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Maresciallo ucciso, l’assassino parla in aula. di Leoni Gianni –
Resto del Carlino Bologna
POSTED ON 6 OTTOBRE 2014 BY DANIELE DI CHIO
06 ottobre 2014
Da diciassette, lunghissimi anni, sempre lo stesso ritornello intervallato da fughe, catture, estradizioni e processi:
«E’ vero, ho conosciuto il maresciallo Greco in treno, ma non ricordo altro». Sfuma sui binari francesi, tra scarti,
fermate, ripartenze, sibili e rallentamenti, la memoria di Rocco Romano, singolare personaggio tutto carcere,
misteri e tatuaggi, condannato all’ergastolo in contumacia, con almeno 25 anni di prigione obbligatoria’, per
l’assassinio di Angelo Greco, maresciallo della Guardia di Finanza a Bologna. L’ultimo giorno del luglio 1997 fu
l’ultimo anche per il sottufficiale, ma anche il primo di una storia di morte dai risvolti tuttora sfumati da una
nebbia cari- IL KILLER FUGGÌ Il finanziere bolognese Angelo Greco fu ucciso senza un perché nel ’97 ca di
sospetti. Perché a tanti anni dalla furia di una pietra assassina sui teneri colori della Costa Azzurra, restano vaghi il
movente, le circostanze e la stessa dinamica dell’agguato. Anche a queste domande, quindi cercherà di rispondere
i nuovo dibattimento di tre giorni, stavolta davanti all’imputato, in programma dal 15 al 17 a Draguignan, in
Francia. In aula, il presunto assassino e i famigliari della vittima per riportare all’attualità, per quanto possibile
sequenza dopo sequenza, un truce episodio che macchiò di sangue i colori pastellati della Costa Azzurra. Era a un
mese dal congedo, Angelo Greco, quando lasciò Bologna per una visita alla figlia occupata in un residence della
Costa Azzurra. Sul treno, l’incontro con quel tipo strano, baffuto e calvo, lo sguardo sospettoso e il corpo pieno di
tatuaggi. Quattro chiacchiere, e subito l’avvio del giallo. Romano se l’era appena svignata dal carcere di Volterra
sulla scia di un permesso di tre giorni concesso dal Giudice di sorveglianza con il solo parere favorevole dello
psicologo. Eppoi? «Non ricordo altro», insiste ancora adesso, pronto ad aggiungere la garanzia che «non sono più
l’uomo di allora». Il maresciallo Greco fu trovato in fin di vita in uno stradino vicino a uno strapiombo. Era stato
dalla figlia, in quel momento fuori dal residence, e allora aveva preso la sua macchina per un giro nella zona. Ma
fu un viaggio breve, perché qualcuno lo colpì alla nuca con un sasso o con una spranga. Un colpo solo, forse, ma
violentissimo e micidiale. Greco venne dichiarato clinicamente morto il giorno dopo e i famigliari autorizzarono
l’espianto degli organi. L’indagine rimise pazientemente inpiedi i particolari del viaggio del sottufficiale e porto in
primo piano la figura di Rocco Romano e il suo corposo dossier giudiziario costruito da rapine, stupri e
detenzione di armi. Venne catturato dal Gico della Guardia di Finanza nel 2006, nove anni dopo l’omicidio e una
latitanza consumata tra Brasile e Paraguay. Complicati cavilli di legge impedirono il processo in Italia. La Francia
gli rifilò l’ergastolo in contumacia, con almeno 25 anni di cella’. Adesso la replica, con Romano in aula e una
verità tuttora in sospeso.