giallo fra le mura - Comune di Cittadella

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giallo fra le mura - Comune di Cittadella
“ GIALLO TRA LE MURA”
Lodovico Scapin
1 AC
I.T.G.C .
Giacinto Girardi
ATTENZIONE : Riferimenti a persone , cose , fatti sono del tutto casuali.
PROLOGO
1967
Non so … se sia da persona adulta scrivere un diario “ del cuore “ , dove annotare i giorni che
inesorabilmente trascorrono . Questo mi è stato consigliato dallo psicologo del dipartimento investigativo
di New Scotland Yard , non saprei dire il perché , forse per provare ad abbassare la tensione che ognuno di
noi sente, qui a Londra . Ma, comunque. si stanno facendo tanti lavori qui , infatti la sede verrà spostata al
numero 10 Broadway e per farlo bisogna sfoltire il personale, così mi ritrovo senza più lavoro a scrivere
questo stupidissimo diario …
Mi domando come sia possibile che licenzino proprio me , il miglior investigatore di New Scotland Yard !
Probabilmente non se ne fanno niente di qualcuno che “ pensa ancora con la pipa di Holmes “ .
Anche se …
23 gennaio 1967
Sto impazzendo senza casi da risolvere, ormai mi sono ridotto a risolvere il mistero del perché il lavandino
continui a perdere , forse non vuole vincere ?
A parte questo, ho deciso di trasferirmi, non so dove, ma da qualche parte andrò.
30 gennaio 1967
Ho deciso finalmente dove andare! Dopo aver analizzato i vari stati europei ho deciso di andare in Italia .
Questa mia decisione viene dal fatto che ho origini italiane, da parte di papà e inglesi da parte di mamma,
ma non solo . Ho sentito tanto di casi irrisolti , omicidi-suicidi ,mafia …
e così la richiesta di ammissione è già partita da circa una settimana. Okay, so che dopo lo scandalo del
SIFAR ( ovvero un tentato colpo di stato ) l’ Italia potrebbe essere non molto stabile , ma a me interessa
poco, perciò potrei dire che questo sarà l’ ultimo scritto prima di partire, perché voglio tagliare con la mia
vita passata a Londra e voglio iniziare con una nuova vita, in Italia.
Addio.
28 febbraio 1967
Il febbraio di quest’ anno è abbastanza turbolento qui in Italia, anche se non molto nel “Triveneto“, come
dicono gli abitanti del nord-est Italia. Comunque ho deciso di continuare il diario perché ha cominciato a
piacermi, sembra quasi che possa dire quello che voglio alla carta su cui scrivo. E sono riuscito a trovare un
lavoro alla Magistratura di Padova, una delle province del Veneto e ho la sede lavorativa vicino alla città di
Cittadella . A questo punto dovrei dire che la mia vita è bellissima, piena di emozioni e di felicità…
invece, anche qui, niente casi che suscitino la mia attenzione .
15 marzo1967
Drin, drin, drin.
Mi sono svegliato a causa di uno squillare insistente , era il telefono!
Andai a rispondere e, dalla voce seria con tono frettoloso, ho capito che era il maresciallo della caserma dei
carabinieri.
“Ehm… Giovanotto ?”
“Sì, signor maresciallo.”
“ Abbiamo un caso da sotto porvi !”, a queste parole ho avuto un sussulto nel petto.
“Ehm… Giovanotto ?”
“S, signor maresciallo.”
“Ci è stato riferito da ignoti di ritrovamenti umani vicino alle mura ovest.”
A quel punto non sapevo più cosa dire ero paralizzato, non potevo crederci.
“Ehm… Giovanotto ?”
“Sì, mi recherò subito in loco !”
“Vada, vada, non cincischi !”
Appena il maresciallo mise giù la cornetta, corsi immediatamente a prendere il berretto e la giacca.
Ho fatto delle ricerche sulla cinta muraria di Cittadella e ho scoperto che: si eleva per quattordici metri di
altezza, ma sui torrioni si può arrivare ad un’ altezza di trenta metri. Sono state costruite in maniera
abbastanza curiosa perché: primo non hanno le fondamenta, infatti le basi sono dei terrapieni sui quali
sono state “inserite” le mura, secondo per la costruzione perché sono stati usati solo due muri di mattoni e
lo spazio tra i due è stato riempito da scarti.
Ed eccomi sulle mura a ovest. I NAS (scientifica Italiana) avevano già isolato la zona su tutto l’ argine dal
torrione di porta Bassano fino a porta Vicenza ed erano riusciti a chiudere tutto il tratto di strada adiacente.
Mi sono avvicinato al coroner che dopo i convenevoli, mi ha spiegato che quel che ha ritrovato erano un’
alluce, un pezzo di mano e una parte di arto superiore e da quello che si può capire sono caduti tra i dodici
e i quattordici metri di altezza . Ma cosa c’è in quell’area con un’altezza tale? Eureka! “Mi scusi, cosa sono
quei buchi sulle mura?”
“Beh signor Damon sono i buchi delle impalcature che hanno usato per costruire le mura. Perché all’ epoca
inserivano le impalcature direttamente nella costruzione per risparmiare tempo… Ma questo cosa centra ?”
