ambienti luminosi, vasti, privi di porte in una residenza ricavata da
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ambienti luminosi, vasti, privi di porte in una residenza ricavata da
uno Spazio senza confini ambienti luminosi, vasti, privi di porte in una residenza ricavata da un ex-ufficio postale progetto di Christina Seilern testo di Johanna Thornycroft – fotografie di Andreas von Einsiedel Nel soggiorno al mezzanino, il lungo mobile contenitore è stato disegnato da Christina Seilern come il coffee table in vetro. Poltrona 4801 in compensato di Joe Colombo per Kartell, anni Sessanta; divano di Flexform. Fotografia di Vanessa Beecroft. 2 3 a sinistra: sul tavolo da tornitore, appoggiato contro lo schermo di acciaio davanti all’ingresso, scultura antica e due opere lignee di David Nash. Alla parete originaria di mattoni, Facade Berlin 1999 di Langlands & Bell. sopra: nel salotto alla destra dell’ingresso, davanti alla dormeuse in feltro rosso di lana di B&B Italia, tavolino con ripiano di specchio anni ’60. sotto: nella zona del soggiorno a sinistra dell’ingresso, divani di Flexform e poltrone di cromo e cuoio di Viccarbe (Spagna); pouf rivestito in pelle di zebra. Scala di acciaio ideata dalla proprietaria. Luci di Erco. C hristina Seilern, architetto titolare dello Studio Seilern Architects, quando cercava la casa londinese dove vivere con il marito e i due figli aveva un progetto chiaro in mente: lo spazio abitativo doveva avere una larghezza di almeno 10 metri, essere in grado di accogliere pareti di 4,5 metri, e culminare in un tetto a 7 metri di altezza. “Una soluzione tradizionale non rispondeva alle mie esi- 4 genze: mi piacciono gli spazi aperti e non amo le porte”. La ricerca, durata un anno, ha condotto a un edificio degli anni Venti, un ex-ufficio postale che era stato convertito in teatro. L’immobile fu acquistato in due lotti: nel 2002 il primo corpo, che è diventato l’abitazione principale; nel 2006 il secondo, più piccolo, coevo e coerente nell’architettura. La proprietaria ha trasformato gli interni della prima unità in una sorta di loft, articolandoli su diversi livelli e ricavandone angoli raccolti che sono dedicati ai diversi mo- menti del vivere quotidiano. Il massiccio portone d’entrata, che in origine consentiva il passaggio di automobili, è stato conservato, come i rinforzi strutturali al soffitto e ai muri di mattoni. Durante il primo intervento è stata ricavata nel seminterrato una zona di servizio, poi raddoppiata nella seconda fase della ristrutturazione. Il pianterreno è molto luminoso: le preesistenti finestre sui due lati dell’ingresso lasciano entrare copiosamente la luce del giorno. In mancanza di un paesaggio esterno de- 5 pagina precedente: veduta dall’alto del soggiorno. Sopra un divano di Flexform, il quadro Crossing 1986 di Sean Scully. sopra: la cucina, disegnata da Christina Seilern e realizzata da Roundhouse in legno, ardesia e acciaio inossidabile. a destra: Christina Seilern nella stanza da pranzo, arredata con un tavolo da sala riunioni e sedie rivestite in lana prodotte da Ligne Roset. Fotografie Eclipse Series di James Turrell. gno di nota, le vedute più suggestive sono i lembi di cielo incorniciati dai lucernari sul tetto. Il soggiorno si sviluppa in prossimità di una scala di acciaio fissata a una parete, con gradini e pianerottolo rivestiti di cuoio marrone scuro. Al pianterreno ci sono tre camere da letto e due sale da bagno riservate ai due figli dei padroni di casa e agli ospiti, collegate tra loro da porte scorrevoli per dare flessibilità allo spazio e poter essere trasformate, all’occorrenza, in un’unica, grande “stanza dei giochi”. Il mezzanino, ricavato grazie alla grande altezza del soffitto, comprende la zona pranzo, il salotto e la cucina; al livello superiore, dove le scale conducono al giardino sul tetto, WHO’S WHO. Christina Seilern 6 , architetto, dopo una lunga esperienza al Rafael Viñoly Architects di New York, nel 2000 si è trasferita nella capitale britannica per aprire la sede londinese di quello studio. Nel 2005 ha fondato lo Studio Seilern Architects: è specializzata nella realizzazione di residenze ma anche di alberghi e club privati. Vive a Londra con il marito e due figli. Come dimostra la sua casa, ricavata da un vecchio ufficio postale, lei ama trasformare, grazie a soluzioni inedite, spazi originariamente non residenziali in accoglienti abitazioni. 7 sotto: due immagini dello studio, con grande armadio in ciliegio dalle ante scorrevoli. in basso: la facciata dell’edificio, convertito in teatro prima di essere trasformato in abitazione, ha conservato alcuni tratti originari, come i muri di mattoni e il grande portone. a destra: alla parete della camera padronale, l’opera di Damien Hirst Spin Painting. Copriletto di cashmere. sono stati ricavati lo studio, due spogliatoi e una sala da bagno rivestita di marmo italiano marrone. La padrona di casa ha voluto rendere più morbidi e avvolgenti gli ambienti scegliendo soffici tappeti di pile per i pavimenti delle camere e un rivestimento di feltro per le pareti dello studio, attenuando così la spigolosità che sarebbe potuta derivare dall’impiego dell’acciaio e dalle superfici di mattoni a vista. “Non mi interessava adottare uno stile particolare”, conclude l’architetto, “ho voluto soprattutto una decorazione sobria”. 8 9