Trifonov, una forza della natura «posseduta» dalla musica

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Trifonov, una forza della natura «posseduta» dalla musica
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Domenica 10 maggio 2015 · GIORNALE DI BRESCIA
SPETTACOLI
lucentezza salendo all’acuto
nell’ultima parte.
Filarmonica del Festival in
grande spolvero, quindi, con
la famosa Sinfonia n. 1 «Classica» di Prokofiev. Nei tempi
estremi Orizio ha impresso
un andamento vivace e giocoso, mentre il Larghetto accentuava un’ispirazione fiabesca
e la Gavotta rivelava una certa
pomposità intenzionalmente
più rustica che cortese.
Trifonov, una forza della natura
«posseduta» dalla musica
Con l’ottima Filarmonica
del Festival ha rivelato
nuove bellezze nel Quarto
di Rachmaninov
Classica
Marco Bizzarini
BRESCIA. Daniil Trifonov e la
Filarmonica del Festival rivelano nuove bellezze musicali
in un concerto di eccezionale
intensità.
Grande affollato. Ieri sera, in
un Grande affollato, la parte
sinfonica del programma aveva preso le mosse dallo spirito
gentile di Ottorino Respighi,
le cui «Antiche arie e danze
per liuto» (Suite n. 1) traducono nel linguaggio sinfonico
d’inizio Novecento le morbidezze del tardo Rinascimento
e del primo Barocco italiano.
Ma che sorpresa ascoltare nel
bel mezzo della «Gagliarda»
di Vincenzo Galilei, padre di
Galileo, un paesaggio sonoro
quasi imparentato con Mahler! Pier Carlo Orizio è riuscito
a valorizzare i colori della tavolozza respighiana con una levità che nel Cinquecento si sarebbe definita «ariosa».
Più cupi, a confronto, i tre
Preludi corali di Bach, proposti sempre nella rivisitazione
orchestrale di Respighi. Notevole il terzo, sulla melodia
«Wachet auf, ruft uns die Stimme», che dopo un avvio in tono grave e con un’armonizzazione spoglia, acquista via via
Fuoco alle polveri. Ed ecco,
Sudore e suoni. Un’immagine che (di)mostra tutto l’impegno di Daniil Trifonov al Grande // REPORTER PALETTI
RAP
Festival di Cannes
Palma d’oro
d’onore
ad Agnès Varda
Una Palma d’oro d’onore sarà
consegnata ad Agnès Varda
durante la cerimonia di chiusura del Festival di Cannes. Il
riconoscimento sinora era toccato solo a Woody Allen
(2002), Clint Eastwood (2009)
e Bernardo Bertolucci (2011).
Don Joe al Freccia Rossa
presenta «Ora o mai più»
«Ora o mai più». È il nuovo disco di Don Joe, il disc jockey e rapper noto soprattutto per essere
parte dei Club Dogo. Luigi Florio (questo il suo vero nome) lo presenta oggi, alle 15, a Brescia, al
Megastore Mondadori nella galleria commerciale del Freccia Rossa: Don Joe sarà a disposizione
dei fan per le fotografie e per firmare autografi. La title-track dell’album vanta la partecipazione di
Emma Marrone e il progetto discografico ha coinvolto altri colleghi, da J-Ax ad Emis Killa e Rocco Hunt.
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A Breno
Musica e parole
sul tema
della maternità
A Breno, nella chiesa di S. Maria al Ponte, stasera alle 20.45
«Ecce Mater», musica e parole
sul tema della maternità. Interpreti: la Corale della Pieve
di Cividate Camuno diretta da
Teresina Faiferri; un ensemble con Vittorio Damioli chitarra, Silvia Bontempi violino,
Sergio Alberti percussioni,
Ferdinando Mottinelli pianoforte; le voci narranti Emilia
Barcellini ed Antonello Scarsi.
nella seconda parte del programma, l’attesissimo pianista ventiquattrenne Daniil Trifonov dar fuoco alle polveri
nel Quarto Concerto di Rachmaninov. Gli appassionati conoscono questo pezzo soprattutto grazie alla storica interpretazione di Arturo Benedetti Michelangeli, ma ieri si è
avuta l’ennesima conferma
che la verità musicale presenta molte facce. Infatti l’interpretazionedi Trifonov e di Orizio (splendide le sonorità
dell’orchestra) ha messo in luce il carattere più appassionato e al tempo stesso sognante
della partitura.
Autentica forza della natura, Trifonov sembra letteralmente posseduto dalla musica e in Rachmaninov ha dimostrato una natura proteiforme, alternando con naturalezza fiammate dirompenti e dolcissimi arabeschi. Agli strepitosi applausi il solista ha risposto con tre bis: due di Medtner e «Feux follets» di Liszt.
PRIMA VISIONE
«Cake»
BRAVA ANISTON
DALLA DOPPIA VITA
Alberto Pesce
N
on ha requie la stressata Claire Bennett. Dopo
un terribile incidente che l’ha sfigurata in
volto, ammorbata nel fisico, via dal marito,
tornata single ben servita dalla fedele badante
Silvana, e succuba di una incupita sofferenza da cui non
sa come liberarsi nel momento stesso in cui vi si
aggrappa, s’era messa a frequentare un gruppo di
sostegno, ben presto invitata ad andarsene perché
rabbiosamente reattiva a riscontro del suicidio di una sua
componente, Nina, felice in apparenza, chissà perché giù
da un viadotto.
In casa, continuando a ingoiare psicofarmaci, Claire
nevroticamente si muove con attonita fissità,
alternandosi orizzontale su letto o divano, e in una tale
postura si sdraia anche in auto sul disteso sedile di destra,
con Silvana alla guida via per le strade di Los Angeles,
anche sino al Messico per acquisto di farmaci illegali, con
chiunque sempre di perentoria aggressività.
Tra incubi e allucinati tremori di sogno, la intriga
l’immagine di Nina: Claire ne è attratta sino a bussare alla
porta del vedovo di lei, insinuarsi nel suo privato, di Nina
fantasmaticamente condividerne destino.
«Cake», che prende metaforico titolo da una torta
ondivaga tra Nina e Claire, da Daniel Barnz tra
drammaticità e leggerezza film tenuto a stretto
montaggio, oltre alla empatica Silvana di Adriana Barraza
con alcuni toccanti cammei, tra cui la Nina di Anna
Kendrick, si risolve in un folgorante show della sexy-star
Jennifer Aniston (non a caso anche produttrice del film),
Claire costantemente in scena, cinicamente imperiosa,
struccata e sfregiata, stranita e dolente.