A lato c’ era una carrucola, una corda robusta, la presi e iniziai a correre quando... “Ma cosa sta facendo
giovanotto” “Sto per dirvi dove si trova il cadavere ! ”
Ora non so se il maresciallo mi fece seguire da un paio dei suoi ,ma so per certo che arrivai sino in cima alle
mura, attaccai la carrucola e cominciai a calarmi. Da sotto sentivo voci di disaccordo che mi imponevano di
scendere, ma continuavo imperterrito la mia discesa sulle antiche mura.
Arrivato all’ altezza prestabilita mi fermai e cominciai a infilare la mano nei buchi delle mura. Avevo già
infilato la mano in una decina di buchi ,quando ho sentito dei cigolii provenire dalla carrucola. “O shit !” La
carrucola non era fatta per portare il mio peso così a lungo e aumentai la velocità di ricerca. Alla fine sentii
uno sgradevole odore provenire da una fessura poco distante , la carrucola era al limite, ma non me ne ero
reso conto, oscillai verso l’odore, infilai la mano e… BINGO !!!
Mi ritrovai in mano un … crack !
La carrucola si era spezzata e stavo cadendo nel vuoto, ma, a un tratto, mi fermai di colpo…, dei ragazzoni
del maresciallo, erano arrivati appena in tempo. Ritornato a terra ho spiegato al comandante che il
cadavere si trovava nei buchi delle mura e gli diedi in mano quello che avevo trovato “Cosa è ?” senza
aprire la mano “E’ un bulbo oculare ! E’ un’ occhio !”.
Dopo il mio “scioccante ritrovamento” sono stati ritrovati altri pezzi del corpo che potrebbero appartenere
ad una donna. Il resto della giornata passò tra i complimenti dei colleghi e le letture dei grandi scrittori di
giallo italiani.
16 marzo 1967
Dopo l’ esperienza di ieri ho preso il soprannome di “Spericolato Holmes” e uno sguardo diverso dai miei
colleghi.
Appena arrivato il maresciallo mi ha dato dell’ incosciente ,sbadato ,fuso e mi ha detto tante di quelle cose
che non ricordo, ma alla fine ha detto che ne vorrebbe altri dieci come me. Sorvolato questo discorso mi ha
fatto vedere delle foto ritrovate su un quotidiano locale che mi ritraeva mentre stavo precipitando e i
ragazzoni, del maresciallo, che mi stavano prendendo, ma dalla foto sembrava che fossero stati loro a farmi
precipitare. Appena il maresciallo finì di spiegarmi entrò come un tornado il magistrato che iniziò ad urlare
e ad usare termini strani , da quello che ho capito era il dialetto della regione. Solo dopo capii si trattava
della foto “incriminata”. Dopo aver spiegato il malinteso il magistrato si allontanò in silenzio .
A quel punto mi sono diretto dal medico che si sarebbe occupato di quel che rimaneva della povera
ragazza. Appena sono entrato, il medico ha iniziato a dirmi che la donna è morta dopo aver assunto delle
droghe pesanti e dai segni sulla gola è stata strangolata, senza neanche girarsi per guardarmi. Si girò solo a
dirmi che non si può definire l’ ora della morte e per augurarmi un buon lavoro.
Il maresciallo ha deciso di fare una riunione per mettere in ordine quello che sappiamo: “Sappiamo come è
morta, ma non sappiamo perché è morta, non sappiamo chi è e, soprattutto, non sappiamo chi è stato a
massacrarla … so cosa sappiamo niente!” ci disse il maresciallo.
“Alto là ! Sappiamo chi è , e che lavoro faceva.” Disse il medico. “Si chiama Angela Pegorin e lavorava come
dottoressa ai beni strutturali e culturali ed era scomparsa da tre giorni”
19 marzo 1967
“Dopo tre giorni di ricerche sul conto della vittima, abbiamo scoperto che il lavoro della ristrutturazione
delle mura era iniziato da una settimana, con l’ utilizzo di impalcature alte come le mura.”
“ E con questo ? Cosa vorrebbe dire giovanotto?”
“Vorrei dire maresciallo…. che le impalcature erano l’ unico modo per mettere il corpo della vittima dove l’
abbiamo trovata”
“Mi scusi, una bella teoria, ma soffre di un problema! Quel tratto è sempre molto trafficato, sia di giorno,
sia di notte. Come ha fatto l’assassino a mettere un sushi di donna su più di cento buchi ?”
“Molto semplice. Le impalcature sono coperte con dei teli per evitare che il sole cuocia gli operatori che
lavorano… elementare!”
“Ah ha ha ha ha” il maresciallo scoppiò in una risata fragorosa e disse:
“Ottimo lavoro “Spericolato Holmes”, magari ne avessi altri dieci come lei. Ora vada a risolvere il caso e
non cincischi.”
Uscii dalla caserma che si faceva tardi e mi diressi verso casa,trovai il medico che mi invitò a bere una
birra… Non ricordo cosa sia successo, ma sono sicuro di essermi ubriacato e Mc’ Winston , il medico di
origini italo-americane , mi ha accompagnato a casa. Ora che mi ricordo… ho scoperto il suo nome e le sue
origini, mentre ero ancora sobrio.
