi permetteva esempio, può essere una meravigliosa sacdi far teatro: con tutti i suoi movica spaventosa di capacità di concenmenti e collettivi e manifestaz. e trazione. Può essere. Se lo vo.....Basaglia gliamo. La follia è un valore compagni e compagne e mi come tradimenquesta è una mia convinziosposo: una doc.: 3 figlie femto. Si, nel mio mine, subito, più uno mane, e non c’entra niente con schio, dopo: e vado, sempre delirio etico lui ha la “180”. Tutta roba mia. tradito: è mornel teatro, ma vado più conLa “180”, invece, una bella to! vinto che mai che la vita era inculata....per me, per noi, noi meglio godersela accettando le chi?, noi che l’abbiamo fatta: io come soldatino, Rotelli come generale, proprie mancanze (?) diversità (?) piuttosto che non spendersela a tentare di “cu- Basaglia come tradimento. Si, nel mio derarle”. lirio etico lui ha tradito: è morto! Non doQuindi nella mia equazione esistenziale veva! A fatto la legge con Zanetti e poi è entrava una nuova cifra che avrebbe preso volato in cielo e ci ha mollato lì. sempre più presa fino a diventare un’im- E la “180”, a Trieste, ha funzionato. E pure portante costante del gioco: sta benedetta bene! follia! IL CAVALLO AZZURRO Man mano che SCABIA – MARCO CAVALLO mi riprendevo E NON SONO UN CAVALLO MA dal trauma post- QUALCOSA DI SIMILE ALL’UOMO galera, matura- DOVE SI DIMOSTRA CHE DIVERSO vo la chiarezza NON E’ INFERIORE che la follia-di- Eravamo a cavallo!!! versità era una In altri posti, no. mia prerogati- Legge senza portafoglio. E senza volontà va, e non neces- politica. sariamente de- E’ un’accusa?: si! trattiva, ma A posteriori?: no, ancora valida! poteva essere Alla Sinistra?: si! una ricchezza, Tanto più adesso che il vento della dimenanzi lo era e non ci avrei rinunciato. ticanza si è alzato e vuole spazzare via Nel gergo propagandistico misculiniano: ogni futuro. Questo non è un vento normaLa follia è un valore – da vicino nessuno è le. A trieste tira la “bora”. normale. A partire dal fatto che: tu ti ver- Questo è un vento chimico integralista gogni del tuo mal di fegato? : no! E allora prodotto a N.Y.. io perché dovrei vergognarmi di essere E nega che tu sia mai esistito. malato di nervi? Tanto più se questa condi- Della serie la terra è piatta e se dici il conzione è frutto di un errore del sistema; e trario sei un terrorista. tanto ancora ancor di più se questa condi- A Padova, facoltà di Psicologia, 28 anni fa zione apparentemente negativa può offrire Basaglia era vietato. delle valenze particolarmente positive. Per A Padova, facoltà di Psicologia, oggi, Bafinire col fatto che la maniacalità, per saglia è sconosciuto. Nostro sondaggio su un campione di Sono andato oltre...sono andato oltre... l’uma100 studenti di psicologia, sulla come sempre...e allora?...ci rinità nella mango...: domanda: “chi è Basaglia?”, ri“180” non è facol- SOLO LA FOLLIA E’ IL RIsponde: “non so’!” Trieste ha funzionato perché tativa, è una cifra FUGIO DELLE MENTI LUera esperimento CEE: Bruxel- obbligatoria del- CIDE E LIBERE CHE NON l’equazione. ACCETTANO DI VEGETAles mandava 3 lire, Roma rubava 2, a Trieste ne arrivava 1. E RE NELLA FOLLIA DELLA Trieste con quella lira riuscì a sopravviCONDIZIONE UMANA DI QUEvere, dimostrando che il sole esiste. STA REALTA’. Con 1 lira. L’equivalente di quello che dal Sono andato oltre...la “180” no, è Legge! ’78 in poi ogni governo italiano aveva pro- E quando accuso, non accuso solo i partiti messo a tutti in Italia e che nessuno ha mai di sx, che non hanno visto sentito parlato, visto, in Italia. Se Trieste ce la poteva fare, ma soprattutto accuso gli individui siniper gli altri era quasi impossibile. Ma Trie- strati che ste aveva anche un altro contributo prezio- non hanno so indispensabile: l’umanità. E l’umanità sentito il (a Trieste esperimento CEE), arrivava da r i c h i a m o tutto il mondo: carrettate di volontarie dal dell’umaBrasile, Germania, Francia. E la Spagna, na foresta. no!? E poi i cervelloni!, tutti lì a discutere Non parlo con le TV dietro. Per un deviato indotto, di volontaun gioco di specchi, fatto sta che a Trieste ri. Parlo di l’umanità c’era, ce n’era tanta. E l’umanità quei medinella “180” non è facoltativa, è una cifra ci, inferobbligatoria dell’equazione. mieri, opeLA “180” È’ UNA LEGGE CHE SOT- ratori tutti TENDE UN CAMBIAMENTO CULTU- pagati tanRALE. to o poco E’ una legge cattolica perché prevede che hanno scientificatamente l’amore, che muove il operato nell’ambito della “180” ligi precipaziente da oggetto a soggetto. si nei limiti delle loro mansioni scientifiBravo cattolico, perché gli ultimi saranno i che specifiche, timbro il cartellino e ho riprimi ed è grazie alla follia che l’umanità solto il mio destino, senza rischiare senza salverà l’uomo, quello umano (Miss. cu- coinvolgersi senza spendere se stessi: verlin) gognatevi!!! poiché Ma non ieri, oggi vergognatevi, che c’è L’AMORE E’ FOLLIA tanto ancora da fare tutto. E la parola d’ordine resta SOLO CHI AMA CAPISCE CONTAMINAZIONE. DIO E’ FOLLIA (decontestualizzato e rubato, dal prof. della Cattolica di Brescia, C. Bernardi) Riassunto delle puntate precedenti: 30 anni fa da matto incontravo il teatro. 