CONTESTO E TERRITORIO Peschici vive
Transcript
CONTESTO E TERRITORIO Peschici vive
RAV CONTESTO E TERRITORIO Peschici vive soprattutto di turismo e lavoro stagionale e, come tanti paesi del Sud, vede la fuga dei cervelli che trovano altrove soddisfazione. Pochi genitori hanno un titolo di studio, la stragrande maggioranza possiede la licenza media o ha frequentato per qualche anno la scuola secondaria di secondo grado senza peraltro conseguire la maturità. È evidente, dal punto di vista della provenienza socioculturale, che molti ragazzi vivono una realtà ambientale e familiare demotivante, priva di quegli stimoli che potrebbero portare gli alunni a risultati formativi soddisfacenti. Per situazione socioculturale non s’intende tanto la condizione economica familiare quanto invece fattori come il livello d’istruzione dei genitori, le condizioni familiari, l’eventuale presenza d’immigrati, dimenticanze affettive, assenza di un’efficace e valida rete di supporto alla famiglia. Un alto livello socioculturale può incidere in vari modi, per es. fornendo un ambiente più ricco di stimoli e sussidi e con sollecitazioni dirette, offrendo una maggiore sensibilità rispetto al processo di apprendimento, al valore della scuola e dell’istruzione, creando un ambiente più sereno e tranquillo dove il ragazzo sia motivato ad apprendere. Tutti fattori che interagiscono con quelli legati alle caratteristiche della famiglia: clima, valori proposti, attenzione per il figlio e interesse verso le attività scolastiche, per i contenuti che il ragazzo/a affronta, attenzione quotidiana a cosa è successo a scuola e per strada. Oggi, purtroppo poche sono le famiglie che curano la scuola, lo studio dei propri figli, sostengono la motivazione e l’impegno del ragazzo/a nel lavoro scolastico e domestico, verificano lo svolgimento dei compiti assegnati. OPPORTUNITA’ 1.1 La scuola dovrebbe sensibilizzare e coinvolgere gli operatori turistici, in questo momento di grave crisi economica che attanaglia l’intero Paese, per finanziare i progetti e le attività didattiche legate al territorio. VINCOLI 1.1 Il punto negativo del coinvolgimento degli operatori potrebbe essere: avere all’interno della scuola i figli e i nipoti dei finanziatori dei progetti e non essere sereni nella valutazione. TERRITORIO: RISORSE E COMPETENZE Le risorse e le competenze sono presenti nel territorio e si spera che in futuro cooperino con la scuola, a oggi, purtroppo, questo rapporto è mancato. 1.2 TERRITORIO E CAPITALE SOCIALE Il territorio vede la presenza di un ufficio turistico, della biblioteca, due istituti di scuola secondaria di secondo grado, qualche associazione di volontariato, un complesso bandistico, tre palestre e varie associazioni sportive private (basket; karate, fitness). Il contributo erogato dall’ente locale è vero che da un lato è gravoso per le casse comunali, giacché l’istituzione impegna un dipendente come autista dello scuolabus, si fa carico per quota parte del servizio mensa della Scuola d’infanzia, sostiene le spese di gestione degli Istituti scolastici, pagando la fornitura di elettricità, acqua e gasolio per il riscaldamento. Occorre altresì rilevare che è assai modesto, per quanto attiene l’acquisto di sussidi, speciali sostegni e/o attrezzature o materiali didattici utili per i disabili. Nell’anno scolastico 2013/2014, per la fornitura di libri, fu eseguito un rimborso di 1.875,00 euro a quarantadue alunni ammessi al beneficio. Per il corrente anno scolastico la somma erogata, invece, è stata di 2.923,00 euro, divisa tra ventinove famiglie. Anno 2013 RENDICONTO DELLE SPESE PER IL DIRITTO ALLO STUDIO SOSTENUTE Tipo di intervento Contributi regionali Entrata per Quota parte a Spese globale assegnati contribuzione delle carico del Comune accertata famiglie Servizio mensa Servizio trasporto Interventi vari 10.224,00 36.942,00 32.813,00 79.979,00 1.100,00 2.347,00 32.553,00 36.000,00 2.289,00 2.984,00 67.655,00 118.963,00 695,00 Totali 12.019,00 39.289,00 Anno 2014 RENDICONTO DELLE SPESE PER IL DIRITTO ALLO STUDIO SOSTENUTE Tipo di Contributi regionali Entrata per Quota parte a Spese globale intervento assegnati contribuzione delle carico del Comune accertata famiglie Servizio mensa Servizio trasporto Interventi vari 11.448,00 11.654,88 35.314,46 58.417,34 1.100,00 896,00 30.604,29 32.600,29 677,00 Totali 13.225,00 677,00 12.550,88 65.918,75 91.694,63 1.2 A Dai dati ISTAT del 2014 risultava che, su una popolazione di 4250 abitanti, il 36,80% era disoccupato, in totale erano 1564 cittadini che non avevano lavoro o che non erano alla ricerca di un’attività perché sfiduciati. 1.2 B In questo periodo di crollo occupazionale e di emergenza immigrati, anche il nostro paese attraversava un momento delicato e di gravi difficoltà, pur non avendo grosse risorse o attività continuative vedeva la presenza di 154 immigrati regolarmente registrati all’anagrafe – dato riferibile all’anno 2013. Per quanto concerne l’anno 2014 si registrava una crescita considerevole dell’immigrazione, difatti c’era un aumento di centododici unità. Per l’esattezza la popolazione immigrata passava da 154 unità a 266, così suddivisa: 117 uomini e 149 donne (dati attinti dall’ufficio anagrafe del comune). 