Ma prima che tutto ciò fosse accaduto ho incontrato uno strano individuo : era di statura bassa e molto
magro, portava un cappello di lana azzurro con un pon-pon alla fine, una sciarpa rossa e gialla e un giaccone
impermeabile verde , ha iniziato a dirmi col dialetto del posto: “Ho visto tutto. Ho visto chi ha ucciso la
dottoressa. Vieni domani alla Casa del Capitano verso le tre.”
Successivamente capii cosa avrei fatto il giorno dopo.
20 marzo 1967
Dopo l’ incontro di ieri con lo strano individuo ho iniziato a capire il dialetto e, se veramente si troverà alla
Casa del Capitano, mi servirà per tradurre quello che mi dirà sulla misteriosa morte della dottoressa.
Comunque prima di recarmi alla Casa del Capitano ho bisogno di informazioni al riguardo , credo che andrò
dal coroner, che mi aiutò a trovare il cadavere o quello che ne rimaneva.
Lo vidi che stava controllando l’ arsenale, mettendo in ordine calibro e tipo di fucile, probabilmente se ne
intende di armi .
“ Hey ..”
“Chiamami Matteo oppure Teo per gli amici”
“Hey… Teo volevo chiederti qualcosa riguardo la Casa del Capitano.”A quel punto prese un M16 ci mise il
caricatore e iniziò a parlare :“ La casa del capitano è stata costruita insieme alle mura di Cittadella”. Scarica
di proiettili. “Aveva l’utilità di seconda fortezza nel caso la città fosse stata presa”. Altra scarica di proiettili
“Era la sede del Capitano della Guarnigione che presidiava Cittadella ed era fornita di un forno e un pozzo”.
Dopo un’ ultima scarica, depose l’ M16, si girò e chiese: “Come mai lo chiedi ?”
“Curiosità.” Prese un’ MP80 e ricominciò a sparare.
Prima di arrivare alla Casa del Capitano dovevo passare per il mercato che, puntualmente, avviene il lunedì.
Finalmente riuscii ad arrivare alla Casa del Capitano. Appena entrato, vidi dei bellissimi affreschi che
assomigliano molto alla tappezzeria che c’è nei castelli inglesi o francesi, c’era anche un arazzo che raffigura
un possibile capitano e la sua famiglia e là, sulla finestra, c’era quel personaggio strano che ebbi visto il
giorno prima . Ora alla luce del sole ho visto, solo in quel momento ho visto chi era veramente...
Era un
barbone, molto probabilmente dall’ accento e dal colore si poteva dedurre che fosse di qualche paese
africano . A quel punto ho cominciato a ridere… un barbone ,perché? A quel punto il testimone disse: “Mi
chiamo Mahewa Tuzi, e ho visto...”. Dal momento che iniziò a parlare, tacqui subito.
“Stavo dormendo sotto il ponte di Porta Bassano e ho sentito dei rumori provenire dalle Mura, mi sono
avvicinato e ho scorto una sagoma scura che si aggirava per le impalcature ed aveva una statura alta e
muscolosa e portava un sacco dal quale estraeva delle cose e le metteva nei buchi delle mura e lui aveva
un’ accento strano come se fosse un am...” Contemporaneamente al suono delle campane che battevano le
tre ,un proiettile trapassò il vetro e si conficcò nelle cervella di Tuzi, laciandolo in una fontana di sangue.
Istintivamente, mi abbassai e per poco non feci la fine di Tuzi, ogni suono di campana era un proiettile …
alla fine le campane cessarono e con loro i proiettili.
Uscii di corsa,ma nessuno si era accorto di cosa era successo sopra le loro teste...
“Giovanotto! Lei sta bene?”
Queste sono le prime parole confortevoli che ho sentito dopo quello che era successo alla casa del
capitano.
“Sì, maresciallo.”
“Cosa è successo ?”
“Un cecchino... Ha sparato al testimone ,oramai vittima, che mi stava raccontando di quello che aveva visto
nel primo luogo del delitto”
“C’era un testimone e non mi è stato riferito nulla !?”. Io non sapevo cosa rispondere e l’ unica cosa che mi
è uscita dalla bocca era: “Mi scusi maresciallo”
Abbastanza contrariato, il maresciallo girò i tacchi e se né andò. Ritornato nella scena del delitto mi sono
chiuso nei miei pensieri e cominciai a riflettere : il cecchino doveva essersi appostato in un luogo molto
elevato per raggiungere l’ altezza della Casa del Capitano, il vento era assente di conseguenza la traiettoria
era quasi retta, in un luogo dove gli spari non si vedevano ed essendoci il suono delle campane non si
sentivano nemmeno, il denominatore comune era…
Il Campanile del Duomo!
Corsi in caserma a chiamare Teo, il “coroner dal grilletto facile” e lo portai col permesso del parroco sulla
cima del Campanile. Nel frattempo Teo mi fece una lezione, Teo-rica, sul Duomo di Cittadella.