20 anni fa da attore incontravo la follia. 10 anni fa da matt-attore incontravo Cinzia Quintiliani: Dea, ex macchina delle Accademie. Se sono Dio non potevo sposarmi che una Dea. Si era deciso di rompere l’isolamento nel quale avevamo sperimentato e vissuto il teatro e follia per esportarci. Approdammo al Festival di Santarcangelo di Romagna dove per 2 anni riscuotemmo un successo pazzesco: chiamo il Garrone e la Villardi a testimone. (vedi allegato) Io ero sbarcato lì, a Santarcangelo, anche perché non ne potevo proprio più e pensavo di consegnare al mondo il mio esperimento per poi andare a suicidarmi, non so’, in Nuova Guinea...ma lì mi aspettava la Quintiliani che senza saperlo mi ricompattò e mi rimise in circolo. Biondi Fabio, Pascucci Sandro, i manager che mi diedero lavoro permettendomi di verificare il mio metodo anche su normaloidi: eccezionale. Avevo già maturato delle invenzioncine concrete, nate (sì e coltivate pure nel) sul terreno della follia, e che sapevo già poter essere preziose anche in ambiti normali e ufficiali e formali e totalmente ... ANDATA E RITORNO Dal “Sacro Manuale dei Riti” : cap. quattro, versetto cinque, urletto sei proprio un c.... Immaginiamo i nostri polmoni come un mantice che si gonfia d’aria e poi la soffia fuori senza soluzione di continuità. La nostra cultura ci insegna a far suonare solo la colonna d’aria in uscita: nella comunicazione logico verbale quotidiana, nel canto, in tutte le manifestazioni vocali conosciute si usa solo la colonna d’aria espirata. Come insegna madre natura. NOI NO. L’andata e ritorno studia le possibilità di articolazione del suono anche sulla colonna d’aria in entrata nei polmoni, ottenendo quindi una sorta di circolarità del suono emesso. MEMORIZZAZIONE DINAMICA Sempre dal “Sacro Manuale dei Riti “ del giovane matt-attore. Il testo viene “lavorato in corsa”, si attua cioè una sorta di “memorizzazione al trotto”. Perché? Per garantirsi dalla labilità della memoria razionale, i dati vengono immagazzinati nelle cosce, via dalla sfera logica. E questo garantirà all’attore quel patrimonio di energie minimo necessario sufficiente ad essere realmente “presente” al momento della recita, cioè anche quando sarà sottoposto all’impatto di mille paia d’occhi. IL SISTEMA DELL’ECCESSO. Viviamo nella dimensione dell’anticipazione dei desideri. Cioè i miei desideri non nascono più da pulsioni interne, ma dalla scelta delle soluzioni fornitemi dall’esterno. Faccio un esempio: posso scegliere tra mille tipi di dentifricio, ma non posso sce- gliere l’aria pura: non c’è più. Viviamo già nell’eccesso: eccesso di mezzi, di strumenti, di ignoranza. Il risultato è incomprensione della realtà, incomprensione di se stessi, incomprensione. Il palco è per convenzione il luogo deputato all’eccesso. E nel mio teatro questo è. E’ il luogo magico, il luogo del delirio che offre le valenze alla ricomposizione immediata del soggetto, mentre oggettivamente è una finestra che permette la visione delle contraddizioni. Gli attori sono depositari del corpo come strumento di lavoro e dell’eccesso come limite. L’Accademia della Follia è un eccesso : Per l’Accademia della Follia l’eccesso è un valore. Bejart : “:.. in arte ogni limite è una libertà...” Misculin : “... ed ogni eccesso è un atto dovuto alla sperimentazione di cui l’arte si nutre per poter essere tale.” Cioè in scena mi do fuoco, vomito, mi taglio, mi spacco e spacco intorno, eccedo. La lettura che il pubblico (critica compresa) fa di ciò è ridicolmente capovolto. Vengo accusato di.... Faccio un esempio: avevo in compagnia un elemento, una giovane attrice, che vomitava in scena. Subito critiche di esibizionismo gratuito, della ricerca dello shoc etc...la verità: tutto il contrario. Avevo in compagnia un elemento che vomitava da anni: bulemia. Grande temperamento, capacità e possibilità, giovanissimo pulsare di vita in ecces- so di energia che si propose subito di prodursi in eccessi teatrali: vuol tagliarsi in scena, darsi fuoco etc. Dopo due anni di osservazione le permetto di vomitare in scena. Per un anno vomita a casa e in scena, poi dopo un anno smette di vomitare a casa, e per un anno vomiterà solo in scena. Adesso non vomita più ne a casa ne in scena e manco sta più con l’Accademia, che Dio l’abbia in gloria. Questa non è scienza e manco terapia. Non lo pretendo e non lo desidero: mi è successo, però... mi è successo, ed è innegabile, alla faccia di ...