al primo posto i prestiti per le ristrutturazioni

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al primo posto i prestiti per le ristrutturazioni
2014
al primo posto
i prestiti per le
ristrutturazioni
Le logiche bancarie a vantaggio del comparto edile
nonostante la crisi del settore
di Pietro Locatelli
È una bella notizia perché il nostro patrimonio abitativo ha sicuramente bisogno di essere ristrutturato e la ristrutturazione dell’esistente, indirettamente, influisce in modo positivo a
ridurre l’utilizzo dissennato del suolo produttivo, migliora la
qualità abitativa nei centri abitati e aiuta a contenere i costi
dei servizi routinari. L’Osservatorio di PrestitiOnline ha pubblicato di recente i dati relativi al 2014 in ordine ai volumi di
credito dei prestiti del Sistema Bancario erogati per i più diversi scopi. In testa troviamo, appunto, interventi creditizi per
la ristrutturazione delle abitazioni con una quota del 30,9%,
segue l’acquisto di auto usate, comprendendo anche quelle cosiddette a chilometro zero, con una quota del 22,9%, il
16,7% per l’arredo e, a seguire, altri vari interventi fino ad arrivare alla concessione per pura liquidità. Ovviamente quelli a
seguire, non qui indicati se presi singolarmente, offrono percentuali assai modeste.
persona
pietro locatelli
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volumi di credito dei prestiti
erogati dalle banche
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30,9% ristrutturazione abitazioni
22,9% auto usate o a km zero 16,7% arredamento
29,5% altri interventi
Dalla lettura di questo elenco viene spontanea una riflessione: come può essere che in un momento di forte crisi, in particolare del settore delle costruzioni con volumi di affari per
le stesse sempre in continua contrazione, si possa verificare
che l’erogato volto a finanziare proprio le ristrutturazioni di
case risulta essere al primo posto? Ancora, nello stesso filone e quale conseguenza naturale delle ristrutturazioni, troviamo, al terzo posto del podio, gli interventi creditizi per l’arredo. Certamente le agevolazioni fiscali che accompagnano
queste iniziative “aiutano” alla trasparenza fiscale e quindi a
“ufficializzare” questi tipi di interventi. Questa potrebbe essere una risposta. Soffermandoci però più attentamente forse troviamo altri comportamenti che possono contribuire a
spiegare il fenomeno. Occorre per prima cosa ricordare che
la statistica riguarda i prestiti e non i mutui e, nella maggioranza dei casi, i prestiti sono di natura chirografaria mentre i
mutui godono di garanzia reale.
Per il caso in esame, è un aspetto di assoluta importanza
poiché, nella generalità, il rischio credito insito nella erogazione del prestito è ben maggiore rispetto a quello relativo
alla concessione di un mutuo. In relazione al maggior rischio,
di conseguenza, anche il tasso di interesse da pagare è in genere più elevato per il prestito rispetto al mutuo, pur sapendo che la durata del prestito è quasi sempre inferiore (medio
termine contro il lungo termine), in conseguenza del fatto che
lo spread del prestito ingloba anche il maggior rischio di credito. L’ideale quindi, per la banca finanziatrice, è di poter concedere prestiti che possano essere tranquillamente erogati
con un rischio che si avvicina il più possibile a quello previsto
per il mutuo tradizionale con garanzia ipotecaria. Il risultato
conseguente sarebbe quello di concedere prestiti con tas-
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so elevato, proprio perché catalogati fra i prestiti chirografari, ma con un rischio di credito reale assai vicino a quello
del mutuo ipotecario. Ebbene il finanziare le ristrutturazioni
di case, nella maggior parte dei casi, porta le banche a centrare questo obiettivo. I motivi sono intuibili. Un soggetto che
ristruttura la casa, nei più dei casi, è lo stesso proprietario,
quindi già titolare di discreto patrimonio immobiliare e spesso ha già dato prova di saper risparmiare al punto di potersi permettere l’acquisto della sua abitazione. Se ristruttura,
il prenditore in genere ritiene di poterlo fare perché dispone
di un certo reddito decisamente sufficiente per poter pagare
anche il prestito a medio termine. In aggiunta, se a suo tempo ha acquistato la casa con mutuo ancora in essere e in
regolare ammortamento o, ancora meglio già regolarmente
estinto, può dare prova di storicità bancaria positiva, ancora
più apprezzabile se l’operazione bancaria precedente è stata
erogata dalla stessa banca alla quale viene richiesto il prestito in quanto risulta essere cliente consolidato positivamente. Ancora, è impensabile che un soggetto, o una famiglia,
vada a imbarcarsi in una ristrutturazione quando intravede
che anche solo possa accadere di mettere a rischio la propria abitazione perché non dispone o non disporrà di una ragionevole certezza di onorare il proprio debito. Non ultimo,
la banca in presenza di eventuale insolvenza, in questi casi,
è decisamente più garantita perché può con facilità intervenire con un’azione legale di recupero del credito, anche sul
patrimonio immobiliare già di proprietà e per altro rivalutato
anche grazie alla ristrutturazione finanziata, offrendo quindi
maggiore capienza anche se si trova in presenza, come avviene spesso in questi contesti, di eventuali altri creditori. Mi
pare che questi elementi obiettivi siano del tutto convincenti
per offrire la corretta lettura di questi primati statistici.
La banca
privilegia le
ristrutturazioni
nella certezza
di posizionare
crediti a rischio
contenuto e ad
alta redditività
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Con tutto quanto detto, è del tutto evidente che il Sistema
Bancario privilegia, nelle erogazioni di prestiti, queste posizioni, nella certezza indiscutibile di posizionare crediti a rischio assai contenuto ma, al tempo stesso, ad alta redditività, per i motivi già chiariti. A conclusione e per scendere
ancora più nel concreto, basterebbe un confronto. In un caso
la posizione di una richiesta di prestito per la ristrutturazione
della propria abitazione con tutti i vantaggi già elencati. Nel
secondo caso una richiesta di prestito da concedere per pura
liquidità, ove spesso non si riesce neppure a comprenderne
lo scopo vero della richiesta stessa, per di più con un soggetto che vive in affitto perché non è in condizioni economiche per potersela acquistare, senza prova di storicità bancaria e, come ultimo, che può cambiare residenza con facilità,
in quanto affittuale, facendo anche perdere le proprie tracce
in caso di guai. Non occorre essere bancari specialisti nella
valutazione del merito di credito per comprendere dove far
cadere la preferenza, specie in momenti di modesta liquidità
bancaria da destinare al credito. In tutto questo vi è l’altra
vera risposta all’apparente controsenso di quel podio indicato puntualmente da PrestitiOnline. Concludendo, possiamo
con tranquillità ritenere che le banche colgono con estremo
favore richieste di interventi creditizi per ristrutturazione delle
abitazioni privilegiando naturalmente anche il comparto edile
influendo, come conseguenza e se pure indirettamente, anche nell’esito di queste classifiche.
iIQI
link
Sfogliando lo storico delle rilevazioni condotte da
PrestitiOnline.it sul mercato dei prestiti, risulta evidente la curva positiva
della quota di mercato rappresentata dalle
ristrutturazioni: se nei
primi dieci mesi del 2013
la fetta si fermava al 21%,
nello stesso periodo del
2014 sale al 30,3% e guadagna ulteriori 0,6 punti se
si contano anche i mesi di
novembre e dicembre