Il Duomo fu costruito tra il 1774 e il 1826 in stile neoclassico, dedicato ai santi Prosdocimo e Donato ,inoltre
ha nella Torre campanaria, che stiamo percorrendo in questo momento, un Museo di arte sacra , che
raggruppa tutte le opere collocate nel Duomo nelle diverse epoche.
Finalmente in cima, Teo si illuminò e, per un’ attimo, rimase immobile, non so cosa ci trovasse di molto
interessante in quel’ oggetto e subito, ripreso, cominciò a dirmi : “Abbiamo per le mani un M40, ovvero un
fucile da cecchino, viene utilizzato oggi nella guerra del Vietnam, usa colpi da sei o sette millimetri e sbaglia
solo di cinque o sei millimetri, alla distanza di ottocento metri e...”
“Calma , calma... Quindi da quello che ho capito questo fucile è stato in Vietnam? Ed è stato utilizzato da un
cecchino che è stato in Vietnam?”
“Sì !”
“Di conseguenza abbiamo un uomo robusto, americano che è stato in Vietnam. Ma perché ha lasciato qui il
suo fucile ?”
“Forse perché lo verrà a riprendere quando nessuno lo potrà vedere ?”
“Giusto ! Allora porta questo in caserma così non potrà fare male a nessuno, chiedi a qualcuno se a
Cittadella ci sono persone con queste caratteristiche.”
Dal campanile si godeva di un’ ottima vista, si potevano vedere le montagne e i profili non molto nitidi dei
Colli Euganei.
E così si è conclusa la giornata e come era successo il primo giorno, non ci sono testimoni e se ci sono, di
certo, dopo quello che è successo, non si faranno vivi.
21 marzo 1967
Dopo l’ esperienza di ieri al Duomo e del suo stile neoclassico, ho chiesto altre informazioni sui palazzi
storici che lo utilizzano e sono :
Il Teatro Sociale che venne costruito nel 1811. L'opera venne portata a termine dal vicentino Francesco
Cibele. Al suo interno si possono ancora vedere le botteghe del caffè e frutta ai lati, una sala semicircolare
con un palcoscenico, tre file di palchetti, una sala da fumo o "ridotto", da utilizzare nelle pause degli
spettacoli. Furono ospitati spettacoli vari: dalla musica lirica alle commedie e tragedie, alle prime prove del
cinematografo "Lumière". Con il dopoguerra ebbe un periodo di decadenza.
Un altro edificio può essere il Palazzo della Loggia per lo spazio che si apriva al pianterreno, l'edificio è
stato ristrutturato secondo lo stile neoclassico nel 1816. Fra gli elementi che colpiscono ci sono: il fregio
con parte degli stemmi dei podestà veneti e un leone di San Marco , nascosto dai cittadellesi in epoca
napoleonica e rinvenuto da poco nello spessore di un muro dello stesso palazzo. Un altro Leone , anch'esso
nascosto nel muro si trova sopra la colonna situata in Piazzetta del Duomo.
Mamma mia quanta arte e storia a Cittadella! Sono davvero sbalordito… mi dispiace per il Teatro, ma so
che, in futuro, ritornerà a splendere come mai prima ,il Teatro come tutta Cittadella.
22 marzo 1967
Cosa che non sopportavo , neanche quando ero in Inghilterra , il fatto che tutti lavorassero in modo
frenetico senza che io sapessi il perché .
Ti senti come se stesse passando la regina di Inghilterra e tuo padre non vuole portarti sulle spalle perché è
troppo impegnato a salutarla e ti viene un senso di angoscia e rabbia. Comunque , è stato ritrovato nella
Torre di Malta ,vicino a Porta Treviso, il cadavere di un’ uomo a cui sono stati legati i polsi e le caviglie ed è
stato rinchiuso in uno sgabuzzino, trovato questa mattina dalla donna delle pulizie .
Arrivato sulla scena del delitto c’era una grande folla che aspettava trattenuta dalle transenne, per evitare
un inquinamento delle prove.
Mentre tentavo di passare: tra piedi pestati e urla dei bambini sono riuscito a carpire informazioni molto
importanti sulla Torre di Malta: Fu costruita nel 1251, da Ezzelino da Romano III e ne fece una prigione per
i suoi nemici. Si racconta che i prigionieri venissero inviati al castello con mani e piedi legati, calati nella
torre e lasciati morire di fame. Questa prigione fu “pubblicizzata” da Dante Alighieri nella Divina Commedia
nella cantica dell’Inferno.
Arrivato, sono rimasto così estasiato dall’ imponenza e dalla maestosità di quella Torre e, solo ora, capisco
cosa potesse essere realmente successo, in quel sinistro luogo.
“Ehm... Giovanotto ?”
“Sì, maresciallo ?”
“Ha fatto veramente un buon lavoro lei e il signor Teo, mi congratulo con voi !”
“Grazie mille!”
“Ora vada e non cincischi !”
