Ottavio Missoni - Corriere della Sera

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Ottavio Missoni - Corriere della Sera
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Mode e Modi Lunedì 18 Febbraio 2008 Corriere della Sera
TRA
M ODA
E
S PORT
Ottavio Missoni
«ATLETI-MODELLI?
SCELGO LEA E TIGER»
DI MAURIZIO DI GREGORIO
A
87 anni Ottavio Missoni lancia ancora il cuore oltre
l’ostacolo. Più precisamente, da inguaribile sportivo, lo
scorso settembre ha gettato il peso a 8,86 metri ai Mondiali
Master svoltisi a Riccione. «Non mi piace dire che partecipo
ai mondiali Over 85, ma a quelli Under 90». Classe e ironia.
Nella vita dello stilista nato a Ragusa, in Dalmazia, (oggi Dubrovnik) lo sport resta centrale. «Sono stato finalista alle
Olimpiadi di Londra del 1948 nei 400 a ostacoli arrivando sesto. Mio padre mi vide in un filmato, mi disse: "te si arrivà
ultimo". Oggi continuo corricchio una ventina di minuti al
giorno nel mio parco passandomi una «bala» di 4 chili da una
mano all’altra. Poi qualche scambio a tennis, ma non uso tutto il campo. Insomma, lo sport per contrastare i piccoli acciacchi quotidiani».
Chi meglio di Missoni può parlare del rapporto moda-sport che da un po’ di anni sta coinvolgendo molte maison che arruolano star del calcio, del nuoto, della Formula
uno, del rugby, del golf? «L’intesa tra moda e sport non è nato
in questi ultimi decenni, ma risale a quasi un secolo fa. Fin
dai tempi dei grandi tennisti francesi come Suzanne Lenglen
o Rene Lacoste o in tempi più recenti la nostra Lea Pericoli .
Questi grandi giocatori in un certo senso dettavano i tempi
alla moda. Quel gonnellino che lasciava intravedere certe rotondità, era frutto di una scelta autonoma. La Pericoli, per
esempio, sapeva esattamente cosa voleva mostrare mentre
era impegnata in un rovescio o raccoglieva la pallina. Oggi è
la moda che si avvicina ai campioni sfruttandone la grande
popolarità. Massimiliano Rosolino , Kakà , Figo , David Beckham e molti altri atleti potrebbero benissimo cambiare mestiere: è bello vederli sfilare in passerella. Hanno un’armonia
da modelli».
Tra gli sport che Missoni considera trainante per la moda
c’è il football americano. «Quei caschi lucidi dai mille riflessi,
‘
quelle divise variopinte su cui troneggiano enormi numeri,
quelle maschere in fili d’acciaio, quei grandi paraspalle sono
entrati nella sintassi della vita quotidiana. I nostri ragazzi si
vestono seguendo ciò che gli stilisti hanno disegnato ispirandosi a questo sport».
Per Missoni l’estetica lascia a desiderare, invece, nell’atletica leggera o nel calcio. «Prendiamo i maratoneti o i marciatori: certi pantaloncini e certi accostamenti di colori ti danno un tale fastidio da farti pensare che non può essere vincente uno che abbia osato
tanta sciatteria. Un tempo i calciatori si salvavano. I colori delle squadre spesso non erano male. Ma poi
su quelle casacche sono arrivati gli
sponsor che hanno modificato l’immagine legata ai nostri ricordi. Il tifoso che un tempo si emozionava
per la divisa della squadra del cuore, oggi è costretto a soffrire o a gioire magari per la scritta di un salame
o un detersivo che campeggia sulla
divisa».
Le scarpe da tennis ora si portano
anche con lo smoking. Amo
l’estetica del football americano
Eppure il mondo dello sport ha imposto il suo stile nella
società, determinando una svolta di costume: «La grande
moltitudine dei non atleti ha rubato qualcosa ai professionisti in fatto di moda: pensate alla scarpe da tennis. Oggi sono
diventate le calzature principe per uomini e donne tanto da
poterle indossare con lo smoking o con l’abito lungo di lamè».
Tra gli sportivi che «l’artigiano della moda», (così si
definisce Missoni), vorrebbe vestire, c’è Tiger Woods. «Trovo il golfista americano un uomo dall’eleganza innata. Dopo ogni suo colpo vederlo
camminare per raggiungere il green sembra quasi assistere a una sfilata di
moda. Lui è il modello che tutti
vorremmo avere».
Eleganza studiata
Per Missoni (Imago) Lea Pericoli (Ap) sapeva
che le sue gonne con pizzi avrebbero fatto
epoca. E Wood (Epa) «ha un’eleganza innata:
il modello che tutti vorremmo avere»