1.3 RISORSE ECONOMICHE E MATERIALI La scuola usufruisce, sia pure in ritardo, dei fondi del diritto allo studio, piuttosto esigui. Le famiglie sono assai restie a versare anche il contributo assicurativo, figuriamoci il dare un sostegno all’attività scolastica. La struttura della Scuola Primaria lascia molto a desiderare, giacché gli spazi sono esigui e non rispondenti ai criteri stabiliti dalla normativa. Diversa è la situazione della secondaria di I^ grado, dove le aule sono spaziose e c’è piena disponibilità per una corretta e proficua attività didattica e laboratoriale. Per quanto riguarda la dotazione degli strumenti, la primaria dispone di sufficienti mezzi multimediali; mentre la scuola secondaria ha buoni strumenti tecnologici (iPad, LIM in ogni aula, notebook). Mancano computer con sintesi vocale, audiolibri, ebook, materiali multimediali (video, PPT, simulazioni…), supporti didattici specifici (es. Ritabella, FantasticaMente, libri di narrativa ad alta leggibilità), software didattici (es. PCgenius, …) Non ci sono però adeguate risorse economiche disponibili, pertanto non sempre si possono offrire buone opportunità agli alunni. 1.4 RISORSE PROFESSIONALI La scuola vede ogni anno cambiare gran parte del personale. Fortunatamente, i docenti che arrivano si integrano con quelli rimanenti e, pertanto, si registra una certa stabilità di competenze professionali. L’età media del personale è intorno ai cinquant’anni e per l’esattezza nella scuola dell’Infanzia 49,8, idem nella Primaria, mentre nella Secondaria di I grado è 46,04. Il personale tutto è disponibile al cambiamento, a mettersi in gioco, alle innovazioni e alla flessibilità. Molti docenti possiedono titoli specifici di livello scientifico-didattico: patente europea, competenza multimediale, certificazione linguistica, abilitazione musicale e diploma di laurea psico-pedagogico. OPPORTUNITÁ: La scuola, insieme alla famiglia, rappresenta il momento più importante della formazione e della crescita del ragazzo/a, il laboratorio nel quale si realizza e si forma il futuro cittadino. L’idea di scuola, dell’Istituto “Libetta”, è quella di un luogo inclusivo, aperto a tutti, dove si sta bene. Un luogo che offre opportunità uguali per tutti, senza lasciare indietro nessuno. A tal proposito, predispone, qualora se ne ravvisi il bisogno, progetti d’inclusione e PDP. Offre, inoltre, l’esperienza, la competenza dei docenti e l’utilizzo dei mezzi multimediali all’avanguardia (LIM, Notebook, iPad). VINCOLI: La scuola in generale è spesso lontana dalla concretezza, cosicché il giovane incontra non poche difficoltà a utilizzare l'esperienza scolastica in ambienti diversi. Questa estraneità promuove la “disoccupazione”, rendendo la scuola vulnerabile. Si ricorre a contenuti inattuali, a chiusure e s’individua nel rapporto con l’ambiente sociale una meta e uno strumento per la non crescita formativa del ragazzo. Si dovrebbe favorire, invece, un cambiamento dei contenuti, delle tecniche d’insegnamento e del rapporto fra chi è coinvolto nell'attività della scuola, la famiglia e il mondo del lavoro. Il fare degli ultimi decenni non ha prodotto un cambiamento efficace nella vita della scuola, nonostante si sia sostituito al libro e alle formule verbali. Non è cambiato, tuttavia, il rapporto con il mondo lavorativo che resta oggetto di analisi. È vero che il giovane viene programmato per compiere una serie di operazioni in contesti diversi, ma è altrettanto evidente che talvolta arriva a cinquant’anni senza avere ancora un lavoro permanente. Questo perché fuori dalla scuola, i processi di adattamento richiedono modi di operare talvolta, se non sempre, diversi da quelli appresi. Si rivela molto ardua sia l'utilizzazione delle informazioni avute sia l'adozione del metodo di apprendimento-adattamento assunto con l'esperienza scolastica. Difficoltà avvertita non solo da chi è costretto al termine del ciclo di studi a inserirsi in un ambiente diverso da quello per il quale è avvenuta la preparazione (professori che fanno gli impiegati amministrativi, architetti, ingegneri, biologi, agronomi, geologi, laureati in scienze forestali o avvocati che si dànno all'insegnamento, ecc…) ma anche da chi si inserisce nel settore per il quale ha avuto una formazione specifica. In altri termini il metodo che si propone per la risoluzione dei problemi di un settore si rivela inadeguato per altri, non solo: l'esperienza scolastica è spesso difficilmente utilizzabile in altro ambito, anche se essa è stata concepita per quel contesto. L'insegnante che inizia la sua professione scopre di dover reimparare tutto perché gli studi universitari non gli hanno fornito quel bagaglio di competenze necessarie per entrare con piena convinzione nel mondo scolastico. Dovrà imparare a insegnare a spese sue e dei ragazzi a lui affidati, essere sociologo, psicologo, assistente sociale, educatore… un po’ di tutto! La scuola, inoltre, si trova spesso a fronteggiare l’immediato e le risorse per far fronte alle necessità sono inadeguate se non irrisorie. ESITI: 2.1 RISULTATI SCOLASTICI Alla luce di quanto sostenuto finora, non sempre i risultati scolastici possono essere personalizzati, avendo di fronte una pluralità di individui con atteggiamenti differenti e con difficoltà di varia natura. Talvolta anche la formazione degli insegnanti non è idonea a prevenire le difficoltà; lo stile d'insegnamento è di tipo trasmissivo-nozionistico. L’attenzione deve però essere regolata, evitando la troppa e inadeguata analisi, che determinerebbe eccessiva pressione e si accompagnerebbe di solito all’elaborazione di ambiziosi progetti, più interessati ai risultati che al reale apprendimento del ragazzo/a. Si potrebbe avere un effetto boomerang per cui l’alunno all’inizio accoglierebbe le sollecitazioni e poi però reagirebbe negativamente e nel