Appena arrivato, Teo aveva già fatto e mi disse che l’ uomo era stato legato mani e piedi... Dulcis in fundo
era stato fatto morire di fame e di assideramento in quello sgabuzzino. La data della morte non si poteva
riportare con certezza, a causa della temperatura interna della Torre che aveva portato il corpo in uno
stato di ibernazione, rallentando così la decomposizione ,ma dalle larve di mosca sotto la pelle potrebbe
essere morto da tre o quattro giorni e ha lottato prima di essere richiuso con l’ assassino, ferendolo ad una
gamba.
“Damon!”
“Dimmi !”
“La lista degli indagati che mi hai chiesto di fare ce l’ ha il medico!”
“Okay! Grazie Teo!”
Mi sarei aspettato di trovare l’ obitorio del medico o Mc’ Winston ,come lo si voglia chiamare,con la solita
scarsa illuminazione, con il suo solito che di sinistro e con il solito medico necroforo freddo e calcolatore.
Invece lo trovai completamente diverso: era ben illuminato, quasi con un’ atmosfera simpatica e il medico
(ho deciso di chiamarlo così) seduto sulla poltrona che scriveva sommerso da fogli, documenti e pacchi vari
che contenevano prove di vecchi casi.
Appena entrato mi è sembrato di vederlo irrigidirsi ,oppure era solo una mia impressione, dicendomi
“ Aaaah! Finalmente è arrivato! La lista degli indiziati è sopra il tavolo della tua scrivania di là in sede.”
“Ok. Grazie.”
No, non era una mia impressione era davvero più rigido e inflessibile delle altre volte, come se avesse paura
di me.
La lista aveva i nomi degli americani o italo-americani: con una buona statura ,possibilmente feriti ad una
gamba e con delle buone conoscenze sull’ utilizzo di armi da fuoco.
“Andando per esclusione direi che è lei l’ unico candidato della lista signor Alberto J.R.”
“Io sono innocente! Non ho ucciso io la dottoressa! Come glielo devo dire... Porca miseria non la conosco e
non l’ ho mai vista in vita mia”
“Dicono tutti così, poi...”
A quel punto l’ indiziato mostrava segni di cedimento psicologico e dovevo continuare a battere il ferro
finché era caldo.
“Allora chi poteva avere le conoscenze per centrare la testa di un’ uomo a più di cinquecento metri? Chi !?”
“Okay sono stato in Vietnam e ho il mio M40 a casa e se controllate non avrà residui di polvere da sparo”
“Anche io se avessi delle conoscenze come le sue, ripulisco tutto in meno di mezz’ ora!”
“Questo cosa cent...”
Entrò un carabiniere e mi disse
“Signor Damon C’è l’ avvocato del sospettato”
“Lo faccia entrare.”
E dalla porta entrò un’ anziana signora probabilmente sessantenne, ma i suoi sessant’anni li portava
benissimo. Portava un abito blu chiaro, con una gonna aderente dello stesso colore , al collo portava una
costosa collana di perle bianche e degli orecchini di perla. Si capiva quasi, quasi che veniva da famiglia
benestante, dal modo di guardarsi intorno e dal modo con cui si è seduta.
“Sono l’ avvocato Roberta Castello e sono la madre di Alberto R.J.”
Sono rimasto molto più di stucco io che un baccalà alla vicentina (tipico piatto del Veneto).
“Le dico già da adesso signor Damon che mio figlio non può essere stato a sparare a lei e al suo testimone ,
a massacrare la dottoressa e, tantomeno, a far morire di fame quel povero disgraziato di cui non conoscete
nemmeno il nome.”
“Allora mi stia a sentire! Quel povero disgraziato lavorava insieme alla dottoressa e si chiamava Carlo
Mezzana ,marito e padre di tre figli, le prove hanno tutte un denominatore comune: suo figlio !”
Appena ebbi finito la frase Alberto prese parola
“Sì, Sono stato in Vietnam .E facevo parte delle truppe speciali. Ricordo... Che nella mia squadra c’era un
cecchino molto bravo, era meglio di me. Continuava a parlare di Cittadella e di come si sarebbe fatto
ricordare per le sue gesta che taglieranno i contatti col passato, ora che mi ricordo, questo era freddo e
calcolatore, uccideva e non provava nulla, come se lo facesse da sempre, e gli devo riconoscere che non era
male con gli esplosivi.”
La madre, a queste parole, si illuminò “Non è per caso quel commilitone che ti ha salvato la vita nel bel
mezzo di un’ imboscata dei vietcong ?”
“Sì, sì ! Proprio lui !” Disse Alberto, con un’ espressione di ammirazione.
“Okay, okay , ma sapete dove si trova ?”
“No, ma ogni giorno alle cinque viene a prendere il tè al Palazzo Pretorio, sapete è molto stressante lavo...”
Disse la madre.
“Scusi, scusi, ma cosa fa alla cinque ?”
“Viene a trovarmi ogni giorno alle cinque, signor Damon”
In quel momento capii cosa dovevo fare... una trappola !
23 marzo 1967
Dopo l’interessante scoperta di ieri, ho deciso di riportarmi alle vecchie abitudini inglesi ,infatti la trappola
contava sull’ effetto sorpresa: avrei visto in faccia l’ assassino, andando al break quotidiano tra lui e
l’ avvocatessa Castello.
