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6 > Giovedì 27 ottobre 2016 · GIORNALE DI BRESCIA INTERNO Verso il Referendum / 7 Sistemi elettorali e governo RIFORMA, COME CAMBIANO SENATO E CAMERA I MEMBRI DEL NUOVO SENATO IL SISTEMA ELETTORALE DELLA CAMERA 340 seggi 40% Soglia di voti che assegnati alla lista una lista deve raggiungere vincitrice col premio per il premio di maggioranza; altrimenti si va al ballottaggio di maggioranza 100 3% Totale senatori non percepiranno indennità e godranno dell’immunità parlamentare 618 12 deputati sono eletti nella circoscrizione estero In base all’Italicum il Paese viene diviso in 100 collegi che eleggono da 3 a 9 deputati 74 consiglieri regionali 21 sindaci (nominati dalle assemblee delle Regioni, in base alla scelta dei cittadini) 5 nominati dal capo dello Stato Lo sbarramento per accedere alla ripartizione dei seggi In ciascun collegio i partiti presentano le liste: il capolista è bloccato, gli altri sono scelti con le preferenze IL «CONSULTELLUM» Parlamento. Le due Camere in seduta comune: ora cambia tutto Con l’Italicum un premier forte In Senato possibile la «coabitazione» Il «combinato disposto» riforma e legge elettorale porterà a Palazzo Chigi il leader del primo partito Carlo Muzzi [email protected] Come si intrecciano la nuova legge elettorale, il nuovo Senato previsto dalla riforma costituzionale e i poteri dell’esecutivo? È lecito chiedersi se la riforma del bicameralismo paritario in monocameralismo rafforzato con la sola Camera dei deputati eletta dai cittadini non stia trasformando l’attuale forma di governo italiana, Repubblica parlamentare, in qualcosa di più simile a un premieriato o a un cancellierato alla tedesca, con un modello più funzionale all’operato di governo. È questo il famigerato «combinato disposto» (legge elettorale più riforma costituzionale), al centro del contendere tra chi è per il Sì e chi è per il No alla riforma costituzionale e quindi al referendum del 4 dicembre. / Camera. La nuova legge eletto- rale, il cosiddetto Italicum, prevista esclusivamente per la Camera dei deputati (il Senato verrà eletto con un voto di secondo livello), non è tema referendario, ma è stata approvata dal Parlamento in contemporanea alla riforma ballottaggio le due liste più votate al primo turno e il vincente otterrà un premio di maggioranza tale da arrivare a 340 deputati. Fino all’emanazione di nuove norme, per l’elezione del Senato si applicheranno le disposizioni del Consultellum (Porcellum corretto), il sistema entrato in vigore in seguito alla sentenza della Consulta del gennaio 2014 che ritenne incostituzionali: Premio di maggioranza Liste bloccate senza preferenze LA NORMA TRANSITORIA PER IL SENATO Se la riforma dovesse passare, la norma transitoria contenuta nel testo prevede che siano i Consigli regionali ad eleggere il nuovo Senato. Secondo l’articolo 39, comma 6, la nuova legge elettorale deve essere approvata entro sei mesi dalla data di svolgimento delle prime elezioni della Camera dei deputati successive alla data di entrata in vigore delle legge costituzionale costituzionale. Questo perché entra in una cornice più ampia di riforma del sistema parlamentare ed è conseguente al passaggio dal bicameralismo paritario (in cui le due Camere concorrono in maniera paritaria al legislativo) al monocameralismo rafforzato (in cui il Senato ha competenze limitate e semplicemente compartecipa alla definizione delle leggi). L’Italicum è entrato in vigore il primo luglio 2016 e eleggerà solo Il Senato. Si profila, almeno a i deputati. Si tratta di un siste- livello teorico, un altro scenama proporzionale rio nella nuova forcon riparto nazio- L’ipotesi ma parlamentare nale dei seggi, con di un Senato che scaturisce dalsoglie di sbarra- di colore opposto la riforma, ovvero mento (al riparto la coabitazione al premier accedonosolo lelicon un Senato di ste che hanno su- porterebbe colore opposto. perato il 3%), pre- a un’azione Questo perché i mio di maggioran- di disturbo senatori sono, seza, circoscrizioni condo quanto presu base provinciale e a doppio vedono le norme transitorie, turno. Sono due i fattori intro- eletti per tre quarti dai considotti per garantire la governa- gli regionali (il resto sono 21 bilità. Se la lista più votata do- sindaci, uno per Regione e cinvesse ottenere almeno il 40% que senatori emeriti eletti dal dei voti, otterrà un premio di presidente della Repubblica e maggioranza. Il premio asse- in carica sette anni). Ora, se il gnerà alla lista più votata 340 Senato sarà composto da una seggi su 617, ovvero il 55%. maggioranzadi rappresentanSe nessun partito arriverà al ti di colore diverso dal pre40% si andrà al ballottaggio, mier, potrebbe essere messa un secondo turno elettorale in atto una continua azione di per assegnare il premio di disturbo e un’opposizione