∫ ∫ - ITT Focaccia
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Note sulla sterilizzazione termica Sperimentalmente si è osservato che il decremento delle cellule (o spore) di un microrganismo, una volta che la coltura sia stata portata ad una temperatura letale per quest’ultimo, segue una cinetica del primo ordine, vale a dire: dN = −k ⋅ N (1) dt Dove N è il numero di cellule (spore) presenti e la costante k (costante di estinzione) dipende dal tipo di microrganismo e dalla temperatura. Integrando la precedente espressione, otterremo: dN = −k ⋅ dt N N ∫ N0 t dN = − k ⋅ dt N 0 ∫ N = −k ⋅ t N0 N = e −k⋅t ⇒ N = N0 ⋅ e −k⋅t N0 ln (2) In cui, col simbolo N0 si è indicato il numero iniziale di cellule (spore). Dalla (2) si deduce che N = 0 per t → ∞ , ossia il concetto di sterilità assoluta è impossibile da realizzare praticamente. Sempre dalla (2) è possibile ricavare: N = N0 ⋅ e −k⋅t N = log e −k⋅t log N0 ( ) N = −k ⋅ t ⋅ log(e ) log N0 N log 0 = k ⋅ t ⋅ 0.4343 N E, indicando col simbolo D = 1 : k ⋅ 0.4343 N t log 0 = N D D, chiamato tempo di riduzione decimale, corrisponde all’intervallo di tempo occorrente affinché: N N t = D ⇒ log 0 = 1 ⇒ = 10 −1 N0 N 1 Ossia il numero di cellule (spore) si riduca ad un valore pari ad di quello iniziale. 10 Come k (di cui è in pratica l’inverso) anche D dipende dal tipo di microrganismo e dalla temperatura. 1 Si definisce tempo di morte termica TDT (Thermal Death Time) l’intervallo di tempo corrispondente a 12 volte il tempo di riduzione decimale: TDT = 12 ⋅ D N N t = TDT = 12 ⋅ D ⇒ log 0 = 12 ⇒ = 10 −12 N0 N Se la coltura batterica è esposta alla temperatura letale per un periodo di tempo pari al TDT, il numero di cellule (spore) residue sarà mille miliardi di volte inferiore a quello iniziale. Il TDT è assunto per convenzione come l’intervallo di tempo necessario ad ottenere la sterilizzazione pratica del sistema (visto che quella teorica non è raggiungibile in un tempo finito). Come il parametro D (di cui è multiplo) anche il TDT dipende dalla temperatura e dal tipo di microrganismo cui facciamo riferimento. È possibile misurare sperimentalmente come varia il TDT di un determinato microrganismo al variare della temperatura, ottenendo dei grafici del tipo sotto riportato. 14 logN0 12 LogN 10 8 T3 > T2 > T1 6 4 2 TDT3 0 0 10 TDT2 20 30 40 TDT1 50 60 70 Tempo Se ora si riportano, in un altro grafico, i logaritmi dei valori misurati del TDT alle varie temperature in funzione di queste ultime, si potrà notare come la relazione funzionale che lega tra loro queste due grandezze è di tipo lineare, esprimibile quindi come: log(TDT ) = −m ⋅ T + q (3) in cui T è la temperatura (non importa in quale scala misurata) ed m una costante di proporzionalità. 2 Supponendo di conoscere il TDTR per in nostro microrganismo ad una certa temperatura TR di riferimento, l’equazione (3) potrà essere posta nella forma: log(TDT ) = −m ⋅ (T - TR ) + log(TDTR ) 100 TDT 1 TDT TDT 2 10 TDT 3 F T=121 °C 1 50 70 90 110 130 150 Temperatura [°C] La temperatura di riferimento viene di norma scelta pari a 250 °F (121.1 °C) e il TDTR viene indicato con il simbolo F e denominato fattore di sterilizzazione (dipendente, 1 stavolta, solo dal tipo di microrganismo studiato). Indicando poi col simbolo z = , m potremo scrivere: (T − 121)°C + log(F ) log(TDT ) = − z (T − 121)°C TDT log =− z F ( T −121 )°C − TDT z = 10 (4) F Il parametro z (dipendente anch’esso solo dal tipo di microrganismo) rappresenta quindi l’intervallo di temperatura di cui bisogna salire oltre i 121 °C perché il tempo di 1 riduzione decimale divenga del valore F: 10 TDT z = T − 121 ⇒ = 10 −1 F La (4) rappresenta l’equazione che consente, una volta definito il tipo di microrganismo da abbattere (e quindi i valori di F e z), di ottenere il tempo necessario, alla assegnata temperatura T, affinché la popolazione di tale microrganismo sia ridotta di un fattore 3 10-12 (mille miliardi di volte) ossia sia raggiunta la sterilità rispetto al microrganismo in questione. Sorge a questo punto spontanea la domanda, “poiché i ceppi batterici sono innumerevoli, come si fa ad essere certi di abbatterli tutti?”. Il problema è in realtà molto più semplice di quello che appare. L’esperienza infatti ci ha insegnato che alcuni ceppi sono molto più resistenti di altri rispetto alla temperatura. Uccidendo questi germi (detti germi guida) si è quindi certi di aver distrutto tutti i rimanenti più sensibili. Nel campo delle conserve alimentari il germe guida è quello del Clostridium Botulinum che è quello che, oltre ad avere le spore più resistenti agli effetti della temperatura, provoca le tossinfezioni più gravi per la salute umana. E’ interessante infine notare come, unendo le espressioni (1) e (4) prima viste è possibile arrivare ad alcune interessanti conclusioni. Avremo infatti: dN = −k ⋅ N dt dN = −k ⋅ dt N dN ⋅ log(e ) = −k ⋅ dt ⋅ log(e ) N dN dt ⋅ log(e ) = − N D dN log(e ) dt ⋅ =− N 12 12 ⋅ D log(e ) dN dt ⋅ =− 12 N N TDT 0 N ∫ t ∫ 0 t log(e ) N = − ⋅ ln 12 N0 0 t ∫ F ⋅ 10 − = − 10 0 (T −121 )°C z − t (T −121 )°C z F =− ∫ 10 (T −121 )°C z ⋅ dt 0 F (T −121 )°C t ∫ ∫ dt dt ⋅ dt N 0 = −12 ⋅ log (5) N F 0 L’espressione ora ricavata permette, anche nel caso in cui l’andamento della temperatura in funzione del tempo non sia uniforme, di ricavare il tempo di sterilizzazione. Esso sarà pari al valore di t per il quale l’integrale della (5) è uguale ad F, infatti: t (T −121 )°C N = −12 10 z ⋅ dt = F ⇒ log N0 0 10 z ∫ N = 10 −12 N0 Che è proprio la definizione di sterilità pratica prima fornita. 4