Erano le due ed io con l’ avvocatessa Castello ci siamo diretti a Palazzo Pretorio. Dalla prima volta che vidi
questa costruzione mi affascinò così attaccai subito bottone con l’ avvocatessa per saperne di più.
“ Bisogna sapere che l’ edificio si trova davanti la strada nei pressi di Porta Treviso ed è stato la sede dei
podestà inviati prima dal Comune di Padova e poi dalla Serenissima. L’interno colpisce per la gli affreschi
che fungono da finta tappezzeria e fregi.”
“Come la Casa del Capitano.”
“Esatto, vado che è informato sulla storia di Cittadella...” continuò “Comunque l’ ingresso è in marmo
rosato, caratterizzato da un rilievo col Leone marciano e da due medaglioni con gli stemmi di Pandolfo
Malatesta e del fratello Carlo, che furono i governanti di Cittadella.”
“Wow! Chi si poteva immaginare che solo all’ interno delle vecchie Mura ci fosse tutta questa storia.”
Arrivati nell’ ufficio della signora, ho capito in fondo la bellezza di quel luogo, dall’ entrata si poteva notare
il grazioso giardino interno con degli affreschi che fanno ricordare la sua importanza, infatti, oltre che
residenza dei podestà, fu ,successivamente ,un luogo dove si amministrava la giustizia.
Se si guarda meglio dall’ interno, si possono vedere ancora le prigioni divise tra uomini e donne.
Erano le tre e mancava più di un’ ora perché arrivasse il terzo invitato, nel mentre però l’ avvocatessa iniziò
a parlare.
“Lei sa come si fanno gli affreschi ? Signor Damon.”
“ No. Ma mi illumini”
“Prima di tutto si stende l’ intonaco composto da: calce, sabbia fine, sabbia grossa e una buona quantità di
acqua, prima che l’ intonaco si asciughi si disegna sulla parete quello che si vuole rappresentare con diverse
tecniche come ad esempio lo spolvero: si praticano di buchi su un foglio a grandezza dell’opera ci si faceva
passare attraverso della polvere di carbone e i punti sulla parete si congiungo, Incisione indiretta nella
quale si incide direttamente l’opera sull’ intonaco. Subito dopo si passava alla sinopia che serviva come
disegno preparatorio.”
“Beh! Si potrebbe dire che quasi tutte le decorazioni che ci sono a Cittadella sono affreschi.”
“Pensi che anche le Mura erano intonacate, per far paura ai nemici.”
Appena l’avvocatessa finì di parlare la porta si aprì, io e lei sbiancammo come mozzarelle, aspettammo di
vedere il terzo ospite, ma, invece, era il segretario che portava il tè delle cinque.
Appena scoccate le quattro entrò il segretario che disse “Il vostro abituale ospite signora Castello.”
E a quel punto entrò... teneva un’aria fredda, fredda ma familiare. Si tolse il cappello e lo vidi negli occhi...
Non può essere vero, non può essere lui, aspetta un attimo rifletti Damon, rifletti...
Rimasi sconcertato fino al momento in cui si sedette accanto a me,guardandomi dalla testa ai piedi con
sguardo inquisitorio, sembrava volesse chiedermi “Cosa ci fai tu qui ?”
Come ho fatto a non accorgermene prima, tutto ora coincide: la grossa statura, l’ accento americano, la
conoscenza delle armi e l fatto di sapere in precedenza quello che facevo.
Dopo qualche minuto la loro conversazione entrò nel vivo e mi intromisi “Ma... Scusate se mi intrometto.”
“Ma lei Mc’ Winston ha fatto la lista sui possibili sospettati, si è dimenticato di un sospettato.”
“Quale? Damon mi illumini!”
“Lei !”
“E con quale merito sono diventato da medico a sospettato ?”
“ Le faccio la lista.” Mi sono schiarito la voce in modo teatrale “Lei è italo-americano lo si può capire dall’
accento, ha una grossa statura come quella descritta da Mahewa Tuzi, è stato in Vietnam con Alberto J.R. e
da quello che mi ha detto è un bravo tiratore, l’ unico che poteva sparare dal campanile e farlo arrivare al
cranio del testimone.”
“Come potevo sapere che lei e il testimone eravate alla Casa del Capitano ?”
Ora, nella sua voce, c’era un po’ di timore ma nel resto della conversazione era freddo e senza alcuna
emozione.
Ripresi: “Si ricorda quella sera che mi ha offerto da bere? Bene lo stesso giorno ho incontrato il testimone
che mi ha dato appuntamento alla Casa del Capitano. Subito dopo ho incontrato lei e prima di svenire da
quanto ero ubriaco le ho detto dell’ incontro e, poi, lei sa come è finita.”
“Bravo mi hai beccato. Non ti reputavo abbastanza intelligente da potermi fregare, ma evidentemente mi
sbagliavo. Comunque sia, ora si aspetterà che le faccia la confessione, ma invece...”
In modo fulmineo estrasse un coltello e tentò di affondarmelo nelle budella ma invece successe il contrario
gli presi la mano con cui teneva il coltello e la mossi verso la scrivania della signora, che stava guardando
impietrita, con un tonfo tremendo la mano del medico schiantò contro la scrivania lasciando il coltello.
