consulenti e promotori, cosa cambia?

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consulenti e promotori, cosa cambia?
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Italian Trading Forum Risparmi
Borse.it
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RISPARMIO GESTITO: PRESENTATO A ITFORUM MY MIND MY
INVESTMENT, NUOVO MODO PER ACCOMPAGNARE LINVESTIT
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Invice.it
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PROMOTORI, COSA CAMBIA CON L'ARRIVO DELLA MIFID II
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Risparmio gestito: presentato a ITForum My Mind My Investment,
nuovo modo per accompagnare l’investitore sui mercati
di Riccardo Designori
Oggi, 14:33
Gli italiani investono sempre di più in azioni. Il risparmio gestito da banche, fondi e intermediari vale oggi
1.600 miliardi di euro. Una tendenza in costante crescita, soprattutto negli ultimi due anni. In questo
scenario si aprono nuove prospettive di offerta servizi business, anche per i professionisti iscritti agli albi
dei commercialisti, avvocati e consulenti del lavoro. Un nuovo ruolo di sostegno all’investitore nella
pianificazione e nella gestione dei propri comportamenti finanziari. Il tema è stato affrontato ieri a Rimini nella giornata conclusiva di ITF Forum 2011 il più grande evento
italiano dedicato a risparmio gestito e trading on line, con due momenti di studio e confronto tra gli
operatori di settore, promossi da "My Mind My Investment, – Associazione Nazionale Professionisti esperti
nella gestione dell’approccio e del comportamento degli investitori”. Nuovissima realtà costituta insieme a
altri soggetti di tutta Italia, dai soci dello studio di consulenza aziendale riminese Skema.
Borse.it consiglia:
Ad aprire il dibattito la relazione dell’avvocato Luca Zitiello uno dei massimi esperti in Italia riguardo gli
aspetti giuridici della materia finanziaria su "Ruolo ed opportunità per gli iscritti agli albi professionali nella
attività finanziaria - profili giuridici e normativi”. Descrizione chiara e approfondita sulle attività di
consulenza in ambito finanziario che l’attuale normativa (MIFID 2) consente ai svolgere ai professionisti
iscritti agli Albi in favore dei propri clienti. Zitiello ha evidenziato pregi e limiti della nuova normativa, destinata a entrare in vigore in tutti i Paese UE a
gennaio 2017, sottolineando come i questionari da sottoporre a ogni investitore per stabilirne esperienza
e conoscenza finanziaria, non siano di per se sufficienti a valutarne la reale consapevolezza sulle scelte e
le decisioni da operare sul mercato.
E sulla finanza comportamentale, sulla difficoltà di operare scelte razionali, non soggette all’emotività e
soprattutto sulla capacità di resistere alla "spinte gentili” (nudge) del mercato e dei suoi attori, come
elementi fondamentali per arrivare a portare a casa gli utili del proprio investimento, si è invece basato
l’intervento diEnrico Maria Cervellati, professore di finanza aziendale dell’Università di Bologna e della
LUISS Guido Carli, esperto di psicologia dell’investitore e finanza comportamentale.
Temi ripresi durante la tavola rotonda: "MIFID 2 e finanza comportamentale: la prospettiva e i bisogni
dell’investitore”, moderata dal caporedattore di San Marino RTV, Sergio Barducci e cui hanno anche
partecipato Maurizio Focchi, AD di Focchi Spa e vice presidente di Confindustria Emilia Romagna Simone
Calamai, AD Fundstore.it, e Franco Bulgarini, responsabile progetto "Ultimo Miglio” di Banca IFIgest.
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Secondo Bulgarini, la variabile destinata a incidere sull’esito positivo di un investimento è il tempo. Più si
rimane sul mercato e più aumentano le possibilità di realizzare utili. A cinque anni le statistiche dicono che
si ha il 90% di probabilità di realizzare un guadagno. Il problema, comunemente sottolineato, da tutti i
relatori è invece rappresentato dal fatto che gli investitori sono soggetti alle spinte emotive del mercato.
Entrano e escono dal mercato nei momenti e nei modi sbagliati, contabilizzando molto spesso perdite e
non profitti, nonostante la crescita di valore dei listini.
I video di Borse.it
La risposta uscita dalla tavola rotonda, è quella di costruire per ogni investitore una piano d’investimento
pianificato almeno sul medio periodo, gestire razionalmente e in relazione ai propri obiettivi comportamenti
e azioni. Nasce da qui la necessità di una figura di consulente indipendente, il più possibile lontana da
eventuali conflitti di interesse. Un consulente che non si sovrappone o si sostituisce a banche e gestori,
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analisti e grandi compagnie, ma che appoggia l’investitore nei suoi comportamenti. Esattamente l’obiettivo
di "My Mind My Investment”.