timore di non essere all’altezza delle aspettative, si potrebbe chiudere e rifiutare la sfida con le prove scolastiche. I docenti si devono inventare strategie e metodologie per coinvolgere ogni studente. Non si può affermare che questo sia sempre possibile. ESITI SCRUTINI 2.1 A Nell’anno scolastico 2012\2013, su una popolazione di 208 alunni, la scuola primaria fece registrare un successo formativo del 100\%, senza abbandoni o ripetenze. L’anno successivo la popolazione scolastica aumentava di un’unità, passando a 209 alunni e registrava un insuccesso di due ragazzi\e (Neculai Agostino, che non frequentava, e Sicuro Maria Assunta, ritirata dalla famiglia a metà anno scolastico, perché anticipataria). Quest’anno, su una popolazione di 221 alunni, la scuola Primaria ha registrato un esito negativo del 2,21%. Questo è attribuibile a un decesso (Mastromatteo Donatella, scomparsa il 2 gennaio 2015), e a una famiglia che, durante il corso dell’anno scolastico, ha preso sì la residenza nel comune di Peschici, ma di fatto non si è mai stabilita perché domiciliata a Vico del Gargano ( Del Conte-Gervasio). L’unico vero abbandono, forse, è Niculai Agostino Michele, della cui famiglia non si hanno notizie certe sul domicilio, mentre, di fatto, ha la residenza in questo comune. I risultati della scuola Secondaria di primo grado, negli anni scolastici dal 2012 al 2015, sono i seguenti: 2012\2013: si sono registrati un abbandono( Losito Lucia ) e otto ripetenze, con una percentuale del 6,4% 2013\2014: si sono registrate quattro ripetenze con una percentuale del 3,14%. 2014\2015: nell’anno scolastico corrente c’è stato un abbandono (Losito Lucia), un ritiro (Costante Dylan) e tre alunni che hanno superato, nonostante la deroga del 20% deliberata dal Collegio Docenti il 19\05\15, il quarto delle assenze e pertanto non è stato possibile scrutinarli. La percentuale è stata del 3,14%. 2.1 b TRASFERIMENTI E ABBANDONI: Da un decennio circa, la scuola è riuscita a debellare, quasi completamente, la dispersione scolastica. Quasi perché c’è un’alunna che a febbraio da qualche anno si ritira. Può trattarsi di modalità disfunzionali reattive con le quali l’adolescente cerca di far fronte a carenze della realtà esterna quali, una situazione familiare particolare, ma può essere dovuto o accompagnato anche dall’inadeguatezza dell’istituzione scolastica e del corpo insegnante che non ha saputo o non è riuscito a motivarla. 2.2 a Il punteggio riportato in due classi su tre al netto del cheating è stato uguale alla media nazionale (60,6) o di poco inferiore (59,7-59,2), superiore in ogni caso a quello della Puglia (58,0) e del Sud (57,3), e in linea con i risultati del primo quadrimestre e del secondo. La terza classe, invece, si è scostata dalla media registrando un punteggio percentuale al netto del cheating molto basso (46,1) che ha fatto calare quello dell’intero Istituto sotto i livelli nazionali di circa cinque punti. Il lavoro svolto nelle prime due classi fa ben sperare che in futuro tutte le sezioni adotteranno una programmazione curriculare che tenga conto delle pause didattiche, della flessibilità e condivisione di metodologie e strategie. 2.2 b Il punteggio di Italiano e Matematica della Scuola alle prove INVALSI non è possibile confrontarlo con classi o istituti con background socioeconomico e familiare simile, né è possibile comparare i risultati. La varianza tra classi di Italiano e Matematica è, tuttavia, in linea o di poco inferiore a quella nazionale, i punteggi di due classi non si discostano dalla media dei voti del primo quadrimestre, anzi in alcune classi divergono in positivo per la prova di Matematica. La quota di studenti collocata nei livelli uno e due in Italiano e Matematica è superiore alla media nazionale. La percentuale di studenti di livello uno è stata del 34%, mentre la media nazionale si attesta sul 19% per Italiano; 21% di livello due rispetto a una percentuale nazionale del 20%. Le percentuali di livelli uno e due, in Matematica, sono in linea con quelle nazionali, 21% contro il 20% e 23% a fronte di un 22%. 2.2 c I diversi risultati si spiegano perché spesso si lavora in maniera autonoma senza condividere materiali, metodologie didattiche e strategie. In futuro sarebbe opportuno adottare una programmazione curriculare per classi parallele, verificabile mensilmente, per consentire a tutti i ragazzi/e una preparazione omogenea. 2.3 Per quando ottiene questo punto alcuni docenti hanno segnalato che la Scuola dovrebbe promuovere le competenze di cittadinanza in maniera più specifica e chiara, soprattutto per far sì che i ragazzi acquisiscano un maggior rispetto delle regole e collaborino di più tra loro. Qualche docente rileva che la situazione è abbastanza positiva, anche se per taluni alunni le competenze sociali e auto valutative sono da consolidare e rafforzare. Spesso la scuola è lasciata sola in questo difficile compito, mentre dovrebbe essere affiancata dalle istituzioni presenti sul territorio; sarebbe opportuno che si organizzassero mini-stage operativi, che facessero cogliere ai ragazzi il senso e il valore delle regole. In quest’ambito la nostra scuola adotta, da qualche anno criteri di valutazione comuni per assegnazione del voto di condotta, es. con più di due note l’alunno/a non partecipa al viaggio d’istruzione. Non si valuta soltanto il rispetto delle regole, ma l’autonomia di iniziativa di ogni ragazzo e la capacità di sapersi orientare e autogestire nelle scelte del momento. In conclusione si può affermare che il livello di competenze chiavi raggiunte è abbastanza positivo tra i diversi ordini di scuola, con qualche rilevante correzione da apportare per quanto concerne il rispetto delle regole. 