Colsi il momento e sferrai un calcio sulla gamba del medico che lanciò un urlo, probabilmente lo avevo
colpito dove era stato ferito dalla seconda vittima, a quel punto cadde e colsi il momento per ammanettarlo
e citare i suoi diritti.
Subito dopo aver calmato l’ avvocatessa sono arrivati i carabinieri capeggiati dal maresciallo, che non
sapendo cosa dire rimase a bocca aperta.
Subito dopo entrò Teo che mi si avvicinò e disse “Alla faccia della pipa di Holmes.”
Erano circa le cinque e il medico, oramai indagato, era già in sala interrogatori per farci dire il motivo delle
sue azioni, ma era logico ,essendo stato addestrato, neanche sotto tortura avrebbe parlato.
Intanto i minuti passavano e l’ interrogatorio non portava a nulla. Si avvicinò Teo:
“Sono già da un po’ là dentro e non ha ancora detto una parola.”
“Bisogna provare con un nuovo approccio per interrogarlo e probabilmente so come.”
“Come signor Damon ?”
“Mi procureresti un pendaglio, delle candele profumate e della musica rilassante.”
“Per farci cosa? Se posso chiedere.”
“Aspetta e vedrai.”
“Eccoci di nuovo.”
“Mi faccia la cortesia di dirmi cosa succederà adesso con queste candele e la musica.” Rispose con il suo
solito modo freddo.
“Ora, signor Mc’ Winston, mi dirà tutto.” E cominciò a far ciondolare il pendaglio, che mi aveva procurato
Teo, ovviamente voleva ipnotizzarlo. Alla fine... tac, il medico cedette.
“Ora mi dirai il perché delle tue azioni.” Con modo quasi spettrale il medico cominciò a dire:
“Io voglio che Cittadella si distacchi dal passato che la tiene bloccata all’ arretratezza, per fare questo devo
eliminare tutti coloro che impediscono la mia missione e dovevo eliminarli nei luoghi di importanza storica
maggiore: le Mura o la Torre di Malta. L’ ultimo obiettivo erano le quattro porte.”
“Le quattro porte?”
“Sì, le porte.”
“Cosa devi farci ?”
Mi guardò negli occhi e disse: “Kaboom!”
Si riprese dall’ ipnosi. “Signor Mc’ Winston, la dichiaro in arresto per l’ omicidio della dottoressa Angela
Pegorin e Carlo Mezzana.”
Sono arrivate le otto e tutti si stavano complimentando per il successo dell’ indagine, tutti tranne me
perché sapevo che c’era ancora qualcosa da fare ,da scoprire ,da concludere quest’ indagine, una volta per
tutte.
Mi persi la festa, ma, forse, meglio così avrei evitato un’ infinità di convenevoli.
A Cittadella, la sera, gira un’aria di tranquillità e pace con la luce dei lampioni, le botteghe che chiudono e i
bar che si preparano a ricevere i clienti serali e tutto questo coronato dall’ ombra delle Mura silenti e delle
possenti Porte... Le Porte! Ecco cosa mancava, per concludere l’ indagine. Presi il telefono e chiamai in
centrale, contemporaneamente cominciai a correre verso la porta più vicina.
“Centrale dei carabinieri, mi dica.”
“Sono Damon!”
“Oh! Buona sera, le faccio i miei complimenti signor Damon!”
“Sì, sì mi passi subito il maresciallo per favore”
“Certamente!”
“Signor Maresciallo?”
“Giovanotto, mi dica.”
“Il medico ha parlato delle porte , c’è la probabilità che le voglia far saltare in aria!”
“Come ?!” Chiese il maresciallo sorpreso.
“Si ricorda che il medico era anche un esperto negli esplosivi?” continuai
“Sì, ma non è a Cittadella!”
“Non è così difficile creare una bomba che si attiva a distanza.” Ribadii
“Ok,ok, cosa devo fare giovanotto”
“Mandi delle squadre di artificieri nei torrioni”
“Come se fossero già là!”
“Bene!”
Nel frattempo ero arrivato sotto la porta e, sopra di essa, c’era scritto “Porta Bassano”.Intanto si sentivano
le auto degli artificieri che risuonarono nella notte. Finalmente sulla cima... Eccolo l’ ordigno con un sistema
di attivazione improvvisato, realizzato con un cellulare modificato… basta un qualsiasi impulso
elettromagnetico per farlo saltare e dei chili di C4.
Ho imparato a Londra che bisogna sempre avere un coltello o qualcosa di affilato, perché potrebbe sempre
servire e infatti... Stavo per tagliare il primo filo quando il mio telefono squillò: mi sono irrigidito aspettando
l’ esplosione... che non arrivò.
Sollevato come non mai risposi al telefono e sentii una voce familiare: “Hei Damon!” era Teo “Ciao Teo! Ho
una bomba da disinnescare non posso esserti d’ aiuto!”
