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dell’Ente
il
A.N.P.C.I..
A.I.R.E.
OK per i nostri cittadini all’estero
Emigranti
Per gli operatori dei Servizi
Demografici questa parola è diventata
ormai sempre più ricorrente nel linguaggio usuale anche perché sempre più frequenti sono gli adempimenti connessi ad
una perfetta tenuta dello schedario così
come voluto dalle continue novità della
vigente normativa in materia.
Oggi, quello che prima era limitato
ad un semplice registro con indicazioni
sullo stato di residenza dei nostri cittadini all’estero – peraltro spesso aggiornato su dichiarazione di parte – è una realtà
ben diversa, più complessa, molto più
precisa e rispondente ad interessi di primario interesse per lo stesso cittadino
all’estero, si badi bene, non più emigrante, piuttosto operatore all’estero.
Nato per mere esigenze statistiche,
oggi l’AIRE si pone come un’anagrafe
tesa a garantire al cittadino all’estero gli
stessi diritti garantiti al cittadino residente.
Un cammino lungo sicuramente; le
conquiste graduali fino al conseguimento ultimo del diritto di voto all’estero.
Fu proprio l’ISTAT, infatti, che con
la circolare n. 22 del 21.02.1969 istituì
l’Anagrafe degli Italiani Residenti
all’Estero; uno strumento con compiti
essenzialmente certificativi, ma oggi le
esigenze sono ben altre.
Ben altre e molteplici sono per la
verità le attese e gli interessi di chi – un
tempo emigrante operaio – ha oggi
“... Un tempo emigrante
operaio,
ha oggi assunto la figura
di chi opera fuori dei confini
nazionali meritando il
plauso, la stima ed il
riconoscimento delle stesse
comunità ed istituzioni
straniere...
collocandosi in settori
aziendali altamente
qualificati...
e, addirittura spesso
erigendosi ad imprenditore e
manager, protagonista
della vita sociale, ...
”
assunto la figura di chi opera fuori dei
confini nazionali meritando il plauso, la
stima ed il riconoscimento delle stesse
comunità ed istituzioni straniere, in vari
modi collocandosi in settori aziendali
altamente qualificati e specializzati e,
addirittura spesso erigendosi ad imprenditore e manager, protagonista della vita
sociale, istituzionale e politica in ogni
modo distinguendosi per capacità e spirito di iniziativa.
Facendo poi la cronistoria fu la
Legge 27.10.1988 che consacrò l’AIRE:
scopo di questa legge fu: considerare i
cittadini all’estero come parte integrante
della collettività nazionale, protagonisti
ad ogni livello.
Il regolamento per l’esecuzione di
questa legge fu poi approvato con DPR
6.9.89 n. 323.
Ultima conquista quella voluta dalla
Legge 27.12.2001 n. 459 “Norme per
l’esercizio di voto dei cittadini italiani
residenti all’estero”.
Ora, alla luce dei riferimenti normativi esposti, non senza trascurare il
nuovo concetto di nazionalità che con la
Novella Europa Unita ha allargato i confini della residenza nazionale, nasce
spontanea una domanda: perché la
popolazione AIRE, contrariamente a
quella residente, non deve essere tenuta
presente, in sede di pianificazione delle
risorse economico finanziarie ed in fase
di predisposizione di bilanci di previsione e perchè lo Stato nell’erogare
fondi e/o contributi non ne tiene minimamente conto?
Eppure i Comuni per garantire questi
servizi in sintonia con le innovazioni
legislative investono mezzi e risorse
umane i cui costi non mancano di
incidere sui bilanci comunali che, specie
nelle piccole amministrazioni, impongono all’amministratore un vero slalom
per districarsi fra le mille difficoltà quotidiane.
Felicissima a tale proposito l’espressione del Sindaco di un Piccolo Comune
pugliese, Seclì, Enrico COLAZZO:
“EROI IN TEMPO DI DEVOLUTION”
In sintesi, quanti nuovi compiti
assegnati ai Comuni, ma quanti e quando i corrispettivi?
Perché dunque non considerare i residenti all’estero nel novero della popolazione posta a base di riferimento per
tutte le attività istituzionali del Comune?