2.4 I risultati conseguiti dagli alunni per quanto attiene il successo formativo nella scuola Secondaria di secondo grado è stato buono si può affermare che il consiglio orientativo è stato valido ed efficace, difatti la quasi totalità dei ragazzi è stata ammessa alla classe successiva con una buona media di voti. Gli studenti non hanno incontrato difficoltà particolari nel passaggio nei due ordini di scuola. Solo due alunni iscritti al Nautico, nel corso dell’anno scolastico hanno cambiato indirizzo di studio. Solo un’alunna dei neo frequentanti la Secondaria di secondo grado ha abbandonato il percorso formativo. I risultati sono stati i seguenti: LICEO SCIENTIFICO a.s. 2013\2014 iscritti 23, Giud. Sosp. 3, Non Amm. 1 a.s. 2014\2015 iscritti 25, Giud. Sosp. 3, Non Amm. 1 LICEO CLASSICO a.s. 2013\2014 iscritti 4 Giud. Sosp. 1, a.s. 2014\2015 iscritti 3 Giud. Sosp. 1, IPSAR a.s. 2013\2014 iscritti 2 Giud. Sosp. 1, Non Amm. - a.s. 2014\2015 iscritti 9 Giud. Sosp. 2, Non Amm. 3 a.s. 2013\2014 iscritti 23, Giud. Sosp. 3, Non Amm. 7 a.s. 2014\2015 iscritti 17, Giud. Sosp. 4, Non Amm. 1 ITT PUNTO 3 PROCESSI-PRATICHE EDUCATIVE E DIDATTICHE 3.1La scuola ogni anno provvede alla stesura della progettazione sulla base delle caratteristiche socio-culturali territoriali, delle abilità e delle conoscenze possedute dai ragazzi e delle competenze da raggiungere nel corso dell’anno. A parere di qualche docente la progettazione del curriculo dovrebbe avere una cadenza periodica, sarebbe così più semplice calibrare e modificare eventualmente gli interventi educativi. Già da settembre la scuola riparte con la progettazione didattica studiando i documenti ministeriali di riferimento e l’analisi dei bisogni educativi e formativi del territorio. Una volta individuati i traguardi, elabora le competenze trasversali che ogni alunno deve possedere: Imparare a imparare. Accettare e rispettare le regole. Collaborare con gli altri. Rispettare la diversità. Portare rispetto per compagni e per l’ambiente nel quale vive. Riconoscere i propri limiti e sapersi auto valutare. Per la valutazione degli alunni, andrebbero organizzate delle prove strutturate: in entrata, intermedie e finali. Sarebbe opportuno condividere tra colleghi il materiale didattico, solo così l’ampliamento dell’offerta formativa sarebbe coerente con il progetto. VALUTAZIONE DEGLI STUDENTI Gli alunni in difficoltà d’apprendimento sono seguiti in maniera personalizzata. Nel caso rivelino gravi difficoltà d’apprendimento o di altro genere, il C.d. c. predispone il P.D.P. per assicurare il successo formativo, fissando delle competenze minime. Gli studenti con disabilità, con disturbi evolutivi (come Dsa, Adhd, Disturbo del Linguaggio, Disturbo Coordinazione Motoria o visuo-spaziale; oppure difficoltà di apprendimento, alunni stranieri etc.), invece, usufruiscono del supporto dell’insegnante di sostegno statale o dell’educatrice/educatore. Un punto negativo è rappresentato dalla penuria di fondi, spesso un docente è impossibilitato a produrre una lezione individualizzata perché non è possibile fotocopiare il materiale preparato per mancanza di carta o toner. La medesima difficoltà si registra nell’acquisto di software didattici non avendo la scuola quella sufficiente autonomia finanziaria da più parti tanto auspicata. Tutto il personale interno è coinvolto nella progettazione didattica periodica condivisa dai docenti di classi parallele, nonostante le difficoltà già evidenziate. Da circa tre anni, il nostro Istituto utilizza forme di certificazione delle competenze, usando regolarmente gli indicatori esplicitati nel POF per valutare i risultati degli alunni. Quest’anno la certificazione delle Competenze sarà frutto di un’analisi attenta degli indicatori ministeriali con l’adozione di un format proposto del MIUR, in via sperimentale. In conclusione si può affermare che le attività sono definite in maniera abbastanza chiara, come pure le abilità da acquisire e le competenze da raggiungere. 3.2 AMBIENTE D’APPRENDIMENTO 3.2 A - La durata delle lezioni, secondo il parere di diversi docenti, ha rappresentato un punto di debolezza perché ha visto gli alunni impegnati per un eccessivo numero di ore in attività scolastiche. È altresì vero che l’orario scolastico è stato disposto su cinque giorni la settimana. Certo questo tipo d’organizzazione ha fatto risparmiare parecchi soldi all’Ente erogante (corrente, gasolio, materiale di pulizia ecc.), ma è altrettanto evidente che ciò ha comportato problemi di varia natura, sia per quanto riguarda la distribuzione delle discipline durante l’arco della giornata, sia perché ha costretto i ragazzi a stare nei banchi otto ore quando l’adolescente avrebbe avuto bisogno di muoversi e vivere all’aperto. (Spunto di riflessione offerto dalla Scuola primaria). 3.2 B Tutti i ragazzi avrebbero bisogno di utilizzare gli spazi laboratoriali, sarebbe opportuno che la scuola Primaria possedesse più LIM e che ogni classe avesse in dotazione una postazione computer connessa al web. Circa l’organizzazione oraria, l’articolazione ha visto i ragazzi impegnati a scuola anziché bivaccare per strada o frequentare agenzie diseducative. Questo ha suscitato in alcune famiglie una reazione spropositata che ha visto la Dirigente Scolastica bersaglio di qualche mamma ipertecnologica che preferiva avere il figlio in palestra o in villa. (Sostegno critico offerto dalla Scuola secondaria di I grado). 