maggioranza. Accederanno al all’azione della Camera. // Secondo la riforma, il nuovo articolo 57 della Costituzione prevede che i consigli regionali eleggano, con metodo proporzionale, 74 senatori-consiglieri regionali e 21 senatori-sindaci Al comma 5 si prevede che i consigli regionali eleggano i consiglieri regionali-senatori «in conformità alle scelte espresse dagli elettori» in occasione del rinnovo dei Consigli regionali Al comma 6 si rimanda a una legge per regolamentare questo procedimento LA PROPOSTA CHITI-FORNARO PER L’ELEZIONE DEL SENATO Il territorio della Regione viene suddiviso in tanti collegi quanti sono i senatori da eleggere: in ogni collegio può essere presentato un solo candidato per ogni lista regionale, sul modello del sistema elettorale del Senato fino al 1992 Alle elezioni regionali si riceveranno due schede: - la prima per l’elezione dei Consigli regionali; - la seconda per scegliere i senatori assegnati a quella Regione Il ruolo di senatore-consigliere regionale, con l’unica eccezione del Presidente della Regione, sarà incompatibile con incarichi di giunta, nell’ufficio di Presidenza e delle Commissioni Sulla base delle scelte espresse dagli elettori si definirà una graduatoria regionale e si attribuiranno, con sistema proporzionale, i seggi eventualmente spettanti a ogni lista; poi si stilerà la graduatoria interna di ogni lista sulla base dei risultati ottenuti nei collegi (in percentuale sulle scelte totali). Il Consiglio regionale quindi eleggerà i senatori-consiglieri prendendo atto dell’espressione degli elettori senza modificarla LA NOTA Il premier. Alla luce della nuo- va Costituzione, il leader del partito che vince le elezioni va dritto a Palazzo Chigi, senza dover cercare una maggioranza parlamentare. Non va dimenticato, infatti, che la riforma prevede che la sola Camera dei Deputati debba votare la fiducia al governo. Non solo il premier avrebbe in mano il pallino anche del Legislativo, visto che il suo partito avrebbe la maggioranza assoluta a Montecitorio. Si tratta sicuramente di un potere che non ha precedenti nella nostra storia repubblicana. Si tratta di un sistema elettorale di tipo proporzionale, le cui soglie di sbarramento sono fissate al 2% per i partiti coalizzati e del 4% per quelli non coalizzati. Come stabilito dalla Consulta non ci sarà il premio di maggioranza, mentre è prevista la possibilità di esprimere una sola preferenza Disposizioni per l’avvio della riforma e scelte politiche DALLA TRANSIZIONE AL CAMBIAMENTO Adalberto Migliorati · [email protected] D isposizioni transitorie, disposizioni finali, entrata in vigore: la riforma costituzionale, in caso di sua approvazione, non produrrà tutti i suoi effetti immediatamente. Ha un percorso, prestabilito, da compiere. Contempla interventi parlamentari di non poco conto. A partire dalla legge bicamerale che dovrà disciplinare l’elezione dei senatori da parte dei consigli regionali. C’è, inoltre, la partita eminentemente elettorale: tutti la esorcizzano come vicenda esterna, tutti sanno di dover fare pesantemente i conti con la nuova legge. Protagonisti e osservatori ritengono che, si affermi il sì oppure il no, vi saranno ricadute comportamentali rispetto alla tornata legislativa. Si andrà al termine naturale, nel 2018, oppure ad un voto anticipato? Si individuano almeno tre componenti di fondo nella scelta che verrà compiuta dall’elettore al momento dell’espressione del suo voto: la condivisione o l’opposizione al merito della riforma; il sostegno oppure la contrapposizione a Matteo Renzi; il gradimento della stabilità governativa o la voglia di ribaltamento. In caso di vittoria del sì, Renzi potrebbe essere tentato di andare, a primavera, ad un voto politico anticipato per varare, sull’onda del risultato a lui favorevole, un Parlamento più amico? C’è chi scommette che accadrà e chi ritiene possa tradursi in un fatale errore: quanti lo hanno votato per privilegiare la stabilità - e sarebbe parte significativa del sì - potrebbe voltargli le spalle in caso scioglimento e favorire il successo di altre formazioni, consegnando loro il Paese grazie all’attuale meccanismo elettorale dell’Italicum. In caso di vittoria del no si andrebbe ad una divaricazione tra legge elettorale della Camera, maggioritaria, e legge elettorale del Senato, proporzionale, che comporterebbe l’ingovernabilità del Parlamento. Bisognerebbe modificare l’una o l’altra, probabilmente entrambe. Siamo ad un passaggio proceduralmente incompiuto. Anzi, per certi versi la ricaduta più immediata sul modo d’essere della politica istituzionale dipenderà dagli sbocchi intrapresi dalla politica militante. E a questo punto protagonista potrebbe dover essere il presidente Sergio Mattarella, rinnovando l’esperienza del Presidente della Repubblica che si fa carico del disagio politico.