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il
dell’Ente
INIZIATIVE
Campagna
“salva il Saluto”
PROPOSTE DA SINDACI
DI PICCOLI COMUNI
PATROCINATE DALL’ANPCI
Dal Sindaco di Montegaldella (VI)
“Perché non immaginare il saluto
come elemento di quella società dei
Piccoli Comuni che ancora formano
la Grande Italia?”
MONTEGALDELLA: è il
“paese del saluto”. La decisione del
Consiglio Comunale di questo
Piccolo Comune nel profondo NordEst di battezzare il Comune come
“Paese del saluto” nel giugno 2003 ha
portato all’inaugurazione nel settembre scorso del monumento al saluto,
posto sulla centrale piazza comunale.
Il “Ciao” a MONTEGALDELLA
non è più e solo un gesto formale.
Forse, proprio perché “Paese del saluto”, convince chi aveva perso la sana
abitudine a dire “Ciao”, a recuperare
il significato antico di quel “S-cia
A.N.P.C.I..
tuo” che è molto di più di un buongiorno o buona sera. E’ ancora più
significativo di un “benvenuto” .
(anche fra le città maggiori) e la
Regione.
Ora l’iniziativa sta prendendo corpo,
ha già ottenuto il patrocinio del
Senato della Repubblica e del
Ministero della Pubblica Istruzione.
Girerà tutte le scuole del Veneto e
successivamente di tutte le Regioni
d’Italia, coinvolgendo tutti i Piccoli
Comuni d’Italia.
L’ANPCI concede con entusiasmo il
patrocinio alla iniziativa ed invita
tutti i Sindaci dei Piccoli Comuni
d’Italia a farla propria: è anche questo
un modo di difendere con coraggio la
qualità della vita dei propri cittadini e
di quanti vengono a fare visita.
La campagna è partita due anni fa
e si è limitata a 37 Comuni del Veneto
Per chi vuole saperne di più consulti il sito:
www.salvailsaluto.it
“SALVA IL SALUTO” CIAO
15 novembre 2000. La Presidente ed i
Sindaci dei Piccoli Comuni dal Santo Padre
Nel frastuono della vita moderna, contrassegnata dalla fretta inarrestabile verso sempre nuovi traguardi, l’iniziativa “SALVA IL SALUTO” potrebbe apparire ad un osservatore superficiale una fuggevole
banalità. E’ invece un invito a riflettere con intelligenza e ponderatezza e uno stimolo al dialogo e al confronto.
Nelle realtà locali minori, ove il “CIAO” è ancora naturale, tale iniziativa ha destato forse una certa sorpresa, non priva di simpatia e
spontanea adesione.
Alquanto complessa è invece la situazione nei grandi centri, ove i
rapporti umani possono essere considerati a rischio.
Dobbiamo riconoscere che il “CIAO” rivolto a chi incontriamo,
anche in situazioni diverse, è quasi sempre accompagnato da un sorriso che può esprimere tutta una gamma di sentimenti: dall’amicizia,
alla simpatia, alla letizia, alla condivisione, al coinvolgimento, alla
solidarietà. E il sorriso, anche soltanto abbozzato, predispone le persone al dialogo ed al sereno confronto delle idee.
Così pure il “CIAO”, nelle situazioni difficili può aiutare a ritrovare
forza e coraggio in una luce di speranza e di nuova fiducia.
E’ dunque assai importante che la buona abitudine al saluto continui
ovunque, anzi venga valorizzata senza indugi anche nei centri maggiori, pur considerando le obiettive difficoltà di attuazione.
Siamo convinti che sia questo un modo per contribuire a creare un
clima di solidarietà umana attraverso la buona volontà di tutti, tesa al
raggiungimento del bene comune.
Il “CIAO” come saluto può essere un mezzo efficace, anche se modesto
e poco appariscente, anche se qualche volta può apparire irrispettoso se
rivolto a “persone importanti”, mediante il quale la nostra società può
ritrovare, sulla via del progresso, un equilibrio armonico, pacifico, soliIl Presidente Franca Biglio
dale.