3.2 C La nostra scuola promuove l’utilizzo della didattica innovativa, tuttavia non tutti gli ordini di scuola utilizzano le TIC nella pratica quotidiana. Qualcuno si lamenta di non avere il materiale tecnologico o multimediale necessario. Qualche docente sostiene che va potenziata la pratica laboratoriale giacché a tutt’oggi, a parere di questi, è poco usata. Un punto di criticità è rappresentato da una modesta se non inesistente flessibilità oraria. Pur tra mille difficoltà, la scuola promuove, però non sempre ci riesce, la collaborazione tra docenti per la realizzazione di modalità didattiche innovative. Talvolta, in maniera del tutto spontanea si assiste che un docente giovane sostenga quello più anziano nell’utilizzare i programmi multimediali, nello scaricare software didattici consentiti e gratuiti, nel compilare il registro elettronico. 3.2D La scuola sottoscrive con le famiglie, all’ inizio anno scolastico, il patto di corresponsabilità. Promuove, pertanto, la condivisione di regole di comportamento. Si può affermare che non ci sono casi particolari o difficili, fatta eccezione per qualche alunno, tale da creare disarmonia all’interno dell’Istituto. La famiglia, però, non sempre è presente, anzi molto spesso delega i docenti a svolgere quella che è una funzione propria: educare! Talvolta interviene solo per dare ragione o assecondare i comportamenti al limite della convivenza civile del figlio. Bisogna stare sempre sul chi vive perché, anche se i casi non sono tanti ed evidenti, qualche alunno manifesta atteggiamenti che potrebbero portare a fenomeni di bullismo. In conclusione, si può affermare che le regole di comportamento, nonostante siano definite e condivise in tutte le classi, in talune è presente ancora un conflitto che talvolta sfugge a un controllo efficace. Sarebbe opportuno che la famiglia fosse più coinvolta realmente, e non solo attraverso la firma di un patto di corresponsabilità cartaceo, nell’assunzione di responsabilità e frequentasse maggiormente la scuola. 3.3 INCLUSIONE E DIFFERENZIAZIONE 3.3 A – B L’ inclusione e il rispetto della diversità, consistenti nel favorire gli alunni disabili o con punti di debolezza, sono abbastanza curati e garantiscono a ogni ragazzo\a il successo formativo. Questo non vuol dire che la scuola deve cullarsi sugli allori, tutt’ altro dovrebbe prevedere progetti e laboratori per gruppi eterogenei distribuiti nel corso dell’ intero anno scolastico e coordinare maggiormente il rapporto tra le figure esterne di supporto e gli insegnanti curriculari. Tutti gli insegnanti curriculari partecipano con i docenti di sostegno alla formulazione del PEI per fissare gli obiettivi da raggiungere e le competenze minime da acquisire. Lo stesso Piano educativo individualizzato è monitorato non solo nei Consigli di classe ma anche, in maniera sistematica, nei momenti di confronto interpersonale tra docenti di discipline diverse e, se è il caso, viene aggiornato per favorire una piena inclusione del disabile nel gruppo dei pari. 3.3 C In ogni scuola, accanto ad alunni demotivati, ci sono delle eccellenze che assai spesso l’istituzione scolastica penalizza per seguire la fascia più bassa. Sarebbe il caso che questi alunni svolgessero attività di potenziamento con un insegnante specifico, come oggi avviene per i disabili, altrimenti ci ritroveremo con una scuola appiattita che sarà nemica del ragazzo che mostra interesse per lo studio. Lo stesso RAV pone l’accento in maniera marcata sul recupero delle disabilità e in modo più sfumato sugli interventi di potenziamento da attuare. Non si vuole una scuola selettiva, ma una democratica, dove a ognuno sia offerta la possibilità di essere se stesso e di migliorare le abilità e acquisire sempre maggiori competenze. Non di rado, per favorire il recupero, si adottano strategie come il tutoraggio, il lavoro di gruppo, lavoro per piccoli gruppi eterogenei, studio guidato, assistenza dell’insegnate di sostegno statale, predisposizione da parte del docente di mappe concettuali semplificate ecc. Si può, quindi, affermare che l’utilizzo delle strategie suddette è attuato in tutte le classi. Ciò non di meno, qualche docente, è in difficoltà perché trovandosi difronte non solo a modalità didattiche innovative ma anche a individui diversi, non sempre è all’altezza di garantire l’ effettiva promozione umana e culturale del discente. Spesso questo docente si mette in discussione, vorrebbe che qualcuno gli insegnasse a insegnare in maniera individualizzata a un’intera classe, senza perdere per strada nessuno. In conclusione, si può assicurare che le attività realizzate dalla scuola sono sufficienti a garantire l’inclusione dei ragazzi con BES, però questo non significa che la scuola ha adempiuto al suo specifico compito, anzi l’attività formativa va migliorata sensibilmente dedicando un tempo maggiore a quei ragazzi che non hanno alle spalle un ambiente socioculturale motivante o addirittura in alcuni casi assenza completa della famiglia. 