"La nostra associazione nasce da un gruppo di professionisti riminesi, ma ha già aperture e relazioni a
livello nazionale. Ci occupiamo da una posizione esterna e completamente indipendente dall’industria
finanziaria, di assistere i nostri clienti nella gestione dell’approccio e del comportamento negli investimenti
finanziari – spiega Roberto Berardi, neo presidente dell’associazione – Il nostro obiettivo è promuovere
una nuova figura professionale che affianchi i consumatori nei loro investimenti. Il professionista potrà
quindi rispondere con competenza alla domanda che spesso gli pongono i suoi clienti: faccio bene a
investire i miei soldi in questo modo? La diffusione di questa figura è fondamentale per creare investitori
sempre più consapevoli, concreti e preparati a migliorare le loro probabilità di portare a casa i risultati,
troppo spesso virtuali, offerti dai mercati”.
Per questo "MIND MY INVESTMENT”, associazione senza scopo di lucro, offre ai propri associati sia la
formazione di base sia le opportunità di approfondimento necessarie per intraprendere e condurre una
proficua attività economica, basata sull’offerta di assistenza agli investitori. Lo fa attraverso seminari, corsi,
rassegne stampa, aggiornamenti normativi e selezioni bibliografiche. Entrambi gli appuntamenti di ITF
Forum offrono crediti formativi per gli iscritti agli albi degli avvocati, dei commercialisti e degli esperti
contabili.
Fonte: Finanza.com
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Promotori, cosa cambia con l'arrivo della Mifid II
Venerdì, 22 Maggio 2015 12:59
Written by redazione
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Promotori e consulenti finanziari giudicano positive le modifiche che
verranno introdotte dalla normativa Mifid II (che entrerà in vigore il 3
gennaio 2017), anche se per il 46% non è detto che i benefici si
riflettano necessariamente in termini di minori costi dei prodotti
di investimento.
Per il 62% dei professionisti, la quotazione dei fondi avrà un impatto
almeno in parte sulle Sgr e sull’industria del risparmio gestito più in
generale, eppure solo il 26% si attende cambiamenti importanti sul
fronte delle retrocessioni. Non sono poche le sorprese emerse nel
corso della prima indagine su consulenti e promotori finanziari condotta
da Anna Ponziani per Investment &Trading Forum in collaborazione con
Natixis Global Asset Management.
A rispondere al sondaggio (condotto tra aprile e maggio) è stato un
campione di 322 individui composto per il 75% da promotori finanziari,
per il 15% da consulenti finanziari indipendenti e per il restante 10% da altri professionisti che si occupano a vario titolo di risparmio (commercialisti,
dal sondaggio indicano uno scenario ancora in forte evoluzione, con spiccate differenze nelle risposte da parte dei promotori - sottolinea Ponziani - Un
terzo del campione, infatti, ancora non è in grado di delineare quale potrebbe essere il modello futuro per reti e Sgr, anche se il 77% ritiene che nei
prossimi cinque anni la figura del consulente acquisirà maggiore professionalità”.
Il sentiment prevalente sembrerebbe positivo, nonostante il 40% ritenga che la certificazione delle competenze (elemento centrale del recente documento
consultivo ESMA) non inciderà più di tanto sulla relazione con il cliente finale. Sondati sulle intenzioni riguardanti il loro futuro professionale, il 78% dei
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“A circa 18 mesi di distanza dall’entrata in vigore del quadro regolatorio che modificherà necessariamente i connotati della professione, i risultati emersi
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fiscalisti, formatori).
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25-05-2015
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promotori afferma che intende continuare a lavorare per la propria società e solo il 4% desidererebbe diventare consulente indipendente. Per quanto
riguarda la formazione, il 65% degli interpellati ha confermato di prender parte a corsi organizzati dalla propria società e il 55% ha dichiarato che il motivo
principale per cui partecipa a ITForum è costituito proprio dall’offerta didattica sul risparmio e sulle strategie di portafoglio.
Natixis Global Asset Management, che conduce nel corso dell’anno una serie di survey a livello internazionale, ha elaborato per ITForum 2015 alcune
domande per identificare e comprendere meglio l’atteggiamento dei professionisti della consulenza finanziaria verso tematiche come il rischio, la
pianificazione finanziaria, le diverse strategie di portafoglio. I risultati sono stati poi raffrontati con i dati emersi dalla ricerca Global Individual
Investors Survey condotta dalla stessa società ad aprile di quest’anno.
“Il sondaggio condotto con ITForum conferma, ancora una volta, il ruolo cruciale che promotori e consulenti finanziari possono avere nell’aiutare i
risparmiatori a identificare le loro necessità di lungo periodo, a meglio comprendere il rapporto tra rischi e rendimento e a stabilire un piano finanziario per
il futuro gestendo la problematica previdenziale", fa notare Antonio Bottillo, executive managing director per l’Italia di Natixis Global Asset Management.