“Ma io posso essere d’ aiuto a te. La bomba che ti trovi dalle mani ha un cellulare sopra collegato all’
esplosivo,quello squilla e tutti gli esplosivi saltano!” Fortuna che sono stato educato per bene e non ho
iniziato a bestemmiare come avrei voluto fare. “Teo mentre sto disinnescando, mi fai una lezione Teo-rica
sulle porte di Cittadella?”
“Se proprio vuoi! Le porte della città sono quattro: porta Bassano a nord, porta Padova a sud, porta Vicenza
a ovest e porta Treviso a est. Ogni porta ha una sua caratteristica: porta Bassano era la più sicura le sue
strutture, infatti, la rendevano impenetrabile sia dall’ esterno che da altre direzioni.
Porta Padova era ed è la più bella con la torre dell’orologio e la campana in bronzo che risuonava in caso di
pericolo. Porta Treviso la più danneggiata in età napoleonica per far spazio ai trasporti.
E ultima ma non meno importante porta Vicenza analoga a porta Treviso.”
“Sì,sì,sì,sì,sì ,sì”
“Cosa hai?!”
“Teo?”
“Sì Damon, cosa è successo?!”
“Ho disinnescato la bomba!”
Da quel momento tutti abbiamo tirato un sospiro di sollievo.
25 marzo 1967
Dopo l’ accaduto di tre giorni fa tutti si sono comportati in maniera sospetta, il Comune ha costruito un
palco in centro a Cittadella, per una qualche presentazione … e qui gatta ci cova.
26 marzo 1967
Dopo una noiosa giornata lavorativa ritornai a casa verso le sei ma...
C’ era qualcosa che non andava. Misi mano alla pistola ed entrai in casa: era tutto buio, non si vedeva
niente e la luce era saltata, tutto troppo sospetto. Sentii un rumore dietro di me e...
mi son ritrovato un sacco di patate in testa e un gruppo di persone che iniziarono a trasportarmi fuori di
casa. “Lasciatemi”, urlai, “lasciatemi”, ma non successe nulla. Mi scaraventarono in un furgone e pigiarono
sull’ acceleratore. Finito il breve percorso in furgone mi lasciarono dentro una stanza buia e ripartirono.
Subito dopo mi tolsi il sacco di patate e... Mi ritrovavo dietro le quinte di una specie di teatro ma faceva
freddo e quindi era un Teatro all’ Aperto. Di colpo si aprì una luce intensa la seguii e non potevo crederci...
Ero sopra il palco che il Comune aveva costruito. Una marea di applausi mi colpì e altrettanti sentimenti mi
giravano per la testa.
“ Signori e signore, ecco a voi il detective che ha salvato la nostra città! Mister Damon!” Un'altra ondata di
applausi mi investì e, dopo queste parole, vidi il sindaco con il microfono in mano, i vari assessori ,il
maresciallo, Teo e tutta la cittadinanza. Ero emozionato,un po’ arrabbiato, per il finto rapimento e per una
miriade di emozioni diverse che non sapevo proprio descrivere.
Non mi accorsi nemmeno della lacrimuccia che mi bagnava la guancia...
RIEPILOGO
“Non ci credo che hai fatto tutte queste cose!Guarda che non ci crederò mai!”
“Non credi a tuo padre? Sei proprio un birbante!”
“Certo !Detective Damon!”
“Pietro, Pietro… quante me ne combini... Vieni qua.”
“Arrivo papà.” Disse con un sorriso da un orecchio all’ altro.
A quel punto presi in braccio mio figlio e cominciai a giocare con lui all’ astronave e lo feci girare ,saltare e
sballottare fino al momento in cui arrivò sua sorella più grande, Nicole, che, con la spalla appoggiata alla
porta, mi disse, con tono scherzoso: “Stai attento che ti rompi, se continui così!”
“Sì, hai ragione. Pietro atterra! Nicole porta tuo fratello al parco!”
“Uffa... Pietro andiamo!”
“Sì !”
In quel momento, entrò mia moglie Alexandra che mi guardò con i suoi occhi neri corvino, ci avvicinammo l’
uno all’ altra e...
Drin, drin, drin. Ci siamo girati a causa di uno squillare insistente , era il telefono! Andai a rispondere e, dalla
voce agitata con un tono frettoloso, ho capito che era il maresciallo della caserma dei carabinieri.
“Ehm … Giovanotto ?”
“Sì, signor maresciallo.”
“ Abbiamo un caso da sottoporvi !”A quelle parole, ho avuto un sussulto nel petto.
“Ehm … Giovanotto ?”
“Sì, signor maresciallo, arrivo subito!”
Personaggi
Damon
Investigatore di New Scotland Yard trasferito in Italia
Maresciallo
Capo dei carabinieri di Cittadella
Matteo – Teo
Coroner ed esperto in armi
Mahewa Tuzi
Testimone
Angela Pegorin
Prima vittima
Carlo Mezzana
Seconda vittima
Alberto J.R.
Primo sospettato
Roberta Castello
Avvocato e madre di Alberto J.R.
Mc’ Winston- il medico Assassino psicopatico
Alexandra
Moglie di Damon
Nicole
Prima figlia di Damon
Pietro
Secondo figlio di Damon