3.4 CONTINUITA’ E ORIENTAMENTO 3.4 L’ orientamento e la continuità si realizzano attraverso attività trasversali ai tre ordini di scuola. Oggi, purtroppo, nonostante il nostro sia un Istituto comprensivo, si assiste ad una divisione in segmenti, con rare condivisioni di metodologie e strategie. Di conseguenza, le attività non sono realizzate in maniera efficace. La scuola dovrebbe favorire maggiormente la collaborazione tra i diversi segmenti per il raggiungimento degli obiettivi previsti. Il ragazzo va guidato affinché operi oggi nella scuola e domani nella società scelte autonome e ben calibrate. Spesso, invece, si scambia l’orientamento come una visita dei docenti delle scuole superiori ai ragazzi delle classi terminali o come un momento di svago o, peggio ancora, come una gita fuori paese. L’orientamento parte dall’ infanzia e non finisce mai di esaurire il suo compito nella vita dell’ individuo. Talvolta anche il legislatore, quando parla di orientamento, si riferisce o almeno fa intendere ciò, alla scelta della scuola superiore o al corso di studi universitari. Niente di più errato! Il primo orientamento avviene in famiglia attraverso la conoscenza di sé e delle proprie predisposizioni. La famiglia dovrebbe essere di supporto ai docenti in questo difficile compito, invece, si limita e non sempre, a partecipare a qualche incontro organizzato dalla scuola. Ultimamente la scuola monitora i risultati dei propri ragazzi, sia pure in maniera estemporanea, poiché, come già affermato, ogni anno la classe docente cambia. Solo qualche insegnante osserva e analizza i risultati del percorso formativo degli ex alunni alla Scuola secondaria di II grado e in seguito all’università. In conclusione, accanto ai punti di criticità, la scuola fa emergere anche elementi positivi come favorire le inclinazioni individuali dei ragazzi. Non di rado, infatti, si assiste ad alunni che si iscrivono all’ IPSIA, all’ IPSAR o al classico, scuole non presenti in loco. 3.5 ORIENTAMENTO STRATEGICO E ORGANIZZAZIONE DELLA SCUOLA Le uniche vere risorse di cui la scuola dispone sono le intelligenze interne ad essa: alunni, docenti e DS. Non sempre, però, si può affiancare all’ azione didattica una metodologia efficace con strumenti multimediali “realmente” funzionanti per costruire un ambiente di apprendimento adeguato alle esigenze formative degli alunni e dell’ambiente. Un compito arduo è quello di trattenere le intelligenze perché il territorio offre ben poco, allora come si fa a migliorare la struttura sociale del nostro Sud quando la parte migliore, culturalmente parlando, va ad arricchire territori con energie già validissime ed efficaci? Lo Stato dovrebbe spingere i giovani laureati, assegnando loro un reddito di cittadinanza, a ritornare nel loro ambiente di nascita, altrimenti la Questione meridionale non sarà mai risolta. La scelta prioritaria del giovane sarà di cercare un lavoro e non trovandolo, nel proprio ambiente, si vedrà costretto a emigrare. Usare belle parole come pianificazione strategica, misurazione della performance, autovalutazione, serve a ben poco quando il giovane che rimane al Sud, è costretto a vivere eternamente alle spalle dei genitori. La scuola ha le mani legate, perché le decisioni le sono imposte dall’alto, si parla di autonomia ma dove sono le risorse finanziarie da gestire? Sempre più spesso si legge sui giornali che lo spread diminuisce, ma il debito pubblico aumenta sempre più. Che cosa può fare la scuola? Come migliorare il suo processo gestionale e organizzativo? 3.5 A Il Collegio dei docenti all’inizio di ogni anno scolastico individua, in base alle richieste, gli insegnanti che avranno il compito di supportare i colleghi, gli alunni o realizzare la stesura del POF. Responsabilità e compiti individuati chiaramente. Il docente svolge questo compito durante l’intero arco dell’anno scolastico e monitora periodicamente, anche con una breve relazione in itinere, l’attività svolta. Nell’ultimo Collegio, i docenti referenti delle FS espongono quanto hanno svolto nel corso dell’ anno scolastico. 3.5 B Ogni anno, il fondo d’Istituto perde qualcosa, e pertanto la gestione dello stesso è un fatto meramente formale delegato al DSA, al DS e al RSU. 3.5 C E’ presente nella scuola una definizione di responsabilità e compiti tra le diverse parti, che non vede però la piena partecipazione delle famiglie. Si utilizzano forme di monitoraggio dell’azione che consentono di riorientare, se è il caso, le strategie e\o riprogettare le azioni. 3.5 D È vero che l’assenza per malattia si configura come un diritto del docente, art. 17 del CCNL 29.11.2007 (art.23 del CCNL 4-8-1995 e art. 49, lettera del CCNL) . La discrezionalità dell’amministrazione scolastica è limitata al solo accertamento dell’esistenza dei presupposti, cioè l’esistenza dell’infermità e il giudizio sugli effetti temporaneamente invalidanti. Cosicché, una volta accertato il carattere temporaneamente invalidante della malattia, l’assenza per motivi di salute non può essere negata. È altrettanto vero che l’insegnamento per un docente dovrebbe essere prioritario. Questo però non sempre è evidente e manifesto nell’intenzione del corpo docente dell’Istituto comprensivo Libetta. Difatti, nel corso dell’anno scolastico, si assiste a una sequela di malattie, documentate. Questo perché basta andare dal medico curante e farsi rilasciare un certificato, tanto non c’è nessuno che ne possa sindacare l’operato, infatti, i controlli imposti dalla Legge sono solo di routine… siamo Italiani! Il funzionamento del servizio e i disagi all'utenza poco importano. Frequentemente si assiste a stress da prestazione dovuto a pressione del DS o a screzi con colleghi, a crisi di panico o depressione (la scuola che diventa prigione) quando poi nella realtà questi “docenti” stanno benissimo. Chi sostiene una cosa del genere, passa come colui o colei che vuole fare il processo ai colleghi. L’Italia, purtroppo, è garantista, mentre sarebbe il caso che ci fossero maggiori strumenti per verificare realmente queste malattie psicosomatiche o meglio “immaginarie”. 