Dal questionario è emerso che i consulenti finanziari hanno una consapevolezza più marcata circa i rischi che possono minacciare la sicurezza finanziaria
dei propri clienti dopo il pensionamento. Tra le problematiche maggiori la prima è rappresentata dalle non sufficienti pensioni statali, citata dall’86% dei
consulenti intervistati (contro il 45% degli individui 1 ); segue la situazione finanziaria del nostro Paese, segnalata dall’80% dei consulenti contro il 38%1
degli individui; e ancora non risparmiare a sufficienza (75% dei consulenti contro il 35% degli individui). Dai dati, inoltre, emerge come gli investitori
sovrastimino la loro conoscenza nell’ambito degli investimenti rispetto alla percezione che hanno di loro i consulenti e promotori: solamente il 22% dei
consulenti intervistati dichiara che i propri clienti hanno una buona conoscenza finanziaria, contro il 34% degli individui; inoltre, solo il 42% ritiene che i
propri clienti conoscano il livello di rendimento necessario per raggiungere i propri obiettivi, contro ben l’83% degli individui.
L’85% dei consulenti dichiara che i propri clienti sono spesso combattuti tra ricerca del rendimento e protezione del capitale. Gli intervistati confermano,
infatti, che i propri clienti sono alla ricerca di strategie che possano: bilanciare rischi e rendimenti (86%); diversificare meglio il portafoglio (78%); generare
nuove fonti di rendimento (76%); proteggere maggiormente i loro portafogli dai mercati volatili (74%). Tra gli strumenti che possono aiutare consulenti e
investitori ad aumentare la diversificazione e a meglio gestire rischi e volatilità vi sono le strategie non tradizionali e gli investimenti alternativi. Tema sul
quale, però, manca ancora un’adeguata conoscenza e consapevolezza da parte degli investitori. C’è spazio, quindi, per promotori e consulenti finanziari
per avviare una nuova conversazione su questa tipologia di investimenti. Qui, risiede, una grande opportunità in quanto, come emerge dai dati, i clienti
prenderebbero in considerazione approcci e strategie alternative se fosse il proprio consulente a proporlo.
Intervistati poi sulle proprie scelte di portafoglio, consulenti e promotori convergono ampiamente (75%) nel ritenere che in questo momento i fondi e i fondi
di fondi siano i prodotti che rappresentino la scelta di investimento più valida per la clientela. A riprova di tale allineamento di interessi, una percentuale
più alta (86%) dichiara di investire in tali strumenti il proprio patrimonio personale. A domanda specifica, l’82% degli intervistati risponde che investe per
sé gli stessi prodotti che consiglia alla clientela. La quasi totalità del campione (94%) dichiara di aver guadagnato dai propri investimenti personali nel
corso degli ultimi dodici mesi. Interessante notare che questi risultati sono superiori a quelli dichiarati da investitori e trader (di cui solo il 78% afferma
risultati positivi).
Secondo più della metà dei professionisti del risparmio gestito (53%), il collocamento dei prodotti finanziari potrebbe essere incentivato dalla revisione
della struttura remunerativa della rete, mentre un terzo del campione indica quale leva la diffusione della consulenza online e un ultimo terzo la quotazione
dei fondi in Borsa. L’incertezza sugli impatti effettivi delle nuove discipline è molto alta e si riscontra più volte in diversi quesiti. Sulle novità che potrebbero
essere introdotte dalla normativa Mifid II, la maggioranza (57%) ritiene che tale disciplina potrebbe supportare la crescita professionale apportando altresì
maggiore trasparenza a grande vantaggio della clientela (per il 52% del campione).
L’ampiezza del cambiamento che dovrebbe riguardare le retrocessioni non è così evidente per il campione: solo il 26% stima effetti sostanziali, il 27% non
prevede quasi variazioni e un altro 25% non è in grado di rispondere. Anche la quotazione dei fondi avrà un impatto, in parte limitato, sulle società che
operano nel settore del risparmio gestito per il 62% degli intervistati, mentre un terzo crede addirittura che non vi sarà alcuna variazione.
Quali i possibili modelli futuri per società di gestione e reti? La domanda prevedeva risposte libere e un terzo di interpellati ha risposto che non saprebbe,
mentre il 17% dei professionisti ha risposto che ci sarà un maggior incremento della consulenza fee only e il 14% crede che aumenteranno ad ampio
raggio servizi alla clientela più evoluti e ad ampio spettro. Polarizzate le valutazioni sugli effetti dei cambiamenti legislativi sul proprio lavoro: mentre il 50%
crede che la professione diventerà più ricca e stimolante, l’altra metà ritiene che la clientela italiana non si fidi ancora di promotori e consulenti e che
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Indagine Consulenti e Promotori finanziari Anna Ponziani Antonio Bottillo Natixis Global Asset Management
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pertanto non sia ancora pronta a riconoscere le parcelle per la consulenza.