3.5 E La scuola ha individuato le priorità di seguito nella stesura e realizzazione dei progetti, con il fine di far raggiungere ai ragazzi quelle competenze sociali e culturali che fanno di ognuno un buon cittadino. La definizione dei compiti è stata abbastanza chiara, così pure l’organizzazione dei lavori. Si sono realizzate molteplici attività utili al raggiungimento di obiettivi comportamentali e/o didattici: Coloriamo il nostro futuro, Territorio e ambiente, La settimana dell’educazione, Didattica delle emozioni, Educazione ambientale, Concerto natalizio, Orchestra di Istituto, Musica nel parco, Coro di voci bianche, Caccia al tesoro, Propedeutica musicale, Incontriamo le istituzioni, Diritti a scuola, Progetto All Inclusive, Progetto continuità, Progetto di gemellaggio musicale, Progetto di lingua tedesca, Educazione alimentare. 3.5 F La scuola ha definito come prioritari i progetti: La settimana dell’ educazione e Coloriamo il nostro futuro, condivisi dall’ intera comunità scolastica. Il controllo è stato il risultato raggiunto dai ragazzi. 3.6 SVILUPPO E VALORIZZAZIONE DELLE RISORSE UMANE 3.6 A Per quanto attiene lo sviluppo delle risorse umane, il collegio docenti in una delle prime riunioni ha deliberato l’aggiornamento sulla tematica dell’ Inclusione ( BES, DSA, PDP) relatori il prof. Luigi D’ Alonzo, dott.ssa Ilaria Folci, il prof. Luca Francesco Franceschi, relatori esperti che hanno reso gli incontri piacevoli e soprattutto formativi. Le iniziative attivate erano quanto mai attuali riguardo i bisogni formativi dei docenti. I corsi di formazione dovrebbero svolgersi, per qualche docente, in sede e non fuori regione perché non tutti possono spostarsi a causa di problematiche familiari e/o difficoltà di natura diversa. In generale, si può affermare che la scuola valorizzi il personale tenendo conto delle competenze possedute per l’ assegnazione di incarichi specifici. Spesso la collaborazione tra gli insegnanti è positiva, tuttavia andrebbe migliorata e sostenuta con una maggiore condivisione dei tempi e dei materiali tra docenti di classi parallele, perché si ha la brutta abitudine che pochi lavorano e producono materiali ed esiti di buona qualità, utili per l’ intera comunità professionale, mentre molti preferiscono vivere di rendita. Il disagio maggiore, forse, è creato dal fatto che il DS ogni anno, o quasi, cambia è chi arriva è costretto a riprendere il lavoro secondo il proprio modus operandi, pertanto le ricadute per la scuola sono varie e differenti: accanto ad iniziative valide ed efficaci, volute da dirigenti partecipi e democratici, si è riscontrato negli anni un’ attività ordinaria di DS poco presenti e sensibili ai problemi dell’ Istituto. 3.6 B _ C Nella scuola è presente un gruppo di lavoro composto di insegnanti, da qualcuno definito i cicisbei della Dirigente, che producono materiali utili per il buon funzionamento della scuola. Tale gruppo andrebbe ampliato. Sono presenti inoltre spazi per il confronto tra colleghi che, purtroppo visto la pendolarità di molti, avviene raramente. Il confronto professionale, invece, dovrebbe essere incrementato con più incontri per discipline uguali e scambi frequenti, al fine di realizzare quelle modalità didattiche innovative che promuovano la formazione dell’ alunno. È importante che la scuola favorisca l’aspetto relazionale. In altre parole, crei un clima sereno e costruttivo e un ambiente adatto per una didattica efficace. Il lavoro didattico, purtroppo, non sempre è condiviso, si assiste di frequente alla produzione di materiale in maniera personale senza metterlo a disposizione dei colleghi. Questo punto andrebbe migliorato di molto perché la scuola dovrebbe promuovere lo scambio e il confronto tra docenti, senza egoismi o peggio chiusure. 3.7 INTEGRAZIONE CON IL TERRITORIO E RAPPORTO CON LE FAMIGLIE 3.7 A-B La scuola partecipa con altri Istituti scolastici del Gargano nord a reti e collabora con soggetti esterni. Le cooperazioni attivate sono integrate in modo adeguate con l’ offerta formativa. L’Istituto “Libetta” coinvolge, per quanto possibile, le famiglie nelle scelte e nei percorsi formativi. Queste, purtroppo, non sempre sostengono l’azione educativa della scuola condividendone i criteri, le modalità di verifica e di valutazione, anzi alle volte non sono in sintonia con essa alla quale, spesso, delegano sia l’ educazione dei figli sia la formazione culturale, che rientra tra i compiti dei docenti. I genitori dovrebbero, invece, essere presenti mentre si assiste alla partecipazione solo a feste e spettacoli e nel caso la scuola fosse nell’ impossibilità di organizzarli, per motivi logistici o di sicurezza, mostrano insofferenza esternando il loro disappunto su Facebook e Twitter. I genitori dovrebbero saper interagire positivamente nei conflitti tra ragazzi e\o docenti, configurarsi come “amici” della scuola nella consapevolezza che l’istituzione scolastica è l’ unica vera agenzia formativa, quando la famiglia è in crisi, che si fa costantemente carico dei problemi dei ragazzi. 3.7 C-D Sarebbe auspicabile che le agenzie e gli enti presenti sul territorio collaborassero maggiormente con la scuola al fine di assicurare ai ragazzi una migliore formazione socio-culturale. A tutt’oggi la scuola è lasciata sola, spesso l’ ente locale promette risorse che poi non riesce a dare, mettendo la scuola in gravi difficoltà. Data la realtà turistica del territorio, l’ istituzione scolastica potrebbe intrattenere rapporti di varia natura con le strutture ricettive per effettuare anche piccoli tirocini. 3.7 E-F-G-H La partecipazione dei genitori, in generale, è attiva senza però contribuire con idee e riflessioni a migliorare la qualità dell’ offerta formativa. La scuola spesso è il bersaglio polemico di molte famiglie, le quali si preoccupano poco dell’ educazione dei figli e molto dell’ammissione alla classe successiva. Condividere con la famiglia le scelte e coinvolgerla, sottoscrivendo un patto di corresponsabilità, che non sia solo cartaceo, ma veda i genitori collaboratori attivi nell’educazione dei figli è impresa assai ardua. I genitori oggi abituano i figli ad avere tutto e subito e l’insegnante è visto come l’ostacolo che crea nei ragazzi stress e frustrazione. Le famiglie di Peschici pensano che l’amore sia dare tutto e subito, senza chiedere niente in cambio, neppure un grazie! La scuola, quindi, in questo contesto è chiamata a promuovere una costante formazione della famiglia, spesso scontrandosi con essa, per aiutarla a uscire da questo vicolo cieco e far sì che l’ ambiente sociale possa crescere. La scuola non di rado si avvale di figure specializzate per aiutare i ragazzi: psicologo, medico scolastico, équipe psico-pedagogica. 4 PROCESSO DI AUTOVALUTAZIONE COMPOSIZIONE DEL NUCLEO DI AUTOVALUTAZIONE Il nucleo di autovalutazione che si occupa della compilazione del RAV è così composto: 1- Angela Mastromatteo, docente scuola dell’ infanzia e FS 2- Antonella Fania, docente scuola dell’infanzia 3- Maria Cristina Mantovani, docente scuola primaria 4- Maria Giuseppa Brigida, docente scuola primaria 5- Tommasa Grottola, docente di lettere scuola secondaria di I grado e FS 6- Antonella Del Viscio, docente di L2 scuola secondaria di I grado 7- Euplio Casullo, docente di matematica scuola secondaria di I grado 8- Michele Zaffarano, docente di matematica scuola secondaria di I grado 9- Maria Giuseppa Loreta Soldano, docente di lettere scuola secondaria di I grado 10- Pasquale De Nittis, docente di lettere scuola secondaria di I grado 11- Angela Romagnoli, docente sostegno scuola primaria 12- Marianna Fiore, docente sostegno scuola primaria. PROCESSO DI AUTOVALUTAZIONE Nella fase di lettura degli indicatori e nella raccolta dei dati non si è incontrato alcuna difficoltà o problema, c’è stata piena collaborazione tra i docenti che hanno preso parte alla stesura e realizzazione del presente documento. Essendo il ruolo dei docenti di discipline diverse, tutti hanno potuto offrire il loro contributo, ad es. i colleghi di matematica hanno utilizzato Microsoft Excel per le percentuali, la collega di inglese per l’esatta scrittura di alcuni termini, i colleghi di lettere per la stesura del documento. ESPERIENZE PREGRESSE DI AUTOVALUTAZIONE È la prima volta che la nostra scuola esegue un’attività di rendicontazione, negli anni addietro, purtroppo, questa forma di valutazione del nostro Istituto è mancata. La scuola ha prodotto internamente propri strumenti di gradimento e di autovalutazione dell’Offerta Formativa, somministrati ai ragazzi, attraverso il software Nuvola. 5. INDIVIDUAZIONE DELLE PRIORITA’ PRIORITA’ E TRAGUARDI ORIENTATI AGLI ESITI DEGLI STUDENTI Si è data priorità ai risultati attinenti la cittadinanza e il rispetto delle regole nel breve e nel lungo periodo, attraverso azioni di miglioramento e d’integrazione e inclusione nel tessuto scolastico di quei ragazzi che, non trovando armonia nella famiglia, portano nella scuola tutte quelle difficoltà e quell’aggressività che hanno dentro. Questi ragazzi sono stati seguiti dai docenti curriculari, dai sevizi sociali, dagli insegnanti e dagli specialisti (psicologi e orientatori) del progetto Diritti a Scuola e del progetto All Inclusive. Gli obiettivi principali e i traguardi da perseguire, attesi per quei ragazzi che mostravano una certa insofferenza, sono stati i seguenti: Saper vivere con gli altri. Rispettare se stesso e gli altri. Collaborare con i compagni. Sapersi auto valutare. Si è data priorità alle competenze-chiave di cittadinanza per l’apprendimento orientato al Long Life Learning perché sono fondamentali per la crescita, non solo della persona, ma anche del cittadino con ricaduta sull’intero territorio. OBIETTIVI DI PROCESSO Il legislatore dovrebbe legare lo scatto economico alla presenza o meno nella scuola dei docenti, forse così si ridurrebbero le assenze strategiche e i ragazzi ne guadagnerebbero sia sotto l’aspetto culturale sia dal punto di vista educativo. La presenza assidua e costante del docente titolare potrebbe arginare, certamente, quei fenomeni di bullismo o di insofferenza di taluni ragazzi. Solo così si creerebbe un ambiente di apprendimento ottimale e non si assisterebbe a frequenti supplenze che nella realtà non portano a nessuna crescita formativa dell’alunno perché il docente non titolare interrompe la continuità didattica e spesso è nell’impossibilità di operare come vorrebbe e potrebbe, in primis per non urtare la sensibilità del collega e poi perché non sa mica quando avrà un’altra supplenza in quella medesima classe. La scuola dovrebbe creare quell’ambiente sereno e tranquillo, affinché non ci siano assenze strategiche tali da incidere in maniera negativa sulla formazione degli alunni. Dovrebbe essere un ambiente dinamico e stimolante che non crei stress o apprensione, ma che favorisca la condivisione di scelte, materiali e percorsi tra i docenti. Il DS dovrebbe essere il garante di tutto!